Aerostation

 

Aerostation è un power trio senza chitarre, che suona un rock alternativo e originale. Un mix di crossover prog, elettronica, hard rock e pop raffinato che alterna momenti di grande irruenza a momenti riflessivi e più intimi.

Il disco d’esordio, composto da 11 tracce, l’omonimo Aerostation, è stato pubblicato in tutto il mondo da Aerostella by Immaginifica, con distribuzione fisica Self e digitale Pirames International. Otto brani in inglese e tre strumentali, undici pezzi espressione di un grintoso power trio senza chitarra nello stile di ELP ma poco nostalgico, con un approccio rock molto energico, talvolta acido e distorto. Aerostation è un disco che trasuda feeling, compattezza e dinamismo, doti immediatamente apprezzate nelle anteprime live che il trio ha tenuto in Italia, Francia e Canada, dove ha raccolto notevole attenzione e curiosità.

Prima ancora dell’uscita dell’album, gli Aerostation si sono esibiti dal vivo nel 2018, presentando in anteprima i brani in live club e festival italiani e stranieri (Francia, Canada), riscuotendo unanimi consensi da parte del pubblico e degli addetti ai lavori.

Gli Aerostation sono Gigi Cavalli Cocchi e Alex Carpani.

Gigi Cavalli Cocchi è stato il batterista di Ligabue, dei Clan Destino e dei C.S.I. Ha fondato e guidato i Mangala Vallis, ha collaborato anche con Judge Smith e David Jackson (Van Der Graaf Generator), John Ellis (Peter Gabriel, The Stranglers), Bernardo Lanzetti (Acqua Fragile, PFM) e Alex Carpani Band, suonando nei maggiori festival internazionali e rock club italiani e stranieri.

Alex Carpani è un compositore, cantante, tastierista e produttore, ha pubblicato 4 album da solista, insieme alla Alex Carpani Band si è esibito in festival e rock club in venti Paesi di tre continenti. Ha collaborato con leggende del rock come David Cross (King Crimson), David Jackson (Van der Graaf Generator), Aldo Tagliapietra (Le Orme) e Bernardo Lanzetti (PFM).

Dal vivo gli Aerostation sono accompagnati da Jacopo Rossi, bassista molto noto e apprezzato nel panorama metal italiano e internazionale (Dark Lunacy, Antropophagus, Nerve).

Youtube: https://www.youtube.com/channel/UCkA_p9xvFq1_ReINbDKpcKA

Francesca Crispello (anche per le immagini)

Alessandra Baldoni. “Atlas”

Alessandra Baldoni – Atlas 12 (particolare), 2017-2019, stampa fine art

Immagini che si relazionano le une alle altre senza soluzione di continuità. Stratificazioni di racconti dove letteratura, sogno e poesia, emozioni e stati d’animo si incontrano e si sfiorano tra loro.

Red Lab Gallery/Miele di via Solari 46 a Milano fino al 29 giugno la mostra di Alessandra Baldoni, Atlas, a cura di Gigliola Foschi.

Alessandra Baldoni, fotografa intima ed eterea, costruisce piccoli racconti da ascoltare ancor prima che da vedere, immersi nel silenzio che li avvolge con incanto.  Fotografie che possono inizialmente sì disorientare, ma che poco alla volta sprofondano l’anima in continue sollecitazioni di fronte alle quali non si può rimanere inerti.

Capace di creare immaginari visivi dal forte connotato favolistico, Alessandra Baldoni presenta a Milano una ricerca che sboccia in dittici o trittici costruiti con attenzione maniacale in ogni particolare, per una lettura d’insieme armonica e avvolgente, ma che nello stesso tempo potrebbero essere scomposti, e ogni scatto, ogni frammento, respirerebbe di vita propria.

Volti, dettagli di opere d’arte, animali impagliati, natura, corpi o parti di essi, paesaggi: questi i soggetti letterari dei “set fotografici” della Baldoni che poco alla volta riempiono le pagine dei suoi racconti sospesi, autoprodotti e senza committenza, con costanti corrispondenze fra uomo e natura.

Gigliola Foschi: “Essenziali ed evocative, le immagini di Alessandra Baldoni s’impongono allo sguardo per la loro forza magica e perturbante. Pervase da una sottile inquietudine, costruiscono una sorta di costellazione dove ogni opera rimanda all’altra, senza trasformarsi in una narrazione precisa e afferrabile”.

La forza magica delle sue immagini, come le carte dei tarocchi, sta nel loro guardarsi costantemente le une con le altre, come se ci fosse un rimbalzo continuo di riferimenti e richiami, un fil rouge che lega un soggetto a un altro, e quest’ultimo a un altro ancora. Un Atlante di narrazioni che celano spazi colmi di ricordi e stati d’animo.

Il punto di partenza della sua ricerca sono i particolari, i punti di interpunzione dei suoi manoscritti, che l’artista unisce con pazienza, senza fretta, per arrivare a raccontare, e in parte raccontarsi.

