In Ucraina rapimenti e torture

Amnesty International ha raccolto prove chiare e convincenti di pestaggi selvaggi e altre torture inflitte ad attivisti, manifestanti e giornalisti nell’Ucraina orientale negli ultimi tre mesi. Un nuovo briefing “Rapimenti e torture in Ucraina orientale” descrive i risultati di una missione di ricerca a Kiev e nell’Ucraina sud-orientale nelle ultime settimane. Documenta le accuse di rapimenti e torture perpetrate da gruppi armati separatisti e forze pro-Kiev. “Con centinaia di rapiti negli ultimi tre mesi, e’ giunto il momento di fare il punto su quanto e’ successo, e fermare questa pratica aberrante in corso”, ha dichiarato Denis Krivosheev, vicedirettore di Amnesty International per l’Europa e l’Asia centrale. “La maggior parte dei rapimenti e’ stata perpetrata dai separatisti armati, con le vittime spesso sottoposte a pestaggi rivoltanti e torture. Vi sono anche prove di un minor numero di abusi da parte delle forze pro-Kiev “. Non esistono dati completi o affidabili sul numero di rapimenti, ma il ministero dell’Interno ucraino ha riferito circa 500 casi tra aprile e giugno 2014. La Missione delle Nazioni Unite di monitoraggio dei diritti umani per l’Ucraina ha registrato 222 casi di rapimenti negli ultimi tre mesi. Amnesty International ha incontrato anche vari gruppi di auto-aiuto ad hoc che hanno raccolto dettagli sul numero crescente di rapimenti. Al gruppo di ricerca e’ stato fornita una lista di oltre 100 civili che sono stati fatti prigionieri. Nella maggior parte dei casi sono emerse accuse di tortura. I rapimenti hanno avuto luogo in tutta l’Ucraina orientale, nelle regioni di Donetsk e Luhansk. Tra coloro che sono stati presi di mira figurano non solo la polizia, le forze armate e funzionari locali, ma anche giornalisti, politici, attivisti, membri delle commissioni elettorali e uomini d’affari. “Ora che le forze pro-Kiev stanno ristabilendo il controllo su Slavyansk, Kramatorsk e vari altri luoghi nell’Ucraina orientale, quasi quotidianamente vengono rilasciati nuovi prigionieri, cresce il numero di casi inquietanti. E’ ora che questi siano meticolosamente documentati, i responsabili siano consegnati alla giustizia e le vittime risarcite”, ha affermato Denis Krivosheev. Attivisti pro-ucraina presi di mira Hanna, un’attivista pro-ucraina, ha raccontato ad Amnesty International come e’ stata rapita da uomini armati nella citta’ orientale di Donetsk il 27 maggio. E’ stata trattenuta per sei giorni prima di essere liberata in uno scambio di prigionieri. Ha descritto ad Amnesty International il suo brutale interrogatorio. “Mi hanno fracassato il viso, lui mi ha dato un pugno in faccia, ha cercato di colpirmi ovunque, mi coprivo con le mani … ero rannicchiata in un angolo, raggomitolata con le mie mani intorno alle ginocchia. Era arrabbiato che stavo cercando di proteggermi. E’ uscito ed e’ tornato con un coltello “. Hanna ci ha mostrato le cicatrici su collo, braccia e gambe, dove e’ stata ferita con la lama: c’e’ una coltellata al ginocchio, il suo indice destro e’ ancora saldamente fasciato in una stecca di plastica. Ha anche descritto che chi la interrogava le ha fatto scrivere uno slogan separatista sul muro, con il suo stesso sangue. Detenuti a scopo di riscatto Mentre la maggior parte dei rapimenti sembrano avere una motivazione “politica” vi e’ prova evidente che i rapimenti e le torture siano utilizzati da gruppi armati per intimorire e controllare le popolazioni locali. Le persone sono state rapite anche a scopo di riscatto. Sasha, un attivista diciannovenne pro-ucraino, e’ fuggito a Kiev dopo essere stato rapito dai separatisti sotto la minaccia delle armi a Luhansk. Ha detto di essere stato picchiato ripetutamente per 24 ore. “Mi hanno picchiato con i pugni, con una sedia, con tutto quello che riuscivano a trovare. Mi hanno spento sigarette sulla gamba e mi hanno dato scariche elettriche. E’ andato avanti per cosi’ tanto tempo. Non sentivo piu’ niente, sono solo svenuto”, ha raccontato ad Amnesty International. E’ stato alla fine rilasciato dopo che suo padre ha pagato un riscatto di 60.000 dollari. Abusi da parte delle forze pro-Kiev Mentre la stragrande maggioranza delle accuse di rapimento e tortura e’ mossa contro i gruppi di separatisti pro-russi, anche le forze pro-Kiev, inclusi i gruppi di autodifesa, sono state implicate nel maltrattamento dei prigionieri. Il gruppo di ricerca di Amnesty International ha viaggiato da Kiev al porto sud-orientale di Mariupol che e’ passato sotto diverso controllo due volte negli ultimi due mesi. Il 13 giugno le forze ucraine hanno preso di nuovo il controllo della citta’ da un gruppo armato che si fa chiamare Repubblica Popolare di Donetsk (Dnr). Un funzionario del governo locale di Mariupol, che ha voluto restare anonimo, ha raccontato ad Amnesty International di aver sentito un combattente prigioniero separatista lamentarsi dal dolore inferto dalle forze pro-Kiev che a quanto pare stavano cercando di estorcergli informazioni sui separatisti. In un altro caso, un ragazzo di 16 anni, Vladislav Aleksandrovich e’ stato rapito dopo aver postato i video di precedenti operazioni di polizia a Mariupol il 25 giugno 2014. In un video pubblicato dopo il suo rilascio il 27 giugno, Vladislav appare seduto dietro un uomo con il volto coperto e in uniforme mimetica. L’uomo aveva una mano sulla testa di Vladislav e sta minacciando lui e “tutti gli altri” che mettevano in pericolo l’unita’ dell’Ucraina con rappresaglie. In una successiva intervista video, Vladislav sostiene di essere stato torturato, colpito con il calcio del fucile nella schiena, preso a pugni e costretto a scrivere una “dichiarazione al popolo ucraino”, e a gridare slogan nazionalisti pro-ucraini. “A Mariupol ne’ la polizia ne’ l’esercito sono stati visti in alcun posto durante la nostra visita. C’era un vuoto totale di autorita’ e sicurezza, con la paura di rappresaglie, rapimenti e tortura pervasiva tra la gente”, ha evidenziato Denis Krivosheev. “E’ riprovevole che stiamo assistendo ad una escalation di rapimenti e torture in Ucraina. Tutti gli attori di questo conflitto armato devono liberare immediatamente e incondizionatamente tutti i prigionieri ancora detenuti in violazione di legge, e garantire che fino al loro rilascio siano protetti dalla tortura e altri maltrattamenti”. Amnesty International chiede al governo ucraino di creare un unico e regolarmente aggiornato registro di casi di episodi di rapimento segnalati, e di indagare in maniera esauriente e imparziale ogni accusa di uso illegale della forza, maltrattamenti e torture.

