Fiumicino Jazz Festival

È riservato ad una giocosa e rilassante esperienza tra Musica e Natura il primo appuntamento del FIUMICINO JAZZ FESTIVAL, rassegna ideata da Attilio Berni, direttore artistico del Museo del Saxofono, in collaborazione con la Pro Loco di Fiumicino e il birrificio agricolo Podere 676, che prenderà il via venerdì 3 settembre per svolgersi ogni fine settimana del mese tra il Museo di Maccarese, il battello sul fiume ancorato all’Archeoboat di Fiumicino Paese e la cantina della birra a Testa di Lepre. L’inaugurazione della manifestazione, con due partenze alle ore 17,30 e 18,30 di venerdi, prevede due gite musicali sul  battello con aperidegustazione e il concerto della Continental Dixie Band, orchestra in puro stile New Orleans che arricchirà con le proprie atmosfere Dixieland il tragitto lungo le bellezze paesaggistiche sulle sponde del Tevere.

Sabato 4 settembre alle ore 21:00 è di scena il primo concerto al Museo, insieme al jazz autentico di Max Ionata & Friends.  In un contrappunto intrigante e sintonico, il sound di Max Ionata incontra il tocco di Luca Mannutza interagendo appassionatamente con la ritmica di Francesco Puglisi e Francesco Merenda. Uno scambio amabile d’eleganza e raffinatezze che sfocia in un fluire continuo di suggestioni…Il concerto, per chi lo desidera, è anticipato da un apericena.

In chiusura del primo week-end avrà luogo l’originale appuntamento della serie “Conversaxioni” dedicato alle storie di birra e jazz. Domenica 5 settembre alle ore 18:00, sempre al Museo, protagonista sarà il grande Lino Patruno, che tra racconti e performance  parlerà delle origini italiane del jazz, del blues, del contributo dei neri e di quello di bianchi, allargando il panorama della sua lectio storico-musicale al jazz in Italia negli anni ’50, a Roma e a Milano, e a quello di New Orleans,  Chicago e New York negli anni ’20.

Venerdì 10 settembre   

Birra & Sax – Eventi al Birrificio

concerto e presentazione azienda Podere 676

Podere 676 – Testa di Lepre   

Dalle ore 18:00 a notte fonda…

Sabato 11 settembre   

Concerto MICHAEL ROSEN HARMONIC Quartet           

Museo del Saxofono  

Ore 21:00

Domenica 12 settembre   

Conversaxioni

Storie di Birra & Jazz con …

Attilio Berni     

Sax & Sex

Aneddoti, storie e racconti sul jazz con degustazione snack e birra

Museo del Saxofono  

Ore 18:00

Venerdì 17 settembre   

Birra & Sax – Eventi al Birrificio

concerto e presentazione azienda Podere 676

Podere 676 – Testa di Lepre

Dalle ore 18:00 a notte fonda…

Sabato 18 settembre   

Concerto

SHANTI PROJECT – Enrico Ghelardi 4et          

Museo del Saxofono  

Ore 21:00

Domenica 19 settembre   

Conversaxioni

Storie di Birra & Jazz con…

Alfredo Romeo

Spazzole & Bacchette    

Aneddoti, storie e racconti sul jazz con degustazione snack e birra

Museo del Saxofono  

Ore 18:00 

Venerdì 24 settembre   

Come a New Orleans

Gite musicali sul battello con la Continental Dixie band     

Fiumicino paese

In Collaborazione con la Pro Loco di Fiumicino

Partenze ore 17:30 e ore 18:30

Sabato 25 settembre   

Concerto

ESTEMPORANEA-MENTE – Marilena Paradisi Trio       

Museo del Saxofono  

Ore 21:00

Domenica 26 settembre   

Conversaxioni

Storie di Birra & Jazz con…

Monica Gilardi           

Le donne nel Jazz

Aneddoti, storie e racconti sul jazz con degustazione snack e birra

Museo del Saxofono  

Ore 18:00 

Sito web ufficiale: www.fiumicinojazzfestival.com

Elisabetta Castiglioni

Salman Ali e Alighiero Boetti: il racconto di un’amicizia in mostra a Milano

Lui di origine afgana, lui uno dei maggiori artisti del Novecento. È una storia di convivenza familiare quella che, per la prima volta, Salman Ali racconta nella sua autobiografia edita da Forma. Un approfondito, vivido racconto in prima persona, con cui Salman Ali ritraccia la sua vita, aneddoti e curiosità dei 23 anni passati accanto ad Alighiero Boetti. Il Racconto è accompagnato da immagini sino ad ora in gran parte private, e seguito da alcuni brevi contributi a firma di Bruno Corà, Giorgio Colombo e Clino Castelli.

L’uscita dell’autobiografia di Salman Ali diventa fortunata occasione per una mostra che ha titolo per essere definita come “evento” nel mondo dell’arte: a Milano, Tornabuoni Arte presenta, infatti, la collezione privata di Salman Ali, frutto di regali da parte dell’amico fraterno Boetti, lavori di altissima qualità che testimoniano l’affetto dell’artista per il suo collaboratore ed amico più stretto.

Alcune di queste opere sono già state esposte in musei internazionali ma questa sarà la prima volta in cui si potranno ammirare tutte insieme.

Tornabuoni Arte presenta la collezione di queste opere insieme ad una straordinaria selezione di fotografie di Salman Ali nei momenti di vita privata e nei viaggi accanto a Boetti. In molti casi si tratta di fotografie, alcune molto note, altre inedite, scattate, tra gli altri, da Giorgio Colombo che permettono di raccontare la straordinaria vicenda dell’uomo più vicino ad Alighiero Boetti e del rapporto con lo stesso artista.

