Chiusi i Campionati Italiani di Volo in Parapendio e Deltaplano

Decollo da Monte Cucco

Si sono chiusi i campionati italiani di volo in parapendio e deltaplano con l’assegnazione dei rispettivi titoli. Teatri delle competizioni Gemona del Friuli (Udine) per i primi, ed il tradizionale Monte Cucco sopra Sigillo (Perugia) per il deltaplano.

A Gemona, dopo sei giornate di gara su percorsi tra i 45 e gli 83 chilometri, si laurea Campione d’Italia 2017 il catanese Marco Busetta, seguito dal pilota di casa Alessio Voltan, da Federico Nevastro (Padova), dai bolognesi Paolo Facchini e Alberto Vitale e da Marco Littamé (Torino).

Marco Busetta in volo

Reduce da una medaglia di bronzo ai mondiali, è campionessa d’Italia la milanese Silvia Buzzi Ferraris dopo aver vinto in campo femminile tutte e sei le manche. Dietro di lei l’ungherese Katalin Juhász e Sandra Antony (Francia), perché la formula “open” dei campionati apre le porte ai piloti stranieri, accorsi da 18 nazioni. Presenti in tutto 110 volatori dei quali 56 italiani.

Classifica Sport: Stan Radzikowski (Polonia), poi gli alto atesini Martin Stecher e Heinz Senoner. Migliore nella categoria “serial” il milanese Alberto Castagna.

L’evento è stato organizzato da Aero Club Blue Phoenix in collaborazione con il Volo Libero Friuli. Utilizzati il Monte Cuarman come decollo e l’atterraggio di Gemona Godo.

Per i campionati nazionali di deltaplano, a Sigillo si sono ritrovati 50 piloti dei quali 14 provenienti da 10 nazioni estere. Organizzazione a cura di AeC Lega Piloti in collaborazione con il Volo Libero Monte Cucco, nome preso dallo storico rilievo, tra i primi spettatori dei cimenti in cielo di questi mezzi che, come i parapendio, si reggono in aria sfruttando le correnti ascensionali. Dallo stesso monte sono avvenuti i decolli dei partecipanti all’evento.

Per il forte vento e sovrasviluppi di nubi con minaccia di temporali, si sono dovute cancellare tre delle cinque task previste. Deltaplani in aria solo per la prima ed ultima prova, sulle distanze di 103 e 124 km. Le vince entrambi Alessandro Ploner, pilota di San Cassiano (Bolzano), che si laurea per la quinta volta Campione d’Italia, medaglia da aggiungere alle numerose vinte in campo internazionale. Seguono Christian Ciech, trentino trapiantato a Varese, Davide Guiducci di Villa Minoprio (Reggio Emilia) e Valentino Bau di Padova. Tutti questi piloti volano con deltaplani detti ala flessibile e fanno parte del team azzurro, campione del mondo in carica. Ciech detiene anche il titolo individuale. Dal prossimo 9 agosto in Brasile costoro, più Filippo Oppici di Parma ed il ciociaro Marco Laurenzi, saranno impegnati a difendere il titolo iridato.

Luca Comino di Mondovì (Cuneo) è stato il migliore a volare con deltaplani ad ala rigida durante il campionato del Monte Cucco.

 

Gustavo Vitali (anche per credit fotografici)

L’Orchestra del Teatro Carlo Felice in Tournée in Oman

Dopo la recente partecipazione nel programma culturale di Expo 2017 in Kazakistan al Teatro dell’Opera di Astana, nell’esecuzione della Sinfonia n. 8 di Gustav Mahler, con unica rappresentanza italiana di Coro e Orchestra del Teatro Carlo Felice tra i 1500 musicisti e coristi presenti in palcoscenico, nel prossimo settembre, prima dell’inizio della stagione Lirica, l’Orchestra e lo Staff del Teatro saranno nuovamente all’estero, in Oman, alla Royal Opera House di Muscat, per il balletto Il lago dei Cigni, di Pëtr Il’ič Čajkovskij, eseguito dal Balletto del Teatro dell’Opera di Astana con l’Orchestra del Teatro Carlo Felice diretta da Giuseppe Acquaviva che, oltre ad essere il Direttore Artistico del lirico genovese, questa volta ricoprirà anche il ruolo di Direttore d’Orchestra.

