Casola Valsenio, “Paese delle Erbe e dei Frutti dimenticati”, protagonista in ottobre

La Valle del Senio, nel comprensorio turistico delle Terre di Faenza (in provincia di Ravenna) svela un paesaggio di raro fascino, offrendo al visitatore un mosaico di boschi, vigneti, frutteti e giardini.

Nel paese di Casola Valsenio, che si fregia del titolo di “Paese delle Erbe e dei Frutti Dimenticati“, le antiche tradizioni contadine locali di coltivazione delle piante si esprimono anche nella salvaguardia di alberi da frutto di varietà ormai abbandonate o uscite di produzione. A questi frutti dimenticati Casola Valsenio dedica un doppio originale appuntamento autunnale: la Festa dei Frutti Dimenticati e del Marrone di Casola Valsenio, in programma nei weekend 10-11 e 17-18 ottobre.

Piante spontanee o coltivate negli orti e nei frutteti di casa per il consumo domestico fin dal tardo Medioevo, i frutti dimenticati sono perlopiù caratteristici della stagione autunnale e rappresentavano una preziosa scorta di cibo da conservare con cura per l’inverno. Salvati dall’estinzione e recuperati per la gioia di chi li ha conosciuti e per chi li vede per la prima volta, ecco tanti bei frutti profumati, dai colori caldi e dai nomi spesso originali: giuggiole, pere spadone, corniole, nespole, mele cotogne, corbezzoli, azzeruole, sorbe, pere volpine, uva spina, senza dimenticare noci, nocciole, melagrane e ovviamente i Marroni.

La ripresa d’interesse verso i frutti di un tempo è rivolta anche al recupero di antichi metodi di conservazione, lavorazione e consumo alimentare. Per questo, nel corso della festa si svolge un concorso di marmellate e uno di dolci al Marrone, mentre i ristoranti della zona propongono per tutto l’autunno la “Cucina ai frutti dimenticati”. Si tratta di piatti che utilizzano i prodotti tradizionali del territorio, sia secondo la consuetudine sia in modo moderno, proponendo una cucina gradevole, naturale e dal forte potere evocativo.

Fra le ricette a base di questi frutti ricordiamo: la salsa di rovo e di gelso, le composte di corniole e di cotogne, la torta di mele selvatiche e i dessert con protagoniste le pere volpine, le castagne, l’alkermes, il vino e il formaggio. Un gruppo di frutti dimenticati serve per preparare un antico piatto tipico, il “migliaccio”, che richiede mele cotogne, pere volpine, mele gialle, cioccolato, pane, raffermo grattugiato, canditi, riso e, secondo l’antica ricetta, sangue di maiale in aggiunta.

A Casola Valsenio, infine, i frutti dimenticati si sposano perfettamente con le piante aromatiche del locale Giardino Officinale e danno vita a piatti straordinari come le insalate di sedano, ribes bianco e rosso in agrodolce, o di finocchio selvatico con tarassaco, cerfoglio e salsa di melagrana, ottime se condite con l’olio extravergine Brisighello. Nei menù compaiono i risotti di pere volpine, l’arrosto di arista con castagne e lamponi o il rotolo di vitello alla melagrana, la crostata di marmellata di sorbe, le prugnole ripiene di noci e zabaione, il sorbetto alle corniole.

Sempre il 18 ottobre, spostandosi a pochi chilometri da Casola, a Riolo Terme, prenderà vita la tradizionale Giornata della Salvia e della Saba, nel corso della quale si svolgeranno dimostrazioni sulla produzione e sull’utilizzazione gastronomica della saba (mosto cotto), con degustazioni in tema. Inoltre, uno stand gastronomico propone la divulgazione, la commercializzazione e l’assaggio della salvia.

 

Pierluigi Papi

Mark Ruffalo stregato dalla cucina di Mamma Agata a Ravello

DSC_0597Si arricchisce ogni anno di nomi prestigiosi il libro dei ricordi di Mamma Agata, la famosa scuola di cucina “made in Ravello”, già inclusa nel 2013 dall’autorevole guida gastronomica Zagat tra le 5 più importanti cookingschool dell’area del Mediterraneo.

L’ultimo in ordine di tempo a destreggiarsi tra pentole e fornelli è Mark Ruffalo, interprete di pellicole come “The Avengers”, “Iron Man 3”, “Zodiac”, “Shutter Island” e candidato due volte al Premio Oscar come Miglior Attore non Protagonista nel 2015 e nel 2011, rispettivamente per “Foxcatcher” e “I ragazzi stanno bene”.

Di ritorno dal Giffoni Film Festival, l’attore americano ha pensato bene di trascorrere un po’ di giorni di relax a Ravello, visitando gli scorci, le botteghe ed i monumenti della perla glamour della Costiera Amalfitana e, naturalmente, quella che è diventata a tutti gli effetti una delle attrazioni preferite per i turisti a stelle e strisce: la scuola di cucina di Mamma Agata. “Per me è come tornare a casa, nella cucina dei miei nonni paterni”, ha immediatamente esclamato Mark Ruffalo, ricordando le sue lontane origini calabresi. Un tuffo nel passato, insomma, tra i sapori, i profumi e le emozioni della sua fanciullezza! Non a caso ha chiesto di poter preparare per tutti le frittelle secondo la ricetta segreta della nonna, con fiori di zucchini, erbe e cipolla: “E’ stato bellissimo vedere come Mark Ruffalo scambiava consigli e suggerimenti con i due cuochi di casa, Mamma Agata e Gennaro! E’ una persona di un’infinita dolcezza e di una semplicità disarmante. Dopo pochi minuti avevamo tutti la sensazione di parlare con qualcuno di famiglia” ha esclamato Chiara, manager della scuola di cucina che, con la sua intraprendenza e vivacità, coordina il lavoro di tutto il nucleo familiare, come un buon direttore d’orchestra. DSC_0602Mamma Agata ed il genero Gennaro, invece, sono il cuore pulsante della cookingschool: sono loro, infatti, che illustrano i segreti dell’arte culinaria di “baby Agata” (come usava chiamarla Humphrey Bogart), una cucina fatta di sapori semplici e tradizionali, di prodotti genuini e biologici, coltivati dal capofamiglia Salvatore nei meravigliosi giardini terrazzati a picco sul mare, e condita da un’innata passione che l’ha portata a cucinare sin dall’età di 13 anni per personaggi del calibro di Susanna Agnelli, Jacqueline Kennedy, Elizabeth Taylor e, negli ultimi anni, Pierce Brosnan, Joanne Kern, SelaWard, Kurt Warner e molti altri. Gennaro, oltre ad essere un ottimo chef, coltiva anche altre passioni: è, infatti, sommelier professionale, assaggiatore di olio d’oliva, maestro degustatore di formaggi e produttore in proprio di un delicato olio extravergine di oliva nonché di un eccellente vino biologico senza solfiti.

