Hospitale, la grande installazione di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21

Le infermerie dell’ospedale ancora in funzione all’inizio del Novecento

Nell’ambito delle iniziative di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21, inaugura sabato 5 settembreHospitale – Il futuro della memoria, la più grande installazione di Parma2020+21, aperta al pubblico fino all’8 dicembre e pensata appositamente per l’iconica Crociera dell’Ospedale Vecchio che, insieme all’intero Complesso Monumentale, dal 2016 è oggetto di un importante intervento di rigenerazione urbana che darà vita a un museo multimediale permanente dedicato alla memoria della città.

La mostra in allestimento

Prodotta dal Comune di Parma, progettata e realizzata da Studio Azzurro e con l’importante contributo di Fondazione Cariparma, èuna video-narrazione, articolata in più parti, che racconta la storia dell’Hospitale nato dalle acque – i suoi canali, i mulini, le alluvioni – attraverso la presenza virtuale degli attori Marco Baliani e Giovanna Bozzolo, che assumeranno di volta in volta il ruolo di “io narrante” o di testimoni degli eventi. Otto grandi superfici tessili, che occuperanno le pareti della navata centrale, diventeranno gli schermi sui quali si articolerà, da diversi punti di vista, il racconto della storia dell’Ospedale Vecchio.

L’Ospedale Vecchio è uno dei complessi monumentali più importanti di Parma, nonché l’edificio simbolo della storia ospedaliera della città e dei servizi umanitari dispensati nei secoli.Posto nel quartiere dell’Oltretorrente, è stato l’ospedale cittadino dal XV secolo fino al 1926. Fu fondato nel 1201 da Rodolfo Tanzi; sulle rovine di questo edificio, nella seconda metà del XVsecolo, si inizia a costruire il primo nucleo del complesso che vediamo oggi. L’intera nuova struttura è organizzata intorno alla grande Crociera a croce latina sormontata da una cupola centrale: 120 metri di lunghezza per 100 metri di larghezza, con volte a 12 metri e, al centro dei due bracci della croce, l’altare. L’Ospedale era distinto in due sezioni:l’Ospedale della Misericordia e l’Ospedaledegli Esposti. Il primo era composto da quattro reparti per infermi, inferme, feriti e orfani e poteva ospitare circa 300 ammalati. L’Ospizio degli Esposti era destinato ai soli trovatelli: il termine “esposto”, infatti, indicava il bambino abbandonato in tenera età o non riconosciuto alla nascita.

Il cuore pulsante dell’Oltretorrente ritrova centralità e riattualizza il proprio ruolo e le proprie funzioni grazie al progetto Il Futuro della Memoria, approvato nel 2015 dall’Amministrazione comunalesu propostadell’Assessorato alle Politiche di Pianificazione e Sviluppo del Territorio e delle Opere Pubblicheed ora in fase di realizzazione ad opera di Parma Infrastrutture S.p.A,e improntato alla promozione del dialogo tra identità e innovazione. Un recupero dell’intero complesso dell’Ospedale Vecchio che ha previsto il restauro strutturale della Grande Crociera; la Corte del Sapere con la riorganizzazione della Biblioteca Civica, lì ospitata; nel Chiostro della Memoria Sociale Civile e Popolare si trovano l’Archivio di Stato, l’Archivio Bertolucci, e verrà ospitato l’Istituto Storico della Resistenza e le associazioni partigiane; un nuovo spazio destinato a caffetteria e vari ambienti per esposizioni e incontri. Nella Corte troveranno spazio varie associazioni culturali cittadine.

In occasione di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21, l’Ospedale Vecchio, ieri deputato alla cura sanitaria dell’individuo, diviene oggi opportunità per il benessere della comunità grazie alla cultura.

