“La traviata” al Teatro Carlo Felice di Genova

Da mercoledì 2 maggio alle ore 20.30, al Teatro Carlo Felice, va in scena “La traviata”, melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave, capolavoro drammaturgico tratto dal dramma La dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio. A dirigerla sarà la bacchetta di Daniel Smith, Direttore Principale Ospite del Teatro Carlo Felice, che ha voluto dare alla partitura una nuova lettura, liberata dalle cosiddette “tradizioni” e il più possibile fedele alla lettera della partitura verdiana.

Il nuovo allestimento, che ha debuttato lo scorso anno, ha la regia di Giorgio Gallione, storico fondatore e direttore artistico del Teatro dell’Archivolto di Genova e da ormai lungo tempo attivo anche nella regia d’opera. Le scene e i costumi sono firmati da Guido Fiorato, le luci di Luciano Novelli sono riprese da Angelo Pittaluga e le coreografie sono di Giovanni Di Cicco.

L’ampio cast è composto dalla protagonista Lana Kos nel ruolo di Violetta Valéry, che si alternerà con Irina Polivanova (3,5), Marta Leung sarà Flora, Paola Santucci Annina, il ruolo di Alfredo Germont sarà affidato a Stefano Secco e Giulio Pelligra (3,5), mentre Giorgio Germont sarà interpretato da Rodrigo Esteves e Mansoo Kim (3,5). Completano il cast Didier Pieri (Gastone), Riccardo Crampton (Barone Douphol), Claudio Ottino (Marchese), Manrico Signorini (Dottor Grenvil).

Fino a Domenica 6 maggio Teatro Carlo Felice per Euroflora (eccetto martedì 1 maggio), ore 15-19.30, apertura del Teatro Carlo Felice con visite agli spazi compatibilmente alle esigenze legate a prove e spettacoli.

Agli spettatori de La traviata che presentano un biglietto di Euroflora 2018, in omaggio un flûte di benvenuto al bar interno del Teatro Carlo Felice.

Anche quest’anno IREN, ritorna a sostenere l’opera: “L’attenzione al territorio e al suo sviluppo è uno dei punti cardine della strategia di Iren, che nel solo 2017 ha realizzato 54 progetti a sostegno della cultura nei territori di riferimento – ha sottolineato Marialinda Brizzolara, Responsabile Immagine e Nuovi Media Iren -. La partnership con il Teatro Carlo Felice, di cui oggi celebriamo un ulteriore tappa, è senz’altro una fra le più durature; questo ci ha consentito di creare negli anni un rapporto di stretta collaborazione nel quale il sistema di valori di riferimento della nostra società ha potuto talvolta essere veicolato in maniera non usuale, anche attraverso il linguaggio del teatro.”

LA TRAVIATA
Opera in tre atti di Francesco Maria Piave
Musica di Giuseppe Verdi

Direttore
Daniel Smith

Regia
Giorgio Gallione

Scene e costumi
Giorgio Fiorato
Luci

Luciano Novelli

Riprese da

Angelo Pittaluga

Coreografia

Giovanni Di Cicco

Personaggi e interpreti : 

Violetta Valéry
Lana Kos

Irina Polivanova (3,5)

Flora

Marta Leung

Annina

Paola Santucci

Alfredo Germont
Stefano Secco

Giulio Pelligra (3,5)

Giorgio Germont
Rodrigo Esteves

Mansoo Kim (3,5)

Gastone

Didier Pieri

Barone Douphol

Riccardo Crampton

Marchese d’Obigny

Claudio Ottino

Dottor Grenvil

Manrico Signorini

Orchestra del Teatro Carlo Felice

Coro del Teatro Carlo Felice

Maestro del Coro Franco Sebastiani

 

Nuovo allestimento Fondazione Teatro Carlo Felice

 

Repliche

MAGGIO 2018: Giovedì 3 – ore 20.30 (L), Venerdì 4 – ore 20.30 (B), Sabato 5 – ore 15.30 (F), Domenica 6 – ore 15.30 (C).

 

Marina Chiappa

 

Fisarmonica e clarinetto alla Biblioteca Vaccheria Nardi di Roma il 5 maggio

Il Duo Essentia, composto da Samuele Telari alla fisarmonica e Alice Cortegiani al clarinetto, è il protagonista dell’incontro musicale di sabato 5 maggio alle 11.30 alla biblioteca Vaccheria Nardi (Via Grotta di Gregna 37, Roma) per “Note in Biblioteca”, la serie di incontri musicali della IUC ad ingresso gratuito nelle biblioteche di Roma.

