Le erbe aromatiche nella cucina circolare, un concorso di cucina per appassionati e non

Compie 28 gustose edizioni la rassegna gastronomica “Il Piatto Verde”, che quest’anno sarà dedicata a “Le erbe aromatiche nella cucina circolare” e prevede molte appetitose iniziative pubbliche, tra cui un concorso aperto al pubblico, una cena “tri-stellata” con gli chef Chicco e Bobo Cerea del rinomato ristorante “Da Vittorio” di Brusaporto (BG) e diverse masterclass ovviamente a carattere enogastronomico. Appuntamento dal 22 al 30 marzo a Riolo Terme (RA), fulcro dell’evento, e in diverse location sparse nei comprensori di Imola (BO) e Faenza (RA).

Il concorso per la migliore ricetta rivolto agli appassionati di cucina di tutta Italia, organizzato da IF Imola-Faenza Tourism Company e dall’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione “Pellegrino Artusi” di Riolo Terme, prevede l’utilizzo delle “erbe aromatiche” in un’ottica di economia circolare, dove nulla viene sprecato. Erbe che non devono essere utilizzate solo come guarnizione, ma inserite nella ricetta del piatto come ingredienti a tutti gli effetti.

Le piante selezionate (in rigoroso ordine alfabetico!) sono: acetosella, borragine, crescione, erba cipollina, lepidio, levistico, menta, nepetella, pimpinella, ortica, rafano, senape, tarassaco, timo.

I sei finalisti (selezionati da un’apposita giuria di esperti) verranno ospitati venerdì 24 marzo per la prova finale, che si svolgerà nelle cucine dell’IPSSAR di Riolo Terme, e parteciperanno alla cena di gala nel corso della quale saranno proclamati i 3 vincitori che si aggiudicheranno, rispettivamente dal primo al terzo posto: soggiorno a Brisighella con un pernottamento e colazione per due persone, degustazione dell’Olio extravergine Brisighella DOP, due biglietti del Treno di Dante (https://iltrenodidante.it); bauletto con selezione di prodotti del ristorante San Domenico di Imola (due stelle Michelin); bauletto con selezioni di prodotti del Giardino delle Erbe di Casola Valsenio.

Per partecipare al concorso, occorre inviare la ricetta di un piatto a scelta fra antipasto, primo, secondo o dessert entro il 25 febbraio. Bando e modulo d’iscrizione si possono scaricare al seguente link www.imolafaenza.it/eventi-if/piatto-verde/. Per informazioni tel. 0546 71044, email PiattoVerde23@gmail.com.

Perché realizzare ricette con erbe aromatiche?

Il comprensorio turistico di Imola-Faenza (www.imolafaenza.it) ha nelle eccellenze gastronomiche uno dei suoi punti di maggior valore. In questo spicchio di territorio, “a cavallo” fra Emilia e Romagna, ci sono tanti prodotti che “arrivano” dalla terra unici, come lo Scalogno di Romagna IGP, l’Olio di Brisighella DOP, il Carciofo Moretto, il Marrone di Castel del Rio IGP, l’Albicocca di Casalfiumanese, la Cipolla di Medicina, solo per citarne alcuni. Inoltre, a Casola Valsenio (RA), a pochi chilometri da Riolo Terme, c’è l’importante Giardino delle Erbe “Augusto Rinaldi Ceroni” nel quale vengono coltivate a rotazione quasi 500 specie di piante officinali utilizzate in cucina, nella medicina e nella cosmesi fin dal basso Medioevo.

Cena Stellata, 30 marzo

Saranno Chicco e Bobo Cerea del rinomato ristorante “Da Vittorio” di Brusaporto (BG), tre Stelle Michelin, i protagonisti di questa edizione del Piatto Verde. Gli chef realizzeranno un menù degustazione appositamente studiato per l’occasione, quindi assolutamente esclusivo e inedito. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0546 71113 www.alberghieroriolo.edu.it.

I Cerea sono solo gli ultimi di una lunga serie di super chef che hanno partecipato a questo evento. Tra i tanti: Ciccio Sultano, Gaetano Trovato, Giancarlo Perbellini, Mauro Uliassi, Antonino Cannavacciuolo, Gennaro Esposito, Claudio Sadler, Philippe Léveillé, Gianni D’Amato, Valentino Marcattilii, Italo Bassi, Alfonso Caputo, Emanuele Scarello.

Masterclass per tutti gli appassionati

Nei giorni 23, 24 e 30 marzo si svolgeranno delle masterclass di approfondimento e perfezionamento enogastronomico aperte al pubblico, in diverse location fra Faenza e Imola.

Al Molino Naldoni di Faenza è in programma la masterclass “La pizza: l’impasto perfetto, dalla conoscenza delle farine alla corretta lievitazione”; alla Cantina Tre Monti di Imola la “Verticale di Parmigiano Reggiano in abbinamento ai vini della Cantina Tre Monti”; all’Autodromo Enzo di Dino Ferrari di Imola protagoniste daranno “Le proteine vegetali nell’alimentazione di domani”; al laboratorio della sede Ascom di Faenza è prevista la masterclass con gli chef tri-stellati Cerea del Ristorante “Da Vittorio”.

