Il Brunello comincia a far parlare di sé a partire da 1880. Anche se devono passare alcuni anni prima della sua grande annata riconosciuta, il 1888.
Fino alla meta degli anni Sessanta, il Brunello di Montalcino era un vino quasi sconosciuto al di fuori del territorio di produzione ad eccezione di pochi intenditori. Nel decennio seguente, la fama di questo vino divenne sempre più grande, fino a rappresentare oggi uno dei vini italiani più quotati.
Basti pensare che nell’annata 1975 le bottiglie prodotte furono circa 800.000 da ben 25 aziende, mentre nell’annata 1995 ne vennero imbottigliate circa 3.500.000 da un numero di aziende quasi quadruplicate, circa 120.
Si tratta di un vino ricercato per le tavole più raffinate italiane ed internazionali, una delle più grandi espressioni dell’enologia italiana, che, penetrando in tutti i mercati, concorre a nobilitare l’immagine del vino made in Italy.
Il Brunello di Montalcino è un vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), che deve rispondere alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal relativo disciplinare di produzione.
Il Brunello di Montalcino deve essere ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti composti esclusivamente dal vitigno Sangiovese che a Montalcino viene denominato Brunello.
L’origine del nome di questa varietà è incerta, probabilmente sarebbe legato al precoce germogliamento caratteristico del Sangiovese da cui deriverebbe il termine dialettale Sangiovannina tipico della Toscana nord-occidentale (Sarzana), che è sinonimo di uva primaticcia.
Anche il modo dei filari a stanga, che collega due viti (dal latino jugalis) e richiamano la modalità di allevamento tipiche del Sangiovese.
Il Sangiovese è la varietà di uva più coltivata in Italia, soprattutto nel centro, si ritiene che sia originario della Toscana e più precisamente della zona del Chianti, mancano però notizie attendibili precedenti al sedicesimo secolo.
Nell’800 il Sangiovese inizia ad espandersi dalla Toscana verso l’Emilia Romagna, l’Umbria, l’Abruzzo, parte del Lazio, la Puglia settentrionale e la zona ovest della Campania, diffondendosi per tutta la penisola.
Fin dal diciottesimo secolo hanno dimostrato la corrispondenza del Sangiovese toscano e quello romagnolo, il Brunello, il Prugnolo e il Morellino.
Esistono due tipologie fondamentali di questo vitigno; il Sangiovese Grosso con sinonimi: Brunello, Prugnolo, Gentile, Sangioveto Grosso, coltivato prevalentemente in Toscana e in Romagna; e il Sangiovese Piccolo, che ha diversi sinonimi in funzione della zona, in cui compare il Sanvicetro coltivato nel Casentino.
Quelle varianti con acino piccolo e dalle foglie piccole, danno minor vigore e meno zucchero e più acidi.
L’acino tipico del Sangiovese ha la forma rotondeggiante a volte quasi ellissoidale, regolare e uniforme.
La buccia è consistente, molto ricca di pruina, poco spessa e di colore nero-violaceo.
Sopporta abbastanza bene vento e siccità e tollera poco le gelate primaverili; predilige le aree collinari e i terreni mediamente o scarsamente fertili, argilloso-calcarei con molto scheletro, che si asciugano durante la maturazione.
Rappresenta il vitigno fondamentale di numerosi vini come per citare i più famosi :Rosso e Brunello di Montalcino, Chianti, Carmignano, Vino Nobile e Rosso di Montepulciano, Morellino di Scansano = 100% Sangiovese Grosso in purezza, Sangiovese di Romagna, Torgiano Rosso Riserva, Montefalco.
Le DOCG, DOC, IGT in cui rientra sono davvero numerosissime, più di un centinaio.
Il Brunello di Montalcino, non può, per legge, essere immesso al consumo prima del primo gennaio dell’anno successivo al termine dei cinque anni, calcolati considerando l’annata della vendemmia. Quindi l’annata 2010, per esempio, potrà essere commercializzata solo a partire dal primo gennaio 2015.
