‘Cinema per tutti’ a Ferrara

La nascita di un figlio cambia la vita, e certamente le abitudini. Tra le rinunce che spesso comporta per i genitori c’è anche il cinema. Di fatto un’auto-esclusione sociale generata dal timore di sentirsi indesiderati in presenza dei piccoli. Da adesso però il sogno proibito diventa realtà. Il cinema San Benedetto apre infatti le porte a mamme e papà che vogliano godersi un film in compagnia anche dei propri piccolissimi.

A partire dal 25 febbraio 2023, il sabato pomeriggio con cadenza bisettimanale, la sala di via don Tazzoli sarà attrezzata per accogliere al meglio durante le proiezioni le famiglie che vogliano farsi accompagnare persino dai minori di 18… mesi.

Spiega il senso dell’iniziativa il parroco di san Benedetto don Damiano Abram: “Ci auguriamo che questo progetto possa rappresentare per tante mamme e papà giovani un momento di incontro, di dialogo, di condivisione dell’esperienza genitoriale, nella speranza che qui trovino luogo di accoglienza bello e semplice, dove regalarsi del tempo per stare insieme, e sentire come l’essere famiglia sia una benedizione per tutti. Anche un momento di svago, necessario per rifiatare, può diventare una felice occasione di crescita”.

Col patrocinio del Comune di Ferrara e la collaborazione del SAV (Servizio Accoglienza alla Vita) che ha messo a disposizione tutto il necessario per rendere accogliente la permanenza nasce il progetto ‘Cinema per tutti’ che consentirà in primo luogo ai neo-genitori di non privarsi del piacere del grande schermo. Nella sala, ampia e capiente, senza gradoni, sarà consentito tenere vicino a sé la culla con il bambino occupando un posto in più, o parcheggiare i passeggini in un’area apposita. In caso di bisogno sarà possibile cambiare i piccoli continuando a guardare i film grazie alla presenza di un fasciatoio, mentre al bar sarà in funzione uno scalda biberon.

Per i già inclini a sgambettare sarà organizzato un angolo morbido con un tappetone, un box e qualche passatempo. Tutte le zone di attenzione saranno illuminate da alcune lanterne con luce tenue, mentre il volume del film sarà appositamente tenuto ad un livello un po’ più basso.

Le poltroncine saranno utilizzabili naturalmente pure per allattare, e non ci si dovrà sentire in imbarazzo se i pupi “disturbassero” con la propria voce: la visione sarà aperta comunque a chiunque, ma gli spettatori saranno avvisati del “rischio” al momento dell’accesso in sala.

Alessandra Cescati Mazzanti è presidente del Servizio di Accoglienza alla Vita (SAV) che si è preoccupato dell’allestimento del cinema con le dotazioni del caso: “ringrazio la parrocchia di S. Benedetto Abate per averci coinvolti nella realizzazione di questo progetto che rientra a pieno titolo nei nostri fini statutari, ossia rispecchia il nostro impegno a sostenere e promuovere la “dignità di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale… nell’ambito naturale di una famiglia”: l’opportunità di condividere momenti di vita sociale insieme anche con i più piccoli ne è parte pregnante”

“Cinema per tutti” nasce col sostegno del Comune di Ferrara: “un progetto meritevole che nasce dalla collaborazione di realtà diverse del territorio per dare ai giovani genitori l’opportunità di vivere esperienze significative da punto di vista delle relazioni. Il progetto “Cinema per tutti” crea infatti uno spazio accogliente in cui le famiglie possono trovare un momento di svago, stare insieme e creare relazioni con altri genitori sviluppando così la loro rete sociale con risvolti positivi per il benessere loro e dei loro figli” spiega l’assessore comunale alla Pubblica Istruzione e Famiglie Dorota Kusiak.

Si comincia dunque sabato 25 febbraio alle ore 16.30 con la commedia con Antonio Albanese ‘Grazie Ragazzi’ e quindi in seguito una serie di appuntamenti con cadenza bisettimanale.

