3 Body Configurations

Claude Cahun, Self-portrait (reflected image in mirror, checqued Jaket), Autoritratto (imagine riflessa nello specchio, giacca a scacchi), 1928
mm. 118/94, negativo, Courtesy Jersey Heritage Collection

Fino al 18 aprile 2020, la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna è lieta di presentare 3 Body Configurations a cura di Fabiola Naldi e Maura Pozzati, in via delle Donzelle, 2 Bologna.

Partendo dal rapporto del corpo dell’artista che agisce nello spazio pubblico e privato, la mostra offre la possibilità di vedere per la prima volta in Italia un’attenta selezione di opere fotografiche di Claude Cahun (grazie alla collaborazione con Jersey Heritage Collection), un’altrettanta e significativa selezione delle opere fotografiche di VALIE EXPORT (grazie alla collaborazione con l’Atelier VALIE EXPORT e il Museion di Bolzano) e una riproposizione di un progetto fotografico della fine degli anni Novanta di Ottonella Mocellin (grazie alla collaborazione con la galleria Lia Rumma).

L’esposizione si presenta come la possibilità di approfondire un ambito della storia dell’arte del 900 ampiamente caratterizzata dall’uso dei dispositivi extra artistici quali il corpo, la fotografia e la performance. 3 Body Configurations, infatti, prende spunto dal titolo di un progetto di VALIE EXPORT sviluppato dal 1972 al 1982.

Le tre importanti presenze sottolineano la riflessione estetica e progettuale di un’occupazione tanto fisica quanto mentale della propria identità, della propria prassi progettuale come anche della necessità di indagare i rapporti fra il corpo dell’artista e lo spazio dell’architettura, della natura e dell’illusione.

Per Claude Cahun, VALIE EXPORT, Ottonella Mocellin la fotografia si dichiara testimone infinito, immobile e indiscusso di una pratica avvenuta anche solo per un istante.

La mostra è documentata da una preziosa pubblicazione (italiano/inglese) edita da Corraini con testi inediti di Fabiola Naldi, di Maura Pozzati e della filosofa Francesca Rigotti.

L’evento è inserito tra i Main Project di ART CITY Bologna 2020, programma di iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.

Ingresso libero dal lunedì al sabato dalle 10 alle 19.

 

Delos (anche per la fotografia)

 

 

 

Il coraggio di dire no. La storia di Perlasca in scena a Brescia

Dopo la scolastica di stamattina, andrà in scena nuovamente stasera, alle ore 20.30, al Teatro Sociale di Brescia, lo spettacolo “Perlasca. Il coraggio di dire no”, di e con il sempre superlativo Alessandro Albertin, a cura di Michela Ottolini. Prenotato dal CTB nel 2018 perché fosse a Brescia proprio nella Giornata della Memoria 2020, Albertin non è nuovo in città, che l’ha ospitato ripetutamente sia al Teatro Santa Chiara-Mina Mezzadri, che poi al Sociale, dato il vasto consenso di pubblico. Impossibile non restare rapiti dalla capacità recitativa dell’attore, reso ancor più partecipe della toccante storia che racconta perché l’ha dedicata al padre, quando si è trovato nel cimitero di Maserà di Padova, lo stesso che custodisce il riposo eterno di Giorgio Perlasca, Giusto delle Nazioni. La dedica porta l’attore, e quindi ogni spettatore, nel profondo della propria coscienza, perché, al di là di una storia molto ben narrata, non si può non essere colpiti dai molti interrogativi che ciascuno, nel silenzio della sala, pone a se stesso. E se fosse toccato a me? E se fossi stato al suo posto? Mi sarei lasciato cogliere dallo sconforto? Sarei partito per tornare in Italia? in quale Italia, poi, all’indomani dell’8 settembre 1943? Ciò che indubbiamente più colpisce del lavoro teatrale “Perlasca”, e di conseguenza della biografia del “vero” Perlasca, è che ogni parola, ogni immedesimazione di Albertin in un personaggio, sono seguiti da centinaia di persone, e di ragazzi nelle scolastiche, in un silenzio irreale. Non è un silenzio attento, né un silenzio rapito. È come se l’attore fosse davvero solo in scena, nel suo monologo che porta a vedere con gli occhi del cuore ciascuna scena che non c’è sul fondale, ma che egli ben rende, tra il nero di due cubi-sedia, il nero del suo vestire, il nero di una storia che solo il coraggio di un uomo ha illuminato, salvando la vita a migliaia di ebrei dal destino segnato.

Si legge nella presentazione dello spettacolo: “Budapest, 1944. Giorgio Perlasca, un commerciante di carni italiano, è ricercato dalle SS. La sua colpa è quella di non aver aderito alla Repubblica di Salò. Per i tedeschi è un traditore e la deve pagare. In una tasca della sua giacca c’è una lettera firmata dal generale spagnolo Francisco Franco che lo invita, in caso di bisogno, a presentarsi presso una qualunque ambasciata spagnola.

