Italia campione del mondo di parapendio

Dopo il successo nei mondiali di deltaplano lo scorso luglio, il tricolore sventola anche sul podio del 16° Campionato del Mondo di volo in parapendio che si è chiuso a Krushevo in Macedonia.

Joachim Oberhauser, pilota di Termeno (Bolzano), 43 anni, esperto di macchine agricole nella vita, è il nuovo Campione del Mondo. Insieme a lui il team Italia vince per la prima volta identico titolo a squadre in condivisione con la Francia. Oltre che da Oberhauser, la nazionale azzurra comprendeva la milanese Silvia Buzzi Ferraris, Christian Biasi di Rovereto (Trento), Marco Busetta di Paternò (Catania), Alberto Vitale pilota ragusano trapiantato a Bologna e Alberto Castagna di Cologno Monzese (Milano) in veste di CT.

Il successo è scaturito al termine di dieci task, una al giorno, su percorsi dai 65 ai 130 chilometri. Giudici di gara i funzionari della FAI, Fédération Aéronautique Internationale.

Osso duro da battere per i 150 piloti iscritti in rappresentanza di 48 nazioni quelli francesi, campioni del mondo uscenti a squadre, individuale maschile e femminile. In pratica tutte le medaglie erano loro e non si sono smentiti neppure nei cieli macedoni prendendo all’inizio il comando della gara. Per gli azzurri sono stati dieci giorni di passione, su è giù per la graduatoria fino alla svolta nella settima giornata quando Oberhauser è riuscito a scalzare Honorin Hamard dal comando. Alla fine al francese andrà la medaglia di bronzo a pari merito con Vladimir Bacanin (Serbia) e dietro al russo Gleb Sukhotskiy, vice campione del mondo

Un altro momento importante per l’Italia quando Marco Busetta ha vinto la penultima prova portando al team i punti necessari per prendere il comando della classifica a squadre. La reazione dei francesi non si è fatta attendere, tanto che a giochi chiusi i transalpini raggiugeranno gli azzurri sul gradino numero uno del podio. Seguono Giappone e Svizzera.

Tra le quote rosa, impossibile battere Méryl Delferriere (Francia) che ha mantenuto il comando sulle 21 colleghe per tutto il campionato. Medaglia d’argento alla svizzera Yael Margrlisch; quella di bronzo a Ellis (Australia).

Dopo questa impresa possiamo guardare all’Italia come la nazione più forte al mondo nel volo libero in parapendio e deltaplano, laddove per libero si intende il volo senza motore, sulle ali del vento e delle correnti d’aria ascensionali. Non si ricorda neppure un altro sport nel quale atleti azzurri abbiano vinto di più.

Gustavo Vitali (anche per le fotografie che mostrano immagini di volo a Krushevo -Repubblica Macedonia del Nord- durante il campionato del mondo di parapendio 2019)

 

 

La notte delle candele di Vallerano. “L’arte salverà il mondo”

Tredicesima edizione per La notte delle candele di Vallerano: la prima, l’unica, l’inconfondibile iniziativa nata nel cuore della Tuscia viterbese per coinvolgere, al chiaro di luna e fiaccole, abitanti e visitatori in un turbinio di eventi culturali agiti in ogni angolo, vicolo, piazza del Paese. Come da tradizione, l’ultimo sabato di agosto – oggi, 31 agosto, quest’anno – l’Associazione Notte delle candele di Vallerano ha in programma una serie ancor più articolata di iniziative che quest’anno saranno incentrate sul tema “L’arte salverà il mondo”. Dopo i successi in Andorra con la gemellata “Nit d’Espelmes” lo scorso giugno e “La notte delle candele in polvere” al Castello di Santa Severa, si darà il via, dal tramonto in poi, alla versione ufficiale della celebre manifestazione che richiama ogni anno migliaia di visitatori da ogni parte di Italia ed Europa.

