“Regalo di Natale” a teatro

Al Teatro Nuovo di Verona va in scena ‘Regalo di Natale’, spettacolo che Sergio Pierattini ha tratto dal pluripremiato film di Pupi Avati del 1986. La prima dello spettacolo sarà martedì 2 novembre, alle ore 20.45. Alla regia Marcello Cotugno e sul palcoscenico Gigio Alberti, Pierluigi Corallo, Giovanni Esposito, Valerio Santoro e Gennaro Di Biase. Repliche fino a domenica 7 novembre. Si tratta del secondo appuntamento di ‘Verona Grande Teatro’, storica rassegna del Comune di Verona organizzata in collaborazione con il Teatro Stabile. Giovedì 4 novembre, alle 18, gli interpreti dello spettacolo prodotto da La Pirandelliana, incontreranno il pubblico in teatro. A condurre l’appuntamento Carlo Mangolini, direttore artistico degli spettacoli del Comune di Verona, e Alessandra Galetto, giornalista veronese.

La storia racconta di quattro amici di vecchia data che s’incontrano per giocare a poker con un avvocato. La partita, in origine amichevole, finirà per mettere in campo il bilancio della vita di ognuno dei personaggi tra fallimenti, sconfitte, tradimenti, inganni e menzogne. E diventerà un autentico regolamento di conti. Le scene sono di Luigi Ferrigno, i costumi di Alessandro Lai e le luci di Pasquale Mari.

Nella nota di regia Marcello Cotugno spiega che “Il poker è un nobilissimo gioco tra gentiluomini, un rito moderno in cui mostrarsi per quello che non si è, proprio come in una rappresentazione teatrale: quanto più la maschera è forte e impenetrabile, tanto più sarà difficile comprendere i nostri punti. Ci troviamo in una villa, la notte di Natale. Quattro amici, Franco, Ugo, Lele e Stefano, che non si vedono da dieci anni, incontrano quello che è designato ad essere il “pollo” da spennare: l’avvocato Sant’Elia, un uomo sulla sessantina, ricco e ingenuo, che sembra addirittura trovare consolazione nel perdere. In realtà è il presunto “pollo” a trovarsi di fronte quattro uomini che nella vita hanno giocato col destino e che, in un modo o nell’altro, hanno perso. Originariamente ambientato negli anni ‘80, il testo è stato trasposto ai giorni nostri, in cui la crisi economica globale si è abbattuta sull’Europa segnando profondamente la società italiana. In risposta a recessione e precariato, il gioco d’azzardo vive una stagione di fulminante ascesa, e – dalle slot che affollano i bar al boom del poker texano – si moltiplicano i luoghi e le modalità in cui viene praticato. I soldi facili sono la chimera inseguita anche dai nostri protagonisti, in un crescendo di tensione che ci rivela mano dopo mano come, al tavolo verde, questi uomini si stiano giocando ben più di una manciata di fiches. Cinque attori di grande livello, Gigio Alberti, Giovanni Esposito, Valerio Santoro, Gennaro Di Biase e Fulvio Pepe, si calano in una partita che probabilmente lascerà i loro personaggi tutti sconfitti, a dimostrazione di come alcuni valori fondamentali delle relazioni umane – amicizia, lealtà e consapevolezza di sé – stiano dolorosamente tramontando dal nostro orizzonte. La parabola di “Regalo di Natale” è allora il trionfo del singolo sul collettivo, è la metafora del successo di uno conquistato a spese di tutti, è il simbolo di una teatralità doppia e meschina, è un’amara una riflessione su come stiamo diventando. O su come forse siamo già diventati. Se il poker è lo specchio della vita, il teatro è il luogo dove attori e spettatori si possono rispecchiare gli uni negli altri. E due specchi messi uno di fronte all’altro generano immagini. Infinite”.

Si ricorda che in ottemperanza ai protocolli di sicurezza, è obbligatorio il Green Pass e l’utilizzo della mascherina per tutta la permanenza a teatro, anche seduti al proprio posto. L’impianto di aerazione è stato dotato di sistemi di sanificazione che sfruttano l’azione combinata di lampade germicide ad alta efficienza (UVC) e di pacchi filtranti in materiale fotocatalitico. Questa sinergia consente di mantenere un elevato grado di salubrità dell’aria e delle superfici rendendo sicura la presenza in sala.