Amnesty International Italia

TrentinoInJazz 2014: Gamma3!

Gamma 3-trentinojazz

Martedì 29 a Canazei serata tutta black con i Gamma 3: Kenn Bailey (voce, sax), Michele Bonivento (organo hammond) e Francesco Casale (batteria) sono un trio esplosivo che unisce lo stile personalissimo del sassofonista alla ritmica travolgente dei due colleghi. I Gamma 3 catturano immediatamente il pubblico grazie a un sound accattivante, moderno, alla loro capacità esecutiva e profonda intesa musicale. Una voce unica e ricca di soul, sorprendenti bass-line, ritmiche esplosive e armonie Jazzy, per uno show emozionante e indimenticabile.

Dopo l’edizione di svolta del 2013, che ha convogliato sotto un’unica denominazione quattro rassegne che prima operavano separatamente (Sonata Islands, NonSole Jazz, Valsugana Jazz Tour e Lagarina Jazz), quest’anno il TrentinoInJazz rafforza l’unitarietà resistendo alla crisi e offrendo un cartellone corposo e variegato, puntando sulle diverse espressioni del jazz contemporaneo, con nomi italiani e stranieri nelle consuete location di sogno della provincia di Trento. Entusiasta e positiva Chiara Biondani, presidente dell’Associazione TIJ: “Anche nel 2014 TrentinoInJazz conferma la sua vocazione a farsi rete, ribadendo l’unione di quattro festival con una storia importante e rilanciando il miglior antidoto alla crisi del settore musicale: un lungo cartellone, ingressi gratuiti e serate a “prezzo simbolico”, proposte jazz per tutti i gusti, un’attenzione speciale da parte delle istituzioni pubbliche trentine per il turismo e la cultura declinati in musica”.

Synpress44

 

S-ciapi de emossioni

Raccoglie in un volume le sue emozioni, la poetessa veronese Anna Maria Lavarini, capace in liriche snelle, chiare, dense di carica emotiva, di trasmettere le sue illuminanti acquerellate di interiorità con una freschezza che denota l’età anagrafica soltanto per i contenuti. Narra di storie passate, di bambini, di figli e nipoti, ma soprattutto del suo amore, diviso tra quello per il marito, compagno di vita e di emozioni, e per la Poesia, suo sfogo e sua migliore amica, compagna di sé, quando è sola con se stessa.