«Hospitale ha rappresentato, nel dossier di Parma 2020, il progetto pilota pensato con Studio Azzurro da cui scaturiva il senso della gran parte dei progetti che ci hanno portati ad essere Capitale Italiana della Cultura» dichiara Michele Guerra, Assessore alla Cultura «Ripartire da qui, oggi, dopo il mutamento di paradigma cui abbiamo assistito in seguito all’emergenza socio-sanitaria, assume per noi un significato ancora più simbolico: Parma riparte da dove era nato il pensiero di una cultura che batte il tempo e riparte da un luogo come l’Ospedale Vecchio che ci racconta una storia di ospitalità e cura ancora più potente e attuale di quanto potevamo immaginare».

«Hospitale, come un’overture musicale, anticipa l’annuncio della nuova destinazione dello storico Ospedale Vecchio di Parma – afferma Leonardo Sangiorgi di Studio Azzurro –Hospitale è una sfida allo spazio e al tempo, intrapresa fondendo insieme l’antico e teatrale strumento della narrazione a voce e le moderne tecnologie digitali che fanno rivivere inaspettate storie attraverso grandi figure parlanti».

HOSPITALE –Il futuro della memoria, si sviluppa in un allestimento in tre parti.

All’Ingresso il visitatore si trova di fronte alla riproduzione, in un’unica immagine sincronizzata, della facciata frontale dell’ospedale come appare nell’acquerello di Sanseverini e completata con immagini attuali, accompagnate da una colonna sonora che contribuisce a creare uno spazio ricco di suggestioni.

L’Altare è la seconda installazione.L’allestimento è caratterizzato dalla presenza di otto quinte semitrasparenti in tulle: il primo gruppo è disposto al centro dello spazio, proprio sotto la cupola, a formare l’ideale sviluppo dell’altare anticamente presente in quel punto. Gli altri quattroteli, disposti agli angoli dell’incrocio dei bracci, diventano schermi che riproducono le silhouette delle quattro statue – proprio nel luogo dove erano collocate – che ritraevano La Compassione, L’Aiuto, La Carità, L’ Amore per il prossimo.

Il Testimone è lo spazio per gli otto racconti della storia dell’Ospedale. Nella parte più vasta della navata centrale sono presentate otto videoproiezioni sincronizzate: gli otto temi che racchiudono la storia dell’Ospedale Vecchio dai tempi della sua fondazione fino alle epoche più recenti. È il racconto di una storia quasi sconosciuta agli stessi abitanti della città: la Parma dell’assistenza religiosa e poi civile, ma anche della rivolta popolare. Il visitatore sarà guidato da due “testimoni” virtuali, gli attori Marco Baliani e Giovanna Bozzolo che assumeranno di volta in volta il ruolo di “io narrante” o di testimone degli eventi.

Studio Azzurro è un gruppo di ricerca artistica, fondato nel 1982, a Milano da Fabio Cirifino, Paolo Rosa e Leonardo Sangiorgi. Studio Azzurro indaga le possibilità poetiche ed espressive che così fortemente incidono sulle relazioni e i modelli di messa in rete della nostra epoca. Seguendo pratiche affini all’estetica relazionale con particolare attenzione per le conseguenze sociali delle azioni e dei lavori artistici, progetta e realizza dapprima videoambienti, poi ambienti sensibili, spettacoli teatrali e film. Oltre allo sviluppo di opere sperimentali, il gruppo si caratterizza per esperienze più divulgative come la progettazione di musei e di mostre tematiche, attraverso le quali, senza rinunciare alla ricerca, ha potuto costruire un contesto comunicativo che permetta un’attiva e significativa partecipazione dello spettatore all’interno di un impianto narrativo ispirato all’ipertestualità e all’oscillazione tra elementi reali e virtuali. L’anima di Studio Azzurro è formata da molte persone che negli anni, per brevi o lunghi periodi, hanno contribuito con i propri pensieri e le proprie sensibilità a costruire un’atmosfera creativa unitaria, che ha favorito questo particolare tipo di sperimentazione, permettendo di mantenere una rotta e una coerenza di significati lungo il corso di un’attività molto articolata.

Il restauro della Crociera dell’Ospedale Vecchio è stato promosso dalla Regione Emilia-Romagna tramite il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (POR-FESR) e fondi ministeriali del Piano Periferie, con il contributo di Fondazione Cariparma.

