Da Domani. Balconi fioriti per il Giro d’Italia

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Tempo di primavera, tempo di fiori che sbocciano baciati dal sole e di balconi fioriti. E’ in questo contesto che nasce la nuova proposta del comitato di tappa Alpago Giro d’Italia 2016.

Dal primo aprile al 19 maggio è in programma l’iniziativa intitolata il “Balcone del Giro”. Un altro evento importante in attesa della partenza della tappa del Giro Alpago-Corvara di sabato 21 maggio.

“Il Giro è una corsa, anzi un evento, che passa per le strade e per le piazze, proprio sotto le case delle persone. Si può fare il tifo anche dall’uscio della porta o dalla finestra di casa. Il Giro è un evento di tutti, che entra nelle case di ognuno di noi. Averlo qui sul territorio è qualcosa di eccezionale e rappresenta un’occasione. Con questa iniziativa, che rientra nell’ampio programma di eventi messo a punto per contornare la partenza di tappa del Giro d’Italia, l’obiettivo è di coinvolgere gli abitanti e valorizzare ulteriormente il territorio” spiega Floriano De Pra, presidente del comitato di tappa.

Il balcone fiorito in tema Giro d’Italia diventa quindi un modo simpatico e colorato per preparare al meglio il territorio a ospitare l’evento rosa e salutare il passaggio della corsa. Lo scopo è accogliere e abbracciare l’evento rosa rendendo partecipi gli abitanti. Un’iniziativa dal forte impatto sociale votata a coinvolgere l’interesse, l’attenzione e la voglia di ben figurare di chi vive in queste zone. Prendere parte a questa iniziativa è semplicissimo. E’ sufficiente scatenare la fantasia e allestire e decorare il proprio balcone di casa, nel modo più originale e creativo possibile in tema Giro d’Italia. L’iniziativa riguarda gli abitanti del territorio dell’Alpago, tutti sono invitati a farsi coinvolgere.

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Dopodiché bisogna inviare le foto del balcone alla casella di posta elettronica giroditalia.alpago@gmail.com oppure condividere le foto sulla pagina Facebook ufficiale “Giro d’Italia Alpago 2016”.

Per la foto più bella come riconoscimento ci sarà l’invito per la cena di gala del Giro d’Italia in programma venerdì 20 maggio (invito per 2 persone) e anche un kit giacca + maglia del comitato di tappa Giro d’Italia Alpago 2016.

U.S.

La Sbriseda

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Sabato 2 aprile 2016 in Marmolada avrà luogo La Sbriseda, manifestazione dal gusto “vintage” sulle orme del Tenente austriaco Richard Löschner che nel 1913 effettuò la prima discesa con gli sci norvegesi sulla nord della Regina delle Dolomiti, Patrimonio Naturale Unesco.

L’appuntamento è alle ore 8.30 sul piazzale della Funivia Marmolada #MoveToTheTop a Malga Ciapèla, si sale fino a Punta Rocca per poi scendere con abiti storici, sci di legno e scarponi di cuoio rigorosamente antecedenti il 1989 lungo La Bellunese, la pista più lunga di tutto il Dolomiti Superski, 12 km di pure emozioni per un dislivello di 1823 metri e un panorama mozzafiato, sospesi tra roccia e cielo.

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Alle 10.00 è prevista la visita del Museo Marmolada Grande Guerra 3000 m alla stazione funiviaria di Serauta, mentre alle 11.30 pit-stop all’osteria Rilancio. Seguiranno la pausa pranzo al Rifugio Padon verso le 13.00 con polenta e pastin e alle 15.00 la Vintage Ski Competition, sempre sulla Bellunese, dai 3265 metri di Punta Rocca ai 1450 metri di Malga Ciapela.

Durante la discesa, gli sciatori potranno fermarsi nei vari rifugi che incontrano lungo la pista per spuntini con prodotti tipici. Alla fine della competizione ci sarà un Vintage Après Ski con premiazione presso il rifugio Tabìà.

Il costo di iscrizione è di 30 € e comprende skipass, pranzo e gadget.

 

U.S.

Prima di “Hanjo” di Marcello Panni, opera ispirata a un testo di Mishima

Marcello PanniPrima assoluta della nuova versione di “Hanjo”, opera in un atto di Marcello Panni, ispirata a un lavoro di Yukio Mishima, che a sua volta si era ispirato a un dramma del teatro Nō giapponese, molto conosciuto in Giappone: avrà la direzione d’orchestra di Carlo Boccadoro e la regia di Cesare Scarton e sarà rappresentata mercoledì 6 aprile alle 18.00 all’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1) per la stagione dell’Associazione Roma Sinfonietta.

La prima versione di Hanjo è andata in scena nel 1994 con la regia di Bob Wilson al Maggio Musicale Fiorentino (Teatro alla Pergola) ed è stata ripresa nel 1995 in Francia.