La sua naturale voglia di comunicare la porta a racchiudere in pagine i suoi pensieri, spesso “buttati giù” senza freno e senza volontà di dare loro forma, fino a quando se li ritrova davanti agli occhi come piccole creature che non possono fare a meno di andare per il mondo e comunicare anche ad altri il loro modo di voler essere. La poesia di Anna Maria vuole essere, infatti. Malgrado la naturale predisposizione che non fa essere razionale il percorso creativo, la Poetessa desidera ardentemente dividerlo con gli altri, in modo che il circolo di amicizia si allarghi e diventi universale, come lo sono i suoi versi.

Anche per questo appartiene a due circoli culturali , il Club dei Poeti Dialettali del Legnaghese e il gruppo Insiemepoesia di Caldezzano.

In ogni caso, la raccolta di liriche spazia vari argomenti, con versi ricercati per il suono armonico delle parole: Lavarini ha come caratteristica principale proprio il suono delle sillabe, con la ricerca di termini connotati in dialetto veronese che sappiano soddisfare la cadenza tipica del dialetto veneto ma che, soprattutto, sappiano trasmettere quella musicalità intrinseca senza la quale la poesia non esiste. Oltre a questo, le poesie sono significative per la carica sognante di cui sono proprie e che accompagna il lettore in un mondo magico, dove la Natura impera e dove gli esseri umani sono sagome che la completano, in una meraviglia che Lavarini ancora non ha finito di scoprire e che ancora non finisce di stupirla. Così con le sue poesie le sagome acquistano capacità di parola e illuminano la scena di suoni nuovi: “’Na folada de versi sa infilà de ficheton/ drento de mi … I è parole, a olte bele e dolse,/ a olte inrabiade, amare/ …’n arco de violin che me fa vibrar,/ vivar e sognar… a oci verti”, che interpretano la solita vita di tutti i giorni con una carica di colori così ottimista da essere contagiosa.

Anna Maria Lavarini scrive se stessa e non c’è differenza tra quello che si legge e la sua persona, solare e partecipativa anche quando deve fare tacere le sue emozioni più amare. Un libro che si legge con leggerezza e che apre un orizzonte dove gli arcobaleni si intrecciano e creano nel lettore nuova capacità di parola. Da leggere.

Anna Maria Lavarini: “S-ciapi de emossioni”, Edizioni Stimmgraf, San Giovanni Lupatoto, 2013

Alessia Biasiolo

TrentinoInJazz tra Moena, Cles e Levico Terme

Sonata Islands-Trentinojazz 25 luglioUn eccezionale venerdì 25 luglio per il TrentinoInJazz 2014: tre proposte per la giornata numero dieci della ricca rassegna partita l’11 luglio, che si svilupperà nelle valli del Trentino e a Trento fino a dicembre. Si parte il primo pomeriggio a Moena con Everything But The Name: Sara Picone (voce), Dario Defrancesco (voce), Matteo Rossetto (chitarra) e Stefano Pisetta (tastiere), tra i migliori musicisti del panorama trentino, propongono un repertorio dedicato ai Classici del pop-rock, rivisitato in chiave funk-jazz.

Alle 21 a Levico Terme nuova tappa del Valsugana Jazz Tour con la FaRe Jazz Big Band: è un’affiatata orchestra jazz diretta da Stefano Colpi, nata nel 2004 come espressione di un laboratorio didattico iniziato all’interno del Valsugana Jazz Tour, e coinvolge musicisti trentini della Valsugana e della Valle dell’Adige in gran parte non professionisti. FaRe Jazz Big Band ha partecipato al Festival Jazz di Bolzano “Jazz & other”, al Dolomiti Ski Jazz e all’edizione 2013 del TrentinoInJazz, suonando spesso con ospiti solisti sia in concerti in Italia che in Austria.

A Cles invece, alla stessa ora, Sonata Islands in versione quartetto (Cristina Renzetti voce/Emilio Galante flauti/Michele Francesconi pianoforte/Gabriele Zanchini fisarmonica) con il suo inconfondibile avant-jazz e lo spettacolo Relendo Villa-Lobos. Si tratta di una rilettura in chiave moderna e jazzistica dell’opera del compositore brasiliano Heitor Villa-Lobos, con riarrangiamenti delle sue composizioni, brani originali dei musicisti del gruppo ispirati alle sue melodie e brani di alcuni grandi autori della musica brasiliana come Tom Jobim e Guinga, suoi diretti discepoli. Tutto ciò a cavallo tra Brasile e Europa, folklore sudamericano e musica colta.