Come gli altri musicisti che partecipano a questi appuntamenti, Samuele Telari e Alessia Cortegiani sono dei giovani già avviati ad un brillante futuro, premiati in concorsi nazionali e internazionali, con e concerti in Italia e all’estero nel loro curriculum. Il duo Essentia, da loro formato nell’ottobre del 2015, ha già tenuto numerosi concerti in sale e rassegne concertistiche di rilievo, come Nuova Consonanza, Fondazione Isabella Scelsi, Accademia Filarmonica Romana, Roma Tre Orchestra, Teatro Olimpico di Roma. Per incrementare il repertorio per questo duo insolito e originale collaborano con compositori contemporanei come Alessandro Sbordoni, Matteo D’Amico, Marcello Panni e Marcello Filotei.

Il loro concerto inizia con Dance Preludes del polacco Witold Lutoslawski, uno dei maggiori compositori della seconda metà del ventesimo secolo, e si conclude con Historie du Tango di Astor Piazzolla. Al centro del programma il romantico Robert Schumann con le Tre Romanze op. 94 e i due maggiori rappresentanti dell’impressionismo musicale, i francesi Claude Debussy con la Première Rhapsodie e Maurice Ravel con Pavane pour une infante défunte.

Introduce all’ascolto Matteo Macinanti, specializzando in musicologia all’Università Sapienza di Roma.

Questi incontri musicali sono organizzati dalla IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti in collaborazione con Sapienza Università di Roma e Biblioteche di Roma.

“Marilyn. Attrice allo stato puro” al Sociale di Brescia

In una produzione riveduta e arricchita, il CTB di Brescia propone in scena il lavoro di Michela Marelli e Lucilla Giagnoni, su progetto e regia della stessa Marelli, dal titolo “Marilyn. Attrice allo stato puro”, monologo dell’attrice Lucilla Giagnoni.

Il testo permette di ripercorrere le tappe della vita dell’icona di bellezza del secondo e anche di questo inizio del terzo millennio, perlopiù amata e anche idolatrata, divenuta mito in vita e ancor più dopo la sua tragica morte: quella Marilyn Monroe che non aveva mai cancellato dentro di sé la Norma Jane che forse solo Elton John ha saputo capire fino in fondo. Giagnoni racconta della sfortunata infanzia, degli amori, del suo scoprirsi attrice, della passione per il cinema, delle vere e proprie disfatte amorose, fino al famoso “Happy birthday, mister President!” che l’ha portata ad essere venerata, condannata, paparazzata e fors’anche uccisa per il legame con i Kennedy. Viene scandagliato il ritrovamento del cadavere, con le versioni più accreditate, ricordati i film celeberrimi, i contratti che hanno arricchito soprattutto gli altri, i mariti, la solitudine affogata nei barbiturici. Tra sorrisi, motivetti canticchiati e molta tristezza, si ricorda in scena e in sala una donna irripetibile, inimitabile, bella in tutto il suo essere, pur se non capita e forse mai amata abbastanza. Simpatico il modo della protagonista di confrontarsi con lei, diventandola per la parentesi dello spettacolo. Che ha il pregio di raccontarci una volta di più Marilyn, ma anche la pecca di sembrare tanto una delle lezioni teatrali che Lucilla Giagnoni tiene agli studenti. Un po’ poco convincente per uno spettacolo che potrebbe essere molto di più che carino.

 

Alessia Biasiolo

 

 

 

 

 

 

Scuola… di cucina. Consigli e pareri degli under 18

Ospitiamo alcuni pareri raccolti tra ragazzi sul tipo di ristorazione che consigliano.

 

Ora parlo un po’ degli agriturismi.

Gli agriturismi hanno ristoranti che offrono pietanze molto buone e con sapori molto delicati.

Essi possiedono animali che vengono poi macellati per preparare pietanze nostrane.

Ci sono vari agriturismi, ma io sono andata in un agriturismo in Valle Sabbia.

Questo agriturismo lo consiglio perché i prezzi sono molto ragionevoli, è un bel locale, si mangia bene e c’è una visuale bellissima lì attorno.