Con  questa nuova versione del 2016, Marcello Panni ha inteso riportare l’opera al carattere sobrio ed essenziale del teatro Nō. Senza cambiare nemmeno una nota alla linea vocale, ha riscritto l’orchestrazione, riducendola ad un piccolo ensemble di soli sei esecutori, collocati sulla scena o a lato dei cantanti. Nella stessa direzione di consonanza con lo spirito originario del teatro giapponese va il semplice ma suggestivo allestimento scenico, con la regia perfettamente calibrata di Cesare Scarton e le eleganti scene disegnate da Isabella Ducrot.

Il testo di Yukio Mishima è imperniato su una donna in attesa  del suo amante scomparso. Questa storia di una giovane geisha che impazzisce nell’attesa del ritorno del suo uomo non può non ricordare agli amanti del melodramma la Madama Butterfly  di Puccini, ben nota anche a Mishima, che però la ha modificata profondamente e attualizzata con l’inserimento di un’equivoca pittrice, protettrice e innamorata della geisha.

I tre interpreti sono il soprano Sabrina Cortese nelle vesti della giovane geisha Hanako, il contralto Martina Belli in quelle di Jitsuko,  pittrice nubile di mezza età, e il basso Antonio Pirozzi in quelle del giovane amante Yoshio.

L’Ensemble Musica d’Oggi è diretto da Carlo Boccadoro, direttore d’orchestra e compositore (nonché scrittore e poeta, pubblicato da Einaudi) tra i più noti ed attivi in campo nazionale e internazionale. Le sue composizioni sono eseguite in Europa, America ed Asia da illustri orchestre quali la Filarmonica della Scala e il Gewandhaus di Lipsia e in sale prestigiose. A Milano ha fondato e dirige Sentieri Selvaggi, un gruppo strumentale che svolge una propria stagione concertistica dedicata alla musica contemporanea.

Una collaborazione tra Roma Sinfonietta, Università Roma 2, Istituto di Cultura Giapponese, Nuova Consonanza e Università Roma 3.

 

Mauro Mariani

 

 

 

La Scolca a Vinitaly

Chiara Soldati, titolare insieme al padre Giorgio Soldati della storica azienda La Scolca, che ha raggiunto quest’anno i  97  anni di vinificazione a Gavi, è lieta di annunciare che la prestigiosa rivista americana “Wine Spectator” attribuisce a La Scolca un importante riconoscimento con l’attribuzione di ben 90 punti a La Scolca D’Antan. Nella nota di degustazione Bruce Sanderson scrive infatti:  “la Scolca D’Antan ha maturato bene con note di vaniglia con sentori di pesca e mela. Presenta armonia ed intensità”. La filosofia di produzione che rispetta il prodotto di origine, il territorio e la cultura di anni di esperienza e tradizione – afferma la Soldati – permettono alla nostra famiglia  di guardare modernamente al futuro con spirito di innovazione, rimanendo però sempre legati al “fil rouge” che accompagna l’azienda di Gavi da quasi 100 anni: il vino interpretato come poesia della terra. È molto importante prendersi cura della nostra produzione in ogni minimo dettaglio”.

La Scolca  ha sempre creduto in  un grande futuro per il Gavi e da anni sperimenta l’arte vinicola in questa piccola porzione di mondo, utilizzando le migliori uve che la zona ha da offrire. Dietro ogni vino è nascosta una straordinaria intelligenza umana che ha creato qualcosa di unico e questa affermazione sembra perfetta per La Scolca D’Antan: un vino speciale che riposa per 10 anni solo in botti d’acciaio.

Senza una piccola quantità di latino “furor” e la passione e senza coraggio – continua Chiara Soldati – è molto difficile raggiungere questi ambiziosi obiettivi ed immaginarne altri  sempre più audaci. Dopo 97 anni, La Scolca continua a guardare al futuro e a nuovi progetti.

Per Chiara Soldati il vino, oltre ad essere tecnica, è anche un elemento di vita e per questo lo racconta così: Il vino è tante cose: tradizione, cultura, passione, amore, sacrificio, condivisione, magia, emozioni, ricordo di momenti legati a una certa persona o a un luogo. Il cugino Mario Soldati, affermava che  il vino condiviso con le persone amate è il vino indimenticabile. Non posso che condividere. Il vino speciale è il vino che non si dimentica.

L’azienda La Scolca sarà presente anche alla prossima edizione del Vinitaly presso il Padiglione 10 PIEMONTE, stand P2. Inoltre, in occasione del cinquantesimo anniversario del Vinitaly e nell’ambito della degustazione organizzata in suo onore dall’Associazione Le Donne del Vino che aprirà gli assaggi dell’edizione 2016, Chiara Soldati sarà tra le 10 Donne del Vino che offriranno le proprie bottiglie del 1967 e di oggi: in questo contesto La Scolca presenterà il Gavi Etichetta Bianca 1967.