Dopo l’edizione di svolta del 2013, che ha convogliato sotto un’unica denominazione quattro rassegne che prima operavano separatamente (Sonata Islands, NonSole Jazz, Valsugana Jazz Tour e Lagarina Jazz), quest’anno il TrentinoInJazz rafforza l’unitarietà resistendo alla crisi e offrendo un cartellone corposo e variegato, puntando sulle diverse espressioni del jazz contemporaneo, con nomi italiani e stranieri nelle consuete location di sogno della provincia di Trento. Entusiasta e positiva Chiara Biondani, presidente dell’Associazione TIJ: “Anche nel 2014 TrentinoInJazz conferma la sua vocazione a farsi rete, ribadendo l’unione di quattro festival con una storia importante e rilanciando il miglior antidoto alla crisi del settore musicale: un lungo cartellone, ingressi gratuiti e serate a “prezzo simbolico”, proposte jazz per tutti i gusti, un’attenzione speciale da parte delle istituzioni pubbliche trentine per il turismo e la cultura declinati in musica”.

Synpress44

 

Biennale Internazionale di Antiquariato di Roma. Sguardo al futuro

La Biennale Internazionale di Antiquariato di Roma, prevista a Palazzo Venezia dal 1° al 6 Ottobre prossimi, e giunta alla sua nona edizione, inserendosi nel periodo della presidenza italiana del semestre europeo, si presenta in una veste tutta nuova che si focalizza su alcuni punti cardine: eccellenza, internazionalizzazione, innovazione. La novità più importante rispetto alle edizioni precedenti è sicuramente una selezione molto più rigida di espositori ed opere per assicurare ai visitatori una mostra di qualità elevatissima caratterizzata da oggetti rari e ricercati, adatti a collezionisti e antiquari più esigenti. L’allestimento si adatterà a questa nuova filosofia concedendo agli espositori spazi più ampi che permettono di dare la giusta importanza ad ogni opera esposta. La Biennale vuole anche garantire ai propri espositori un pubblico capace di apprezzare l’eccellenza della mostra e per questo ha deciso di allargare i propri orizzonti in ambito internazionale coinvolgendo, attraverso inviti diretti e azioni di comunicazione mirate, un target di alto profilo proveniente da tutta Europa e dai principali mercati extra-europei. In quest’ottica, inoltre, l’organizzazione della Biennale si sta già muovendo per assicurare il certificato di libera circolazione alle opere in mostra già prima dell’apertura del 1° Ottobre, comportando così maggiore semplificazione all’acquisto delle opere da parte della clientela estera. Grande spazio verrà dedicato all’innovazione tecnologica: il rinnovato sito web si affianca all’attivazione di una app realizzata ad hoc per la Biennale che, attraverso un sistema di QR code, renderà accessibile da telefonino, tablet e pc, in mostra ed online, tutte le informazioni relative a ciascuna opera esposta. Una novità assoluta in Italia, frutto della collaborazione con ArtNetWorth. Associato alla mostra di antiquariato, inoltre, un percorso fotografico permetterà ai visitatori di riscoprire la trasformazione dell’antico Palazzo di Venezia in Museo Nazionale, la sua genesi attraverso gli allestimenti degli anni 20 e 30, grazie alle immagini provenienti dai rari e preziosi scatti del Fondo Hermannin, ancora conservati presso l’Archivio Fotografico della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma. La Biennale di Antiquariato avrà nuovamente luogo nella splendida cornice di Palazzo Venezia scelto per la preziosità dei suoi interni ricchi di opere di inestimabile valore storico ed artistico e per la possibilità di contribuire al loro mantenimento. Anche quest’anno, infatti, la Biennale Internazionale di Antiquariato di Roma si impegnerà nel recupero e nel restauro di una delle opere conservate a Palazzo Venezia: un olio su tavola del Giovan Francesco Maineri raffigurante Il Compianto di Cristo Morto e Donatori, restituendole la giusta visibilità ed il giusto prestigio nel panorama artistico mondiale.