Marina Chiappa

 

Serenata d’estate al Teatro Sociale di Camogli

Martedì 1° agosto 2017 alle ore 21.30, al Teatro Sociale di Camogli, proseguono gli appuntamenti estivi del Teatro Carlo Felice di Genova, frutto della preziosa collaborazione fra il nuovo Teatro Sociale ed il Lirico genovese, protagonista la formazione cameristica dell’Ottetto di Fiati  del Teatro Carlo Felice con Dario Sartori e Francesco Biraga all’oboe,  Valeria Serangeli e Danilo Zauli al clarinetto, Carlo Durando e  Fabio Uscidda al corno e Luigi Tedone con Mauro Caligaris al fagotto, tutti facenti parte dell’Orchestra del Teatro Carlo Felice.

Il programma, esclusivamente dedicato a Wolfgang Amadeus Mozart, prevede l’esecuzione di alcune tra le più  raffinate pagine da lui composte, Serenata in do minore, K388, Serenata in Mi bemolle maggiore, K375 e le più note arie d’opera da Così fan tutte, Don Giovanni e Nozze di Figaro.

 

Marina Chiappa

Nasce “Esposizione Caffè Milani” per diffondere la cultura del caffè

A Lipomo, in provincia di Como, è nata Esposizione Caffè Milani, una permanente che ha preso vita presso il nuovo stabilimento di Caffè Milani.

Nata dal desiderio di Pier Luigi Milani – presidente del Consiglio di Amministrazione di Milani SpA azienda socio fondatore di Inei (Istituto Nazionale Espresso Italiano) nata nel 1998 – di creare cultura tramite una collezione di oggetti legati al caffè da lui raccolta in un’intera vita, Esposizione Caffè Milani sposa i valori dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè (Iiac).

Con la collaborazione di Iiac e del professor Luigi Odello, con il quale il rapporto è intenso e consolidato, è continua l’organizzazione di corsi come di scambi di opinioni, dati e pareri sul mondo del caffè. In comune Milani e Odello hanno l’amore per la cultura e, soprattutto, per l’approfondimento della cultura del caffè. Odello ha fornito anche preziosi suggerimenti per l’organizzazione dell’esposizione che parte dalle piante di caffè, chicchi, sacchi, navi per arrivare alla moka e alle macchine professionali da bar.

L’apertura della collezione Milani al pubblico ha come obiettivo aprirsi sul territorio e accorciare le distanze tra il mondo della coltivazione e quello del consumo.

Al piano terreno dell’esposizione vi è un’area interamente dedicata alla formazione e agli eventi dotata di tutti i supporti tecnologici più innovativi. È stata creata anche Altascuola Coffee Training che offre un sistema completo e avanzato di corsi di formazione e aggiornamento, teorici e pratici, legati alla qualificazione professionale, alla gestione del locale e all’assaggio del caffè.

L’Esposizione Caffè Milani è visitabile ogni primo e terzo venerdì del mese.

Per prenotazioni: Tel. 031 28077.

da Iiac (anche per credit fotografico)

 

 

 

 

Censura digitale in Egitto secondo A.I.

