Natale in piazza per La Bottega delle Maschere

Natale in piazza è una programmazione unitaria per i suoi contenuti, per le tante linee trasversali che uniscono gli stessi concetti. È un progetto che dà un significativo apporto allo sviluppo culturale e alla promozione turistica della nostra Città. La manifestazione natalizia di teatro dura dal 2007.

Da una parte. Sogno di Natale, la novella di Pirandello, sviluppa una tesi: le voci di dentro non sono soltanto pensieri, ricordi o immagini, ma valenza delle cose perdute. Dall’altra. La messinscena Natale in piazza di Henri Ghéon è un progetto non abusato, non comune, non scontato, nuovo, originale e raro. Un canovaccio, un metateatro, una recita a soggetto, un contenitore d’eccezione capace di superare gli echi di certe inattuali sperimentazioni teatrali.

Tutto avviene nella cripta della Basilica di Sant’Alessio. La scena rappresenta il lato di una piazzetta di un villaggio, dove gli zingari hanno sistemato il loro carrozzone ed eretto un palco sgangherato. È notte. Il barlume di un fuoco, le stelle e la luna. Una lampada ad acetilene è issata in cima ad una pertica. Qualche sgabello, valigie, un fuoco. Gli zingari stanno cenando. Qualcuno li sta osservando. È la gente del villaggio che si aspetta una rappresentazione teatrale. Si apre una valigia ricolma di costumi. Si accende la lanterna ad acetilene. Un vecchio zingaro apre un libro antico. Gli altri si ritirano dietro il carro, si truccano a vista. Inizia lo spettacolo: In quei tempi i popoli vivevano nell’attesa…

Comincia così lo strano racconto di Natale, costruito con una rara intelaiatura di teatro nel teatro sacro. Su un praticabile che sembra essere stato riesumato dalla scenografia di un carro di Tespi, nasce un presepe metafisico dove si dispongono gli attori e tutto diventa come una disputa dentro un dipinto fiammingo. Gli affreschi, tutto intorno, sono il coro. Il gruppo si sistema; da una parte si ascoltano i passi antichi della Notte Santa, dall’altra arrivano Maria e Giuseppe, sono a Betlemme per il censimento di Augusto, cercano un alloggio. Nell’aria anche i versi di Gozzano… Poi l’arrivo dell’Angelo, di Maria, di Giuseppe. Povertà. L’innocenza del testo. Un violino, un soprano come in una favola e un flauto di Pan per l’Ave Maria di Schubert. Gli attori si compongono, si scompongono e ricompongono nella sera favolosa della Vigilia.

È una commedia dell’arte con Marcello Amici, Giuseppe d’Onofrio, Carlotta Galmarini, Emilia Guariglia, Federico Giovannoli, Tiziana Narciso, Martina Pelone e Michela Marconi (soprano). Assistente alla regia Roberto Di Carlo

Natale in piazza, 3, 4, 5 gennaio 2023 – ore 18.30, Cripta della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all’Aventino, Piazza S. Alessio 23 – Roma. Ingresso libero e gratuito

Elisabetta Castiglioni

Pane e olio… a teatro!

Presso il foyer dell’Auditorium della Conciliazione a Roma, nelle giornate di 25, 26 novembre e 6 dicembre, verrà ospitata un’iniziativa per far conoscere ed apprezzare alcuni prodotti di eccellenza tipici della Regione Lazio.

Ideato e organizzato dall’associazione culturale Il Leone e le Cornucopie, da anni specializzata nella realizzazione di manifestazioni ed eventi culturali con il particolare obiettivo di evidenziare le peculiarità del territorio, il progetto Pane, olio… a Teatro! vedrà offrire gratuitamente in degustazione al pubblico e agli intenditori alcune prelibatezze con il tocco di esperienza e fantasia di due chef laziali specializzati nella cucina regionale.

In queste tre giornate, a partire dalle 12.00, verrà infatti esposta un’accurata selezione dei più pregiati oli provenienti dalle province laziali, accompagnati da prodotti tipici di panificazione di tutto il territorio regionale.

Andrea Passeri, esperto ed appassionato ricercatore di ingredienti tipici della nostra terra, le cui speciali preparazioni culinarie riescono a combinare le materie prime presenti nelle tavole del passato con la cultura gastronomica dei giorni nostri e Stefano Salvi, executive chef di eccezione e professionista molto noto nell’universo della nostra cucina, metteranno a disposizione il proprio “expertise” non solo sulle origini e la storia del pane e dell’olio nel Lazio ma anche sulle rispettive possibilità di combinazione in maniera magistrale con i migliori piatti della tradizione.