Hospitale – Il futuro della memoria. Dal 5 settembre all’8 dicembre 2020

Orari: martedì-venerdì e domenica: 10-19 (ultimo ingresso). Sabato: 10-22 (ultimo ingresso). Chiusura: lunedì.

 

Delos (anche per le fotografie)

Il Premio Zavattini alla 77esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con “Bookciak, azione!”

Il Premio Zavattini sarà presente quest’anno alla 77esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia grazie alla partnership col “Premio Bookciak, Azione!“, il concorso, ideato e diretto da Gabriella Gallozzi, che celebra l’intreccio tra cinema e letteratura attraverso i bookciak, corti ispirati a romanzi e graphic novel, realizzati da giovani filmmaker. In particolare, la direzione del Premio Zavattini ha scelto il vincitore di MEMORY CIAK, sezione nata in collaborazione con LiberEtà, Spi-CGIL e  AAMOD (Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico), che ha  offerto gratuitamente il proprio materiale di repertorio per realizzare il bookciak ispirato a “Le vite di Emma” di Ave Govi (LiberEtà), un racconto di emancipazione femminile nell’Italia degli anni Cinquanta.

Il vincitore della sezione sarà comunicato nell’ambito della serata di premiazione e in pre-apertura delle Giornate degli Autori, martedì 1 settembre alle ore 21:00 presso l’Isola di Edipo al Lido di Venezia; in tale contesto verrà inoltre proiettato a fine serata il corto vincitore dell’edizione 2018-19 del Premio Zavattini, “Domani chissà, forse”, di Chiara Rigione. L’opera è un’indagine poetica che parte dall’inchiesta di Ansano Giannarelli “Tv in paese”, girata nel ‘61 a Vallepietra, paesino a pochi chilometri da Roma che allora aveva il primato di antenne televisive in rapporto al numero di abitanti. Da quella ricerca rivolta al racconto dei cambiamenti che il boom economico avrebbe portato con sé nel mondo contadino, il lavoro evoca invece un mondo quasi cristallizzato nel tempo. “La negazione di tutto il processo di modernizzazione che mi ero immaginata – spiega la regista, che sarà presente alla serata – mi ha portato a raccontare quella sensazione, la storia di un paese dove il passato risuona come se non fosse mai scomparso”.

 

Elisabetta Castiglioni

Concorso internazionale Musica Sacra 2020

Quasi 80 cantanti di 27 nazioni si sono iscritti per partecipare al Concorso Internazionale “Musica Sacra” 2020, un vero record in piena pandemia per la XV edizione del più grande concorso al mondo dedicato a questo repertorio si terrà che si terrà a Roma dal 1 al 4 settembre.

Alle semifinali, in programma il 2 e 3 settembre nella Chiesa di Santa Maria dei Miracoli a Piazza del Popolo (prove aperte il primo settembre), sono stati ammessi i cantanti più promettenti, selezionati online sulla base di video mandati in fase di iscrizione, e i vincitori di altri concorsi lirici internazionali. La finale, in forma di Concerto di Gala, che avrà luogo venerdì 4 settembre alle ore 20:30 presso la Basilica SS. Apostoli, alla presenza dei giurati e del Comitato d’Onore formato da Ambasciatori presso la Santa Sede e presso la Repubblica Italiana, sarà presentata dall’attore Vincenzo Bocciarelli che durante il lockdown ha ideato il “Bocciarelli Home Theatre” che attraverso i Social ha portato il teatro, la poesia e l’arte nelle case dei milioni di persone durante il lockdown.

L’evento potrà essere seguito e ascoltato in tutto il mondo grazie alla preziosa collaborazione di Maria TV per lo streaming delle Semifinali visibile anche sul sito www.concorsomusicasacra.com  ed in mondovisione da TelePace e Radio Vaticana per la Finale-Concerto di Gala in cui si proclameranno i vincitori 2020.

Con oltre 250.000 visualizzazioni della propria pagina Facebook, il Concorso Int. Musica Sacra si conferma come una delle migliori vetrine per i cantanti lirici che vogliano misurare il proprio talento con questa rassegna unica al mondo nata nel 2001.