Un tentativo di eliminare gli ultimi spazi rimasti a disposizione per le voci critiche e la libertà d’espressione: così Amnesty International ha definito l’assalto alla libertà digitale in corso dal 24 maggio in Egitto. Da quel giorno, secondo l’Associazione per la libertà di pensiero e di espressione, sono stati bloccati almeno 63 siti, 48 dei quali dedicati all’informazione. Tra i primi a essere censurati è stato Mada Masr, portale indipendente di qualità noto per le sue analisi profondamente critiche nei confronti del governo egiziano. Il 10 giugno è stato bloccato l’accesso alla piattaforma globale Medium. L’11 giugno è stata la volta del siti Albedaiah, diretto dal giornalista indipendente Khaled al Balshy, Elbadiland Bawabit e Yanair.   “L’attuale giro di vite nei confronti dei media digitali è un’ulteriore dimostrazione che le vecchie tattiche poliziesche dello stato egiziano sono ancora attuali. Persino nei peggiori momenti della repressione ai tempi di Mubarak le autorità non avevano impedito l’accesso a tutti i portali informativi indipendenti”, ha dichiarato Najia Bounaim, direttrice delle campagne sull’Africa del Nord di Amnesty International. “Le autorità egiziane sembrano avere nel mirino gli ultimi spazi rimasti a disposizione per la libera espressione. Con quest’ulteriore mossa stanno dimostrando fino a che punto sono pronti ad arrivare per impedire ai cittadini egiziani di accedere a notizie, analisi e opinioni indipendenti sul loro paese. Chiediamo che il blocco sia annullato immediatamente”, ha proseguito Bounaim. Il 24 maggio, oltre a Mada Masr, sono stati bloccati anche Daily News Egypt, Elborsa e Masr al Arabia. Le autorità non hanno chiarito quali attività illegali stessero svolgendo e non hanno fornito dettagli sulla base legale del provvedimento. In alcune interviste, funzionari del governo hanno fatto generico riferimento al “sostegno al terrorismo” e alla “pubblicazione di notizie false”. Il giorno dopo, la stampa egiziana ha citato una “agenzia sovrana” (termine col quale s’indica l’intelligence egiziana) che aveva giustificato i provvedimenti invocando il “contrasto al terrorismo” e accusando – senza fornire alcuna prova – il Qatar di sostenere alcuni dei portali bloccati. La maggior parte dei blocchi riguarda portali d’informazione ma sono compresi anche siti da cui possono essere scaricati programmi come VPN e TOR. Amnesty International è stata in grado di verificare che solo uno dei siti bloccati era collegato a gruppi che usano o promuovono la violenza. Molti dei portali bloccati erano diventati un rifugio per quelle voci critiche egiziane che non potevano più andare in televisione o scrivere sui giornali, l’una e le altre finite sotto il rigido controllo statale da quando il presidente Abdel Fattah al-Sisi è salito al potere. Il portale Mada Masr è stato indomito nel denunciare costantemente le violazioni dei diritti umani, come le detenzioni arbitrarie, i processi iniqui, la repressione contro le Ong, le esecuzioni extragiudiziali e la pena di morte. La sua direttrice, Lina Attallah, ha detto ad Amnesty International di ritenere che il sito sia stato bloccato perché pubblica notizie basate su ricerche approfondite e fonti verificate: “Pubblichiamo quello che le autorità non vogliono che la gente legga”, ha detto. “Il governo egiziano pare voler sfruttare i recenti attentati compiuti dai gruppi armati per chiudere gli ultimi spazi di libertà e ridurre al silenzio le voci critiche. Ancora una volta, le autorità usano la sicurezza nazionale per praticare una totale repressione”, ha commentato Bounaim. “Invece di attaccare le voci critiche e indipendenti, l’Egitto dovrebbe rispettare la sua Costituzione e il diritto internazionale che lo obbligano a non imporre limitazioni arbitrarie alla libertà d’espressione e a proteggere il diritto di ogni persona a cercare, ricevere e condividere informazioni”, ha sottolineato Bounaim. La Costituzione egiziana vieta la censura dei mezzi d’informazione, salvo che in tempo di guerra e di mobilitazione militare, protegge la libertà d’espressione e di stampa tanto in forma cartacea quanto digitale e riconosce il diritto di tutti i cittadini a utilizzare i mezzi e gli strumenti di telecomunicazione. Le ragioni legali e i poteri sulla base dei quali il governo egiziano ha bloccato i siti sono ambigui e non è chiaro se siano state applicate le leggi ordinarie – che già prevedono la censura per motivi di sicurezza nazionale – o le disposizioni dello stato d’emergenza, dichiarato per tre mesi il 9 aprile a seguito degli attentati contro due chiese a Tanta ed Alessandria. Un’ora dopo gli attentati, le autorità avevano confiscato le copie del quotidiano Albawaba, che aveva chiesto le dimissioni del ministro dell’Interno per non aver saputo impedirli. Lo stato d’emergenza conferisce al governo ampi poteri di sorveglianza e di censura. Il 10 aprile il presidente del parlamento, Ali Albel’al, ha annunciato che questi poteri avrebbero riguardato anche Twitter, Facebook e YouTube, piattaforme usate a suo dire dai “terroristi” per comunicare tra loro e ha minacciato di procedimenti giudiziari gli autori di reati informatici. Le vaghe disposizioni della legge anti-terrorismo prevedono condanne fino a 15 anni per i responsabili di siti usati per promuovere “idee terroristiche” e consentono alle autorità di bloccare siti sospettati di promuovere il “terrorismo”. Due dei siti bloccati, Daily News Egypt ed Elborsa, appartengono alla Business News Company, già munita di licenza governativa. Nel novembre 2016, tuttavia, il governo ha congelato i suoi patrimoni accusandola di legami con la Fratellanza musulmana, senza fornire alcuna prova. Da allora i 230 dipendenti non ricevono lo stipendio. I rappresentanti di molti dei siti bloccati hanno presentato esposti al Sindacato dei giornalisti, al Consiglio nazionale della stampa, al ministro delle Comunicazioni e alla procura generale senza ricevere finora alcuna risposta. Mada Masr si è rivolto a un tribunale amministrativo ma il suo appello non è stato ancora preso in esame.