In pochi minuti diventa Jorge Perlasca e si mette al servizio dell’ambasciatore Sanz Briz per salvare dalla deportazione quanti più ebrei possibile.

Quando Sanz Briz, per questioni politiche, è costretto a lasciare Budapest, Perlasca assume indebitamente il ruolo di ambasciatore di Spagna. In soli 45 giorni, sfruttando straordinarie doti diplomatiche e un coraggio da eroe, evita la morte ad almeno 5.200 persone.

A guerra conclusa torna in Italia e conduce una vita normalissima, non sentendo mai la necessità di raccontare la sua storia, se non a pochi intimi. Vive nell’ombra fino al 1988, quando viene rintracciato da una coppia di ebrei ungheresi che gli devono la vita e solo allora, la sua storia torna alla luce.

Oggi il suo nome è scritto nel giardino di Gerusalemme come “Un giusto tra le nazioni”. Un esempio straordinario, il suo, raccontato in uno spettacolo che accompagna lo spettatore a riflettere sul fatto che sempre abbiamo una scelta, che sempre possiamo cambiare la nostra storia.

Alessandro Albertin porta in scena, pur se in forma di monologo, una decina di personaggi che, nel bene e nel male, hanno affiancato Perlasca nella sua straordinaria avventura nella Budapest dell’inverno 1944-45. Un’avventura che è necessario conoscere. In quanto italiani. In quanto uomini.

Per scrivere il testo della pièce, Albertin si è consultato con la Fondazione Giorgio Perlasca, fondata dal figlio dell’eroe padovano”.

In un’ora e mezza circa di dialogo con gli spettatori, Albertin permette a Perlasca di rivivere e di raccontarsi solo uomo: senza appartenenze, senza etichette, perché quando si arriva al dunque, a scegliere (consapevolmente o meno), a doversi porre a paladini della giustizia, della libertà, della vita sulla morte, non serve altro che quello. Jorge si è differenziato dai nazisti perché ha salvato vite umane e non le ha condannate a morte per uccisione sul posto o per deportazione nei campi di sterminio. E non perché avesse rinnegato la sua politica, ma perché credeva profondamente nell’essere umano. Davanti ai grandi principi esistenziali siamo tutti uguali: un insegnamento che Giorgio Perlasca ha pagato con la vita, perché nel dopoguerra fu inviso da tutti proprio per questo. Molto idoneo il parallelo calcistico, che mantiene attenti anche i meno interessati; molto adatto il contatto con il presente, con i Like, per dimostrare che chi si interessa della verità di questi temi non è un avanzo preistorico rimaterializzatosi in un misero giorno di gennaio.

Concordo con Albertin che lo spettacolo si può vedere sempre, in ogni giorno e mese dell’anno, perché la Memoria non si estingue con un liberarsi la coscienza per avere osservato il dettame scelto oltre dieci anni fa dal nostro Parlamento, il 27 gennaio. La costruzione del Sé, della coscienza personale, della capacità di avere valori, riconoscerli e saperli difendere è un processo quotidiano che chiama in causa tutti e non si esaurisce mai, finché c’è vita.

La soddisfazione più grande di condividere lo spettacolo con ragazzi e studenti è sentirsi chiedere quando replica, perché sentono il bisogno di condividerlo con amici e familiari. Ogni anno. Ogni volta.

Grazie Alessandro.

 

Alessia Biasiolo (foto di scena fornite dal CTB)

 

 

Helmut Newton. Works

 

Helmut Newton, Rushmore, Italian Vogue, 1982 © Helmut Newton Estate

La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino apre la stagione espositiva del 2020 inaugurando la grande retrospettiva Helmut Newton. Works, promossa da Fondazione Torino Musei e prodotta da Civita Mostre e Musei con la collaborazione della Helmut Newton Foundation di Berlino.

Il progetto espositivo è a cura di Matthias Harder, direttore della fondazione tedesca, che ha selezionato 68 fotografie con lo scopo di presentare una panoramica, la più ampia possibile, della lunga carriera del grande fotografo che sin dagli inizi non ha mai smesso di stupire e far scalpore per i suoi concetti visivi veramente unici. Il risultato è un insieme di opere non solo particolarmente personali e di successo, ma che hanno raggiunto un pubblico di milioni di persone anche grazie alle riviste e ai libri in cui sono apparse, e alle mostre delle sue foto.

Nel percorso di mostra si spazia dagli anni Settanta con le numerose copertine per Vogue, sino all’opera più tarda con il bellissimo ritratto di Leni Riefenstahl del 2000, offrendo la possibilità ai visitatori di comprendere fino in fondo il suo lavoro come mai prima d’ora.