La giornata di Bruce Banner/Hulk all’insegna della buona cucina è proseguita con la preparazione della parmigiana di melanzane, raccontando a tutti che sua nonna usava dire che “le melanzane devono piangere”, con riferimento alla naturale perdita dell’acqua di vegetazione una volta tagliate a fette e salate, prima di essere fritte. E’ stata, poi, la volta delle pappardelle con peperoni e salsiccia, del pollo al limone e della famosa torta al limone di Mamma Agata, il tutto sorseggiando limoncello e intingendo di continuo le fette di pane nella salsa di pomodoro!

DSC_0617Il pranzo all’aperto, sulla terrazza panoramicaall’ombra di un rigoglioso pergolato di buganvillea, tra il profumo di zagare e la vista che spazia sul mare della Costiera Amalfitana, è stato il momento conclusivo di una giornata ricca di emozioni, tra foto ricordo, abbracci e risate, in un’atmosfera informale e familiare al tempo stesso.

Tutte le ricette ed i segreti culinari di Mamma Agata sono stati di recente raccolti in un libro dal titolo “Mamma Agata: Simple and Genuine” che, in breve, ha scalato tutte le classifiche internazionali nella sua categoria, riscuotendo meritati e prestigiosi successi. E’, infatti, vincitore del GourmandCookbook Award nel 2010, nella categoria “Best Easy Recipe”, del GrandPrize del PurpleDragonfly Book Award, nella categoria “FoodRelated” e del FirstPlace del RoyalDragonfly Book Award, nella categoria “FoodRelated”.

 

Red

Acrobazie nell’aria estiva per il parapendio


L’attenzione del volo in parapendio è calamitata da due importanti
manifestazioni di acrobazia, in Friuli la prima ed in Piemonte
l’altra.
Dal 06 al 09 agosto i migliori piloti di acrobazia in parapendio al
mondo si daranno battaglia durante la terza edizione di Acromax, tappa che va a formare la Coppa del Mondo di questa specialità.

La competizione
prevede un numero massimo di 35 partecipanti, tra questi l’italiano Nicola
Donini di Molveno (Trento), ed è organizzata dal Volo Libero Friuli.
Consueto teatro sarà il Lago di Cavazzo, detto dei Tre Comuni, in
quanto le sue acque bagnano anche i territori di Bordano e Trasaghis (Udine), il più esteso tra i laghi naturali friulani, 6500 metri di lunghezza. Lungo la sponda ovest del bacino sarà posta una zattera galleggiante nel cielo sopra la quale avverranno spettacolari acrobazie individuali ed a coppie,
manovre mozzafiato dove accelerazioni e forza di gravità sembrano piegarsi al talento e alla creatività dei piloti. Il pubblico potrà ammirare ogni
istante della competizione dall’atterraggio lungo la riva, aperto
anche a chi non partecipa alla gara e collegato con navette al decollo.
I piloti spiccheranno il volo da un prato esposto a sud sulle pendici
del monte San Simeone a 1180 metri di quota. Lo si raggiunge risalendo da
Bordano per una comoda strada forestale ed, una volta giunti, si può
godere di una magnifica vista sul paese sottostante, sulla piana del
Tagliamento e sulla vallata del lago.

Ad Omegna (Verbania), sulle acque del Lago d’Orta, dal 13 al 16
agosto, appuntamento con l’undicesima Acroaria, tappa di Coppa del Mondo
d’acrobazia in parapendio. Circa cinquanta piloti rappresenteranno una quindicina di nazioni. Organizzazione a cura dell’associazione Voglia di Volo.
Dal lungo lago della cittadina verbana, all’estrema propaggine
settentrionale del bacino lacustre, il pubblico seguirà le evoluzioni
spettacolari di questi mezzi con manovre che vanno oltre il normale
inviluppo di volo e sottopongono i conducenti a sollecitazioni
importanti.
Pertanto i parapendio per questa disciplina sono costruiti con
caratteristiche specifiche ed i piloti si sottopongono ad un’adeguata preparazione fisica, oltre che allenamenti tecnici per eseguire correttamente le figure. Tutte le manovre in singolo e “synchro”, cosiddette perché eseguite all’unisono da due mezzi, sono codificate e ad ognuna è assegnato un quoziente di difficoltà. Una giuria assegna un punteggio che,
raccordato al coefficiente, determina la classifica finale.

I decolli avverranno da circa 1400 metri di quota dalle pendici del
Mottarone con atterraggio su un’enorme zattera galleggiante posta in bella vista dinanzi al lungo lago.

Molte le iniziative di contorno alla manifestazione con tendoni ristoro e
musica tutte le sere. In particolare l’organizzazione pensa di
replicare la giornata dedicata ai giovani e il volo che lo scorso anno raccolse
l’adesione di ben 600 ragazzi.

Le manifestazioni acro sono riconosciute dalla FAI (Federazione
Aeronautica Internazionale) e dall’Aero Club d’Italia.