Amnesty International Italia

Mazzetti D’Altavilla: la grappa diventa green con l’Eco calcolatore ambientale

La collezione annuale della storica grapperia piemontese quest’anno viene presentata da un’opera esclusiva: Grappassion, un grappario ricco di informazioni sulla storia della grappa e i suoi abbinamenti, con un particolare occhio alla salvaguardia dei valori della natura. Grappassion è un libro che racconta la storia del Made in Italy nel settore vinicolo e di una famiglia che produce grappa dal 1846, puntando sul territorio e sull’innovazione, mantenendo intatta la tradizione, che Mazzetti offre a tutti gli appassionati di grappa.

Mazzetti d’Altavilla ha deciso di essere sostenibile anche con questo libro, stampandolo utilizzando l’innovativa carta Stone Paper, a base di polvere di pietra, e la carta riciclata Cocoon, in due diverse tipologie per dare differenti sensazioni tattili e visive. Una scelta che accoppiata all’uso dell’Eco calcolatore di Due Emme Pack permette a Mazzetti di condividere i dati concreti della propria ecosostenibilità. L’Eco calcolatore è uno strumento esclusivo che misura il risparmio di materie prime (rifiuti, acqua, energia elettrica, legno), di emissioni di CO2 evitate e dei conseguenti benefici ambientali che derivano dalla scelta di stampare su carta riciclata piuttosto che su una carta a fibra vergine. La scelta di stampare tutte le prime mille copie di Grappassion su carta riciclata anzichè su carta a fibra vergine, ha consentito il risparmio di 2.635 kg di legno che corrispondono a 23 alberi salvati; 57.410 litri di acqua, pari al consumo di una famiglia di tre persone in più di 3 mesi, 1.621 kg di rifiuti, equivalenti alla produzione media di rifiuti di una famiglia di tre persone in un anno; e 223 kg di CO2 pari a 1.363 km percorsi da una Fiat Grande Punto 1.4 benzina con emissione di 139 gr CO2/km equivalenti ai chilometri risparmiati di quattro auto sulla tratta Milano-Roma.

