“Aqua” alla GAM di Verona

Gli spazi dedicati al Contemporaneo si aprono a nuovi allestimenti, con un percorso emozionale dedicato al tema dell’acqua. Le opere di sette artisti in dialogo fra loro in una sorta di viaggio surreale nella natura, per avvicinare, capire e apprezzare una delle principali linfe della vita, l’Aqua. È l’acqua, fonte di vita e al contempo elemento distruttivo e caotico, la protagonista della nuova esposizione contemporanea allestita alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti nello spazio ‘Contemporaneo Non-Stop. Il respiro della natura/AQUA’ a cura di Patrizia Nuzzo. In mostra le opere degli artisti del comparto del contemporaneo della GAM – Stefano Cagol, Daniele Girardi, Patrizia Maimouna Guerresi, Maria Teresa Padovani, Jaume Plensa – insieme a quelle di due autori rappresentati da Galleria dello Scudo e da ArteRicambi, rispettivamente Giovanni Frangi e Fabrizio Gazzarri.

L’esposizione sarà visibile al pubblico fino ad ottobre 2023.

“Questa mostra – spiega Battaggia presidente della Commissione Cultura – sviluppa il primo dei quattro elementi, acqua terra, fuoco ed aria, programmati nel format ‘Contemporaneo non-stop’, inaugurato da Patrizia Nuzzo, alla GAM, nel 2020. Ad ogni appuntamento sono valorizzate, con le opere in dotazione alla GAM, altre opere rese disponibili da due gallerie del territorio. Un riconoscimento pieno dell’importanza che i soggetti privati hanno assunto nel nostro territorio grazie a tradizioni di grandissima professionalità. Grazie a queste sinergie tra pubblico e privato la nostra città, seppure in un momento storico di gravi difficoltà, specialmente per le finanze pubbliche, è in grado di affrontare con pieno successo le programmazioni artistiche proposte”.

“I progetti dedicati al contemporaneo dai Musei Civici e dalla GAM, come Aqua in questa occasione – evidenzia la direttrice Rossi – intendono contribuire attivamente alla riflessione sui temi dell’ecologia e del rapporto tra uomo e natura, complicato negli ultimi decenni dagli effetti del cambiamento climatico, sempre più gravosi sulla vita del pianeta e delle persone”.

“L’edizione del 2022 del progetto è dedicata all’elemento acqua, nella sua accezione latina AQUA, intesa sia come luogo di vita, sorgiva e purificante, sia come elemento distruttivo e caotico – spiega la curatrice Nuzzo –. Un percorso nelle ‘forme naturali’ dell’arte che si specchiano e si confondono in quelle del mondo per cogliere il ‘respiro’ dell’antica e sconfinata natura, metafora della creazione, che si traduce nella grande enigmaticità dell’arte”.

La mostra è visibile da martedì a domenica, dalle ore 11 alle 19 (ultimo ingresso alle 18.30).

Roberto Bolis

Giornata del Contemporaneo: l’opera dell’artista Calò a Palazzo Forti

Arte, scienza, natura ed emergenza dell’ecosistema. In occasione della Giornata del Contemporaneo, il cambiamento climatico prende forma attraverso le visionarie creazioni di denuncia degli artisti impegnati a costruire una nuova consapevolezza umana.

Alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, protagonista sarà l’artista Giorgio Andreotta Calò, autore dell’immagine guida della grande manifestazione nazionale promossa da AMACI (associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani), nonché del progetto Remoto, ideato per i Musei civici veronesi e vincitore di PAC2020 – Piano per l’Arte Contemporanea promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

L’appuntamento è per sabato 8 ottobre, con la presentazione al pubblico della prima parte del progetto realizzato in esclusiva per i Musei Civici di Verona dall’artista.

Programma Giornata del Contemporaneo. Solo per sabato 8 ottobre il lavoro di Calò realizzato per la GAM sarà visibile a Palazzo Forti, con ingresso gratuito dalle ore 12 alle 18.30, sotto il portico del Famedio, in stretto dialogo con la verticalità dell’opera di Sol LeWitt, in ragione di un’affinità concettuale che accomuna entrambi gli artisti.

Dalle ore 11 alle 19 ingresso gratuito anche alla Galleria d’Arte Moderna, dove sarà visibile il video informativo dell’opera Remoto e dalle ore 16 alle 17 un’operatrice didattica sarà a disposizione per accogliere i visitatori e presentare la Galleria e la collezione.

Sempre alla GAM, alle ore 11.30, presentazione alla stampa della Giornata del Contemporaneo e del progetto Remoto, a cui seguirà la visita a Palazzo Forti per la visione dell’opera .

Progetto Remoto. Strutturato per la GAM, per il giardino scarpiano del Museo di Castelvecchio e per il Museo di Storia Naturale, il progetto di Calò è concepito in stretta relazione con il contesto culturale e naturale del territorio.