Per restare in tema di ammaraggi, nel frattempo la baia del Principato
di Monaco ha assistito all’ultimo atto della settima edizione della
X-Alps 2015, gara di escursionismo e volo in parapendio. Era decollata da
Salisburgo in Austria il 5 luglio. La competizione ha visto impegnati 32 atleti di 18 nazioni lungo l’arco alpino per una distanza di 1038 chilometri conteggiati per linee rette passando attraverso dieci punti di aggiramento.

Per la quarta volta consecutiva ha vinto lo svizzero Christian Maurer
che ha impiegato otto giorni e quattro ore per compiere l’intero tragitto
con obbligo di volare o camminare e divieto dell’uso di qualunque altro
mezzo.
In totale ha percorso 2059 chilometri, dei quali 1654 in volo e
consumato le scarpe per i restanti 405.

Alle sue spalle il tedesco Sebastian Huber, distanziato di 18 ore e
tallonato dall’austriaco Paul Guschlbauer buon terzo.

Aaron Durogati di Merano, unico italiano presente alla dura
competizione, si è classificato al sesto posto. Durogati ha condotto una gara brillante e generosa, arrivando un paio di volte dei primi tre posti e migliorando la sua precedente partecipazione che lo aveva visto settimo.



Gustavo Vitali

 

Vinitaly monitora il mercato in preparazione della 50ª edizione

Il 2015 è iniziato positivamente per il vino italiano. Lo dicono le aziende intervistate dall’Osservatorio wine2wine di Vinitaly tra maggio e giugno. Molto bene il mercato a stelle e strisce, contrastanti i pareri per Germania e Cina. Tra i canali di vendita, ancora preferiti gli importatori alla GDO.

L’85% delle cantine italiane è soddisfatto dell’attuale andamento del mercato, grazie soprattutto all’ottima performance delle esportazioni nei primi 4 mesi dell’anno. È quanto emerge dal quarto Osservatorio wine2wine di Vinitaly, i cui risultati sono stati presentati a Milano da Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, nel corso del suo intervento al “Forum Food e Made in Italy” del Sole 24 Ore.

«Capire come si muovono i mercati esteri è fondamentale per programmare al meglio la prossima edizione di Vinitaly – ha affermato Mantovani –. Quella in programma dal 10 al 13 aprile 2016 sarà la cinquantesima edizione del Salone del vino di Verona e stiamo lavorando per confermare la sua leadership tra le fiere internazionali di settore».

Delle oltre 400 cantine intervistate tra maggio e giugno, distribuite in modo uniforme su tutto il territorio nazionale (17,5% Nord-Ovest, 35,4% Nord-Est, 31,7% Centro, 15,4% Sud e Isole) e tutte già espositrici di Vinitaly o partecipanti alla prima edizione di wine2wine nel dicembre 2015, il 58,3% ha dichiarato una crescita del fatturato imputabile al commercio estero rispetto allo stesso periodo del 2014. Il 32% è stabile, mentre un calo viene registrato dal 9,7% di chi ha risposto, a cui si contrappongono incrementi superiori al 15% per il 21,4% delle cantine. Il trend è molto positivo soprattutto per le imprese del Nord-Est e dell’Italia meridionale, per quelle mediamente internazionalizzate (cioè presenti con i propri vini in 6-20 mercati) e per quelle con percentuali di export già superiori al 30%.

Questo sentiment viene in parte confermato dai dati Istat del primo trimestre 2015 (ultima rilevazione disponibile), che indicano un valore delle esportazioni italiane di vino in aumento del 3,85% per un totale di quasi 1,189 miliardi di euro, anche se con una contrazione dei volumi di circa il 2%.

Grazie all’indebolimento dell’euro sul dollaro e all’andamento generale dell’economia, gli Stati Uniti sono il mercato del momento: il 76,2% delle cantine intervistate ha infatti dichiarato che quello americano è tra i tre mercati (con Canada e Regno Unito) che in questo momento stanno crescendo maggiormente. Questa opinione è condivisa sia dalle aziende che vendono i propri vini in meno di 10 mercati, sia in quelle maggiormente internazionalizzate.

Più variegata l’opinione delle cantine nei confronti del mercato tedesco: 1 azienda su 3 (32,7% per la precisione) ha dichiarato un aumento delle vendite in Germania, ma più di un terzo (34,7%) sono state quelle che, al contrario, hanno registrato una contrazione. Tra le cantine che esportano i propri vini in più di 20 Paesi, solo la Russia ha avuto un andamento della domanda peggiore.

Anche la Cina mostra una situazione polarizzata, con aziende di piccole dimensioni che stanno aumentando le vendite (21,8% del totale) e imprese più strutturate che, nel 16% dei casi, indicano il Paese asiatico come un mercato in calo.

«Un’occasione per verificare direttamente la situazione in questi ultimi due mercati l’avremo già a partire da settembre – ha spiegato il direttore generale di Veronafiere – quando, dal 18 al 20, saremo a Shanghai con Vinitaly China al Wine & Dine Festival e dal 5 al 7 novembre a Hong Kong all’International Wine & Spirit Fair, mentre il 16 novembre saremo a Mosca per un nuova edizione di Vinitaly Russia».

Quanto ai canali di vendita, le cantine giudicano molto positivo (63,6% degli intervistati) il proprio rapporto con gli importatori, mentre divide il rapporto con la GDO estera (molto positivo per il 47,3% ma allo stesso tempo particolarmente negativo per il 27,3%).

In entrambi i casi c’è una correlazione diretta con la dimensione aziendale: le cantine con oltre 10 milioni di euro di fatturato e 1 milione di bottiglie prodotte sono soddisfatte degli importatori nell’85% dei casi, percentuale che scende fino al 41,2% per le cantine che producono fino a 150mila bottiglie. Andamento simile, ma con differenze meno marcate, per le vendite alla GDO estera.