E l’Ecocalcolatore è destinato a diventare una buona prassi da rinnovare ogni anno per comunicare un risparmio ambientale che non solo verrà confermato nelle successive edizioni del Grappassion, ma anche in altri utilizzi aziendali quali ad esempio i pendagli.

La sostenibilità ambientale per Mazzetti d’Altavilla è una scelta filosofica che si realizza in tutti gli aspetti aziendali, iniziando dalle grappe con la linea “puntozero”, che valorizza i vitigni autoctoni e la vinaccia “km 0”, grazie alla quale si sono ridotti i costi e soprattutto l’impatto ambientali diminuendo i trasporti e contemporaneamente si è creato un prodotto che esprime al meglio le qualità del “terroir”. Anche per questa linea le etichette sono stampate su carta certificata FSC. A questa si aggiunge la novità delle tre Grappe 3.0, contrassegnate dal verde Greenery. La nuova collezione è il risultato di un intenso impegno nelle nuove frontiere dell’abbinamento e dell’ecosostenibilità: con l’hashtag#riutilizzami sono stati introdotti suggerimenti pratici e originali per ridare nuova vita a cassette, decantatori, cilindri e tutto ciò che compone il packaging della grappa, con gli accessori pronti a diventare inaspettati portafiori o custodie per set di cucito o cravatte.

L’ecosostenibilità è stata sviluppata anche in azienda con l’introduzione degli impianti fotovoltaici ad impatto visivo zero, che permettono la piena autosufficienza energetica e che hanno permesso di raggiungere un risparmio pari a ben il 58% di emissioni di anidride carbonica. Anche il restante fabbisogno di energia è prodotta da fonti rinnovabili, grazie a “Verde Dentro”, la fornitura di energia con la garanzia di TÜV Sud che ne attesta la provenienza da impianti eolici e idrici certificati.

Dal 1990 Due Emme Pack opera nel settore cartario, svolgendo un ruolo di collegamento strategico fra le cartiere e gli stampatori, fra i suoi servizi il taglio da bobina a foglio per ogni tipo di carta (patinate, naturali, da edizioni, ecologiche e riciclate), formato e grammatura. L’azienda ha sede a San Giovanni in Persiceto (Bo), 16 dipendenti e una rete commerciale che opera a livello nazionale.

Distillatori dal 1846, Mazzetti d’Altavilla, in cima ad Altavilla Monferrato, fra le colline Unesco del Piemonte, è la più storica distilleria italiana del Nord-Ovest e un esempio di sostenibilità. Una scelta promossa dalla giovanissima e tutta femminile settima generazione della famiglia di grappaioli che è attenta a comunicare la cultura della distillazione e all’accoglienza turistica presso la sede i suoi Grappa Store.

 

Claudio Galletto

Musica, Acqua e Fuoco. Concerto di mezza estate con il M° Andrea Battistoni

Domenica 23 luglio, alle ore 22.15, all’Arena del Mare – Porto Antico di Genova, Concerto di mezza estate MUSICA ACQUA  E  FUOCO con l’Orchestra del Teatro Carlo Felice e l’Orchestra Sinfonica di Sanremo.

Sul podio, Andrea Battistoni, considerato uno dei più talentuosi e coinvolgenti tra i giovani direttori del panorama internazionale, attualmente guida principale della prestigiosa Tokyo Philarmonic Orchestra e da pochi giorni anche del Teatro Carlo Felice di Genova.

In apertura di serata verrà eseguito un coinvolgente brano dello stesso Battistoni, dal titolo èlan vital (Rhapsody for orchestra) seguito dall’inconfondibile Star Wars Suite (Colonna Sonora dell’omonimo film di George Lucas) di John Williams, il compositore vivente più premiato della storia del cinema.