Quasi trenta saranno questa volta gli artisti coinvolti, che si esibiranno in contemporanea e ad oltranza, a partire dalle 21, in ogni scorcio del Paese. Questo l’elenco dei protagonisti, performance e luoghi: Valeria Carissimi in “Arpa Magica” (Piazza Ospedale); Federico Paris in “La dea della Luce” (Via d’Oratorio); Visioniaudio & Alo + guest (Largo S. Andrea); Zastava Orkestar (Giardino comunale); Orchestra Minima Mysticanza (Piazza S. Vittore); Balletto di Viterbo (Piazza Casalino); Sefarad (Via dei Granari); Andrea Baldasseroni in “Hang percussion” (Giardino Centro Storico); La banda Gig Band (Via Colle a Frio); Clown Godié (Giardino comunale); Vibrella Sound (Largo Trento), Fuoco e arti di strada (Via Colle a Sole); Traindeville (Piazza padella); Yarn Bombing Eterea (Via Cellari); Banco di luce di Jan incoronato (Via Cellari); Serenate racconti e canzoni d’amore (Via dei Merli); Compagnia Tetraedro (Piazza della Repubblica); Ballata di mezzanotte con trio d’autore (Piazza della Repubblica); 0761 Crew breakdance (via della Pieve); Vincenzo Icastico Band (via della Pieve); Ali di farfalla (Via della Pieve); Mercatino delle antiche botteghe farnesiane (Piazzale Madonna del Ruscello); Paraliturgia Rivoli Luminosi di carità (Piazzale madonna del Ruscello); Federico Paris in “Una testa fra le nuvole” (Via Nanini); Dj-Zone (Via Cellari); installazione fotografica “Effetto notte. Il vivaio delle immagini” (Via dell’Ospedale); Armaka Animation itinerante.

Data l’eccessiva affluenza dell’anno scorso che ha registrato una presenza di ventimila persone, La notte delle candele quest’anno sarà a numero chiuso, con biglietti acquistabili a partire da € 5 sul sito https://www.i-ticket.it/. Sono previste speciali convenzioni per famiglie con figli.

 

Elisabetta Castiglioni (anche per la foto)

Fino alle ore 19, Fantomatik Orchestra Street Parade

Street parade e Incursioni musicali a Scheggino (PG) e Sant’Anatolia di Narco (PG) oggi, fino alle ore 19.00. Dopo la passeggiata in mountain bike, la lezione concerto per ragazzi con Alessandro Bravo e “88 piccoli mondi”; poi eccellenze gastronomiche della Valnerina con degustazione di prodotti locali e un concerto alle ore 21 tra Mogol e Battisti, con Mogol e Gianmarco Carroccia, a ingresso gratuito.

The Fantomatik Orchestra è un progetto musicale che nasce in Toscana nel 1993 come gruppo funky, soul e rhythm’n’blues, con infuenze etno, pop e dance.
Nel 2001 la band intraprende una svolta importante: il gruppo da palco diventa marching band, sullo stile delle street band americane. La formazione, composta da più di 14 musicisti, riesce subito ad imporsi all’attenzione pubblica anche grazie alla scelta di rinnovare costantemente il proprio repertorio ricercando nuove sonorità e nuove idee.
Nel corso degli anni la Fantomatik Orchestra ha suonato per le strade e sui palchi di molte capitali sia italiane che internazionali; ha introdotto i concerti di grandi artisti, ha partecipato a trasmissioni, eventi teatrali e cinematografci, sviluppando un’identità originale, che non la fa assomigliare né alla tradizionale banda di paese, né alla classica street band o marching band all’americana. La cura degli arrangiamenti, la scelta del repertorio Funk, Rock, Etno, Prog, Jazz, Pop, la formazione strumentale, l’energia e la vitalità dei musicisti danno luogo ad uno spettacolo musicale unico che riesce a coinvolgere il pubblico non solo all’ascolto, ma anche alla danza e al movimento.
La Fantomatik Orchestra porta la musica in casa, creando una relazione sociale capace di far condividere emozioni, sensazioni, stati d’animo.

 

Elisabetta Castiglioni

 

 

Riccardo Fogli in concerto per La Piccola Fraternità della Lessinia

Da Riccardo Fogli a Franco Oppini. Nomi e volti dello spettacolo italiano per sostenere la Piccola Fraternità della Lessinia. Stasera, sabato 31 agosto, all’Agsm Forum, si terrà l’evento solidale ‘MusicAbile’. Scopo dell’iniziativa è coprire le spese per l’acquisto di due nuovi mezzi che serviranno per il trasporto delle persone diversamente abili ospiti della comunità.

Ricco il programma, con inizio alle ore 17. Nel pomeriggio si esibiranno i cantanti Marco Baruffaldi, Crìs Brave e Francesca Marchi. Seguirà la testimonianza dell’atleta Andrea Conti. Nel frattempo sarà possibile visitare la mostra di pittura ‘L’emozione del colore’ di Alice Voglino. Alle ore 21 salirà sul palcoscenico Marco Rinaldi, che anticiperà l’arrivo dell’ospite della serata. Dalle 21.30, infatti, sarà Riccardo Fogli ad intrattenere il pubblico con tutti i suoi successi. Ma i veri protagonisti della giornata saranno le persone con disabilità, le loro famiglie e gli operatori sociali che porteranno in scena tutte le loro abilità, con diverse performance.