 

Veronafiere

 

“Dirty Dancing – The classic story on stage” in Arena

Si terrà nell’Arena di Verona, lunedì 10 agosto, alle ore 21, il musical “Dirty dancing – The classic story on stage”, prodotto in Italia da Wizard production e promosso da Show Bees in collaborazione con Eventi. Lo spettacolo, nella nuova edizione italiana che diventerà l’allestimento internazionale, è stato presentato dal consigliere comunale incaricato alla Cultura Antonia Pavesi. Presenti il produttore Massimo Fregnani, il regista Federico Bellone, il responsabile di Eventi Ivano Massignan e gli attori protagonisti Sara Santostasi e Gabrio Gentilini.

“Un musical che non ha bisogno di presentazioni – ha detto Pavesi – perché tratto da uno dei film più amati di sempre. Uno spettacolo che andrà a completare il quadro delle proposte culturali e musicali offerto dalla nostra città”. Il musical vedrà, oltre ad una nuova regia, anche le nuove coreografie di Gillian Bruce e le nuove scenografie di Roberto Comotti, professore emerito dell’Accademia delle Belle Arti di Brera. Nell’adattamento italiano i dialoghi sono stati tradotti da Alice Mistroni, mentre le canzoni sono cantate dal vivo in lingua originale, grazie all’accompagnamento di una piccola orchestra. Il musical è stato al Barclays Teatro Nazionale di Milano e sarà a Bolgheri, a Cattolica, a Verona e infine a Roma al Gran Teatro.

Roberto Bolis

 

 

Protocollo d’intesa per lavoro profughi a Verona

È stato sottoscritto il protocollo d’intesa fra Prefettura, Comune, Amia, cooperativa Il Samaritano-Caritas diocesana, Centro cooperazione giovanile internazionale, per consentire a una cinquantina dei circa 200 profughi ospitati a Verona di svolgere attività socialmente utili. Il protocollo è stato firmato dal Prefetto Salvatore Mulas, dal Sindaco Flavio Tosi, dal presidente di Amia Andrea Miglioranzi, dal direttore della Caritas mons. Giuliano Ceschi, dal direttore dell’Ostello della gioventù Villa Francescatti Fiorenzo Scarsini. Presenti l’assessore ai Servizi sociali del Comune Anna Leso e il direttore del Samaritano Michele Righetti.

Il progetto, che avrà la durata di sei mesi, coinvolge 24 dei 60 profughi alloggiati al Samaritano e 25 profughi dei 90 ospitati all’Ostello. Saranno impiegati in attività di pulizia di strade, piazze e aree verdi cittadine, con la supervisione di un tutor per ciascun gruppo di lavoro e con la vigilanza di Amia, che curerà anche la formazione preventiva.

Ai profughi inseriti presso l’Ostello verrà assegnata la pulizia di lungadige San Giorgio,- Giardini Lombroso, piazza Vittorio Veneto, Giardini Giarina, piazza Isolo, piazza San Nicolò, San Giovanni in Valle.

Ai profughi inseriti presso Il Samaritano verrà assegnata la pulizia di piazza San Zeno, piazza Pozza, piazza Bra, piazza Pradaval, Riva San Lorenzo, Arsenale, piazza Erbe, piazza dei Signori.

L’orario di lavoro sarà articolato su 3 giorni la settimana, dalle 8.30 alle 12.30. Amia fornirà ad ognuno la necessaria attrezzatura e un giubbino. La formazione, sempre a cura di Amia, è prevista per lunedì 20 luglio ai Giardini della Giarina alle ore 8.30 per i profughi ospiti dell’Ostello; all’Arsenale alle ore 10.30 per i profughi ospiti del Samaritano.

“Nelle more della definizione della procedura per il riconoscimento della protezione internazionale – spiega il Prefetto – in un’ottica di integrazione e solidarietà sociale, oltre che per scongiurare situazioni prolungate di inoperosità, è volontà delle parti costruire percorsi di conoscenza del contesto sociale in cui i richiedenti protezione internazionale vengono accolti. Perciò abbiamo dato vita a un percorso di formazione che consenta ai ragazzi stranieri accolti a Verona di imparare come si lavora in Italia e di rendersi utili a vantaggio della comunità che li ospita. Con questo progetto di integrazione la città di Verona offre un esempio importante, a vantaggio del territorio, dei suoi cittadini e degli stessi giovani stranieri. Le attività lavorative si svolgeranno su base volontaria con il coordinamento di Comune ed Amia. E’ fondamentale che questi ragazzi vengano inseriti gradualmente nel contesto sociale, con un positivo approccio al mondo del lavoro, che tornerà loro utile sia se decideranno di restare in Italia, sia se si sposteranno in Europa”. “Un progetto sociale di rilievo – commenta il Sindaco – avviato con la collaborazione di Prefettura ed Amia, che speriamo di poter estendere in futuro, anche con un ampliamento delle modalità del servizio. Un positivo segnale sia per gli stranieri, che possono rendersi utili alla comunità che li ospita, sia per i cittadini veronesi, che apprezzeranno il fatto che chi è stato accolto ricambia la solidarietà, lavorando gratuitamente a favore del territorio. Per quanto riguarda più in generale l’emergenza immigrazione – conclude il Sindaco – l’unica soluzione praticabile resta quella di dare il permesso di soggiorno a fini umanitari a tutti, consentendo così la libera circolazione in Europa e una più corretta ridistribuzione del problema fra gli Stati europei. Finché gli altri Paesi faranno barriera al confine, l’Italia rischia di dover accogliere tutti i profughi sul suo territorio, sostenendo da sola un problema che è decisamente di tutta l’Europa”.

“Un progetto di formazione – dice Miglioranzi – che consente ai giovani stranieri di svolgere su base volontaria un lavoro socialmente utile, a costo zero per i cittadini, che insegna la cultura della responsabilità e dei doveri sociali. Impareranno inoltre a conoscere il funzionamento del sistema di raccolta differenziata dei rifiuti, in uso nel nostro Paese”.

“L’assessorato ai Servizi sociali del Comune collabora al progetto – spiega Anna Leso – anche fornendo a ciascuno dei giovani impegnati nel lavoro un abbonamento personale Atv, della durata di sei mesi, per raggiungere i diversi luoghi della città in cui si svolgeranno le attività di pulizia”.