Aspetto preponderante nelle immagini della fotografa perugina (classe 1976) sono, inoltre, le figure umane caratterizzate da sguardi che rubano la scena: assenti, perturbanti, adolescenziali, curati con estrema perizia tecnica e comunicativa, proiettano chi li osserva in una dimensione di disincanto. Sguardi di soggetti dall’area un po’ sognante, malinconica, nel momento di massimo ripiegamento interiore, ma non per questo privi di speranza, di fronte ai quali non è così difficile identificarsi.

In dialogo con le immagini di Alessandra Baldoni, la vetrina della Red Lab Gallery presenta alcune opere di Florencia Martinez, artista italo-argentina che lavora con fili e stoffa, fino a creare opere germinanti e contorte, capaci di divenire presenze magiche e stregate, che accendono visioni inedite e familiari simili alle filastrocche dell’infanzia. Un albero o una testa si trasformano in figure traboccanti un’energia selvaggia, contenuta e come domata dalla forza dei fili che paiono bloccarne i movimenti e la crescita proliferante.

I racconti fotografici all’interno della Red Lab Gallery vengono ulteriormente esaltati grazie a una innovativa modalità di allestimento, il sistema photoSHOWall: moduli-cornice che possono ospitare foto singole originali in tiratura limitata o scomposizioni inedite.

Durante tutte le inaugurazioni delle mostre del ciclo “Ascoltare la Terra”, lo chef Cristiano Bonolo proporrà ricette pensate per incoraggiare uno stile di vita sano e naturale, nel rispetto del Pianeta.

Giovedì 6 giugno alle ore 18, in occasione di Milano Photoweek, Red Lab Gallery/Miele presenta il talk “Atlas/Mondo, una mostra e un libro”.

Alessandra Baldoni e la scrittrice Silvia Camporesi, autrice di Il mondo è tutto ciò che accade (Danilo Montanari Editore 2018), libro antologia del suo percorso artistico, dialogheranno con la curatrice Gigliola Foschi per raccontare le proprie ricerche fotografiche dove si intrecciano filosofia e letteratura, poesia e memorie.

Alessandra Baldoni, nata nel 1976 a Perugia, vive in un paese vicino al Lago Trasimeno.

Tra le sue mostre più recenti. Anno 2018: “Wunderkammer der Natur”, a cura di Sabrina Raffaghello, Berlino, SR-, Berlino; “Il sangue delle donne” a cura di Manuela De Leonardis (Palazzo Fibbioni, L’Aquila); “Vertigo”, a cura di Roberta Vanali (Centro Fotografico, Cagliari). Anno 2017: “Developing Italian Experimental Photography”, SR-  ContemporaryArtBerlin; “Gioco di Fantasmi”, a cura di Chiara Serri, (CSArt, Reggio Emilia); “Chronos-Le stanze del contemporaneo”, a cura di Angela Madesani (Palazzo Vezzoli, Bergamo).

Nel 2018 i suoi lavori sono entrati nella selezione del premio Arteam Cup, a cura di Espoarte, Fondazione Zoli (Forlì), mentre nel 2017 del “Premio Fabbri”, a cura di Carlo Sala (Fondazione Fr.Fabbri, Pieve di Soligo, TV).

 

ALESSANDRA BALDONI. Atlas. Mostra a cura di Gigliola Foschi. Red Lab Gallery/MieleVia Solari 46, Milano. Ingresso libero, da lunedì a venerdì 15.00-19.00; sabato 10.00-12.30; 15.00-19.00

 

de Angelis

 

Steve McCurry. Leggere

Nel 2009 veniva allestita la prima delle rassegne dedicate a Steve McCurry in Italia, a cui sono seguite altre grandi mostre che hanno offerto la possibilità di scoprire la straordinaria produzione del fotografo statunitense (Philadelphia, 1950), ottenendo un eccezionale successo di visitatori. Steve Mc Curry si conferma un punto di riferimento per un pubblico di tutte le età, con una spiccata predilezione da parte dei giovani, che nelle sue fotografie riconoscono un modo di guardare il nostro tempo.

Per iniziativa della Fondazione Torino Musei e di Civita, fino all’1 luglio 2019 nella Corte Medievale di Palazzo Madama di Torino, è possibile visitare una nuova rassegna, dedicata a un tema specifico: la passione universale per la lettura. Steve McCurry. Leggere è una mostra costituita da una selezione di scatti realizzati in oltre quarant’anni di carriera e comprende la serie di immagini che egli stesso ha riunito in un magnifico volume, pubblicato come omaggio al grande fotografo ungherese André Kertész. Con questa nuova rassegna Steve McCurry presenta le sue foto legate al tema universale della lettura in una città, Torino, che, anche in virtù del Salone del Libro, può essere considerata la “capitale italiana della lettura”.

Curata da Biba Giacchetti e, per i contributi letterari da Roberto Cotroneo, giornalista e scrittore, la rassegna presenta oltre 70 fotografie che ritraggono persone di tutto il mondo, assorte nell’atto intimo e universale del leggere. Persone catturate dall’obiettivo di McCurry che svela il potere insito in questa azione, la sua capacità di trasportarle in mondi immaginati, nei ricordi, nel presente, nel passato e nel futuro e nella mente dell’uomo. I contesti sono i più vari: i luoghi di preghiera in Turchia, le strade dei mercati in Italia, dai rumori dell’India ai silenzi dell’Asia orientale, dall’Afghanistan a Cuba, dall’Africa agli Stati Uniti. Immagini vibranti e intense, che documentano momenti di quiete durante i quali le persone si immergono nei libri, nei giornali, nelle riviste. Giovani o anziani, ricchi o poveri, religiosi o laici: per chiunque e dovunque c’è un momento per la lettura.

