Nuove scoperte archeologiche: una tomba di famiglia

Nuove scoperte archeologiche all’interno dell’anfiteatro Arena, che non smette di stupire.

La donna sepolta in Arena nel periodo tardo antico, i cui resti sono stati ritrovati a dicembre nell’arcovolo 31, non è l’unica ad aver riposato per secoli all’interno del monumento. Gli archeologi della Soprintendenza hanno infatti rinvenuto altri resti umani all’arcovolo 10, tre scheletri che ora verranno estratti e portati in laboratorio per gli esami e le analisi specifiche.

Nulla esclude che sia una sorta di ‘tomba di famiglia’, ipotesi che troverebbe conferma nelle informazioni al momento a disposizione, che presumono una sepoltura di gruppo non casuale, bensì pianificata in virtù di un probabile legame di sangue tra le tre persone. Stando alle prime analisi, i tre scheletri sono riconducibili ad un adulto e a due adolescenti sui 16 anni. L’età dei più giovani si evince, anche ad occhio nudo, non solo dalla diversa lunghezza degli arti, che sono più corti rispetto a quelli dello scheletro adulto, ma anche dallo spessore delle ossa che risultano più minute, tant’è che solo verso i 18 anni arrivano ad assumere la loro forma definitiva. Quanto al sesso, lo scheletro più maturo era senza dubbio maschio, uno degli scheletri più giovani era femmina, resta da definire il terzo.

Di certo l’uomo adulto è vissuto nel dodicesimo secolo, una certezza che proviene da alcune monete rinvenute in una sorta di borsellino attaccato alla fibbia circolare. Le analisi numismatiche già effettuate confermano che si tratta di denari enriciani, una monetazione della Zecca di Verona che era l’unica in circolazione nel XII secolo, periodo in cui ha conosciuto la sua massima espansione arrivando fino a Venezia e nel Tirolo.

Esami più approfonditi saranno poi in grado di rivelare l’anno di sepoltura dei corpi e, eventualmente, la distanza tra una e l’altra. Gli archeologi fanno infatti notare che lo scheletro di uno dei due ‘adolescenti’ è in posizione meno  ribassata rispetto agli altri due, ma ciò potrebbe dipendere anche dalla scelta di scavare di meno per fare minor fatica. I corpi sono stati ritrovati in una grande fossa centrale squadrata, la giovane donna con la testa a sud, il maschio adulto con la testa a sud e il giovane di sesso da definire con la testa a nord. La donna è stata manomessa probabilmente a causa di una riapertura della tomba.

La scoperta èavvenuta nell’ambito degli importanti lavori di restauro che si stanno realizzando all’interno dell’anfiteatro, con un cantiere articolato che prevede la riqualificazione completa degli arcovoli. Dopo i ritrovamenti della della prima sepoltura a dicembre, la Soprintendenza ha disposto ulteriori approfondimenti archeologici per verificare se anche altri piccoli e stretti arcovoli interni fossero destinati a usi funerari come avvenuto per l’arcovolo ‘gemello’ interno numero 31. Si tratta di arcovoli di piccole dimensioni, chiusi e inutilizzati da decenni se non saltuariamente come deposito, che la Soprintendenza ha ben inteso potessero custodire importanti sorprese.

L’anfiteatro sta diventando un museo a cielo aperto, un mix di storia, cultura e spettacolo che deve essere valorizzato. In questo senso si rafforza l’ipotesi di realizzare in Arena un vero e proprio percorso museale, per rendere visibile ai visitatori il restauro e la storia del monumento, compresa la più recente funzione di teatro all’aperto per gli spettacoli di lirica e di musica pop. Nel frattempo il restauro finanziato con l’Art Bonus va avanti, procedendo in parallelo sulla parte conservativa e sull’opera ingegneristica con la realizzazione ex novo degli impianti idrico, fognario ed antincendio.

Roberto Bolis (anche per la fotografia)

Il Premio Gian Maria Volontè a Donatella Finocchiaro

“Fisico antico, irrequietezza moderna, Donatella Finocchiaro è una di quelle attrici così dotate che rischia a ogni passo di diventare un’icona, facendo ombra alla sua stessa bravura”… Ecco parte della motivazione del “Premio Gian Maria Volonté 2021” all’attrice catanese. Con una serie di ruoli collezionati dall’esordio con Roberta Torre nel 2002 ad oggi, la Finocchiaro non ha mai smesso di mettersi alla prova, come dimostrano in particolare i suoi due ultimi personaggi interpretati per Emma Dante sul grande schermo in “Le sorelle Macaluso” e per Mario Martone, sul palcoscenico, con “Il filo di mezzogiorno”, nel ruolo di Goliarda Sapienza. Il Premio all’eccellenza artistica, una barca in rame realizzata dall’artista Umberto Cervo, le verrà consegnato il 31 luglio nella cornice della Fortezza I Colmi, sull’isola di La Maddalena, in Sardegna, direttamente dalla figlia di Volonté e di Carla Gravina, Giovanna, insieme a Pif, al critico Fabio Ferzetti e al Professor Fabrizio Deriu, conduttori anche di tutte le serate e degli incontri che si svolgeranno durante la rassegna. Una speciale occasione per festeggiare i suoi quasi vent’anni di carriera. 

