Protagonista il flauto con Roma Sinfonietta

I flauti sono i grandi protagonisti del concerto di mercoledì 2 marzo 2022 alle 18.00 per la stagione di Roma Sinfonietta all’Auditorium “E. Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1). Non il flauto ma i flauti, perché sono tanti I tipi di flauti e saranno tanti i flautisti che li suoneranno in questo concerto veramente unico. Marco Felicioni suonerà i flauti etnici, Laura Pontecorvo il flauto barocco, Andrea Oiva il flauto classico, Roberto Fabbriciani il flauto contemporaneo. In più “I Flauti di Toscanini”, un’orchestra formata interamente da flauti, diretta da Paolo Totti. In concomitanza sarà visitabile una mostra sull’evoluzione del flauto dalla musica etnica ad oggi a cura di Marco Felicioni.

I Flauti di Toscanini

Tutti pensiamo di conoscere questo strumento, invece ci sono moltissime cose da scoprire: tipi di flauto antichissimi e nuovi e musiche per flauto di epoche e paesi lontani.

Il flauto è ritenuto il più antico strumento melodico ideato dall’uomo, come conferma la recente scoperta in Slovenia di un flauto di circa 55.000 anni fa, risalente all’epoca dell’uomo di Neanderthal. Pur senza tornare così indietro nei millenni, i flauti etnici suonati da Marco Felicioni spingono le loro radici molto lontano nel tempo: si ascolteranno musiche etniche del nord e sud America, dell’Estremo Oriente, dell’Africa, dell’Oceania. L’Europa sarà presente con due danze rumene trascritte da Bartok e con alcune antiche melodie celtiche.

Poi ai flauti etnici di Felicioni si uniranno “I Flauti di Toscanini” diretti da Paolo Totti, che poi suoneranno anche un delizioso brano del Settecento, il primo movimento del Concerto per due flauti e orchestra di Cimarosa, con Marco Felicioni e Andrea Oliva come solisti

Si proseguirà con Laura Pontecorvo, che suonerà col flauto traverso barocco musiche del Settecento francese, italiano e tedesco (Hotteterre, Locatelli, C. Ph. E. Bach e Telemann) accompagnata dal clavicembalista Guido Morini.

Andrea Oliva si rivolgerà al periodo classico e romantico, dalla fine del Settecento agli inizi del Novecento, con musiche di Mozart, Donizetti, Chopin, Gaubert e Borne, accompagnato al pianoforte da Akané Makita.

Infine Roberto Fabbriciani percorrerà la storia degli ultimi cento anni del flauto, partendo da Syrinx di Debussy, passando per Jolivet, Maderna, Petrassi e Donatoni e arrivando fino ai nostri giorni con Più di un sogno del 2017 di Robert Platz. Suonerà vari tipi di flauto, tra cui il flauto contrabbasso, che si può ascoltare molto raramente, anche a causa della difficoltà di suonare un flauto di tali dimensioni.

“I Flauti di Toscanini”, fondati e diretti da Paolo Totti, hanno all’attivo oltre duecentocinquanta concerti in tutta Italia e anche in Europa e fuori d’Europa. Sono la prima orchestra italiana stabile ad essere formata esclusivamente da flauti, dall’acutissimo ottavino al profondo flauto contrabbasso.

Biglietti: intero € 12,00. Ridotto docenti, personale amministrativo e tecnico dell’Università € 8,00. Ridotto studenti € 5,00.

Info: www.romasinfonietta.it

Mauro Mariani (anche per la fotografia)

‘Quel soffio di primavera in sala ragazzi’: a marzo narrazioni, letture animate e laboratori creativi

Un mese di marzo ricco di appuntamenti per bambini e ragazzi alla biblioteca comunale Giorgio Bassani di via Grosoli 42 (zona Barco, Ferrara) per aspettare l’arrivo della primavera con narrazioni e laboratori creativi.

Mercoledì 2, 9 e 23 marzo 2022 alle 16,45, tre appuntamenti per condividere la magia della lettura ad alta voce, tra fiabe, filastrocche e libri illustrati per tutta la famiglia. Mercoledì 30 marzo alle 16,45, invece, appuntamento speciale dedicato alle letture a bassa voce con “Le isole dei lettori custodi”: le lettrici volontarie dell’associazione Circi-Cerchio di libri proporranno a bimbi e genitori “storie libere per cuori intelligenti”.