Per informazioni e prenotazioni: tel. 0546 71044 email iat.rioloterme@imolafaenza.it.

Il Piatto Verde gode del Patrocinio della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Ravenna e dei Comuni di Ravenna e Riolo Terme. Sponsor: Cast Alimenti, Consorzio di Tutela del Parmigiano Reggiano, Surgital, Natura Nuova, Molino Naldoni, Cantina Tre Monti.

Pierluigi Papi (anche per le fotografie)

Cipolla e Scalogno, il gusto inconfondibile in fiera

Cipolla di Medicina

A cavallo fra Emilia e Romagna, nell’area compresa fra i comprensori di Imola (BO) e quello di Faenza (RA), c’è un territorio ricco di eccellenze gastronomiche. Nel mese di luglio ne verranno celebrate due, nel corso di altrettanti eventi gustosi: dal 12 al 14 luglio a Medicina (BO) prenderà vita “Medicipolla”, mentre nei giorni a seguire, dal 25 al 28 luglio a Riolo Terme (RA) si celebrerà la “Fiera dello Scalogno IGP di Romagna”.

Dal 12 al 14 luglio a Medicina si celebrerà l’“Antica Fiera di luglio” e la XVIII edizione di “Medicipolla”, un omaggio gustoso a sua Maestà la Cipolla di Medicina, che per l’occasione sarà proposta in tutte le sue varianti e in numerosi menù a tema dove si potrà assaggiare pietanze come le cipolle ripiene al forno o caramellate, il fegato e il friggione alla medicinese. Nel corso dell’evento, inoltre, ci saranno l’esposizioni di macchine agricole d’epoca e moderne, spettacoli d’intrattenimento, mercatini e specialità gastronomiche da degustare.

Fra i tanti appuntamenti, quelli di maggior interesse sono: “Cipolla d’autore”, la cena a tema a cura dello chef Riccardo Facchini e il 16° Simposio della Confraternita della Magnifica Cipolla di Medicina.

Nella zona tipica della Cipolla di Medicina sono coltivate diverse varietà tutte riconducibili a tre grandi gruppi: Cipolla Dorata (ottima per risotti, soffritti, sughi, zuppe e da cuocere al forno), Cipolla Bianca (ottima per lessature, minestroni, frittate, salse e soffritti delicati), Cipolla Rossa (ottima cruda, da sola o in insalate, condimenti, contorni, brasati e spezzatini).

Arrosto di Mora romagnola con scalogno

Lo Scalogno IGP di Romagna, che non è un aglio né una cipolla, è un piccolo bulbo che appartiene sempre della famiglia delle Liliacee. Una prelibatezza enogastronomica tutta locale e assolutamente unica nel panorama nazionale. A Riolo Terme, cuore produttivo di questa meraviglia per il palato, dal 25 al 28 luglio si svolgerà la Fiera dello Scalogno IGP di Romagna. Nelle vie centrali del paese ci sarà la mostra mercato dello Scalogno di Romagna dove, per tutte e quattro le giornate, saranno presenti i produttori di questa prelibatezza. I ristoratori del paese non mancheranno di proporre pietanze a base di Scalogno mentre al Parco Pertini ci sarà lo stand gastronomico della Pro Loco tutto dedicato al piccolo bulbo, con ricchi menù a tema. Si potranno assaggiare, tra le varie pietanze: riso allo Scalogno, tagliolini allo Scalogno, frittata allo Scalogno, arrosto aromatizzato allo Scalogno. E poi tutte le sere: musica, spettacoli e intrattenimento.

Da sempre coltivato in Romagna, la Pro Loco di Riolo Terme nel 1992 decise di organizzare una festa ad hoc per promuovere questo prodotto tipico della tradizione locale, che nel 1997 ha anche ottenuto il riconoscimento IGP (Indicazione Geografica Protetta).

 

Pierluigi Papi (anche per le fotografie)

Scalogno e Porcino: la natura ci delizia

A cavallo fra Emilia e Romagna, nell’area compresa fra i comprensori di Imola (BO) e quello di Faenza (RA), dove è da poco attiva la società di promozione IF Imola Faenza Tourism Company, c’è un territorio ricco di eccellenze gastronomiche. Dopo l’omaggio gustoso a sua Maestà la Cipolla di Medicina, dal 20 al 23 luglio a Riolo Terme (RA) si celebrerà la “Fiera dello Scalogno IGP di Romagna”, il 19 e 20 e il 26 e 27 agosto a Castel del Rio (BO) doppio weekend con la “Sagra del Porcino”.