Le fotografie che rendono omaggio alla parola scritta sono accompagnate da una serie di brani letterari scelti da Roberto Cotroneo, in una sorta di percorso parallelo. Un contrappunto di parole dedicate alla lettura che affiancano gli scatti di McCurry, coinvolgendo il visitatore in un rapporto intimo e diretto con la lettura e con le immagini.

La mostra è completata dalla sezione Leggere McCurry, dedicata ai libri pubblicati a partire dal 1985 con le foto di Steve McCurry, molti dei quali tradotti in varie lingue: ne sono esposti 15, alcuni ormai introvabili, insieme ai più recenti, tra cui il volume edito da Mondadori che ha ispirato la realizzazione di questa mostra. Tutti i libri sono accompagnati dalle foto utilizzate per le copertine, che sono spesso le icone che lo hanno reso celebre in tutto il mondo.

riferimenti

Torino, Palazzo Madama, Corte Medievale
Fino al primo luglio 2019

 

Ombretta Roverselli (anche per le fotografie)

 

 

Ferrara sotto le stelle 2019

Cinque date per altrettante serate all’insegna della musica indipendente, con il Castello estense a fare da sfondo. Ferrara sotto le stelle conferma anche per questa edizione 2019 un programma ricco e variegato di artisti e repertori della scena musicale internazionale che tra l’11 giugno e il  22 luglio si esibiranno tra piazza Castello e il cortile del Castello.

IL CALENDARIO

Martedì 11 giugno, Cortile del Castello Estense, ore 21
Teenage Fanclub– Ingresso 18€ + DP
UNICA DATA ITALIANA
I precursori dell’indie rock moderno hanno influenzato una generazione di fan e musicisti diventando una delle band di culto più idolatrate degli ultimi decenni. La loro pietra miliare Bandwagonesque – pubblicato dall’iconica Creation Records –  ha gettato le fondamenta dell’alternative come lo conosciamo oggi, fatto di suoni immediati e spontanei, di toni melanconici e chitarre incalzanti.

Lunedì 24 giugno, Cortile del Castello Estense, ore 21
Julia Holter
– Ingresso 20€ + DP

L’innovazione e la sperimentazione stanno alla base delle composizioni della cantautrice che più ha stupito critica e pubblico negli ultimi anni. I brani di Julia Holter sono fatti di vocalizzi teatrali, synth, archi e percussioni, mixati in arrangiamenti strumentali affascinanti e ricchi di svolte sorprendenti. Le forme d’arte creative lontano dalle strutture rigide e ortodosse delle accademie l’hanno resa l’esponente più importante del pop d’avanguardia contemporaneo.

Martedì 25 giugno, Cortile del Castello Estense, ore 21
Soap&Skin
  – Ingresso 23€ + DP UNICA DATA ITALIANA
Introversa e tormentata, incline a creare atmosfere cupe e gotiche, Anja Plaschg compone delicate ballate pianistiche, innervate da sferzate elettroniche e da una voce algida e intensa. Il precoce talento della musicista austriaca è l’espressione musicale più compiuta dell’instabilità emotiva e della fragilità esistenziale.
Anja possiede una profondità creativa ed una potenza narrativa uniche nel suo genere, che senza dubbio le hanno fatto meritare la definizione di regina della scena dark-alternative.

Giovedì 18 luglio, Piazza Castello, ore 21
Thom Yorke Tomorrow’s Modern Boxes
 – Ingresso 50€ + DP
Il leader dei Radiohead è il più influente musicista contemporaneo. Il poliedrico Yorke infatti non ha solo guidato la band che più si è reinventata nell’ultimo trentennio, ha anche scritto le pagine più interessanti dell’attuale scena elettronica, sia come solista che con i suoi Atoms For Peace, divenendo inoltre protagonista nella composizione di colonne sonore nel 2018 firmando le musiche del remake del capolavoro Suspiria. La sua carriera è costellata da importanti riconoscimenti e collaborazioni illustri, prima fra tutte, quella con Nigel Godrich.

Lunedì 22 luglio, Piazza Castello, ore 21
Tash Sultana
 
 – Ingresso 32€ + DP UNICA DATA ITALIANA
Taglienti pezzi polistrumentali, loop labirintici, finger tapping e beatboxing sono gli ingredienti su cui si basa il talento cristallino della giovanissima cantautrice, che ha lasciato le strade di Melbourne per approdare sui palchi più importanti del mondo. Tash scrive, registra, produce ed esegue da zero tutti i brani che propone dal vivo, come una vera e propria one-woman-band che suona con virtuosismo oltre venti strumenti diversi.
Le sonorità aliene, il timbro magico e la chitarra imperiosa creano un melange di generi inedito ed ancora inesplorato.