In calendario anche due laboratori creativi per tutta la famiglia, ispirati alla maestosità degli alberi. Mercoledì 9 marzo alle 16,45, al termine dell”Ora del racconto’, bambini e famiglie daranno vita a colorati paesaggi primaverili con materiali bizzarri e divertenti che ognuno può trovare in casa. Mentre sabato 26 marzo alle 10 i bambini creeranno maschere arboree con l’aiuto della ceramista Stefania Stocchi e faranno parlare le proprie creazioni. 

Gli incontri sono a partecipazione gratuita, con prenotazione da effettuare telefonando al numero 0532 797414 o scrivendo a: info.bassani@comune.fe.it. La partecipazione è consentita con Green pass ‘rafforzato’ (per i maggiori di 12 anni) e mascherina.

PROGRAMMA:

– MERCOLEDI 2 MARZO 2022 ORE 16.45

L’ORA DEL RACCONTO Condividiamo assieme la magia della lettura ad alta voce: fiabe antiche, filastrocche, ninne nanne, conte e libri illustrati per tutta la famiglia. Dai 3 agli 8 anni

– MERCOLEDI 9 MARZO 2022 ORE 16.45

L’ORA DEL RACCONTO Condividiamo assieme la magia della lettura ad alta voce: fiabe antiche, filastrocche, ninne nanne, conte e libri illustrati per tutta la famiglia.
A seguire: LABORATORIO “L’INVENZIONE DEGLI ALBERI: crea il tuo paesaggio di primavera con materiali bizzarri e divertenti”. Dai 4 agli 8 anni

MERCOLEDI 23 MARZO 2022 ORE 16.45

L’ORA DEL RACCONTO “Che suono ha la primavera?” a cura delle lettrici volontarie di Circi-Cerchio di libri. Condividiamo assieme la magia della lettura ad alta voce. Dai 3 agli 8 anni

– SABATO 26 MARZO 2022 ORE 10.00

LABORATORIO “DIVENTA L’ALBERO: crea la tua maschera e dai voce al tuo albero” a cura della ceramista Stefania Stocchi. Dai 5 anni ai 10 anni

MERCOLEDI 30 MARZO 2022 ORE 16.45

LE ISOLE DEI LETTORI CUSTODI – lettura a bassa voce guidata per genitori e bambini
col supporto di CIRCI-Cerchio di libri, da un’idea della Libreria Radice Labirinto. Dai 3 agli 8 anni

Alessandro Zangara

Storie Sguardi Icone

Esce in libreria, per Effigi Editore, una nuova collana di studi per la valorizzazione dei patrimoni fotografici, custoditi presso la fondazione AAMOD e non solo. Accanto alla storica e periodica pubblicazione degli Annali dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, si aggiunge dunque “Storia Sguardi Icone“, una serie di volumi che ha tra gli obiettivi quello di approfondire la ricerca nel campo degli studi storici, sociali, antropologici anche attraverso l’uso delle fonti fotografiche, oltreché filmiche.

L’intento è infatti quello di realizzare cataloghi ragionati di fondi di immagini fisse, conservate in un istituto, pubblico o privato che sia, contestualizzando le occasioni di realizzazione, di aggregazione e uso, la provenienza, le finalità di autori e committenti, proponendo al tempo stesso connessioni con altra documentazione, con fonti correlate di altre tipologie, nonché attraverso percorsi utili ai fini della formazione e della didattica. Ogni catalogo propone infatti “percorsi espositivi” veri e propri, con preziosi contributi critici, che precedono le fotografie, offrendo vari spunti di ricerca anche inediti, ai fini di un utilizzo laboratoriale da parte di insegnanti e studenti.

Un apparato iniziale di contributi critici, con preziosi interventi da parte di studiosi di aree disciplinari differenti, consentirà di inquadrare al meglio le sezioni di immagini organizzate per temi, sorta di percorsi espositivi, precedute da una breve presentazione. I volumi avranno la veste di veri e propri cataloghi, utili per guidare idealmente i “visitatori” all’interno di una possibile mostra, con una cura e passione particolare dal punto di vista grafico e della restituzione delle fotografie riprodotte, qualità che la casa editrice Effigi persegue da sempre.