Inoltre, prima dell’immissione al consumo deve essere sottoposto a un periodo di affinamento di almeno due anni in contenitori di rovere di qualsiasi dimensione e deve subire un periodo di affinamento in bottiglia di almeno quattro mesi.
Per poter accedere alla qualifica “Riserva”, il Brunello deve essere immesso al consumo dopo il primo gennaio dell’anno successivo al termine dei sei anni calcolati considerando l’annata della vendemmia.
Riprendendo l’esempio di cui sopra, l’annata 2010 potrà essere commercializzata con la qualifica “Riserva” a partire dal primo gennaio 2016.
Al Vinitaly di Verona ho potuto degustare varie tipologie di questo ottimo vino. Vi propongo alcune schede sintetiche di degustazione.
Brunello di Montalcino “BANFI” DOCG 2008
Alla Vista: un colore molto intenso con riflessi violacei piuttosto evidenti, con dei riflessi granati.
Olfatto: intensità olfattiva elevata con note speziate e profumo fruttato.
Gusto/tatto: molto corposo ed equilibrato, di media acidità e astringenza.
Percezioni retrolfattive: ricchezza aromatica elevata, molto persistente.
Titolo alcolometrico dich.ver. (%vol.) 13,50/13,84
Tappo sughero monopezzo
Brunello di Montalcino “CAPARZO” DOCG ” 2008
Alla Vista: colore intensamente violaceo con riflessi granati.
Olfatto: di alta intensità olfattiva con profumo fruttato e diverse note speziate.
Gusto/tatto: molto corposo, equilibrato di media acidità e astringenza.
Percezioni retrolfattive: ricchezza aromatica elevata, molto persistente.
Titolo alcolometrico dich.ver. (%vol.) 13.50/13,72
Tappo sughero monopezzo
Brunello di Montalcino “MARCHESI dè FRESCOBALDI” DOCG Castelgiocondo 2008
Alla Vista: colore molto intenso con riflessi violacei alquanto evidenti con riflessi granati.
Olfatto: intensità olfattiva elevata con profumo fruttato e note speziate.
Gusto/tatto: molto corposo, equilibrato, di media acidità, piuttosto astringente.
Percezioni retrolfattive: ricchezza aromatica elevata molto persistente.
Titolo alcolometrico dich.ver. (%vol.) 13.50/13,76
Tappo sughero monopezzo
Chianti Classico “ANTINORI” DOCG Pèppoli 2008
Alla Vista: colori intensi con riflessi violacei piuttosto evidenti
Olfatto: intensità olfattiva elevata con note floreali
Gusto/tatto: molto corposo, equilibrato, con media acidità e astringenza elevata.
Percezioni retrolfattive: ricchezza aromatica piuttosto elevata, molto persistente.
Titolo alcolometrico dich. ver. (%vol.) 13.00 13,36
Tappo sughero monopezzo
Chianti Classico “CASTELLI di GREVEPESA” DOCG Castelgreve 2010
Alla Vista: colore molto intenso con riflessi violacei alquanto evidenti
Olfatto: intensità olfattiva piuttosto elevata con profumo di fruttato
Gusto/Tatto: corposo, abbastanza equilibrato, di buona acidità, piuttosto astringente
Percazioni retrolfattive: ricchezza aromatica , persistente.
Titolo alcalometrico dich. ver.(%vol) 1\3.00 13,37
Tappo sughero monopezzo.
Morellino di Scansano”VIGNAIOLI del MORELLINO di SCANSANO” DOCG 2010
Alla Vista: colore molto intenso con riflessi violacei alquanto evidenti
Olfatto: intensità olfattiva elevata con note floreali con profumo di fruttato
Gusto/Tatto: corposo, piuttosto equilibrato, di media acidità e astringenza
Percezioni retrolfattive: ricchezza aromatica abbastanza elevata, persistente.
Titolo alcalometrico dich. ver. (% vol.) 13.00 12,96
Tappo sughero monopezzo
Renato Hagman