“La scelta di una cornice quale questo prestigioso teatro della capitale – afferma Fabio Alescio, promotore e organizzatore dell’evento – non è casuale, dal momento che riteniamo qui si possa evidenziare un connubio speciale, quello della tradizione del cibo genuino con il mondo del teatro e della musica: in queste serate, infatti, il palco dell’Auditorium ospiterà due grandi artisti e dopo la degustazione gratuita, chi possiede il biglietto di ingresso, potrà assistere allo spettacolo prescelto”.

Il 25 e 26 novembre salirà sul palco Daniele Silvestri mentre il 6 dicembre sarà la volta di Ornella Vanoni, ma l’ingresso al pubblico senza biglietto sarà aperto negli stessi giorni anche dalle ore 12 alle 16.

“Il progetto – ricorda Tiziana Biscu, presidente dell’Associazione Culturale Il Leone e Le Cornucopie – ha anche una rilevante valenza sociale, avvalendosi della collaborazione dell’associazione di volontariato no profit Abili Oltre la cui attività principale è costituita dall’inclusione lavorativa delle persone socialmente svantaggiate e diversamente abili.”

Accompagnati dal Presidente Marino d’Angelo e da Mario De Chiara, responsabile dell’associazione, parteciperanno all’evento alcuni giovani impegnati dal 2020 nel progetto speciale ColDiversa, un’esperienza di lavoro formativa in ambito food e più precisamente di somministrazione di prodotti agro-alimentari ed enogastronomici provenienti da realtà produttive inclusive ed ecosostenibili.

Tra le aziende olearie rappresentate nella degustazione, infine, sarà presente l’associazione Ulivi dell’Etruria, specializzata nel recupero degli olivi abbandonati e che ha aderito a questo importante progetto sociale.

Pane, olio… a Teatro è un evento realizzato grazie al contributo della Regione Lazio.

Ingresso libero a tutti: ore 12:00 – 16:00

Ingresso riservato ai possessori dei biglietti dei concerti dell’Auditorium della Conciliazione: dalle ore 19:00

Elisabetta Castiglioni

“Prima facie”, prima romana

Debutto sul palcoscenico del West End Londinese per Jodie Comer, la star vincitrice di un Emmy e di un Bafta per “Killing Eve” e “The Last Duel”, ora unica protagonista di “Prima Facie“, acclamatissima e pluripremiata pièce teatrale dell’australiana Suzie Miller, una storia che ci porta nel cuore di dove l’emozione e l’esperienza si scontrano con le regole del gioco. 

Diretta da Justin Martin all’Harold Pinter Theatre di Londra, l’opera – ripresa teatrale dal vivo dello spettacolo andato in scena lo scorso luglio – è diventata un film di alto valore educativo e morale e arriverà per la prima volta a Roma, per tre giorni sul grande schermo del Cinema Farnese Arthouse (Piazza Campo de’ Fiori 56 – Roma), il 24, 25 e 26 novembre.

Tessa è una giovane e brillante avvocatessa proveniente dalla classe operaia, che si è fatta strada nella vita e nel lavoro per meriti acquisiti sul campo e che ora si trova di fronte a un evento inaspettato che la costringe a muoversi in un territorio in cui il potere patriarcale della legge, l’onere della prova e la morale divergono.

La prima visione del film, in programma venerdì 25 novembre, è stata concepita  in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, dati i contenuti trattati nella vicenda.

L’opera, prodotta da Empire Street Production e distribuita da National Theatre Live, sarà proiettata in lingua originale inglese con sottotitoli in inglese. 

L’iniziativa segna anche il ritorno al Cinema Farnese ArtHouse, dopo circa 7 anni di assenza, dei titoli della NTL che verranno programmati dal 2023 con cadenza mensile.

PRIMA FACIE – Giorni ed orari di programmazione:

Venerdì 25 novembre – Ore 21:30

Sabato 26 novembre – Ore 19:30

Domenica 27 novembre – Ore 17:15

Elisabetta Castiglioni

Festival di Film di Villa Medici

Nell’ambito della seconda edizione del Festival di Film di Villa Medici che si terrà a Roma da mercoledì 14 a domenica 18 settembre 2022, saranno presentati quattordici film in competizione internazionale. Queste produzioni, di tutte le durate e i generi, includono 2 film presentati in prima mondiale e 9 prime italiane.

Anche quest’anno, artisti, registi e pensatori di tutti i continenti si danno appuntamento a settembre a Villa Medici per celebrare la vitalità delle pratiche cinematografiche contemporanee attraverso una selezione di proposte – film d’autore, cinema d’essai, fiction o documentari – che si distinguono per l’originalità del discorso o della forma. 