I biglietti possono essere acquistati in prevendita al BoxOffice di via Pallone oppure online su www.boxol.it/boxofficelive/it. Così come a Teatro Nuovo, dal lunedì al sabato, dalle 15.30 alle 19.30, e fino alle 21 nei giorni di spettacolo serale.

Roberto Bolis (anche per le fotografie)

Amerai

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B – MARCO 12,28-34
In quel tempo, 28. si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Il brano del Vangelo presenta l’incontro di Gesù con uno scriba che, a differenza degli avversari che volevano condannare a morte Gesù, si dimostra aperto al dialogo e desideroso di capire l’essenza della Legge, sfrondata da tanti legalismi. Per comprendere questo testo, è necessario conoscere che erano stati individuati nella Torah addirittura 613 precetti del Signore, suddivisi in 365 negativi e 248 positivi. I rabbini
raccomandavano di osservarli tutti, sia che fossero facili o difficili da mettere in pratica.
29. Gesù rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore;
La risposta di Gesù è diretta e si riferisce alla preghiera che ogni ebreo maschio doveva recitare mattina e sera: “Shemà Israel”, “Ascolta Israele”, cioè il versetto tratto dal libro del Deuteronomio 6,4. Queste parole erano scritte e racchiuse nei contenitori (filatteri) che gli ebrei si legavano sulla fronte o alle braccia al momento della preghiera. Il significato è molto importante: il popolo ebreo è grato a Dio per essere stato eletto da Lui con predilezione e dichiara di sceglierlo come unico Signore e Dio. In mezzo a popoli pagani e politeisti (come per esempio quella greca), gli ebrei si distinguono per avere un Dio solo.
“Il Signore nostro Dio è l’unico Signore”: il nostro Dio non è un idolo fatto da mani d’uomo a cui si attribuiscono poteri soprannaturali. Il nostro Dio è l’Unico Signore, Creatore, Salvatore, Padre.
30. amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Nella versione di Marco troviamo il comando di amare Dio non solo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la forza (come nel testo della Scrittura), ma anche con tutta la mente (dianoia), intesa come forza dell’intelletto. Questo elenco insiste sul fatto che è tutta la persona a dover orientarsi a Dio per compiere la sua volontà con tutte le capacità umane. Non basta riservare qualche momento soltanto a Lui, ma sempre dobbiamo avere l’intenzione di dargli gloria e obbedienza, che scaturisce dall’amore. “Amerai il Signore tuo Dio”: Dio, il nostro Creatore, ci chiede l’elemosina di amarlo perché Egli è innamorato di noi. Mentre gli altri popoli si rivolgono a Dio per propiziarselo, per timore, noi siamo chiamati a rivolgerci a Lui in un rapporto di figliolanza.
“Con tutto il tuo cuore”: il cuore per gli ebrei è il luogo da cui scaturisce ogni desiderio e ogni azione. Dobbiamo amare Dio nella concretezza di scelte operative, ma anche in modo esclusivo: Lui prima di tutto, senza concorrenti. “Con tutta la tua anima”: questo termine sta per “energia vitale” che abbiamo dentro come persone viventi. La motivazione della nostra azione deve essere l’amore, che ci porta al dono, al servizio, al
perdono. Come Cristo ha dato tutto se stesso, tutta la sua vita, così anche noi dobbiamo fare nei riguardi suoi e dei nostri fratelli. “Con tutta la tua mente”: l’intelligenza ci consente di approfondire la conoscenza di Colui che amiamo, la Sua Parola, per incontrarLo.
“Con tutta la tua forza”: siamo chiamati a diventare amore, solo amore. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo concentrare tutte le nostre energie fisiche, psichiche e morali, investire il nostro essere nel servizio del prossimo, nel perdonare senza limiti, nel costruire relazioni di fraternità.

31. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi”. Riferendosi al libro del Levitico (19,18), Gesù allarga il comandamento dell’amore al prossimo, verso il quale dobbiamo avere la stessa cura che avremmo per noi stessi. La fonte dell’amore è Dio stesso. L’amore per Lui e per gli altri diventa la sintesi di tutta la Legge, della prima e della seconda tavola che Mosè aveva ricevuto sul Sinai. “Il secondo è questo”: il secondo comandamento sgorga dal primo, ma non è secondario. È sempre l’unico amore, che deriva dalla stessa fonte e che si esprime in due direzioni, come due facce della stessa medaglia. Alcuni commentatori fanno notare che dovremmo specificare che sono tre gli oggetti del nostro amore: Dio, noi stessi, gli altri. Chi non ama se stesso, non si accoglie nella sua realtà, nella sua debolezza e fragilità, nella sua ricchezza, non può amare gli altri. “Amerai il prossimo”: il nostro deve essere un amore di donazione, che non si appropria dell’altro, che non lo soggioga, che non lo opprime, ma che lo aiuta a diventare più persona, capace a sua volta di amare e di essere amato. Amare è dare la vita, come ha fatto Cristo, in modo gratuito, senza secondi fini, senza attendersi alcuna ricompensa, senza essere ricambiati. L’amore è una decisione e si decide di amare anche quando l’emotività spingerebbe a fare diversamente. “Come te stesso”: il principio della vita cristiana è credere di essere amati da Dio. Coscienti che Dio ama ciascuno di noi, dobbiamo nutrire solo amore dentro il nostro cuore, da riversare sui nostri fratelli. Amati anch’essi da Dio, diventano altri noi stessi. Noi non possiamo odiare noi stessi, perché siamo amati da Dio. Non possiamo odiare gli altri, perché anch’essi sono amati da Dio. Nel comandamento dell’Amore si riassume tutta la Legge. Un solo comandamento diviso in due, al posto dei 613 precetti degli ebrei del tempo di Gesù. “Non c’è altro comandamento più grande di questi”: siccome “Pieno compimento della legge è l’amore” (Romani 13,10), amando Dio e gli altri sostituiamo tutte le norme e i precetti. Chi ama dimentica se stesso, chi ama supera il male, non tiene conto di quello che dicono sul suo conto, non si vendica dei torti subiti… amare è perdonare, elargire, mettersi a disposizione senza calcolo. Chi ama dedica tempo, attenzione; previene i bisogni, si dona senza calcolo.
32. Lo scriba gli disse: “Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; 33. amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici”.
Lo scriba capisce che Gesù ha risposto alla perfezione e si dichiara d’accordo con Lui. Aggiunge il particolare che l’amore di Dio e del prossimo “vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici”. Si tratta di una dichiarazione di grande importanza, posta sulle labbra di un osservante giudeo, fatta sul piazzale del Tempio: è in pieno accordo con la posizione dei profeti di tutto l’Antico Testamento. Nello stesso tempo è in netto contrasto con l’usanza di compiere sacrifici di animali. “Vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici”: amare Dio è il culto spirituale che Egli si aspetta da noi. Egli non chiede, come nell’antica mentalità, di spargere il sangue di tori, di capri, ecc. Chiede di essere amato sopra ogni cosa, donando goccia a goccia, respiro dopo respiro, battito dopo battito la nostra vita, come offerta a Lui gradita.
34. Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: “Non sei lontano dal regno di Dio”. E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. È una gioia per Gesù poter lodare lo scriba che, onesto e veramente fedele a Dio, risponde saggiamente. Il Regno di Dio è presente, perché lo scriba riconosce la potenza di Dio che agisce qui e ora nella storia. Per questo non è lontano dal Regno. “Nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo”: espressione che sottolinea il contrasto tra l’ipocrisia dei nemici di Gesù che lo cercavano solo per tendergli un tranello e aver modo di accusarlo. Diversamente, invece, lo scriba cerca la verità e il cuore della Legge. Per questo Gesù lo apprezza molto. La risposta che Gesù dà allo scriba è molto sapiente ed esaustiva. Porre domande ora è superfluo. Ricevuta la risposta, non rimane che il silenzio. Ora dobbiamo solo vivere quanto abbiamo imparato. La nostra vita consiste nell’accogliere l’amore di Dio e nel rispondere al suo amore. Dio non ci chiede di obbedire a un codice legislativo, ma ci indica in un unico comandamento, diviso in due, la strada per la felicità. Iniziamo ogni giorno daccapo la grande avventura della vita e, a vele spiegate, andiamo incontro all’Amore, unico senso del nostro esistere, inestinguibile Sorgente del nostro amare.