Il primo volume della collana, a cura di Letizia Cortini, Elisabetta Frascaroli e Anna Storchi, è dedicato al Fondo Roberto Matarazzo. Frutto di un lungo e accurato lavoro, svolto grazie a una proficua sinergia tra istituzioni (Fondazione AAMOD, l’Associazione Modena per gli altri e il Centro di documentazione memorie coloniali) e singole persone, la realizzazione di questo catalogo ha visto un impegno specifico nel recupero delle fotografie realizzate dal fotografo amatoriale Roberto Matarazzo, radiotelegrafista in Africa, durante la conquista fascista dell’Etiopia, negli anni 1936-1937. L’ampia selezione e pubblicazione, per argomenti, di queste fonti potrà contribuire ad approfondire l’indagine storica su un periodo e su memorie ancora in gran parte rimosse, nascoste soprattutto nei cassetti delle famiglie italiane. L’intero fondo fotografico “Roberto Matarazzo”, costituito da oltre 600 immagini, soprattutto negativi, è stato depositato dal figlio Elio Matarazzo presso la fondazione AAMOD ed è consultabile al sito www.aamod.it e sul sito del progetto Returning and Sharing Memorieswww.memoriecoloniali.org (sezione Fondi documentali).

Etiopia. Conquista e conoscenza. Rappresentazione per immagini di Roberto Matarazzo (1936-1937)Aamod ed Effigi Editore, 2022, pp. 196 Euro 20,00

Elisabetta Castiglioni

Corso di fotografia “A caccia di fiori”: quattro lezioni in biblioteca e nel sottomura a Ferrara

Un corso di fotografia intitolato “A caccia di fiori nella campagna del sottomura” quello organizzato dalla Biblioteca Bassani (via Grosoli 42, Barco di Ferrara) e al via da sabato 12 marzo 2022 per quattro appuntamenti (due lezioni teoriche nelle mattine di sabato 12 e sabato 26 marzo, un’uscita pratica il pomeriggio di sabato 2 aprile e discussione sul lavoro la sera di venerdì 8 aprile). Il corso è gratuito. Per informazioni e iscrizioni: Biblioteca comunale Giorgio Bassani, tel. 0532 797418 o 797414, email info.bassani@comune.fe.it.

La biblioteca Bassani inaugura la primavera con un laboratorio di fotografia rivolto a giovani e adulti di ogni età che usano strumenti fotografici (smartphone, macchine compatte, bridge, mirrorless o reflex) e desiderano trovare nuovi spunti e idee per migliorare il proprio stile. Agli iscritti sarà proposto un approccio teorico e pratico alla macrofotografia, incentrato sulla fotografia di fiori, con un’uscita pratica in comune nei prati del sottomura di Ferrara a caccia di germogli, corolle o insetti nel loro ambiente naturale.
Le date del corso:

SABATO 12 MARZO ORE 10-12 – Lezione teorica

SABATO 26 MARZO ORE 10-12 – Lezione teorica

SABATO 2 APRILE POMERIGGIO – Uscita fotografica tra le mura e il parco urbano

GIOVEDI’ 7 APRILE ORE 21-23 – Discussione del lavoro fotografico

Il laboratorio sarà condotto da Andrea Guerzoni con la collaborazione dell’associazione Music Road. Andrea Guerzoni è appassionato di musica e fotografia, le sue doti di fotografo si sviluppano attorno a questi due mondi coniugandoli negli scatti che immortalano meravigliosamente i musicisti che partecipano ai festival musicali di mezza Italia. Andrea pensa che la macchina fotografica vada sempre usata, per mantenere alto il livello qualitativo e per questo nel tempo libero, tra un concerto e l’altro si è appassionato all’uso della macchina in giardino e nelle splendide campagne del Bondenese, dove le distese agresti e le rive del Grande Fiume gli offrono quotidianamente meravigliosi spunti per sperimentare ottiche e scatti particolari.

Alessandro Zangara

Invasione dell’Ucraina. Verona si attiva

Di ora in ora cambia l’agenda istituzionale scaligera. Il dramma che sta vivendo il popolo ucraino colpisce al cuore anche Verona e la città si unisce per la pace, preparandosi anche a rispondere all’emergenza umanitaria.