In un’epoca in cui lo storytelling è nella migliore delle ipotesi uno strumento di lavoro e nella peggiore dei casi un’arma da guerra, gli artisti e i registi contemporanei sono necessariamente messi di fronte alla questione della narrazione, intima o politica, in un movimento riflessivo che mette in discussione la materia stessa della loro arte. Ciascuna delle opere in gara sovverte a suo modo i codici di questi racconti individuali o collettivi.

Sostituire il racconto dei vincitori con quello dei vinti significa riscrivere la storia alla luce di una «morale della minoranza» (per riprendere le parole del filosofo francese Didier Eribon). In MOUNE Ô di Maxime Jean-Baptiste, le comparse di un film sulla colonizzazione della Guyana rivendicano l’immagine del loro popolo assente dall’immaginario francese; in MANGROVE SCHOOL di Filipa César e Sónia Vaz Borges, gli scolari guerriglieri sistemano quaderni e matite tra le mangrovie della Guinea-Bissau. 

Questi personaggi assenti dalle rappresentazioni del secolo scorso fanno gioiosamente irruzione nel nostro secolo, sfrenati, orgogliosi e con una smorfia sul viso. Come la strana figura, senza sesso né età identificabili, che impersona l’artista guatemalteco maya Edgar Calel in XAR scritto insieme a Fernando Pereira dos Santos: un essere la cui potenza originale fa esplodere qualsiasi cosa attraversi, tanto lo spazio quanto il tempo. Un misticismo politico su cui lavora anche l’artista libanese Ali Cherri con LE BARRAGE, la sua favola di resistenza girata nel Sudan in guerra. 

Questa ricerca di un’altra narrazione avviene spesso attraverso il ritratto degli Antichi, in una filiazione che i film mettono in discussione. Sparite le «memorie dei nostri padri» al loro posto ci sono le nonne, protagoniste della trasmissione al centro di KICKING THE CLOUDS di Sky Hopinka, cineasta indiano d’America, e di INTO THE VIOLET BELLY dell’artista tedesca di origine vietnamita Thùy-Hân Nguyễn-Chí, rivelazione dell’ultima Biennale di Berlino.

Questi antenati, ai cui film si richiamano, sono anche gli artisti che li ispirano. In À VENDREDI, ROBINSON, Mitra Farahani, con il suo inimitabile talento nell’ammansire le anime selvagge, riunisce Ebrahim Golestan e Jean-Luc Godard in una favola inaspettata in cui è difficile dire chi sia più serio o più malizioso. Éric Baudelaire raccoglie la parola del compositore d’avanguardia Alvin Curran contestualizzandola nella Roma delle Brigate Rosse in WHEN THERE IS NO MORE MUSIC TO WRITE, AND OTHER ROMAN STORIES

Dopo L’estate di Giacomo e I tempi felici verranno presto, Alessandro Comodin continua a lavorare sul territorio del suo paesino al confine tra Friuli e Veneto, con il ritratto di un poliziotto sognatore e strampalato, GIGI LA LEGGE, suo zio, che sfata i luoghi comuni più duri a morire sul Nord e il Sud dell’Italia.

Altro territorio assurdo e familiare nel secondo lungometraggio di Tyler Taormina, HAPPER’S COMET, sorprendente ritratto notturno e lynchiano della classe media di una città di medie dimensioni, che condivide i segreti silenziosi di coloro che il cinema non riprende mai. 

Ma per far ascoltare una storia è necessario innanzitutto ascoltarla. Con SAINT OMER, la sua prima fiction, la documentarista Alice Diop mette in scena la storia di una madre infanticida. Questo andirivieni tra parlare e sentire rivelerà le ferite politiche della società francese.

Il cinema pensa l’inascoltabile, ma anche l’inguardabile. In DE HUMANI CORPORIS FABRICA, Véréna Paravel e Lucien Castaing-Taylor (Léviathan, Caniba) penetrano all’interno del corpo umano con le nuove telecamere che i medici usano per gli interventi chirurgici o le diagnosi. Tra sacro e volgare, gli organi e gli stati convocati – l’occhio, il sesso, il cuore, il cervello, l’oblio, la morte, la nascita – creano vere e proprie deflagrazioni metafisiche. 

Infine, raccontare l’irraccontabile, è il compito doloroso che si è dato la scrittrice siriana Samar Yazbek, di cui il nuovo film di Rania Stephan, LE CHAMP DES MOTS, fa un indimenticabile ritratto – quello di un essere la cui umanità è irrimediabilmente ferita.

