L’Italia del latte al Baccanale 2018 di Imola

Baccanale 2017 centro cittadino

Torna, dal 3 al 25 novembre 2018 a Imola (BO) il Baccanale, rassegna enogastronomica e culturale che in questa edizione avrà come tema centrale “L’Italia del latte”.

Il 2018 è l’anno nazionale del cibo italiano, patrimonio culturale e immagine del nostro Paese nel mondo. Il Baccanale, da sempre, affronta i temi della cultura del cibo come strumento di lettura, conoscenza e promozione del territorio e del suo patrimonio enogastronomico, e aderisce a quest’iniziativa con il programma di eventi, momenti di approfondimento, degustazioni, mostre-mercato, esposizioni laboratori dedicati. Come sempre non mancano i menù tematici che una cinquantina di ristoranti, di Imola e del comprensorio, realizzano durante l’iniziativa.

exBarbachillega

Confermate anche per il Baccanale 2018 le rassegne d’eccellenza e i mercati, a cura dell’Assessorato all’Agricoltura del Comune di Imola, come la XXV edizione per il Banco d’Assaggio dei vini del territorio e la IX edizione di Olimola, rassegna dedicata all’olio d’oliva, con presentazioni audiovisive e degustazioni guidate.

 ristorante San Domenico

Conoscere le virtù e le caratteristiche del latte, le molteplici modalità di utilizzo di questo prodotto profondamente naturale e, al tempo stesso, elemento decisivo della cultura alimentare: questo il tema dell’edizione 2018 del Baccanale. Fin dall’antichità l’uomo si è dedicato all’allevamento di ovini, caprini, bovini e di altri animali, sfruttandone vantaggi e qualità, tra cui quella di fornire il latte, alimento simbolo di vita, abbondanza, fertilità, con molteplici virtù e grande potere nutritivo. Il latte è un alimento completo, ricco di sostanze proteiche, sali minerali, vitamine e fonte privilegiata di calcio. Oltre al latte vaccino vengono utilizzati nell’alimentazione umana il latte di pecora, di capra, di bufala e d’asina, ognuno con le proprie caratteristiche nutritive e organolettiche. Molta parte del latte viene consumata come bevanda; ma il latte può essere utilizzato anche per cotture delicate, salse, ricette dolci e salate. Inoltre, da sempre per essere conservato viene sottoposto al processo di trasformazione artigianale o industriale che dà origine al formaggio. Una ricchezza e una diversità che trova in Italia una terra d’elezione, se si considerano gli oltre 400 tipi di formaggi censiti, che il Baccanale non mancherà di valorizzare e promuovere con i prodotti caseari e le numerose realtà culturali, produttive e turistiche del territorio imolese.

Galleria centro cittadino

Quest’anno, per illustrare la manifestazione dedicata al latte è stato scelto il tratto poetico dell’artista argentino Fabian Negrin. L’immagine simbolo della manifestazione, “Sotto terra”, viene utilizzata in tutti i materiali promozionali del Baccanale 2018. Casa Piani, Sezione Ragazzi della Biblioteca comunale di Imola gli dedicherà quest’anno la mostra autunnale a partire proprio dal Baccanale per proseguire fino all’inizio del 2019. Un viaggio avvincente, temporale e tematico tra i suoi libri e le sue illustrazioni più suggestive. La mostra si rivolgerà a un pubblico di ragazzi e di adulti. Sono previste visite guidate alle scolaresche.

Il Baccanale da sempre è attento alla sostenibilità e alla riduzione degli sprechi alimentari. Anche per l’edizione 2018 viene così rilanciato lo slogan “Avanzi zero: porta a casa tutto ciò che non hai finito di mangiare”, permettendo agli avventori delle cene di poter portare a casa gli eventuali avanzi di cibo consumati nei ristoranti.

Scuola di cucina ristorante San Domenico

Nato a metà degli anni ’80 con l’intento di promuovere la qualità di ristorazione e produzione vitivinicola della città, dal 1995 il Baccanale ha assunto l’attuale connotazione che ha come elemento distintivo l’abbinamento originale e creativo di cultura del cibo ed enogastronomia. Un contenitore di eventi che negli anni si è affermato come momento di punta dell’autunno imolese dove vive un forte legame tra tutte le forze culturali, associative e imprenditoriali presenti e operanti nel territorio. Se il format della manifestazione, costituito da incontri, mostre, spettacoli, visite guidate, degustazioni, mostre mercato, menu a tema, rimane sempre costante, l’idea di scegliere ogni anno un tema diverso garantisce una proposta contenutistica sempre nuova che si rivolge a un pubblico variegato e si sviluppa nelle prime tre settimane di novembre (23 giorni consecutivi con 4 week-end).

 

Pierluigi Papi (anche per le foto)

 

 

Per Halloween una serata ‘da brividi’ al museo

Sarà una serata ‘da brividi’ quella di domani 31 ottobre al Museo civico di Storia Naturale di Ferrara (via de Pisis 24). Bambini e ragazzi dai 7 ai 12 anni potranno festeggiare Halloween divertendosi con incredibili esperimenti e con una visita al buio tra le sale del Museo alla ricerca degli esemplari più spaventosi. Non mancherà una pizza da gustare in compagnia.

