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Scipione Sangiovanniè uno dei pianisti della sua generazione ad aver ottenuto il maggior numero di riconoscimenti in ambito internazionale ed è regolarmente invitato a tenere concerti in Italia e all’estero, dalla Carnegie Hall di New York alla Sala Verdi dii Milano, dal Mozarteum di Salisburgo alla Salle Cortot di Parigi e ancora a Berlino, Londra, Barcellona, Atene, Oslo, La Havana, Città del Messico e altre capitali della musica. Sarà a Roma mercoledì 1 marzo 2023 alle 18.00 per la stagione di concerti di Roma Sinfonietta all’Auditorium E. Morricone dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).Sarà uno dei concerti più originali e attesi della stagione.
Confermando le sue scelte sempre personali e anticonformiste, Sangiovanni presenta un programma in cui i vari brani sono raggruppati sotto il titolo di suite, un termine usato nel Settecento per indicare una successione di vari brani uniti dalla tonalità e altre somiglianze. La prima suite da lui creata raggruppa quattro compositori, iniziando con una Toccata di Girolamo Frescobaldi, figura dominante della musica a Roma nel Seicento, proseguendo col nuevo tango di Primavera Porteña di Astor Piazzolla e con Autumn Leaves di Joseph Kozma, che è diventato uno standard del jazz, per finire con una Passacaglia di Georg Friedrich Haendel, il grande contemporaneo di Bach. La seconda suite accosta due brani famosissimi quali In a sentimental mood di Ellington e la Ciaccona per violino di Bach nella splendida e virtuosistica trascrizione per pianoforte di Busoni.
Nelle altre suites Scipione Sangiovanni ha accostato Domenico Scarlatti a Duke Ellington, Baldassarre Galuppi a Steve Wonder e ancora Bach a George Gershwin e Herbie Hancock. In tutto eseguirà cinque suites, da luiideate raggruppando brani antichi e moderni sulla base della medesima tonalità o di una bilanciata alternanza di affinità e contrasti.
Andrea Morricone dirige il prossimo concerto della stagione di Roma Sinfonietta, che avrà luogo mercoledì 9 novembre 2022 alle 18.00 nell’Auditorium “E. Morricone” dell’Università di Roma Tor Vergata (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1)
Andrea Morricone, figlio di Ennio, ha composto più di 30 colonne sonore per il cinema, oltre a musica per teatro, televisione, radio ed elettronica, e ha vinto numerosi premi nazionali ed internazionali. È anche direttore d’orchestra ed è salito sul podio di molte orchestra in Europa, America ed Asia.
Si dedica con passione a far conoscere sempre meglio l’eredità musicale di suo padre ed ha voluto dedicare questo concerto a “Morricone sconosciuto e i suoi contemporanei”. Perché Morricone “sconosciuto”, se è un compositore famoso in tutto il mondo? Eppure una considerevole parte della sua musica è stata messa un po’ in ombra da quella più famosa e più spesso eseguita: pensiamo a molte sue bellissime colonne sonore per film che sono stati ingiustamente dimenticati e anche alla sua musica “assoluta”, cioè destinata non al cinema ma alla sala da concerto, a cui Morricone teneva moltissimo. Andrea dirigerà proprio alcune di queste musiche di suo padre meno note ma non meno belle, accostandole a quelle di musicisti che per diversi motivi gli sono stati vicini.
Il concerto si apre e si chiude nel nome del suo protagonista Ennio Morricone, di cui si ascolteranno alcune musiche per il cinema, bellissime ma di raro ascolto: Mosca, Addio per il film di Mauro Bolognini del 1987, L’uomo proiettile per il film di Silvano Agosti del 1995, Il Prato per il film di Paolo e Vittorio Taviani del 1979, Per le antiche scale per il film di Mauro Bolognini del 1975., Romanza, Quartiere per il film di Silvano Agosti del 1987. Sono invece musiche “assolute” Il sogno di un uomo ridicolo per violino e viola ed Esercizi per 10 archi solisti: quest’ultimo brano è stato definito da Morricone stesso “musica sperimentale” ed è una elaborazione di “Amami, Alfredo”, una delle melodie più famose e amate della Traviata di Verdi.