Per informazioni: ticket@cinemasanbenedetto.it

Alessandro Zangara

RistorAzioneFuturo, filiere alimentari emiliano-romagnole nel mondo globale

Si è svolto nei giorni scorsi a Bologna a villa Guastavillani sede della Bologna Business School, il corposo quanto interessante convegno “RistorAzioneFuturo”, organizzato da CheftoChef emiliaromagnacuochi per parlare di filiere alimentari emiliano-romagnole nel mondo globale. Più di 30 gli interventi, fra chef, gastronomi, imprenditori, accademici e istituzioni, che hanno affrontato il tema del convegno sotto molteplici sfaccettature, in grado di fornire un quadro competo ed esaustivo del comparto gastronomico regionale e non solo, tracciando le direttrici da seguire per il futuro del settore.

La prima sessione del convegno, la più corposa, era dedicata a ristorante-impresa e politiche territoriali, toccando i temi del turismo, della diversificazione dell’offerta gastronomica (delivery, asporto, laboratori, consulenze, ecc.), del personale e delle filiere gastronomiche con focus sul caso RavennaFood/CheftoChef. Tra i tanti interventi, coordinati da Massimo Bergami, Dean della Bologna Business School, quelli di: Roberto Casali – Ecopesce, Cesenatico, Claudio Cesena – Chef “Locanda San Fiorenzo”, Fiorenzuola D’Arda PC, il gastronomo Enrico Vignoli, Piero Pompili – Maître ristorante Al Cambio, Bologna, Alberto Bettini – Chef Patron “Da Amerigo”, Savigno BO, Matteo Salbaroli – Chef Patron “l’Acciuga Osteria” Ravenna e coordinatore RavennaFood/CheftoChef, Marco Luongo – Chef patron “Fuler”, Ravenna.

Nella seconda sessione si è parlato di frontiere innovative in cucina. Coordinati da Massimo Bottura – Chef Patron “Osteria Francescana”, Modena e vicepresidente di CheftoChef, sono intervenuti, tra gli altri: lo chef Igles Corelli e il Medico Gastroenterologo Gabriele Bazzocchi, Stefano Silvi della startup “NeroFermento” e Ivan Milani – Chef “Villa Monty Banks”, Cesena, che hanno parlato di tecnologia, nuove tecniche in cucina e nutraceutica. Perché produttori, trasformatori e cuochi si sono alleati con scienziati e medici.

Nella terza ed ultima sessione il tema portante è stato formazione e networking. Con il manifesto di Barcellona che definisce la “gastronomia scientifica”, si è definitivamente aperta una strada per l’innovazione consapevole gastronomica. Attenzione anche alla lotta allo spreco alimentare e alla “cucina circolare”. Coordinati da Patrizio Bianchi, economista, accademico e ministro dell’istruzione nel governo Draghi, sono intervenuti, tra gli altri: il professore Davide Cassi – Università di Parma, Simona Caselli, Presidente Assemblea Regioni delle reti ortofrutticole europee, Riccardo Agostini – Chef Patron de “Il Piastrino”, Pennabilli RN, Carlo Catani – Gastronomo e Presidente di “Tempi di Recupero”, Faenza RA, il gastronomo Daniele Fornaciari e l’esperto Guide Michelin Maurizio Campiverdi, anche presidente di “Menù Associati”.

A coordinare il convegno la dirigenza di CheftoChef: il presidente Max Poggi, il segretario generale Michele Ceccarelli, il presidente onorario Igles Corelli, la vicepresidente Isa Mazzocchi, mentre l’organizzazione è stata sei soci Franco Chiarini e Massimo Suozzi.

A portare i saluti alla nutrita platea anche Alessio Mammi – Assessore all’Agricoltura, Agroalimentare, Caccia e Pesca Regione Emilia-Romagna. Il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha, invece, inviato un videomessaggio, in quanto impossibilitato a partecipare.