L’appuntamento rientra nel calendario di attività didattiche ‘Apprendisti scienziati autunno 2018’, organizzate dal Museo civico di Storia Naturale in collaborazione con l’Associazione Didò, che conduce le attività. Per partecipare è necessaria la prenotazione, da effettuare contattando la segreteria didattica del Museo al numero 0532 203381 (lunedì, mercoledì, venerdì – dalle 9 alle 12.30) o all’indirizzo dido.storianaturale@gmail.com. Il costo per partecipante è di 15 euro.

Alessandro Zangara

 

Festa dell’olio novello a Vignanello

Diciannovesima edizione della Festa dell’Olio e Vino Novello a Vignanello: una ricorrenza che celebra due tipici prodotti della Tuscia viterbese nel momento della loro massima gioventù e freschezza. Per due fine settimana – 2-3-4  e 9-10-11 novembre – la storia si colora di enogastronomia con un ricco programma dedicato alla scoperta del territorio attraverso vari linguaggi: dagli itinerari del gusto, con appuntamento approfonditi monotematici, alla  rievocazione di antichi mestieri, cortei in costume e gare musicali, oltre a visite guidate nei luoghi più caratteristici del paese, tra cui il famoso Castello Ruspoli, i ‘”Connutti” della Vignanello sotterranea e la Barocca Chiesa Collegiata.
L’esperienza personale che abbiamo concepito per visitatori più o meno esperti – affermano gli organizzatori della Pro Loco di Vignanello – è qualcosa che va vissuta lentamente e intensamente, volendo unire la cultura dell’Olio Novello, dalla macerazione all’imbottigliamento – alla storia del Paese in cui è nato, un antico borgo del XVI secolo. Ed è così che il calendario prodotto quest’anno si diversifica in una serie di attività adatte ad ogni generazione ed interesse.

Saranno infatti organizzate visite guidate e itinerari dei sapori insieme agli accompagnatori della stessa pro loco, tappe in oleifici per assaggi e possibilità di fare scorta di olio di qualità per tutto l’anno. Ai camperisti provenienti da tutta Italia sarà allestito uno spazio per il raduno con tanto di punto accoglienza e navetta, e anche le famiglie potranno condividere nel centro storico numerosi spettacoli e cortei storici in costume con ambientazioni e dimostrazione dell’arte del mestiere: dai Mini Sbandieratori di Vignanello alla Scuola Arcieri di Viterbo, dal Gruppo Storico Spadaccini di Soriano nel Cimino  ai Focolieri e banditori per le vie del centro, oltre alle particolari Gare di musici in piazza, accompagnate da aperitivi con  caldarroste e novello.

Tra cene alle segrete del Castello e alle tipiche cantine vinicole, giocoleria, trampoli e urban walking per il Paese, Vignanello si pone come Paese promotore del turismo culturale autoctono, che mira ad esaltare tanto l’architettura storica che la caratterizza quanto l’affascinante mondo della produzione e trasformazione dell’olio e del vino novello, condito dai segreti di una cucina di accompagno casareccia e altamente genuina.

La “Festa dell’Olio e del Vino Novello” è organizzata dalla Pro Loco e dalla Compagnia del Novello in collaborazione col Comune di Vignanello.