 

Roberto Bolis

 

 

Srebrenica 20 anni dopo. Il parere di Amnesty International

In occasione del ventesimo anniversario del genocidio di Srebrenica, in cui furono uccise 8000 persone, Amnesty International ha sottolineato che migliaia di famiglie delle vittime continuano a essere private della giustizia, della verità e della riparazione.

“Due decenni dopo che il mondo girò lo sguardo di fronte al peggiore crimine commesso sul suolo europeo dal 1945, le famiglie delle vittime del genocidio di Srebrenica attendono ancora giustizia” – ha dichiarato John Dalhuisen, direttore del programma Europa e Asia centrale di Amnesty International. “Anziché sbiadire col tempo, la necessità che tutte le autorità della Bosnia ed Erzegovina riconoscano questi crimini e chiedano scusa è più urgente che mai. Più i colpevoli godranno dell’impunità e i morti resteranno nelle fosse comuni, più questa dolorosa ferita continuerà ad alimentare pericolose e profonde divisioni nazionali” – ha aggiunto Dalhuisen.

Sono trascorsi 20 anni da quando le forze serbo-bosniache entrarono nell’enclave di Srebrenica, designata “zona protetta” dalle Nazioni Unite, e passarono sommariamente per le armi migliaia di uomini e ragazzi musulmano-bosniaci. La sorte di oltre 1000 di essi rimane ancora sconosciuta. Quasi 7000 corpi sono stati riesumati, identificati e sepolti: tra questi, 421 bambini, un neonato e una donna di 94 anni.

Dal 1995, anni della fine della guerra, oltre 8000 persone risultano ancora scomparse in tutta la Bosnia ed Erzegovina. L’Istituto nazionale per le persone scomparse subiscetagli dei fondi anno dopo anno. La Legge sulle persone scomparse non è mai stata completamente attuata, privando in questo modo le famiglie degli scomparsi della dovuta riparazione. Il Fondo di sostegno per le famiglie degli scomparsi, previsto da una legge del 2004, dev’essere ancora istituito.

Le politiche ufficiali e le leggi non riconoscono il genocidio di Srebrenica, al quale non vi è alcun riferimento persino nei programmi scolastici. Il processo di riconciliazione non ha fatto passi avanti e le divisioni tra i gruppi nazionali all’interno della Bosnia ed Erzegovina proseguono.

Nonostante i procedimenti avviati dal Tribunale penale per l’ex Jugoslavia nei confronti dei principali ideatori del genocidio di Srebrenica – Radovan Karadzic, Ratko Mladic e Slobodan Milosevic – e la condanna di altri 74 imputati, il numero dei casi giudiziari irrisolti è estremamente lungo. I procedimenti per crimini di diritto internazionale nei tribunali della Bosnia ed Erzegovina sono molto lenti. In assenza della necessaria volontà politica, la stragrande maggioranza delle persone sospettate di crimini di guerra e crimini contro l’umanità non verrà mai chiamata a rispondere del suo operato. Mentre la Bosnia ed Erzegovina ha adottato alcuni positivi provvedimenti per aumentare le risorse a disposizione delle indagini sui crimini di guerra, i fondi sono ancora insufficienti e il governo attua con molta lentezza la strategia nazionale sui crimini di guerra. Occorrono nuove indagini e nuovi procedimenti, oltre che programmi di protezione perché i testimoni possano deporre senza temere ritorsioni.

“Srebrenica non è solo un cupo ricordo della depravazione degli esseri umani ma è anche la testimonianza del fallimento della comunità internazionale, che non seppe impedire un genocidio che avveniva sotto i suoi occhi” – ha sottolineato Dalhuisen.

“Vent’anni dopo, i leader della Bosnia ed Erzegovina continuano a rifiutare di dire dove sono sepolti i corpi, in senso reale e metaforico. Occorre, senza ulteriori ritardi, l’adozione di misure per alleviare la sofferenza di coloro che ancora attendono verità e giustizia. Senza queste e senza la riparazione, una riconciliazione duratura nel tempo non potrà mai essere conseguita” – ha concluso Dalhuisen.

Amnesty International Italia

 

 

Alpi Ledrensi e Judicaria Riserva della Biosfera Unesco

Dopo la firma ufficiale di Parigi del 9 giugno, con la quale l’Unesco ha concesso la qualifica internazionale di Riserva della Biosfera alle Alpi Ledrensi e Judicaria (al momento ve ne sono solo 10 in Italia), il gruppo di lavoro che si è impegnato per ottenere questo prestigioso riconoscimento ha scelto il Castello di Stenico come prestigiosa sede di rappresentanza della Riserva della Biosfera. La scelta, fatta ovviamente in accordo con il museo del Castello del Buonconsiglio di cui Stenico è sede distaccata, non è casuale. Si tratta infatti di uno splendido maniero collocato al centro della zona geografica interessata, situato lungo un affascinante percorso che passa dalla Gola della Vela al lago di Toblino per giungere nel cuore delle Giudicarie, il maniero di Stenico si colloca a metà strada tra Riva del Garda, Madonna di  Campiglio, e il confine bresciano in posizione strategica. Arroccato su un dosso roccioso da cui domina la valle, il ma niero è il simbolo del potere dei principi vescovi di Trento e per secoli è stato luogo di difesa e controllo del territorio. Il castello di Stenico, oltre ad essere il monumento artistico più importante per l’intera vallata, ne rappresenta l’identità e ne incarna le vicende millenarie. Sin dal XII secolo, fu occupato da un Capitano che, in nome del Principe Vescovo di Trento, esercitava la massima autorità politico-amministrativa e giurisdizionale. Con la fine del principato e il trasferimento della proprietà al governo austriaco, il castello divenne sede dell’Imperial Regio Giudizio e Ufficio delle Imposte.  Un’immagine del castello è presente anche nel mese di gennaio del celebre ciclo di affreschi di Torre Aquila al Castello del Buonconsiglio di Trento, dove viene immortalato dal maestro Venceslao in quello che gli storici dell’arte identificano come il primo paesaggio innevato della pittura occidentale.