In chiusura ascolteremo Quadri di un’esposizione di Modest Petrovič Musorgskij con l’orchestrazione di Maurice Ravel dove, la potenza espressiva del principale esponente della scuola nazionale russa dell’ottocento, viene valorizzata attraverso le finezze timbriche del musicista francese.

L’ esecuzione sarà di particolare effetto grazie ai fuochi pirotecnici a cura di  Setti Fireworks che illumineranno l’Arena del Mare.

 

Marina Chiappa

Bambini “normalizzati”?

I bambini nati con caratteristiche sessuali che non si adattano alle norme femminili o maschili rischiano di essere sottoposti a una serie di procedure mediche non necessarie, invasive e traumatiche in violazione dei loro diritti umani, ha dichiarato Amnesty International. Utilizzando casi studio documentati in Danimarca e in Germania, il rapporto “In primo luogo, non ferire” indica come gli obsoleti stereotipi di genere determinino interventi chirurgici non urgenti, invasivi e irreversibili ai danni di bambini intersessuati – il termine comunemente usato per coloro che hanno variazioni di alcune caratteristiche sessuali quali cromosomi, genitali e organi riproduttivi. “Queste cosiddette procedure di ‘normalizzazione’ vengono condotte senza la completa conoscenza degli effetti potenzialmente dannosi a lungo termine che producono sui bambini”, ha dichiarato Laura Carter, ricercatrice di Amnesty International sull’orientamento sessuale e l’identità di genere. “Stiamo parlando di incisioni che vengono fatte su tessuti sensibili, con conseguenze per tutta la vita, tutto a causa degli stereotipi su ciò a cui un ragazzo o una ragazza dovrebbe assomigliare. La domanda è a chi giova, perché la nostra ricerca mostra che si tratta di esperienze incredibilmente tristi”. Il rapporto spiega come procedure mediche non di emergenza, tipicamente eseguite su neonati e bambini di età inferiore ai 10 anni, sono in corso in Danimarca e Germania, nonostante la mancanza di ricerche mediche a sostegno della necessità di un intervento chirurgico. Si stima che fino all’1,7% della popolazione globale abbia variazioni di caratteristiche sessuali, la stessa percentuale delle persone con i capelli rossi. Sulla base di interviste con persone intersessuate, professionisti medici in Danimarca e Germania, nonché gruppi di sostegno e di difesa in tutta Europa, Amnesty International ha riscontrato prove che i bambini nati con variazioni delle loro caratteristiche sessuali sono stati sottoposti a procedure quali: · operazioni per nascondere una clitoride allargata, che causano rischi di danni al nervo, cicatrici e dolori · chirurgia vaginale o vaginoplastica, che può includere più interventi chirurgici nel tempo su bambini piccoli per creare o ampliare un’apertura vaginale · gonadectomia – la rimozione delle gonadi (compresi i tessuti ovarici o testicolari) – che è irreversibile e comporta la necessità di trattamenti ormonali a vita · operazioni di riparazione di ipospadia – interventi chirurgici per riposizionare l’uretra sull’apice del pene, che viene eseguita per creare un pene che sia considerato funzionale ed esteticamente normale. Questi interventi possono portare a una serie di complicazioni per tutta la vita. Queste procedure mediche sono talvolta medicalmente necessarie per proteggere la vita o la salute di un bambino, ma ciò non sempre avviene. Molte delle persone intervistate da Amnesty International circa le loro esperienze o quelle dei loro figli hanno parlato del trauma fisico e mentale che hanno sofferto, sia all’epoca degli interventi chirurgici che in seguito. “Quando penso a quello che è accaduto, sono sconvolto, perché non si trattava di qualcosa che spettava ad altri decidere – si sarebbe potuto aspettare”, ha detto H. dalla Danimarca, che ha parlato con Amnesty International sotto anonimato. Ha scoperto per caso di essere stato operato  per ipospadia all’età di cinque anni quando ha avuto accesso alle sue vecchie cartelle cliniche. “Mi sento triste quando penso al fatto che sia considerato necessario operare questi bambini solo perché altre persone pensano che dovrebbe essere fatto”.