Programma
VENERDI 2 NOVEMBRE
15:00 Apertura Accoglienza Camper
20:00 Cena alle Segrete del Castello “speciale cinghiale” a cura del gruppo “Chirone Centauro” 20:00 Cena alla Cantina del Novello
23:30 Live “Vincenzo Bencini” alla Cantina del Novello
SABATO 3
09:00 Apertura Accoglienza Camper
10:00 Apertura percorsi e botteghe degli antichi mestieri e dell’artigianato (Centro storico)
10:00 Visite Guidate e percorsi del gusto (Partenza punto info)
10:30 Apertura punti degustazione Olio e Vino Novello
11:00 Esibizione Mini Sbandieratori di Vignanello (P.zza della Repubblica)
11:45 Esibizione Scuola Arcieri di Viterbo (P.zza della Repubblica)
12:30 Apertura taverne e ristoranti
15:00 Visite guidate e percorsi del gusto (partenza punto info)
15:30 Esibizione Scuola Arcieri di Viterbo (P.zza della Repubblica)
16:00 Saluto Raduno Camper “Francesco Annesi” (Cinema comunale)
16:30 Degustazione guidata impariamo a conoscere l’olio (Aula Consiliare)
18:00 Esibizione Gruppo Storico Spadaccini di Soriano nel Cimino (P.zza della Repubblica)
19:00 Aperitivo in Piazza caldarroste e vino novello 20:00 Apertura taverne e ristoranti
22:15 Esibizione (P.zza della Repubblica)
23:30 Live “Anima Rino” alla Cantina del Novello
DOMENICA 4
09:00 Trekking Guidato (Partenza punto info)
09:30 Urban Walking (Partenza punto info)
10:00 Apertura percorsi e botteghe degli antichi mestieri e dell’artigianato (Centro storico)
10:00 Visite guidate e percorsi del gusto (Partenza punto info)
11:00 Inaugurazione XIX Festa dell’Olio e del Vino Novello ‐ Corteo Storico Julianellum1536 12:00 Degustazione guidata impariamo a conoscere il vino (Aula Consiliare)
12:30 Apertura taverne e ristoranti
15:00 Visite guidate e percorsi del gusto (Partenza punto Info)
15:30 Focolieri e banditori per le vie del centro a cura del gruppo San Giorgio di Soriano nel Cimino 15:30 Degustazione guidata impariamo a conoscere l’olio (Aula Consiliare)
16:00 Apertura “L’Agone dell’Olmo” a cura del Gruppo Musici e Sbandieratori di Vignanello 16:30 Gara Musici “L’Agone dell’Olmo” (P.zza della Repubblica)
18:30 Aperitivo in Piazza caldarroste e novello
VENERDI 9
15:00 Apertura Accoglienza Camper
20:00 Cena alle Segrete del Castello “speciale cinghiale” a cura del gruppo “Chirone Centauro” 20:00 Cena alla Cantina del Novello
23:30 Musica Live “Simone Gamberi” Cantina del Novello
SABATO 10
09:00 Apertura Accoglienza Camper
10:00 Apertura percorsi e botteghe degli antichi mestieri e dell’artigianato (Centro storico)
10:00 Visite Guidate e percorsi del gusto (Partenza punto info) 10:30 Apertura punti degustazione Olio e Vino Novello 11:00 Esibizione giocoleria e trampoli (Piazza della Repubblica)
12:00 Esibizione Mini Sbandieratori di Vignanello (P.zza della Repubblica)
12:30 Apertura taverne e ristoranti
15:00 Visite guidate e percorsi del gusto (Partenza punto info)
16:00 Incontro “Infuso con le Favole” (Biblioteca Comunale ‐ Festival della Cultura de Monti Cimini) 16:00 Saluto Raduno Camper “Francesco Annesi” (Cinema comunale)
16:30 Degustazione guidata impariamo a conoscere l’olio (Aula Consiliare)
18:00 Rievocazione Storica “La Nascita della Contea di Vignanello” (Piazza della Repubblica)
19:00 Aperitivo in Piazza caldarroste e vino novello 20:00 Apertura taverne e ristoranti
22:15 Esibizione (P.zza della Repubblica)
23:30 Live “Idee’n’giro” alla Cantina del Novello
DOMENICA 11
09:30 Urban Walking (Partenza punto info)
10:00 Apertura percorsi e botteghe degli antichi mestieri e dell’artigianato (Centro storico)
10:00 Visite guidate e percorsi del gusto (Partenza punto info)
11.30 Corteo storico per le vie della festa
12:00 Degustazione guidata impariamo a conoscere il vino (Aula Consiliare)
12:30 Apertura taverne e ristoranti
15:00 Visite guidate e percorsi del gusto (Partenza punto Info)
15:30 Focolieri e banditori per le vie del centro a cura del gruppo San Giorgio di Soriano nel Cimino 15:30 Degustazione guidata impariamo a conoscere l’olio (Aula Consiliare)
17:00 Esibizione giocoleria (Piazza della Repubblica)
18:00 Esibizione finale del gruppo Sbandieratori e Musici di Vignanello (Piazza della Repubblica)
18:30 Aperitivo in Piazza caldarroste e novello

 

Elisabetta Castiglioni

Jazz alla Sapienza con il Quartetto Ebène

Martedì 6 novembre alle 20.30 la IUC ospita nell’Aula Magna della Sapienza il Quartetto Ebène, uno dei migliori quartetti francesi, noto in tutto il mondo non solo per le sue impeccabili ed eleganti esecuzioni dei classici ma anche per le sue incursioni in altri generi, specialmente nel jazz.

“Un quartetto d’archi che può facilmente trasformarsi in una jazz band”: con queste parole il New York Times ha descritto come il Quartetto avesse iniziato con Haydn e Debussy per poi proporre i suoi arrangiamenti della colonna sonora di Pulp Fiction e Spain di Chick Corea e chiudere infine con un bis per quattro voci a cappella.

Questi quattro artisti hanno portato una ventata di novità nel panorama della musica da camera con il loro approccio diretto e la loro prospettiva aperta a tutte le esperienze musicali. Passano da uno stile all’altro senza snaturare loro stessi né le musiche che interpretano. I loro concerti sono contraddistinti da uno slancio particolare e dalla capacità di unire la tradizione a nuove forme musicali, raggiungendo e coinvolgendo un ampio pubblico di giovani. Le loro incisioni spaziano da Haydn e Mozart a Bartók, Debussy e Fauré. Inoltre nel loro catalogo figurano l’album “Fiction” dedicato al jazz, con cui hanno vinto l’Echo Award e conquistato i primi posti nelle più importanti classifiche mondiali, e il cd crossover “Brazil”. 

Il Quartetto Ebène collabora spesso con solisti del calibro di Mitsuko Ushida e Gautier Capuçon. Tra i suoi più recenti concerti quelli alla Berliner Philharmonie, al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, alla Philharmonie de Paris, alla Konzerthaus di Vienna, alla Konserthus di Stoccolma ed alla Carnegie Hall di New York.

A Roma sono in programma due caposaldi del repertorio classico, il Quartetto in la maggiore op. 18 n. 5 di Ludwig van Beethoven e il Quartetto in do minore op. 51 n. 1 di Johannes Brahms. Il Quartetto di Beethoven, composto nel 1800, segna il passaggio tra due secoli e vi si intrecciano la grande eredità di Haydn e Mozart e il nuovo spirito del giovane Beethoven. Nella seconda metà del secolo Brahms sente la grande responsabilità di raccogliere l’eredità di Beethoven, tanto da comporre e distruggere diversi quartetti prima di sentirsi finalmente sicuro di sé e presentare al pubblico nel 1873 questo suo primo Quartetto, che unisce stile classico e spirito romantico. Tra i due compositori tedeschi il Quartetto Ebène inserisce un brano di musica francese, di cui è considerato interprete oggi forse insuperabile: è il Quartetto di Maurice Ravel, che è stato composto a ventotto anni nel 1903: il giovane autore guarda inequivocabilmente a Debussy, ma d’altra parte rivela già una completa maturità e realizza la sua prima grande opera. Delle interpretazioni di Ravel e in generale della musica francese da parte di questi quattro musicisti The Gramophon ha scritto: “Danno l’impressione di essere nati in questa musica, respirando la sua aria rarefatta, e sono in grado di rendere ogni lavoro un’unica, avvincente esperienza di ascolto”.