 

Alessandro Zangara

 

Cavalleria rusticana/Pagliacci. Al Teatro Carlo Felice fino al 30 maggio

 

 Cavalleria rusticana/Pagliacci, il classico dittico verista su musiche, rispettivamente, di Pietro Mascagni e Ruggero Leoncavallo, torna al  Teatro Carlo Felice di Genova, dopo l’ultima rappresentazione del 2007, fino al 30 maggio 2019.

Un realistico paesino della Sicilia di fine ’800. Una schietta vicenda di passione, gelosia e tradimento, che si conclude con un delitto d’onore. Il  17 maggio 1890, quando al Teatro Costanzi di Roma debuttò Cavalleria rusticana, Pietro Mascagni fu il primo a stupirsi del successo. Ambiva a opere monumentali e compose in fretta e furia la “piccola” Cavalleria, un atto unico tratto dall’omonima novella di Verga.

Ma questo, evidentemente, era proprio ciò di cui il pubblico, i cui gusti stavano cambiando, aveva bisogno: non una finta ricostruzione storica ambientata in una corte lontana e inaccessibile, ma una storia vera appartenente a un contesto sociale più vicino come quello popolare. Con una musica semplice e genuina.

Due anni dopo, al Teatro dal Verme di Milano, va in scena per la prima volta Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, una Cavalleria ancora più cruda e brutale. Con in più un conflitto quasi pirandelliano tra teatro e vita: i clown condannati a far ridere in una situazione in cui non c’è nulla da ridere. Le armonie ruvide, brusche, e le sgangherate melodie da fiera evocano un contesto provinciale squallido, popolato di persone emarginate e infelici. Due opere gemelle, da sempre accoppiate, con protagonisti dei “vinti” verghiani.

Sul podio, a dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro Carlo Felice (preparato da Francesco Aliberti), è stata l’abile bacchetta di Paolo Arrivabeni Direttore Musicale dell’Opéra Royal de Wallonie di Liegi dal 2008 e specialista del repertorio operistico italiano, e da oggi Giuseppe Finzi, un altro direttore italiano della nuova generazione con già molta esperienza nel campo dell’opera.

Il Teatro Carlo Felice, in coproduzione con la Fondazione Maggio Musicale Fiorentino, in questo nuovo  allestimento, ha affidato la regia del dittico verista per eccellenza ai Teatrialchemici dei siciliani Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi, impegnati da sempre in un teatro sociale e di ricerca, registi, nella scorsa stagione, di una Norma che ha conquistato pubblico e critica realizzando il tutto esaurito ad ogni recita.

Le scene sono state realizzate da Federica Parolini, i vistosi costumi sono di Agnese Rabatti e le luci sono firmate da Luigi Biondi.

L’opera si avvale di due cast prestigiosi, che si alterneranno nelle recite: Sonia Ganassi e Valentina Boi (Santuzza), Diego Torre e Rubens Pelizzari (Turiddu e Canio), Gevorg Hakobyan (Alfio), Donata D’Annunzio Lombardi (Nedda), Carlos Álvarez (Tonio) e in più le il Coro di voci bianche del Teatro Carlo Felice diretto da Gino Tanasini.

Main Sponsor dell’opera, il marchio ABB, leader tecnologico all’avanguardia con un’offerta completa per le industrie digitali. Con una storia di innovazione lunga più di 130 anni, ABB opera in oltre 100 paesi con circa 147.000 dipendenti. Genova rappresenta uno dei poli più qualificati della presenza di ABB in Italia e ospita le attività di automazione degli impianti di generazione di energia, per l’industria dell’acqua e per le turbine, e per il settore dei trasporti e navale.

“Per ABB è un piacere e un onore sostenere il Teatro Carlo Felice, che rappresenta uno dei grandi simboli della cultura italiana: è fondamentale che realtà radicate sul territorio abbraccino questo tipo di iniziative per creare valore affinché Genova possa essere una città in cui vivere e lavorare”, ha detto Danilo Moresco, responsabile Power & Water di ABB”.

 

Marina Chiappa (anche per la fotografia)

 

Ravenna “diPortainPorta”

Un nuovo modo per vivere e gustare Ravenna, come cittadini e come turisti: “diPortainPorta – itineranti accoglienze alle porte storiche: RAVENNA, Signora del Parmigiano Reggiano”. Un evento culturale e gastronomico, alla seconda edizione, per ricordare ai ravennati la ricchezza storico-artistica della cinta muraria della loro città, mentre a “chi viene da fuori” l’importanza delle porte come simbolo di accoglienza e di ospitalità. Il tema gastronomico è quel Parmigiano Reggiano che da sempre accompagna i cappelletti, i passatelli, la spoja lorda della nostra tradizione culinaria.

Appuntamento da oggi, 27 maggio, al 2 giugno fra Porta Serrata, Porta Adriana, Porta Gaza e Porta Sisi.