Elisabetta Castiglioni

Teatro Spritz a Verona

Fino al 16 settembre, nell’ora dell’aperitivo, mini spettacoli teatrali on the road, animeranno vie e piazze del centro storico di Verona per favorire il flusso di visitatori. Si tratta del ‘Teatro Spritz’ tra le 18.30 e le 20, in corso Santa Anastasia e via Stella, con le rappresentazioni delle compagnie veronesi Casa Shakespeare e Modus.

L’iniziativa è ideata dall’assessore al Bilancio e Turismo Francesca Toffali, per riempire la città di eventi nell’estate della ripartenza. L’impegno era stato preso in aprile con la destinazione dell’avanzo di bilancio 2020 per destinare risorse a sostegno della ripresa di vari settori: dalle attività commerciali al comparto teatrale dei professionisti di Verona, entrambi fortemente colpiti e penalizzati dalla pandemia.

Cinque compagnie teatrali professioniste veronesi hanno aderito al progetto, che si svolgerà nei giorni di martedì, mercoledì e giovedì. Ad esibirsi saranno Teatro Scientifico, Modus, Casa Shakespeare, Fondazione Aida e Ippogrifo produzioni, con performance in varie luoghi, dal Liston a Veronetta, da Sottoriva a San Zeno per intrattenere gli avventori dei locali, i veronesi e i turisti.

“Gli attori – spiega l’assessore al Turismo Francesca Toffali – reciteranno in spazi pedonali, nei luoghi dove ci sono bar e locali frequentati per l’aperitivo serale, senza scena e senza impianti. Portiamo il teatro gratuitamente fra la gente, una novità popolare per incuriosire le persone. La città, fino al 16 settembre, sarà animata da oltre 70 mini spettacoli on the road, proposti dalle cinque compagnie teatrali professioniste della città, in collaborazione con il Comune. Proseguono così le tante iniziative volute dall’Amministrazione per rendere ancora più attrattiva Verona e agevolare il rilancio economico della città”.

Ecco i Programmi delle singole compagnie.

Casa Shakespeare, spettacolo ‘SHAKE SPRITZ – Shakespeare ad alto tasso alcolico’. Appuntamenti: 3 agosto, via Nizza; 4 agosto, piazzetta Pescheria; 5 agosto, Arche Scaligere; 11 agosto, via Filippini; 12 agosto, via Roma; 17 agosto, Liston di piazza Bra; 18 agosto, via Valverde; 19 agosto, Sottoriva; 7 settembre, piazza Santa Toscana; 9 settembre, davanti alla Biblioteca Frinzi; 14 settembre, corte Sgarzarie; 15 settembre, Porta Borsari; 16 settembre, via Stella.

Modus, spettacolo ‘AH!’. Appuntamenti: 27 luglio, Porta Borsari; 3 agosto, corso Santa Anastasia; 17 agosto, corte Sgarzarie; 18 agosto, piazza San Zeno; 19 agosto, piazza Santa Toscana; 24 agosto, piazza Corrubio; 26 agosto, piazzetta Pescheria; 7 settembre, via IV novembre; 8 settembre, piazza Erbe; 14 settembre, piazza Isolo.

Teatro scientifico/Teatro laboratorio. Spettacolo ‘Vida’. Appuntenti: 28 luglio, piazza Isolo; 11 agosto, corso Santa Anastasia; 12 agosto, via Leoni; 17 agosto, via Stella; 18 agosto, via Roma; 19 agosto, piazza Corrubbio; 31 agosto, Sottoriva; 1 settembre, via Arche Scaligere; 8 settembre, piazza Santa Toscana; 9 settembre, piazzetta Pescheria; 14 settembre, davanti la Biblioteca Frinzi; 15 settembre, Liston di piazza Bra; 16 settembre, via Marconi.

Fondazione Aida, spettacolo ‘Bukowski da marciapiede’. Appuntamenti: 27 luglio, piazza Erbe; 28 luglio, via Stella; 3 agosto, corso Portoni Borsari; 4 agosto, Corte Sgarzerie; 10 agosto, San Zeno; 11 agosto, piazza Corrubio; 17 agosto, via Leoni; 18 agosto, piazzetta Santa Toscana; 31 agosto, via Nizza; 1 settembre, piazzetta Pescheria; 7 settembre, piazza Isolo; 8 settembre, via Arche Scaligere; 14 settembre, via San Fermo, via Filippini; 15 settembre, Sottoriva.