Pierluigi Papi

Eppure qualcosa ho visto sotto il sole, presentazione a Roma l’8 marzo

Verrà presentato mercoledì 8 marzo presso la sede dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (Via Ostiense 106, Roma) il libro che racconta la Storia e le storie vissute dalla prima produttrice cinematografica italiana: Marina Piperno. EPPURE QUALCOSA HO VISTO SOTTO IL SOLE, un’autobiografia edita da All Around Edizioni, interroga gli immensi archivi fotografici della sua famiglia, le cui radici romane risalgono all’epoca di Giulio Cesare, raccontando la sua formazione giornalistica e il viaggio a New York che la indurrà a scegliere il cinema e intraprendere una carriera sessantennale ricca di sperimentazioni e successi. 

Un racconto che sarà illustrato dagli autori, nella sala Zavattini, alle ore 18.30, insieme al presidente dell’AAMOD Vincenzo Vita, alla presidente del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani Laura Delli Colli e al regista e critico cinematografico Vito Zagarrio.

Ebrea laica che si misura senza sosta con le contraddizioni della realtà, imponendo apertura mentale ai suoi interlocutori e la giustizia sociale come stella polare del proprio agire, Marina Piperno decise, ancora giovanissima, che il cinema sarebbe diventato il suo strumento espressivo, rappresentando la prima donna italiana ad intraprendere una carriera ad appannaggio maschile. Il suo obiettivo, attraverso la macchina da presa, era dare voce a chi ne era privo: i popoli sottomessi dal colonialismo, le marginalità e gli esclusi, le devianze, i portatori di storie contadine e operaie, le donne e i loro diritti negati. Esplorando territori sconosciuti, ricavandone crescita umana e preziosa esperienza professionale, fu accompagnata in questo coraggioso itinerario da giovani e importanti autori, svezzati dal più grande agitatore culturale che l’Italia abbia avuto, Cesare Zavattini, che lei stessa ricompensò moralmente a suo modo, producendo successivamente, nel 1982, il film “da camera” che ne segnò l’esordio come interprete e regista: La veritàaaa.

La sua copiosa produzione spazia dai documentari ai film di fiction, sempre fondata su un’attenta ricerca antropologica e ispirata ad una costante conservazione della memoria, elementi che costituiscono un “unicum motivazionale” del suo agire. La sua incessante attività, espressa in molteplici opere premiate nei più importanti festival nazionali e internazionali – non da ultimo il Nastro d’Argento alla carriera conferitole nel 2010 – offre il quadro di una personalità empatica, che non teme il confronto e lo sollecita, che spende la sua gioia di vivere non solo per il proprio benessere, ma per il bene comune.

È valsa la pena entrare nel labirinto del cinema? – lei stessa si chiede nella prefazione al volume – Questo libro intende rispondere al quesito. Ci troverete le vittorie e le sconfitte individuali, ci troverete l’Italia, ci troverete l’ottimismo della volontà e il pessimismo della ragione, ci troverete la tenacia del lavoro, ci troverete l’amore per “l’altro”, ci troverete una speranza…”

L’incontro, realizzato in collaborazione con AAMOD, Centro Sperimentale di Cinematografia, Fondazione Museo della Shoah e All Around Edizioni, è aperto a tutti, fino ad esaurimento posti.

Elisabetta Castiglioni

TRE-DI-CI. Sguardi sui musei di Lombardia

Tredici musei statali lombardi interpretati da tredici giovani artisti italiani, in una committenza pubblica della Direzione regionale Musei Lombardia (Ministero della Cultura), realizzata con la collaborazione scientifica del Museo di Fotografia Contemporanea di Milano – Cinisello Balsamo.

Un progetto ampio durato oltre dieci mesi, che culmina in una mostra promossa dal MiC (Direzione regionale Musei Lombardia) e dal Museo di Fotografia Contemporanea (MUFOCO) con il Comune di Milano – Cultura, e prodotta insieme a Palazzo Reale in occasione di Milano MuseoCity.

La mostra sarà aperta al pubblico gratuitamente dal 3 marzo al 2 aprile 2023 nelle sale dell’Appartamento dei Principi di Palazzo Reale a Milano.