THE DEMANDS OF ORDINARY DEVOTION, il titolo del film di Eva Giolo, potrebbe riassumere da solo la domanda che anima i film della competizione internazionale 2022. Come abitare il nostro mondo malato? La giovane artista belga risponde con un inventario di gesti di cura, quelli che ci inseriscono ogni giorno nel tempo della vita e della creazione.

Le proiezioni dei film in concorso saranno seguite da incontri con i registi presenti a Villa Medici e saranno completate da una programmazione parallela Focus che invita a scoprire film di artisti fuori concorso, masterclass e incontri. Infine, ogni sera, il pubblico del festival si riunirà sul Piazzale, davanti alla facciata storica e ai giardini di Villa Medici, per proiezioni all’aperto di film recenti, tra cui numerose anteprime, ma anche classici del cinema in versione restaurata.  

La giuria, composta da Marie LosierPietro Marcello e Sylvain Prudhomme, svelerà il suo palmarès durante la grande serata di sabato 17 settembre. La giuria assegnerà due premi: il Premio Villa Medici per il miglior film e il Premio della Giuria per un film originale particolarmente apprezzato dai giurati. Questi premi, che prevedono compensi in denaro, offriranno l’opportunità ai due autori o alle autrici di essere ospiti in residenza presso Villa Medici.

I 14 film selezionati nella competizione internazionale sono:

À VENDREDI, ROBINSON di Mitra Farahani (2022, Francia, Svizzera, Iran, Libano, 97′). Prima romana

La cronaca di un incontro cinematografico, forse impossibile, tra Ebrahim Golestan e Jean-Luc Godard, due grandi artisti che in Occidente non godono della stessa notorietà.

LE CHAMP DES MOTS di Rania Stephan (2022, Libano, 70’). Prima mondiale

Il cinema e la letteratura possono catturare la tragedia della guerra? Dialogando con la scrittrice siriana Samar Yazbek, il film tesse elementi visivi e sonori per dare un senso alla violenza del mondo.

DE HUMANI CORPORIS FABRICA di Véréna Paravel e Lucien Castaing-Taylor (2022, Francia, 115’). Prima italiana

Questo film consegna il corpo al cinema. Si scopre che la carne umana è un paesaggio sorprendente che esiste solo grazie agli sguardi e alle attenzioni altrui. 

GIGI LA LEGGE di Alessandro Comodin (2022, Italia, Francia, Belgio, 102’)Prima italiana

Gigi è un agente di polizia in una zona di campagna dove non succede mai nulla. Un giorno, però, una ragazza si getta sotto un treno. Non è la prima volta che succede. Di fronte a questa ondata di suicidi inspiegabili, Gigi inizia a indagare su uno strano mondo, tra realtà e fantasia.

HAPPER’S COMET di Tyler Taormina (2022, Stati Uniti, 62′). Prima italiana

Il tempo di una notte, la vita di quartiere nei sobborghi di Long Island in pieno lockdown. La vita notturna si anima e vari residenti escono di nascosto al buio…

INTO THE VIOLET BELLY di Thùy-Hân Nguyến-Chí (2022, Belgio, Germania, Islanda, Malta, 19’). Prima mondiale

La gallina è il travestimento dell’uovo. La gallina esiste affinché l’uovo possa sopravvivere nelle varie epoche. A questo serve una madre. L’uovo vive come un fuggitivo, sempre in anticipo sui tempi: è più che contemporaneo, appartiene al futuro.

KICKING THE CLOUDS di Sky Hopinka (2021, Stati Uniti, 15′). Prima italiana

Un’esplorazione poetica dell’origine indigena del registra basata su una registrazione audio di sua nonna che cerca di imparare con la madre la lingua Pechanga, già in via di estinzione 50 anni fa.

LE BARRAGE di Ali Cherri (2022, Francia, Sudan, Libano, Germania, Serbia, Qatar, 80′). Prima italiana

Sudan, nei pressi della diga di Merowe. Maher lavora in un mattonificio alimentato dalle acque del Nilo. Ogni sera vaga nel deserto per costruire una misteriosa struttura di terra. Mentre il popolo sudanese si ribella per ottenere la libertà, la sua creazione comincia a prendere vita…

MANGROVE SCHOOL di Filipa Césare Sónia Vaz Borges (2022, Francia, Portogallo, Guinea Bissau, 34’). Prima italiana

Una lezione appresa e poi trasmessa dalle registe a seguito del loro studio sulle condizioni di vita degli allievi delle scuole di guerriglia tra le mangrovie della Guinea-Bissau: come camminare?

MOUNE Ô di Maxime Jean-Baptiste (2022, Guyana, Francia, Belgio, 16’). Prima italiana

Attraverso le immagini dei festeggiamenti che accompagnano la prima di un film in cui il padre del regista interpreta un piccolo ruolo (Jean Galmot aventurier, 1990), Moune Ô rivela la sopravvivenza del retaggio coloniale nell’inconscio collettivo occidentale.