Elisabetta Castiglioni

Osservatorio del Vino: i dati definitivi sull’Export 2015 confermano nuovo record di incassi

Il 2015 è stato un anno da record per l’export del vino italiano che vale 5,39 miliardi di euro (+5,4% sul 2014), confermando pienamente le previsioni rilasciate dall’Osservatorio del Vino nei mesi scorsi. I vini spumanti sono i veri protagonisti di questo successo, con un valore di 985 milioni di euro (+17%) e un volume scambiato pari a circa 2,8 milioni di ettolitri (+15%). La voce che comprende il Prosecco guida questa domanda con un incremento del 30% a volume (oltre 1,8 milioni di ettolitri) e del 32% a valore (oltre 660 milioni di euro).

Questi i dati dell’Osservatorio del Vino relativi all’export 2015 del comparto, elaborati su base Istat da Ismea, partner dell’Osservatorio.

“L’Osservatorio del vino, come confermano questi dati definitivi già preannunciati e analizzati nei mesi scorsi, è uno strumento strategico e affidabile – commenta Domenico Zonin, presidente Osservatorio del Vino – su cui poter contare per avere un quadro attendibile del panorama vitivinicolo e pianificare le necessarie azioni da mettere in campo, dal punto di vista aziendale e da quello istituzionale afferente alle politiche del vino con l’obiettivo di avere risposte concrete e tempestive rispetto alle esigenze di un settore complesso in continua evoluzione come questo”.

“Il dato complessivo che più colpisce – conclude Domenico Zonin – è il sempre maggior apprezzamento del nostro vino di qualità da parte del mercato internazionale, che evidenzia come la cultura del vino stia crescendo e, soprattutto, come il lavoro delle nostre aziende in termini di innovazione, sviluppo e ricerca sia ben percepito e stia finalmente portando gli sperati frutti, che auspichiamo ripaghino degli investimenti operati in tal senso durante questi anni”.

“A poco più di settimane dal via della 50ª edizione di Vinitaly, i numeri mostrano un settore vitivinicolo in continua crescita sui mercati esteri, forte di qualità e tipicità territoriali di dop e igp – afferma Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –. Ora l’obiettivo indicato dal premier Renzi è traguardare 7,5 miliardi di euro di export entro il 2020. Bene, quindi, i 300 milioni di euro messi in campo dal Governo con il decreto OCM per la promozione del nostro vino all’estero, ma, alle aziende servono anche strumenti efficaci ed autorevoli come Vinitaly e il nuovo Osservatorio del Vino per sviluppare a livello internazionale il proprio business”.

Vini e mosti nel complesso fanno registrare ottime performances nelle esportazioni 2015. In primis, gli Stati Uniti confermano la fiducia verso il nostro vino, con un incremento in valore del 14% per un corrispettivo che sfiora 1,3 miliardi di euro, e oltre il 7% anche in volume (3,2 milioni di ettolitri). Per il Regno Unito l’export vale 750 milioni di euro (+13,3%) mentre la Germania fa registrare un -6,7% in volume e un -1,5% in valore. Buone notizie anche dall’estremo oriente dove sia in Giappone sia in Cina il vino italiano cresce in valore rispettivamente del 3,4% e del 18%. Per quanto riguarda l’export dei vini spumanti, la domanda è guidata dal Regno Unito con incrementi di 46% in volume e 51% in valore (oltre 270 milioni di euro), ma anche per gli Stati Uniti sono da sottolineare il +25% a volume e il +28% a valore, per corrispettivi di oltre 190 milioni di euro. Bene anche i Paesi Scandinavi con incrementi a due cifre per le bollicine italiane sia in Svezia sia in Norvegia.

L’Import del 2015 tocca 2,8 milioni di ettolitri (+1%) per un corrispettivo di poco superiore a 320 milioni di euro (+7,4%). Le importazioni italiane sono concentrate sullo sfuso che, con 2,4 milioni di ettolitri, fa segnare il +4% su base annua ed una supremazia ormai consolidata della Spagna da cui nel 2015 sono stati importati 1,6 milioni di ettolitri di vino sfuso (+7%).

 

 