“In questo momento estremamente difficile per tutto il settore musicale, la conferma dello svolgimento del Concorso Internazionale Musica Sacra è un segnale di ripartenza ed una concreta opportunità professionale per tutti coloro che parteciperanno” dice il Direttore Artistico Daniela de Marco.

L’edizione 2020 è parte integrante del progetto “Let’s Sing Oratorio Music!” vincitore del Bando Europa Creativa e cofinanziato dal Programma Europa Creativa della Commissione Europea. Il progetto, unico in Europa – è dedicato a diffondere il genere musicale dell’Oratorio tra i ragazzi europei. Let’s Sing Oratorio Music offrirà loro un’esperienza formativa attraverso la collaborazione con cantanti e orchestre professionali e un’esperienza teatrale indimenticabile nel cantare un oratorio di fronte al pubblico. In tale ambito, il Concorso Internazionale ha lo scopo di trovare i protagonisti degli spettacoli basati sull’Oratorio “La Creazione” di Haydn che si terranno in Repubblica Ceca con debutto il 6 dicembre 2020 e in Grecia, Romania e Italia nel 2021.

La giuria del Concorso Int. Musica Sacra 2020 è composta dai partner del progetto europeo “Let’s Sing Oratorio Music!”: Ilja Racek (per le eliminatorie) e Golat Ludek rispettivamente Sovrintendente e Consulente Artistico del Teatro Slesiano – SDO di Opava, dal direttore d’orchestra e Presidente della Federazione Panellenica dei Cori Scolastici e dei Direttori di Coro e del Festival di Karditsa Nikos Efthimiadis, dal Direttore della Filarmonica M. Jora di Bacau (RO) Pavel Ionescu Ambrosie (per le eliminatorie), dal Direttore Artistico dell’Accademia Musicale Europea e del Concorso Daniela de Marco. Dalle semifinali si aggiungono in giuria il soprano Chiara Taigi, il Direttore d’Orchestra Leonardo Quadrini – una carriera lunga circa 3000 concerti, spettacoli, opere liriche realizzate e che dirigerà gli spettacoli The Creation in Romania e Italia, Fabrizio Da Ros direttore d’orchestra per The Creation al Teatro SDO Opava e Saverio Clemente della InArt Management di Milano, una delle più note agenzie liriche d’Europa.

I partner del progetto europeo offriranno borse di studio per un totale di € 7.500,00 workshop gratuiti e rimborsi viaggi e alloggio per tutte le attività del progetto. Ingresso libero fino ad esaurimento posti con prenotazione obbligatoria tramite Eventbrite. In completa sicurezza e secondo le normative attuali di distanziamento sociale, è possibile scegliere la sessione a cui si è interessati e prenotare il proprio posto su Eventbrite tramite i seguenti link:

Semifinale 2 settembre – Ore 10:00:  www.bit.ly/2CVSq71

Semifinale 2 settembre – Ore 14:30 www.bit.ly/34yeu3g

Semifinale 3 settembre – Ore 10:00 www.bit.ly/3lha2M5

Semifinale 3 settembre – Ore 14:30 www.bit.ly/2Ysv2FV

Finale – Concerto di Gala 4 settembre – Ore 20:30 www.bit.ly/31oO7uv

 

Elisabetta Castiglioni (anche per l’immagine)

I Giardini dell’Isola Bella a Stresa

I giardini dell’Isola Bella, nati per volontà dei proprietari Borromeo dell’Isola, come già abbiamo scritto, sono celebri nel mondo come giardini barocchi all’italiana, con decori, statue, varietà botaniche, fontane, obelischi che ne fanno una mostra a cielo aperto. Si visitano dopo essere entrati a Palazzo Borromeo e solo in questo modo si comprende come fossero un giardino di una casa, ma anche la volontà di estasiare e sorprendere gli ospiti ai quali, dopo le varie spettacolarità domestiche, erano riservati scorci panoramici unici, aree fresche dove camminare e riposare d’estate e dove ammirare la potenza dei padroni di casa, oltre alla loro cultura e alla loro volontà di interessarsi di ogni aspetto della vita.