Martedì 6 novembre 2018 . ore 20.30

Quartetto Ebène

Beethoven Quartetto in la maggiore op. 18 n. 5

Ravel Quartetto in fa maggiore

Brahms Quartetto in do minore op. 51 n. 1

Aula Magna dell’Università La Sapienza, Città Universitaria – Palazzo del Rettorato

Piazzale Aldo Moro 5, Roma

 

Mauro Mariani

 

L’anima buona del Sezuan. Il Bene esiste?

In scena al Teatro Sociale di Brescia, la nuova coproduzione del CTB che rinnova la collaborazione con Elena Bucci e Marco Sgrosso. Stavolta è in scena un non facile lavoro di Bertold Brecht che indaga ancora una volta l’animo umano e, prodotto nel 1938, si chiede se e dove il Bene esiste nell’umanità. Se almeno una persona buona esista ancora, in una provincia cinese, così come in un luogo qualsiasi nel quale la si può cercare. E se esiste, è in grado di rimanere buona malgrado tutto? Nel caso in cui dovesse essere messa alla prova dalla vita, ad esempio nel caso in cui dovesse prendere piede una dittatura, come quella nazista che l’Autore ha vissuto in prima persona? E se l’anima buona c’è, saremmo noi tutti in grado di riconoscerla? E difenderla? Si finisce di assistere alla rappresentazione teatrale con tutte queste domande addosso, portate come gli attori portano una maschera, lezione antica del teatro classico e poi della Commedia dell’Arte. Su tutto aleggiano tre dei che, venuti sulla terra per le continue lamentele per una situazione impossibile, vagano alla ricerca di un’anima che possa garantire il bene, insegnarlo, mantenerlo, malgrado tutto. Malgrado la vita e le cattiverie degli altri. Gli dei sono osservatori, non si intromettono nelle vite umane, ma ad un certo punto, adducendo una banale scusa come pagare il pernottamento in casa della protagonista, elargiscono dei soldi, indispensabili per aiutare la povera Shen-Tè, l’anima buona della provincia che si sforza di fare del bene e di essere, inconsapevolmente, il Bene, pur dovendo prostituirsi per racimolare soldi in un momento di profonda crisi economica e sociale. Quegli dei che ricordano tanto il Dio più volte interrogato dall’uomo sulla sua presenza, e apparente indifferenza, di fronte alle persecuzioni naziste, al Male che si era impossessato dell’umanità europea. La ragazza, impegnata a distribuire una ciotola di riso ai poveri quotidianamente, con i soldi ricevuti compera una tabaccheria e, quando pensa di poter stare tranquilla nella sua bontà, si rende conto di come il suo cambiamento generi una serie di cambiamenti anche nel prossimo. Gli amici che si erano dimenticati di lei, appaiono per chiederle aiuto, rimproverandole l’indifferenza ai loro mali e lei, pur comprendendo che sono solo dei parassiti, alcuni ladri, che vogliono solo vivere di rendita, li aiuta proprio perché buona. Ma bontà e affari non possono andare di pari passo. È necessario che Shen-Tè si difenda dagli altri e da se stessa, ma per farlo deve necessariamente assumere una maschera che non è lei, deve imporsi, tirare fuori il carattere capace e imprenditoriale. Diventa suo “cugino”, Shui-Ta, vestito di nero, inflessibile e giusto, che caccia gli approfittatori e mette giustizia. Le cose ancora non girano bene, Shen-Tè si innamora e, naturalmente come spesso accade per le anime buone, di una persona più attirata dalle sue conoscenze e possibilità economiche che per amore di lei come donna. Fortunatamente le nozze non vengono celebrate, ma Shen-Tè, che sta perdendo tutto, sentendosi derisa e calunniata addirittura per la sua bontà, riceve un altro aiuto inaspettato. E stavolta, chiamando ancora in causa il suo alter ego Shui-Ta, riesce ad aprire una fabbrica di produzione di sigari. Si impone a se stessa e agli altri, dirige con fermezza, offrendo a tutti i parassiti che aveva intorno un lavoro onesto e rispettabile, grazie al quale cambiare in meglio la propria situazione. E tutto si aggiusta. Shen-Tè offre ancora il riso, ma tristemente, perché si rende conto che bisogna nascondersi per essere, dimostrarsi a volte quello che non si è, vestire, insomma, una vera e propria maschera. Indubbia la riflessione di Brecht sul suo tempo: coloro che erano buoni, che avevano taciuto l’avvento della dittatura nazista, limitandosi ad essere caritatevoli, dovevano dimostrarsi capaci di vestire i panni di Shui-Ta per mettere a posto le cose. Nella vita non si può essere spettatori, anche se al Teatro Sociale di Brescia si è stati spettatori di un ottimo lavoro, ben recitato e interpretato anche a livello di copione riadattato, con eccellenti scene, luci e abiti di scena, recitazione e ideazione eccelse. Un lavoro davvero da non perdere. In cartellone anche nei prossimi giorni.