Salman Ali conobbe Boetti nel 1971 a Kabul dove l’artista aveva aperto il famoso One hotel, albergo nel quale Salman trovò velocemente un impiego.

Nel 1973 Boetti propose a Salman Ali di seguirlo a Roma. Da quel momento Salman Ali ha vissuto costantemente accanto a Alighiero Boetti e la sua famiglia, diventando molto più di un semplice assistente: un membro della famiglia.

Si occupava della famiglia, dei bambini, della casa; seguiva Boetti nei suoi viaggi e nel suo studio dove garantiva ordine perché “tutto andasse bene e che capo fosse tranquillo”, come ricorda lo stesso Salman.

Testimone dell’intera vicenda umana e professionale dell’artista torinese, Salman Ali è ancora oggi indissolubilmente legato alla famiglia Boetti e a tutto il “mondo di Boetti”.

Tornabuoni Arte, Via Fatebenefratelli 34-36 – 20121, Milano, dal 14 settembre al 14 ottobre 2021, lunedì 15.00-19.00; martedì/sabato 10.00-13.00 e 15.00-19.00.

S.E.

Festival Dolce India 2021

Si svolgerà da venerdì 3 a domenica 5 settembre 2021 presso l’Ashram Joytinat di Corinaldo (AN), il Festival Dolce India, manifestazione dal ricco programma che prevede conferenze, incontri con il maestro Swami Joythimayananda, direttore dell’Ashram, seminari sulle tecniche di contemplazione, Satsang, Meditazione, canto di Mantra, Pooja (preghiera) al Tempio Joythiswar, laboratori e lezioni di Yoga, concerti di musica classica indiana, arpa celtica e handpan, mostre d’arte e fotografiche, presentazione di libri e proiezioni video, laboratori per bambini.

A disposizione del pubblico anche un “Indi Market”, esposizione di artigianato tradizionale indiano, abiti, accessori, prodotti ayurvedici e prodotti ortofrutticoli prodotti dall’Ashram Joytinat, oltre alla possibilità di pranzare con cibi e bevande a base di alimentazione vegetariana ayurvedica.

All’interno del festival si svolgerà il XXIII Convegno Internazionale Joytinat Yoga-Ayurveda (programma completo sul sito www.joynat.it), che avrà come tema: “adattabilità, devozione, tranquillità, salute, forza, felicità”.

Il convegno, patrocinato dal Comune di Corinaldo e organizzato dall’Ashram Joytinat Yoga Ayurveda di Corinaldo con la collaborazione di “Ayurvedic Academy” (Pune, India), vedrà la partecipazione di relatori nazionali e internazionali e vuole porre l’attenzione sul bisogno dell’uomo di ritrovare la propria serenità individuale e collettiva per migliorare la qualità della propria vita cercando di entrare in armonia e simbiosi con il mondo circostante. Tema quanto mai attuale in tempi di pandemia.

Il XXIII Convegno Joytinat Yoga-Ayurveda si aprirà sabato 4 settembre alle ore 10:00 con i saluti istituzionali di Matteo Principi, Sindaco di Corinaldo, e il benvenuto del maestro Swami Joythimayananda e di Rajaletchumi Joythimayananda.

Matteo Principi, Sindaco di Corinaldo: “Siamo lieti di poter ospitare nella nostra città un’iniziativa così importante e significativa. Il difficile periodo che tutti noi stiamo vivendo da oltre un anno e mezzo fa sì che dobbiamo tornare a sentirci parte di un tutto, perché nel far parte di una comunità e nella solidarietà possiamo ritrovare forza e speranza. Lo Yoga e l’Ayurveda in questo senso ci indicano la strada da perseguire per guardare in noi stessi e andare oltre le difficoltà tutti insieme”.

Maestro Swami Joythimayananda, guida spirituale e fondatore della scuola Joytinat Yoga Ayurveda Italia/Sri Lanka: “L’uomo in Occidente è contaminato dal culto della velocità, che ha ormai intossicato il suo corpo. La pandemia ci ha mostrato chiaramente che bisogna tornare a una vita più semplice e umile, rispettando i ritmi della Terra. Abbiamo bisogno di nutrire il nostro spirito, di purificarci e rilassarci, essere fedeli al lento procedere della vita di una volta, quando ci si spostava poco e ogni passo lasciava il segno. Lo Yoga e l’Ayurveda sono il giusto strumento per avere nuovamente una percezione corretta della realtà, permettere a ognuno di noi di percepirci per quello che siamo, con semplicità e in pace, nonché educare la nostra mente a mettersi al servizio della nostra anima. Sentire la pienezza senza possesso”.

A seguire interverranno, coordinati dallo psicoterapeuta e naturopata Annibale D’Angelo:

Maestro Joythimayananda (guida spirituale fondatore della scuola Joytinat Yoga Ayurveda, Italia/Sri Lanka); Antonio Morandi (Medico specialista di Neurologia e Direttore della scuola Ayurvedic Point di Milano); Marco Colella (Medico specialista in malattie dell’apparato respiratorio ed esperto in Ayurveda); Lucia Costa (Medico chirurgo specialista in Medicina del lavoro e medico ayurvedico); Maria Salvatierra (Farmacista e Operatrice in Ayurveda a Barcellona, Spagna) e Tomás Hernández (Medico ed esperto di Tantra e Ayurveda a Barcellona, Spagna).   