Suor Emanuela Biasiolo

Caroto 2022. La presentazione della monografia

Martedì 2 novembre, alle ore 17, alla sala Convegni della Gran Guardia, presentazione dell’ampia monografia “Caroto. Giovan Francesco Caroto (1480 circa – 1555)”, a cura di Francesca Rossi, Gianni Peretti, Edoardo Rossetti. Un incontro pubblico, ad ingresso gratuito, che sarà anche l’occasione per illustrare il grande progetto espositivo, dedicato al pittore veronese, in programma a Verona, nei suggestivi spazi alla Gran Guardia, dal 12 maggio al 2 ottobre 2022. Una mostra che coinvolgerà, accanto a prestiti esterni provenienti da collezioni pubbliche e private italiane e straniere, opere delle collezioni del Museo di Castelvecchio, del Museo degli Affreschi G.B. Cavalcaselle, del Museo Archeologico al Teatro Romano, del Museo di Storia Naturale.

L’esposizione intende far conoscere le vicende di un grande protagonista dell’arte veronese del Cinquecento e le sfaccettature del panorama artistico e culturale del suo tempo, una stagione d’oro per la società cittadina e per lo sviluppo delle arti e della cultura archeologica e naturalistica del territorio.

Per stimolare ed accrescere l’aspettativa e l’interesse del pubblico sulla grande mostra prevista per il 2022, è uscita, per Silvana Editoriale”, un’ampia monografia dedicata all’artista.

Una speciale pubblicazione, stampata in una elegante edizione, che sarà presentata, martedì 2 novembre, dall’assessore alla Cultura Francesca Briani, insieme alla direttrice dei Musei Civici Francesca Rossi.

“Un’opportunità per conoscere l’importante pubblicazione redatta sull’artista – spiega l’assessore Briani – ed acquisire le prime informazioni sull’importante mostra in programmazione nel 2022 su Giovan Francesco Caroto. Un evento espositivo di pregio artistico, culturale e storico, frutto di un percorso di ricerca originale, promosso dal Museo di Castelvecchio, con la collaborazione di una vasta rete di istituzioni e realtà pubbliche e private e un gruppo di studiosi di storia dell’arte e della cultura veronese, lombarda e piemontese, con la curatela di Gianni Peretti, Edoardo Rossetti e Francesca Rossi”.

Le ricerche condotte hanno permesso, malgrado l’emergenza e la chiusura prolungata di musei, biblioteche e archivi, di acquisire nuove e importanti conoscenze su questo maestro veronese – artista viaggiatore per eccellenza – e di riunire una serie di strumenti: documenti d’archivio, fonti per la fortuna dell’artista nella letteratura critica e nel collezionismo.

Alla professoressa Maria Teresa Franco Fiorio, già direttrice delle Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco del Comune di Milano e Soprintendente di Brera e oggi membro del prestigioso Ente Raccolta Vinciana, sarà affidato il compito di presentare i risultati del progetto scientifico, la cui durata si è estesa nel corso di tre anni.

All’intervento della prof.ssa Fiorio seguirà la presentazione dei risultati di un’iniziativa didattica collegata al progetto scientifico della mostra, nata dalla collaborazione tra il Museo di Castelvecchio e il Dipartimento Culture e Civiltà dell’Università di Verona.

Sotto la guida della professoressa Tiziana Franco, docente di Storia dell’Arte Medievale all’ateneo veronese, un gruppo di studenti e studentesse ha realizzato una campagna di catalogazione delle opere di Caroto con il sistema Sigecweb, la piattaforma digitale dell’Istituto Centrale per il catalogo e la Documentazione del Ministero della Cultura che opera per mettere in rete il patrimonio culturale nazionale.