 

Alessia Biasiolo

 

 

 

 

Teatro Aperto del CTB a sostegno della drammaturgia contemporanea

Elisabetta Pozzi

Prende il via il prossimo 3 novembre la seconda edizione di Teatro Aperto, il progetto culturale del CTB Centro Teatrale Bresciano a sostegno della drammaturgia contemporanea, che coinvolgerà il pubblico in un percorso di scoperta e indagine collettiva di alcuni dei testi più interessanti della nuova scena nazionale e internazionale.

Il progetto è affidato alla direzione artistica di Elisabetta Pozzi, con il coordinamento organizzativo di Silvia Quarantini, la drammaturgia del suono di Daniele D’Angelo, la direzione tecnica di Cesare Agoni.

Teatro Aperto è realizzato grazie al contributo di Fondazione ASM e con il sostegno della Provincia di Brescia.

Dopo il fortunato esordio della prima edizione – che ha registrato il tutto esaurito di presenze per ogni appuntamento e un’amplissima partecipazione di pubblico, con la compilazione di centinaia di schede di recensione – la Stagione 2018/2019 del CTB ospita la seconda edizione di Teatro Aperto: da novembre a maggio al Teatro San Carlino saranno presentati al pubblico 10 nuovi testi mai allestiti di autori italiani e stranieri contemporanei, sempre in forma di lettura scenica.

Nella rosa di autori selezionati da Elisabetta Pozzi, curatrice del progetto, saranno presenti alcuni tra i nomi piùinteressanti della scena nazionale e internazionale, che il pubblico bresciano avrà occasione di conoscere di persona; ogni lettura, come ormai consuetudine, sarà infatti preceduta da brevi introduzioni al testo a cura degli stessi autori, dei registi o dei traduttori.

Novità della seconda edizione è la suddivisione del progetto in due focus, dedicati rispettivamente agli autori italiani e agli autori stranieri. Raccogliendo alcune suggestioni del pubblico e degli artisti abbiamo ritenuto opportuno dare maggior spazio alla drammaturgia italiana, portando a quattro – contro i due della passata edizione – i testi italiani inseriti nel progetto, e dando loro una peculiare attenzione e visibilità con una finestra ad essi dedicata. Da qui l’idea di un focus con una calendarizzazione serrata, simile alla forma di un “seminario drammaturgico” o di un piccolo festival di novità autoriali.

Nella prima settimana di novembre 2018 saranno dunque presentati 4 testi mai allestiti, firmati da alcuni degli autori più interessanti del panorama nazionale, come Giuliana Musso e Roberto Cavosi.

Il focus sarà una vera e propria immersione nella drammaturgia italiana: si apre il 3 novembre alle ore 16.30 con L’attimo di Bernini di Carlo Longo, si prosegue lunedì 5 novembre alle ore 20.30 con Indemoniate di Giuliana Musso e Carlo Tolazzi e poi mercoledì 7 novembre alle ore 20.30 con La sposa del vento – la bambola di Oskar Kokoschka di Nicola Bonazzi, per concludere sabato 10 novembre alle ore 16.30 con Aromi e amori nella cucina del Gattopardo di Roberto Cavosi.

Il focus dedicato agli autori stranieri coprirà una estensione temporale più ampia, con 6 incontri da febbraio a maggio 2019, con il seguente calendario di letture: sabato 9 febbraio ore 16.30, sabato 9 marzo ore 16.30, sabato 16 marzo ore 16.30, sabato 30 marzo ore 16.30, lunedì 15 aprile ore 20.30, sabato 11 maggio ore 16.30.

Il dettaglio della programmazione del focus autori stranieri, con titoli e cast di ciascun appuntamento, sarà comunicato a gennaio 2019.

Proseguendo la formula della passata edizione, accompagneranno Elisabetta Pozzi nelle letture di novembre numerosi attori bresciani di grande bravura come Alessandro Quattro, Fausto Ghirardini, Gianmarco Pellecchia, Anna Scola, Monica Ceccardi.

Ma saranno ospiti anche molti grandi nomi della scena italiana: per il focus di novembre saranno presenti fuoriclasse come Massimo De Francovich e Maria Paiato, poi Tindaro Granata, Fulvio Pepe, Paolo Bessegato e i giovani talenti Alberto Onofrietti e Valentina Bartolo, e molti altri interverranno nella seconda parte del progetto.

Teatro Aperto è un progetto di altissimo profilo culturale per conoscere e approfondire i temi e i linguaggi del teatro di oggi, e al contempo una grande occasione comunitaria e di partecipazione, nella quale il pubblico sarà di nuovo protagonista insieme agli artisti.

Sarà infatti richiesto agli spettatori di continuare ad esprimere attraverso schede di recensione i propri giudizi, commenti o anche semplici sensazioni sui testi in cartellone.

Un percorso collettivo di dialogo e confronto che porterà a definire un testo vincitore, allestito in forma di mise en espace al Teatro Mina Mezzadri Santa Chiara a conclusione del ciclo di incontri o in forma di allestimento completo nella successiva Stagione, come avvenuto quest’anno per Apologia, il testo di Alexi Kaye Campbell presentato nella prima edizione e campione di gradimento del pubblico, che il CTB ha deciso di produrre e far circuitare a partire da aprile 2019 nei teatri bresciani e italiani.