La Redazione

Vinitaly a Shanghai per il Wine&Dine di settembre

Sarà Vinitaly a rappresentare l’eccellenza enogastronomica italiana alla prima edizione dello Shanghai Wine&Dine Festival.

La manifestazione, in programma dal 18 al 20 settembre 2015, punta a diventare l’evento b2c di riferimento in Oriente per il settore wine&food e Vinitaly, il più importante salone internazionale organizzato da Veronafiere dedicato al vino e ai distillati, è stato scelto come capofila del padiglione che ospiterà i prodotti italiani, grazie all’efficace lavoro svolto in questi anni attraverso le iniziative di Vinitaly International.

L’obiettivo resta la conquista dei consumatori cinesi, grazie a degustazioni delle migliori etichette tricolori, accompagnate dai piatti dei più famosi cuochi italiani di Shanghai e offerte dalle più note realtà del food & beverage made in Italy presenti in Cina.

Il Festival, che vede la partecipazione anche di Francia, Spagna, Stati Uniti d’America, Australia, Cile e Argentina, è stato presentato questa settimana a Shanghai dai promotori: il quotidiano Shanghai Morning Post, Gewara il più grande ticket service online della Cina, Unionpay, la carta di credito più diffusa in Cina e Bank of Communications.

«Questo è un momento importante per Vinitaly e il vino italiano – ha commentato il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani –. Per la prima volta nella storia dell’Esposizione universale a Expo Milano abbiamo realizzato un padiglione dedicato al vino, molto apprezzato dai numerosi visitatori cinesi. L’anno prossimo, poi, sarà il cinquantesimo anniversario di Vinitaly a Verona e, con il nostro know-how, siamo pronti ad affrontare a Shanghai un nuovo tipo di evento, consumer-oriented, dove anche il food giocherà un ruolo fondamentale, facendo da traino alla cultura del vino».

Vinitaly International, allo Shanghai Wine&Dine Festival, come per il Roadshow in vista di Expo e il Fuorisalone di Chengdu, lavorerà in stretta collaborazione con aziende e importatori di vino italiano.

Il console generale italiano a Shanghai, Stefano Beltrame, presente alla conferenza stampa, insieme alla managing director di Vinitaly International, Stevie Kim, ha ricordato ancora una volta «l’importanza di agire insieme, per realizzare davvero quell’auspicato sistema-Italia che possa trasformarsi in business concreto per le aziende vitivinicole italiane nel mercato più ostico e promettente del mondo, quale è quello Cinese».

A sottolineare il valore internazionale della manifestazione di Shanghai, la partecipazione, insieme a Vinitaly, anche di Sopexa China, Conseil Interpofessionel du Vin de Bordeaux (CIVB), Wine Australia, Wines of Chile, Rioja, Wines of Argentina e ufficio del Commercio estero degli Stati Uniti.

Le aspettative su questo nuovo appuntamento sono quindi molto alte, come ha spiegato Yang Wei Zhong, editore in capo dello Shanghai Morning Post: «Shanghai è da sempre aperta agli stili di vita occidentali e in questi due anni sta vedendo crescere sempre più i consumatori di vino. Da questo punto di vista è una metropoli che è punto di riferimento per tutta la nazione e da cui passano le nuove tendenze del consumatore cinese».

 

La Redazione

Festival della Mente a Sarzana

Festival della Mente - archivio (14)La dodicesima edizione del Festival della Mente, il primo festival in Europa dedicato alla creatività e ai processi creativi, si svolge a Sarzana dal 4 al 6 settembre con la direzione scientifica di Gustavo Pietropolli Charmet e la direzione artistica di Benedetta Marietti. Il festival è promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia e dal Comune di Sarzana.

Tre giornate con oltre 60 relatori italiani e internazionali e 38 incontri tra spettacoli, letture, laboratori e momenti di approfondimento culturale. Scienziati, filosofi, scrittori, storici, artisti, psicoanalisti, architetti e fotografi indagano i cambiamenti, le energie e le speranze della società di oggi, rivolgendosi con un linguaggio accessibile al pubblico ampio e intergenerazionale che è da sempre la vera anima del festival.

La sezione per bambini e ragazzi, un vero e proprio festival nel festival con 27 relatori e 22 eventi (50 con le repliche), è realizzata con il contributo di Carispezia – Gruppo Cariparma Crédit Agricole. Quest’anno è curata dalla giornalista e scrittrice Chicca Gagliardo.

Insostituibile, come ogni anno, è l’apporto dei cinquecento giovani volontari, senza i quali non si creerebbe quel clima di accoglienza e condivisione che ha sempre decretato il successo e l’unicità del Festival della Mente.

«Il festival sarà come sempre dedicato all’indagine dei processi creativi, e quest’anno abbiamo scelto come filo conduttore la responsabilità» dichiarano Gustavo Pietropolli Charmet e Benedetta Marietti. «In un paese in cui è sempre colpa di qualcun altro, abbiamo pensato che il concetto di responsabilità dovesse essere ridefinito anche alla luce dei complessi cambiamenti sociali in corso e delle innovazioni scientifiche e tecnologiche. Quale rapporto c’è tra creatività e responsabilità? E a quali nuove responsabilità oggi vengono chiamati intellettuali, letterati, storici, scienziati e artisti? Il festival tenterà di rispondere a queste domande mantenendo il consueto approccio divulgativo e multidisciplinare».

Apre l’edizione 2015 la lezione inaugurale del filologo e storico Luciano Canfora “Augusto: la morale politica di un monarca repubblicano”. Quale rapporto esiste fra responsabilità politica ed esercizio del potere? E come si concilia quest’ultimo con il consenso e le necessità dei cittadini? Augusto fu triumviro spietato e abile artefice di una apparente “restaurazione della Repubblica” che di fatto consisteva nella creazione di una nuova forma di potere personale, definibile come principato. Eppure la sua opera fu costante nel consolidamento e ampliamento dell’Impero sul piano diplomatico e militare.