I biglietti sono in prevendita al Boxoffice di via Pallone, al costo di 15 euro. Tutto il ricavato sarà devoluto in beneficienza.

Lo spettacolo è stato presentato a Palazzo Barbieri dall’assessore al Tempo libero Filippo Rando. Erano presenti gli organizzatori Daniele Zullo e Loris Zanon, insieme a don Franco Daldosso e Filippo Belloni della Piccola Fraternità della Lessinia, Arturo Alberti, sindaco di Grezzana, Maurizio Facincani dell’Ulss9. Non poteva mancare il presentatore della serata Franco Oppini.

“Ancora una volta musica e solidarietà formano un connubio vincente – ha detto Rando -. Sarà uno spettacolo da non perdere, un’occasione per fare del bene. Tutti noi abbiamo la possibilità di contribuire, acquistando un biglietto e sostenendo così la Onlus che opera sul nostro territorio”.

 

Roberto Bolis

Carosello in mostra

La mostra “Carosello. Pubblicità e Televisione 1957-1977, allestita alla Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani-Rocca a Mamiano di Traversetolo presso Parma, dal 7 settembre all’8 dicembre 2019, segue infatti dopo due anni la prima esposizione dedicata alla storia della pubblicità dal 1890 al 1957, che fu l’occasione per ripercorrere la nascita e l’evoluzione della comunicazione pubblicitaria e in particolare del manifesto, permettendo al visitatore di comprenderne la genesi, dai primi schizzi ai bozzetti, fino al manifesto stampato. Se in quella prima tappa della storia della pubblicità fu possibile ammirare le creazioni di cartellonisti come  Leonetto Cappiello, Sepo, Marcello Dudovich o Plinio Codognato – per citarne alcuni tra i principali – questa nuova occasione espositiva permette di continuare a seguire l’evoluzione della storia della grafica pubblicitaria e del manifesto con grandi designer come Armando Testa, Erberto Carboni, Raymond Savignac, Giancarlo Iliprandi, Pino Tovaglia, affiancandola a un nuovo media – la televisione – che con Carosello mosse i primi passi nel mondo della pubblicità.
Il visitatore quindi troverà tantissimi, celebri manifesti di quel periodo, affiancati ai bozzetti e agli schizzi, e insieme avrà la possibilità, grazie a una serie di schermi distribuiti nelle sale espositive, di ripercorre l’unicità e l’innovazione degli inserti pubblicitari di Carosello, vincolati al tempo a rigide regole di novità e lunghezza. Si scoprirà così l’universo dei personaggi animati che sono nati con la televisione, come La Linea di Osvaldo Cavandoli, Re Artù di Marco Biassoni, Calimero di Pagot o Angelino di Paul Campani, fino alla moltitudine di personaggi nati dalla matita di Gino Gavioli. Bozzetti, schizzi, rodovetri, storyboard sono gli elementi a complemento della serie di cartoni animati presentati in mostra a cui si aggiungono gli inserti pubblicitari in cui sono protagonisti i più importanti cantanti dell’epoca da Mina (Barilla) a Frank Sinatra, da Patty Pravo a Ornella Vanoni e Gianni Morandi o grandi attori come Totò, Alberto Sordi, Virna Lisi, Vittorio Gassman e grandi registi come Luciano Emmer, Mauro Bolognini, Ettore Scola, i fratelli Taviani, oltre a personaggi tv popolarissimi come Mike Bongiorno, Pippo Baudo, Raffella Carrà, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello.
Una selezione dei più importanti oggetti promozionali dell’epoca come l’ippopotamo Pippo, o i gonfiabili di Camillo il Coccodrillo, della Mucca Carolina, di Susanna tutta Panna completano la presentazione della pubblicità dei primi trenta anni della seconda metà del Novecento. Carosello, infatti, ebbe successo anche perché creò e impose i suoi caratteristici personaggi. Umberto Eco all’epoca sosteneva, nel saggio Ciò che non sappiamo della pubblicità televisiva, che si trattava di personaggi ambigui ed esili, di personaggi cioè che, a differenza degli eroi e dei personaggi mitologici tradizionali, non erano «portatori di un’idea» e avevano perso «la nozione di ciò che dovevano simboleggiare». Eppure, forse proprio grazie a questa loro apparente debolezza comunicativa, tali personaggi hanno saputo integrarsi efficacemente con la cultura di massa della società italiana. Hanno saputo cioè diventare vere e proprie “icone”, esseri senza profondità, spesso, come ha sottolineato lo stesso Eco, anche indipendentemente dai prodotti da cui erano nati.
La pubblicità di quel periodo – dal 1957 al 1977, non solo televisiva – introdusse una vera e propria rivoluzione nel patrimonio culturale e visivo di tutti. Carosello era trasmesso in bianco e nero, ma per gli italiani era ricco di colori. Aveva infatti i colori del consumo, i colori di un nuovo mondo di beni luccicanti che si presentavano per la prima volta sulla scena sociale: lavatrici, frigoriferi, automobili, alimenti in scatola, etc.
Carosello non era semplicemente pubblicità, ma un paesaggio fiabesco dove regnavano la felicità e il benessere, un paesaggio estremamente affascinante per una popolazione come quella italiana che proveniva da un lungo periodo di disagi e povertà. Un paesaggio onirico che esercitava un effetto particolare nei piccoli paesi, nelle campagne e nelle regioni più arretrate, dove rendeva legittimo l’abbandono di quell’etica della rinuncia che apparteneva alla vecchia cultura contadina, in favore dell’opulenza della città e dei suoi beni di consumo. Carosello, dunque, ha insegnato a vivere la modernità del mondo dell’industria, ha insegnato cioè che esistevano dei nuovi beni senza i quali non ci si poteva sentire parte a pieno diritto del nuovo modello sociale urbano, industriale e moderno. E ha insegnato anche come tali beni andavano impiegati e collocati all’interno del modo di vita di ciascuno.
Seppure vincolato dalle rigide norme imposte dalla Rai puritana dell’epoca, ha comunque potuto mostrare le gratificazioni e le diverse fonti di piacere che erano contenute nei nuovi beni di consumo. Forse non è un caso che a Carosello lavorassero insieme i migliori creativi e le migliori intelligenze del teatro e del cinema italiano dell’epoca.
L’esposizione, fra gli altri contributi, si avvale della collaborazione col prestito di un importante numero di bozzetti originali e manifesti di Carboni, Iliprandi, Testa, Tovaglia del Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC) dell’Università di Parma, e di manifesti d’epoca del Museo nazionale Collezione Salce di Treviso e della Collezione Alessandro Bellenda “Galleria L’IMAGE”, Alassio (SV), della Fondazione Luigi Micheletti di Brescia, di archivi aziendali e di importanti collezioni private. Per tutta la parte filmica si avvale del contributo dell’Archivio Generale Audiovisivo della Pubblicità Italiana e del personale apporto del suo Fondatore e Direttore, lo storico della pubblicità Emmanuel Grossi.
CAROSELLO. Pubblicità e Televisione 1957-1977
Fondazione Magnani-Rocca, via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).
Dal 7 settembre all’8 dicembre 2019.  Aperto anche tutti i festivi. Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Aperto anche 1° novembre e 8 dicembre. Lunedì chiuso.