Quattro sezioni che rendono visibile come in questo lungo arco di tempo, Newton abbia realizzato alcuni degli scatti più potenti e innovativi del suo tempo. Numerosi ritratti a personaggi famosi del Novecento, tra i quali Andy Warhol (1974), Gianni Agnelli (1997), Paloma Picasso (1983), Catherine Deneuve (1976), Anita Ekberg (1988), Claudia Schiffer (1992) e Gianfranco Ferré (1996). Delle importanti campagne fotografiche di moda, invece, sono esposti alcuni servizi realizzati per Mario Valentino e per Thierry Mugler nel 1998, oltre a una serie di importanti fotografie, ormai iconiche, per le più importanti riviste di moda internazionali.

Il chiaro senso estetico di Newton pervade tutti gli ambiti della sua opera, oltre alla moda, anche nella ritrattistica e nella fotografia di nudi. Al centro di tutto le donne, ma l’interazione tra uomini e donne è un altro motivo frequente della sua opera.

Helmut Newton morì improvvisamente il 23 gennaio 2004 a Los Angeles, prima di poter assistere alla completa realizzazione della Fondazione a lui dedicata.

Helmut Newton Works è il titolo del grande volume edito da Taschen che comprende anche le foto esposte in mostra e ne rappresenta idealmente il catalogo.

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino – via Magenta,31 www.gamtorino.it

Dal 30 gennaio al 3 maggio 2020. Da martedì a domenica dalle h. 10.00 alle h. 18.00. Chiuso lunedì. La biglietteria chiude un’ora prima (biglietto intero 10 €, ridotto 8 €gruppi di minimo 15 persone, ridotto under 25 6 €: ridotto giovani e studenti da 6 fino a 25 anni compiuti con documento e tesserino universitario. Gratuito per minori di 6 anni. Disabili e accompagnatore

 

Ombretta Roverselli (anche per la fotografia)

 

Il Teatro Nazionale di Genova e il Teatro Carlo Felice ancora insieme per l’abbonamento Quartetto

Il Teatro Nazionale di Genova e la Fondazione Teatro Carlo Felice rinnovano la loro collaborazione con l’abbonamento congiunto Quartetto che consente di assistere a 4 spettacoli, scegliendone due dai rispettivi cartelloni, al prezzo speciale di 90 euro. I giovani fino a 26 anni hanno le stesse possibilità al costo di 60 euro.

Quartetto permette di spaziare fra il teatro classico e quello contemporaneo, il teatro danza e il melodramma, la commedia e il teatro civile passando da Giuseppe Verdi a Bertolt Brecht, da Giacomo Puccini a Italo Calvino, da Gaetano Donizetti a Henrik Ibsen.

Ci sono oltre 20 spettacoli fra cui scegliere con grandi interpreti come Umberto Orsini, Fabio Armiliato, Desirée Rancatore, Gabriele Lavia, Laura Marinoni e grandi registi quali Davide Livermore, Giuliano Montaldo, Leo Nucci, Alessandro Gassmann, Giorgio Gallione.

L’ iniziativa giunta alla sua 6° edizione conferma una volta di più il dialogo e la volontà sinergica tra due importanti istituzioni culturali genovesi.

Ecco le proposte di ciascun teatro:

Teatro Nazionale di Genova per Quartetto

Barzellette

di e con Ascanio Celestini

4-6 febbraio Teatro della Corte

Riccardo III

di William Skakespeare | regia Massimo Mesciulam

con gli attori della Scuola di Recitazione del Teatro Nazionale di Genova

5-9 febbraio Teatro Duse

I fratelli Karamazov

di Fedor Dostoevskij | regia Matteo Tarasco

con Glauco Mauri, Roberto Sturno

11-16 febbraio Teatro della Corte

L’anima buona del Sezuan

di Bertolt Brecht

regia e interpretazione Elena Bucci, Marco Sgrosso

13 – 15 febbraio Teatro Gustavo Modena

The Deep Blue Sea

di Terence Rattigan | regia Luca Zingaretti

con Luisa Ranieri

19 – 23 febbraio Teatro della Corte

Il costruttore Solness

di Henrik Ibsen | regia Alessandro Serra

con Umberto Orsini

19 – 23 febbraio Teatro Gustavo Modena

Creatura di Sabbia

di Tahar Ben Jelloun | regia Daniela Ardini

con Raffaella Azim

26 febbraio – 1° marzo Teatro Duse

Il nodo

di Johnna Adams | regia Serena Sinigaglia

con Ambra Angiolini e Ludovica Modugno

26 febbraio – 1 marzo Teatro Gustavo Modena

I promessi sposi alla prova

di Giovanni Testori | regia Andrée Ruth Shammah

con Luca Lazzareschi, Laura Marinoni

27 febbraio – 1 marzo Teatro della Corte

La prova

testo e regia Bruno Fornasari

con Tommaso Amadio, Emanuela Arrigazzi, Orsetta Borghero, Eleonora Giovardi

12 – 15 marzo Teatro Duse

Fronte del porto

di Budd Schulberg | regia Alessandro Gassmann

con Daniele Russo

18-22 marzo Teatro della Corte

John Gabriel Borkman

di Henrik Ibsen | regia Marco Sciaccaluga

con Gabriele Lavia, Laura Marinoni, Federica Di Martino

31 marzo – 5 aprile Teatro della Corte

Roger

testo e regia Umberto Marino

con Emilio Solfrizzi

1 – 5 aprile Teatro Duse

Tintarella di luna

da Italo Calvino | regia Giorgio Gallione

con Enrico Campanati, Rosanna Naddeo, Aldo Ottobrino

2 – 24 aprile Teatro Gustavo Modena

Una notte sbagliata

di e con Marco Baliani

21 – 22 aprile Teatro Duse

Alda. Diario di una diversa

da Alda Merini | regia Giorgio Gallione

con Milvia Marigliano

15 – 17 maggio Teatro Duse

Teatro Carlo Felice per Quartetto

Adriana Lecouvreur
di Francesco Cilea
direttore d’Orchestra Valerio Galli
regia, scene e costumi Ivan Stefanutti

giovedì 13 febbraio ore 20, sabato 15 febbraio ore 15

Un ballo in maschera
di Giuseppe Verdi
direttore d’Orchestra Jordi Bernacer
regia Leo Nucci
martedì 17 marzo ore 20, venerdì 20 marzo ore 20

Anna Bolena
di Gaetano Donizetti
direttore d’orchestra Andriy Yurkevich
regia Alfonso Antoniozzi
giovedì 16 aprile ore 20, sabato 18 aprile ore 15
Turandot
di Giacomo Puccini
direttore d’orchestra Dorian Wilson
regia Giuliano Montaldo
domenica 3 maggio ore 20, sabato 9 maggio ore 15
Manon Lescaut
di Giacomo Puccini
direttore d’orchestra Andrea Battistoni
regia Davide Livermore
sabato 6 giugno ore 15, mercoledì 10 giugno ore 20

Orchestra, Coro e Coro di Voci Bianche del Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro, Francesco Aliberti

Maestro del Coro di Voci Bianche, Gino Tanasini

L’abbonamento Quartetto può essere acquistato alla biglietteria del Teatro Carlo Felice e presso le tre biglietterie del Teatro Nazionale di Genova (Teatro della Corte, Duse e Gustavo Modena).

Tutte le informazioni sui siti teatronazionalegenova.it e carlofelice.it

Massimo Pastorelli

 

 

 

 

Un concerto per gli ottant’anni di Marcello Panni

Compositore, direttore d’orchestra e organizzatore musicale, Marcello Panni è un personaggio dai mille interessi, instancabile animatore della vita musicale italiana e internazionale, ma è rimasto sempre molto legato a Roma, sua città natale. È stato direttore musicale o direttore artistico di importanti teatri e orchestre, tra cui Teatro San Carlo di Napoli, Accademia Filarmonica Romana, Opéra di Nizza, Opera di Bonn, Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano e Orchestra Sinfonica Siciliana, ed è salito sul podio di molti dei più importanti teatri internazionali, quali Opéra di Parigi, Metropolitan di New York, Bolshoi di Mosca, Staatsoper di Vienna, Deutsche Oper di Berlino, Royal Opera House “Covent Garden” di Londra e Liceu di Barcellona. Le sue composizioni sono eseguite nelle principali istituzioni musicali italiane – tra cui Scala di Milano, Opera di Roma, Maggio Musicale Fiorentino, Festival dei Due Mondi di Spoleto, Accademia di Santa Cecilia – e all’estero.

Marcello Panni (foto di Musacchio&Ianniello)

Nella sua attività di direttore Marcello Panni ha sempre dato grande attenzione alla musica contemporanea, senza per questo trascurare il repertorio tradizionale. Anche ora, in occasione del concerto di mercoledì 29 gennaio alle 18.00 nell’Auditorium “E. Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1), che Roma Sinfonietta gli dedica per festeggiare il suo ottantesimo compleanno – è infatti nato a Roma il 24 gennaio 1940 – ha scelto un programma interamente dedicato alla musica contemporanea.

Panni ha voluto inserire nel programma anche un omaggio a un grande compositore della generazione precedente alla sua, Luciano Berio, di cui verranno eseguiti i Folk Songs, geniali rielaborazioni di undici canti popolari americani, armeni, francesi, siciliani, italiani, sardi e azeri: saranno cantati da Alda Caiello, una delle maggiori interpreti della musica contemporanea per versatilità, raffinatezza e capacità espressive, invitata dalle maggiori istituzioni musicali europee. Sarà poi eseguita La terra dei rimorsi di Panni stesso: sono quattro brani per ensemble strumentale tratti dalla raccolta Popsongs, che rielaborano in chiave moderna alcune antiche danze e canti popolari italiani, seguendo la via indicata da Berio, come in un dialogo a distanza tra i due compositori. Di Panni si ascolterà anche Forellen, un recente lavoro per tre strumenti.