                                                                                                                                             Lucrezia

Le mie esperienze passate in autogrill possiamo dire che sono state utili, perché ho trovato aspetti di cui non ci si accorge al primo impatto, ad esempio per il fattore igienico sono un po’ carenti.

Non in bagno, ma nella zona bar dove c’è quasi sempre sporco per terra e sui tavoli; poi alcune volte si possono trovare brioche, ma anche panini, che sono un po’ stantii; alla cassa sono molto lenti (spesso per il poco personale) quindi non comprate troppa roba, anche perché hanno prezzi più alti rispetto al normale.

A. C.

 

Io consiglio di andare al ristorante dove vendono solamente carne. Lo consiglio perché è molto buona; soprattutto consiglio la fiorentina: è una carne buonissima, oppure anche la carne di cavallo, solo che costa un po’ cara. Ci sono tutti piatti di carne che soddisfano per il gusto e se hai molta fame è un piatto abbondante che va assaporato. Io consiglierei di andare per cena perché per pranzo diventa troppo pesante. Sono molto buone anche le carni grigliate con aggiunta di peperoni e salse; la salsa più indicata è la salsa barbecue che si abbina molto con il sapore della carne, però è abbastanza piccante. Poi della carne ci sono vari tipi e di tutte le grandezze, come la fiorentina che è alta quasi due dita ed è molto grande. Consiglio molto questo tipo di ristorante: quando si vuole scegliere un buon ristorante di qualità scegliete quello che offre tutte portate di carne.

S. G.

 

La settimana scorsa sono andata a mangiare in un ristorante cinese a Brescia. È un ristorante né troppo grande né troppo piccolo. Si mangia molto bene e il cibo è di ottima qualità, e anche il servizio è ottimo. Servono solo cibo cinese come: spaghetti di soia alla griglia, ravioli, nuvole di granchio, involtini primavera e tante altre pietanze. A me personalmente piace molto il cibo cinese in generale e lì è molto buono. Se vi trovate vicino a Brescia vi consiglio molto la cucina cinese, anche se Brescia è patria di ottima cucina tradizionale.

V. C.

 

La steak house è un ristorante basato su carni di ogni tipo tra cui: bistecche, hamburger, costine, fiorentine, costate, ecc. con contorni di patate al forno o fritte, insalate crude e verdure cotte. È sconsigliata ai vegetariani. È un paradiso per chi ama la carne alla griglia o i panini farciti di hamburger succosi con le salse. Ci sono molte bibite a scelta, in bottiglia o alla spina. Ci vado sempre volentieri e ne esco sempre convinta e soddisfatta, con prezzi ragionevoli per bambini ed adulti, e con dolce finale di ogni tipo.

Miira

Ciao. Oggi sono a casa e non ho voglia di cucinare, così mi dirigo a Concesio, nel complesso che dà sulla rotatoria più vicina a Brescia. Cucinano il polletto sia piccante che normale: a me piace il polletto. Oltre a quello ci sono anche patatine e cotoletta, il bere a volontà. Ve lo consiglio perché è abbastanza economico; in estate, o anche in questi giorni di sole, è anche più accogliente perché c’è l’area fuori con sedute molto comode.

T. P.

L’Ottocento e il primo Novecento da Hayez a Casorati a Verona

 

 il Sindaco di Verona in visita alla mostra al GAM

Primo importante appuntamento per la valorizzazione del nuovo Sistema Museale unico della Città di Verona, impegnata nella creazione di nuovi percorsi espositivi presso le proprie sedi museali.

La Galleria d’Arte Moderna Achille Forti apre le porte di Palazzo della Ragione con una mostra che rinnova il percorso espositivo permanente della collezione civica, dal titolo L’arte a Verona tra avanguardia e tradizione. L’Ottocento e il primo Novecento da Hayez a Casorati, arricchita da una sezione collaterale che rende omaggio ai 20 anni dalla prima acquisizione di opere d’arte contemporanea da parte della GAM, dal titolo Luoghi della mente. 20 anni di arte contemporanea.