Remoto si origina infatti da una campagna geognostica volta a rintracciare tramite carotaggio – operazione di estrazione di campioni di sottosuolo, dette carote – una sequenza di strati rocciosi e, da questi, i cambiamenti registrati nel tempo dall’area di prelievo.

I materiali raccolti divengono così la spina dorsale di un’operazione destinata a dare testimonianza del processo evolutivo del territorio, di cui ogni istituzione museale civica può, in un programma a lungo termine, darne una sfumatura specifica legata alla propria identità culturale.

Esposizione alla GAM. Il carotaggio, una sequenza lineare di 6 metri, è mostrato nella sua integrità di manufatto originale, come linea di pietra che registra una porzione di tempo e come esempio di linguaggio plastico. Per la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, infatti, l’artista ha declinato il progetto nella forma di un intervento lineare da collocare a pavimento.

Il progetto è promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, a cura di Elena Forin e prodotto da Studio Giorgio Andreotta Calò, con la collaborazione dei Musei Civici.

GIORGIO ANDREOTTA CALÒ

Nato a Venezia nel 1979, vive e lavora tra l’Italia e l’Olanda.

Ha studiato scultura all’Accademia di Belle Arti di Venezia e alla Kunsthochschule di Berlino, diplomandosi nel 2005 con una tesi su Gordon Matta-Clark. Tra il 2001 e il 2007 è stato assistente di Ilya ed Emilia Kabakov. Nel 2008 si è trasferito in Olanda dove è stato artista in residenza alla Rijksakademie van Beeldende Kunsten di Amsterdam (2009-2011). Nel 2011 il lavoro di Calò è stato presentato alla 54^ Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia diretta da Bice Curiger. Nel 2012 ha vinto il Premio Italia per l’arte contemporanea promosso dal Museo MAXXI di Roma con l’opera Prima che sia notte. Tra il 2012 e il 2013 è stato artista in residenza presso il Centre National d’Art Contemporain di Villa Arson (Nizza, Francia). Nel 2014 vince il Premio New York, promosso dal Ministero per gli Affari Esteri Italiano. Nel 2017 Calò è uno dei tre artisti invitati a rappresentare l’Italia nel Padiglione curato da Cecilia Alemani nell’ambito della 57. Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia. Nel 2017, con il progetto Anastasis, vince la seconda edizione del bando Italian Council promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, per la realizzazione di un’installazione monumentale presentata nel 2018 presso l’Oude Kerk di Amsterdam. Nel 2019 gli viene dedicata una mostra personale presso Pirelli HangarBicocca a cura di Roberta Tenconi.

Roberto Bolis

“Thanks to” alla GAM

La ricostruzione del Ponte della Vittoria vista con gli occhi del pittore veronese Albano Vitturi. L’opera, datata 1925, è l’ultima tra quelle donate al Comune ed è stata scelta per inaugurare il nuovo spazio appositamente dedicato alle donazioni, allestito all’interno della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti di Verona, dal titolo ‘Thanks to’. Un progetto espositivo voluto dalla direzione Musei civici, per evidenziare il contributo di collezionisti e artisti che, con la loro generosità e passione per l’arte e i musei, contribuiscono ad accrescere e valorizzare il patrimonio pubblico. Uno spazio speciale, arricchito anche dal quadro di Vitturi ‘Progetto per il Ponte della Vittoria, 1925’, donato quest’anno ai Musei civici dalla collezionista Cristina Fraccaroli Tantini. L’opera fu realizzata dall’artista in occasione del concorso nazionale bandito negli anni ’20 dal Comune di Verona per la costruzione di un ponte monumentale, che doveva esaltare la Vittoria e il ricordo dei caduti della Grande Guerra. Al concorso parteciparono 40 progetti e si aggiudicò il primo premio la proposta presentata dall’architetto Ettore Fagiuoli e dall’ingegnere Ferruccio Cipriani.

“Un nuovo ed importante esempio di come il sistema Verona, fortemente sostenuto da questa Amministrazione – sottolinea il sindaco – sia stato compreso e apprezzato dai cittadini veronesi, che ogni giorno, con una crescente partecipazione civica, si impegnano a collaborare con il Comune in favore della città. Questa donazione rappresenta la volontà di condividere con un’intera comunità un bene privato prezioso, per arricchire la cultura cittadina e per ampliare le risorse artistiche disponibili ai Musei civici veronesi.
Un gesto di generosità importante, che accogliamo con entusiasmo, ringraziando la collezionista Fraccaroli Tantini per aver voluto omaggiare la città con questo speciale dipinto”.

“La donazione di Fraccaroli Tantini – precisa l’assessore Briani – è stata appositamente scelta per inaugurare il nuovo spazio espositivo delle donazioni allestito alla Gam. Un progetto dei Musei civici, per mettere in risalto il contributo di collezionisti e artisti che, con la loro generosità e passione per l’arte e i musei, contribuiscono ad accrescere e valorizzare il patrimonio pubblico. Ringraziamo sentitamente la collezionista per la sensibilità e l’attenzione dimostrata. L’opera di Vitturi fu realizzata per concorrere ad un bando nazionale promosso dal Comune di Verona per la costruzione di quello che oggi conosciamo come il Ponte della Vittoria, realizzato proprio per esaltare la Vittoria e il ricordo dei caduti della Grande Guerra”.