Alternati alla musica di Ennio Morricone, si ascolteranno musiche di altri quattro compositori. La prima è Introduzione e allegro per violino e pianoforte del suo maestro Goffredo Petrassi, uno dei più grandi musicisti italiani del Novecento, per cui Morricone ebbe rispetto ed ammirazione, anche se i loro rapporti non furono sempre facili. Quindi due brani di Franesco Pennisi, compositore raffinato ed elegante, amico e coetaneo di Morricone: sono Hafterthoughts – In un foglio per pianoforte e Voce per violoncello solo.
Andrea Morricone dirigerà anche la prima assoluta della propria composizione più recente, Nello sguardo. È un brano della durata di circa 5 minuti, di cui Andrea Morricone dice: “È composto nel linguaggio di musica assoluta, che mio padre prediligeva ed è evidentemente ispirato a tecniche di sue partiture. Apparentemente caotico, il caos cerca di affiorare ad una sua compostezza e portare alla trasmissione di un messaggio di irrequieta dinamica e coinvolgente espressività”.
Andrea Morricone lascerà il podio al giovane Alessandro Marini, violinista e direttore d’orchestra, per la prima esecuzione assoluta di Rapsodia Novecento per archi di Marco Sinopoli (figlio del grande e indimenticabile direttore d’orchestra Giuseppe Sinopoli). “È un piccolo tributo – scrive il giovane autore – al grande compositore e alle meravigliose musiche del film “La leggenda del pianista sull’oceano”. Le mie elaborazioni nascono da un amore di lunga data per queste musiche e da una grande ammirazione per il grande Maestro Ennio Morricone, al quale dedico questo lavoro con profonda riconoscenza”.
Oltre all’Orchestra Roma Sinfonietta diretta da Andrea Morricone, suonano sei eccellenti solisti, ben noti al pubblico romano e non solo: il violinista Vincenzo Bolognese “spalla” dell’Opera di Roma, il violista Antonio Bossone, il flautista Bruno Paolo Lombardi, il sassofonista Gianni Oddi, il pianista Antonello Maio e il violoncellista Marco Simonacci.
Dunque un concerto assolutamente da non perdere, con sette brani composti da Ennio Morricone e cinque da musicisti a lui legati da rapporti di parentela, stima, ammirazione e amicizia.
Biglietti: € 12,00 intero; € 8,00 ridotti per personale universitario e over 65; € 5,00 per studenti
La stagione concertistica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” realizzata dall’Associazione Roma Sinfonietta è una delle più importanti della capitale per numero e qualità degli eventi. Si svolgerà dal 12 ottobre 2022 al 24 maggio 2023 con ben venti concerti e sarà particolarmente ricca di proposte interessanti ed aperta ad una grande varietà di generi musicali, spaziando dal ricchissimo mondo della classica – che resta il pilastro della stagione – al teatro musicale contemporaneo, al jazz, alla musica per il cinema e alla musica popolare: questo ampio ventaglio di proposte è una sua caratteristica, che la differenzia nettamente dalle altre stagioni romane di musica da camera. D’altronde questi concerti si svolgono all’interno di una grande università e quindi si rivolgono ad un pubblico aperto a nuove esperienze ed avido di conoscenza. Oltre agli studenti, ai professori e agli altri dipendenti dell’Università (che hanno condizioni di particolare favore per l’acquisto degli abbonamenti), è ampia anche la partecipazione dei “normali” appassionati di musica.
Inaugurazione in grande stile mercoledì 12 ottobre (tutti i concerti si svolgono il mercoledì alle ore 18.00 nell’Auditorium E. Morricone della Macroarea di Lettere e Filosofia, in via Columbia 1) con l’Orchestra Roma Sinfonietta, nota in tutto il mondo per le sue numerosissime tournée internazionali, spesso con Ennio Morricone come direttore. Il primo brano in programma è il Concerto n. 4per pianoforte e orchestra di Beethoven, un capolavoro assoluto della musica per pianoforte: il solista è Giuseppe Albanese, che è tra i più richiesti pianisti della sua generazione, è regolarmente presente con recital e concerti nelle più prestigiose sale internazionali e incide per Deutsche Grammophon, la più autorevole casa discografica nel campo della musica classica. Conclude il concerto la Sinfonia da camera op. 110A di Šhostakovič (una trascrizione di Rudolf Barshai del Quartetto n. 8 del compositore russo). Dirige Gabriele Bonolis.