Venerdì 3 settembre ore 21: Proiezione video “Cammino di Santiago”, “Ashram Story”; a seguire proiezione del film “La Tribù delle noci sonanti” che racconta la storia di Fabrizio Cardinali e suo figlio Siddhartha, che vivono in un paesino dell’entroterra marchigiano dove Fabrizio fonda la Tribù delle noci sonanti, vivendo a contatto con la natura e rinunciando all’elettricità e ai comfort.

Sabato 4 e domenica 5 Settembre sono previsti per i bambini due laboratori creativi (sabato e domenica), un laboratorio di Yoga a cura di Serena Folco dedicato alla sensibilità dei più piccoli con giochi sensoriali, asana, canti e indovinelli (domenica), nonché un laboratorio pratico di musicoterapia aperto anche agli adulti dal titolo “Drum Circle, la libertà di suonare” a cura di Alessandro Pianelli, professore dell’Istituto Comprensivo di Corinaldo e musicoterapeuta (domenica): obiettivo del laboratorio la condivisione del ritmo vitale e l’essere in armonia con sé stessi e con gli altri.

L’Ashram Joytinat è strutturato secondo la tradizione ayurvedica. Un luogo immerso nella natura, ideale per rilassarsi e rigenerarsi. Guidato dal Maestro Vaidya Swami Joythimayananda, è concepito appositamente per la cura di corpo, mente e anima. Situato a Corinaldo nelle bellissime colline marchigiane, viene ideato come una comunità con multiformi funzioni. Un ritiro all’Ashram Joytinat è un modo di sentirsi “a casa”. Il Maestro esprime attraverso questo luogo il concetto di “sole”, il cui nucleo è costituito dalla più alta eredità spirituale e culturale dell’India. 

Stefano de Angelis (anche per la fotografia)

Forum del giornalismo musicale

Il 2 e 3 ottobre tornerà, con la sua sesta edizione, il “Forum del giornalismo musicale’, in programma come sempre a Faenza, nell’ambito del Mei. Il Forum, diretto da Enrico Deregibus, riunisce giornalisti e critici di diversa provenienza ed età, che una volta all’anno si ritrovano per confrontarsi fra loro e con altre figure del mondo musicale. L’iniziativa è come sempre aperta a proposte o suggerimenti, per i quali occorre inviare una mail a: enrico.deregibus@gmail.com e in copia a mei@materialimusicali.it .

Gli appuntamenti si svolgeranno nella sala del consiglio comunale di Faenza. Per la prima giornata è confermata l’assemblea dell’AGIMP, l’Associazione dei Giornalisti e critici Italiani di Musica legata ai linguaggi Popolari, nata da un’idea lanciata nel 2016 durante il Forum (per informazioni : associazioneagimp@gmail.com ). In programma anche la presentazione di RadUni, il network che riunisce le molte college radio italiane, con Enrico Schleifer, responsabile musicale del network, e le premiazioni della “Targa Mei Musicletter”, il premio nazionale per il giornalismo musicale sul web. Il riconoscimento – ideato e organizzato da Luca D’Ambrosio (Musicletter.it) con la collaborazione del patron del MEI Giordano Sangiorgi – come sempre sarà assegnato al “Miglior sito collettivo” e al “Miglior blog personale” e ad altri settori di informazione musicale e culturale dell’anno.

Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero.

Domenica 3 ottobre dalle 9.30, in collaborazione con il settimanale “Il Piccolo”, ci sarà spazio per un seminario che toccherà vari temi legati alla musica di oggi e a quella storica: “L’ItPop: chi, dove, come e quando” (con Giuditta Avellina); “La scena indipendente romagnola oggi” (con Giulia Rossi); “Francesco De Gregori: la storia delle sue canzoni” (con Enrico Deregibus e Giuseppe Catani); “Le donne nel folk internazionale e italiano” (con Chiara Ferrari e Michele Manzotti). Si tratta di un corso accreditato come “formazione professionale continua” per gli iscritti all’ordine dei giornalisti (che devono iscriversi sulla piattaforma Sigef), ma aperto anche ai non iscritti in qualità di uditori.

Nei primi sei anni del Forum, ideato da Giordano Sangiorgi per rendere centrale il ruolo del giornalista all’interno di un festival di musica indipendente come il MEI, si sono svolte numerose iniziative: tavoli di lavoro, assemblee, lezioni, corsi di aggiornamento, incontri con figure professionali. Sono stati coinvolti sino ad oggi oltre 300 giornalisti, da quelli delle grandi testate a quelli delle webzine, sino alle radio e tv. Una occasione unica per affrontare da molti punti di vista i temi centrali del giornalismo musicale di oggi: il rischio di estinzione, il nuovo ruolo, la carenza di spazi, l’interazione fra media diversi e molto altro.

Inoltre, il Forum organizza ogni anno a gennaio un referendum sui migliori dischi dell’anno precedente. Quest’anno il “Top 2020” è stato vinto da “Cinema Samuele” di Samuele Bersani, mentre a prevalere nella sezione riservata ai dischi d’esordio è stato invece Tutti fenomeni con “Merce funebre”. Per il 2019 aveva vinto “Ballate per uomini e bestie” di Vinicio Capossela, mentre nella sezione riservata ai dischi d’esordio la vittoria è andata a Fulminacci con “La vita veramente”. Per il 2018 ha vinto “Ciao cuore” di Riccardo Sinigallia, con “Canzoni ravvicinate del vecchio tipo” di Giuseppe Anastasi che ha prevalso nelle opere prime. Nel 2017 la vittoria era andata, a pari merito, a Brunori Sas con “A casa tutto bene” e Caparezza con “Prisoner 709”.