L’esposizione della collezione storica, sviluppata al piano nobile del Palazzo, curata dalla direttrice Francesca Rossi, intende mettere in evidenza una caratteristica costante della cultura artistica di Verona attraverso i secoli, la capacità di misurarsi con un crocevia di culture diverse pur affermandosi come centro di produzione autonomo e originale. Lungo l’arco di oltre un secolo, tra Ottocento e primo Novecento, Verona è stata protagonista di scambi e relazioni culturali e artistiche con Milano (la cultura accademica, il risorgimento, la scapigliatura, il divisionismo), con Venezia, Firenze, Napoli e con la cultura nordica.  La città è animata in questo periodo da un forte senso civico e dal mecenatismo di autorevoli personalità  locali che si riflette in importanti commissioni artistiche e nella promozione di iniziative culturali a sostegno delle arti.

Il percorso, articolato in tre sale, presenta circa 90 opere tra dipinti, lavori su carta e sculture che illustrano episodi distintivi della storia e della cultura figurativa veronese e italiana tra il 1830 e il 1920, in una incalzante dialettica tra i poli dell’ avanguardia e della tradizione.

Nelle prime due sale, la “Sala delle Colonne” e la “Sala Quadrata”, è presentata l’arte dell’ Ottocento tra pittura e scultura realista, di storia, di genere, scapigliata e divisionista, con un focus inedito sull’Accademia di Belle Arti di Verona sotto la direzione del veneziano Napoleone Nani, che ebbe tra i suoi allievi Angelo Dall’Oca Bianca.

Tra i capolavori esposti, opere di Giuseppe Canella, Carlo Ferrari, Alessandro Puttinati, Ugo Zannoni, Francesco Hayez, Pompeo Maria Molmenti, Domenico Induno, Silvestro Lega, Antonio Mancini, Angelo Morbelli, Medardo Rosso, Mosè Bianchi, Napoleone Nani, Giacomo Favretto, Luigi Nono, Angelo Dall’Oca Bianca, Vincenzo De Stefani, Giuseppe Romeo Cristani.

Nella terza sala, la sala “Picta”, trova invece spazio l’arte veronese del primo Novecento, protagonista di una stagione particolarmente prospera grazie alla presenza stimolante della figura di Felice Casorati e all’influenza esercitata sui veronesi dalle Biennali veneziane e dal gruppo riunito attorno a Nino Barbantini a Ca’ Pesaro.

Qui sono esposte opere dello stesso Casorati, di Alfredo Savini, Ugo Valeri, Umberto Moggioli, Pio Semeghini, Umberto Boccioni, Guido Trentini, Angelo Zamboni, Giuseppe Zancolli, Ettore Beraldini, Eugenio Prati, Baldassarre Longoni, Antonio Nardi.

Una rigorosa selezione di prestiti provenienti dalle collezioni di Fondazione Cariverona e del Banco BPM arricchisce puntualmente le diverse sezioni del percorso.

La quarta ed ultima sala espositiva, detta “Orientale”, ospita un suggestivo focus a cura di Patrizia Nuzzo sull’arte del nostro tempo, in occasione dei vent’ anni di acquisizioni di opere contemporanee per l’incremento delle collezioni della GAM, di cui si ricordano, da ultime, le recenti donazioni del “Premio Ottella for GAM”.

Da Masuyama ad Hashimoto, attraverso Julia Bornefeld, Enzo e Raffaello Bassotto, Botto e Bruno, Gohar Dashti, Giorgio Olivieri, Antonio Rovaldi, il percorso espositivo si configura come un viaggio tra paesaggi che evocano un universo fisico e mentale, tra periferie di città e luoghi dello spirito alla ricerca di uno spazio ideale, panorami insieme astratti e reali, puri e “contaminati”.

Anche in questo caso la mostra si avvale di un importante prestito concesso dalla Galleria Studio La Città di Verona.

L’ARTE A VERONA TRA AVANGUARDIA E TRADIZIONE.

L’OTTOCENTO E IL PRIMO NOVECENTO DA HAYEZ A CASORATI

Fino al 28 febbraio 2019

Sezione collaterale

LUOGHI DELLA MENTE. 20 ANNI D’ ARTE CONTEMPORANEA

Fino al 30 novembre 2018

 

Comune di Verona, foto da Roberto Bolis

 

Zhang Dali in mostra a Bologna

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“Tutte le mie opere hanno una stretta relazione con la realtà che mi circonda”.
Si racconta così Zhang Dali, uno dei più noti artisti cinesi contemporanei, in mostra a Palazzo Fava, a Bologna.

Pittore, scultore, performer, fotografo, Zhang Dali è definito street artist per l’irriducibile volontà di cercare un dialogo con tutti gli elementi che permeano lo spazio urbano.