L’incontro verrà trasmesso in streaming e la registrazione sarà poi disponibile sul canale YouTube dei Musei Civici. Informazioni sul sito dei Musei civici al link https://museodicastelvecchio.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=77150

Nella prima metà del XVI secolo, a Verona lavoravano artisti di talento pronti ad aggiornarsi sulle più recenti novità della cultura veneta, lombarda e centro-italiana: Girolamo Dai Libri, Francesco Morone, Paolo Morando detto il Cavazzola, Francesco Torbido detto il Moro, Nicola Giolfino, e molti altri.

Anche nel campo dell’architettura si assisté in quel frangente a un rapido adeguamento linguistico sulle formule più moderne grazie a personalità come Gian Maria Falconetto e Michele Sanmicheli. Tra tutte queste figure, Giovan Francesco Caroto si affermò con autorevolezza e con una varia e diversificata produzione pittorica. I suoi dipinti sono oggi presso grandi musei italiani e stranieri mentre la sua opera più emblematica e popolare, il Ritratto di fanciullo con disegno del Museo di Castelvecchio, è nota come un’icona cittadina. Fu anche titolare di una spezieria in Piazza delle Erbe e quindi attivo nel mondo delle scienze naturali che a Verona ospitò sin da allora uno dei centri di ricerca e di collezionismo più vitali e noti d’Europa.

Accanto a Giovan Francesco, emerge la figura poliedrica del fratello minore Giovanni Caroto, ammirato da Vasari come testimone e disegnatore delle antichità di Verona pubblicate nel trattato di Torello Saraina De origine et amplitudine vitatis Veronae (1540). Giovanni Caroto realizza anche ritratti, pale d’altare e pitture murali per le chiese veronesi.

Roberto Bolis

Con ‘L’ora del racconto’ un nuovo pomeriggio ferrarese

Un pomeriggio tra fiabe, filastrocche e libri illustrati aspetta i bimbi dai tre anni d’età mercoledì 3 novembre 2021 alle 16,45 alla biblioteca comunale Bassani di Barco (via Grosoli 42 – Ferrara), per un nuovo appuntamento con ‘L’ora del racconto’ nella sala Ragazzi.

La partecipazione all’iniziativa per bambini e accompagnatori è gratuita. I posti sono limitati e occorre la prenotazione da effettuare telefonando ai numeri: 0532 797477-414 o scrivendo a: info.bassani@comune.fe.it.

Per i più piccoli letture ad alta voce per ridere in compagnia anche giovedì

Tante storie divertenti lette ad alta voce da Ombretta Anna per sorridere e ridere insieme. Sono quelle che attendono i bambini dai 3 anni giovedì 4 novembre 2021 alle 17,15 alla biblioteca comunale Rodari (in viale Krasnodar 102, Ferrara), per un nuovo appuntamento con le narrazioni pomeridiane per i più piccoli.

Le ‘Belle storie alla Rodari’ continueranno ogni giovedì alle 17,15.

Accesso consentito con green pass e mascherina. Per info: 0532 904220 – bibl.rodari@comune.fe.it  

Alessandro Zangara

Poesie e antiche narrazioni in musica si incontrano al Maf

Domenica 31 ottobre 2021, dalle 15, il Maf – Centro di documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese di San Bartolomeo in Bosco (via Imperiale 263) proporrà una interessante iniziativa culturale aperta alla poetica e alle antiche forme teatrali musicate. Intitolato “Poesie e narrazioni in musica si incontrano al MAF”, il programma è articolato in due parti. La prima parte vedrà la presentazione della silloge di poesie “Tra i rovi fioriti”, di Rita Marconi (Albatros, Roma, 2021), con note introduttive di Barbara Alberti e Pamela Michelis. La nota poetessa ferrarese, con le sue delicate composizioni, entra (come scrive Pamela Michelis nella Prefazione) “in punta di piedi nell’animo del lettore”. Una raccolta che denota la grande sensibilità dell’autrice e il suo amore per la natura che ci circonda. La presentazione sarà accompagnata da un video di Alfredo De Filippis. Gian Paolo Borghi ne parlerà con l’autrice.