Le Porte saranno presidiate dagli chef “stellati” di Progetto RavennaFood e CheftoChefemiliaromagnacuochi che, grazie al supporto del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, il sostegno del Comune di Ravenna e della Regione Emilia-Romagna e “l’adozione” delle porte da Parte di SVA Dakar, NaturellegruppoEurovo, Mac Port, Birra Amarcord, Molino Spadoni, organizzano l’evento e gestiranno la parte enogastronomica. Fra i Ravennati ci saranno che chef: Vincenzo Cammerucci di ‘Càmi’, Marco Cavallucci di ‘Cà del Pino’, Matteo Salbaroli di ‘Osteria L’Acciuga’ e ‘Cucina del Condominio’, Mattia Borroni di ‘Alexander’, PierPaolo Spadoni di ‘Pancotto’ che presidierà Porta Sisi, Alessandro Dembech di ‘La Rotonda’, Mirko Colanzi di ‘Alighieri Caffè’, Francesco Trevisan e Igli Nipoli de ‘La Capannina’, Marco Guerrini di ‘Cabiria’, Giuseppe Utili di ‘Marchesini’, Raffaele Parisi della ‘Pizzeria Rivaverde’

Oltre agli chef ravennati, il pluristellato Igles Corelli, Francesco Di Natale, Riccardo Agostini, Simone Zoli, Davide Fiorentini, Omar Casali, Daniele Baruzzi.

Ad ogni Porta saranno presenti: i caseifici produttori di Parmigiano Reggiano per “la valorizzazione delle differenze”; compagnie teatrali e associazioni che metteranno in scena spettacoli creati ad hoc su storia, arte, teatro e gastronomia come “Le pere di Pinocchio e il formaggio” di Matteo Gattadi Ravenna Teatro ;gruppi musicali e di animazione. Inoltre, grazie alla collaborazione di Trail Romagna, con l’apertura straordinaria delle “vecchie mura” proporrà un itinerario cultural-architettonico che collega le Porte storiche della città (per informazioni e prenotazioni www.trailromagna.eu), accompagnati dalle cartoline illustrate delle Porte a cura di Giovanni Gardini, quasi fossero preziose e monumentali corniciche inquadrano altrettanti monumenti della città, svelandone curiosi dettagli e raccontandone piccole storie attraverso le voci di viaggiatori del passato.

Porta Serrata

Verso valli e pinete. L’uscita da Ravenna che andava a S. Alberto verso Venezia, attraverso quel “selvatico di pregio” celebrato da Stecchetti: anguille e cefali, asparagina e spugnole, folaghe e fagiani. Mangiari antichi e modernissimi, biodiversità da salvare e da gustare, da allevare con sapienza e rispetto.Un’osteria all’interno della Porta allestita da Matteo Salbaroli dell’Osteria Acciuga e che ospiterà chef della nostra città e di “fuori città”: Riccardo Agostini, Mattia Borroni, Vincenzo Cammerucci, Daniele Baruzzi, Omar Casali, Alessandro Dembech, il Team Gastronomico di Benso, Mirko Colanzi, Francesco Trevisan e Igli Nipoli, Marco Guerrini, Giuseppe Utili, Francesco Di Natale, Igles Corelli, Matteo Salbaroli, Davide Fiorentini, Raffaele Pasini.

Menù a quattro mani per 7 cene e due pranzi (1 e 2 giugno) con al centro il Parmigiano Reggiano.

La sera del 27, all’inaugurazione dell’evento, sono invitati tutti i ravennati per sostenere l’opera di solidarietà dell’Antoniano di Bologna a seguito del progetto di Massimo Bottura a cui abbiamo attivamente partecipato. Il gruppo di associazioni di contrasto alla povertà del progetto “Nutrire Ravenna” di cui fa parte CheftoChef sarà parte integrante e attiva di questo messaggio.Una cena informale preparata dai cuochi di Cheftochef e progetto RavennaFood il cui incasso verrà devoluto all’iniziativa “operazione Pane” dell’ Antoniano di Bologna a sostegno delle realtà francescane e per aiutarle a garantire pasti caldi per tutte le persone che vivono in povertà e che bussano alla loro porta in cerca di aiuto (costo di partecipazione 20 euro).

Porta Adriana

Il Borgo San Biagio è la Romagna a tavola. Dalla “Faentina” giungevano cereali, uova di giornata e candidi squacqueroni, polli romagnoli e conigli, salumi di tutti i tipi che un tempo erano solamente di Mora Romagnola. E anche i viaggiatori entravamo da Porta Adriana per vedere gli splendori di San Vitale e per giungere in piazza. I Caseifici dei diversi “cru” del Parmigiano Reggiano, il mercato, le sfogline e i produttori.La“Cucina del Condominio” si trasferisce eccezionalmente e diventa un’osteria all’aperto, uno street bar gestito dai bar del cento storico: Cabiria, Fresco e Fellini Scalino 5, e ancora spettacoli e musica ed intrattenimento.

Porta Gaza

Una passeggiata vicino alla complessità del Duomo e alle vecchie mura della città, lo Street Food di Casa Spadoni, animazione e spettacoli per bambini e famiglie, un mercatino curato dai più piccoli… Assaggi informali e intriganti “dolci&salati”, la frutta e i diversi parmigiani, il gelato Naturale di Sbrino, le birre di Amarcord, i laboratori delle associazioni…

Porta Sisi

Cucina classica e innovativa fra tre Porte per un vero borgo. San Rocco, una vera comunità con le sue feste popolari verso quella via Mazzini ricca di palazzi signorili. E dalle “Ville Unite”, da quella via Ravegnana che porta a Forlì, giunge la frutta delle “terre alte”. Le prime ciliege e le “mugnache” (albicocche), pesche e susine, ma anche fave e cipolle e piadine con formaggi, salumi e erbe selvatiche. Il Mercato dei Contadini, l’abbinamento Parmigiano Reggiano del Caseificio Caretti con le sfogline. Crea il tuo percorso gastronomico personalizzato: scegli la tua pasta fresca e allo stand “di cottura” crea il tuo abbinamento con i condimento proposti dall’Osteria del Pancotto.