S.E.

Chuck Close. Mosaics

Il MAR – Museo d’Arte della Città di Ravenna, nell’ambito della VI edizione 2019 della Biennale di Mosaico Contemporaneo, grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e di Edison, presenta la mostra dell’artista statunitense di fama internazionale, Chuck Close.

Salito alla ribalta della scena artistica tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70, con autoritratti e ritratti, dipinti in scala monumentale dalla riproposizione di scatti fotografici, Chuck Close ha esplorato nel tempo un’ampia gamma di tecniche pittoriche, grafiche e fotografiche, tessili e, negli ultimi anni, musive, innovando il panorama artistico internazionale con soluzioni linguistiche e formali originali e di grande impatto.

Le opere di Chuck Close testimoniano una instancabile ricerca delle possibilità di costruzione, ricostruzione e visualizzazione del volto umano, inestricabilmente legata alla condizione neuropsicologica dell’artista. Affetto da prosopagnosia – un disturbo cognitivo che non permette di riconoscere le persone per mezzo dei soli caratteri fisionomici – Close ha saputo trasformare una condizione di svantaggio nell’innesco di un percorso artistico che induce ad una riflessione sulle relazioni tra le persone. Partendo dalla bidimensionalità della fotografia, rivelatasi un significativo aiuto per il riconoscimento delle persone, Chuck Close ha sviluppato una pratica artistica con cui indagare gli infiniti modi di rappresentare lo stesso soggetto, dal realismo fotografico ai limiti dell’astrazione. È un’emblematica ricerca, quella di Close, che si rivela di stringente attualità oggi, in una società abituata alla comunicazione dei volti per mezzo dei selfie e al loro riconoscimento automatico, grazie alle più recenti tecnologie e consentito dalle applicazioni dell’intelligenza artificiale e della computer vision.