La cultura umanistica

L’analisi del passato e delle nostre radici fa spesso emergere domande sull’epoca odierna.

Lo scrittore spagnolo Arturo Pérez-Reverte, in un dialogo con il romanziere Bruno Arpaia, propone un viaggio a ritroso nel tempo, per raccontare l’impatto rivoluzionario che ebbe la diffusione in Europa dell’Encyclopédie di Diderot e d’Alembert: un affresco storico inedito sui protagonisti di un vivace dibattito intellettuale.

Edipo, così onesto e corretto da essere definito “il migliore dei mortali”, termina la sua vita cieco, disperato e abbandonato. Ma è davvero sua la responsabilità della catastrofe che gli rovina la vita, se è stato il destino a orchestrare per lui le peggiori nefandezze? Se lo chiese Platone e ripropone oggi la domanda lo scrittore ed esperto del pensiero antico Matteo Nucci.

Proprio oggi, nell’era di Internet e del trionfo delle immagini, siamo in grado di capire meglio la tradizione secolare dell’arte della memoria, che raggiunge nel Rinascimento le sue espressioni più spettacolari. L’italianista Lina Bolzoni dell’Accademia dei Lincei ricorda al pubblico il progetto di Giulio Camillo di un teatro della memoria, che doveva contenere, nelle intenzioni dell’umanista, tutto il sapere e i segreti della bellezza.

Alessandro Barbero quest’anno riflette sul tema della responsabilità dello storico con tre lectio: il venerdì propone un ritratto di Gaetano Salvemini, uno dei maggiori storici italiani dell’inizio del Novecento; il sabato del francese Marc Bloch, patriota ed ebreo che fu ucciso dai nazisti; la domenica chiude con il nazionalista tedesco Ernst Kantorowicz.

Anche la letteratura è una chiave preziosa per riflettere sul presente.

Due scrittori, l’olandese Frank Westerman e l’italiano Mauro Covacich, indagano la responsabilità di dire “io” nella letteratura contemporanea: un viaggio nel mondo della scrittura e nella capacità di mettersi in gioco.

La francesista Daria Galateria e lo scrittore e critico letterario Emanuele Trevi ripercorrono la storia di uno dei tre libri più letti al mondo e del suo autore: Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, cercando di svelare il mistero che racchiude.

Giorgio Fontana e Marco Missiroli si confrontano in un dialogo sulle rispettive “carriere di lettori”, raccontando la loro formazione di narratori e di uomini. L’incontro è nato dalla collaborazione con La Grande Invasione, festival della lettura di Ivrea.

Lo sguardo dell’arte

“Magie della visione” è un viaggio nella carriera di Mimmo Jodice: l’editore Roberto Koch interroga il grande fotografo italiano sulla sua opera, caratterizzata da un continuo esercizio del guardare, da una sperimentazione ispirata anche all’opera di importanti pittori e dalla costante attenzione per il mondo classico.

Le guerre degli altri sono anche le nostre. La scrittrice Melania Mazzucco racconta della doppia rivolta della Scena dei massacri di Scio, opera del pittore Eugène Delacroix: quella combattuta sull’isola dell’Egeo e quella combattuta sulla tela dall’artista per la libertà di espressione, contro gli usi dell’epoca secondo i quali non si dipingevano scene di storia contemporanea.

È possibile progettare insieme alla natura e non contro di essa? L’architetto e designer Italo Rota e Aldo Colonetti, storico del design e dell’architettura, rispondono a questa epocale domanda nell’incontro “Lo spazio in cui viviamo non è altro che l’estensione della nostra mente”.

“Tornare al giardino” è quanto auspica Marco Martella, responsabile della valorizzazione del verde storico in Francia. Per gli antichi il giardino era abitato da un genius loci, garante della sua singolarità, oggi il giardino è ridotto a uno spazio funzionale; Martella suggerisce quindi di riappropriarsi del giardino come laboratorio che ci mette in relazione con le energie della natura.

L’attualità

È possibile fare scuola in modo nuovo? Come si apprende oggi? Si possono costruire nuove forme di partecipazione, apprendimento, lavoro e miglioramento della vita anche nei luoghi dell’esclusione sociale? Rispondono a queste domande Marco Rossi-Doria, partendo dalla propria esperienza di “maestro di strada”, e l’esperta di politiche educative Giulia Tosoni (sezione approfonditaMente).

Secondo lo scrittore e insegnante Edoardo Albinati il sistema scolastico penalizza non solo gli ultimi della classe, ma anche i più bravi. E nella pervasiva società di controllo reciproco dei social network chiunque dia l’impressione di diversificarsi rischia di diventare un bersaglio dei compagni.

I videogiochi sono il peggiore intrattenimento per i nostri figli? Internet andrebbe vietato ai bambini? La tecnologia è un danno per l’apprendimento? Sono battaglie senza senso: questa la risposta dell’esperto di nuovi media Paolo Ferri, che consiglia di educare i bambini perché sappiano sfruttare le potenzialità del mondo digitale e contemporaneamente evitarne i rischi.

Lo psicanalista Tito Baldini si concentra sui ragazzi “al limite”: cosa si può fare per aiutarli? Esistono cure e rimedi efficaci in grado di rimettere in sicurezza il percorso dei giovani in difficoltà.

Altri due temi di grande attualità: lo scrittore Eraldo Affinati e il giurista Salvatore Lombardo analizzano i problemi che derivano dalle migrazioni di popoli, evidenziando la responsabilità individuale e umana di ciascuno di noi; in “Violenza di genere. Autori, vittime e modelli di intervento”, gli esperti di criminologia Adolfo Ceretti e Alfredo Verde e la scrittrice e avvocato Simonetta Agnello Hornby dibattono sulla possibilità di prevenire il femminicidio: come si curano le vittime e gli autori di questi reati? (sezione approfonditaMente).