Farà quindi seguito una suggestiva performance del Teatro Giochetto di Verona, diretto dall’artista poliedrico Maurizio Gioco, che proporrà alcune antiche narrazioni popolari in musica, con la collaborazione dei musicisti Francesco Pagani all’organetto diatonico e Daniele Pasquali al sax. Alcune di queste suggestive narrazioni traggono ispirazione dalle avventure di Bertoldo, il contadino che agisce alla corte veronese di re Alboino, tratte dalle celebri opere di Giulio Cesare Croce (1550-1609).

Entrambe le proposte culturali saranno presentate per la prima volta a Ferrara.
I visitatori potranno anche ammirare la mostra di fotografie d’epoca “Lavori agricoli e vita rurale a Denore a cavallo tra Ottocento e Novecento”, curata da Athos Tromboni e Paola Chiorboli, allestita nella sala incontri ed espositiva.

Per accedere al Museo, sarà obbligatoria la presentazione del Green Pass.
L’iniziativa, come sempre gratuita, è promossa dal Comune di Ferrara, dal MAF e dall’Associazione omonima.

 MAF – CENTRO DI DOCUMENTAZIONE MONDO AGRICOLO FERRARESE, Via Imperiale 263 San Bartolomeo in Bosco/Ferrara Tel. 0532.725294
info@mondoagricoloferrarese.it

Alessandro Zangara

Perugino. Il maestro di Raffaello

Ultimo weekend di apertura della mostra “Perugino. Il Maestro di Raffaello”, che per l’occasione lunedì 1 novembre sarà aperta con orario continuato dalle 10 alle 18. La mostra affronta, attraverso una ventina di opere, uno dei momenti più alti nella storia dell’arte rinascimentale. Con prestiti dalla Galleria Nazionale dell’Umbria, dal Museo di Arte Antica e di Arte Sacra di Sutri, dal museo del tesoro della Basilica di San Francesco di Assisi e dalla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, si snoda in un percorso narrativo articolato in sezioni allestite nelle Sale del Castellare. Frutto della collaborazione tra la Regione Marche e il Comune di Urbino, curata da Vittorio Sgarbi e organizzata da Civita Mostre e Musei e Maggioli Cultura, la mostra completa idealmente le celebrazioni per il quinto centenario della morte di Raffaello e anticipa il quinto centenario della morte di Perugino che si celebrerà nel 2023.

“Perugino. Il maestro di Raffaello”, fino a domani aUrbino, Palazzo Ducale, Sala del Castellare, orari di apertura 10,00 – 18,00                                                 

Ombretta Roverselli

Oggi Street Dance

Street Dance day gratuito per avvicinare i giovani di tutte le età. Nata in strada, ma da tempo disciplina contemporanea affermata in quasi tutte le scuole di danza, la Street Dance rappresenta oggi una tecnica particolarmente amata dai giovani. Per conoscerla meglio ed apprezzarne le qualità tecnico-sportive, domenica 31 ottobre, per l’intera giornata, sarà possibile partecipare all’evento gratuito “Free Workshop e Battles – Strett Dance Day”.

Uno speciale appuntamento dedicato alla Street Dance, con un battle di Breaking per i più giovani, promosso dalla scuola di danza Arts Studio Verona in collaborazione con l’Usacli e la parrocchia Santi Angeli Custodi.

Programma evento. Nella sede della scuola di danza Arts Studio Verona, in viale Palladio 42, workshop gratuito per tutte le età. Dalle ore 9.30 alle 10 conferma iscrizione delle lezioni. Dalle 10 alle 10.50 lezioni con il ballerino Tristan; dalle 11 alle 11.50 lezione con il ballerino Drew. Per la partecipazione alle lezioni inviare una conferma di prenotazione alla mail artsstudio@tiscali.it o chiamare il numero 3770819583 / 045572255. Obbligo di presentazione di green pass valido all’entrata. La giornata prosegue nel pomeriggio con le battles, ovvero sfide fra b-boy – ballerini di break dance. Il campo di gara, a partire dalle ore 13, sarà la parrocchia Santi Angeli Custodi, in via Brunelleschi 6. Programma: dalle 13 alle 14 iscrizioni; dalle 14 alle 15.30 battles 6-11 anni 1vs1; dalle 15.30 alle 17 battles 12-16 anni 1vs1; dalle 17 alle 19 open cypher. In caso di mal tempo le battles saranno effettuate all’interno della sede della circoscrizione, situata nella zona limitrofa del parco.