Giuseppe Albanese (foto di Francesco Bondi)
La settimana dopo si ha subito una dimostrazione della varietà di questi concerti, mai banali e scontati: il Luca Velotti Trio presenterà con il titolo “Woody Allen Movie Music” alcune delle musiche che Allen – grande appassionato di jazz e buon clarinettista – ha scelto come colonne sonore dei propri film. Il 9 novembre terzo concerto e terza proposta originale e stimolante: sotto il titolo “Morricone sconosciuto e i suoi contemporanei” sono riunite musiche dello stesso Morricone, del suo maestro Goffredo Petrassi, del suo coetaneo Francesco Pennisi, del suo giovane ammiratore Marco Sinopoli (che a Morricone si è ispirato per le sue Variazioni su La leggenda del pianista sull’oceano) e di suo figlio Andrea Morricone, che sarà anche il direttore di questo concerto. Suona Roma Sinfonietta, che non è solo l’orchestra “di casa” ma anche l’orchestra prediletta da Ennio Morricone. Anche il successivo concerto (16 novembre) è dedicato ad un grande artista italiano, Pier Paolo Pasolini: si ascolteranno le prime esecuzioni assolute di musiche scritte da quattro compositori italiani contemporanei, Giovanni Costantini, Maurizio Gabrieli, Giorgio Nottoli e Riccardo Santoboni, che si sono ispirati ai testi del poeta, scrittore e regista friulano.
Dopo questi omaggi a grandi artisti del recente passato, la stagione presenterà un musicista giovanissimo, aprendo così una finestra sul prossimo futuro. È il diciannovenne violoncellista romano Ettore Pagano, che sta facendo incetta di premi in importanti concorsi internazionali: recentissima la sua trionfale affermazione al concorso intitolato al grande compositore russo-armeno Aram Khachaturian. Davanti al pubblico della sua città eseguirà musiche per violoncello solo di Bach, Hindemith e Kodaly, un programma che metterà alla prova non solo il suo virtuosismo ma anche la sua maturità d’interprete (30 novembre). Il 7 dicembre l’Ensemble Roma Sinfonietta eseguirà musiche di Casella, Carpi e Ravel, ingiustamente trascurate per il solo motivo che richiedono gruppi strumentali rari e inusuali. Il 2022 si chiude festosamente il 14 dicembre, quando Fabio Maestri dirigerà l’Orchestra Roma Sinfonietta nelle travolgenti e irresistibili DanzeUngheresi di Brahms e in alcuni intramontabili valzer di Strauss (Rose del sud, Vino, donne e canto, Valzer dell’Imperatore e altri), che con i loro colori accesi e seducenti e le loro melodie sentimentali alternano la gioia di vivere alla dolce malinconia.
Si riprende il 15 febbraio 2023 con un concerto per il ventesimo anniversario della Facoltà di Lettere e Filosofia, che non poteva aver miglior protagonista del Coro dell’Università stessa – intitolato a Claudio Casini, già docente di storia della musica presso l’Università “Tor Vergata” – e che sarà diretto da Stefano Cucci: il programma è una sintesi di storia della musica, iniziando dal Cinquecento di Orlando di Lasso, passando per il romanticismo di Schubert e i cori patriottici di Verdi e concludendosi con Morricone, a cui l’auditorium è intitolato. Il concerto seguente è interamente dedicato a Mozart, di cui il violinista Marco Fiorentini darà insieme all’Orchestra Roma Sinfonietta un appetitoso assaggio dell’integrale per violino e orchestra. L’1 marzo si ritorna a spaziare attraverso i secoli col pianista Scipione Sangiovanni, che parte dal barocco di Frescobaldi, Bach e D. Scarlatti e arriva al nuevo tango di Piazzolla ed al jazz di Ellington. Anche I solisti Aquilani, storico complesso noto in tutto il mondo e specializzato nella musica del periodo barocco, questa volta si divertono a spaziare dal Settecento di Mozart all’Ottocento di Grieg e al primo Novecento di Holst (15 marzo).