In questa sua continua esplorazione di tecniche e di media, Chuck Close giunge al mosaico a seguito del coinvolgimento nel progetto artistico per la Metropolitana di New York. È dal 1985, infatti, che il programma di arte pubblica coordinato dal dipartimento Arts & Design dell’Autorità di Trasporto Metropolitano si occupa dell’installazione di opere d’arte permanenti nei passaggi sotterranei e nelle stazioni della rete cittadina. Dal 2017 le dodici opere della serie Subway Portraits, ritratti di importanti figure dell’arte, della musica e della cultura tra cui Cecily Brown, Philip Glass, Zhang Huan, Alex Katz, Lou Reed, Cindy Sherman e Kara Walker, sono ammirate da chi transita nella stazione Second Avenue-86th Street di New York City.

La mostra organizzata dal MAR – Museo d’Arte della Città di Ravenna è suddivisa in due sezioni. La prima è dedicata all’ultima serie di opere a mosaico, realizzate, nel corso di quest’ultimo anno, in collaborazione con Mosaika Art and Design di Montréal (Canada) e Magnolia Editions di Oakland (California). Il percorso espositivo presenta sette opere in mosaico di grandi dimensioni, tra cui due autoritratti e i ritratti del noto musicista, cantautore e poeta Lou Reed e di colleghi artisti e amici come Lucas Samaras e Lorna Simpson. La particolarità delle opere in mostra, è quella di riproporre nei materiali tipici del mosaico, quali smalti, vetri e ceramiche colorate, quella ampia gamma di sperimentazioni tecniche e linguistiche che è cifra stilistica dell’artista.

Ad accompagnare i mosaici, e in una relazione coerente con i processi di lavorazione degli stessi, la prima parte della mostra espone una selezione di opere che ben rappresentano l’interesse di Chuck Close nei confronti di altre tecniche extra-pittoriche. Ne sono esempi le fotografie polaroid, a colori e in bianco e nero, gli arazzi lavorati su telaio jacquard, un tappeto in seta intessuto a mano, una preziosa stampa pochoir in 165 colori e un suggestivo autoritratto ottenuto con pittura a olio distribuita a mano per mezzo di stampi in feltro.

La seconda sezione di mostra documenta, con materiali video e fotografici, il lavoro svolto dai laboratori Mosaika Art and Design e Magnolia Editions per la realizzazione dei mosaici della stazione Second Avenue-86th Street di New York. Un lavoro che ha visto i due laboratori impegnati in un processo di invenzione e di elaborazione di soluzioni inedite dal punto di visto tecnico e dei materiali, nella messa a punto delle tipologie di mosaico più adatte a tradurre le estetiche delle opere di Chuck Close.

Chuck Close. Mosaics

MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna

Dal 5 ottobre 2019 al 12 gennaio 2020, 9-18 dal martedì al sabato, 11-19 domenica e festivi, lunedì chiuso (il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura).

S.E.

Apre in Italia il primo Museo del Saxofono

Sabato 7 settembre 2019, inaugurerà a Fiumicino il primo Museo del Saxofono, fino a questo momento l’unico, nel panorama internazionale, dedicato a questo strumento. Nato dall’amore, esperienza e meticolosa raccolta compiuta in oltre 30 anni di attività dal musicista e docente Attilio Berni, il Museo ospiterà una collezione di centinaia preziosi esemplari per dar forma alla storia, ai sogni ed alle passioni da sempre “soffiate” nel più affascinante degli strumenti musicali.

Dal piccolissimo soprillo di 32cm al gigantesco contrabasso di 2mt, dal Grafton Plastic agli strumenti dell’inventore Adolphe Sax, dal mitico Conn O-Sax al Selmer CMelody di Rudy Wiedoeft, dal Jazzophone, tromba-sax con doppia campana, ai grandiosi Conn Artist De Luxe,  dai sax a coulisse ai saxorusofoni Bottali, dai tenori Selmer appartenuti a Sonny Rollins e Tex Beneke all’Ophicleide, dal mastodontico sub-contrabasso J’Elle Stainer, il sax più grande del mondo vincitore del Guiness World Records di proprietà di Gilberto Lopes, ai sax-giocattoli; un’esposizione di stupefacenti strumenti per districarsi nelle innumerevoli metamorfosi del saxofono e l’incontro diretto con i grandi capolavori delle fabbriche Conn, Selmer, King, Buescher, Martin, Buffet Crampon, Rampone, Borgani, Couesnon, seguendo un connubio tra arte ed artigianalità, creatività e tradizione che dalla bottega dell’inventore Adolphe Sax giunge fino ad oggi: questo, e molto altro ancora, in un autentico spazio della cultura musicale “saxy” che ospiterà anche spazi espositivi e ristorativi, visite guidate, audizioni con gli strumenti dei grandi musicisti del passato, corsi di musica, masterclass, conferenze, rassegne, installazioni multimediali e, naturalmente,  molti concerti.