Ippogrifo Produzioni. Appuntamenti: 31 agosto, piazza San Zeno, ore 18.30, spettacolo ‘Olè’; 31 agosto, piazza Corrubio, ore 19.15, spettacolo ‘El Bechin’; 1 settembre, Santa Anastasia, ore 18.30, ‘El Bechin’; 1 settembre, Ponte Pietra, ore 19.15 ‘Olè’; 2 settembre, Liston di piazza Bra, ore 18.30, ‘Olè’; 2 settembre, Portoni Borsari, ore 19.15, ‘El Bechin’; 7 settembre, piazza Erbe, ore 18.30, ‘Gushi’; 8 settembre, via Cappello c/o Biblioteca Civica, ore 18.30, ‘Gushi’; 9 settembre, via Stella ore 18.30, ‘Gushi’; 14 settembre, via Roma, ore 18.30, ‘Mr. Ping Pong’; 15 settembre, Porta Leoni, ore 18.30, ‘Mr. Ping Pong’. 

Roberto Bolis

Svetlana Zakharova e Vadim Repin a Nervi

Per la prima volta al Teatro ai Parchi di Nervi, nell’ambito della prestigiosa rassegna estiva “Nervi Music Ballet Festival”, si è esibita nei giorni scorsi l’étoile russa Svetlana Zakharova con il violinista siberiano Vadim Repin in una performance accattivate e superlativa, sia dal punto di vista tecnico che stilistico. La collocazione del palcoscenico nel cuore del parco, davanti a Villa Grimaldi Fassio e con il mare come fondale, ha un fascino che impreziosisce ancor più sia il Festival che il singolo spettacolo. Il silenzio, rotto solo di tanto in tanto dal transito del treno, peraltro non disturbante, testimonia l’attenzione del pubblico del tutto esaurito, rapito dal contesto complessivo di una serata di alta performance dedicata al balletto.

Repin ha aperto il “Pas de deux for Toes and Fingers” con un omaggio a Genova, suonando il Niccolò Paganini di “Variazioni sul Carnevale di Venezia” op. 10, accompagnato dall’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova, da lui diretta. Un’esibizione intensa, dal suono vibrante, lontano dal puramente tecnico e con quella passione che caratterizza l’approfondimento di un grande della musica come fu l’autore di Carro. Incantevole inizio per aprire sui passi classici della coreografia di Marius Petipa e Asami Maki dell’Adagio da “Raymonda” di Alexander Glazunov che ha permesso alla Zakharova, con Mikhail Lobukhin, di dimostrare le sue perfette capacità di ballerina classica. Un’anteprima delle sue doti che la vedranno nel corso della serata impegnata in balletti costruiti come connubio tra classico e moderno, con eccellenti doti recitative. In apertura il Sindaco della città aveva ribadito l’impegno degli ultimi anni a far riprendere il ruolo di palcoscenico del balletto a Genova, dove tradizionalmente le stagioni ad esso dedicate non mancavano. Quindi sia con la rassegna che con esibizioni come “Pas de deux”, si è ritrovato quel clima di sostegno alla danza.

Repin, compagno di vita e di scena della Zakharova, ha dimostrato la scelta virtuosistica tardo-romantica con “Introduzione” e “Rondò-Capriccioso” op. 28 di Camille Saint-Saëns, nuovamente sottolineando l’incontro della preparazione tecnica con il mondo mediterraneo soave e intenso, con un’esibizione di rilievo che non ha mai calato di tono per tutta la durata dello spettacolo, un’ora e mezza senza intervallo, bis a parte, rendendo un usignolo il suo violino. Peraltro Repin suona il “Rode” di Stradivari del 1733.