Anna Casasola

Verona Città UNESCO. Il Report

Il Consigliere comunale incaricato alla Cultura Antonia Pavesi ha presentato la pubblicazione “Verona Città Unesco – Report 2014”, prodotta dall’Osservatorio sul Turismo Culturale del sito Unesco City of Verona, istituito dal Comune e dall’Università degli Studi di Verona, alla presenza di Silvino Salgaro docente di Geografia della Facoltà Lettere e Filosofia e Alberto Roveda direttore del CIDE, Centro Interdipartimentale di Documentazione Economica dell’Università di Verona. “Grazie ad una importante collaborazione con l’Università – ha detto Pavesi – abbiamo potuto studiare i movimenti dei flussi turistici nell’anno 2013. Come città Unesco infatti non abbiamo solo l’obbligo di mantenere e valorizzare il nostro patrimonio storico e monumentale, ma abbiamo anche il dovere di valutare capacità e potenzialità nell’attrarre turismo. Verona si è dimostrata in grado di richiamare un numero notevole di visitatori, nonostante la crisi, con un trend positivo per i musei cittadini e per i due monumenti più visitati: Arena e Casa di Giulietta”. Il Report 2014, che sarà disponibile anche on line sul sito web del Comune di Verona (pagine Ufficio Unesco), studia le dinamiche turistiche che investono il centro storico di Verona in quanto sito Unesco, analizzando i dati relativi al periodo 2009-2013 in merito a flussi turistici alberghieri ed extra alberghieri nel comune di Verona, manifestazioni dell’Ente Fiera e visitatori di musei e monumenti civici. La pubblicazione è divisa in due parti, la prima che contiene una sintesi interpretativa dei dati e la seconda dove si trovano tutti i dati disaggregati. Dal Report emerge che nel 2013 le presenze di turisti in città sono state di un milione 579 mila, circa il 17 per cento in più rispetto al 2009, delle quali 789 mila hanno soggiornato a Verona. Sono state circa 624 mila gli arrivi nelle strutture alberghiere, con un incremento del 18,78 per cento negli ultimi cinque anni, dei quali 253 mila di italiani e 371 mila di stranieri, con una permanenza media inferiore ai due giorni. Circa 161 mila gli arrivi invece nelle strutture extralberghiere, con un aumento rispetto al 2009 del 129 per cento. In forte crescita (circa 31 per cento) l’arrivo di turisti dal resto del mondo, i maggiori incrementi si sono visti per i viaggiatori provenienti da Sud America, Africa e Asia. Grandi attrattori di turismo le manifestazioni fieristiche, che richiamano da tutto il mondo operatori ed espositori. Sempre lo scorso anno sono stati 1 milione e 441 mila i biglietti staccati nei musei, dei quali circa il 73 per cento rappresentati da visite in Arena e alla Casa di Giulietta.

Roberto Bolis

Amnesty al Giffoni

Amnesty International Italia e’ presente, per l’undicesimo anno consecutivo, al Giffoni Experience, proseguendo la collaborazione con il festival internazionale del cinema per ragazzi nella promozione e nella difesa dei diritti umani. Amnesty International Italia partecipa alla 44esima edizione del film festival con “Amnesty Kids”, la proposta educativa rivolta ai piu’ giovani, presentando in anteprima la nuova edizione del fascicolo illustrato “Diritti”, interamente dedicata al cinema e ai diritti umani. Fino al 27 luglio, giurate e giurati del Festival potranno attivarsi per chiedere alle autorita’ europee azioni concrete per i diritti di migranti, rifugiati e richiedenti asilo. Nella determinazione a proteggere le proprie frontiere, l’Unione europea e i suoi stati membri impediscono a questi ultimi di accedere all’asilo e mettono a rischio le vite di migliaia di migranti, costretti a intraprendere viaggi sempre piu’ pericolosi. Giurate e giurati saranno invitati a realizzare barchette di carta colorate su cui scrivere i loro messaggi alle istituzioni europee. Potranno inoltre scoprire le proposte educative di Amnesty International Italia e prendere parte alle numerose attivita’ di gioco e di sensibilizzazione organizzate da attiviste e attivisti. Il 27 luglio saranno consegnati il Premio Amnesty Giffoni Film Festival 2014 e il Premio Amnesty Corto Giffoni Film Festival 2014 rispettivamente al lungometraggio e al cortometraggio che avranno meglio affrontato e rappresentato il tema dei diritti umani.

Amnesty International Italia

“La Grande Guerra. Cent’anni dopo”

La quindicesima edizione del Premio Internazionale di Poesia “La Leonessa. Città di Brescia”, ha voluto dedicare una sezione a tema dal titolo “La Grande Guerra. Cent’anni dopo”, al centenario dello scoppio della prima guerra mondiale, che ricorre giusto in questo periodo. Le poesie selezionate sono significative, tra moltissime giunte, per una sezione che ha animato ricordi, preghiere, inni e simboli per coloro che hanno combattuto credendo di compiere il loro dovere per la Patria e la libertà, a qualunque fronte appartenessero. A queste persone, perlopiù uomini in armi, ma anche alle loro famiglie, sono dedicati questi toccanti versi. Il Premio di Poesia è riuscito nell’intento di animare produzioni particolari, come se negli occhi degli autori ci fossero altrettanti occhi sepolti nei loro cuori, forse di persone mai conosciute, ma alle quali viene tributato un ringraziamento che esula dalla spicciola retorica.

 

SUL MONTE GRAPPA, di Nerina Poggese

A mio nonno, sul monte Grappa alcuni anni fa

Negli occhi tremolano

tutti i giorni passati

riaffiorati qui, fra queste trincee

che calpesti ora con passo incerto.

Su quello spuntone

quante volte sei stato di vedetta

avvolto nel timore

che il tuo fiato ghiacciato

riveli la tua presenza

insieme all’ostia della luna

dissacrata a parole per la sua luce.