Alda Caiello

A rendere ancora più speciale questo concerto sono le prime esecuzioni assolute delle composizioni dedicate da sei dei maggiori musicisti italiani di oggi a Marcello Panni per il suo ottantesimo compleanno, in segno di amicizia e di stima e come ringraziamento per tutto ciò che egli ha fatto per la musica contemporanea. Questi sei brani sono Due minuti per Marcello di Lorenzo Ferrero, My journey di Ludovico Einaudi, Hello, March! di Lucio Gregoretti, Calligrammme pour M.P. di Carlo Boccadoro, Settimino in chiaroscuro di Matteo D’Amico e O’ sordato ‘nnammurato – una reinterpretazione della celebre canzone napoletana – di Fabio Maestri.

Saranno dodici bravissimi strumentisti dell’Ensemble Roma Sinfonietta ad eseguire tutti i brani, in formazioni sempre diverse, dal trio al settimino.

Mauro Mariani (anche per le fotografie)

 

Antiqua 2020 a Genova

Un tuffo nell’arte capace di destare il desiderio profondo di conoscere l’origine della bellezza e di accendere il desiderio di circondarsene. E’ questa l’essenza della 30^ edizione di Antiqua, Mostra mercato di arte antica in programma ai Magazzini del Cotone del Porto Antico di Genova da sabato 25 gennaio a domenica 2 febbraio. A ospitare la presentazione del programma e dei contenuti della manifestazione, illustrati dal presidente di Porto Antico di Genova Spa Mauro Ferrando e dal responsabile commerciale Rino Surace, il Teatro Carlo Felice con il sovrintendente Claudio Orazi.

Quaranta tra i migliori antiquari italiani, daranno vita a una preziosa galleria di arredi di alta epoca, sculture, tappeti, dipinti a partire dal Cinquecento fino al Novecento, argenti e gioielli, sculture in marmo e lignee, ceramiche e vetri artistici, gioielli dell’ebanisteria francese dell’epoca di Napoleone III, oggetti di arte orientale e art déco.

Per gli appassionati di pittura Antiqua si rivela una straordinaria quadreria che mette in primo piano gli autori liguri – da Lazzaro Tavarone, Alessandro e Filippo Magnasco, Gioacchino Assereto e Giovanbattista Carlone a Domenico Piola, Alfredo Luxoro, Antonio Discovolo, Oscar Saccorotti, Rubaldo Merello, Eugenio Olivari, Giovanni Governato, Giuseppe Sacheri, Enrico “Chin” Castello e Benedetto Musso – bei nomi dell’Accademia di Brera come Paolo Borsa e Alessandro Barbieri, e poi ancora Pier Francesco Garola, Mario Nuzzi, Bernardo Canal, Carlo Portelli, Romolo Pergola, l’olandese Abraham Van Beijeren e il francese Henry Michel Levy.

Qualche anticipazione tra gli arredi: un raro piccolo scrittoio genovese della prima metà del XIX secolo, interamente lastronato in piuma di noce e massello di noce, piano di appoggio rivestito in pelle con bordatura a ovuli tipica della manifattura ligure, un grande cassetto sottostante e particolari sostegni mossi a crociera raccordati da traversa rivestita in pelle, un importante bureau à cylindre del periodo del Direttorio interamente impiallacciato in piuma di mogano cubano e piano in marmo nero del Belgio con quattro gambe a tronco di piramide rovesciata calzate da scarpette in bronzo dorato a sezione quadrata e il corpo superiore composto da un’alzata con struttura a cilindro scorrevole all’interno di binari a svelare il piano di scrittura con ulteriori cassetti, vani a giorno e segreto.

Tra i pezzi da non perdere una importante caffettiera Luigi XVI in argento punzone Torretta, un “Trittico di delfini” della fine del XVII secolo in legno intagliato e dorato, proveniente dalla bottega di Filippo Parodi, una grande pendola parigina – periodo Impero, in bronzo cesellato e dorato al mercurio e quadrante in porcellana bianca firmato Sezille,Palais Royale – imperniata sulla figura di Apollo intento a suonare la cetra, una scultura lignea policroma di Madonna con bambino della scuola spagnola del ‘500 e un mandala in rame finemente lavorato con l’antica arte del repoussé e doratura in oro 24k fissato a caldo.

Antiqua è da sempre anche un’occasione di valorizzazione del patrimonio culturale della città e, dopo l’esordio del 2019, rafforza quest’anno la sinergia con il Teatro Carlo Felice, con iniziative a tutto tondo tra cultura e musica e attività promozionali. “Il Teatro viaggia nel tempo – secondo atto” ripercorre, attraverso una selezione di materiali d’archivio editoriali e musicali, la storia del Teatro Carlo Felice, insieme a strumenti musicali veri o frutto dei laboratori didattici organizzati dalla Fondazione con istituti scolastici liguri.