Esportazioni complessive italiane di vino e mosto – Principali Paesi clienti

  Ettolitri Migliaia di euro
  2014 2015 Var.% 2014 2015 Var.%
Stati Uniti            2.978.037            3.188.364 7,1%         1.124.312         1.280.334 13,9%
Germania            5.934.136            5.537.462 -6,7%              976.375              961.687 -1,5%
Regno Unito            2.973.648            3.230.706 8,6%              658.409              746.203 13,3%
Svizzera                711.245                693.694 -2,5%              318.895              323.821 1,5%
Canada               684.661               699.152 2,1%             275.893             299.204 8,4%
Giappone                430.333                433.858 0,8%              152.627              157.812 3,4%
Svezia                477.711                462.727 -3,1%              143.951              149.358 3,8%
Danimarca                415.965                404.057 -2,9%              140.975              144.956 2,8%
Francia                856.434                865.064 1,0%              131.841              142.987 8,5%
Belgio                299.483                306.046 2,2%              100.930              107.273 6,3%
Norvegia                257.427                243.995 -5,2%                96.029                95.005 -1,1%
Austria                508.857                454.783 -10,6%                98.013                91.249 -6,9%
Cina                255.367                269.226 5,4%                75.632                89.033 17,7%
Russia                409.987                292.852 -28,6%              102.532                71.272 -30,5%
Australia                  91.579                  96.035 4,9%                37.916                40.612 7,1%
Polonia                171.062                158.999 -7,1%                37.482                37.645 0,4%
Repubblica ceca                297.463                270.953 -8,9%                32.543                33.707 3,6%
Finlandia                  79.117                  76.871 -2,8%                26.764                26.969 0,8%
Brasile                  95.686                  87.802 -8,2%                29.674                26.044 -12,2%
Hong Kong                  30.949                  30.726 -0,7%                25.470                26.015 2,1%
Messico                  90.053                  91.531 1,6%                23.422                25.103 7,2%
Corea del Sud                  49.208                  51.965 5,6%                22.370                24.115 7,8%
Singapore                  22.210                  21.881 -1,5%                15.236                15.092 -0,9%
Altri                  16.486                  16.354 -0,8%                16.486                16.354 -0,8%
Mondo          20.413.257          20.054.640 -1,8%          5.114.328          5.389.808 5,4%

Fonte: Ismea su dati Istat

 

 

 

Principali Paesi clienti italiani di vini spumanti

  Ettolitri Migliaia di euro
  2014 2015 Var.% 2014 2015 Var.%
Regno Unito  606.117   882.852 45,7%  182.120  274.748 50,9%
Stati Uniti  411.566   512.424 24,5%  152.087  194.929 28,2%
Germania  218.168   228.282 4,6%  83.760  86.282 3,0%
Svizzera  106.533   111.168 4,4%  47.590  52.805 11,0%
Belgio  77.230  83.150 7,7%  29.866  32.332 8,3%
Giappone  67.049  63.679 -5,0%  28.399  29.690 4,5%
Russia  136.384  84.729 -37,9%  40.230  26.257 -34,7%
Francia  71.158  86.256 21,2%  20.732  25.594 23,5%
Svezia  53.371  63.828 19,6%  20.894  24.102 15,4%
Canada  38.190  45.766 19,8%  18.248  21.787 19,4%
Austria  67.215  49.854 -25,8%  25.662  19.559 -23,8%
Lettonia  76.180  44.514 -41,6%  31.958  15.802 -50,6%
Paesi Bassi  23.326  22.243 -4,6%  11.988  15.643 30,5%
Norvegia  25.984  30.820 18,6%  10.927  13.468 23,3%
Cina  50.843  44.843 -11,8%  12.214  12.000 -1,8%
Polonia  26.842  32.225 20,1% 7.918  10.150 28,2%
Danimarca  26.345  27.259 3,5% 8.962 9.867 10,1%
Altri  323.089   359.867 11,4%  108.283  119.962 10,8%
Totale  2.405.591  2.773.758 15,3%  841.838  984.975 17,0%

Fonte: Ismea su dati Istat

 

 

Principali Paesi fornitori italiani di vini e mosti

  Ettolitri Migliaia di euro
  2014 2015 Var.% 2014 2015 Var.%
Francia           191.902         181.048 -5,7%     147.305     160.455 8,9%
Spagna        1.809.933      1.846.149 2,0%        69.380        72.520 4,5%
Stati Uniti           473.461         410.949 -13,2%        45.111        41.335 -8,4%
Australia             98.143         162.109 65,2%          9.309        15.427 65,7%
Germania             58.970            70.104 18,9%        10.694        12.730 19,0%
Portogallo             18.280            16.534 -9,6%          6.038          5.748 -4,8%
Austria             13.970            15.932 14,0%          1.781          2.027 13,8%
Slovenia                2.886              8.249 185,8%              838          1.745 108,3%
Ungheria             24.885            17.039 -31,5%          1.703          1.604 -5,8%
Svizzera                   661                 964 45,9%              763          1.302 70,7%
Paesi Bassi                4.705              1.118 -76,2%          1.003          1.137 13,4%
Romania                8.600              7.574 -11,9%          1.078          1.117 3,6%
Nuova Zelanda                1.914              3.751 96,0%              617          1.022 65,8%
Cile                3.156              9.082 187,8%              733          1.009 37,6%
Regno Unito                   653              1.997 205,7%              866              939 8,3%
Altri             41.026            25.183 -38,6%          5.370          4.761 -11,4%
Totale       2.753.147     2.777.782 0,9%     302.590     324.876 7,4%

Fonte: Ismea su dati Istat

 