Una data da segnarsi è il 22 marzo, perché si avrà un imperdibile appuntamento con un’opera contemporanea e precisamente con Sogno (ma forse no), scritta da Matteo D’Amico, uno dei più interessanti e stimati compositori italiani di oggi, che insieme al librettista Sandro Cappelletto ha ricavato il soggetto di questo suo atto unico dall’omonima commedia di Luigi Pirandello. Sul podio Fabio Maestri, un direttore che si è conquistato una solida reputazione nel campo della musica contemporanea, e non solo.
La primavera riserva anche due imperdibili incontri con la musica del Settecento, eseguita da alcuni dei migliori interpreti della musica barocca in campo internazionale: il 29 marzo Bach e Vivaldi saranno eseguiti dal soprano Lucia Napoli e dal violinista Marco Serino, affiancati dall’Ensemble Roma Sinfonietta, mentre il 26 aprile Francesco Cera, clavicembalista di solida fama internazionale, suonerà autori tedeschi (Bach e Haendel), francesi (Couperin) e Italiani (Frescobaldi e D. Scarlatti). Tra questi due appuntamenti col barocco, il pianista Davide Cabassi, regolarmente ospite delle maggiori orchestre e società di concerto europee ed americane, esegue il 5 aprile alcuni capisaldi del pianismo ottocentesco (Schumann e Musorgsky) ma fa anche un’escursione nella contemporaneità, qui rappresentata da Mauro Montalbetti, uno dei più interessanti compositori italiani di oggi, che collabora con la compagnia di danza berlinese Sasha Waltz e ha scritto per Teatro alla Scala, Teatro la Fenice, RAI Nuova Musica, Biennale Musica di Venezia, North/South Consonance di New York… e qui ci fermiamo.
La primavera sarà anche la stagione di alcuni concerti “stravaganti”. Il 19 aprile quattro eccellenti contrabbassisti, che si sono dati il nome scherzoso di “The Bass Bang”, intitolano il loro concerto “Le basse stagioni”, ovvero “libera confusione musicale su temi… moderatamente scottanti e non”: da ascoltare, anche per scoprire cosa si nasconde dietro questo titolo.
Seguono due incontri con la musica tradizionale italiana. Il 3 maggio Ambrogio Sparagna con la sua Orchestra Popolare Italiana ci rivolge un inequivocabile invito: “E ora al ballo”. Sette giorni dopo, per la serie “Musiche dalle Regioni d’Italia” è di scena il Molise, con i riti del Maggio, le zampogne e la carregna per San’Antonio, a cura di Giorgio Adamo, Giuseppe Giordano e Vincenzo Lombardi, etnomusicologi dell’Università romana.
Il 17 maggio l’Ensemble Roma Sinfonietta suonerà L’Histoire du soldat di Stravinskij, fantastico e irresistibile capolavoro del Novecento, più un Duo e un Trio di Raffaele Bellafronte: un’occasione per conoscere meglio questo compositore contemporaneo italiano, che è più facile ascoltare a Vienna, Mosca, New York e Tokyo che non a Roma. Gran finale il 24 maggio con un concerto dal titolo letteralmente stuzzicante: “Note di gusto: musimenù all’Italiana”. È un vero e proprio ricettario regionale, che mette in luce le diverse tradizioni culinarie territoriali, andando con la musica e il canto alla scoperta dell’immensa ricchezza della cucina italiana. La soprano e performer Laura Catrani intonerà 20 ricette messe in musica dalla compositrice Roberta Vacca. Per fare qualche esempio: Piemonte – Bagna càuda, Lazio – la Grattachècca de la sora Maria, Campania – na’ Tazzulell’e’ Cafè, Sicilia – Cannòla ca ricòtta… un menù ricco, vario e appetibilissimo, esattamente come l’intera stagione concertistica dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
Per la stagione di Roma Sinfonietta mercoledì 27 ottobre alle 18.00 nell’Auditorium “E. Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1) suona il Quint’ètto, formato da musicisti dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Questo quintetto d’archi (Rosario Genovese e Ruggiero Sfregola ai violini, Giovanni Leonetti alla viola, Francesco Di Donna al violoncello e Andrea Pighi al contrabasso) trova le sue origini nello studio del repertorio classico, unito alle esperienze personali individuali dei cinque musicisti che, pur essendo di formazione classica, hanno avuto singolarmente vaste esperienze in altri generi musicali, apportando ognuno al gruppo il proprio “ètto” di cultura. Hanno sperimentato e fatto proprio un repertorio che va dai rock sfrenati di Elvis Presley alle rielaborazioni di musiche di W.A. Mozart, passando per la musica popolare brasiliana, swing, blues, tango argentini e altri tra i brani musicali più famosi e belli scritti nel ‘900. Oggi il Quint’etto suona regolarmente per le più prestigiose associazioni concertistiche in Italia e all’estero, ottenendo un grande successo ad ogni sua performance.