E sarà una festa poliedrica del saxofono quella prevista il 7 settembre, a partire dalle 18:00 e con ingresso libero a tutti, nei nuovissimi spazi di Maccarese, quando – dopo la performance di apertura della banda comunale, si succederanno sul palco il duo guidato dall’astro nascente del sax classico Jacopo Taddei (ore 19:00) e l’Hammond Trio di Rosario Giuliani (ore 21:00) alternandosi con incursioni musicali Dixieland della street band di Pier Carlo Salvia.

Il Museo del Saxofono gode del Patrocinio di Regione Lazio, Comune di Fiumicino e Ambasciata del Belgio. Sono partner del progetto Anipo (Francia) e Farmacie Comunali Fiumicino.

L’iniziativa è stato realizzata grazie al sostegno di: Selmer Paris (Francia), D’Addario Company (Usa), Borgani (Italia), BCC Roma, Eppelsheim (Germania), International Woodwind (Usa), J’Elle Stainer (Brasile).

Museo del Saxofono, via dei Molini snc (angolo via Reggiani) 00054 – Maccarese, Fiumicino (RM)
Programma dell’inaugurazione di sabato 7 settembre 2019
ore 18:00 – Banda comunale di Fiumicino
ore 19:00 – Jacopo Taddei duo
ore 21:30 – Rosario Giuliani Hammond Trio

Elisabetta Castiglioni

Festival della Mente XVI edizione

Il Festival della Mente è il primo festival europeo dedicato alla creatività e alla nascita delle idee promosso dalla Fondazione Carispezia e dal Comune di Sarzana con la direzione di Benedetta Marietti. La XVI edizione si terrà dal 30 agosto al 1 settembre, a Sarzana.

40 gli incontri in programma ai quali si aggiungono 20 eventi ideati appositamente per bambini e ragazzi e 6 workshop didattici nella sezione curata da Francesca Gianfranchi, un vero festival nel festival.

Un centinaio di ospiti italiani e internazionali in tre giornate indagheranno i cambiamenti, il fermento creativo e le speranze della società attraverso incontri, letture, spettacoli, laboratori e momenti di approfondimento culturale, rivolgendosi, con un linguaggio chiaro e comprensibile, al pubblico ampio e intergenerazionale che è da sempre la vera anima del festival.

Tema del 2019: il futuro.

«Il concetto di “futuro” è sempre stato importante e necessario per la mente umana – spiega Benedetta Marietti – ma acquista particolare significato in un’epoca come la nostra, densa di cambiamenti sociali, di trasformazioni tecnologiche e di incognite che gravano sul presente. Con il consueto approccio multidisciplinare, il festival si interroga sugli scenari possibili che ci attendono in campo scientifico e umanistico, senza però dimenticare che per guardare al domani bisogna conoscere il passato. E con la ferma convinzione che per immaginare il futuro che vogliamo è necessario creare e inventare una realtà nuova a partire dall’oggi. Spero che il festival, attraverso le voci competenti e appassionate dei relatori, riesca a trasmettere la convinzione che tutti noi possiamo e dobbiamo diventare “inventori del futuro”».

500 i volontari, di cui la maggior parte studenti che con passione e generosità contribuiscono a creare quel clima unico di festa che si respira nel centro storico di Sarzana durante il festival. Testimonianza del forte legame che la manifestazione ha creato con il territorio e della voglia di molti giovani di mettersi in gioco.

Apre il festival la lezione inaugurale di Amalia Ercoli Finzi dal titolo “L’esplorazione spaziale: oggi, domani e… dopodomani”. L’ingegnere aerospaziale, che da oltre venticinque anni si occupa di dinamica del volo spaziale e progettazione di missioni spaziali, ha contribuito infatti alla realizzazione di satelliti e sonde per l’esplorazione planetaria e ricoperto incarichi presso l’Agenzia Spaziale Italiana, l’Agenzia Spaziale Europea e l’International Astronautical Federation. Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica per meriti scientifici, Ercoli Finzi ricorda che, per svelare i segreti di mondi tanto lontani da essere fino ad ora considerati irraggiungibili, servono una tecnologia esasperata, lunghi tempi di progettazione e realizzazione, finanziamenti ingenti, ma soprattutto menti visionarie. È fondamentale che le scelte future su dove e quando andare siano il frutto di uno sforzo collettivo, che non veda come protagonisti solo i paesi industrialmente avanzati.

Parteciperà al Festival Masha Gessen, una tra le più brillanti giornaliste della scena internazionale, firma del New Yorker e vincitrice del National Book Award 2017, racconta, in un dialogo con lo scrittore Wlodek Goldkorn, la nuova Russia, nazione che con un sorprendente rovesciamento è passata dall’essere il faro della sinistra internazionale a diventare il modello esemplare, in America e in Europa, del pensiero conservatore.