SAINT OMER di Alice Diop (2022, Francia, 118′). Prima romana

Rama, una scrittrice di 30 anni, assiste al processo di Laurence Coly, accusata di aver ucciso sua figlia. Questa la porterà a mettere in discussione la verità della sua propria esperienza di maternità.

THE DEMANDS OF ORDINARY DEVOTION di Eva Giolo (2022, Italia, 12’06). Prima italiana

Costruito a partire da un gioco di casualità e di incontri in laboratori e case di Roma, questo film invita a riflettere sul processo di produzione, sulla prospettiva della maternità, sulle incertezze della creazione, sull’equilibrio e la composizione.

WHEN THERE IS NO MORE MUSIC TO WRITE, AND OTHER ROMAN STORIES di Éric Baudelaire (2022, Francia, Italia, 59′). Prima italiana

Tre film in uno sulla figura del compositore d’avanguardia Alvin Curran attraverso il suo rapporto con Roma negli anni ’60 e ‘70, segnati dalla lotta rivoluzionaria e dal rapimento di Aldo Moro.

XAR – SUEÑO DE OBSIDIANA di Edgar Calel e Fernando Pereira dos Santos (2022, Brasile, 13′). Prima italiana

L’artista maya kaqchikel Edgar Calel esegue un rituale nel padiglione della Biennale di San Paolo per fare un’offerta ai suoi antenati. Tra sogni e ricordi, il suo viaggio spirituale lo porta a incarnare il suo animale totem.

Elisabetta Castiglioni

Il sesso degli angeli diventa film

Scritto a quattro mani con Filippo Bologna, diretto e interpretato da Leonardo Pieraccioni, il nuovo film “Il sesso degli angeli” riporta alla riflessione sulla necessità per il clero di sposarsi. È ciò che si domanda nel suo tormento di vita sacerdotale, don Simone di una parrocchia di Firenze su cui la fotografia apre ampie panoramiche di incomparabile bellezza. Don Simone è giovane, dinamico, fa ascoltare le canzoni di Lady Gaga durante i battesimi, ma è destinato ad una parrocchia con pochi introiti, poco frequentata, con la chiesa che fa acqua da tutte le parti e ogni tanto è protagonista di qualche crollo. Insomma, parroco in crisi, parrocchia in crisi. Fino a quando lo zio miscredente muore a Lugano lasciando al nipote una lauta eredità: un milione e oltre ottocentomila franchi svizzeri. Don Simone, convocato dal laconico notaio, è libero di accettare l’eredità o meno. Così don Simone (Pieraccioni) va subito nella bella Lugano e conosce Lena (Sabrina Ferilli), la tenutaria del bordello che di fatto lo zio burlone gli ha lasciato. Con la solita commedia degli equivoci, sarà il sacrista Giacinto (Marcello Fonte) accompagnatore a svelare l’arcano, mentre un sempre più confuso prete si domanda se deve dare retta alle tentazioni in sogno del defunto zio Waldemaro (Massimo Ceccherini), oppure rimanere fedele ai suoi voti. La sempre brava Ferilli conduce un gioco sottile di seduzione, pur se da vent’anni non lavora diversamente che da gestore del posto, e rivela il suo lato sensibile quando pensa al figlio che non può vedere molto spesso. Conduce anche il prete a passeggio per le montagne svizzere, a guardare un superbo panorama, tanto bello quanto le ragazze che lavorano di fatto per il prete, e spesso anche con preti che pagano le loro performance. Don Simone vuole conoscere meglio il mondo delle prostitute di alto bordo e non si capacita di come possa essersi ritrovato in una situazione simile. Fino a quando non si trova la giusta soluzione che, come vogliono le fiabe belle, salvi capra e cavoli. Spretarsi? Dare ragione al libertino zio che non lo voleva affatto vedere prete? Lasciare l’eredità al cugino farfallone Antonello (Vincenzo Salemme), salvare le ragazze perché non siano più costrette a vendersi? Insomma, tra risate divertite, il pubblico si ritrova a considerare come ai sacerdoti basti il proprio Dio (che è donna, secondo Mimì “la muta” interpretata da Giulia Perulli) e la cura delle anime, mentre alle altre anime serve la cura di un prete che sappia davvero fare bene il suo lavoro… o meglio, la sua missione.

Un film divertente, da vedere.