V.V. (anche per le foto)

Novembre molto gustoso sotto i 3 colli di Brisighella

 

Sagre a Brisighella

La cittadina di Brisighella, splendido borgo medioevale sulle colline in provincia di Ravenna, si trova nel cuore della verde vallata del Lamone e del Parco Regionale della Vena dei Gessi Romagnola ed è “dominata” da 3 colli di gesso. Su ognuno di essi si trovano: l’imponente Rocca Veneziana, la Torre dell’Orologio e il Santuario della Madonna del Monticino. Ma Brisighella non è nota solo per le sue bellezze architettoniche e naturali. È conosciuta e apprezzata da tutti i buongustai d’Italia per le prelibatezze gastronomiche che la caratterizzano. Ad alcune di esse, nel corso di un intensissimo mese di novembre, sono dedicati eventi ad hoc che compongono una gustosa rassegna dal titolo “4 sagre x 3 colli”: Le delizie del porcello il 4 novembre, Sagra della pera volpina e del formaggio stagionato il 11, Sagra del tartufo il 18 e Sagra dell’Ulivo e dell’Olio il 25. Durante le sagre, il sabato sera e la domenica a pranzo lo stand gastronomico e i ristoranti del paese proporranno menù a tema con il prodotto cui è dedicata la sagra. Inoltre, tutte e quattro le domeniche le vie del centro storico saranno percorse da un trenino turistico che farà il giro dei tre colli per ammirare splendidi panorami.

In occasione della sagra del porcello, con partenza da Ferrara e Ravenna, e di quella del tartufo, con partenzada Bologna e Imola,sarà anche possibile arrivare a Brisighella con un treno a vapore, appositamente predisposto per i 2 eventi.

Domenica 4 Novembre – SAGRA LE DELIZIE DEL PORCELLO

In questa prima domenica di novembre il rito di un tempo si ripete fin dal mattino, nello stand gastronomico, offrendo al pubblico l’opportunità di vedere all’opera gli esperti norcini brisighellesi, in particolar modo nella preparazione dei saporiti “ciccioli” (pezzetti di carne di maiale cotti nel grasso e venduti caldi). L’appuntamento permette di assaggiare gustose specialità, oltre ai ciccioli: la profumata coppa di testa, i rosei prosciutti, salsicce e salami anche di Mora Romagnola (pregiatissima razza suina autoctona) e ildolce “migliaccio” (realizzato in origine utilizzando il sangue cotto del maiale). Novità di quest’anno, in piazza Carducci ci sarà un grande griglia, come nella tradizione della graticola romagnola, per esaltare i vari tagli di carne di maiale alla brace: costolette, pancetta e braciola. Inoltre. verrà presentato il nuovo marchio di certificazione dei prodotti 100% mora romagnola, che vedrà i produttori e i norcini associati illustrare il progetto di tracciabilità genetica della mora romagnola. Infine, lungo le vie del borgo, come ogni anno, sarà possibile acquistare e degustare tutti gli altri prodotti tipici dell’Appennino romagnolo.

Pera volpina appesa

Domenica 11 Novembre – SAGRA DELLA PERA VOLPINA E DEL FORMAGGIO STAGIONATO

La seconda sagra è un originale mercato dei frutti autunnali e dei prodotti tipici della collina, dove la regina e il re della giornata saranno la pera volpina, che si abbina perfettamente con il formaggio stagionato.

Le pere volpine, piccole, tonde e dure erano un prodotto tipico della valle del Lamone. La sagra ha contribuito nel corso degli anni alla riscoperta delle proprietà di questo frutto dimenticato, offrendo la possibilità di riassaporarlo. In piazza Carducci si potrà ammirare come vengono utilizzatiquesti frutti. Le pere vengono consumate bollite, cotte in acqua o vino, oppure al forno. La ricetta tipica della Romagna vuole che le pere volpine vengano cotte in un buon vino rosso, meglio se Sangiovese, aromatizzato con chiodi di garofano e cannella. La cottura in forno ammorbidisce il frutto e il vino si trasforma in un delizioso sciroppo nel quale inzuppare la polpa dolce e fibrosa. Abbinando il tutto con il formaggio stagionato di Brisighella, un pecorino invecchiato in grotte di gesso con procedimento di antica tradizione locale.

Domenica 18 Novembre – SAGRA DEL TARTUFO

La terza domenica è dedicata a Sua Maestà il tartufo, uno dei prodotti più ricercati della collina faentina. I tartufai della zona sono abili nel ricercare questo prezioso prodotto del sottosuolo. Durante la sagra, le tipiche bancarelle poste nella piazza di fronte alla suggestiva “Via degli Asini” esporranno la varietà del “bianco autunnale”, che emana un profumo particolarmente intenso, e del tartufo nero. La manifestazione sarà allietata da complessi di musica folk e attrazioni varie.

Inoltre, per questa occasione da Bologna e Imola partirà il treno a vapore per Brisighella (info e prenotazioni tel. 05736367158).

Domenica 25 Novembre – SAGRA DELL’ULIVO E DELL’OLIO (59^ edizione)

Nell’ultima domenica del mese di novembre si celebra il preziosissimo olio extra vergine d’oliva “Brisighello” DOP, il prodotto enogastronomico principale della Terra di Brisighella. L’Olio extravergine di Oliva di Brisighella è stato il primo ad aver ottenuto, era il 1996, il riconoscimento DOP (Denominazione di Origine Protetta). Un riconoscimento che ha premiato la passione, la cultura, la qualità con la quale è sempre stato ottenuto il prezioso prodotto, poiché la coltivazione dell’ulivoin terra brisighellese risale a tempi antichissimi: già in epoca romana l’ulivo e i suoi prodotti erano conosciuti e apprezzati.Quella di Brisighella è una delle realtà olivicole più interessanti del Nord Italia. Il 90% del prodotto della zona viene conferito per la trasformazione al frantoio sociale della C.A.B. Qui le olive, raccolte con brucatura a mano, vengono lavorate tramite perforamento a freddo da macine e macchinari di ultima generazione in regola con il disciplinare dell’UE.