Diritti umani a rischio Secondo Amnesty International, l’attuale approccio al trattamento dei bambini intersessuati in Danimarca e Germania non riesce a proteggere i diritti umani dei bambini, compresi quelli alla riservatezza e al più alto livello di salute raggiungibile. Anche gli esperti delle Nazioni Unite hanno esplicitamente condannato tali pratiche. Hanno inoltre ripetutamente classificato interventi chirurgici inutili in bambini intersessuati come pratiche nocive e in violazione dei diritti del bambino. “Le autorità danesi e tedesche stanno venendo meno al loro dovere di proteggere questi bambini. Con l’attuale mancanza di ricerca medica e conoscenza in questo settore, le decisioni che cambiano la vita e quelle irreversibili non dovrebbero essere prese quando il bambino è troppo piccolo per poter dire la sua su quello che gli viene fatto”, ha aggiunto Laura Carter. Amnesty International invita i legislatori e i professionisti medici di entrambi i Paesi a garantire che nessun bambino sia sottoposto a trattamenti non urgenti, invasivi e irreversibili. Le decisioni dovrebbero essere rinviate fino a quando la persona interessata non sia in grado di prendere parte in modo significativo alle scelte su ciò che viene fatto al suo corpo. Amnesty International chiede inoltre che i medici siano formati sulla differenze fisiche e di genere, le autorità smettano di perpetuare stereotipi di genere nocivi e la Germania e la Danimarca assicurino che coloro che hanno subìto un intervento non necessario ricevano un risarcimento.

Il rapporto “In primo luogo, non ferire” è online all’indirizzo: http://www.amnesty.it/bambini-danesi-tedeschi-deturpati-interventi-chirurgici-invasivi-normalizzare-sesso/

Casi studio: gli autori del rapporto hanno intervistato 16 persone in Danimarca e in Germania con variazioni di caratteristiche sessuali e otto genitori di bambini con queste variazioni, sulle loro esperienze. In alcuni casi i nomi sono stati modificati per proteggere le identità. https://www.amnesty.org/en/latest/campaigns/2017/05/intersex-rights/

Amnesty International Italia

Coco Chanel e la Grande Guerra

Gabrielle Bonheur Chanel era del 1883, figlia di un ambulante e della figlia di un locandiere che l’ebbe prima di essere sposata. Dopo una serie di gravidanze, la donna morì quando Gabrielle era una bambina, così il padre tornò a casa dai genitori che tuttavia, non potendo occuparsi di tutti i bambini, li affidarono alle monache. Pare che proprio l’esperienza dalle monache abbia ispirato alla futura stilista di moda l’amore per l’austerità e il bianco e nero. Giunto il momento di lasciare l’orfanotrofio, Gabrielle e la sorella Julie vennero mandate a Notre Dame per apprendere le arti domestiche. Nel 1901, Gabrielle lavorava come commessa a Moulin, in un negozio di biancheria dove perfezionò le basi di cucito apprese dalle monache.

In quegli anni, sembra che la ragazza abbia assunto il nome di Coco dal titolo di una canzone con cui si esibiva in un caffè chantant. E presso un caffè chantant, nel 1904, Coco conobbe il suo primo amante, Etienne de Balsan che divenne il suo primo finanziatore. Figlio di imprenditori tessili, Etienne portò Coco a vivere con lui nel suo castello e fu lui ad assecondarle l’idea di lavorare e di aprire un laboratorio di cappelli a Parigi. Quando erano di moda cappelli ampi e sontuosi, Chanel disegnò semplici cappelli di paglia e fiori che cominciarono a divulgarsi grazie agli amici di Etienne.