Per info: www.meiweb.it

Monferr’Autore

Padri e maestri

Nell’ambito della XVIII edizione del Festival della Mente, lo scrittore e insegnante Eraldo Affinati dialoga con l’autore e giornalista Alessandro Zaccuri sul tema dell’origine, concetto centrale nella ricerca narrativa di entrambi. La loro conferenza, dal titolo Padri e maestri, si svolgerà in piazza Matteotti sabato 4 settembre alle ore 17.15.

Affinati ha esplorato, nella sua opera, l’intreccio tra i drammi del Novecento e la sua storia familiare e continua a misurarsi con il topos dell’origine nella sua esperienza di educatore e insegnante. Sulla stessa traiettoria si muove l’indagine di Alessandro Zaccuri, che nei suoi libri si è spesso interrogato sul mistero della paternità e della maternità.

A Sarzana, sul palco del festival, i due scrittori, partendo da alcuni esempi della tradizione letteraria italiana, ricostruiranno una loro personalissima genealogia intellettuale, nella quale spiccano i nomi di Dietrich Bonhoeffer, don Lorenzo Milani e Alessandro Manzoni. Fino al maestro per eccellenza, Gesù di Nazareth: un’altra origine da riscoprire, forse la più sorprendente nell’attuale contesto di sradicamento.

Eraldo Affinati, scrittore e insegnante, vive e lavora a Roma dove è nato nel 1956. Insieme alla moglie, Anna Luce Lenzi, ha fondato la Penny Wirton, una scuola gratuita di italiani per immigrati. Fra i suoi libri, pubblicati da Mondadori, ricordiamo La Città dei Ragazzi (2008), Elogio del ripetente (2013), Vita di vita (2014), Tutti i nomi del mondo (2018), Via dalla pazza classe (2019). È autore del manuale Italiani anche noi (con Anna Luce Lenzi, Il Margine, 2011, 2015). Il suo nuovo libro è Il Vangelo degli angeli, pubblicato da HarperCollins (2021). 

Alessandro Zaccuri è nato a La Spezia nel 1963. Vive a lavora a Milano. Inviato del quotidiano Avvenire, è narratore e saggista. i suoi libri più recenti sono Come non letto. 10 classici + 1 che possono ancora cambiare il mondo (Ponte alle Grazie, 2017), Nel nome (NNE, 2019) e La quercia di Bruegel (Aboca, 2021).

Delos

Cinema Santelena

Per la prima volta il cinema sbarca anche nella splendida cornice della Marina Sant’Elena di Venezia. Nei giorni della Mostra Internazionale d’Arte cinematografica, un “fuorifestival” di incontri culturali a tema e cinema animeranno la splendida darsena nella laguna, a una fermata di vaporetto da Venezia Lido e a poche centinaia di metri da Piazza San Marco. Si tratta di una serie di eventi esclusivi ideati, promossi e organizzati da TVM Digital Media e realizzati in collaborazione con la Fondazione Cineteca Italiana e Fondazione Donà dalle Rose (https://fondazionedonadallerose.org/)nell’ambito del Doge Venice Carpet. Si parlerà di arte, cinema, cultura, ecologia e mare, come suggerisce questa esclusiva location, a contatto con la natura spettacolare e unica della laguna. Nell’arena all’aperto di trecento posti, dotata di proiezione DCI e audio 7.1, sarà messa a disposizione del pubblico la migliore tecnologia disponibile per fruire dei contenuti delle varie serate, il tutto nel pieno rispetto dei DPCM in vigore e delle normative anti-Covid (l’ingresso all’area prevede infatti l’obbligo del green pass).

CINEMA SANTELENA inaugura mercoledì 1 settembre. Coordinata dall’associazione ambientalista Mare Vivo Delegazione Veneto, la serata VENEZIA PER IL MARE, VENEZIA PER LA TERRA sarà dedicata al futuro del nostro pianeta: Davide Celli, scrittore, politico e attivista ecologista, parlerà di salvaguardia dell’ambiente marino integrando il suo discorso con visione di filmati e documentari, mentre Antonella Moretti delegata di Mare Vivo Veneto, illustrerà la campagna “Piccoli gesti, grandi crimini” legata alla sensibilizzazione  contro l’abbandono dei mozziconi di sigaretta. 

Venerdì 3 settembre verrà presentato il “Doge Venice Carpet “con le attività della Fondazione Donà dalle Rose 2022 riferite al Bando BIAS – Biennale Internazionale Contemporanea di Arte, Architettura e Design (https://www.bias.institute/) e alla collaborazione con il Canadian International Fashion Film Festival CANIFFF (https://www.canifff.com/). In tale ambito verrà proiettato il cortometraggio dell’artista Rosa Mundi Humanity’s Time Life accompagnato e interpretato dal musicista BJM Mario Bajardi sul palco. Verranno inoltre presentati il Progetto “Una marea di libri” e il Distretto Artistico “Fondamenta dell’arte”, coordinatodalla Fondazione Donà dalle Rose in collaborazione con SkatePark Italy, John Raskin Foundation.

Sabato 4 settembre Maria Rosaria Omaggio, attrice e Goodwill Ambassador UNICEF, insieme ai rappresentanti dell’UNICEF presenterà la campagna di raccolta fondi per sostenere l’UNICEF e il corridoio umanitario per le Donne e i bambini Afghani. Seguirà la proiezione del film HAVA, MARYAM AYESHA di Sahara Karimi,filmato con il cellulare dalla stessa regista in fuga dal Paese.