Alessia Biasiolo

Un evento in memoria di Pasolini nell’Aula del Senato della Repubblica

Domani, sabato 9 aprile alle 11.00 nell’Aula del Senato della Repubblica si svolgerà un nuovo evento di “Senato è Cultura”, la rassegna voluta dal Presidente del Senato Elisabetta Casellati per valorizzare le eccellenze italiane. Quest’evento in particolare, in cui si alterneranno recitazione e musica, è dedicato al ricordo di Pier Paolo Pasolini, nei cent’anni dalla nascita del grande intellettuale, romanziere, poeta, saggista e regista.

La parte musicale è affidata a Roma Sinfonietta, che con la direzione del Maestro Andrea Morricone aprirà l’evento suonando l’Inno d’Italia. Nel corso dell’evento la musica tornerà con “Cosa sono le nuvole”, la canzone composta da Domenico Modugno su una poesia di struggente bellezza di Pasolini, che parla metaforicamente dell’amore e del significato della vita. Questa canzone era inserita nel film a episodi Capriccio all’italiana del 1968, dove veniva cantata da Modugno nella scena finale dell’episodio diretto da Pasolini. In quest’occasione la canterà Giuliano Sangiorgi, il frontman dei Negramaro, in un nuovo arrangiamento di Andrea Morricone, che la dirigerà.

Andrea Morricone

Seguirà l’aria “Erbarme dich, Mein Gott” (“Abbi, pietà di me, mio Dio”), una delle pagine più alte della Passione secondo Matteo, sommo capolavoro di Johann Sebastian Bach, alla cui musica Pasolini attinse per il film Il vangelo secondo Matteo del 1964. La interpreterà il mezzosoprano Lucia Napoli, accompagnata dall’Ensemble Roma Sinfonietta.

Come ultimo brano musicale dell’evento Andrea Morricone sul podio di Roma Sinfonietta dirigerà la Filastrocca composta da suo padre Ennio per il film di Pasolini Uccellacci e uccellini del 1966.

L’evento sarà trasmesso in diretta televisiva da Rai3.


Mauro Mariani (anche per la fotografia)

L’Ars Trio di Roma in un concerto dedicato alla Francia, con musiche di Debussy e Ravel

Claude Debussy e Maurice Ravel sono i protagonisti del concerto dell’Ars Trio di mercoledì 30 marzo 2022 alle 18.00 per la stagione di Roma Sinfonietta all’Auditorium “E. Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).

Di Claude Debussy, il capofila della musica impressionista, si ascolteranno due delle più importanti compoisizioni nel campo della musica dacamera. La prima è la Sonata per violoncello e pianoforte in re minore del 1916. Debussy aveva deciso di comporre sei sonate per diversi strumenti, ma la malattia che lo condusse alla morte gli impedì di portare a termine questo progetto e ne compose solo tre, di cui la prima è proprio quella per violoncello e pianoforte. Scritta di getto nell’estate del 1915, non risente assolutamente della cupa atmosfera della guerra, ma anzi ha la grazia e la felicità delle opere nate spontaneamente e dalla cui stesura è assente ogni apparente sforzo creativo. Particolarmente notevole è l’atmosfera notturna, lunare creata dalle armonie. Il Trio in sol maggiore fu scritto ben trentacinque anni prima e rivela come l’allora diciottenne Debussy fosse ancora sotto l’influsso dei romantici Schumann e Brahms; ma in alcuni moment i colori iridescenti e le raffinale ambientazioni armoniche già fanno presagire il futuro compositore “impressionista”.

La seconda parte del concerto è dedicata a Maurice Ravel. Dapprima la Sonata n. 2 per violino e pianoforte, l’ultimo suo lavoro nell’ambito della musica da camera, la cui composizione durò dal 1923 al 1927, tra profondi stati depressivi e soprassalti d’energia creativa. Ravel si rifà ai grandi modelli classici, ma molto liberamente, come testimonia il Blues del secondo movimento. In conclusione il Trio per violino, violoncello e pianoforte, ancora di Ravel, composto nel 1914. Anche qui i modelli classici, come la Passacaglia del terzo movimento, si alternano senza attriti agli influssi della musica popolare – in questo caso la musica basca – avvertibili nel primo e nell’ultimo movimento.

Fin dal suo debutto nel 2001, l’Ars Trio di Roma si è distinto come uno dei gruppi cameristici più interessanti della scena italiana. In quello stesso anno ha vinto i due prestigiosi concorsi internazionali “Città di Pinerolo” e “Premio Trio di Trieste”. Suona regolarmente per importanti istituzioni musicali italiane e ha compiuto numerose tournée internazionali, che l’hanno portato a Buenos Aires, Montevideo, Santiago del Cile, Rio de Janeiro, Praga, Kiev, Istanbul, e ancora in Germania, Austria e altri stati europei. È formato da Laura Pietrocini (pianoforte), Marco Fiorentini (violino) e Valeriano Taddeo (violoncello).