Roberto Bolis

Note dal Mondo: Germania

Nel secondo concerto della serie Note dal Mondo, mercoledì 27 ottobre 2021 alle ore 20.00, il Coro del Teatro Carlo Felice di Genova diretto da Francesco Aliberti, assieme al quartetto vocale composto da Barbara Bargnesi, soprano, Carlotta Vichi, mezzosoprano, Blagoj Nacoski, tenore, Filippo Polinelli, baritono, accompagnati al pianoforte da Patrizia Priarione e Sirio Restani, si avventura alla scoperta della produzione corale europea attraverso le opere di due autori cardini della tradizione germanica, Johann Sebastian Bach,  con il Quodlibet BWV 524 e Johannes Brahms, con i Liebeslieder. Walzer op 52.  e i Neue Liebeslieder op. 65.

La Germania è uno dei cuori pulsanti della musica occidentale e in Germania, anche attraverso la speculazione filosofica la musica diventa veicolo di comprensione del mondo, che supera la dimensione del puro piacere estetico e dell’intrattenimento. È in questa prospettiva che va colto il senso della musica di autori come Bach, Beethoven, Schumann, Brahms: lamusica sa dire più delle parole, sa parlare di Dio e dell’amore, esprimendo ciò che sfugge alla struttura logica del reale e del linguaggio.

Francesco Aliberti direttore del Coro

Johann Sebastian Bach fu fine conoscitore dei segreti del contrappunto e se ne servì come strumento di costruzione formale. Ma il principio di tale costruzione sta nell’incrollabile fede, che orienta il senso di ogni attività umana. Eppure Bach fu uomo come tutti noi, un ragazzo divertente e appassionato, pur con una immensa capacità di soffrire, che amò le sue donne e seppe trascorrere con allegria e ironia i momenti belli della vita. Il Quodlibet è uno dei pochi manoscritti ancora conservati del giovane Bach. Si tratta di uno scherzo musicale a quattro voci e basso continuo, composto per il proprio matrimonio con la cugina Maria Barbara, nel quale si presenta una scanzonata compagnia di invitati e parenti che si divertono tra loro con insulti bonari e richiami a personaggi della  vita reale, con una non trascurabile parodia stilistica sullo stile tardo secentesco.

Nelle due raccolte dei Liebeslieder Walzer, elaborate su testi di Georg Friedrich Daumer in cui gli elementi della natura evocano le diverse sfumature dell’amore, la composta semplicità della musica di Brahms, che molti studiosi fanno risalire all’approfondimento del repertorio di Haendel e che è comunque riconducibile alla genuinità della danza popolare, si coniuga a momenti di crescente passione e fervente lirismo, con un tratto compositivo tipicamente modale che anticipa i colori del neomodalismo novecentesco. Cordialità, grazia e leggerezza tipiche della Hausmusik si alternano a momenti di spessore drammatico, quasi a richiamare l’inquietudine emotiva dello Sturm und Drang, per poi confluire nel brano conclusivo, composto su testo di Goethe, in una richiesta di pace e serenità all’insegna di un Amore divinizzato, autentico orizzonte di una vita degna e completa.

PROGRAMMA

 Johann Sebastian Bach (Eisenach, 1685- Lipsia, 1750)
Quodlibet BWV 524

 Johannes Brahms (Amburgo, 1833 – Vienna, 1897)
Liebeslieder. Walzer op. 52

 Johannes Brahms
Neue Liebeslieder op. 65

Barbara Bargnesi, soprano

Carlotta Vichi, mezzosoprano

Blagoj Nacoski, tenore

Filippo Polinelli, baritono

Maestro del coro Francesco Aliberti

Coro del Teatro Carlo Felice

 Pianoforte Sirio Restani/Patrizia Priarone

Nicoletta Tassan Solet (anche per la fotografia)

A cena con gli Scaligeri

Sei ristoranti per sei settimane. Fino al 5 dicembre si svolgerà la 9^ edizione della rassegna enogastronomica ‘A Cena con gli Scaligeri’. Trattorie, ristoranti ed osterie della città si alterneranno una settimana a testa proponendo piatti tipici della tradizione veronese. L’evento è realizzato  da associazione Zero45 e Pro Loco di Verona con il patrocinio del Comune di Verona ed il contributo della Regione del Veneto. Official partners sono Amia Verona spa e Distilleria Marzadro spa.