 

Pierluigi Papi

 

 

 

Sagra del fagiolo carne di Fabrica di Roma

Nel cuore della Tuscia viterbese torna l’appuntamento gastronomico che celebra una semenza autoctona rara e in via di estinzione: il Fagiolo Carne! A Fabrica di Roma, il paese che ne registra la maggiore produzione, avrà luogo quest’anno, per due fine settimana di seguito, la rinomata sagra diventata oramai un ritrovo festoso e conviviale per condividere i sapori di una volta.
Nelle sere del 26,27, 28 ottobre e 2,3,4 novembre (le domeniche aperture anche a pranzo), si potranno dunque degustare, serviti a tavola e all’interno di padiglioni coperti e riscaldati, i fagioli in svariate ricette: con i gnocchetti (piatto tipico fabrichese, le cotiche, le salsicce e al naturale, esaltando la caratteristica aromaticità, con l’aggiunta di un nuovo ingrediente proposto per l’edizione 2018: il chili, trattato esclusivamente con prodotti coltivati a chilometro zero.

Insieme ai piaceri della tavola, dopo cena, si esibiranno inoltre alcuni gruppi di musica dal vivo. Il menu è à la carte, i prezzi sono popolari e non si richiede la prenotazione.

La sagra del fagiolo carne è organizzata dal comitato San Matteo in collaborazione con il Comune di Fabrica di Roma.

La Sagra è anche una buona occasione per scoprire Fabrica di Roma, antico paese a 26 chilometri di distanza da Viterbo, che sorge a 300 metri sul livello del mare nelle vicinanze del Lago di Vico. Al suo interno meritano una visita la Chiesa Collegiata di San Silvestro Papa, nota anche come il Duomo, risalente al XII secolo, la Chiesa di Santa Maria della Pietà, il Castello La Rocca che sorge proprio al centro del paese e il medievale Palazzo Cencelli, che ora ospita il Comune; nel suo territorio spiccano invece Falerii Novi, sito archeologico di una antica città romana e la Chiesa di Santa Maria in Falleri, senza dimenticare la via Amerina, un itinerario turistico di grande impatto storico-religioso poiché rappresentava già agli albori dell’Impero Romano una via molto trafficata che collegava gran parte del territorio falisco.

MENU
Antipasto del faciolo
Gnocchetti co i facioli (piatto tipico fabrichese)
Facioli co e cotiche
Facioli co e sarsicce
Sarsicce alla brace
Patatine fritte
Broccoletti ripassati
Tozzetti e Vin Santo
Chilli Fabrichese
MUSICA DAL VIVO
Venerdi 26 ottobre – AmaZig Place
Sabato 27 ottobre – Tolomei Brothers
Domenica 28 ottobre  -Vincenzo Bencini
Venerdi 2 novembre – Avviso di sfratto R&R anni 60
Sabato 3 novembre – Zerofobika
Domenica 4 novembre – Ramiccia
Apertura stand gastronomici: Ore 19 (venerdì e sabato); 12,30 (domenica).
Servizio al tavolo. Ampio parcheggio
Sagra del fagiolo carne di Fabrica di Roma, VI edizione
26-27-28 Ottobre / 2-3-4 novembre 2018
Località Parco Le Vallette, Fabrica di Roma (VT)

 

Elisabetta Castiglioni

“Note in biblioteca”: da Bach al jazz, dalle antiche canzoni napoletane a Morricone

Alessandro Bonanno

Comincia una nuova serie di “Note in biblioteca”, la fortunata iniziativa della IUC che da alcuni anni porta la musica nelle biblioteche di Roma Capitale. Il primo appuntamento – ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, come tutti gli altri concerti di questa serie – sarà venerdì 26 ottobre alle 20.30 alla Biblioteca di Villa Leopardi (via Makallé, Roma-tel. 06 4546 0621) con il Jazz Virtuoso Duo, formato da Gianni Oddi al sax e Alessandro Bonanno al piano. Sono in programma brani di alcuni dei più grandi musicisti jazz americani, alternati a musicisti di casa nostra. Si inizia col primo tempo della Sonata for Alto Sax and Piano di Phil Woods, il grande sassofonista scomparso tre anni fa, che veniva chiamato “The New Bird”, in ricordo del soprannome di Charlie Parker. Si prosegue con musiche di Oscar Pettiford, degli stessi Gianni Oddi ed Alessandro Bonanno, di Horace Silver e poi, con un grande crescendo finale, di Dave Brubeck, Duke Ellington (In a sentimental mood e It don’t mean a thing), Ennio Morricone e Chick Corea.