A Bologna, dove ha vissuto dall’89 al ’95 dopo la protesta di piazza Tienanmen, scoprì la graffiti art, forma artistica che portò poi in Cina diventatone il precursore.  La sua arte racconta, attraverso un dialogo con la città e con i suoi abitanti, la trasformazione storica, sociale ed economica della Cina degli ultimi trent’anni. I suoi lavori, esposti nelle più importanti gallerie e musei del mondo, sono frutto di uno sguardo profondamente umano.

Nove le sezioni in cui sono raggruppate le 220 opere tra sculture, dipinti, fotografie e installazioni, che spaziano nella sua imponente produzione artistica.

“Meta-Morphosis” – Zhang Dali a Palazzo Fava fino al 24 giugno.

Orari: Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato, Domenica: 10-20

Palazzo Fava, via Manzoni 2, Bologna

Biglietti: Intero € 10, Ridotto € 8

Genius Bononie

 

La mostra “A me gli occhi” è a Milano

D. Di Guardo, Lost in Jaipur, Rajasthan, India 2015

Lo sguardo è il tema portante della mostra fotografica “A me gli occhi” che inaugura la stagione espositiva del nuovo spazio pensato per l’arte e la fotografia contemporanea Red Lab Gallery in via Solari 46 a Milano.

Curata da Lucia Pezzulla e realizzata in collaborazione con il partner tecnico photoShoWall by plano design, “A me gli occhi” presenta i lavori di cinque fotografi italiani, Thomas Conti, Antonio Delluzio, Diego Di Guardo, Pablo Peron ed Elena Senti, che hanno puntato la luce dei loro obiettivi sugli sguardi delle persone, cercando, ognuno a modo suo, di carpire quell’attimo dell’anima capace di rivelarci l’identità vera e profonda di un uomo o di una donna.

A colori o in bianco e nero, ognuno di questi sguardi ha una sorta di capacità seduttiva che inchioda, blocca, creando a volte nell’osservatore un senso di disagio e imbarazzo. Sguardi che ci consegnano la propria storia, intrinsecamente soggettiva, ma non per questo meno vera. Storie che altrimenti non sapremmo tradurre e comprendere. Storie che trovano un momento di equilibrio negli occhi.

T. Conti, Il Fiore Rosso 2017-3

Durante tutta la durata della mostra sarà esposte le collezioni 3H Eyewear, gli occhiali tutti realizzati a mano e in edizione limitata da maestri artigiani che usano esclusivamente materie prime di grande valore.

La programmazione della Red Lab Gallery di Milano proseguirà dal 17 al 31 maggio con la mostra “I colori dell’iride” dedicata alla fotografia di Fabio Maremmani, a cura di Roberto Mutti e inserita all’interno del Milano Photofestival 2018.

“A me gli occhi”, Red Lab Gallery, Via Solari 46, Milano

Fino al 10 maggio 2018

Orari di apertura: lunedì-venerdì 10.00-12.30 / 15.30-19.00; sabato 9.30-12.30 / 15.30 – 19.00

 

de Angelis

 

 

Alla Pianca School la balance bike

La balance bike in Italia non è ancora molto conosciuta e viene definita in molti modi, mentre nel nord Europa è una tappa fondamentale per imparare ad andare in bicicletta. Nel nostro Paese ha preso l’appellativo di “bici senza pedali” e raramente anche “bici senza rotelle”, dovuto alla sua caratteristica principale di essere sprovvista sia dei pedali sia delle rotelle, aspetto che stupisce la maggior parte dei genitori, abituati fin da piccoli al tradizionale triciclo o alla bici con le rotelle e pedali.

Su una “balance bike” non solo si impara a curvare più facilmente e nel modo corretto, ma si acquisisce e si migliora l’equilibrio, stimolando la percezione di sé in rapporto al mondo esterno. Dal punto di vista psicomotorio, la balance bike permette di acquisire più “tasselli motori” rispetto a quella con le rotelle.

Far divertire cercando di sviluppare al contempo alcune abilità fondamentali per la crescita dei più piccoli: è questa l’idea di Pianca School” ha spiegato la dirigente scolastica Mirella Pianca “Imparando da soli a stare sulla bici, i piccoli biker acquisiranno maggiore fiducia nelle loro abilità, dato che saranno indipendenti e potranno seguirci quando passeggiamo senza essere spinti, tirati o aiutati: dovranno solo spingere con i piedi e impugnare il manubrio.” 