Il sindaco Federico Sboarina, accompagnato dal vicesindaco Luca Zanotto, dall’assessore Nicolò Zavarise e dal consigliere delegato alla Famiglia Anna Leso, ha incontrato il Vescovo, monsignor Giuseppe Zenti e il direttore della Caritas veronese monsignor Gino Zampieri. Un appuntamento, quello nel palazzo del Vescovado, chiesto con urgenza per condividere un percorso in grado di supportare i cittadini ucraini, sia quelli che vivono a Verona che quanti potrebbero arrivare dal confine. Ma anche per unire la comunità laica e quella ecclesiale in una preghiera per la pace. L’Amministrazione comunale ha dato la propria disponibilità a reperire fin da ora spazi per l’accoglienza di eventuali profughi, assieme alla Caritas diocesana che gode di contatti diretti con la Caritas nazionale e quella dell’Ucraina. E a mettere a disposizione una mediatrice culturale per i bisogni di chi scappa dalla guerra, ma anche gli ucraini che vivono a Verona che sono 651, principalmente donne. “Faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità – ha detto Sboarina -. Se sarà necessario metteremo insieme le forze per rispondere all’emergenza umanitaria. La situazione drammatica vissuta in queste ore dal popolo ucraino è sotto gli occhi di tutti, vogliamo per questo condividere un percorso di pace assieme all’istituzione ecclesiastica. Come fatto durante la pandemia ci affidiamo alla preghiera e anche al lavoro di squadra. Prepariamoci fin da ora ad aiutare i profughi che dovessero arrivare a Verona non solo attraverso i canali umanitari, ma anche da soli, in macchina. Garantiremo spazi per l’accoglienza e l’ausilio di mediatori culturali. Fino a pochi giorni fa le diplomazie erano al lavoro, deve riprendere la ricerca del dialogo per fermare la follia della guerra che ha già fatto vittime innocenti. Quello che sta succedendo alle porte di casa nostra avrà conseguenze dirette molto complicate anche per la nostra comunità, già messa in ginocchio dall’emergenza economica e dai rincari. Questa è una guerra che nessuno vuole e può permettersi, siamo vicini anche alla preoccupazione delle tante donne ucraine che sono a Verona per il lavoro e che adesso hanno mariti e figli in pericolo”. “Le diplomazie hanno sottovalutato quanto stava succedendo – ha detto monsignor Zenti -. Il mondo è un villaggio, se si incendia una capanna tutte le altre sono a rischio. Imperdonabile che un capo di Stato accenda la miccia. Una decisione catastrofica e irrazionale a discapito di tutti, russi compresi. Speriamo riprendano presto le vie della diplomazia, la guerra è sempre iniqua”. “Pronti a sostenere il popolo ucraino che sta soffrendo per la guerra – hanno sottolineato il vicesindaco Zanotto e l’assessore Zavarise -. Di fronte ai carri armati, ai bombardamenti, alle immagini e alle notizie che stanno arrivando in queste ore dall’Ucraina non si può che esprimere un forte sentimento di condanna. Chi è attaccato va aiutato e ci auguriamo che la diplomazia si attivi per fermare il prima possibile la guerra. Come città abbiamo il dovere di metterci a disposizione sin da subito del popolo ucraino, siamo pronti a dare il massimo a sostegno a chi  oggi  sta soffrendo”. “A Verona abbiamo 651 residenti provenienti dall’Ucraina, se allarghiamo alla provincia diventano 1.672, l’80 per cento sono donne che hanno lasciato casa e famiglia per trovare un lavoro – ha aggiunto Leso -. Sono tutte molto preoccupate, anche pensando alle sorti dei loro familiari. Per questo ci stiamo attivando per mettere a disposizione una mediatrice culturale che possa sostenerle in questo momento drammatico”.