Domenica 5 settembre, nella giornata della Regata Storica di Venezia, uno dei più importanti appuntamenti della Serenissima, con le tradizionali imbarcazioni di Voga veneta, sarà presentata la versione appena restaurata del film di Lina Wertmüller Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974). In collegamento live ci sarà Giancarlo Giannini, come uomo di origini ligure e quindi marine, che darà un ricordo di quel set, con aneddoti e testimonianze della vicinanza alla sua partner artistica di allora, la grande e indimenticabile Mariangela Melato. Previsto un saluto da remoto anche della grande Lina Wertmüller.

A seguire, lunedì 6 settembre, verrà presentato il progetto “STORARO-BERTOLUCCI”, realizzato insieme allaFondazione Cineteca Italiana, di cui parleranno Luca Rossi, produttore e membro della Fondazione e Vittorio Storaro annoverabile tra i più grandi direttori della fotografia nel panorama della storia del cinema, vincitore di tre Oscar per Apocalypse Now (1979), Reds (1981) e L’ultimo Imperatore (1987). Ospiti della serata saranno Stefania  Casini, attrice, regista, giornalista, produttrice e sceneggiatrice e Giovanni Storaro, co-curatore, insieme a Luca Rossi, della “Mostra Internazionale Storaro in Bertolucci Films”, di cui verranno anticipati i contenuti. Nell’ambito della serata sarà anche esposto il percorso di restauro delle opere cinematografiche di Bernardo Bertolucci fotografate da Vittorio Storaro e saranno presentate le pubblicazioni monografiche riferite ai film restaurati. L’iniziativa comprende anche la realizzazione di tre master-class che si terranno presso le sale della Cineteca di Milano dal mese di novembre. A seguire, verrà proiettato il film restaurato Novecento.

Martedì7 settembre si celebrerà  il centenario di Federico Fellini, in ritardo di un anno a causa della pandemia che ha modificato la vita di noi tutti. FELLINI 100° ospiterà la proiezione di tre documentari sulla vita di Federico Fellini, e a seguire il film La città Delle Donne. Ad introdurre le opere saranno Mario Sesti scrittore, regista e direttore di festivale Graziano Marraffa, Fondatore e Presidente dell’Archivio Storico del Cinema Italiano – Associazione Culturale Onlus. All’incontro interverranno il regista e sceneggiatore Franco Amurri e il regista Luca Verdone.

Mercoledì 8 settembre, avrà luogo la proiezione del film LA STRADA DEI SAMOUNI di Stefano Savona, con l’animazione di Simone Massi. L’opera, prodotta da Luca Rossi per Dugong Films ha vinto il premio L’Oeil d’Or come miglior documentario al Festival del Cinema di Cannes 2018.

Successivi ed ulteriori eventi verranno comunicati in corso d’opera. Tutte le iniziative si svolgeranno a partire dalle ore 21:00. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti e previa presentazione del green pass.

Elisabetta Castiglioni (anche per le fotografie)

Gran finale di “Un festival NON da tre soldi”

Inizia l’ultima settimana di “Un festival NON da tre soldi” a cura dall’Associazione In Canto, con un appuntamento ogni giorno, tutti imperdibili per l’eccellenza degli artisti ospiti e i programmi molto vari e sempre particolarmente allettanti. Tutti questi ultimi concerti si svolgono a San Gemini nel chiostro di San Francesco.

Martedì 31 agosto gli appuntamenti sono ben due. Del concerto delle 21.15 è protagonista Lucilla Galeazzi, che, dopo aver iniziato nel pop, si è dedicata soprattutto alla musica popolare, collaborando con artisti come Giovanna Marini, Roberto De Simone, Ambrogio Sparagna, Peter Brook, Moni Ovadia, Ascanio Celestini e tanti altri. In quest’occasione farà il suo debutto in un nuovo campo, quello delle musiche scritte da Kurt Weill per Bertolt Brecht, che segnano un momento fondamentale sia del teatro che della musica del Novecento. La nota cantante umbra interpreta canzoni tratte da L’opera da tra soldi e da Happy End e riunite sotto il titolo “Quanti denti ha il pescecane? Storie di mendicanti, pirati e cannoni”, con chiaro riferimento alla “Canzone di Jenny dei pirati”, il brano più famoso nato dalla collaborazione di Brecht e Weill. Con lei Silvia Paparelli al pianoforte. 

Subito dopo, alle 22.15, si svolge l’attesissima prima esecuzione in Italia della pantomima per bambini Zaubernacht (Notte magica) di Kurt Weill, un evento di interesse nazionale. Composto nel 1922, è il primo lavoro teatrale di questo famoso compositore del Novecento, che riesce sempre a catturare il pubblico. Nell’esecuzione, che si svolge in forma di concerto, sono interpolate delle filastrocche originali scritte per questa occasione dalla ben nota scrittrice Sandra Petrignani, finalista al premio Strega nel 2018 con il suo libro La corsara. Ne sono interpreti il soprano Patrizia Polia e l’Ensemble In Canto. Sul podio Fabio Maestri, un direttore molto richiesto proprio per l’esecuzione della musica moderna e contemporanea, invitato da tanti teatri italiani (tra cui San Carlo di Napoli, Maggio Musicale Fiorentino, Massimo di Palermo) e stranieri.  Zaubernacht racconta la notte magica di due bambini, fratello e sorella, cui appare una fata che dà vita ai loro giocattoli e ai personaggi dei loro libri di fiabe, provocando il divertimento ma anche la paura dei due bambini, finché alla luce dell’alba tutte le apparizioni scompaiono.