 

Pierluigi Papi

Verona s’illumina di rosa per il Giro d’Italia

 

 

Verona s’illumina di rosa per il Giro d’Italia. Un grande spettacolo di colore e luce che, fino al 2 giugno, vedrà illuminati i principali monumenti e palazzi cittadini.

 

Arena, Gran Guardia e Palazzo Barbieri,Torre dei Lamberti e, da stasera lunedì 27 maggio, anche l’orologio della Bra.

 

In attesa del Giro, infine, sul tratto delle mura di piazzetta Mura Gallieno, saranno proiettati in alternanza, su sfondo rosa, anche il logo ufficiale della manifestazione e quello personalizzato della città.

 

“Il salotto più importante della città si illuminerà di rosa, con l’accensione simultanea dei suoi palazzi e monumenti più belli. Un gioco di luci per rendere omaggio a questa importante manifestazione sportiva e dare ulteriore lustro ai nostri più preziosi gioielli architettonici. Un progetto di valorizzazione attraverso la luce, che si unisce ai tanti interventi di miglioramento dell’illuminazione pubblica realizzati da Agsm Lighting a favore della città”, ha affermato il Sindaco.

 

“Un conto alla rovescia luminoso – dichiara l’Assessore allo Sport – che, di giorno in giorno, illuminerà sempre più di rosa la città rendendo ancora più emozionante l’attesa per questo straordinario evento sportivo”.

 


 Roberto Bolis (anche per la foto)

 

 

 

Uto Ughi festeggia i sessant’anni dal suo debutto alla IUC

Sessanta anni fa, il 2 aprile 1959, Uto Ughi debuttava alla IUC: aveva quindici anni e portava ancora i calzoni corti ma era già una celebrità. Il suo concerto di sabato 18 maggio 2019 alle 17.30 nell’Aula Magna della Sapienza festeggia questa ricorrenza e Ughi per questa occasione speciale suonerà alcuni dei suoi cavalli di battaglia. Insieme a lui Michail Lifits, non un semplice “accompagnatore” ma un pianista di primo piano, vincitore nel 2011 del “Ferruccio Busoni” di Bolzano, uno dei più selettivi e prestigiosi concorsi pianistici in campo internazionale.

Ughi apre il concerto con la Ciaccona in sol minore di Tommaso Antonio Vitali, vissuto tra Seicento e Settecento e oggi noto per quest’unica ma celeberrima composizione, che è nel repertorio dei più grandi virtuosi e viene preferibilmente eseguita nella revisione ottocentesca di Ferdinand David. Si passa dal Barocco al pieno romanticismo con la Sonata n. 3 in re minore op. 108 di Johannes Brahms. La dimensione della musica da camera è tra le più congeniali a Brahms e occupa nel suo catalogo uno spazio superiore a quello dei lavori sinfonici; alla musica da camera il compositore si rivolse particolarmente nella sua età matura, componendo alcuni dei suoi maggiori capolavori, tra cui questa Sonata, che mostra un’estrema attenzione alla rifinitura e all’equilibrio formale e ha spesso un tono di meditazione intima, quasi di confessione.

La seconda parte del concerto è dedicata a tre celebri e brillanti pezzi di bravura della fine dell’Ottocento e dell’inizio del Novecento che flirtano con i colori e i ritmi della musica spagnola. È di Manuel De Falla, il maggior rappresentante della scuola nazionale iberica, la Suite Popular Española, fortunata versione per violino e pianoforte delle sue Canciones Populares Españolas del 1914. Dedicato al violinista spagnolo Pablo De Sarasate, il Rondò capriccioso op. 28 di Camille Saint-Saëns era fatto per mettere in mostra la prodigiosa bravura di quel celebre virtuoso e nel contempo era un omaggio alla sua patria, perché vi compaiono melodie e ritmi dall’inconfondibile colore spagnolo. Questo brano divenne talmente celebre che due grandi compositori come Bizet e Debussy ne hanno fatto delle proprie versioni. Il concerto si conclude con la pirotecnica Tzigane di Maurice Ravel, una musica dal virtuosismo satanico e smagliante, un vero tour de force con cui solo i più grandi violinisti possono cimentarsi.