Roberto Bolis (anche per la fotografia)

Ogni albero si riconosce dal suo frutto

VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – LUCA 6,39-45
In quel tempo, 39. Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: “Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Nel Vangelo di questa domenica siamo chiamati a riflettere sulla coerenza che il Signore chiede a noi, suoi discepoli. Egli ci mette in guardia circa i falsi maestri che anche oggi si ergono ad insegnare dall’alto di presunte ideologie innovative e deliranti. Ci insegna a fare autocritica, a prendere consapevolezza del nostro niente, della debolezza delle nostre azioni, dell’incapacità a compiere il bene che vorremmo fare. L’atteggiamento di condanna verso il prossimo è un male da estirpare con forza e con coraggio perché ci allontana dall’amore verso il Padre che ci considera tutti figli suoi e ci distanzia dai fratelli, che non siamo autorizzati a giudicare. “Può forse un cieco guidare un altro cieco?”: secondo l’evangelista Luca, il cieco che pretende di insegnare ad un altro è il cristiano che condanna il fratello, lo giudica e non perdona. Chi non ha sperimentato la debolezza e il perdono successivo alla caduta, non riesce a capire la situazione degli altri. Chi si sente giusto impone pesanti fardelli al prossimo, secondo una giustizia umana rigida e asfissiante. Quando pretendiamo di giudicare il mondo senza capirlo e amarlo, non siamo più luce, né sale, ma severi giudici che non rivelano il volto misericordioso di Dio. Non possiamo nessuno dirci guida di un altro: l’unica Guida è il Signore Gesù, Luce del mondo, Via, Verità e Vita. Possiamo, però, essere un suo riflesso, e, se ci lasciamo toccare dalla Sua misericordia, possiamo donarla agli altri.
40. Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Impariamo da questo versetto del Vangelo ad ascoltare la voce di Dio e la Sua Parola. Non possiamo ritenerci più intelligenti e più capaci del nostro Maestro. Il cristiano, immerso in una società difficile e contraddittoria, è soggetto alla tentazione di credere più giusto percorrere vie diverse da quelle indicate dal Signore. Può pensare che la propria intuizione sia migliore di quella che Egli rivela nel suo Vangelo. Gesù non può che guidarci verso la vera Via e la vera Vita. È necessario fare discernimento e poi affidarsi totalmente a Dio, nella fede. Dobbiamo, perciò, fare un salto, perché Dio ci chiede di cambiare la nostra vita, di donargli quella parte di noi che, invece, vorremmo conservare. Per questo abbiamo bisogno di umile preghiera e di sincera disponibilità a lasciare che Dio intervenga e sovverta i nostri pensieri e le nostre vie, certi che non ci chiederà mai nulla di superiore alle nostre forze.
41. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Luca mette in guardia la sua comunità dal giudizio verso gli altri. Non dobbiamo indagare se gli altri osservano o no la legge. Pensiamo erroneamente che sia la società, la parrocchia, il coniuge, la comunità a dover cambiare. Invece il cambiamento parte da ciascuno di noi. Capita di applicare la Parola del Signore ad una persona che, secondo noi, non la vive. Sappiamo noi quanta fatica sta facendo nel suo cammino? Possiamo conoscere quanto sforzo l’altro impiega per vincere se stesso e per rialzarsi ogni volta che cade? Invece di puntare il dito, cominciamo a pentirci della nostra vita incoerente. Chiediamo allo Spirito Santo di aiutarci a capire quanto dobbiamo cambiare in noi stessi e apriamoci alla sua azione.
42. Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. Nel rapporto con i fratelli e le sorelle di fede dovremmo avere una tale confidenza da metterli in guardia riguardo a comportamenti da migliorare. Evitiamo, però, di criticare senza prima fare autocritica, evitiamo di correggere prima di autocorreggerci. L’umile atteggiamento caritatevole vince ogni superba condanna dell’altro. Lasciamoci umiliare, ma non umiliamo mai l’altro. Nella Chiesa, famiglia dei figli di Dio, dovremmo crescere nella correzione fraterna fatta come scambio reciproco di misericordia, nella serena tensione a un cammino di adesione sempre maggiore a Gesù. Spesso non accettiamo i limiti dell’altro, perché non sappiamo accettare noi stessi con i nostri limiti, che vorremmo superare, ma che non siamo capaci di fare. “Ipocrita”: in questo caso il termine indica non “finzione”, ma “protagonismo”: è l’atteggiamento dell’attore che nel teatro greco era il protagonista della scena, utilizzando una maschera che amplificava la voce. È l’atteggiamento del fariseo che, nella parabola di Luca, ritiene di essere “a posto”, a differenza di colui che si batte il petto, riconoscendo il proprio stato di peccato. Il disprezzo dell’altro va contro la misericordia e la bontà di Dio. “Pagliuzza”: il termine gioca sulla somiglianza fra pagliuzza e frutto. Chi osserva la “pagliuzza” (kárphos), non porta “frutto” (karpós). Se condanniamo gli altri, non potremo essere veri figli e fratelli. La misericordia, infatti, consiste nel dare agli altri la vita nuova che Dio ci dà con il suo perdono, la sua accoglienza, il suo abbraccio di ripristino della nostra dignità dopo aver sbagliato.
43. Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono.

44. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini,
né si vendemmia uva da un rovo. Gesù utilizza immagini molto semplici che tutti capiscono. La qualità di un albero si evince dal frutto che produce. Gli esperti di scienze naturali sanno capire dai semi, dalle foglie, dai frutti che si trovano per terra quale genere di pianta abbiano davanti. Così noi, se abbiamo sentimenti buoni, se coltiviamo pensieri di bontà e di fiducia, se il nostro comportamento è frutto di assimilazione della Parola di Dio produrremo frutti di vita eterna e saremo testimoni dell’Amore. Le nostre azioni sono espressione della nostra persona, scaturiscono dalla nostra identità. “Albero”: è un richiamo all’albero del bene e del male (cfr. Genesi 3,6), nel paradiso terrestre, che è
diventato un principio della morte. È un richiamo, inoltre, al legno della croce da cui è scaturito il frutto della salvezza, del sacrificio di Cristo. All’albero della morte si contrappone l’albero della vita, che guarisce da ogni male e dà sempre frutti buoni (cfr. Apocalisse 22,1). “Uva”: nel linguaggio biblico l’uva rappresenta la pienezza della vita. Possiamo ricevere solo da Cristo, che è la vera vite (cfr. Giovanni 15,1) e portare, grazie a Lui, frutti. “Rovo”: questa pianta è cara a Luca perché richiama il passo biblico in cui Mosè ebbe la rivelazione di Dio al roveto ardente: “L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. Mosè pensò: “Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?”. Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: “Mosè, Mosè!”. Rispose: “Eccomi!” (Esodo 3,2-4).
45. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda”. Tutti sanno riconoscere se una persona è buona dal fatto che ripete continuamente gesti buoni. Se ci lasciamo possedere dalla misericordia di Dio e dalla sua carità, diventeremo segno della Sua presenza. È necessario che si lasciamo purificare e trasformare il cuore, affinché diventi un cuore di carne, pieno di misericordia verso noi stessi (quanto è difficile perdonare se stessi!) e verso i fratelli che sbagliano: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne” (Ezechiele 36,26). Dobbiamo metterci dal punto di vista di Dio, che vede con misericordia ciascuno di noi, che non si spaventa della miseria umana. Egli scruta le intimità dell’anima e sa vedere la possibilità di ravvedimento, di superamento, di conversione che c’è nel profondo di ognuno. Da Lui scaturisce la forza per una novità di vita: “Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?” (Isaia 43,19). “Ecco, io sono il Signore Dio di ogni essere vivente; qualcosa è forse impossibile per me?” (Geremia 32,27). Non c’è disastro che Dio non possa trasformare in bene.
Se lasciamo fare a Dio, se ci sentiamo accolti, amati, perdonati, rigenerati, se ci affidiamo totalmente a Lui, Egli farà della nostra vita un capolavoro. Dio non è limitato dalla nostra situazione, Egli è onnipotente: “Nulla è impossibile a Dio” (Luca 1,37). Diventeremo alberi buoni che danno frutti buoni perché scorre in noi la linfa della Misericordia di Dio.
Suor Emanuela Biasiolo

“Pillole Musicali” nella Galleria del Policlinico Tor Vergata

Martedì 22 febbraio alle 12.00 al Policlinico di Tor Vergata si terrà il terzo appuntamento di Pillole Musicali, il ciclo di incontri musicali all’interno del Policlinico Tor Vergata pensato per alleggerire, in un momento difficile, il clima di tensione e di duro impegno che in questo periodo gli ospedali vivono.