Il programma dei concerti del Quint’etto è sempre “a sorpresa” , cioè viene deciso sul momento, scegliendo tra brani di ogni tipo e genere: classico rivisitato, rock , jazz, pop, melodico, tango, dance, in base alla reazione del pubblico che diventa parte attiva nel concerto, a volte in maniera determinante. La fusione dei generi è anche la fusione tra musicisti e ascoltatori, ricordando che un musicista è prima di tutto ascoltatore e il suo pubblico è musicista nel suo cuore.
Mercoledì 19 febbraio 2020 alle 18.00 nell’Auditorium “E. Morricone” (Università di Roma “Tor Vergata”, Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1) per la stagione di Roma Sinfonietta presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” suona l’Armonie Quartet, formato da Luca Vignali – uno dei migliori oboisti italiani e primo oboe solista dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, con esperienze con altri grandi orchestre come i Berliner Philharmoniker – e dalla violinista Anna Chulkina, dalla violista Gaia Orsoni e dalla violoncellista Kyung Mi Lee.
Il programma è molto vario, spaziando dall’inizio del Seicento alla fine del Novecento e presentando sia musiche scritte originariamente per questa formazione sia trascrizioni. Al centro del concerto sta il brano più famoso per questi quattro strumenti, il Quartetto in fa maggiore K 370, scritto da Wolfgang Amadeus Mozart nel 1781: questo capolavoro fu scritto evidentemente per un grande oboista, data la difficoltà della parte. Sono originali anche il Quartetto in si bemolle maggiore di Johann Christian Bach, ultimogenito dei venti figli del grande Johann Sebastian e all’epoca molto più noto e apprezzato del padre; fu anche tra gli insegnanti di Mozart e si racconta che l’allievo era talmente giovane che il maestro lo prendeva sulle sue ginocchia. Originale per questo gruppo strumentale è anche il Quartetto op. 61 di Malcolm Arnold, uno dei più apprezzati compositori inglesi contemporanei: è stato definito “una composizione melodiosa, spiritosa e geniale”.
In programma anche due trii. Il Trio in si bemolle maggiore di Franz Schubert – una delle tante composizioni lasciate incompiute da questo autore – è un piccolo capolavoro giovanile. L’Instrumentalsatz in fa maggiore BWV 1040 di Johann Sebastian Bach è un breve pezzo strumentale, che il compositore stesso dimostrò di apprezzare molto, riutilizzandolo in diversi suoi lavori vocali, sia sacri che profani.
Il resto del programma consiste in stuzzicanti trascrizioni strumentali di alcuni notissimi brani di musica vocale, ovvero “Il lamento della Ninfa” di Claudio Monteverdi, l’aria “Lascia che io Pianga” dal “Rinaldo” di Georg Friedrich Haendel e, come gran finale, la famosissima e amatissima romanza “Vissi d’arte” dalla “Tosca” di Giacomo Puccini.
La stagione concertistica organizzata da Roma Sinfonietta presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” avrà uno dei suoi momenti culminanti mercoledì 22 febbraio alle 18.00 con il concerto di Giuseppe Albanese, uno dei pianisti della giovane generazione più richiesti dalle grandi istituzioni musicali di tutto il mondo (Auditorium “Ennio Morricone” della Macroarea di Lettere e Filosofia in via Columbia 1).
Sono in programma tre dei capolavori più famosi non solo dei primi anni dell’Ottocento ma di tutta la letteratura pianistica: la Fantasia in do maggiore op. 17 di Robert Schumann, la Sonata quasi una fantasia op. 27 n. 2 “Al chiaro di luna” di Ludwig van Beethoven e la Fantasia “Wanderer” di Franz Schubert.