Marco Barabanti

Il mio grosso grasso matrimonio greco 2

Ha incassato 653,647 euro nella prima settimana nelle sale italiane, posizionandosi tra i primi film scelti dal pubblico, “Il mio grosso grasso matrimonio greco 2”, ideale continuazione del 2016 del film uscito alcuni anni fa e capace di strappare non poche risate intorno a luoghi comuni di greci che si sono più o meno inseriti nella società americana, a patto di rimanere vicini, di sposarsi tra loro, di imparare il greco e di vivere in impossibili case che cercano di imitare, almeno in qualche parte, il Partenone, se non i colori e la bandiera greci. La sceneggiatura di Nia Vardalos, anche interprete, riesce ancora a divertire intorno ad una trama simpatica, per la regia di Kirk Jones. Mentre Toula Portokalos, che si porta dietro il peccato di avere sposato un uomo non greco e di avere avuto solo una figlia femmina, e il marito Ian Miller sono presi dalla trepidazione della scelta del college da parte della figlia Paris, si scopre che i genitori di Toula, legati in matrimonio da 50 anni, in realtà non sono sposati affatto. Il prete non aveva firmato l’atto di matrimonio e, dunque, bisogna sposarsi davvero.

Di fronte a questa evenienza, tanti valori familiari sembrano sgretolarsi. Che senso ha sposarsi dopo mezzo secolo di vita insieme, ristorante da mandare avanti, figli e nipoti? Adesso Maria rimette in discussione tutto quanto ha sempre insegnato alle figlie e le gag diventano a tratti davvero spassose. I figli maschi sono allibiti, Toula e Ian capiscono che devono imparare a vivere senza essere genitori a tempo pieno e soprattutto Toula, di certo non bellissima e invischiata negli ingranaggi dell’enorme e impicciona famiglia dal gusto prettamente latino, capisce che non ha senso per se stessa, ora che non deve più fare solo la madre.

La saggia zia suggerisce di ritrovare una dimensione di donna e moglie, di dedicarsi ad altro che a pensare a seguire la figlia passo passo in ogni attività; ricorda, la brava zia, che si deve mantenere la propria dignità e la propria personalità malgrado tutto. In gioco ci sono la famiglia tradizionale, la dedizione al prossimo, la famiglia stessa assolutamente impossibile, ma anche la solitudine familiare di Ian, figlio di una coppia americana classica, sopra le righe, non chiassosa, ma neanche così spontanea.

Maria corre alla ricerca di una wedding planner che, davanti alle scelte pazzesche di un limousine rosa, di una torta orrenda, di un abito di nozze improponibile, lascia. E allora ecco che la famiglia si attiva: arriva persino il fratello di Kostas dalla Grecia e sulle note del “Tutto è bene quel che finisce bene”, anche le vicine di casa intriganti e perfide si addolciscono e prendono parte al vortice di emozioni che solo una grande famiglia può dare. In gioco c’è l’amore di coppia, l’adeguamento alle novità quando si scopre che il proprio figlio, greco, è omosessuale. Che senza la grecitudine si può vivere lo stesso e che la famiglia si appiccica addosso come pece, ma non la si vuole lavare via del tutto. I parenti non sembrano troppo serpenti, stavolta, e come al solito intorno ad un lauto banchetto tutti si diventa più buoni, più ilari, più veri. Kostas risposa Maria perché i due si amano e, quindi, tutto diventa vero intorno alla veridicità delle persone, chiunque siano e comunque siano. Maria e Kostas hanno comunque una vita da raccontare e questa, in fondo, è la parte più bella del film. Carino.

 

Alessia Biasiolo

 

 

 

La Pizolada delle Dolomiti

I010881-PizoladaChi ama lo scialpinismo non può perdere la 40° Pizolada delle Dolomiti: storica manifestazione con sci e pelli di foca in programma domenica 3 aprile 2016 sulle bellissime cime dolomitiche del Passo San Pellegrino, in Val di Fassa. Per gli atleti agonisti la Pizolada delle Dolomiti propone una gara avvincente, ricca di passaggi tecnici e panorami mozzafiato, che dalla stazione a valle della funivia Col Margherita porta fino a Cima Bocche (2745 m) salendo per la ripida e spettacolare cresta sud/ovest, punto più alto del percorso e ambito Gran Premio della Montagna per cui gli organizzatori hanno previsto anche un premio speciale: il primo concorrente M e F del percorso agonistico che transiterà a Cima Bocche riceverà infatti un Kit Roto Ski Alp messo a disposizione da Yes Skiwax.

Gli sportivi appassionati della montagna e dello scialpinismo, invece, hanno la possibilità di percorrere un affascinante itinerario escursionistico in compagnia delle Guide Alpine, dalla Malga Negritella (in località Alochet, dove dalle ore 6.30 alle 8.15 di domenica mattina sarà attivo un servizio di ufficio gara dedicato) avventurandosi dentro il bosco fino a raggiungere la località Ciamp de Ors e poi, in ambiente maestoso, la Forcella di Bocche e in vetta alla omonima cima attraverso la ripida cresta sud/ovest, per poi rientrare alla stazione a valle della funivia del Col Margherita.