I primi due incontri sono stati accolti con grande favore da questo pubblico molto particolare, che ha chiesto ai musicisti di prolungare con una serie di bis questi brevi e informali incontri musicali, che si svolgeranno fino al 10 maggio ed offriranno una grande varietà di sonorità: dalla classica al jazz e alla canzone popolare romana. Al momento si tengono nella Galleria centrale del Policlinico Tor Vergata, per poi spostarsi, qualora l’evolvere della pandemia lo consenta, all’interno delle Unità Operative per far arrivare la musica anche agli ospiti ricoverati.

Il Policlinico Tor Vergata e l’Associazione Roma Sinfonietta hanno realizzato quest’idea con il sostegno economico del Credito Sportivo.

Raffaella Siniscalchi

La terza Pillola Musicale, che si svolgerà martedì 22 febbraio alle ore 12.00 nella Galleria del Policlinico di Tor Vergata ad ingresso gratuito, è dedicata alla canzone romana nell’interpretazione del Triollalléro. Insieme a Raffaela Siniscalchi – una delle più interessanti ed eclettiche voci del panorama italiano, che fa parte della Compagnia della Luna di Nicola Piovani ed ha avuto l’onore di registrare con Ennio Morricone – i membri di questo trio sono il chitarrista Massimo Antonietti e il fisarmonicista Denis Negroponte. Questi tre musicisti collaborano da tanti anni in vari progetti dal jazz alla musica d’autore, passando per il repertorio popolare. La loro Pillola Musicale sarà un viaggio appassionato nella canzone romana antica e moderna, da Romolo Balzani ad Armando Trovajoli e a Gabriella Ferri.

LA CANZONE ROMANA, TRIOLLALLERO: Raffaela Siniscalchi, voce; Massimo Antonietti, chitarra; Denis Negroponte, fisarmonica

Mauro Mariani (anche per la fotografia)

‘Pomeriggi d’autore’: Chiara Forlani presenta ‘Delitto sull’isola Bianca’

Sono ambientate su una piccola isola in mezzo al fiume Po le misteriose vicende raccontate nel romanzo di Chiara Forlani ‘Delitto sull’isola Bianca’ che giovedì 17 febbraio 2022 alle 17,30 sarà presentato nell’auditorium della biblioteca comunale Bassani di Barco (via Grosoli 42, Ferrara). L’appuntamento rientra nel ciclo di incontri ‘Pomeriggi d’autore’ in programma ogni giovedì di febbraio. Chiara Forlani dialogherà con Milvia Manservigi.

Un’isola al mezzo al Po, un mistero da risolvere, un giovane ombroso che vive con un proiettile conficcato nel cranio e viene coinvolto in una vicenda dai contorni tenebrosi. Nel 1950 diverse famiglie vivono sull’isola Bianca, un luogo sperduto dove l’esistenza segue i ritmi e le cadenze dell’Ottocento. Vita di campagna, amori, saggezza popolare e segreti inconfessabili: tutto concorre alla soluzione del mistero, in un crescendo di tensione che si stende come un sudario sulla bellezza selvaggia della terra situata tra la città di Ferrara e il grande, maestoso fiume Po.

Chiara Forlani è nata e vive a Ferrara. Delitto sull’isola Bianca nel 2020 si è aggiudicato il primo posto per la miglior ambientazione al concorso Giallo Festival ed è risultato secondo al Premio De Filippis Gold Crime.

Alessandro Zangara

Robert Capa. Fotografie oltre la guerra

Nel 1938 Robert Capa fu definito dalla prestigiosa rivista inglese Picture Post “Il migliore fotoreporter di guerra nel mondo”. Senza dubbio l’esperienza bellica fu al centro della sua attività di fotografo: iniziò come fotoreporter durante la guerra civile spagnola (1936-39), proseguì attestando con i suoi scatti la resistenza cinese di fronte all’invasione del Giappone (1938), la seconda guerra mondiale (1941-45) – fra cui spicca la documentazione dello sbarco in Normandia – e ancora il primo conflitto Arabo-Israeliano (1948), e quello francese in Indocina (1954), durante il quale morì, ucciso da una mina antiuomo, a soli 40 anni.