Questo il programma in dettaglio:

C.Debussy: Sonata per violoncello e pianoforte in re minore  L 144 (1915)

Prologue. Lent – Sérénade. Modérément animé – Finale. Animé. Legér et nerveux

C. Debussy: Trio per violino, violoncello e pianoforte in sol magg. (1880)

Andantino con moto allegro – Scherzo: Moderato con allegro – Andante espressivo – Finale: Appassionato 

M.Ravel:  Sonata n.2 per violino e pianoforte in sol magg. (1927)

Allegretto – Blues. Moderato – Perpetuum mobile. 

M. Ravel: Trio per violino, violoncello e pianoforte in la minore (1914)

Modéré – Pantoum (Assez vif) – Passacaille: Trés large – Final: Animé

Biglietti: intero € 12,00. Ridotto docenti, personale amministrativo e tecnico dell’Università € 8,00. Ridotto studenti € 5,00.

Info: 063236104 – www.romasinfonietta.it


Mauro Mariani

L’Asian Film Festival a Roma

Si terrà al Farnese Arthouse, dal 7 aprile al 13 aprile 2022 la diciannovesima edizione di Asian Film Festival, la vetrina sul miglior cinema d’autore dei paesi dell’Asia orientale organizzata da Cineforum Robert Bresson con la direzione artistica di Antonio Termenini.

Quest’anno il cartellone prevede 30 lungometraggi provenienti da 8 paesi dell’Estremo Oriente (Cina, Corea del Sud, Filippine, Giappone, Hong Kong, Singapore, Taiwan, Thailandia), divisi tra film in concorso, fuori concorso e sezione Newcomers dedicata ad esordi e giovani registi. Tutti i film sono in lingua originale con sottotitoli in italiano. 

A sostegno del Festival, di carattere internazionale, si annoverano prestigiose partnership quali quelle con la Regione Lazio, la Direzione Generale Cinema, il Comune di Roma e la Roma Lazio Film Commission. Alla sua realizzazione hanno poi contribuito anche il Ministero degli Affari Esteri e l’Associazione Italia Asean, nata con l’obiettivo di rafforzare il dialogo, la conoscenza e gli scambi tra il nostro Paese e quelli dell’Asean. Ulteriori partnership di particolare rilievo sono quelle con il Film Development Council of the Philippines, UniPhilippines e con il Japan National Tourism Organization.
Anche quest’anno, inoltre, l’Asian Film Festival ospiterà all’interno della sua programmazione delle giornate speciali interamente dedicate ad alcune delle cinematografie asiatiche. In particolare, venerdì 8 aprile si terrà, in collaborazione con l’Ambasciata della Thailandia e il Tourism Board della Thailandia il Thailand Day. Nel corso di questo evento verranno presentati i film The Edge of Daybreak di Taiki Sakpisit, Come Here di Anocha Suwichakornpong, The Medium di Banjong Pisanthanakun e Anatomy of Time di Jachavral Nilthamrong. Grazie alla collaborazione con l’Istituto di Cultura Coreano di Roma, sabato 9 aprile si terrà invece il Korean Day, una giornata interamente dedicata al cinema sudcoreano in cui verranno presentati i film The Day Is Over di Qi Rui, Mom’s Son di Dong-min Shin, A Leave di Lee Ran-hee, Rolling di Min Seung-kwak e Three Sisters di Seung-Won Lee. Fanno parte del programma anche i cortometraggi Last Meal e Mother In The Mist. Domenica 10 aprile, con il patrocinio dell’Istituto di Cultura Giapponese di Roma, si svolgerà invece il Japan Day. Nel corso di questo verranno presentati i film Somebody’s Flowers di Yusuke Okuda, Tsuyukusa di Hideyuki Mirayama, Moonlight Shadow di Edmund Yeo, Hokusai di Hajime Hashimoto e In The Wake di Takaisa Zeze.

Elisabetta Castiglioni

Fast Animals and Slow Kids a Roma

Continuano gli incontri realizzati dal giornalista Enrico Deregibus con cantanti e musicisti dal Teatro Eduardo De Filippo di Roma per Officina Pasolini, il laboratorio creativo di alta formazione e HUB di eventi della Regione Lazio diretto da Tosca.

Dopo un nome simbolo della musica italiana degli ultimi decenni, Ron, protagonista dell’ultima serata, ora tocca ad una rock-band tra le più note e apprezzate delle ultime generazioni: i Fast Animals and Slow Kids.