Qui le genziane ora ingentiliscono

le rocce, quanti compagni

ha ghermito la morte

e neanche questo cielo così sereno

con la pioggia degli anni,

ne ha dilavato il sangue

che resta rappreso nel tuo animo

nonno e negli incubi

che scuotono le tue notti.

Sentinella in eterno è il grado

che la guerra ti ha donato

e se il pellegrinaggio

in questo luoghi per me

è insegnamento e monito,

vorrei fosse per te dimora eterna

per le tue angosce

deposte fra la polvere di questo sentiero.

Ma tracimano da questo silenzio e dal tuo,

echi di giorni violentati dall’odio,

respiri inceppati, addii, spari,

pianti di donne e bimbi rimasti soli.

Scendiamo nonno, la tua gavetta

arrugginita rimarrà nella soffitta

del tuo cuore per sempre.

 

Una nota di malinconia in questa lirica intensa, capace di infondere in ogni lettore la partecipazione per il dolore e la sofferenza, citati per ricordare a noi stessi l’impegno a non voltarsi dall’altra parte quando le situazioni impongono di vigilare affinché non diventino ancora una guerra così. Gli oggetti, pertanto, non diventano culto, ma monito al quale guardare sempre con deferente rispetto, pur se non si condividono scelte e posizioni. Spesso si confonde la memoria con l’elogio della guerra, invece si deve restare “a difendere”, come afferma il prossimo Poeta.

 

RIMANGO A DIFENDERE, di Fiorello Volpe

Rimango a difendere

questa memoria, incastonata

come una cicatrice nella montagna,

trafitta cento volte

e cento volte ricostruita.

Mani sempre più giovani

hanno smosso pietra dopo pietra,

plasmato gallerie ed eretto muretti,

srotolato chilometri di filo spinato

attorno, una fossa eternamente spalancata.

 

Rimango a difendere

il ricordo, di tutti coloro

che nell’umido miasma di questi cunicoli,

come bestie nelle tane

attendevano il proprio turno.

Nel mio grembo accolsi i loro rantoli

che impastarono col sangue la terra,

ad uno ad uno, come una madre,

quelle madri che attendevano

ed avevano il diritto d’essere al posto mio.

 

Rimango a difendere

distesa, come dorsale della montagna

con le rocce che si alzano nude,

altari naturali dove nessuno

ha fermato la mano di Abramo.

Sgomenta avvolgo nel sudario

del silenzio, i sepolcri

di giovinezze sradicate

e scagliate nelle alte vette

in nome della Patria.

 

Rimango a difendere

mentre cala la notte,

e un tuono lontano increspa l’aria,

sibila ancora la granata

tra questi cunicoli.

Le eco di voci distanti,

trasfigurano ogni centimetro

del mio passaggio scardinato

reclamando alle stelle,

la luce eterna.

 

La difesa di una memoria che certo sarebbe più semplice cancellare, ma sulla quale poggia la nostra Storia, il nostro stesso essere non soltanto Italiani, ma Europei. Dall’andamento regolare, la lirica si dimostra forte nelle affermazioni, suscitando nel lettore partecipazione e, all’occorrenza, approfondimento.

 

VECCHIO REDUCE, di Aurora Cantini

per non dimenticare

È da molto ormai che mie vecchie ossa

non conoscono riposo,

unica coperta le foglie ingiallite

che ricoprono le mie mani,

qui seduto a guardia del sentiero.

 

Mi fanno compagnia le voci

dei tanti compagni appena dietro di me,

lasciati oltre il bianco della steppa,

oltre la duna di gelo,

oltre il cielo bianco dell’inverno russo.

 

Ogni notte le mie ossa scricchiolano al vento,

dondolando le ore insonni,

attendendo un ritorno.

 

Ti vedo passare saltellando, bambino di questo tempo.

Senti che ti chiamo?

 

Volgi lo sguardo e canta una ninna nanna per me:

io ti racconterò la mia storia.

 

La storia di un seme

gettato sulla nuda roccia,

sepolto sotto la coltre della neve,

rivestito di rosso ardore del tramonto,

un seme per nuovi ricordi.

Permette di parlare ad un reduce, la Poetessa, intessendo una trama prosastica lucida ed efficace, che fa affiorare quelle motivazioni non dette e non scritte che ogni soldato aveva nel profondo della sua anima. Interessante lo spunto, articolato con sapienza.

 

LA “DER DES DERS” ossia “La Grande Guerra”, di Giulia Deon

Giacciono sul tavolo

parole d’intesa

e di alleanza

a fondo perduto

e nella torre di Babele

la fratellanza innata

parla lingue diverse

che confondono

i pensieri. Non esistono

stagioni sui campi

di trincee e il sole

balbuziente è un razzo

lanciato che il giorno

stanco non trattiene.

Scendono lacrime

su lettere mai spedite

e di anime infrante

si armano i battaglioni.