“La nostra rete di Musei – evidenzia Emanuela Daffra Direttrice della Direzione Regionale Musei Lombardia – è diffusa in tutto il territorio regionale, senza continuità, a macchia di leopardo. Porre le diverse componenti a sistema è una sfida stimolante e ardua, date le distanze, l’esiguità del personale e le diversissime caratteristiche”.

Tra i musei statali in territorio lombardo troviamo infatti monumenti celebrati in tutto il mondo come il Cenacolo Vinciano e la Certosa di Pavia, realtà archeologiche di epoca romana tra le più importanti d’Europa come le Grotte di Catullo a Sirmione, significative testimonianze medievali e rinascimentali (il Castello Scaligero di Sirmione, Palazzo Besta a Teglio), la Valle Camonica delle incisioni rupestri e della romanizzazione. Si tratta di musei, monumenti, palazzi, parchi dislocati in realtà geografiche molto diverse tra loro (sul lago, in valle, in città) che, nel loro insieme, costituiscono il più visitato museo di Lombardia. Da non dimenticare il Parco Archeologico di Castelseprio, aggiunto al gruppo nel dicembre 2021 che, con i siti rupestri della Valle Camonica e il complesso di Santa Maria delle Grazie e Cenacolo a Milano, porta a tre i siti Unesco statali gestiti dalla Direzione regionale Musei Lombardia.

Questi luoghi eterogenei, carichi di storia, possiedono un potenziale ancora in parte da scoprire, capace di suscitare echi molteplici e impensati se li si guarda con attenzione. È nato così il progetto “13 fotografi per 13 musei”, ideato da Emanuela Daffra e condotto insieme a Giulia Valcamonica, con la collaborazione scientifica del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo-Milano. Insieme a Gabriella Guerci e a Matteo Balduzzi del MUFOCO sono stati selezionati tredici professionisti giovani (nati tra il 1979 e il 1991), ma già affermati e più volte premiati: a loro è stata lanciata la sfida di guardare, raccontare o, meglio, interpretare, il museo loro affidato.

La mostra “Tre-di-ci. Sguardi sui musei di Lombardia” è l’esito di questo processo, che vuole dare concretezza al primo passo di una strategia pluriennale intesa da una parte a presentare i tredici siti come insieme imprescindibile per conoscere la storia culturale non solo della regione e dall’altra farne percepire l’attualità, la presenza viva nell’oggi.

Gli artisti coinvolti raccontano i musei in modo libero e personale attraverso i linguaggi e le pratiche più diverse, sollevando interrogativi, scoprendo storie inedite, dando voce ai visitatori, ai custodi, agli oggetti e ai paesaggi. I commenti del pubblico di fronte all’Ultima Cena di Leonardo vanno a comporre un poema. La Cappella Espiatoria di Monza, costruita dove fu assassinato il re Umberto I, diventa luogo immaginario di una missione spaziale che accende la luce sui contrasti della storia. La voce di un adolescente racconta la vita quotidiana nella Villa Romana di Desenzano. Gli abitanti di Teglio danno vita e movimento agli affreschi di Palazzo Besta. Il Castello Scaligero, il più fotografato, si nasconde alla vista per lasciare spazio ai ricordi sommersi dal lago. Sono esempi, che siamo invitati a scoprire insieme agli sguardi e ai racconti dei custodi, alla fauna notturna che popola le incisioni rupestri di Naquane, a una moltitudine di altre storie.

“Tra lo sguardo di un giovane e un museo – afferma Davide Rondoni, Presidente del Museo di Fotografia Contemporanea (MUFOCO) – si crea un vivo cortocircuito. Il tempo cerca la sua inesausta verità, tra senso dell’eterno, durata, attimo dello scatto, tradizione e futuro. L’audace opera messa in campo dalla sapiente rete museale lombarda puntando su validi giovani artisti serve non solo a chi ha passione per arte e musei (e per la nuova fotografia) ma per chiunque si voglia interrogare sul senso del tempo e sul tempo che stiamo vivendo”.