Il Teatro Massimo, come veniva chiamato un tempo, è il monumento più importante del giardino, con statue di Carlo Simonetta che vanno dal 1667 al 1677. Al punto più alto la personificazione di Arte e Natura con l’Unicorno, simbolo araldico della famiglia Borromeo. L’Unicorno è cavalcato da Amore, o da Onore secondo altre versioni. Non mancano le statue che raffigurano il lago, Verbano, e i fiumi Ticino e Po. Ai lati del monumento le statue che rappresentano aria, acqua, fuoco e terra.

Di fronte al Teatro c’è il Giardino d’Amore, con siepi di bosso all’italiana e vasi di agrumi. La Serra Elisa, degli inizi dell’Ottocento, ospita piante esotiche e varietà botaniche rare. Non mancano le voliere con i pappagallini.

Dal 2002 i giardini sono inseriti nel circuito della Royal Horticultural Society.

 

Alessia Biasiolo

Palazzo Borromeo sull’Isola Bella

 La Sala Musica, dove si è svolta la Conferenza di Stresa nel 1935

Tra il patrimonio racchiuso nel bellissimo Palazzo dell’isola sul lago Maggiore, una citazione particolare la meritano la Sala della Musica, in cui spicca un pianoforte e, soprattutto, il tavolo attorno al quale, nel 1935, i rappresentanti del Regno d’Italia, di Gran Bretagna e Francia cercarono un accordo per contrastare le mire espansionistiche della Germania hitleriana in quello che verrà ricordato come il “fronte di Stresa”. La Sala delle due Alcove o detta anche della Regina, dall’aspetto originario come la Sala delle Medaglie e la Sala del Trono.

 

La Sala del Trono, particolare

Il Palazzo conserva decine di quadri di grande pregio, tra i quali copie dei maestri del passato, come di moda nei secoli scorsi, tra i quali Tiziano, Correggio, Raffaello e lo loro scuole. In modo particolare, le opere sono esposte nella Galleria Berthier del Palazzo.

Non mancano libri, arazzi, stucchi, marmi, statue che conducono al Salone Nuovo, dove è esposta la mostra, di cui già abbiamo scritto, su Vitaliano VI Borromeo.

Non manca un ricordo di Napoleone Bonaparte, in soggiorno sull’isola come furono numerose personalità dei secoli scorsi, tra i quali numerosi scrittori che hanno immortalato nelle loro opere e nei loro diari questo angolo di paradiso italiano. Pregevoli sono le raccolte di suppellettili e di arredi per la tavola, con ceramiche e vetri.

Tavolino dono di papa Leone XII

Interessante il tavolino rotondo intarsiato con motivi floreali, dono del papa Leone XII a Giberto Borromeo, ambasciatore dell’imperatore Francesco I d’Austria presso la Santa Sede nel 1825. Alcuni lampadari delle stanze sono in cristallo di Boemia, altri sono in vetro di Murano. Gli stucchi dei soffitti e delle pareti non mancano di interesse, in modo particolare quando riproducono i simboli della famiglia, come l’unicorno. Notevoli anche le collezioni di burattini e di giocattoli.

 

Alessia Biasiolo

 

 

 

 

 

Cinema sotto le stelle al Castello del Buonconsiglio

 

Come tutti i mercoledì di agosto, alle ore 21.00, torna il cinema all’aperto nei giardini del Castello del Buonconsiglio: mercoledì prossimo, 26 agosto, verrà proiettato “Mr. Turner”.

Per la regia di Mike Leigh, con Timothy Spall, Dorothy Atkinson, Marion Bailey, Paul Jesson, Lesley Manville, il film rievoca gli ultimi 25 anni di vita dell’eccentrico pittore britannico William Turner, oggi considerato l’artista che elevò la pittura paesaggistica ad un livello tale da poter meritare il soprannome di “pittore della luce”. Timothy Spall, per la sua interpretazione, è stato premiato come miglior attore al Festival di Cannes.