Non è certamente necessario tessere ancora una volta le lodi di Uto Ughi, uno dei massimi esponenti della tradizione violinistica italiana e più grandi violinisti in assoluto dei nostri giorni. Quando era appena dodicenne, la critica già scriveva di lui: “Uto Ughi deve considerarsi un concertista artisticamente e tecnicamente maturo”. Ha suonato in tutto il mondo, nei principali festival, con le più rinomate orchestre sinfoniche, sotto la direzione dei più importanti direttori d’orchestra tra cui Celibidache, Gatti, Gergiev, Giulini, Maazel, Mehta, Pretre, Rostropovich, Sawallisch, Sinopoli, Temirkanov. Ha inciso le più importanti opere del repertorio violinistico e pubblicato il libro “Quel Diavolo di un Trillo – note della mia vita”. Suona un Guarneri del Gesù del 1744 dal suono caldo e dal timbro scuro, forse uno dei più bei “Guarneri” esistenti, e uno Stradivari del 1701 denominato “Kreutzer” perché appartenuto all’omonimo violinista a cui Beethoven aveva dedicato la famosa Sonata.

Nato nel 1982 a Tashkent (Uzbekistan) e trasferitosi in Germania all’età di 16 anni, Michail Lifits svolge una notevolissima carriera da solista nelle più importanti sale da concerto d’Europa e d’America ed è anche un appassionato e ricercato musicista da camera. Incide in esclusiva per Decca ed è attualmente impegnato nell’incisione integrale della musica per pianoforte di Schubert.

 

Mauro Mariani (anche per la fotografia)

I Dialoghi sull’uomo compiono dieci anni

 

Dialoghi sull’uomo si prepara a festeggiare un compleanno importante: la decima edizione del festival di antropologia del contemporaneo, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e dal Comune di Pistoia, ideato e diretto fin dalla prima edizione da Giulia Cogoli, è in programma dal 24 al 26 maggio 2019.

Nati nel 2010 come progetto di condivisione e approfondimento di taglio antropologico, i Dialoghi – che nell’ultima edizione hanno registrato oltre 30.000 presenze – sono stati animati fin da subito da un forte impegno culturale e civile e dalla volontà di offrire un nuovo modo di fare approfondimento culturale, con contenuti inediti e nuovi sguardi sulle società umane. Un percorso lungo e intenso, premiato da numeri in continua crescita: nelle prime nove edizioni le presenze sono state circa 167.000 (più che triplicate dalla prima edizione); i relatori – italiani e internazionali – 250; gli eventi 249; i volontari più di 3.000; i follower sui social circa 43.000.

Negli anni, al festival si sono affiancate una serie di importanti iniziative di produzione e documentazione culturale: i 13 volumi editi da UTET nella serie Dialoghi sull’uomo, con 19 edizioni e una tiratura di 65.000 copie; un vasto archivio di 252 registrazioni audio e video disponibili sul sito della manifestazione; un canale YouTube dedicato che ha avuto oltre un milione di visualizzazioni; un progetto di divulgazione antropologica per le scuole che ha visto la partecipazione di circa 25.000 giovani; il Premio Internazionale Dialoghi sull’uomo, oggi alla sua terza edizione; 5 mostre con grandi maestri della fotografia che ogni anno completano il percorso del festival.

Inoltre, nel 2018, il festival ha valicato i confini nazionali, organizzando una serie di incontri all’Istituto Italiano di Cultura di Londra e portando all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi la mostra fotografica di Gianni Berengo Gardin ideata appositamente per la manifestazione.

Il tema scelto per il decennale è: Il mestiere di con-vivere: intrecciare vite, storie e destini.

Con-vivere significa “vivere con”, “vivere assieme” rispettandoci e rispettando la Terra su cui ci è dato vivere. Con-vivere è un “mestiere”, nel senso che la società è un luogo di costruzione. In un mondo ogni giorno più segnato da un’accelerazione generale, in cui i rapporti sono sempre più mediati dal digitale e i legami si indeboliscono a causa del venire meno di quelle narrazioni che stanno alla base di ogni comunità, diventa sempre più difficile stabilire un rapporto reciproco, profondo ed egualitario. Un percorso, dunque, di tematiche che si tengono assieme e che compongono, anche grazie ai contributi di alcuni fra i più importanti intellettuali contemporanei, un grande mosaico culturale, fatto di tante tessere, pensieri, approfondimenti, con una forte visione e valenza unitaria. Questo è forse il punto di forza dei Dialoghi: produrre cultura – una cultura della convivenza – e farlo in un percorso ideato e costruito appositamente, sia all’interno del singolo programma di ogni anno, sia nella visione più ampia del decennale.

«Dieci anni fa è sembrato molto innovativo dedicare un festival all’antropologia contemporanea. – commenta Giulia Cogoli – Ma il mondo sta cambiando sotto i nostri occhi, e forse oggi cercare di capire la realtà che ci circonda dall’angolatura antropologica è quanto di più utile si possa proporre. Perché significa rilanciare l’interesse per gli altri, per le altre culture, a cui non ci deve legare solo il rispetto e il dialogo, ma la consapevolezza di essere su un’imbarcazione comune, in un viaggio attorno all’umanità, liberi da quelle zavorre del razzismo e dell’indifferenza che tanto pesano sulla vita quotidiana».