Il poeta e scrittore palestinese Mazen Maarouf, sul palco con lo scrittore Matteo Nucci, svela come si può fondere la quotidianità domestica con la spietata irrealtà della violenza bellica per tenersi a galla, per resistere nell’unico modo possibile: sognando, scherzando, immaginando il futuro.

La scrittrice israeliana Dorit Rabinyan, in dialogo con lo scrittore Alessandro Zaccuri, riflette sui grandi ostacoli, tra cui il dialogo interreligioso, che si frappongono al raggiungimento della stabilità politica e all’interruzione della guerra fratricida tra Israele e Palestina.

Lina Bolzoni, scrittrice e membro dell’Accademia dei Lincei e della British Academy, ricorda che la lettura è un incontro personale, un dialogo con gli autori al di là delle barriere del tempo.

Il linguista Andrea Moro dimostra che le regole del linguaggio non sono convenzioni arbitrarie, ma sono legate all’architettura neurobiologica del cervello.

La poesia è il futuro della parola, perché è una parola che guarda sempre al futuro. Intorno a questa affermazione dialogano due tra le voci più riconoscibili dell’attuale letteratura italiana in versi, Antonella Anedda e Alessandro Fo, sollecitati dalle domande dello scrittore Alessandro Zaccuri.

La storica dell’arte Ilaria Bonacossa e l’artista Massimo Bartolini indagano le trasformazioni in corso dell’attuale panorama culturale e produttivo.

Al festival partecipa anche l’Atelier dell’Errore, un laboratorio di Arti visive e performative progettato dall’artista Luca Santiago Mora per i reparti di Neuropsichiatria infantile a Reggio Emilia e a Bergamo, che in questi anni si è rivelato valido complemento all’attività clinica.

Ma sono solo alcuni esempi dell’ampio programma, comprensivo di eventi serali. Altre info sul sito dedicato.

 

Delos

“Falsi” d’autore” a Ferrara

Fino al 14 settembre prossimo la sala Ariosto della biblioteca comunale Ariostea di Ferrara (via Scienze 17), ospiterà l’allestimento della mostra “Falsi d’autore”, una raccolta di preziose edizioni facsimilari di autentici manoscritti miniati che l’istituzione cittadina conserva nei propri depositi.

La curatrice, Mirna Bonazza, responsabile della Sezione Manoscritti e Rari dell’Ariostea e dell’Archivio Storico, ha, infatti, selezionato nove esemplari di prestigiosi facsimili realizzati fra il 1980 e il 2013 in cui è ravvisabile l’evoluzione di riproduzioni quanto più raffinate e perfezionate, eseguite da case editrici italiane e straniere orientate verso la produzione di edizioni d’arte. Autentici capolavori della miniatura, eccellenze del Medioevo e del Rinascimento, ma anche memorie e immagini dell’antichità, custoditi nelle maggiori biblioteche europee vengono fedelmente riprodotti conformemente all’originale.

È un ambito elitario in cui le moderne tecnologie digitali e l’artigianalità di maestri librai, di legatori d’arte, si coniugano per raggiungere alti livelli di produzione. Pur non essendo, gli originali, in alcun modo sostituibili, attraverso i facsimili che li riproducono diventano fruibili e accessibili e all’unisono il loro stato conservativo ne è fissato all’istante e preservato. Collezionati da bibliofili e accolti nelle raccolte delle biblioteche, i facsimili divengono a loro volta preziose testimonianze di un’editoria artistica con un suo valore patrimoniale intrinseco. In esposizione, seguendo un percorso cronologico, il facsimile di uno dei più antichi manoscritti contenenti l’Eneide di Virgilio: il Vergilius Vaticanus. Scritto a Roma attorno al 400 d. C., accoglie altresì i frammenti delle Georgiche. Il Tacuinum sanitatis in medicina, codice di produzione veneta, probabilmente commissionato alla fine del Trecento dalla famiglia Sperono Alvarotti di Padova ad una bottega di miniatori veronesi.

La Bibbia di Borso d’Este, in due tomi, capolavoro assoluto della miniatura ferrarese nonché italiana del Rinascimento, compiuta per celebrare la magnificenza del casato Estense e in primis di Borso che ne fu il committente. Incaricati i miniatori Taddeo Crivelli e Franco dei Russi coi quali lavorarono altre maestranze del tempo come Girolamo da Cremona, Giorgio D’Alemagna, Marco dell’Avogaro, Guglielmo Giraldi, fu vergata su pergamena in scrittura semigotica dal calligrafo milanese Pietro Paolo Marone; il bolognese Giovanni della Badia ne predispose le pergamene, mentre il legatore Gregorio da Gasparino realizzò una coperta in velluto cremisi con borchie d’argento dorato. Il facsimile è una straordinaria opera artistica realizzato a distanza di 60 anni dalla prima edizione facsimilare compiuta nel 1937 da Emilio Bestetti, che la Biblioteca Ariostea conserva con dedica autografa di Giovanni Treccani degli Alfieri.