L’ingresso costa 3,00 euro a persona; i posti sono limitati e la prenotazione è obbligatoria.

Servizio prenotazioni tel. 0461 492811 con orario 9-13 e 14-16. La prenotazione è valida fino a 10 minuti prima della proiezione e i biglietti invenduti potranno essere messi a disposizione.

In caso di maltempo le proiezioni si terranno nella sala Marangonerie del Castello.
Il Castello del Buonconsiglio metterà in atto tutti i protocolli per prevenire la diffusione del virus Sars-Cov2, al pubblico è richiesto di portare con sé la mascherina e di rispettare le norme di distanziamento fisico per la sicurezza di tutti.

 

Buonconsiglio

 

 

Torna il Festival di Musica Barocca a Verona

La musica barocca torna ad incantare le serate veronesi. Iniziato lo scorso 21 agosto, con il primo dei quattro concerti in programma, il festival ‘Toccobarocco’, che punta a far conoscere ed apprezzare la musica ed il lato artistico di un’epoca straordinaria, prevede domenica 13 settembre, alle ore 18, alla chiesa di San Nicolò all’Arena, ‘Bach in prigione’; domenica 27 settembre, alle ore 18 e alle ore 21, alla sala Morone nella chiesa di San Bernardino, ‘Lucreazia’; domenica 11 ottobre, alle 21, a San Tommaso Cantuariense, ‘Le stagioni dell’anima’.

L’edizione 2020 offre al pubblico una diversificata proposta musicale, che spazia da autori celebri, come J.S. Bach, tra i più prolifici e importanti compositori del Settecento, a proposte più originali, con autori come Arcadelt, Bertani e Monteverdi.

I concerti sono tutti ad ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili. In osservanza delle disposizioni regionali e nazionali, in tema di prevenzione alla diffusione del Covid-19, l’accesso è contingentato e limitato ai soli posti a sedere, con una capienza massima ad evento di circa 100 persone.

 

Roberto Bolis

Le grotte di Palazzo Borromeo

Particolare di una grotta

Palazzo Borromeo sull’Isola Bella di Stresa, chiamata un tempo Isola inferiore, sorge sui terreni che furono comperati da Giulio Cesare Borromeo già nel Cinquecento, essendo già proprietario della vicina Isola Madre, dove sorge un omonimo palazzo. Abitata da pescatori, l’isola prese il nome di Isabella d’Adda, moglie di Carlo III Borromeo, diventata poi Bella per semplicità. Con ulteriori acquisizioni, il conte divenne proprietario dell’intero isolotto, sul quale fece iniziare la costruzione del palazzo nel 1632, mentre iniziava la predisposizione per i giardini, creando dei terrazzamenti. Per questo fu necessario organizzare un trasporto di terra, dalla terraferma, con le barche, in modo da dare l’impressione che l’isola diventasse una nave nel lago Maggiore. I lavori dovettero essere sospesi a causa della peste che colpì il territorio, la famosa peste citata da Alessandro Manzoni, ma ripresero con Vitaliano VI e il fratello, il cardinale Giberto Borromeo.

 

La Venere di Vincenzo Monti

Interessanti una serie di stanze verso il giardino, decorate a grotta: sono sei ambienti illuminati dalla luce naturale che furono completamente ricoperti di ciottoli, madreperle, concrezioni, marmi e vari stucchi, per sorprendere gli ospiti alla moda del tempo. Nelle stanze era comodo trascorrere le calde giornate estive, data la frescura generata dai rivestimenti e dalla posizione che godeva della fresca brezza lacustre. La realizzazione completa degli ambienti impiegò più di un secolo e tutti i Borromeo che ereditarono il maniero proseguirono nella scelta di creare queste stanze curiose e stupefacenti. Vennero arredate con statue, una delle quali indiana dei primi secoli riproducente una divinità, oppure la Venere nuda di Vincenzo Monti, imitazione della Ninfa dormiente di Antonio Canova, che creò imbarazzo ai proprietari del Palazzo per le rimostranze di un ospite.