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La quota d’iscrizione, pari a € 40,00 entro venerdì 1 aprile 2016, comprende il pacco gara con gilet tecnico antivento Mello’s completamente Made in Italy, realizzato in tessuto Soft Shell garzato per garantire massima protezione dal vento e termicità. Due comode tasche laterali ed una a petto e inserti rifrangenti per garantire visibilità nell’utilizzo con scarsa luminosità rendono la giacca un capo utilizzabile tutto l’anno e per più discipline sportive.

U.S.
 

 

Per la prima volta a Roma Andrei Ionita, violoncellista vincitore del Concorso Čajkovskij

Andrei Ionita (c) Sebastian Rosenberg ridotta

 

Andrei Ionita è nato a Bucarest nel 1994, quindi  aveva solo ventuno anni quando nel 2015 ha vinto il Concorso Internazionale Čajkovskij di Mosca, sezione violoncello. Già si era aggiudicato altri premi internazionali e aveva collaborato con illustri musicisti molto più anziani di lui, come Valeri Gergiev, Gidon Kremer e Christian Tetzlaff. In questa stagione debutterà con grandi orchestre come la Filarmonica di San Pietroburgo, la Deutsches Symphonie-Orchester di Berlino e la Filarmonica “George Enescu” di Bucarest. Inoltre suonerà a Londra, Monaco di Baviera e al festival di Baden Baden. Suona un violoncello di Giovanni Battista Rogeri del 1671, messo a sua disposizone da una fondazione tedesca.

Sabato 2 aprile alle 17.30 farà il suo debutto romano all’Aula Magna della Sapienza (piazzale Aldo Moro 5) per la stagione della IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti. Con lui suonerà la pianista giapponese Naoko Sonoda, che svolge una brillante carriera solistica ed è particolarmente apprezzata come accompagnatrice, vincendo in questa veste importanti concorsi in Germania, Polonia e Russia.

Ben sei sono gli autori in programma, che daranno un panorama completo delle possibilità di questa nuovissima star del concertismo internazionale. Dopo la Sonata in re maggiore di Pietro Antonio Locatelli, uno degli ultimi grandi esponenti del periodo barocco, Andrei Ionita passerà a uno degli ultimi grandi romantici col Pezzo Capriccioso in si minore di Piötr Ilic Čajkovskij.

Seguono due dei massimi capolavori del repertorio violoncellistico. Prima la Sonata n. 1 in re minore di Claude Debussy del 1915, che fa parte di un gruppo di tre Sonate per strumenti diversi ed è una delle ultime opere del compositore francese. E dopo la Sonata in fa maggiore n. 2 op. 99 di Johannes Brahms, superba opera della piena maturità, che ha il suo fulcro nell’Adagio affettuoso, un momento di grandissima intensità, che rivela il grande feeling del compositore amburghese per questo strumento. In conclusione le Variazioni sul “Mosé”, per le quali Nicolò Paganini si ispirò al sublime finale del Mosè di Rossini: ovviamente Paganini le aveva scritte per violino, ma il violoncello si adatta ancora meglio a una melodia pensata orignariamente per una voce di basso.

 