Protagonista del vernissage a inviti di venerdì 24 sarà il Quartetto Paganini – Sivori, composto da elementi dell’Orchestra del Teatro Carlo Felice: Eliano Calamaro, violino, Debora Tedeschi, viola e violino, Alberto Pisani, violoncello e Silvia Groppo alla chitarra. Il programma spazia dai grandi classici ai tempi moderni e include due celebri brani verdiani – “Libiamo nei lieti calici” da “La traviata” e “La donna è mobile” da “Rigoletto” – “Liebesleid/Schön Rosmarin” di Kreisler, “Pizzicato Sylvia” di Delibes, “Greensleeves” e, con un salto alla fine degli anni ’60, “A Whiter Shade of Pale” di Reid e Brooker, reso famoso dai Procol Harum e in Italia dai Dik Dik.

Venerdì 31 alle 17 appuntamento riservato peri giornalisti e i blogger del settore enogastronomico ospiti dell’Enoteca Regionale della Liguria in collaborazione con il consorzio del Basilico Genovese DOP e il Consorzio dell’Olio Riviera Ligure Dop (progetto Assaggia la Liguria), per una degustazione guidata sui vini liguri di particolari annate condotta dal presidente di Enoteca Regionale della Liguria Marco Rezzano, grazie alla partecipazione delle Cantine Vinicole La Vecchia Cantina e Linero e La pietra del focolare.

Antiqua è aperta tutti i giorni da sabato 25 gennaio a domenica 2 febbraio, da lunedì a venerdì dalle 14 alle 20, nel fine settimana dalle 10 alle 20. Il biglietto d’ingresso costa 12 Euro, 8 Euro il ridotto.

Reciprocità negli sconti riservati ai visitatori e agli espositori di Antiqua e agli abbonati e ai possessori di biglietti della stagione 2019-2020 del Teatro Carlo Felice. I visitatori di Antiqua potranno acquistare il biglietto scontato per “Intimo In…canto”, l’esibizione del Coro di Voci Bianche e Coro Femminile del Teatro Carlo Felice in programma al Teatro della Gioventù sabato 25 gennaio alle 17, per il concerto sinfonico del 31 gennaio alle ore 20, Direttore V. Fedoseev, pianoforte I. Bessonov con l’Orchestra del Teatro Carlo Felice, musica di P.I.Čajkovskij, e per le rappresentazioni dell’Adriana Lecouvreur” di Francesco Cilea in cartellone dal 12 al 16 febbraio, gli spettatori del Teatro Carlo Felice avranno diritto all’acquisto del biglietto ridotto di Antiqua.

Un’altra ottima occasione arriva dalla rete dei Musei Civici del Comune di Genova. Presentando il biglietto o la tessera di Antiqua sarà applicata la tariffa ridotta per i Musei di Strada Nuova, il Museo Arte Orientale E.Chiossone, il Museo del Risorgimento, Castello D’Albertis, Casa di Colombo e Torri di Porta Soprana, Galleria d’Arte Moderna, Wolfsoniana, Raccolte Frugone, il Museo di Archeologia Ligure, il Museo Navale e il Museo della Lanterna.

Possono usufruire del biglietto ridotto, tra gli altri, i soci del Touring Club Italiano, i clienti di Feltrinelli titolari di Cartapiù e Multipiù e gli abbonati a “Vivere la casa in campagna”.

Massimo Pastorelli

 

 

Il carro della Memoria in Piazza Bra a Verona

È stato posizionato mercoledì 22 gennaio, in piazza Bra, il carro “della memoria”. Il vagone, utilizzato tra il 1943 e il 1945 per le deportazioni, rimarrà davanti al Liston fino al 30 gennaio. Portato in piazza ogni anno in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria, il carro sarà accessibile dalle 9 alle 17. All’interno dei vagoni, la storia dei veronesi morti nei campi di concentramento e sterminio, i simboli utilizzati per contraddistinguere i deportati e una raffigurazione su cosa sarebbe l’Europa se Hitler avesse vinto la guerra.

Davanti al monumento di Vittorio Emanuele, invece, è allestita la mostra realizzata dall’associazione Figli della Shoah.

Lunedì 27 gennaio alle ore 9 sarà deposta una corona al monumento ai Deportati in piazza Bra. Autorità e presenti si sposteranno poi in Gran Guardia dove si susseguiranno gli interventi ufficiali di Prefettura, Comune e Consulta scolastica provinciale. Sarà poi il turno dell’oratore della giornata, Guido Lorenzetti. Verranno poi consegnate le medaglie d’onore ai cittadini italiani deportati ed internati nei lager nazisti e le medaglie della città. La mattinata si concluderà con la proiezione del video “5 maggio Mauthausen Memoria”, realizzato dai ragazzi in servizio civile all’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti – ANED, e con lo spettacolo “Schnell, Schnell” scritto e interpretato da Vanni De Lucia.

Alle ore 14.30 seguirà la deposizione di una corona la Cimitero Ebraico di via Badile.