Lo Scalogno IGP di Romagna, che non è un aglio né una cipolla, è un piccolo bulbo che appartiene sempre della famiglia delle Liliacee. Una prelibatezza enogastronomica tutta locale e assolutamente unica nel panorama nazionale. A Riolo Terme (Ra), cuore produttivo di questa meraviglia per il palato, dal 20 al 23 luglio si svolgerà la Fiera dello Scalogno IGP di Romagna. Nelle vie centrali del paese ci sarà la mostra mercato dello Scalogno di Romagna dove, per tutte e quattro le giornate, saranno presenti i produttori di questa prelibatezza. I ristoratori del paese non mancheranno di proporre pietanze a base di Scalogno mentre al Parco Pertini ci sarà lo stand gastronomico della Pro Loco tutto dedicato al piccolo bulbo, con ricchi menù a tema. Si potranno assaggiare, tra le varie pietanze: riso allo Scalogno, tagliolini allo Scalogno, frittata allo Scalogno, arrosto aromatizzato allo Scalogno. E poi tutte le sere: musica, spettacoli e intrattenimento.

Da sempre coltivato in Romagna, la Pro Loco di Riolo Terme nel 1992 decise di organizzare una festa ad hoc per promuovere questo prodotto tipico della tradizione locale, che nel 1997 ha anche ottenuto il riconoscimento IGP (Indicazione Geografica Protetta).

Il porcino è sicuramente uno dei funghi più celebri e apprezzati. Le colline dell’imolese, lungo la dorsale ai confini con la Toscana, ne sono ricche. Ecco allora che il comune appenninico di Castel del Rio nel mese di agosto dedica un doppio fine settimana a questo prelibato fungo. Il 19 e 20 e poi il 26 e 27 agosto tra gastronomia, musica e intrattenimento si svolgerà la 32esima edizione della “Sagra del Porcino”.

Pierluigi Papi

(anche per credit fotografici)

Casola Valsenio, “Paese delle Erbe e dei Frutti dimenticati”, protagonista in ottobre

La Valle del Senio, nel comprensorio turistico delle Terre di Faenza (in provincia di Ravenna) svela un paesaggio di raro fascino, offrendo al visitatore un mosaico di boschi, vigneti, frutteti e giardini.

Nel paese di Casola Valsenio, che si fregia del titolo di “Paese delle Erbe e dei Frutti Dimenticati“, le antiche tradizioni contadine locali di coltivazione delle piante si esprimono anche nella salvaguardia di alberi da frutto di varietà ormai abbandonate o uscite di produzione. A questi frutti dimenticati Casola Valsenio dedica un doppio originale appuntamento autunnale: la Festa dei Frutti Dimenticati e del Marrone di Casola Valsenio, in programma nei weekend 10-11 e 17-18 ottobre.

Piante spontanee o coltivate negli orti e nei frutteti di casa per il consumo domestico fin dal tardo Medioevo, i frutti dimenticati sono perlopiù caratteristici della stagione autunnale e rappresentavano una preziosa scorta di cibo da conservare con cura per l’inverno. Salvati dall’estinzione e recuperati per la gioia di chi li ha conosciuti e per chi li vede per la prima volta, ecco tanti bei frutti profumati, dai colori caldi e dai nomi spesso originali: giuggiole, pere spadone, corniole, nespole, mele cotogne, corbezzoli, azzeruole, sorbe, pere volpine, uva spina, senza dimenticare noci, nocciole, melagrane e ovviamente i Marroni.

La ripresa d’interesse verso i frutti di un tempo è rivolta anche al recupero di antichi metodi di conservazione, lavorazione e consumo alimentare. Per questo, nel corso della festa si svolge un concorso di marmellate e uno di dolci al Marrone, mentre i ristoranti della zona propongono per tutto l’autunno la “Cucina ai frutti dimenticati”. Si tratta di piatti che utilizzano i prodotti tradizionali del territorio, sia secondo la consuetudine sia in modo moderno, proponendo una cucina gradevole, naturale e dal forte potere evocativo.

Fra le ricette a base di questi frutti ricordiamo: la salsa di rovo e di gelso, le composte di corniole e di cotogne, la torta di mele selvatiche e i dessert con protagoniste le pere volpine, le castagne, l’alkermes, il vino e il formaggio. Un gruppo di frutti dimenticati serve per preparare un antico piatto tipico, il “migliaccio”, che richiede mele cotogne, pere volpine, mele gialle, cioccolato, pane, raffermo grattugiato, canditi, riso e, secondo l’antica ricetta, sangue di maiale in aggiunta.

A Casola Valsenio, infine, i frutti dimenticati si sposano perfettamente con le piante aromatiche del locale Giardino Officinale e danno vita a piatti straordinari come le insalate di sedano, ribes bianco e rosso in agrodolce, o di finocchio selvatico con tarassaco, cerfoglio e salsa di melagrana, ottime se condite con l’olio extravergine Brisighello. Nei menù compaiono i risotti di pere volpine, l’arrosto di arista con castagne e lamponi o il rotolo di vitello alla melagrana, la crostata di marmellata di sorbe, le prugnole ripiene di noci e zabaione, il sorbetto alle corniole.

Sempre il 18 ottobre, spostandosi a pochi chilometri da Casola, a Riolo Terme, prenderà vita la tradizionale Giornata della Salvia e della Saba, nel corso della quale si svolgeranno dimostrazioni sulla produzione e sull’utilizzazione gastronomica della saba (mosto cotto), con degustazioni in tema. Inoltre, uno stand gastronomico propone la divulgazione, la commercializzazione e l’assaggio della salvia.

 

Pierluigi Papi