Savin e Zakharova

L’emozione del violino diventa pertanto visibile nei passi di danza, soprattutto in un sublime “The Dying Swan” da “Carnevale degli animali” che, sempre su musiche di Saint-Saëns e coreografia di Mikhail Fokine dedicata ad Anna Pavlova, ha visto una rivisitazione della ballerina che ha saputo dare movenze attuali ad un dramma che si sentiva vissuto da tutti, nel silenzio del teatro all’aperto di Villa Grimaldi Fassio. L’intensità delle movenze era commovente, con note di arpa solista, tanto quanto il talento diventa tangibile nell’assolo di “Revelation” da “Schindler’s list” su musiche di John Williams e coreografia di Motoko Hirayama. La differenziazione dei passi si era fatta chiara con il cambio di toni, dal tutù bianco di “Raymonda” a quello nero di “Progetto Händel”, coreografia di Mauro Bigonzetti su musiche di Georg Friedrich Haendel, per Zakharova e Denis Savin, e l’altalenarsi di talentuosi cambi di stile ha convinto e affascinato il pubblico. Altrettanto interessante, sempre su coreografia di Bigonzetti, “Caravaggio”, su musiche di Bruno Moretti da quelle originali di Claudio Monteverdi, per la ballerina accompagnata da Jacopo Tissi, come i colleghi solista del Teatro Bol’šoj. Il violino di Repin sempre a mantenere la scena equilibrata tra le due arti, in un reciproco accompagnamento di assoluto successo. Divertente e interessante poi il duetto tra Repin e il violinista russo Anton Barakhovsky, su musica di Igor Frolov per due violini e orchestra d’archi, così come “Zigeunerweisen” op. 20 di Pablo de Zarasate per il violino di Vadim Repin e altrettanto “Méditation” da “Thaïs” di Jules Massenet.

In conclusione “La ronde des lutins, Scherzo Fantastico” op. 25 di Antonio Bazzini con Svetlana Zakharova, Mikhail Lobukhin e Vyacheslav Lopatin questa volta in vesta moderna e attualizzata con un incipit che si riferiva alla situazione attuale, sempre con il violino di Repin e l’Orchestra. Per il bis un omaggio a Vittorio Monti con la sua “Czàrdàs”, virtuosismo violinistico trascinante e sempre molto amato dal pubblico. Una serie di eventi umani portati sul palcoscenico di Nervi, ad indicare come le vicende vissute dalle persone portino sempre qualcosa da dire, e da interpretare, per poi fraseggiare sulle corde o con i passi in un continuo con la storia che ci traghetterà ai posteri.

Alessia Biasiolo

le fotografie sono di Marcello Orselli, Teatro Carlo Felice di Genova

Voria piturar Verona. Concorso di pittura

Una giornata per dipingere dal vivo, possibilmente ispirandosi a Dante Alighieri. Torna il concorso di pittura estemporanea ‘Voria piturar Verona’, che porta in città appassionati di pennello e cavalletto provenienti da tutta Italia.

L’appuntamento è per sabato 11 settembre, quando gli artisti iscritti potranno dare spazio alla loro creatività, riportando su tela scorci, panorami, angoli nascosti o momenti di vita quotidiana di Verona. Dopodiché una giuria selezionerà le opere che avranno meglio interpretato lo spirito del concorso. E premierà i primi tre classificati rispettivamente con mille euro, 500 euro e 300 euro. Tutte le opere realizzate verranno esposte al pubblico in due mostre allestite all’interno della chiesa di San Pietro Incarnario, la prima dal 17 al 21 settembre e la seconda dal 24 al 28 settembre.

Novità dell’edizione 2021 e la presenza della giuria popolare, ovvero la partecipazione del pubblico all’iniziativa, che durante la visite delle mostre potrà votare l’opera preferita. Le due creazioni più votate, una per mostra, si aggiudicheranno un premio di 100 euro ciascuna. Le iscrizioni si chiuderanno il 31 agosto, la partecipazione è gratuita e per aderire compilare il modulo al seguente link:estemporanea.comune.verona.it

Il regolamento del concorso è pubblicato sul sito del Comune di Verona: www.comune.verona.it. Gli iscritti riceveranno via mail tutte le informazioni necessarie.

Per informazioni scrivere a:estemporanea@comune.verona.it.

L’iniziativa, giunta alla terza edizione, è realizzata nell’ambito della manifestazione ‘L’Arte Racconta i Quartieri’, organizzata dall’assessorato al Decentramento, in collaborazione con la Società di Belle Arti di Verona e con il sostegno di Fondazione Cattolica Assicurazioni.

‘Un’iniziativa che ha riscosso grande successo e che nemmeno la pandemia è riuscita a fermare – ha detto l’assessore al Decentramento Padovani -. Il ritorno alla normalità si ottiene anche con questi progetti, che trovano nell’arte e nella partecipazione dei cittadini la principale ispirazione. Nell’anno dedicato a Dante non potevamo non ispirare il concorso al Sommo Poeta, ma questa non è l’unica novità dell’edizione 2021. Per la prima volta le opere saranno valutate anche dalla giuria popolare, tutti i cittadini che andranno a visitare le mostre potranno infatti esprimere lo loro quadro preferito”.