Per questo il 5 maggio, presso il campo sportivo dell’istituto di Via M. Giunti, 12/a di Conegliano, si svolgerà la prima gara di Balance Bike in provincia di Treviso. Una manifestazione aperta a tutti, non solo agli iscritti della scuola. La mattinata di gare, dedicate ai bambini dai 2 ai 4 anni, inizierà alle ore 9.00 e terminerà nel primo pomeriggio. Verrà consegnato un premio a tutti i partecipanti.
Per ulteriori informazioni e iscrizioni:

Tel. 0438-453997

Termine delle iscrizioni: 27 aprile

Costo dell’iscrizione: 5 Euro

In caso di maltempo la manifestazione si terrà il 26 maggio.

ATC

Ottocento, il nuovo spettacolo messo in scena dal CTB di Brescia

 ph Aleksandra Pawloff 

Tornano a calcare il palcoscenico della Leonessa d’Italia Elena Bucci e Marco Sgrosso con un’intelligente lavoro che cavalca le gesta culturali italiane del secolo d’oro della nostra recente cultura, l’Ottocento che dà il titolo alla piece. Nel piccolo e accogliente teatro Santa Chiara-Mina Mezzadri di Brescia, prende così forma l’atterraggio di Mary Poppins di cui si vede la figura nera su un velo di memoria e di ricordo; quel velo che troppo spesso ci offusca, in un’era che guarda sempre all’introito che la cultura può dare, ma senza conoscerla. E,quel che è peggio, disconoscendola addirittura.

Così, arriva in teatro una coppia, che ravvia il ricordo percorrendo trame e spartiti, rapendo il pubblico di fiabesco e di nostalgia. Ripetuti gli applausi conclusivi e molte le chiamate dei due attori, meritatamente premiati per questa drammaturgia originale di cui sono autori e registi, nonché interpreti. Un lavoro colto, adatto a chi ha letto Poe, ammirato Van Gogh, è un po’ inorridito con Baudelaire, ma godibile anche per coloro che non sanno nulla di tutto ciò e ascoltano la narrazione di un periodo spumeggiante di balli, fruscianti vestiti, caffè, musica e avventurose scoperte, dentro e fuori dell’essere umano. Ecco comparire Emily Dickinson con la sua triste storia e i suoi inimitabili poemi, sullo sfondo della Parigi di Toulouse Lautrec o di Boldini, mentre Dumas e Verdi si contendono “Traviata” osservati da Cechov, Hugo, Dostoevskij e altri. Passato e presente si incrociano e si allontanano, rendendo lo spettacolo vivace, accattivante e da non perdere.

Eccellente la recitazione di Bucci e Sgrosso, capaci di non cadere nel ridondante, di interessante lo spettatore e di stimolarlo nella fantasia e nella curiosità per tutta la durata dello spettacolo.

 

Alessia Biasiolo

le due foto di scena sono di Umberto Favretto

 

Frida’s Mood

 

In occasione della Design Week milanese, fino a lunedì 23 aprile, il Grappa Store Milano ospita Frida’s Mood, un’esposizione di opere dedicate a Frida Kahlo, in cui diversi artisti hanno reinterpretato con varie tecniche la femminilità della famosa pittrice messicana.

Quadri, cianografie e lavori in paper cutting, a cui si aggiunge il Decant’Art Mazzetti d’Altavilla dedicato a Frida Kahlo, un elegante decanter in vetro soffiato e dipinto a mano con all’interno Grappa di Arneis, si fondono all’interno del Grappa Store in un mix armonico di design, arte e qualità, ricreando un’ambientazione unica che diventa un inno alle donne e racconta attraverso immagini, oggetti e parole la loro identità.

Francesca Meana, artista e promotrice di Frida’s Mood, Vincenzo Musacchio, Ludmilla Radchenko e Sylvia Sosvonska sono gli autori delle opere ospiti al Grappa Store Milano che, con creatività e talento, raccontano in modo nuovo un’artista diventata icona e ispirazione per diverse generazioni.

 

Frida’s Mood al Grappa Store Milano

Via Marghera 14 – 20129 Milano

Fino a lunedì 23 aprile

Orari: dalle 10 alle 20

 

Claudio Galletto