Oggi tutti desiderano essere competitivi e al passo con il correre del mondo, ma dove stiamo andando? Se lo chiedono il saggista Marco Belpoliti, il semiologo Gianfranco Marrone e la saggista Anna Stefi, che ragionano sul tempo e la pigrizia, l’indugio e la stanchezza, l’ozio, lo spreco e il senso di un tempo senza finalità alcuna (sezione approfonditaMente).

Come si organizza la vita quotidiana di un team di scienziati a -50°C? Chiara Montanari, prima donna italiana a guidare una missione scientifica in Antartide, spiega come spetti al capo la responsabilità di gettare ponti tra le diversità, insegnare a gestire l’incertezza, avere fiducia reciproca laddove la sopravvivenza dipende dal gruppo.

Oggi si usano troppi anglicismi, siamo malati di “digitaliano”: possiamo guarire solo diventando consapevoli – e quindi responsabili – di quanto esprimiamo. Il giornalista Luca Mastrantonio invita il pubblico alla riflessione con il divertente “Cruciverba volant (slacciate le cinture)”.

“La montagna e il silenzio” sono le due passioni condivise dal violoncellista Mario Brunello e da Manolo, pioniere italiano dell’arrampicata libera. Se Brunello ha portato la musica classica sulle vette alpine per liberarla dai cliché dei concerti in teatro e per immergerla nel silenzio, Manolo ha vissuto la sua dedizione verso l’arrampicata da solo, nel silenzio delle pareti di roccia. Insieme, raccontano l’immensità della natura, l’importanza del silenzio e la ricerca infinita della libertà.

Le scienze

Il neuropsichiatra infantile Massimo Ammaniti illustra come, dopo decenni di individualismo sfrenato, la riscoperta del senso del noi può aiutarci a ritrovare quella capacità di cooperazione che è la grande risorsa della specie umana.

Chiuderci in noi stessi non è sensato: ecco il consiglio dello psichiatra Eugenio Borgna, che in un dialogo con la saggista Simonetta Fiori sottolinea come la nostra capacità di conoscere le emozioni private e quelle altrui sia un modo diverso di essere responsabili.

Lo psicanalista Massimo Recalcati affronta il tema della madre e delle cure materne, baluardo contro l’assoluta incuria di oggi: una nuova interpretazione della maternità di fronte alle difficoltà e ai cambiamenti di oggi.

James R. Flynn, autorevole psicologo dell’intelligenza, si interroga sulle grandi domande della vita in un dialogo con il filosofo e giornalista Armando Massarenti. Flynn mette in discussione il libero arbitrio, la possibilità di costruire una società giusta, la reale natura degli ideali umani, lasciando tutti padroni di immaginare le proprie risposte, perché la più importante forma di libertà è quella del pensiero.

Il fisico inglese Jim Al-Khalili si chiede se non siamo forse a un passo dal comprendere l’ingrediente segreto della vita. Il mondo dei quanti e la complessità sfuggente dell’esistenza trovano oggi la prima sintesi nel nuovo campo di studi rappresentato dalla “biologia quantistica”.

Il linguaggio umano è fatto di onde: fuori di noi sono onde d’aria (il suono), dentro di noi onde elettriche (l’attività dei neuroni). Quale relazione c’è tra questi due mondi? Il neurolinguista Andrea Moro mostra che sono più simili di quanto si possa immaginare.

Sessantamila anni fa gli uomini di Neanderthal hanno trionfato su tutte le altre razze umane preesistenti. Non sappiamo come mai, spiega il genetista Guido Barbujani, ma possiamo trovare alcune risposte nello studio del nostro genoma.

È vero che la matematica inaridisce il cuore, come sosteneva Flaubert, e che l’approccio matematico alla realtà finirà per spegnere ogni nostra emozione? Carlo Toffalori, docente di logica matematica, sostiene che la matematica intesa correttamente può ispirare, oltre al giusto rigore, anche libertà, creatività e fantasia.

Gli spettacoli

Il Festival della Mente si riconferma un palcoscenico di anteprime.

Un reading intenso e coinvolgente con l’attrice Anna Bonaiuto, che legge in pubblico L’amica geniale, primo libro della tetralogia di Elena Ferrante.

Una performance artistica e musicale di grande impatto è “Una storia lenta”, nella quale si incontrano le immagini disegnate dal vivo dall’illustratore Alessandro Sanna, la voce intensa della jazzista Francesca Ajmar e la musica del contrabbassista Tito Mangialajo Rantzer in un racconto originale e suggestivo.

“LA LA LA. Quando non c’è risposta” è il frizzante spettacolo-concerto proposto dall’attore Giuseppe Battiston, che per l’occasione è anche un po’ cantante, e dal cantautore Piero Sidoti: non sempre ci sono risposte alle nostre domande esistenziali, l’importante è non smettere mai di interrogarsi.

Il violoncellista Mario Brunello è protagonista di una performance davvero unica: suona le Suites di Bach a Foce Rasori, sulle Alpi Apuane (1315 metri, in provincia di Massa Carrara) dopo esservi salito a piedi, insieme al pubblico (evento gratuito con iscrizione obbligatoria).

Un viaggio immaginario da Venezia, per l’Europa e fino all’Argentina, è quello in cui ci conducono, attraverso musiche varie e meravigliose, Géza e The Bohemian Virtuosi.

Un incontro-spettacolo semiserio vede sul palco il filosofo della scienza Stefano Moriggi e l’astrologo Marco Pesatori: due professionisti tanto diversi ma entrambi alle prese con le grandi questioni che da sempre agitano l’animo umano guardando il cielo. Il primo teorizza che, senza stelle, la morale si riduce a una predica; il secondo spiega perché il suo mestiere è quello di “sbagliare le previsioni”.

Biglietti: € 3,50 incontri e appuntamenti per bambini (gratuiti solo la lezione inaugurale e il concerto di Mario Brunello); € 7,00 spettacoli e approfonditaMente (lezioni-laboratorio, a numero chiuso, della durata di circa 120 minuti).

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