Roberto Bolis

The Smile of Jazz. Botta Band

Gruppo di Swing con un repertorio che spazia dai brani degli anni 30, 40 e oltre, la Botta Band è composta da artisti presenti da tempo sulla scena musicale romana, tutti amici e collaboratori di Renzo Arbore. La loro performance, che spazia da brani di Duke Ellington, Gershwin, Cole Porter, Irving Berlin e molti altri, è stata scelta da Attilio Berni per il penultimo appuntamento  di “Fai bei suoni”, la rassegna estiva del Museo del Saxofono (via dei Molini snc angolo via Reggiani, Maccarese, Fiumicino -RM) per ricreare l’atmosfera e lo spirito estroverso dell’epoca swing con un repertorio affatto scontato. Sabato 31 luglio, alle ore 21.30, con un concerto presentato in una veste particolarmente vivace, si esibiranno cosi: Antonella Aprea voce, per molti anni cantante nel gruppo di Romano Mussolini; Stefano Nenca chitarra, con all’attivo la realizzazione di molte colonne sonore, dischi e la partecipazione a jazz festival di rilievo come Teano Jazz Winter e Umbria Jazz Winter e Music Fest in Ningbo (Shanghai); Carlo Ficini, trombonista e cantante già negli “Swing Maniacs” di Renzo Arbore e in varie formazioni di Lino Patruno; Piercarlo Salvia, valentissimo saxofonista che si ispira ai grandi Stan Getz e Artie Shaw; Stefano Nunzi, contrabbasso, che vanta collaborazioni importanti in Francia, Inghilterra, Argentina, Croazia, Sud Africa, Egitto, Tunisia, Svizzera, Polonia, Svezia, Finlandia, Russia, Ucraina, Spagna e Austria con artisti del calibro di Maurizio Giammarco, Stefano di Battista, Joe Lovano, Amii Stewart, Walter Blending, Vincent Harring e Milcho Leviev e Alberto Botta batterista con una lunga carriera televisiva alle spalle che comprende “Quelli della Notte” “Cari amici vicini e lontani”, “Doc”,”Raimondo e le le altre”,”Ieri Goggi e domani”,“Meno siamo meglio stiamo”, “Aspettando Sanremo”,”I raccomandati”,”Domenica in” e molte altre. 

Tra i brani suonati, si potranno ascoltare “I may be wrong”, “Cute” e “Crazy rhythm”, degli anni Venti, fulcro dell’epoca swing, “All Night Long, Is You Or Is You Ain’t”, “The Can’t Be Love”, “No Moon At All”, standard jazz romantici e pezzi più spiritosi come “Jada” eseguito con l’arrangiamento che ne fecero i ”Flippers”negli anni 50 a ritmo di cha cha cha, “That’s life”, brano reso famoso da Frank Sinatra nel 1966 e qui reinterpretato dal crooner Ficini e il famigerato brano di chiusura della band: “Limbo Jazz” di Duke Ellington, per un finale tutto Latin

Eclettico, spassoso, dirompente, Botta suona, fischiettaparla col pubblico, fa battute, diverte e si diverte. “Il jazz nasce come musica popolare e di intrattenimento. Poi è finito nei teatri diventando qualcosa a metà tra musica classica e pop… Prima era una musica da ballare, una musica gioiosa che voleva far divertire la gente e quindi è bene tornare a scherzare con i suoni e con il pubblico e di coniugare jazz ed entertainment”.

Il concerto, come da abitudine del Museo, è preceduto alle ore 20 da un apericena (opzionale). I biglietti sono acquistabili direttamente al Museo o in prevendita al sito Liveticket.it

Infoline costi e prenotazioni: +39 06 61697862 – +39 347 5374953 – info@museodelsaxofono.com

Elisabetta Castiglioni (anche per la fotografia di Alberto Botta)

Campionato Italiano di Parapendio Open

L’edizione 2021 dell’Italian Paragliding Open, ovvero il Campionato Italiano di parapendio con formula aperta anche ai piloti stranieri, sarà ospitata fino al 31 luglio in Val Parma, il comparto alimentare famoso in tutto il mondo.

Hanno confermato la presenza 104 piloti, su una capienza massima di 125, provenienti da una dozzina abbondante di nazioni. Quartier generale dell’evento è il nuovo polo sportivo di Schia, frazione di Tizzano Val Parma a una manciata di km da Parma. I piloti spiccheranno il volo da Campo Grande a 1584 metri di quota, località alle pendici del Monte Caio tra prati e boschi di castagni nel comune di Palanzano. Da qui sorvoleranno l’Appennino parmense, con sconfinamenti in Liguria e Toscana, prima di atterrare in varie località tra Tizzano e Langhirano.

I percorsi precisi delle giornate di gara saranno determinati dalle condizioni meteo, fattore imprescindibile per la sicurezza dei piloti nel volo libero in parapendio e deltaplano, cioè senza motore, sulle ali del vento e delle masse d’aria ascensionali. Potrebbero toccare i 100 e più km se il tempo sarà molto favorevole.