L’esposizione presenta immagini (fotografiche a colori e in bianco e nero, di sintesi, in movimento), lavori video, sculture e altre forme installative, realizzati tra gennaio e luglio 2022. Approcci variegati, a volte sorprendenti, che aprono prospettive nuove, ma compongono un unico percorso: guardare insieme il patrimonio che costituisce la nostra storia e partecipare attivamente – oggi – alla costruzione della sua multiforme identità.

Gli artisti in mostra: Arianna Arcara, Fabio Barile, Claudio Beorchia, Roberto Boccaccino, Alessandro Calabrese, Marina Caneve, Federico Clavarino, Rachele Maistrello, Caterina Morigi, Flavia Rossi, Alessandro Sambini, Delfino Sisto Legnani, Vaste Programme.

I musei: Museo del Cenacolo Vinciano, Milano; Cappella Reale Espiatoria, Monza; Certosa e Museo della Certosa, Certosa di Pavia; Parco Archeologico e Antiquarium, Castelseprio; Museo Archeologico Nazionale della Lomellina, Vigevano; Palazzo Besta, Teglio; Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, Capo di Ponte, loc. Naquane; Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo, Capo di ponte; MUPRE – Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica, Capo di Ponte; Museo Archeologico Nazionale della Valle Camonica, Cividate Camuno; Grotte di Catullo e Museo Archeologico, Sirmione; Villa Romana e Antiquarium, Desenzano del Garda; Castello Scaligero, Sirmione.

S.E.

Scipione Sangiovanni: un concerto da Bach a Stevie Wonder

Scipione Sangiovanniè uno dei pianisti della sua generazione ad aver ottenuto il maggior numero di riconoscimenti in ambito internazionale ed è regolarmente invitato a tenere concerti in Italia e all’estero, dalla Carnegie Hall di New York alla Sala Verdi dii Milano, dal Mozarteum di Salisburgo alla Salle Cortot di Parigi e ancora a Berlino, Londra, Barcellona, Atene, Oslo, La Havana, Città del Messico e altre capitali della musica. Sarà a Roma mercoledì 1 marzo 2023 alle 18.00 per la stagione di concerti di Roma Sinfonietta all’Auditorium E. Morricone dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).Sarà uno dei concerti più originali e attesi della stagione.

Confermando le sue scelte sempre personali e anticonformiste, Sangiovanni presenta un programma in cui i vari brani sono raggruppati sotto il titolo di suite, un termine usato nel Settecento per indicare una successione di vari brani uniti dalla tonalità e altre somiglianze. La prima suite da lui creata raggruppa quattro compositori, iniziando con una Toccata di Girolamo Frescobaldi, figura dominante della musica a Roma nel Seicento, proseguendo col nuevo tango di Primavera Porteña di Astor Piazzolla e con Autumn Leaves di Joseph Kozma, che è diventato uno standard del jazz, per finire con una Passacaglia di Georg Friedrich Haendel, il grande contemporaneo di Bach. La seconda suite accosta due brani famosissimi quali In a sentimental mood di Ellington e la Ciaccona per violino di Bach nella splendida e virtuosistica trascrizione per pianoforte di Busoni.

Nelle altre suites Scipione Sangiovanni ha accostato Domenico Scarlatti a Duke Ellington, Baldassarre Galuppi a Steve Wonder e ancora Bach a George Gershwin e Herbie Hancock. In tutto eseguirà cinque suites, da luiideate raggruppando brani antichi e moderni sulla base della medesima tonalità o di una bilanciata alternanza di affinità e contrasti.

Info: info@romasinfonietta.it – tel. 06 3236104 – http://www.romasinfonietta.it

Suite in sol

  • G. Frescobaldi: Toccata prima in sol
  • A. Piazzolla: Primavera Porteña
  • G. F. Haendel: Passacaglia in sol minore HWV 432

Suite in re

  • D. Ellington: In a sentimental mood
  • J. S. Bach – F. Busoni: Ciaccona in re minore BWV 1004

Suite politonale

  • D. Scarlatti: Sonata K 247 in do diesis minore
  • D. Scarlatti: Sonata K 318 in fa diesis maggiore
  • D. Scarlatti: Sonata K 386 in fa minore
  • D. Ellington: Caravan