Particolare della Sesta grotta con la cavalcata e la Rocca di Arona

Una stanza racchiude un reperto antico, una piroga dell’Età del ferro ritrovata sulle sponde del lago Maggiore, accanto a teche contenenti urne cinerarie, vasellame e altri oggetti di antiche sepolture locali, oppure il modello dello storico Bucintoro veneziano. Non mancano statue di samurai, con la moda orientaleggiante di alcuni periodi, accanto alle bardature dei cavalli di famiglia. Li ammiriamo nella Sesta grotta, che conserva la cosiddetta “cavalcata” con stemmi Borromeo, Barberini e Odescalchi. Si tratta dei finimenti dei cavalli utilizzati dalla famiglia in occasione delle cerimonie ufficiali. Li utilizzò Giberto IV quando venne nominato vescovo di Novara nel 1713, poi Renato III Borromeo, in occasione del suo matrimonio, nel 1743, con Marianna Odescalchi. La Sala ospita anche il modellino della Rocca di Arona, distrutta da Napoleone Bonaparte nel 1800. Era la Rocca nella quale nacque Carlo Borromeo nel 1538, il futuro santo.

Alessia Biasiolo

Sei vincitori del progetto di riscrittura ambientale TemporarySigns

Sono 6 i vincitori di TemporarySigns, l’open call di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21 che pone in dialogo i giovani artisti under 35 con la città e il suo tessuto socio culturale attraverso opere site-specific di riscrittura ambientale. Il progetto è stato promosso dal Comune di Parma in partnership con l’associazione GAI – Giovani Artisti Italiani, e con la collaborazione di BJCEM – Association Internationale pour la Biennale des Jeunes Créateurs d’Europe et de la Méditerranée.

Delle 27 proposte, appartenenti a tutti campi dell’arte contemporanea, la Giuria di Esperti ne ha selezionate 6 che riceveranno un premio in denaro, tra i 6.000 e i 23.000 euro a seconda del progetto, che permetteràagli artisti di realizzare l’opera, trascorrere un periodo di residenza d’artista a Parma per ultimarla e posizionarla nel sito prescelto.

Il primo premio va ad Alessandro Tricarico dell’Associazione Rizoma e al suo progetto a metà strada tra street art e fotogiornalismo: De d’la da l’acqua – Gente d’Oltretorrente, una “ricognizione antropologica” all’interno della comunità del quartiere dal quale il progetto prende il nome, per coglierne le peculiarità, entrando in confidenza con i suoi abitanti, ascoltando e trascrivendo le storie, i metaforici “mattoni” che ne definiscono l’identità. Le gigantografie degli scatti più significativi saranno poste sulle pareti di Parma in un percorso che dal centro cittadino conduce il visitatore alla scoperta non solo delle installazioni ma anche degli scorci del quartiere.

Al secondo posto ex aequo: Giacomo Gerboni con la scultura Le migliori intenzioni e Giordano Magnani del collettivo Studio Tonnato con l’installazione luminosa Resteranno le fiamme.

La prima è una grande catapulta non azionabile in legno posta nel parco del quartiere San Lazzaro di Parma che vuole diventare innesco di dinamiche inedite al fine di valorizzare il parco e la comunità che quotidianamente lo vive.

Il collettivo Studio Tonnato esplora le possibilità di creazione di luoghi del ricordo con una scenografia di neon. Oggetto del progetto è il Cinema Trento, vecchio polo di aggregazione, ora unicamente luogo della memoria.

Francesca Giannini del gruppo informale FDA&FG con il progetto Parma qua e là, pensato per reinterpretare il Ponte di Mezzo, si classifica al quarto posto. Composta da cartelli, una stazione di registrazione e un binocolo, l’installazione rende il transito sul ponte – vissuto solitamente come passaggio – una vera e propria esperienza.