Presente la nazionale azzurra campione del mondo in carica al completo a partire da Joachim Oberhauser di Termeno (Bolzano), detentore del titolo individuale. Poi Marco Busetta di Paternò (Catania), Chritian Biasi di Rovereto (Trento), la milanese Silvia Buzzi Ferraris, Alberto Vitale, ragusano trapiantato a Bologna, e Alberto Castagna di Cologno Monzese (Milano). La gara rientra nel calendario FAI (Fédération Aéronautique Internazionale) ed è organizzata dal Aeroclub Gaspare Bolla di Parma insieme all’asd Volo Libero Monte Caio – Delta Club Melloni.

Pioggia e vento sul Lago dei Tre Comuni (Udine) hanno costretto gli organizzatori a chiudere in anticipo le esibizioni mozzafiato dei piloti impegnati nel Campionato del Mondo di parapendio acrobatico.

Il titolo nella categoria solo è andato al cileno Victor “Bicho” Carrera, seguito dallo spagnolo Horacio Llorenzs e dall’olandese Luke De Weert. Migliore degli italiani il reatino Marco Papa, decimo. Categoria “synchro”, cioè evoluzioni in copia: medaglia d’oro agli spagnoli Horacio Llorenzs-Raul Rodriguez seguiti dalle coppie austrriache Norbert Winkler-Thomas Schloegl e Roland Brunnbauer-Thomas Laireiter

Il titolo a squadre è stato vinto dalla Francia, seguita da Colombia e Spagna. Italia al sesto posto.

Gustavo Vitali

Nasce il Gonfalone dei Ristoranti tipici veronesi

Un gonfalone per valorizzare la ristorazione tipica veronese, ma soprattutto per essere un motore di ripartenza e promozione dell’identità culturale, privilegiando i prodotti e le ricette tradizionali del territorio. Un’operazione particolarmente importante in questo momento difficile per la ristorazione tipica, che deve fronteggiare i problemi legati alla pandemia e alle molte forme di concorrenza. Per questo motivo, tramite una collaborazione sempre maggiore tra l’Amministrazione, i ristoranti tipici, la Soprintendenza e Confcommercio è stata ufficializzata la possibilità per i ristoranti tipici di allestire stabilmente il gonfalone nel loro esercizio per tutto il 2021, a differenza di prima che si poteva solo nei momenti di promozione legati alla stagionalità dei prodotti.

È stato presentato in sala Arazzi il ‘Gonfalone dei Ristoranti Tipici’, un simbolo che i ristoranti tipici della città di Verona potranno esibire in pianta fissa per tutto il 2021.

“Grazie all’istituzione di un regolamento comunale – spiega l’Assessore alle Attività Produttive – abbiamo previsto, per tutta una serie di esercenti appartenenti al mondo della ristorazione, di potersi inserire nell’apposito elenco dei Ristoranti tipici. Questa è una categoria molto importante, che promuove l’identità enogastronomica veronese, un’eccellenza della nostra città. Attraverso una sinergia che vogliamo implementare sempre di più in maniera forte, cerchiamo di promuovere le tipicità locali, sia gastronomiche sia enogastronomiche. Per questo, qualche anno fa, abbiamo istituito questo gonfalone. Simboleggia il motore della nostra ripartenza, della nostra identità enogastronomica, visti i prodotti che la nostra città può offrire. L’anno scorso inoltre, durante la Piazza dei Sapori in piazza Brà, era stato allestito un banchetto dei ristoranti tipici, attraverso il quale sono state acquisite delle risorse che andremo a distribuire a tutti i ristoranti tipici che hanno sostenuto le spese per la realizzazione di questo gonfalone. E’ un contributo simbolico, ma importante per sostenere le difficoltà della ristorazione da più di un anno e mezzo. Questo contributo sarà attribuito anche a quei ristoranti che vorranno creare un gonfalone, per comunicare la tipicità e quindi l’identità della ristorazione veronese. Sono piccoli gesti, che però vogliono far sentire la vicinanza e la sensibilità che l’amministrazione vuole dare ad un mondo che è sostegno della nostra comunità”.

“Come associazione di categoria – afferma il direttore generale di Confesercenti – abbiamo voluto investire una quota, un incentivo pari al 50 percento della spesa, da dare ai ristoratori, perché è importante oggi mandare segnali di promozione. Si sta ripartendo, ma non si può stravolgere quello che attualmente è vietato dalla norma europea. Ci sono paesi come l’Inghilterra che non possono venire, manca la Russia, manca il lungo raggio come gli Stati Uniti. Stiamo lavorando con il mercato interno ma, riguardo alla questione Green Pass non può un ristoratore essere anche un pubblico ufficiale che deve controllare. Rallenterebbe tantissimo le attività e creerebbe dei disturbi. Già facciamo fatica a trovare operatori che lavorino, figuriamoci se dobbiamo anche trovare un vigile. È una strada che andrà rivista completamente”.