Mauro Mariani

Qatar 2022: la denuncia di Amnesty International

In un nuovo rapporto diffuso oggi, 31 marzo, Amnesty International ha denunciato che lo stadio internazionale Khalifa, dove si svolgerà una delle semifinali dei Mondiali di calcio del 2022 in Qatar, viene costruito grazie allo sfruttamento dei lavoratori migranti, sottoposti a sistematici abusi che in alcuni casi corrispondono a lavori forzati. Il rapporto, intitolato “Il lato oscuro del gioco più bello del mondo: lo sfruttamento del lavoro migrante per costruire un impianto dei Mondiali di calcio del 2022 in Qatar”, condanna la scioccante indifferenza della Federazione internazionale delle associazioni calcistiche (Fifa) nei confronti del trattamento dei migranti, il cui numero – per quanto riguarda solo gli impianti sportivi dei Mondiali del 2022 – è destinato a salire fino a 36.000 nei prossimi due anni. “Lo sfruttamento del lavoro migrante è una macchia sulla coscienza del calcio mondiale. Per giocatori e tifosi, uno stadio dei Mondiali è un luogo da sogno. Per alcuni dei lavoratori che hanno parlato con noi, è come vivere dentro a un incubo” – ha dichiarato Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International. “Nonostante cinque anni di promesse, la Fifa non ha fatto quasi nulla per far sì che i Mondiali di calcio del 2022 non venissero costruiti grazie allo sfruttamento del lavoro migrante” – ha aggiunto Shetty. Il rapporto di Amnesty International si basa su interviste a 132 migranti impegnati nella ristrutturazione dello stadio Khalifa, che dovrebbe essere il primo pronto per lo svolgimento dei Mondiali del 2022 e che è destinato a ospitare una delle due semifinali. Altri 99 migranti intervistati erano impegnati nella manutenzione degli spazi verdi intorno al complesso sportivo Aspire dove quest’inverno Bayern di Monaco, Everton e Paris Saint-Germain sono venuti ad allenarsi. Ogni singola persona, giardiniere o manovale, che ha parlato con Amnesty International ha riferito di una o più forme di sfruttamento, tra cui: – alloggi squallidi e sovraffollati; – il versamento di ingenti somme di denaro (da 500 a 4300 dollari) ai reclutatori in patria per trovare un lavoro in Qatar; – l’inganno subito rispetto al tipo di lavoro o al salario previsto (con l’eccezione di sei lavoratori, tutti gli intervistati hanno denunciato salari più bassi di quanto promesso, talvolta della metà); – la mancanza di salario per diversi mesi, con ripercussioni economiche e psicologiche su lavoratori obbligati a saldare pesanti debiti in patria); – mancato rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno, col rischio di essere arrestati ed espulsi in quanto lavoratori “clandestini”; – confisca del passaporto ad opera del datore di lavoro e mancato rilascio del permesso di espatrio; – minacce dopo aver protestato per le condizioni di lavoro. Amnesty International ha scoperto che lo staff di una delle agenzie di reclutamento ha minacciato rappresaglie nei confronti dei lavoratori migranti, come il blocco dei salario, la denuncia alla polizia e il rifiuto di consentire di lasciare il Qatar. Secondo il diritto internazionale, queste condizioni equivalgono a lavoro forzato. I lavoratori, nella maggior parte dei casi provenienti da Bangladesh, India e Nepal, hanno inizialmente incontrato Amnesty International tra febbraio e maggio 2015. Quando i ricercatori dell’organizzazione per i diritti umani sono tornati in Qatar, nel febbraio di quest’anno, alcuni lavoratori erano stati trasferiti in alloggi migliori ed erano tornati in possesso dei passaporti, come richiesto da Amnesty International, ma altre forme di sfruttamento non erano cessate. “Indebitati, costretti a vivere in squallidi campi in mezzo al deserto, sottopagati: il destino dei lavoratori migranti contrasta profondamente con quello delle star del calcio che giocheranno nello stadio Khalifa. Tutto ciò che i lavoratori migranti vogliono si chiama diritti umani: essere pagati in tempo, lasciare il paese se ne hanno bisogno, essere trattati con dignità e rispetto” – ha sottolineato Shetty. Il sistema dello sponsor in vigore in Qatar (detto kafala), in base al quale il lavoratore migrante non può cambiare lavoro o lasciare il paese senza il permesso del datore di lavoro, è al centro dello sfruttamento del lavoro migrante. La tanto pubblicizzata riforma di questo sistema, annunciata alla fine del 2015, modificherà ben poco la dinamica dei rapporti tra lavoratori migranti e loro datori di lavoro. Alcuni lavoratori migranti del Nepal hanno raccontato ad Amnesty International che è stato loro perfino impedito di tornare in patria dopo il devastante terremoto dell’aprile 2015 che provocò migliaia di morti e milioni di sfollati. Nabeel (il nome è stato cambiato per ragioni di sicurezza), un lavoratore migrante dell’India impegnato nella ristrutturazione dello stadio Khalifa, ha raccontato di essere stato minacciato quando ha protestato per non aver ricevuto da parecchi mesi il salario: “Il datore di lavoro mi ha urlato insulti e ha minacciato che se avessi protestato di nuovo non avrei mai più potuto lasciare il paese. Da allora sto molto attento a non protestare per il salario o altre questioni. Ovviamente, se potessi cambierei lavoro o andrei via dal Qatar”. Questa è invece la testimonianza di Deepak (il nome è stato cambiato per ragioni di sicurezza), proveniente dal Nepal: “La mia vita qui è una prigione. Il lavoro è duro, lavoriamo per molte ore sotto il sole cocente. La prima volta che mi sono lamentato, poco dopo essere arrivato in Qatar, il direttore dei lavori mi ha detto che potevo anche protestare ma poi ci sarebbero state conseguenze. Se vuoi rimanere in Qatar, devi stare zitto e lavorare”. Nel 2014 il comitato organizzatore dei Mondiali del 2022, che è anche responsabile della costruzione degli stadi, aveva pubblicato le “Linee guida per il benessere dei lavoratori”. Queste direttive chiedono alle imprese che seguono i progetti relativi agli impianti e alle strutture dei campionati di calcio di applicare ai lavoratori standard persino più elevati rispetto a quelli previsti dalle leggi del Qatar. “Il comitato organizzatore si è mostrato sensibile verso i diritti dei lavoratori e i suoi standard vanno in quella direzione. Ma applicarli è molto complicato. In un contesto in cui il governo del Qatar si mostra apatico e la Fifa indifferente, sarà quasi impossibile organizzare i Mondiali del 2022 senza lo sfruttamento del lavoro migrante” – ha commentato Shetty. Amnesty International ha chiesto ai principali sponsor dei Mondiali del 2022, tra cui Adidas, Coca-Cola e McDonald’s di fare pressioni sulla Fifa affinché si occupi dello sfruttamento del lavoro migrante nella ricostruzione dello stadio Khalifa e mostri cosa ha intenzione di fare per impedire tale sfruttamento negli altri progetti relativi ai campionati di calcio. La Fifa dovrebbe spingere il Qatar ad approntare un piano complessivo di riforme prima che, dalla metà del 2017, la fase di costruzione degli impianti sportivi entri davvero nel vivo. I passi essenziali dovrebbero essere: annullare il potere del datore di lavoro di impedire ai lavoratori di cambiare impiego o lasciare il paese, indagare in modo adeguato sulle condizioni dei lavoratori e rafforzare le sanzioni nei confronti delle imprese responsabili dello sfruttamento. La Fifa, a sua volta, dovrebbe svolgere ispezioni regolari e indipendenti sulle condizioni di lavoro in Qatar e renderne pubblici i risultati. “L’assegnazione dei Mondiali 2022 ha contribuito a promuovere l’immagine del Qatar come una destinazione di élite per alcune delle principali squadre di calcio. Ma il mondo del calcio non può chiudere gli occhi di fronte allo sfruttamento dei lavoro migrante nelle strutture e negli stadi dove si gioca a pallone. Se la nuova dirigenza della Fifa intende seriamente girare pagina, non potrà permettere che il suo principale evento globale si svolga in stadi costruiti con lo sfruttamento del lavoro migrante” – ha aggiunto Shetty. Lo stadio Khalifa fa parte del complesso sportivo Aspire, al cui interno si trovano i campi di allenamento Aspire Academy e la struttura sanitaria Aspetar, gli uni e l’altra utilizzati da alcune delle più importanti squadre di calcio al mondo. “Alcuni dei più grandi campioni si saranno già allenati su terreni realizzati e mantenuti grazie allo sfruttamento del lavoro migrante. Presto, potrebbero giocare in stadi costruiti allo stesso modo. Ora è il momento che i leader del mondo calcistico, se non vorranno sentirsi complici di tutto questo, prendano la parola: che si tratti di squadre come il Bayern di Monaco e il PSG o dei grandi sponsor come Adidas e Coca-Cola” – ha concluso Shetty.