La terza edizione del Premio Internazionale Dialoghi sull’uomo, conferito a una figura del mondo culturale che testimonia la centralità del dialogo per lo sviluppo delle relazioni umane, dopo David Grossman e Wole Soyinka, quest’anno andrà a Vandana Shiva, fisica ed economista indiana, tra i massimi esperti mondiali di ecologia sociale, già premiata con il Right Livelihood Award, premio Nobel alternativo per la Pace, per le sue battaglie a difesa dell’ambiente. Sabato 25 maggio alle 21.15, in piazza del Duomo, Vandana Shiva terrà una lectio dal titolo: Impariamo a condividere il nostro pianeta: è di tutti! Il dialogo permette di imparare a riconoscerci come membri della comunità della Terra, che ha strabilianti capacità e il potenziale per rigenerarsi, nonostante ci si trovi sull’orlo del baratro. Si deve coltivare la speranza, fondata sulla filosofia della Terra intesa come un’unica famiglia, sostiene Vandana Shiva: ce la faremo solo credendo nella capacità di trascendere le divisioni, di pensare, agire e vivere come un’umanità unita, impegnandoci a partecipare in ogni momento alla difesa e alla rigenerazione del tessuto naturale e sociale della vita.

 

Delos

A Borgonovo la terza edizione dell’evento dedicato ad acque, farine e vini

 

 

Non c’è due senza tre e così Borgonovo Val Tidone (PC) in questo 2019 si appresta a ospitare la terza edizione consecutiva della Festamercatodedicata ad acque, farine e vini in rifermento dell’Emilia Romagna. Appuntamento domenica 2 giugno dalle 10,30 con: il concorso “Pane da salame”, spettacolo e laboratorio per bambini, il concerto in piazza, il convegno “Acque e farine”, la merenda con lo chef Max Mariola direttamente dalla trasmissione del “Gambero Rosso” e, soprattutto,lo stand che vedrà ai fornelli alcuni dei migliori chef dell’Emilia Romagna.

Alle ore 10.30, infatti, verrà aperto lo stand gastronomico, in piazza Garibaldi, nel quale saranno attivi gli chef che proporranno la propria interpretazione di pietanze create su di una semplice “’base”con farina e acqua. Ci saranno: Carla Brigliadori di Casa Artusi di Forlimpopoli (FC), Claudio Cesenadella Locanda San Fiorenzo di Fiorenzuola d’Arda(PC), Massimiliano Poggi dell’omonimo ristorante di Trebbo (BO). A fare gli onori di casa ci saranno anche i borgonovesi:Isa Mazzocchi de La Palta, ideatrice e promotrice dell’evento, Danila Ratti e Manuela Pedrini de Le Proposte, Maurizio e Roberto Mera della Pasticceria Meradi Borgonovo. Non poteva ovviamente mancare la Pro Loco di Borgonovo che proporrà la tradizionale chisola. Saranno inoltre presenti stand dei produttori e dei contadini piacentini e dell’Emilia Romagna.

Ad accompagnare le prelibatezze preparate dagli chef ci saranno i vini rifermentati in bottiglia di: Azienda Agricola Lusenti e Vitivinicola Valla di Ziano Piacentino (PC),Cantina Zucchi di San Prospero (MO), Cantina Lodi Corazza di Zola Predosa (BO).

Alle ore 11 si svolgerà la prima edizione del concorso “Pane da Salame” al quale parteciperanno i panifici: Cooperativo di Piacenza, Vida di Pianello Val Tidone (PC), Tassi di Bettola (PC), Vergagni di Brallo di Pregola (PV). La giuria cui spetterà il compito di assaggiare e valutare il pane sarà composta dal giornalista e scrittore gastronomo Allan Bay, dall’ autrice di libri di cucina, fotografa e giornalistaManuela Vanni, da Daniele Marziali del Piccolo Forno Marziali di Saludecio (RN), dal giornalista della Libertà Giorgio Lambri, da Paolo Dallagiovanna titolare del Molino Dallagiovanna

Alle ore 16 per i più piccoli nel fossato della Rocca,Marta Tiribintoracconterà la fiaba di “Pollicino” e a seguirà si volgerà il laboratorio “Mani in Pasta”. Fossato che ospiterà anche la mostra fotografica di Carla Cassi dedicata a acque e farine e le opere sul pane di Romano Bertuzzi.

Sempre alle ore 16 all’interno del cortile della Rocca Municipaleprenderà il via il convegno “Acque e Farine”, al quale interverranno Allan Bay, Manuela Vanni, il Presidente Coldiretti Piacenza Marco Crotti e i fornai del concorso “Pane da Salame”.

Alle ore 17.30merenda con i panini di Max Mariola, chef televisivo volto storico del Gambero Rosso Channel che ha conquistato appieno l’audience con “I Panini li fa Max” e “Max Cucina l’Italia”, tra i programmi più seguiti del canale. Fra i protagonisti della merenda i salumi DOP di Piacenza.

La giornata si concluderà, dalle ore 18.30, con la musica in piazza della band “Il Diavolo e l’Acqua Santa”.

La Festamercato è realizzata da CheftoChefin collaborazione con il Comune e la Pro Loco di Borgonovo Val Tidone, gli amici di Fiorenzuola città della Gastronomia e Mi.Com di Michele Milani, grazie alla sponsorizzazione di:Molino Dallagiovanna, Banca di Piacenza, RGmania, Coldiretti, Capitelli, Salumi Grossetti.

 

Pierluigi Papi (anche per le foto)