Una fama che gli permise di pubblicare nelle più importanti riviste internazionali, fra le quali Life e Picture Post, con quello stile di fotografare potente e toccante allo stesso tempo, senza alcuna retorica e con un’urgenza tale da spingersi a scattare a pochi metri dai campi di battaglia, fin dentro il cuore dei conflitti; celebre, in tal senso, la sua dichiarazione “Se non hai fatto una buona fotografia, vuol dire che non ti sei avvicinato a sufficienza”. Queste sue fotografie sono ormai patrimonio della cultura iconografica del secolo scorso. Ma il lavoro di Robert Capa non si limitò solo esclusivamente a testimoniare eventi drammatici, ma spaziò anche in altre dimensioni non riconducibili alla sofferenza della guerra. Proprio da qui prende avvio questo progetto espositivo a Villa Bassi Rathgeb di Abano Terme, fino al prossimo 5 giugno, che vuole esplorare parti del lavoro di questo celebre fotografo ancora poco conosciute.

Un progetto che pone l’attenzione proprio su reportage poco noti di Capa, una mostra per scoprire la sua fotografia lontano dalla guerra.

La mostra esplora il suo rapporto con il mondo della cultura dell’epoca con ritratti di celebri personaggi come Picasso, Hemingway e Matisse, mostrando così la sua capacità di penetrare in fondo nella vita delle persone immortalate. Al contempo una sezione è dedicata ai suoi reportage dedicati a film d’epoca. Dopo la fine del secondo conflitto mondiale è l’attrice svedese ad introdurre Capa sul set del Notorius di Alfred Hitchcock, dove si cimenta per la prima volta in veste di fotografo di scena.

Nell’arco di pochissimi anni Capa si confronta con mostri sacri del calibro di Humphrey Bogart e John Houston; immortala la bellezza di Gina Lollobrigida e l’intensità di Anna Magnani. Maturerà poi la scelta, congeniale alla sua sensibilità e all’oggetto privilegiato della sua ricerca artistica, di confrontarsi con i grandi maestri del Neorealismo. Straordinarie dunque le immagini colte sul set di “Riso Amaro”, con ritratti mozzafiato di Silvana Mangano e Doris Dowling.

Mostra a cura di Marco Minuz con il Patrocinio del Consolato Generale di Ungheria

Museo Villa Bassi, Abano Terme

Lunedì, mercoledì, giovedì dalle 14.30 alle 19.00; venerdì dalle 14.30 alle 19.00; sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 19.00. Festività infrasettimanali: dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 19.00, martedì chiuso. È previsto il pagamento di un biglietto.

Museo Villa Bassi Abano

A misura di bambino

Aperta presso la Galleria degli Uffizi di Firenze fino al prossimo 24 aprile, la mostra “A misura di bambino” indaga la vita quotidiana di bambini e bambine dell’impero romano, attraverso giochi e svaghi. Sono un esempio la raffigurazione di Ercole bambino che lotta con i serpenti del I secolo d. C.; una statuetta di gladiatore con accessori componibili come l’elmo e la spada, e un cavallino giocattolo da trainare del II-III secolo d. C., oppure una rara bambola in avorio del III secolo d. C. mai esposta prima d’ora. I riti di passaggio, la dimensione ludica, il rapporto con gli animali, le paure, sono i temi centrali della mostra che propone statuette, sarcofagi, rilievi, giocattoli dei bambini dell’antica Roma.

La strutturazione della mostra permette il dialogo tra i bambini del passato e quelli di oggi, utilizzando lo stesso linguaggio, con apparati didascalici, fumetti, tavole e clip-audio che permettono ai bambini di comprendere quanto esposto, sentendosi la storia vicina. Anche la tipologia di esposizione è fatta per i più piccoli, con gli oggetti esposti più in basso rispetto al solito, in modo che i bambini possano avere i reperti alla loro altezza e osservarli da vicinissimo. Inoltre, un documentario proiettato nell’ambito espositivo permette ai giovani fruitori della mostra di essere catapultati in un giardino della Roma antica dova alcuni bambini, nella simulazione, giocano come farebbero oggi, se si adoperassero più i giocattoli classici che l’elettronica.

La Redazione