Domenica 26 gennaio, invece, in piazza Isolo si terrà la cerimonia “Il monumento vive”. Alle ore 11.30, sotto la scultura “Filo spinato” di Pino Castagna, verrà deposta una corona e saranno recitate alcune preghiere cristiane ed ebraiche, in ricordo delle vittime della Shoah e di tutti i deportati. Seguirà l’intervento dello storico Carlo Saletti che si concluderà con un canto aschenazita.
Al Campo di Concentramento di Montorio, il 23 gennaio è stata posta una targa commemorativa per non dimenticare, in corrispondenza della strada che tutti i detenuti percorrevano per raggiungere la palazzina del Campo.

Lo stabile, individuato ufficialmente nel 2017 nelle campagne tra Montorio e San Michele Extra, è stato utilizzato nella Seconda Guerra Mondiale come campo di concentramento e luogo di detenzione per prigionieri politici ed ebrei. Il Campo, oggi chiamato “DAT Colombara”, è stato individuato grazie ad una ricerca storica svolta dall’Associazione “montorioveronese.it”.

“L’obiettivo è quello di non dimenticare quanto è successo e, soprattutto, l’esistenza di un luogo rimasto per troppo tempo nascosto alla memoria storica dei veronesi – ha detto Alma Ballarin, presidente dell’ottava circoscrizione –. Ringrazio l’Associazione montorioveronese.it perché senza di loro l’edificio e la sua drammatica storia sarebbero andati perduti”.

 

Roberto Bolis

“Maschere e Buonumore”, una mostra-studio in parete per un mese al MAF

Non poteva mancare, in periodo di Carnevale, una specifica mostra al MAF, il Centro di Documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese di San Bartolomeo in Bosco. A partire da domenica 26 gennaio, infatti, sarà esposta la mostra-studio inedita, curata da Marco Dondi, su “Maschere e Buonumore”. Il noto collezionista di Bondeno proporrà interessanti documentazioni sulle tematiche dell’Allegria e dell’Umorismo, che hanno avuto come momento emblematico il Carnevale.

La mostra si articola in due sezioni, la prima focalizzante le Maschere, caratterizzata da fotografie d’epoca, cartoline illustrate, volantini e manifesti. Un ruolo importante avranno, in particolare, splendidi manifesti di spettacoli che si rappresentarono a Bondeno, non ultimi quelli del Teatro dei Burattini.
La seconda sezione, più specificamente dedicata all’Allegria nelle sue forme più variegate, è incentrata su soggetti umoristico-satirici. Una particolare attenzione è dedicata all’opera artistica di Giovanni Manca (1889-1984), noto illustratore, fumettista e scenografo.

Una mostra, quindi, che si preannuncia di rilevante interesse e che verrà illustrata al pubblico nel corso dell’appuntamento culturale di domenica 16 febbraio, dedicato interamente al Carnevale fra tradizione e innovazione.
L’esperienza espositiva di Marco Dondi è promossa dal Comune di Ferrara, dal MAF e dall’Associazione omonima e si avvale del patrocinio della Regione Emilia-Romagna.

È liberamente visitabile, fino al 20 febbraio, agli orari di apertura del Museo: da martedì a venerdì, dalle 9 alle 12, festivi dalle 15 alle 18.

MAF- CENTRO DI DOCUMENTAZIONE MONDO AGRICOLO FERRARESE Via Imperiale 263 SAN BARTOLOMEO IN BOSCO/FERRARA

 

Alessandro Zangara (anche per le immagini)

Il Coro di Voci Bianche e il Coro Femminile in concerto al Teatro della Gioventù

Coro di Voci Bianche del Teatro Carlo Felice

Sabato 25 gennaio, alle ore 17, il Coro di Voci Bianche e il Coro Femminile del Teatro Carlo Felice tornano ad esibirsi al Teatro della Gioventù. Il concerto, intitolato Intimo In…canto, è infatti una replica di quello tenuto il 18 gennaio scorso, accolto con successo da un pubblico attento ed emozionato all’ascolto di un repertorio corale di rara raffinatezza, che per molti ha rappresentato una scoperta.

Il Coro di Voci Bianche del Teatro Carlo Felice, diretto da Gino Tanasini e accompagnato al pianoforte da Enrico Grillotti, apre il programma con quattro brani che mostrano come tutti i compositori, da quelli anonimi ai grandi nomi, fino agli autori di colonne sonore, siano rimasti affascinati dal timbro “bianco” delle voci dei ragazzi: Stella splendens di Anonimo del XIV secolo (brano arricchito dalla presenza di una tromba solista), Se l’aura spira di Frescobaldi, Scarborough Fair (canto tradizionale inglese) e Vois sur ton chemin di Bruno Coulais. Quest’ultimo pezzo è tratto dalla colonna sonora del film Les Choristes, piccolo cult francese del 2004 in cui far parte di un coro salva un ragazzo problematico da un destino difficile, a dimostrazione del valore sociale dell’esperienza corale. Una funzione che è tra le principali del Coro di Voci Bianche del Teatro Carlo Felice, come spiega il suo direttore, il Maestro Tanasini: «Grazie all’attività del coro, non solo i coristi ma anche le loro famiglie, hanno avuto modo di avvicinarsi e prendere confidenza con un’istituzione (il teatro lirico) spesso vista come distante se non, talvolta, completamente sconosciuta, ma che invece conserva in sé, per sua natura, la valenza di propulsore privilegiato di valori non solo culturali ed artistici ma anche sociali.»