Mercoledì 1 settembre alle 21.15 il chiostro di San Francesco a San Gemini accoglie un duo di strumenti che sembrerebbero difficilmente conciliabili tra loro, il fagotto di Andrea Corsi (1° fagotto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai) e il clavicembalo di Gabriele Catalucci, che eseguono musiche del barocco italiano (il rarissimo Giovanni Antonio Bertoli e il grande Girolamo Frescobaldi), francese (Jean-Michel Corrette con la sua Sonata “Le delizie della solitudine”, che include brani stuzzicanti come Gli amanti incantati Festa selvaggia) e tedesco (vari brani del sommo Johann Sebastian Bach).

Giovedì 2 settembre alla stessa ora e nello stesso luogo suonano il violoncellista Luca Pincini e la pianista Gilda Buttàdue straordinari musicisti, prediletti da Ennio Morricone con il quale hanno collaborato innumerevoli volte per circa tre decenni, sia in sala di registrazione che in concerti dal vivo in Europa, America ed Asia. Iniziano il loro concerto con due grandi della scuola francese, Fauré e Debussy, per poi passare ad alcune delle musiche più note e amate di Morricone: da Missiona quelle composte per i film di Tornatore (La leggenda del pianista sull’oceanoNuovo Cinema Paradiso, Una pura formalità) e di Sergio Leone (C’era una volta il West eIl buono, il brutto, il cattivo). Inoltre Astor Piazzolla (Le grand tango) e Luis Bacalov (Il postino). 

Il 3 settembre alle 21.15 un altro prestigioso duo formato dal soprano Lorna Windsor e dal pianista Antonio Ballista presenta una serata intitolata “Kurt Weill & friends on Broadway”, basato su canzoni del periodo americano di Weill e di altri autori di quello stesso contesto, quali George Gershwin, Irving Berlin e Cole Porter. Il festival si conclude il 4 settembre alle 21.15 sempre nel Chiostro di San Francesco a San Gemini con uno dei migliori violinisti italiani, Vincenzo Bolognese (1° violino di spalla dell’Opera di Roma), che affronta il vertice del virtuosismo violinistico di ogni tempo, i ventiquattro Capricci di Paganini, che presentano all’interprete un fuoco di fila di difficoltà “diaboliche” e fino ad allora impensabili, che continuano ancor oggi a meravigliare gli ascoltatori. 

Per tutti i concerti i biglietti avranno il costo simbolico di 3 euro. Il festival è reso possibile dal contributo di Mibac Ministero per i Beni e le Attività culturali, Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, Regione dell’Umbria. L’ingresso sarà regolato in ottemperanza alle normative anti-Covid vigenti al momento.

Mauro Mariani

Si torna a Coccia di Morto

Continua la storia di Monica e della sua sgangherata famiglia, con due sorellastre gemelle che gliene combinano un’altra delle loro e fanno chiudere il locale, la rosticceria che avevamo trovato nel primo film “Come un gatto in tangenziale”, che Monica aveva aperto per cercare una vita diversa dalla sciagurata che era costretta, suo malgrado, a condurre a Bastogi, quartiere popolare di Roma. Alessio, suo figlio, è a Londra per lavoro e in un ristorante ritrova la sua ragazzina. Si incrociano di nuovo le vite di tutti, perché Monica, arrestata e in carcere, per non rimanerci chiama l’amico “ministro”, come tutti lo chiamano. La sempre brava Paola Cortellesi (Monica) re-incontra l’uomo del quale era innamorata (Antonio Albanese) e così la condanna viene tramutata in lavori socialmente utili in una parrocchia. Temi forti, sociali e culturali, sono sempre alla base della trama del film già campione d’incassi, e le risate sono assicurate. Monica entra in una sorta di tugurio, lei che ha paura delle suore, e trova una suor Catena terribile, un prete che non sta in piedi, persone disadattate che vengono aiutate con una rete di volontari. Di nuovo la vita della protagonista del film “Come un gatto in tangenziale. Ritorno a Coccia di Morto” viene sconvolta dall’incontro forzato con altre realtà, quelle che deplora e dalle quali si tiene lontana: la cultura fatta di arte, musica, balletto e cinema; la solidarietà diversa dal patto stretto inconsapevolmente dalle persone del proprio rione e tutto diventa proprio, diventa la vita che prende possesso delle persone con emozioni, pensieri, riflessioni. La parrocchia di San Basilio è guidata da un giovane aitante e “pio” sacerdote, agli esercizi spirituali all’arrivo di Monica, ma che ben presto si dimostra il vero motivo della grande affluenza in chiesa e della partecipazione alle opere di carità. Il bel don Davide (Luca Argentero) è pratico, dinamico e… bello. Così si incarica del percorso di recupero di Monica che si adatta alla situazione di cui è garante Giovanni, il “ministro” che lavora vicino alla parrocchia con un’improponibile fidanzata e problemi che ruotano intorno ai soldi dei finanziatori di un’opera di recupero ambientale. Le situazioni sono divertenti e permettono di vedere una Roma bellissima, “di tutti”, come dice Giovanni. Alla fine i due riscoprono il loro amore e non dimenticano nessuno, né l’ex di Monica né l’ex di Giovanni, fino alla riunione di quartiere alla spiaggia di Coccia di Morto dove si devono dare degli annunci. Ma forse da dove riprenderà un prossimo sequel.