Per questo suo concerto Giuseppe Albanese ha scelto il titolo “Fantasia”, come il disco dallo stesso titolo e con lo stesso programma che nel 2014 ha segnato l’inizio della sua collaborazione con Deutsche Grammophon, l’etichetta più prestigiosa nel campo della musica classica. A questo primo cd è seguito nel 2015 l’album “Après une lecture de Liszt”, interamente dedicato al compositore ungherese. Nel marzo 2016 Decca Classics ha inserito nel box con l’opera omnia di Bartók la sua registrazione in prima mondiale del brano “Valtozatok”.
Giuseppe Albanese, che ha ora trentasei anni, è nato a Reggio Calabria, ha studiato pianoforte al Conservatorio di Pesaro e all’Accademia Pianistica Internazionale di Imola e si è laureato anche in filosofia. Ha vinto nel 1997 il Premio Venezia e nel 2003 il primo premio al Concorso Internazionale “Vendome Prize”, definito da Le Figaro “il concorso più prestigioso del mondo attuale”. È invitato a dare recital e concerti con orchestra sulle più prestigiose ribalte internazionali e ha suonato in tutta l’Europa, nelle due Americhe ed in estremo oriente.
Con il clarinettista Alessandro Carbonare e il pianista Monaldo Braconi proseguono mercoledì 18 novembre alle 18.00 i concerti dell’Università di Roma “Tor Vergata” presso l’Auditorium “Ennio Morricone” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1), realizzati dall’Associazione Roma Sinfonietta e dall’Associazione Musica d’Oggi.
La musica klezmer si incontra con la musica da film e i classici del ‘900 nel vario e vivace programma ideato da Alessandro Carbonare, che è attualmente primo clarinetto solista dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia e ha collaborato nello stesso ruolo con Orchestre National de France, Berliner Philharmoniker, Chicago Symphony e New York Philharmonic. É stato il clarinettista preferito da Claudio Abbado, che l’ha chiamato come clarinetto solista dell’Orchestra Mozart e per incidere il Concerto di Mozart. Ha realizzato anche altre incisioni per Decca e Deutsche Grammophon.
Insieme a lui Monaldo Braconi, che collabora con grandi solisti e svolge egli stesso una brillante carriera di solista, che lo porta a frequenti tournée in tutta Europa e fino in Cina.
Il concerto inizia con la Sonata di Francis Poulenc e include due altri grandi compositori del Novecento, Bela Bartok (Danze rumene) e Leonard Bernstein (Sonata). Al centro un pezzo virtuosistico, Le api di Antonino Pasculli, compositore considerato l’equivalente di Paganini per gli strumenti a fiato. Inoltre tre pezzi composti da John Williams per il film Schindler’s List, vincitore dell’Oscar nel 1993 per la migliore colonna sonora. Gran finale con la musica klezmer: Abdala – Blistpost di Reiner Kuttenberger e Sholem Aleikem Rov. Feldmann di Bela Kovacs.
Biglietti: euro 10,00 – Ridotti euro 8,00 – Studenti euro 4,00; acquistabili anche all’ingresso dell’auditorium prima del concerto.
“Suoni, parole e immagini a cento anni dalla prima guerra mondiale”: questo il titolo del concerto multimediale di mercoledì 11 marzo alle 18.00 nell’Auditorium “Ennio Morricone” della Facoltà di Lettere e Filosofia (via Columbia 1) per la stagione di concerti dell’Università di Roma Tor Vergata, con l’organizzazione artistica di Roma Sinfonietta, il contributo del Mibact e il sostegno della Banca di Credito Cooperativo di Roma.
Proiezioni e testi si alterneranno alla musica. Sono in programma brani che combinano strumenti e musica elettronica. Di Danilo Santilli si ascolterà Mia Cara Lucia, per voce registrata, suoni di sintesi e suoni campionati, in prima esecuzione assoluta. Di Giovanni Costantini Traccia sospesa, per pianoforte, tracce sonore e live electronics, in prima esecuzione assoluta. Di Riccardo Santoboni Lucis Side Edge, per violoncello, live electronics e live video. Di Giorgio Nottoli Intreccio policromo, per pianoforte, gong e live electronics. Interpreti Marco Simonacci (violoncello) e Francesco Prode (pianoforte).