Il Decameron di Giovanni Boccaccio, altro codice di produzione ferrarese, vergato e miniato nel 1467 alla corte Estense, ancora una volta commissionato da Borso d’Este come dono per Teofilo Calcagnini. La Genealogia dei principi d’Este, prezioso album di famiglia, codice eseguito per la famiglia d’Este a Ferrara negli anni 1474-1479 circa. Il Libro d’Ore di Alfonso I d’Este, conosciuto come Offiziolo Alfonsino, prodotto a Ferrara, nel secolo XVI (1505-1510) dal miniatore Matteo da Milano. Il Libro d’Ore di Renata di Valois (1510-1575), figlia del re di Francia Luigi XII e di Anna di Bretagna, andata sposa, nel 1528, ad Ercole II d’Este. L’originale fu sottratto nel corso di un’esposizione all’abbazia di Montecassino e mai più ritrovato: restano le 999 copie del facsimile. Termina il percorso espositivo il facsimile della raccolta di disegni botanici tratti dal vero del pittore olandese del Seicento barocco Franciscus de Geest (1638-1699) dal titolo: Hortus Amoenissimus omnigenis floribus, plantis, stirpibus, etc. etc. etc., Leeuwarden, 1668.

La mostra è visitabile gratuitamente durante gli orari di apertura della Biblioteca Ariostea (dal lunedì al venerdì 9 – 19, sabato 9 – 13).

 

Alessandro Zangara (anche per la fotografia)

 

Educare all’umanesimo solidale

Il titolo del libro a cura di Giuseppe Alcamo consente di aprire una parentesi sulla necessità di innovare l’insegnamento scolastico, in vista del nuovo anno di studi, a nuovi stili di vita, come recita il sottotitolo. Nove autori affrontano un argomento di analisi e riflessione, rispondendo allo specifico appello del Papa a dare il proprio contributo in favore di un migliore rispetto dell’ambiente e del pianeta Terra, un più responsabile atteggiamento ecologico in favore e a tutela della Natura, un modo di pensare unitario, che non utilizzi specialmente la religione come scudo o alibi, o come vessillo per l’argomento.

Il curatore Giuseppe Alcamo, presbitero a Mazara del Vallo e docente di Catechetica e di Introduzione al cristianesimo, esorta ad educare alla luce della “Laudato sì”.

Rino La Delfa, presbitero a Piazza Armerina, docente di Ecclesiologia e Mariologia, si sofferma sul Vangelo secondo san Matteo: “Se non diventerete come i bambini” per delineare la figura del nuovo Adamo.

Massimo Naro, docente di Teologia sistematica, affronta la costruzione della città affidabile, trattando la dimensione sociale del magistero di Francesco.

Fabio Mazzocchio, docente di Filosofia morale, e Giuseppe Notarstefano, docente di Statistica economica ed Econometria, propongono un’analisi sull’importanza antropologica ed etica del lavoro.

Giuseppina D’Addelfio, docente di Filosofia dell’educazione e di Pedagogia generale, sempre partendo dalla “Laudato sì”, esorta ad educare ad avere cura, proponendo riflessioni pedagogiche utilissime a genitori ed insegnanti.

Alessandra Smerilli, docente di Economia politica, si sofferma su “Economia e cooperazione per uno sviluppo umano integrale”, mentre Luca Sucameli, magistrato contabile, sottolinea la necessità di educare alla legalità e al dovere, necessità che non dev’essere pensata come circoscritta ad un’area o ad un Paese, ma che dev’essere obiettivo primario di ogni organo educativo della società, la famiglia prima di tutto.

In conclusione dell’antologia di scritti, Camillo Ripamonti, presidente del servizio dei Gesuiti per i rifugiati, considera l’accoglienza come modo di restare fedeli alla propria umanità.

Un testo ricco di spunti di riflessione di esperti, ma che possono facilmente diventare personali del lettore, perché la sfida educativa transita per ciascuno di noi, a qualsiasi livello e comunque operi nella società.

 

“Educare all’umanesimo solidale”, a cura di Giuseppe Alcamo, Paoline, Milano, 2018, pagg. 304; euro 15,00

 

Alessia Biasiolo