L’appuntamento è per il 22 marzo alle 21 dal Teatro Eduardo De Filippo di Roma. La formula della serata sarà quella ormai consolidata: una intervista alternata ad alcune canzoni fatte dal vivo in acustico. Un modo per raccontare la band umbra da molti punti di vista, illuminando quello che c’è dentro e dietro alle canzoni.

L’entrata è gratuita, con green pass e prenotazione a questo indirizzo: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-enrico-deregibus-incontra-fast-animals-and-slow-kids-288071458487

L’ingresso del Teatro Eduardo De Filippo, che si trova all’interno della struttura di Officina Pasolini, è in viale Antonino di San Giuliano 782 (angolo via Mario Toscano).

L’evento sarà anche diffuso in streaming sulle pagine Facebook di Officina Pasolini, di Fast Animals and Slow Kids e di Enrico Deregibus.

I Fast Animals And Slow Kids, paladini del rock alternativo italiano più genuino, racconteranno le tappe e i successi che hanno segnato la loro carriera. A partire dal primo album “Cavalli” del 2011, prodotto da Andrea Appino degli Zen Circus, per arrivare all’ultimo “È già domani”, che tante soddisfazioni ha regalato al gruppo lo scorso autunno. Il disco, infatti, ha debuttato al quinto posto della classifica ufficiale italiana e alla seconda posizione in quella dei vinili, dimostrando come la band abbia fatto un ulteriore passo in avanti non solo nei testi ma anche nella scrittura dei brani e nella produzione. A Officina Pasolini, tra l’intervista e qualche brano fatto live, ci sarà anche l’occasione di presentare una nuova canzone, “Vita sperduta”, appena pubblicata, e il nuovo tour.

Enrico Deregibus, è giornalista e saggista, oltre che consulente o direttore artistico di svariati festival ed eventi in tutta Italia. Attualmente scrive su “Avvenire” ed è considerato il maggior esperto di Francesco De Gregori, su cui ha pubblicato vari libri. Dal 2020 collabora con Officina Pasolini, per la quale ha realizzato incontri con Emidio Clementi dei Massimo Volume, Dente, Zen Circus, Roberto Angelini, Cristiano Godano, Emma Nolde, Sergio Cammariere, ExtraLiscio, Mario Venuti, Nuvolari e Ron, tutti disponibili su YouTube.

Per aggiornamenti: www.officinapasolini.it

Monferr’Autore

“Pillole Musicali” nella Galleria del Policlinico Tor Vergata

Martedì 22 febbraio alle 12.00 al Policlinico di Tor Vergata si terrà il terzo appuntamento di Pillole Musicali, il ciclo di incontri musicali all’interno del Policlinico Tor Vergata pensato per alleggerire, in un momento difficile, il clima di tensione e di duro impegno che in questo periodo gli ospedali vivono.

I primi due incontri sono stati accolti con grande favore da questo pubblico molto particolare, che ha chiesto ai musicisti di prolungare con una serie di bis questi brevi e informali incontri musicali, che si svolgeranno fino al 10 maggio ed offriranno una grande varietà di sonorità: dalla classica al jazz e alla canzone popolare romana. Al momento si tengono nella Galleria centrale del Policlinico Tor Vergata, per poi spostarsi, qualora l’evolvere della pandemia lo consenta, all’interno delle Unità Operative per far arrivare la musica anche agli ospiti ricoverati.

Il Policlinico Tor Vergata e l’Associazione Roma Sinfonietta hanno realizzato quest’idea con il sostegno economico del Credito Sportivo.

Raffaella Siniscalchi

La terza Pillola Musicale, che si svolgerà martedì 22 febbraio alle ore 12.00 nella Galleria del Policlinico di Tor Vergata ad ingresso gratuito, è dedicata alla canzone romana nell’interpretazione del Triollalléro. Insieme a Raffaela Siniscalchi – una delle più interessanti ed eclettiche voci del panorama italiano, che fa parte della Compagnia della Luna di Nicola Piovani ed ha avuto l’onore di registrare con Ennio Morricone – i membri di questo trio sono il chitarrista Massimo Antonietti e il fisarmonicista Denis Negroponte. Questi tre musicisti collaborano da tanti anni in vari progetti dal jazz alla musica d’autore, passando per il repertorio popolare. La loro Pillola Musicale sarà un viaggio appassionato nella canzone romana antica e moderna, da Romolo Balzani ad Armando Trovajoli e a Gabriella Ferri.

LA CANZONE ROMANA, TRIOLLALLERO: Raffaela Siniscalchi, voce; Massimo Antonietti, chitarra; Denis Negroponte, fisarmonica

Mauro Mariani (anche per la fotografia)