Gianni Oddi

La bravura dei due interpreti giustifica pienamente il nome che si sono scelti: Jazz Virtuoso Duo. Gianni Oddi (sax alto e sax soprano) ha collaborato con artisti e direttori d’orchestra come Gianni Ferrio, Bruno Canfora, Nicola Piovani, Franco Piersanti, Bruno Tommaso, Claude Bolling, Luis Bacalov, Dizzy Gillespie, Gil Evans, Liza Minnelli, Ray Charles, Uri Caine. Per anni è stato 1o Alto Sax dell’Orchestra di Musica Leggera della Rai di Roma, poi ha fondato la Ials Jazz Big Band, che tuttora dirige. Alessandro Bonanno, dopo aver vinto alcuni concorsi come pianista classico, si è avvicinato al jazz, vincendo anche in questo campo vari concorsi. Ha collaborato con importanti musicisti come E. Wilkins, N. Stilo, M. Urbani e altri e ha partecipato, come tastierista, al “Fusion Project” del batterista inglese Mel Gaynor dei Simple Minds. Ha al suo attivo numerose incisioni ed è anche compositore e arrangiatore.Il concerto sarà preceduto da una guida all’ascolto a cura di Matteo Macinanti, specializzando di musicologia all’Università “La Sapienza”.

Il secondo appuntamento è venerdì 9 novembre alla Biblioteca “Vaccheria Nardi”, sempre alle 20.30, con Sound Pills in musiche napoletane: dai canti delle lavandaie del XII-XII secolo alle contaminazioni della canzone napoletana col Blues e lo swing.

Si prosegue il 16 novembre a Villa Leopardi con Elio Pecora (voce), Gianni Trovalusci (fFlauti) e Antonio Caggiano (percussioni): Pecora leggerà propri versi d’amore, accompagnato dalla musica del flauto e delle percussioni.

Il 30 novembre alla Biblioteca “Ennio Flaiano” musiche di Haydn e Beethoven col Quartetto Eos, cui la giuria del “Premio Abbiati” della Critica Musicale Italiana ha assegnato il premio per i miglior gruppo giovanile dell’anno.

Il 14 dicembre ancora alla Biblioteca “Ennio Flaiano” l’arpista Augusta Giraldi e il 21 dicembre alla “Vaccheria Nardi” la pianista Silvia D’Augello.

INGRESSO GRATUITO FINO AD ESAURIMENTO POSTI

 

Mauro Mariani (anche per le foto)

 

Padre Pino Puglisi. Un supereroe rompiscatole

Si definiva proprio così, padre Puglisi: un rompiscatole. Nel senso che si era presentato a dei ragazzi con delle scatole in mano e le aveva rotte. Rompeva gli schemi di chi pensava di sapere tutto della vita, di averla impostata per sé sulla falsariga di quella che si vedeva intorno, vissuta da gente abituata ad usare gli altri. Per soldi, per lavori anche non legali, per perpetuare quello che, in Sicilia soprattutto, già il Gattopardo aveva detto che non doveva cambiare mai. Anzi, sì, cambiare, ma affinché tutto rimanesse come prima, immutato.

L’abitudine all’omertà, a quel non dire che è tanto più velenoso quanto più appartiene al vissuto quotidiano: non dire la verità, non parlare con il vicino, anche delle più futili cose viste o sentite, così non si sa, così c’è il torbido che, prima o poi, fa comodo a tutti. Poi ci sono le persone, quelle con le P maiuscole. Puglisi di P ne aveva addirittura quattro: padre, Pino, Puglisi, prete. Qualcosa che proprio non andava: prete. E uno di quelli che non assomiglia affatto, neanche lontanamente, neanche quando potrebbe fare più comodo, a don Abbondio. Puglisi ci vedeva benissimo e capiva il suo mondo, la sua gente, da dentro, per averla vissuta. Per avere condiviso le stesse paure, le stesse tragedie, le stesse omertà, anche quelle più innocue.

E ha cambiato il mondo. Da martire. Lasciandoci la vita, ma cambiando. Innanzitutto se stesso, come sempre bisogna fare. Poi, pian piano, i ragazzi accanto a lui e poi sempre più gente che si è abituata a fidarsi, a credere in lui e nella speranza. Poi la speranza è stata uccisa. Ricordo di avere visto in televisione l’intervista all’assassino. Conclusasi con l’affermazione di avere ucciso un santo e di doverci convivere. Con un sorriso, il suo, rimasto dentro e che non si è cancellato più.

Secondo la storia di Puglisi raccontata da Pappalardo in questo agile volume, se gli avessero dato la possibilità di parlare, di fare entrare i suoi assassini in casa, per bere un caffè, si sarebbero capiti. Almeno capiti, prima dello sparo. In realtà penso che tutti abbiano capito benissimo, al punto da ritenere il prete pericoloso più di qualsiasi altra cosa. Lui avrebbe cambiato davvero il suo pezzo di mondo, ci stava riuscendo e anche bene. Lui aveva il dono della parola e della Parola, ancora due P, e sapeva quanto contava, quanto poteva essere efficace. Parlare, al posto di stare zitti. Leggere il Vangelo e metterlo in pratica, anche morendo. Per lasciare la terra irrorata di sangue fertile, fervente e vivo ancora. Risuonano le parole dei tentatori in “Assassinio nella cattedrale”: un sacerdote morto sarebbe rimasto per sempre, nella gloria degli altari; chiunque, per quanto grande, si dimentica prima o poi, mentre un santo no, è perenne memoria, potenza sopra qualsiasi potenza umana. Ed avevano ragione: padre Puglisi vive ancora con il suo insegnamento che siamo noi. Un libro utile soprattutto per fare conoscere la figura del prete “supereroe” ai giovani.

 

Marco Pappalardo: “Padre Pino Puglisi”, Paoline, Milano, 2018, pagg. 112; euro 11,90

Alessia Biasiolo