Suite in do

  • B. Galuppi: Sonata n. 5 in do maggiore
  • S. Wonder: Pastime Paradise

Suite in fa

  • J. S. Bach – F. Busoni: Corale n. 5 in fa minore
  • G. Gershwin: Someone to watch over me
  • H. Hancock: Cantaloupe Island

Mauro Mariani

Tosca al Carlo Felice di Genova

Il quinto titolo della Stagione Lirica 2022-2023 dell’Opera Carlo Felice Genova sarà Tosca, che andrà in scena con sei recite programmate tra il 24 febbraio e il 5 marzo 2023. Il celebre melodramma composto da Giacomo Puccini su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, tratto dal dramma La Tosca di Victorien Sardou, sarà diretto da Pier Giorgio Morandi che salirà sul podio dell’Orchestra, del Coro (Claudio Marino Moretti è il maestro del coro) e del Coro di voci bianche (Gino Tanasini è il maestro del coro di voci bianche) dell’Opera Carlo Felice Genova. L’allestimento di proprietà della Fondazione Teatro Carlo Felice porta la firma del regista Davide Livermore, che ha curato anche le scene e le luci, mentre i costumi sono di Gianluca Falaschi; la regia sarà ripresa nell’occasione da Alessandra Premoli. Nel cast ricordiamo la presenza di Maria José Siri/Monica Zanettin (Tosca), Riccardo Massi/Sergio Escobar (Mario Cavaradossi), Amartuvshin Enkhbat/Stefano Meo (Scarpia), Donghoo Kim (Angelotti), Matteo Peirone (Sagrestano), Manuel Pierattelli (Spoletta), Claudio Ottino (Sciarrone), Franco Rios Castro/Roberto Conti (Un carceriere). 

Redatto dai fidati collaboratori Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, il libretto di Tosca fu tratto dall’omonima pièce del celebre drammaturgo francese Victorien Sardou (Parigi 1887), che Giacomo Puccini ebbe l’occasione di veder interpretata da Sarah Bernardt a Milano e Torino nel febbraio e marzo del 1889. Il compositore toscano poté lavorare a Tosca tra l’estate 1895 e l’ottobre 1899; l’opera debuttò il 14 gennaio 1900 al Teatro Costanzi di Roma. Da allora, la struggente vicenda d’amore e morte di Floria Tosca e Mario Cavaradossi, mirabilmente intrecciata nel contesto politico tardo settecentesco della restaurazione papale, rappresenta uno dei più grandi successi operistici di sempre. Tosca, certamente uno dei titoli del repertorio lirico più amati dal grande pubblico, non fu però accolta altrettanto benevolmente da una parte della critica che ne considerò invece con sospetto il carattere di dramma ‘a forti tinte’, intessuto d’azioni e passioni estreme: amore e gelosia, gioia e prostrazione, commozione e cinismo, tenerezza idilliaca e truce violenza. In verità l’accusa che tuttora più spesso si sente muovere a Tosca – l’essere costantemente esposta al rischio di scadere nel kitsch – è parziale: essa verte solo intorno a taluni aspetti della vicenda e non tiene conto del fatto che, oggi come ieri, questa presenta contenuti non propriamente banali o scontati, come l’equivalenza tra fede bigotta e ipocrisia, potere politico e corruzione.