Tra papaveri ardenti

e spighe mature

i corpi distesi di ignoti

soldati non odono

il treno del ritorno.

Passa lontana da casa

la nuvola di vapore

e il fischio struggente

è un grido di dolore.

 

Bello il raffronto tra le scelte fatte a tavolino e la realtà dell’esistenza quotidiana delle trincee e delle sofferenze civili. Una poesia capace di onorare il passato, tanto quanto di portare a riflettere sul presente, con buona capacità di sintesi e un andamento arricchito di immagini vivide non soltanto tangibili, ma introiettabili, fino a farsela propria.

I concerti di Villa Giulia a Roma

Ninfeo del Museo Naz.Etrusco Villa Giulia

Si inaugura venerdì 25 luglio alle 21.00 al Ninfeo del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia (Piazzale di Villa Giulia 9) la prima edizione dei “Percorsi musicali a Villa Giulia”, inseriti nella programmazione dell’Estate Romana 2014, organizzati dall’Associazione Roma Sinfonietta e realizzati con il sostegno di Roma Capitale, in collaborazione con Acea e Siae.

Il concerto di venerdì 25 luglio alle 21.00 vedrà riuniti sul palco i cantanti Marina Bucciarelli, Manuel Pierattelli e Enrico Marabelli, i pianisti Antonello Maio e Michelangelo Carbonara, l’ensemble di percussioni Ars Ludi, il Coro di voci bianche del Teatro dell’Opera di Roma e il Coro “Claudio Casini” dell’Università di Roma Tor Vergata (diretti rispettivamente da José Maria Sciutto e Stefano Cucci), tutti sotto la direzione di Marcello Rota, per eseguire i Carmina Burana di Carl Orff. Il compositore tedesco scrisse questa “cantata scenica” su testi poetici dell’XI e XII secolo, la maggior parte in latino medioevale, alcuni in antico tedesco e uno in provenzale. Vi si alternano inni al vino, canzoni d’amore ad alto contenuto erotico e parodie blasfeme della liturgia, ma anche moralistiche meditazioni sulla transitorietà delle gioie terrene. Dalla prima esecuzione del 1937 i Carmina Burana hanno un successo che non accenna a diminuire e ormai sono un classico del Novecento e uno dei pochi brani di musica moderna che siano riusciti ad arrivare al grande pubblico e a raggiungere una vera popolarità.

Anche il concerto di sabato 26 luglio, sempre alle 21.00, vedrà sul podio Marcello Rota, uno dei direttori italiani dalla più intensa carriera internazionale, che lo ha portato in Europa, America del Nord e del Sud, Asia, Africa e Australia. Ha diretto tra l’altro Royal Philharmonic Orchestra di Londra, Filarmonica di Mosca, Filarmonica di Buenos Aires, Sinfonica di Sidney, Deutsche Oper di Berlino e Opera Nazionale di Pechino. In Italia è salito sul podio dei principali teatri e orchestre, come Scala di Milano, Accademia di Santa Cecilia e Opera di Roma. Il titolo del concerto è “La dolce vita” e dice tutto. Sono infatti in programma le musiche scritte da Nino Rota per i più bei film di Federico Fellini: I Vitelloni, La dolce vita, Le notti di cabiria, Amarcord, Casanova, La strada. Si ascolteranno anche estratti delle sue colonne sonore per l gattopardo di Luchino Visconti, Il Padrino di Francis Ford Coppola, Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli e Film d’amore e d’anarchia di Lina Wertmüller.

Le DIV4S-villa giulia

Darà un’impronta speciale a questo concerto la partecipazione delle DIV4S, un ensemble di 4 soprani italiani, nato con l’idea di reinterpretare celebri pagine d’opera di autori come Puccini,Bellini,Verdi,Mozart, riviste a quattro voci ma sempre rispettando la partitura originale; si è poi indirizzato alla rielaborazione di brani di grande popolarità, italiani e internazionali, riproposti in una veste classico-operistica, con suggestioni orchestrali e contaminazioni di sonorità e ritmi pop. LE DIV4S, in arte Denise, Isabella, Vittoria e Sofia,tutte giovanissime, diplomate al conservatorio in canto e vincitrici di concorsi internazionali per voci liriche, hanno debuttato a Roma nel 2008 accanto ad Andrea Bocelli. Da allora, oltre alla prestigiosa e continuativa collaborazione con Bocelli che le ha portate ad esibirsi in tutto il mondo, la loro attività si snoda tra collaborazioni con importanti fondazioni di tradizione, eventi live di risonanza internazionale e partecipazioni in programmi televisivi, riscuotendo sempre grandi consensi di critica e pubblico in Italia ed all’estero, apprezzatissime sia per la grande preparazione artistica che per l’originalità del progetto stesso. Suona l’Orchestra Roma Sinfonietta.