Amnesty International Italia

Chiudono gli impianti sciistici

Manca pochissimo alla chiusura degli impianti di risalita nella ski area Alpe Lusia/San Pellegrino che negli ultimi mesi, grazie alle abbondanti nevicate, ha attirato un numero sempre più crescente di sciatori e turisti provenienti da tutto il mondo.

Domenica 3 aprile sarà l’ultima giornata in cui si potrà godere delle bellissime piste che si snodano per oltre 100 km tra Falcade, Passo San Pellegrino e Moena-Alpe Lusia. Una straordinaria atmosfera di festa pervaderà l’intero comprensorio sciistico e diverse iniziative animeranno anche i rifugi a bordo pista. Per tutto il giorno si potrà salire e scendere gratuitamente con la telecabina dell’Alpe Lusia fino allo Chalet Valbona, dove a partire dalle ore 11.00 ci sarà musica dj set sulla grande terrazza panoramica e dalle ore 17.00 ricco buffet e ampia selezione di cocktails per uno speciale happy hour serale offerto dallo stesso Chalet Valbona.

Al Passo San Pellegrino, invece, la funivia Col Margherita aprirà alle ore 7.30 per consentire ai veri appassionati dello sci di lasciare le proprie “impronte” sulle piste perfettamente battute fin dalle prime luci del mattino, quando l’aria è ancora frizzante e la neve immacolata.

Sempre domenica 3 aprile, dalle ore 11.00 alla Baita Paradiso, facilmente raggiungibile anche dai pedoni con la seggiovia Costabella, musica dal vivo MAJAZZTIC e gustoso brunch in terrazza con piatto unico a base di polenta, formaggio e cosciotto, Trentodoc PEDROTTI BRUT, birra KULMBACHER PILS e pizza a volontà; mentre alle ore 15.00 presso l’hotel Arnika si terrà il finissage della Prima Biennale d’Arte sulle Dolomiti con il noto critico d’arte prof. Giorgio Grasso e gli oltre 100 artisti che per un mese hanno esposto le loro opere negli hotel e sulla neve del Passo San Pellegrino.

All’Alpe Lusia/San Pellegrino sarà un weekend molto intenso anche dal punto di vista agonistico. Il Passo San Pellegrino ospiterà infatti la Finale Nazionale del Trofeo delle Società con oltre 300 partecipanti pronti a sfidarsi sulla pista Le Coste, e la 40° Pizolada delle Dolomiti, spettacolare gara di scialpinismo in programma proprio domenica 3 aprile con partenza dal piazzale della funivia Col Margherita, con l’opportunità, per gli sportivi non agonisti, di percorrere un affascinante itinerario escursionistico in compagnia delle Guide Alpine.

 

U.S.