“Abbiamo insistito tanto per promuovere la ristorazione tipica – le parole del presidente dell’associazione Ristoranti Confcommercio Verona – soprattutto in questo periodo dove ha preso piede il delivery, e aziende straniere stanno entrando nella nostra città. Noi dobbiamo difendere la nostra millenaria cultura enogastronomica. L’impegno dei titolari dei ristoranti tipici è cercare di utilizzare prodotti a chilometro zero, di collaborare con il contadino vicino e con la Coldiretti privilegiando la stagionalità, un esempio della quale è dato anche dal mercato coperto ai Filippini. Il nostro impegno è altissimo e questo gonfalone rappresenta i pregi dei ristoranti tipici scelti”.

“È un momento di grandissima difficoltà – sottolinea il titolare dell’Osteria Caffè Monte Baldo Simone Vesentini – per il mondo della ristorazione e per il concetto di ristorazione tipica. Questo gonfalone è un simbolo che esprime dei valori: l’utilizzo dei prodotti della tradizione, la riscoperta delle nostre ricette, l’utilizzo di personale qualificato. In cucina ci sono persone formate, così come in questo momento non si trovano collaboratori, ed è difficilissimo fare impresa. Il ristorante tipico è un presidio di qualità e storicità all’interno della città e della provincia. Ben venga dunque questo aiuto, così come tutte quelle manifestazioni che ci permettono di raccogliere fondi”.

Roberto Bolis (anche per la fotografia)

Melone, pesce di lago, crudo e fagiolini

Pesce di lago, prosciutto crudo di Soave e della Lessinia, melone della pianura e fagiolini saranno i protagonisti della bella stagione. Torna ‘Il Ristorante tipico…d’Estate’, dal 24 luglio al 15 agosto le cucine veronesi proporranno piatti e pietanze con i prodotti che caratterizzano il raccolto stagionale e le lavorazioni del territorio. Non per due ma per tre settimane, un periodo più lungo rispetto alle altre edizioni per incentivare e dare più visibilità ai locali e ai piatti della tradizione scaligera. L’iniziativa è nata tre anni fa per esaltare i sapori della veronesità, in collaborazione con i 20 ‘Ristoranti tipici’ inseriti nell’omonimo elenco istituito dal Comune di Verona con il Regolamento comunale per la valorizzazione dell’enogastronomia veronese. Un progetto che punta a incentivare l’impiego di materie prime del territorio nella preparazione dei piatti, per fare scoprire i sapori della tradizione scaligera e diffondere la conoscenza dei prodotti locali di ogni stagione. Nei ‘Ristoranti tipici’, infatti, i piatti tradizionali rappresentano il 50% dell’offerta gastronomica e devono essere preparati utilizzando il 50% di prodotti della provincia di Verona o, comunque, della Regione Veneto. Anche l’offerta dei vini privilegia le denominazioni e le aziende che producono e imbottigliano sul territorio.
Le aziende che forniranno i prodotti per questa edizione dell’iniziativa sono l’Azienda Agricola Martinelli Giampaolo di Caldiero e l’Azienda Agricola Poli Graziano di Oppeano di Coldiretti Verona. Oltre ai classici piatti della tradizione veronese, se ne potranno trovare anche altri preparati seguendo diverse ricette. Dal prosciutto di Montagnana con melone dolce al Porto, al Lavarello al sale bilanciato con misticanza. E ancora Carpine del Garda in salsa su crostone di pane di Altamura, Roastbeef con fagiolini. Così come la Goccia di Soave con sfogliatella calda e mostarda di melone, il mazzetto di fagiolini al bacon con spalla di agnello cotta al punto rosa e pesto di menta peperita, o la rollata d’anguilla su caponata di verdure con orzo profumate al timo e olio del Garda.

L’iniziativa è stata presentata all’interno del nuovo mercato coperto dei Filippini dall’assessore al Commercio Nicolò Zavarise, insieme al presidente dell’associazione Ristoratori Leopoldo Ramponi e alla vicepresidente di Coldiretti Verona Franca Castellani.
“Fare cultura enogastronomica, così come tutelare e valorizzare i nostri prodotti locali, significa preservare la nostra identità – ha detto Zavarise -. Diamo il via alla versione estiva di questa iniziativa, mettendo al centro delle ricette il meglio di ciò che la stagione ci propone. Dal melone ai fagiolini, la creatività dei nostri chef farà il resto. Ringrazio i ristoratori e i produttori per la sinergia creata in questi anni a vantaggio di tutto il comparto enogastronomico veronese”.