Muovendo inoltre dall’ovvio assunto che un’opera è non solo un libretto, ma anche e soprattutto una partitura, bisognerebbe saper riconoscere la dirompente e formidabile energia drammatica posseduta dalla musica di Tosca. In essa l’obiettivo di una capillare aderenza all’azione appare assolutamente centrato e la creatività di Puccini – alla ricerca, dopo l’intimismo della Bohème, di nuovi soggetti e nuove situazioni drammatiche – poté conseguire ulteriori traguardi nel coniugare suggestioni desunte dall’opera verista ad un’interpretazione del soggetto storico in chiave realistica. Sul piano musicale ciò dischiuse possibilità d’invenzione inedite che spaziano dal recupero della modalità alla sperimentazione di regimi stilistici radicalmente alternativi a quelli tradizionali, di norma associati dalla musicologia a nomi quali Schoenberg, Stravinskij e Debussy. Proprio l’intensa ammirazione provata per Tosca da compositori quali Arnold Schoenberg e Alban Berg dovrebbe indurre alla riflessione e spingere a considerare l’opera in una prospettiva radicalmente diversa, quella prospettiva che additava Fedele D’Amico: «SalomeElektraWozzeck: si dovrà ben trovare il coraggio, un giorno o l’altro, di nominare Tosca nella lista; cronologicamente verrebbe al primo posto».

U.S. (anche per le fotografie)

‘I colori della conoscenza’

Proporrà una riflessione sulla lingua e sui suoi usi reali la conferenza di Nicola Grandi, docente di Linguistica Unibo, in programma venerdì 17 febbraio 2023 alle 17 nella sala Agnelli della biblioteca comunale Ariostea (via Scienze 17 Ferrara).

L’incontro, dal titolo “Una classe, tante lingue. Educare alla diversità attraverso un insegnamento ‘laico’ della grammatica”, rientra nel ciclo “I colori della conoscenza. I linguaggi e le arti” a cura dell’Istituto Gramsci e dell’Istituto di Storia contemporanea di Ferrara e potrà essere seguito anche in diretta video sul canale youtube Archibiblio web.

Quando si parla di classi plurilingui ci si riferisce sempre alla presenza di più lingue. Ma la diversità linguistica si manifesta molto più spesso attraverso la convivenza di varietà della stessa lingua. Infatti, in una stessa classe possono convivere sia persone che parlano lingue differenti, come il cinese, l’arabo, il rumeno, ecc. sia persone che usano varietà diverse della stessa lingua, come un italiano molto vicino al modello colto o un italiano un po’ dialettizzato e apparentemente sgrammaticato. Questa diversità è spesso considerata un problema, ma può in realtà rivelarsi una risorsa preziosissima per stimolare una riflessione sulla lingua che porti a rafforzare la competenza metalinguistica di bambini e ragazzi e a maturare piena consapevolezza sulle ricadute sociali delle scelte linguistiche. In questo contributo cercherò di smontare alcuni pregiudizi grammaticali e di suggerire alcune strategie di riflessione sulla lingua a partire dagli usi reali.


Alessandro Zangara

Le erbe aromatiche nella cucina circolare, un concorso di cucina per appassionati e non

Compie 28 gustose edizioni la rassegna gastronomica “Il Piatto Verde”, che quest’anno sarà dedicata a “Le erbe aromatiche nella cucina circolare” e prevede molte appetitose iniziative pubbliche, tra cui un concorso aperto al pubblico, una cena “tri-stellata” con gli chef Chicco e Bobo Cerea del rinomato ristorante “Da Vittorio” di Brusaporto (BG) e diverse masterclass ovviamente a carattere enogastronomico. Appuntamento dal 22 al 30 marzo a Riolo Terme (RA), fulcro dell’evento, e in diverse location sparse nei comprensori di Imola (BO) e Faenza (RA).

Il concorso per la migliore ricetta rivolto agli appassionati di cucina di tutta Italia, organizzato da IF Imola-Faenza Tourism Company e dall’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione “Pellegrino Artusi” di Riolo Terme, prevede l’utilizzo delle “erbe aromatiche” in un’ottica di economia circolare, dove nulla viene sprecato. Erbe che non devono essere utilizzate solo come guarnizione, ma inserite nella ricetta del piatto come ingredienti a tutti gli effetti.

Le piante selezionate (in rigoroso ordine alfabetico!) sono: acetosella, borragine, crescione, erba cipollina, lepidio, levistico, menta, nepetella, pimpinella, ortica, rafano, senape, tarassaco, timo.