Al castello dell’amante, Chanel incontrò Boy Capel, industriale del carbone con cui ella andò a vivere a Parigi: grazie a Boy aprì la boutique in 31 Rue Cambon. Lì oltre ai cappelli cominciò a vendere maglioni e gonne. Diventava una vera creatrice di moda. Il primo vestito in velluto nero e colletto bianco lo abbiamo nel 1912. Nel ’13 aprì un negozio nella località balneare di Deauville, accanto ai lussuosi Casinò e Hotel Normandie.

Le famiglie ricche di Francia trascorrevano l’estate a Deauville e comperavano i cappellini di Coco. Fu lì che si ispirò ai marinai per realizzare alcuni dei suoi capi più famosi. Allo scoppio della prima guerra mondiale l’attività decollò, anche grazie a Capel che, rifornendo gli alleati di carbone, era a contatto con personalità influenti, diventando consigliere del primo ministro francese Clemenceau. Consigliò a Coco di non chiudere il negozio al mare: là molte francesi, all’occupazione da parte della Germania, andavano a dedicarsi ad attività di assistenza, acquistando un abbigliamento semplice e comodo, molto più dei soliti ampi vestiti.

Il 15 luglio 1915 Coco aprì un altro negozio sulla costa atlantica della Francia, lontano dalle linee del fronte, al confine con la Spagna neutrale con la quale cominciò il commercio. Nel 1916 Chanel acquistò dall’industriale tessile Rodier jersey lavorato a macchina e cominciò a creare nuovi capi: se prima il jersey era usato solo per la biancheria, adesso ecco nuovi vestiti che rivoluzionarono, in un momento in cui la donna cominciava a percepirsi diversamente dagli stereotipi, il concetto di vestiario femminile.

 

Alessia Biasiolo

“Le baruffe chiozzotte” di Goldoni all’Estate Teatrale Veronese

Nell’ambito della 69ª Estate Teatrale Veronese, debutta oggi, mercoledì 19 luglio in prima nazionale, al Teatro Romano, lo spettacolo “Le baruffe chiozzotte” di Carlo Goldoni prodotto dal Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale e diretto da Paolo Valerio. Lo spettacolo, in replica fino a sabato 22 luglio, è stato presentato in sala Arazzi dall’assessore alla Cultura Francesca Briani; presenti il direttore del Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale Massimo Ongaro, il direttore artistico dell’Estate Teatrale Veronese Giampaolo Savorelli, il regista Paolo Valerio, il compositore Antonio Di Pofi e gli attori.

“Verona – spiega l’assessore Briani – è città di teatro che vanta non solo due tra i palcoscenici all’aperto più importanti d’Italia, come l’Arena e il Teatro Romano, ma anche rassegne di alto livello come l’Estate Teatrale Veronese, ideata nel 1948 da Renato Simoni e che il prossimo anno festeggerà 70 anni. Un traguardo importante e soprattutto un patrimonio culturale che questa Amministrazione intende valorizzare, non solo sostenendo la rassegna, ma anche facendola crescere ulteriormente”. “Dopo il Riccardo II, che ha ottenuto un buon successo di pubblico con oltre mille presenze ogni sera – spiega Giampaolo Savorelli –, la rassegna prosegue con un’altra prima nazionale, una commedia divertente che non si vedeva al Teatro Romano da quasi trent’anni, l’ultima edizione andò in scena nel 1988 per la regia di Franco Bosio”. Per Massimo Ongaro “un ringraziamento oltre che all’Estate Teatrale Veronese va anche a tutto il cast per l’ottimo lavoro svolto che ha consentito di portare in scena il capolavoro goldoniano”. “Lo spettacolo popolare e corale – conclude Paolo Valerio – vede proprio nel cast il suo punto di forza. Il nuovo allestimento infatti si propone di unire e valorizzare il meglio delle espressioni artistiche e delle energie produttive venete”.

Giovedì 20 luglio alle 17.30 in Biblioteca Civica il regista e gli interpreti incontreranno il pubblico. Biglietti: da 10 a 29 euro. Per informazioni tel. 0458066485/6488.

 

Roberto Bolis (anche per credit fotografici)