Biglietti:

– per i concerti del 25-26-30-31 luglio

I settore E. 30,00 – II settore E. 20,00

ridotti under 26, over 65 e possessori di un biglietto di ingresso al Museo Etrusco

I settore E. 27,00 II settore E. 18,00

– per i concerti del 6-7-12-13 agosto

I settore E. 20,00 II settore E. 15,00

ridotti under 26, over 65 e possessori di un biglietto di ingresso al Museo Etrusco

I settore E. 18,00 II settore E. 13,50

Mauro Mariani

 

 

Una stagione informale

Il Museo Archeologico Regionale di Aosta ospita, fino al 26 ottobre 2014, l’attesissima prima di una delle più ampie collezioni private di arte informale. La collezione che nasce dalla volontà e dalla passione di Gian Piero Reverberi e che oggi la famiglia Reverberi custodisce e incrementa. Gian Piero Reverberi è musicista, arrangiatore e produttore. A lui sono legati molti dei maggiori successi di cantautori italiani, e non solo, come Gino Paoli, Luigi Tenco, Fabrizio De Andrè, New Trolls, Le Orme, Lucio Battisti, Ornella Vanoni, Lucio Dalla, Paul Anka, Patty Pravo e Sergio Endrigo. Nel 1979 fonda il gruppo Rondò Veneziano che raggiunge l’apice del successo vendendo 20 milioni di copie in tutta Europa, con le sue originali musiche baroccheggianti. Accanto alla passione professionale per la musica, Reverberi ha coltivato infatti un’altra travolgente passione, quella per l’arte: tutte e due vissute da attento spettatore del suo tempo, con la capacità di cogliere le novità che emergevano sulla scena mondiale. Per iniziativa dell’Assessorato Istruzione e Cultura della Regione Autonoma Valle d’Aosta, questa magnifica Collezione, sino ad ora concessa solo all’ammirazione degli amici, fa la sua prima uscita pubblica, in occasione della quale Beatrice Buscaroli e Bruno Bandini, che ne sono i curatori, hanno selezionato circa 90 opere tra le oltre 300 raccolte dal musicista negli ultimi 30 anni. La Collezione Reverberi si è costituita infatti nell’arco di circa tre decenni, privilegiando una particolare stagione: quella della pittura informale. Un catalogo ricco, che da un lato esalta la centralità dell’investigazione europea, e dall’altro dedica ampio spazio a quella declinazione dell’informale caratterizzata dalla dissoluzione della figura (come è testimoniato dall’esperienza CoBrA) e da originali evoluzioni di esperienze concettuali (come nei casi di Novelli o di Bendini). La “Stagione Informale” della Collezione Reverberi presenta quindi opere di Fautrier, Afro, Perilli, Santomaso, Marfaing, Appel, Jorn, Dorazio, Olivieri, Bargoni, Bendini, Lindstrom, Shiraga, Manzoni, Schumacher, Nitsch, grazie alle quali riesce ad offrire uno spaccato di altissimo livello italiano ed europeo. Le opere in mostra presentano una precisa testimonianza dell’arte del dopoguerra, contrassegnata dalla consapevolezza della natura effimera e priva di certezze del presente: essa si traduce in una frustrazione della visione, frutto di un primato che viene riconosciuto al gesto espressivo, alle dinamiche del segno e della materia. Rivoluzione del gesto e poetica del colore e della materia sembrano i veicoli originali cui affidare la creazione artistica, specie attraverso il mezzo della pittura. Automatismi psichici di matrice surrealista ed attenzione per le varianti delle filosofie dell’esistenza vanno a comporre quel singolare e composito organismo artistico e culturale che solitamente viene definito Informale. Le vie dell’Informale sono molteplici, così come molteplici sono le consapevolezze che gli artisti vengono manifestando. Quella che appare più solida e destinata a durare nel corso del tempo è una innegabile attenzione nei confronti della pratica della pittura, per quanto non più contenibile nei confini di una forma, nei limiti di una composizione che sembra costringere gli spazi di libertà della creazione. In una parola, si tratta di una pittura per la quale come scrisse nel 1946 Francis Ponge presentando una mostra di Jean Fautrier “la bellezza ritorna”. Ma si tratta di una bellezza tra virgolette, che può sì ritornare, ma a condizione di sconvolgere i canoni espressivi che l’hanno preceduta. Non si rinuncia alla narrazione, piuttosto l’immagine si traduce in luogo in cui la libertà creativa dell’artista prende corpo attraverso una conversione dall’ignoto e dall’indicibile, intesi sia come lascito di una storia sempre più frammentata e disumanizzata, sia come groviglio dell’inconscio. “UNA STAGIONE INFORMALE. Capolavori europei della Collezione Reverberi”, Aosta, Museo Archeologico Regionale, Piazza Roncas 12 fino al 26 ottobre 2014.

S. Vagneur