Il Coro Femminile del Teatro Carlo Felice, diretto da Francesco Aliberti e accompagnato al pianoforte da Patrizia Priarone, è il protagonista della seconda parte del concerto, che può considerarsi un viaggio tra brani di varie epoche all’insegna di un’intimità che rivela passioni nascoste. Al centro è la figura della donna, celebrata in quanto Madre per eccellenza in pagine come Donna celeste di Francisco Soto de Langa e Salve Regina di Domenico Scarlatti, immagine di speranza in Du Friedefürst, Herr Jesu Christ di Bach, Veni Domine di Mendelssohn e Agnus Dei e Ave Verum di Fauré, e infine simbolo di delicatezza e pace domestica in Der Gärtner di Brahms e Slava narodu di Rachmaninov.

Un concerto in cui il Teatro Carlo Felice valorizza uno spazio di sua proprietà, il Teatro della Gioventù, per andare alla ricerca di nuovo pubblico, secondo uno spirito che così riassume il Maestro Aliberti: «Il teatro incontra la città: come accadeva tra gli antichi filosofi, è tempo che i musicisti assumano un atteggiamento aperto alla relazione. Tenerezza, preghiera, intimità declinano un modello di esistenza autentico che non fa più notizia ormai, ma che va restaurato. La passione per la sapienza musicale è anche compassione, perché, come ricorda Vico, “non si è veramente savi se non si è pii.” Il senso di quest’incontro è ricordare chi siamo veramente: una porta spalancata verso una bellezza più grande di noi che ci accoglie tutti.»

 

Massimo Pastorelli (anche per la fotografia di M. Orselli)

“Noir” il concerto-spettacolo di Antonio Ballista e Lorna Windsor alla IUC

Antonio Ballista

Sabato 25 gennaio 2020 alle 17.30 è in arrivo all’Aula Magna della Sapienza, nell’ambito della stagione della IUC, un nuovo folle, originale, ironico concerto-spettacolo di Antonio Ballista: “Noir… LaPauraSiFaSentire”. Il titolo è un invito a sperimentare il lato oscuro della musica, che evoca leggende misteriose, avvenimenti paurosi, orride streghe, tremende tempeste e mostruosi zombi.

Foto di scena Noir, duo voce-pianoforte

Le parole con cui i protagonisti stessi presentano questo spettacolo non lesinano sulla suspense: “Il TERRORE in musica? Antonia Ballista, Lorna Windsor e Gianluca Massiotta ve lo racconteranno al ritmo accelerato del vostro battito cardiaco, se avrete il coraggio di assistervi.” In realtà le vostre coronarie non corrono alcun rischio, perché i brividi della paura saranno temperati dal sorriso dell’ironia. Il fatto che ci sarà anche un cameo di Paolo Poli (naturalmente si tratta di una registrazione) e che sullo schermo scorreranno immagini terrificanti come gli zombie di Michael Jackson ma anche tenere e divertenti come l’omino di Charlie Chaplin, fa capire che ci si deve aspettare di tutto, terrore ma anche divertimento. Non sarà sollecitato solamente l’udito ma anche l’immaginario visivo, di cui si occuperanno le proiezioni di Gianluca Massiotta. Ci sarà anche il soprano Lorna Windsor, per quei brani di Verdi, Mahler, Berg e Adams che richiedono l’intervento della voce. E verranno letti alcuni brevi testi di Shirley Jackson ed Erik Satie.

Il giovane ottantenne Antonio Ballista, pianista di rara cultura e di grande rigore, ha preparato una scaletta in cui si alternano con calcolato disordine Frédéric Chopin, Modest Musorgskij, Jan Sibelius, Claude Debussy e un’altra dozzina di compositori. E quale finale più adatto di Thriller di Michael Jackson? Né poteva mancare l’innocua “Marcia funebre di una marionetta” di Charles Gounod, che ha assunto un tono sinistro soltanto perché Alfred Hitchcock l’ha usata come sigla dei suoi gialli televisivi.

Prima del concerto si potrà visitare la mostra “Antonio Ballista. Atmosfere sospese. Opere grafiche 1976-2020” allestita negli spazi del MLAC Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, adiacente all’Aula Magna: la mostra resterà aperta fino a sabato 1 febbraio, tutti i giorni dalle 15 alle 19 tranne la domenica, ad ingresso libero.

 

 

Mauro Mariani (anche per le fotografie)