Novità dell’edizione post Covid è il format della rassegna, che, per evitare assembramenti, viene diluita in una settimana anziché una sola serata per locale. Confermata invece la proposta del menù fisso su prenotazione e a prezzi vantaggiosi. Monte Veronese, pastissada de caval con polentina morbida, tastasal, carni bollite con la pearà, gnocchi di malga e poi tanti dolci e vini saranno alcuni dei tanti piatti che verranno serviti sulle tavole dei sei locali.

L’obiettivo è prolungare la rassegna oltre il termine fissato, portandola nei quartieri e realizzandola in altri periodi dell’anno. Già numerosi infatti i ristoranti disponibili a proseguire l’iniziativa enogastronomica nei primi mesi del 2022.

Partecipano alla rassegna l’Osteria Verona Antica, la Trattoria al Bersagliere, Trattoria La Molinara, Ristorante Al Calmiere, Ristorante Greppia, Ristorante Maffei. Per prenotare basterà telefonare direttamente ai locali.

Il programma.  Dal 26 al 30 ottobre Trattoria Bersagliere,  via Dietro Pallone 1; dall’1 al 7 novembre Ristorante Maffei in piazza Erbe 38; dall’8 al 13 novembre Trattoria la Molinara in piazzetta Ottolini; dal 16 al 21 novembre Ristorante Greppia, vicolo Samaritana 3; dal 23 al 28 novembre Ristorante al Calmiere in piazza San Zeno 10; dal 30 novembre al 5 dicembre Osteria Verona Antica in via Sottoriva 10/a.

“Un’ulteriore occasione a favore dell’economia cittadine e in particolare dei nostri ristoratori – afferma il sindaco Sboarina -. La ripartenza del nostro tessuto produttivo, oltre che culturale, è confermata dal ritorno dei turisti, ancora presenti in numero importante anche grazie all’ampliamento dei plateatici, prolungato fino al 31 dicembre. Questa iniziativa permette a cittadini e visitatori di approfondire la conoscenza del nostro territorio e la sua identità, ben rappresentata dai nostri piatti e dai vini, prodotti di eccellenza che sono una delle nostre ricchezze”.

Roberto Bolis

Halloween Jazz Night

Al Museo del Saxofono di Fiumicino domenica 31 ottobre 2021 è di scena il jazz sorridente di Alberto Botta & Friends. Alberto Botta, il mitologico batterista di Renzo Arbore e di “Quelli della Notte”, accerchiato dai migliori musicisti swing della capitale, proporrà un repertorio tenebrosamente frizzante e oscuramente coinvolgente, come una vera notte nera di Halloween richiede…

Jazz di qualità e tanto divertimento con i grandi capolavori di George Gershwin, Cole Porter, Irving Berlin e Duke Ellington non lesinando incursioni nei ruggenti anni ’20. Un evento volutamente confezionato per ricreare lo spirito estroverso tipico dell’epoca swing con un’atmosfera ironicamente noir.

Eclettico, spassoso, dirompente, Botta suona, fischietta, parla col pubblico, fa battute, diverte e si diverte e così si esprime a proposito. “…Il jazz da sempre è creatività, energia, feeling e nasce come musica popolare e di intrattenimento. Poi è finito nei teatri diventando qualcosa a metà tra musica classica e pop… Prima era una musica da ballare, una musica gioiosa che voleva far divertire la gente e quindi non mi vergogno di scherzare con i suoni e con il pubblico e di mischiare il jazz con l’entertainment”.

Gli spettacoli sono gestiti e organizzati nel pieno rispetto di tutte le normative anti-covid.

La prevendita è sul sito liveticket o chiamando i numeri 06 61697862347 5374953.

Alle ore 20.00, prima dell’inizio degli eventi, è prevista un apericena d’intrattenimento facoltativo.

Elisabetta Castiglioni