La quinta classificata è Beatrice Ciacchella del collettivo Domani, Fiume che con la sua installazione Transumanza celebra un fenomeno semplice e radicato nella tradizione di Parma che ogni anno desta stupore, curiosità e una leggera malinconia. Un piccolo gregge di pecore dorate sarà posizionato nell’alveo del torrente, in prossimità del Ponte Verdi, e dialogherà per contrasto con la cultura cittadina dei complessi monumentali dai quali è circondata, come il Palazzo della Pilotta e il Parco Ducale.

Ai progetti vincitori si aggiunge quello di un’artista appartenente al network BJCEM, di cui il Comune di Parma è socio: Chinyanga Munotida, dal Regno Unito, con la sua installazione sonora What’s on your mind? Il progetto vuole rendere gli abitanti di una città una componente attiva e sostanziale all’interno del processo creativo che sta alla base di una performance/installazione pubblica. Munotida lavorerà con il pubblico attraverso workshop, che utilizzeranno la tecnologia Silent-Disco, per scoprire luoghi dimenticati, indagarne la storia e creare un’esperienza sonora interattiva e sociale.

 

Delos

 

Verona jazz, rumors e venerazioni

La settantaduesima edizione dell’Estate Teatrale Veronese presenta, dall’1 al 20 settembre, un cartellone di concerti e appuntamenti musicali con gli interpreti della scena jazz, pop, folk, indie italiana. Verona Jazz, Rumors e Venerazioni si alterneranno e susseguiranno sul palco del Teatro Romano per 8 imperdibili serate.

L’Estate Teatrale Veronese è realizzata dal Comune di Verona – assessorato alla Cultura, con il sostegno di Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e Regione Veneto e il supporto di Cattolica Assicurazioni e Banco BPM.

I biglietti sono in vendita sui circuiti Ticketone, Geticket e al Box Office di via Pallone.

“Si rinnova il tradizionale appuntamento con la musica al Teatro Romano al quale non abbiamo voluto rinunciare nemmeno in questo anno così difficile” precisa l’assessore alla Cultura Francesca Briani. “Un programma Covid Free, realizzato assieme ai qualificati collaboratori che da anni curano la parte musicale del festival” completa il direttore artistico dell’Estate Teatrale Veronese Carlo Mangolini.

Il programma di RUMORS ILLAZIONI VOCALI, curato da Elisabetta Fadini, porta a Verona i suoni del presente con alcuni dei musicisti più interessanti del panorama musicale da Alice (venerdì 4 settembre) che canterà Battiato, in un viaggio autentico ed elegante, accompagnata al pianoforte dal maestro Carlo Guaitoli,  a Vasco Brondi che, archiviata l’esperienza con “Le luci della centrale elettrica”, prosegue il suo percorso cantautorale che lo ha reso un’autentica star della scena indipendente italiana (sabato 5 settembre), fino a Vinicio Capossela che porta in città, lunedì 7 settembre, “Pandemonium”, dal mitico strumento gigantesco, per uno concerto narrativo con canzoni messe a nudo, scelte liberamente in un repertorio che quest’anno va a compiere i trent’anni dalla data di pubblicazione del primo disco “All’una e trentacinque circa”.

VERONA JAZZ, sezione proposta da Ivano Massignan, presenta invece tre serate tributo. Martedì 1 settembre il trombonista Mauro Ottolini, assieme alla cantante Vanessa Tagliabue Yorke, propone un programma dedicato ai grandi maestri dello swing. Mercoledì 2 settembre Paolo Fresu, il più importante trombettista italiano, omaggia il grande Chet Baker, mentre il pianista Enrico Pieranunzi domenica 6 settembre costruisce una serata in musica per celebrare il genio di Federico Fellini.

L’ultima sezione, proposta da Box Office Live, si intitola VENERAZIONI, ed è dedicata invece ai temi del femminile. In programma il raffinato minimalismo di Musica nuda, domenica 13 settembre con il duo Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, e l’omaggio a Mia Martini ‘Se non canto non vivo’, nel giorno del suo compleanno, domenica 20 settembre, con Stephanie Océan Ghizzoni.

Per informazioni e approfondimenti www.estateteatraleveronese.it

 

Roberto Bolis