I sei finalisti (selezionati da un’apposita giuria di esperti) verranno ospitati venerdì 24 marzo per la prova finale, che si svolgerà nelle cucine dell’IPSSAR di Riolo Terme, e parteciperanno alla cena di gala nel corso della quale saranno proclamati i 3 vincitori che si aggiudicheranno, rispettivamente dal primo al terzo posto: soggiorno a Brisighella con un pernottamento e colazione per due persone, degustazione dell’Olio extravergine Brisighella DOP, due biglietti del Treno di Dante (https://iltrenodidante.it); bauletto con selezione di prodotti del ristorante San Domenico di Imola (due stelle Michelin); bauletto con selezioni di prodotti del Giardino delle Erbe di Casola Valsenio.

Per partecipare al concorso, occorre inviare la ricetta di un piatto a scelta fra antipasto, primo, secondo o dessert entro il 25 febbraio. Bando e modulo d’iscrizione si possono scaricare al seguente link www.imolafaenza.it/eventi-if/piatto-verde/. Per informazioni tel. 0546 71044, email PiattoVerde23@gmail.com.

Perché realizzare ricette con erbe aromatiche?

Il comprensorio turistico di Imola-Faenza (www.imolafaenza.it) ha nelle eccellenze gastronomiche uno dei suoi punti di maggior valore. In questo spicchio di territorio, “a cavallo” fra Emilia e Romagna, ci sono tanti prodotti che “arrivano” dalla terra unici, come lo Scalogno di Romagna IGP, l’Olio di Brisighella DOP, il Carciofo Moretto, il Marrone di Castel del Rio IGP, l’Albicocca di Casalfiumanese, la Cipolla di Medicina, solo per citarne alcuni. Inoltre, a Casola Valsenio (RA), a pochi chilometri da Riolo Terme, c’è l’importante Giardino delle Erbe “Augusto Rinaldi Ceroni” nel quale vengono coltivate a rotazione quasi 500 specie di piante officinali utilizzate in cucina, nella medicina e nella cosmesi fin dal basso Medioevo.

Cena Stellata, 30 marzo

Saranno Chicco e Bobo Cerea del rinomato ristorante “Da Vittorio” di Brusaporto (BG), tre Stelle Michelin, i protagonisti di questa edizione del Piatto Verde. Gli chef realizzeranno un menù degustazione appositamente studiato per l’occasione, quindi assolutamente esclusivo e inedito. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0546 71113 www.alberghieroriolo.edu.it.

I Cerea sono solo gli ultimi di una lunga serie di super chef che hanno partecipato a questo evento. Tra i tanti: Ciccio Sultano, Gaetano Trovato, Giancarlo Perbellini, Mauro Uliassi, Antonino Cannavacciuolo, Gennaro Esposito, Claudio Sadler, Philippe Léveillé, Gianni D’Amato, Valentino Marcattilii, Italo Bassi, Alfonso Caputo, Emanuele Scarello.

Masterclass per tutti gli appassionati

Nei giorni 23, 24 e 30 marzo si svolgeranno delle masterclass di approfondimento e perfezionamento enogastronomico aperte al pubblico, in diverse location fra Faenza e Imola.

Al Molino Naldoni di Faenza è in programma la masterclass “La pizza: l’impasto perfetto, dalla conoscenza delle farine alla corretta lievitazione”; alla Cantina Tre Monti di Imola la “Verticale di Parmigiano Reggiano in abbinamento ai vini della Cantina Tre Monti”; all’Autodromo Enzo di Dino Ferrari di Imola protagoniste daranno “Le proteine vegetali nell’alimentazione di domani”; al laboratorio della sede Ascom di Faenza è prevista la masterclass con gli chef tri-stellati Cerea del Ristorante “Da Vittorio”.

Per informazioni e prenotazioni: tel. 0546 71044 email iat.rioloterme@imolafaenza.it.

Il Piatto Verde gode del Patrocinio della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Ravenna e dei Comuni di Ravenna e Riolo Terme. Sponsor: Cast Alimenti, Consorzio di Tutela del Parmigiano Reggiano, Surgital, Natura Nuova, Molino Naldoni, Cantina Tre Monti.

Pierluigi Papi (anche per le fotografie)