Roberto Bolis

Incanto e visione alla GAM

La Galleria d’Arte Moderna di Verona si rinnova, con la proposta di un nuovo percorso espositivo arricchito di importanti novità provenienti dalla collezione dei Musei civici e mai viste prima dal pubblico. Ad attendere i visitatori nei rinnovati spazi della Gam, quindi, la mostra ‘Incanto e visione: verso la modernità’, dedicato ai maestri che hanno saputo raccontare il processo di ‘emancipazione’ verso la modernità. Il nuovo percorso espositivo, curato da Francesca Rossi e Patrizia Nuzzo, intende presentare i linguaggi di quegli artisti che, con coraggio e fiducia nel futuro, hanno saputo affrancarsi dai lacci accademici, inaugurando nuove pratiche e processi artistici. Una ricerca artistica quasi ‘rivoluzionaria’, rivolta alla modernità. Un’esposizione strutturata attraverso la formula della rotazione delle opere della collezione della GAM, che ha lo scopo di far conoscere gran parte dei lavori custoditi nei depositi e, per quanto riguarda alcune opere, mai esposti prima.

L’esposizione si articola dalle lezione dei Macchiaioli toscani, con le opere di Telemaco Signorini, a Vincenzo Cabianca, alla scuola di Posillipo con Guglielmo Ciardi, a quella di Resina con i fratelli Palizzi, per giungere alle atmosfere simboliste ‘fin de siècle’ con Alfredo Savini, Angelo Dall’Oca Bianca, Ruperto Banterle, Mario Salazzari e Vincenzo De Stefani.

I linguaggi secessionisti – documentati attraverso il corpus di opere di Felice Casorati, Angelo Zamboni, Gino Rossi – insieme ai lavori divisionisti di Baldassare Longoni e alla splendida Maternità di Gaetano Previati, eccezionale prestito dalle collezione del Banco BPM, segnano l’approdo a una modernità ormai ineludibile. E’ il tempo in cui gli artisti si avviano ad esplorare nuovi territori del linguaggio, dove la pittura non può che raccontare se stessa, attraverso la magia del colore, la tensione delle forme, l’incanto della luce, la ricchezza della materia.

All’interno dell’allestimento trova posto anche un nuovo spazio appositamente dedicato alle donazioni, dal titolo ‘Thanks to’. Un progetto voluto dalla direzione Musei civici, per evidenziare il contributo di collezionisti e artisti che, con la loro generosità e passione per l’arte e i musei, contribuiscono ad accrescere e valorizzare il patrimonio pubblico. Inaugura lo spazio il progetto per il Ponte della Vittoria, 1925, di Albano Vitturi, donato da Cristina Fraccaroli Tantini nel 2021.

La mostra è il primo nuovo percorso espositivo realizzato con il rinnovato impianto di illuminazione. Un progetto completato lo scorso marzo, che permette di valorizzare gli spazi espositivi e le opere, rendendo più attrattivo il museo e allo stesso tempo di risparmiare sui consumi di energia.

“Un nuovo percorso – spiega l’assessore Briani –, che ci consente di esporre parte delle opere della collezione civica d’Arte Moderna, normalmente conservate nei depositi e non visibili. Un’opportunità per il pubblico, quindi, di poter ammirare capolavori mai presentati prima, inseriti in una rinnovata esposizione sulla ‘modernità’, che mette in luce la ricerca artistica realizzata fra fine ’800 e inizio ‘900 da alcuni artisti illuminati. Nel rinnovato percorso sono poste in evidenza anche le donazioni pervenute ai Musei civici da parte di cittadini veronesi, che hanno generosamente messo a disposizione della città alcuni loro splendidi capolavori”.

“In mostra il fior fiore dell’800 e primo ‘900 veronese e di altre scuole – precisa la direttrice Rossi –. La Galleria conserva numerosi capolavori di questo periodo mai visti prima e che, con questa proposta di rinnovo, vengono presentati al pubblico in un percorso espositivo completamente rivisto, il cui filo conduttore è la ‘modernità’ e, con essa, lo sguardo al futuro degli artisti visionari di quel periodo. Il tutto i una dirompente energia creativa, che sottolinea la voglia di lasciarsi il passato alle spalle e di volgere lo sguardo verso le espressioni artistiche più moderne. Un percorso molto affascinante, fra dipinti e sculture tutti correlati dal punto di vista delle dinamiche e dei temi”.

“Un inno al coraggio – sottolinea la curatrice Nuzzo –. L’esposizione, infatti, presenta artisti che hanno avuto l’ardire di guardare e ricercare il rinnovamento, divenendo generatori, con la propria opera, di una nuova tendenza artistica”.

Roberto Bolis