Bello il film, bella la trama, divertente e riuscita, con la sempre bravissima Cortellesi, ben coadiuvata da tutti gli altri attori dell’ampio e ben assortito cast. Molto buona la regia di Riccardo Milani. Da vedere.

Alessia Biasiolo

Ascoltatemi tutti e comprendete bene

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B – MARCO 7,1-8.14-15.21-23
In quel tempo, 1. si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Da questa domenica la Liturgia riprende la lettura del Vangelo di Marco dopo l’interruzione con il capitolo sesto del Vangelo di Giovanni. Gesù viene interrogato dagli scribi (che conoscono la legge) e dai farisei (che si lodano di osservare la legge) circa le norme liturgiche che comportavano una purezza rituale molto rigorosa, sotto pena di peccato. Per la religione ebraica l’osservanza era una questione di primaria importanza e i
numerosi precetti rendevano difficile la vita della gente. Da Gerusalemme, gli avversari erano giunti appositamente in Galilea per indagare circa la predicazione e l’attività di Gesù, forse su richiesta dei farisei del posto.

2. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate

3. – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani,
attenendosi alla tradizione degli antichi. L’evangelista Marco spiega nei dettagli le usanze ebraiche in quanto si rivolge ad una comunità proveniente dal paganesimo, che non conosceva la loro cultura. Riguardo alle norme dello stare a tavola, era impossibile per gli ebrei prendere cibo con gli stranieri, con i pagani, con i peccatori, perché ritenuti impuri (cfr. Atti 10,28). La controversia tra Gesù e i suoi avversari nasce dalle regole di purificazione in uso. Era prescritto che le mani dovessero essere lavate prima del pasto. Contravvenire a questa prescrizione significava non essere osservanti della legge.
I discepoli di Gesù, tuttavia, vanno a tavola senza prima aver fatto l’abluzione rituale delle mani. Questo comando nella Torah è rivolto solo ai sacerdoti che devono fare l’offerta, il sacrificio (cfr. Esodo 30,17-21), ma certi gruppi intransigenti e integralisti pretendono che i loro adepti si comportino come i sacerdoti che servono al tempio, con un’osservanza ossessiva di norme di purità. Gesù vuole che i suoi discepoli siano liberi da prescrizioni che non è Dio a richiedere. Si tratta di manifestazioni esteriori che Gesù non approva perché non coincidono con la vera adesione a Dio.
4. e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti -, Quando tornavano dal mercato gli ebrei facevano un bagno completo per purificarsi dall’impurità contratta a contatto con le persone e con le merci. Altre norme rituali erano il lavaggio di stoviglie e di altri oggetti.

5. quei farisei e scribi lo interrogarono: “Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?”. I farisei sono scandalizzati dal comportamento trasgressivo dei discepoli, che non rispettano
integralmente le norme ereditate dal passato. Anche oggi siamo appesantiti dalle regole del potere, del mercato, della moda, della convenienza, del prestigio, ma l’unica legge che Dio ci prescrive è quella dell’amore. Gesù è venuto per liberare l’uomo dalle schiavitù accumulate, frutto di tradizioni che non coincidono con l’intenzione del Creatore.
6. Ed egli rispose loro: “Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. La compassione di Gesù si scontra con la formale esteriorità dei farisei che non si accorgono e non condividono per nulla le fatiche, le sofferenze, le angosce della gente. Gesù sana i malati che gli portano, consola gli afflitti, risuscita i morti. I farisei, invece, disquisiscono circa questioni di
grande marginalità. Tutto questo fa dire a Gesù quanto grande è la distanza tra il comportamento farisaico e la bontà di Dio Padre, che ha viscere di tenerezza e di compassione per il popolo sofferente. Il profeta Isaia (29,13) afferma la distanza tra la ritualità esterna e l’interiore adesione a Dio. Gesù riprende le sue parole ed accusa di ipocrisia i suoi avversari. “Ipocriti!”: il termine significa “bugiardo”, “non autentico”. Nel teatro greco l’ipocrita è il protagonista principale dello spettacolo. Siccome gli attori greci e romani usavano grandi maschere appositamente costruite per amplificare la voce, il termine greco hypokritès identifica, in modo metaforico, colui che simula un personaggio che non è in realtà. In senso negativo è diventato sinonimo di astuzia e malvagità, di finzione, di ostentazione di azioni o sentimenti buoni, di dissimulazione dei difetti, di inganno. Nel contesto evangelico “ipocrita” si riferisce a chi desidera emergere sugli altri, colui che fa del proprio io il suo dio. In questo versetto, i farisei vengono chiamati ipocriti perché si pongono una “maschera” per apparire quello che non sono. In realtà hanno il cuore lontano sia da Dio che dall’uomo.

7. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini.
I farisei impongono dottrine e precetti che sono frutto di giudizi umani, per detenere il potere sulle folle. Sono adoratori non di Dio, ma di se stessi. Gesù vuole scuotere gli scribi e i farisei perché sono caduti nell’errore di stravolgere la volontà di Dio. Essi, infatti trascurano i comandamenti per osservare le tradizioni umane.
8. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini”.
I farisei pensano di rendere culto a Dio, ma in realtà sostituiscono i suoi comandamenti con precetti umani, fatti passare per volontà divina.

14. Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: “Ascoltatemi tutti e comprendete bene!

15. Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro. La liturgia salta i versetti dal 9 al 13. Dal versetto 14 Gesù non si rivolge più ai farisei, ma alla folla: insegna che il male viene scelto dall’uomo e viene dall’interno di decisioni prese nel proprio cuore, non dall’esterno. La conseguenza dell’insegnamento di Gesù è la cancellazione delle norme rituali
levitiche. Rivendica che ogni realtà vivente è buona. Azioni buone o cattive dipendono dal buono o dal cattivo uso di quanto si ha a disposizione.

21. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi,

22. adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia,
stoltezza.

23. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo”.
Gesù ora si rivolge ai discepoli che, tornati a casa, chiedono spiegazioni al Maestro. Elenca dodici vizi, unico elenco presente nel Vangelo. Alla base di tutti i comportamenti malvagi ci sono i ragionamenti perversi, da cui scaturiscono tutti i mali, perché ottenebrano la coscienza. Sono tutti peccati che riguardano il rapporto contro il prossimo. “Saremo giudicati sull’amore” (cfr. Matteo 25,31-46), quindi il peccato è la scelta del male, dell’odio, della divisione, dell’affermazione personale per schiacciare gli altri. Gesù vuole che fuggiamo il pericolo di dare più importanza alla forma che alla sostanza. Dobbiamo
vigilare perché la mentalità mondana non si annidi in noi, perché la vanagloria, la superbia e l’avarizia non inquinino il nostro pensare e il nostro agire. Il centro dell’esperienza di fede è l’amore a Dio e al prossimo, non il legalismo o il ritualismo.
Il fine della vita cristiana è l’unione con Dio e la comunione con il prossimo, da raggiungere liberandoci dalle sollecitazioni al male; dalle esteriorità, dal legalismo di riti formali.
Gesù ci invia ai poveri, agli esclusi, agli emarginati, come ha fatto Lui in prima persona, posando il suo sguardo sui bisogni e sulle sofferenze di quanti vivono ai margini della società. Abbiamo bisogno di fare discernimento perché la norma ultima di comportamento sia trasparente e sincera. Solo così potremo fare la volontà di Dio e abbracciare tutti i fratelli in un unico amore. Saremo così i benvenuti al banchetto eterno, al quale il Padre attende tutti noi, suoi figli, bisognosi di perdono, di misericordia, di tenerezza. Nel suo eterno abbraccio non ci sarà più divisione alcuna, nessuna ipocrisia, ma vivremo tutti nella verità e nell’amore. Cominciamo già qui, in terra, ad anticipare, con la conversione, questa infinita gioia!


Suor Emanuela Biasiolo

Valdarnocinema Film Festival. Il Premio Marzocco d’Oro

Sarà Antonio Capuano a ricevere il Marzocco d’oro nell’ambito della 39esima edizione del Valdarnocinema Film Festival, la kermesse dedicata al cinema d’autore in programma ad ottobre a San Giovanni Valdarno. Il Premio, un riconoscimento alla carriera raffigurato dalla statua simbolo del paese – un leone seduto che regge con la zampa lo scudo gigliato, simbolo del dominio fiorentino – viene assegnato al regista e scenografo italiano per la coerenza artistica e di politica culturale, entrambe portate avanti per trent’anni da vero indipendente.

“Assegnare il Premio Marzocco d’oro alla carriera ad Antonio Capuano – dichiara Paolo Minuto, direttore artistico del festival – significa riconoscere ad un autore indipendente il merito di trent’anni di carriera portata avanti con l’ostinazione di chi non ha voluto mai essere dipendente da nessuno. È il premio a chi come regista ha sempre avuto il pubblico come interlocutore privilegiato, così come da docente ha avuto gli studenti (insegnando Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli) come interlocutori privilegiati.”

La cerimonia di premiazione avrà luogo sabato 9 ottobre presso il CinemaTeatro Masaccio. A seguire verrà proiettato l’ultimo film di Capuano Il buco in testa, che ha debuttato al Festival di Torino 2020. Nelle prossime settimane sarà comunicato il programma dell’intera rassegna, composto di concorso, fuori concorso e sezioni speciali.

Antonio Capuano (Napoli, 1940) ha lavorato come scenografo al Centro Rai di Napoli e insegnato scenografia all’Accademia delle belle arti. La sua opera prima Vito e gli altri (1991), selezionato e premiato alla Settimana della Critica di Venezia e Nastro d’argento per il miglior regista esordiente, ha dato inizio a quella che sarebbe stata considerata la “nuova onda” del cinema napoletano negli anni’ ’90. Alla Mostra di Venezia è tornato più volte, partecipando in Concorso con Pianese Nunzio 14 Anni a Maggio (1997), Luna rossa (2001) e il film collettivo I vesuviani (1998); alle Giornate degli autori con L’amore buio (2010) e ancora alla Settimana della critica con Bagnoli Jungle (2015). Al Festival di Locarno sono stati invece presentati Polvere di Napoli (2000) e La guerra di Mario (2005), mentre è del 2020 l’ultima opera, Il buco in testa, lanciata al Torino Film Festival.

FILMOGRAFIA

Vito e gli Altri (1991), L’unico paese al mondo (cm, 1994), Pianese Nunzio 14 Anni a maggio (1997), Pallottole su Materdei (cm, 1995), I vesuviani (ep. Sofialorén, cm, 1998), Polvere di Napoli (2000), Luna Rossa (2001), La guerra di Mario (2005), Bianco e nero alla ferrovia (2006), Giallo? (2009), L’amore buio (2010), Bagnoli Jungle (2015), Achille Tarallo (2018), Il buco in testa (2020).

Elisabetta Castiglioni