L’attore Armando De Ceccon leggerà poesie di Pietro Jahier, John McCrae, Carlo Delcroix, Eugenio Montale, Robert Skorpil, Giuseppe Ungaretti, Bonaventura Tecchi, Vann’ Anto’ e Anonimo. Poesie di Pietro Jahier, John McCrae, Carlo Delcroix, Eugenio Montale, Robert Skorpil, Giuseppe Ungaretti, Bonaventura Tecchi, Vann’ Anto’ e anonimi, frammenti di prosa di Emilio Lussu e Robert Musil, frammenti estratti da giornali d’epoca e scritti di Cadorna.
Il concerto è costituito da un percorso multimediale cui danno vita quattro compositori. Ciascuno di essi ha anche scelto i testi con cui la sua composizione dialoga Le immagini, scelte dall’artista visivo in collaborazione con i quattro compositori, tra foto e filmati della prima guerra mondiale, fungono da tessuto unificante, convogliando con immediatezza l’attenzione del fruitore sui punti cardine dell’intero percorso. Poesia e prosa con musica possono creare immagini percettive di straordinaria espressività, un mezzo ideale per costruire un percorso emotivo complesso, che vuole mettere in relazione a gli avvenimenti di allora con le sensibilità di oggi: le intenzioni eroiche di quel tempo, la tragicità, le sofferenze e gli orrori di quella e di ogni guerra con le conquiste ideali del ‘900 e l’Europa unita. Grandi poeti e scrittori, insieme a comuni cittadini e soldati, ci hanno lasciato straordinarie testimonianze della prima guerra mondiale. Fra queste si è scelto, cercando ancora le intersezioni fra l’oggi e l’allora, i momenti in cui si trascende il semplice documento di guerra per creare un’immagine che, a questa distanza, divenga significativa ed espressiva.
Le musiche fanno uso delle moderne tecnologie elettroniche oltre che degli strumenti acustici tradizionali. Per la prima volta si utilizzerà all’Università di Roma “Tor Vergata” una proiezione sonora dal vivo con 28 altoparlanti.
Biglietti E. 10,00, Ridotti E. 8,00, Studenti E. 5,00 in vendita all’Auditorium Ennio Morricone prima del concerto.
Prosegue la stagione concertistica dell’Associazione Roma Sinfonietta nell’auditorium “Ennio Morricone” della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Tor Vergata, in via Columbia 1.
Mercoledì 2 aprile, alle 18.00, si terrà il concerto dell’Orchestra Roma Sinfonietta diretta da Carlo Rizzari. Sono in programma due grandi compositori del periodo barocco. Lo Stabat Mater è l’ultima composizione di Giovan Battista Pergolesi, portata a termine pochi giorni prima della sua precocissima morte a soli ventisei anni. Era la prima volta che la musica sacra si animava di un calore e di una carica emotiva nuovi e dopo quasi trecento anni non si è ancora attenuata la drammaticità quasi teatrale della rappresentazione del dolore della Madonna sul corpo del figlio morto. A Pergolesi segue Georg Friedrich Haendel con la sfavillante Suite in re maggiore per tromba e archi, esempio del barocco trionfale e festante, anche grazie al suono sfolgorante della tromba.
In Pergolesi cantano il soprano Paola Sanguinetti e il mezzosoprano Renata Lamanda. In Haendel il solista di tromba è Andrea Di Mario.
Sul podio Carlo Rizzari, che al ruolo di assistente di Antonio Pappano all’Accademia di Santa Cecilia affianca una carriera internazionale sempre più intensa e ricca di soddisfazioni. Dirige regolarmente l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia e ha diretto l’Orchestra Sinfonica di Montreal, l’Orchestra della Suisse Romande, l’Orchestra Sinfonica di Graz, l’Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli, l’Orchestra Regionale Toscana, l’Orchestra di Padova e del Veneto, l’Orchestra della Fondazione Toscanini di Parma. In campo operistico ha diretto al Teatro Carlo Felice di Genova, al Bellini di Catania, al Petruzzelli di Bari, al Sao Carlos di Lisbona, al Reate Festival.
Mercoledì 2 aprile ore 18.00
Orchestra Roma Sinfonietta
Carlo Rizzari – direttore
Paola Sanguinetti – soprano
Renata Lamanda – mezzosoprano
Andrea Di Mario – tromba
GIOVAN BATTISTA PERGOLESI – Stabat Mater
GEORG FRIEDRICH HAENDEL – Suite in re maggiore per tromba e archi