“Il progetto di Vitturi puntò su una scenografia esuberante, una sorta di fantasia ‘gotico-futurista’ – spiega la direttrice Rossi – dove tra le forme acute della slanciata architettura appare una sfilata di cavalieri armati, che rievocano il glorioso medioevo veronese delle conquiste degli Scaligeri. Animata da sensibilità civica e da una profonda passione per la cultura artistica del Novecento veronese, la donatrice Tantini ha inteso, con questo gesto, partecipare attivamente ai progetti sviluppati dalla direzione della GAM, che pongono al centro anche questi importanti contributi artistici offerti ai Musei civici dalle collezioni private”.

“Vitturi ha raffigurato la Verona del futuro, la città che non c’è, nel doppio senso della città che sarà ma anche di quella che potrà non esserci” dichiara Cristina Fraccaroli Tantini, che ha donato l’opera affinché sia valorizzata nella Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, nel filone dell’iconografia visionaria della città di Verona e in particolare in rapporto alle opere di Ettore Beraldini e Baldassare Longoni.

Albano Vitturi (1888-1968). La produzione del pittore veronese, contemporaneo di Trentini, Zamboni, e molti altri protagonisti del primo Novecento locale, costituisce un corpus assestante dal punto di vista formale e culturale. Il suo stile non viene mai interessato appieno dalla lezione divisionista, né dal Simbolismo, o dal cosiddetto “realismo magico”, ma si condensa nella ricerca di una pacata tangibilità delle figure, in impianti luminosi a tutto campo. Vitturi è influenzato dalla pittura di Cézanne che ha modo di ammirare nella Biennale veneziana del 1920. Il pittore veronese intende trasporre sulle proprie tele una posata tranquillità plastica, una sicurezza d’impianto che mutua dal linguaggio cézanniano. L’artista non cerca la rottura con la tradizione, ma al contrario tenta di inserirsi nell’alveo della ricerca figurativa con un linguaggio organico e unitario, le cui tipologie derivano da un interessante intreccio tra brividi modernisti e nuovi ritmi plastici. Dai dipinti degli episodi di guerra in Albania ai primi ritratti, dalla solarità delle spiagge adriatiche alla visione senza confine del contesto urbano e dei paesaggi collinosi attorno a Verona, si può cogliere tutta l’attenzione dell’artista alla coeva pittura francese, ma anche, da artista legato alle vicende del proprio territorio, agli echi secessionisti di Monaco e Vienna, sino alla sensibilità coloristica della Scuola Romana. La sua poetica si condensa in una pittura libera, senza forzature, intenta a riflettere sulla costruzione dell’opera per piani e blocchi in una visione oggettiva solida e sintetica.

Roberto Bolis (anche per la fotografia)

Incanto e visione alla GAM

La Galleria d’Arte Moderna di Verona si rinnova, con la proposta di un nuovo percorso espositivo arricchito di importanti novità provenienti dalla collezione dei Musei civici e mai viste prima dal pubblico. Ad attendere i visitatori nei rinnovati spazi della Gam, quindi, la mostra ‘Incanto e visione: verso la modernità’, dedicato ai maestri che hanno saputo raccontare il processo di ‘emancipazione’ verso la modernità. Il nuovo percorso espositivo, curato da Francesca Rossi e Patrizia Nuzzo, intende presentare i linguaggi di quegli artisti che, con coraggio e fiducia nel futuro, hanno saputo affrancarsi dai lacci accademici, inaugurando nuove pratiche e processi artistici. Una ricerca artistica quasi ‘rivoluzionaria’, rivolta alla modernità. Un’esposizione strutturata attraverso la formula della rotazione delle opere della collezione della GAM, che ha lo scopo di far conoscere gran parte dei lavori custoditi nei depositi e, per quanto riguarda alcune opere, mai esposti prima.

L’esposizione si articola dalle lezione dei Macchiaioli toscani, con le opere di Telemaco Signorini, a Vincenzo Cabianca, alla scuola di Posillipo con Guglielmo Ciardi, a quella di Resina con i fratelli Palizzi, per giungere alle atmosfere simboliste ‘fin de siècle’ con Alfredo Savini, Angelo Dall’Oca Bianca, Ruperto Banterle, Mario Salazzari e Vincenzo De Stefani.

I linguaggi secessionisti – documentati attraverso il corpus di opere di Felice Casorati, Angelo Zamboni, Gino Rossi – insieme ai lavori divisionisti di Baldassare Longoni e alla splendida Maternità di Gaetano Previati, eccezionale prestito dalle collezione del Banco BPM, segnano l’approdo a una modernità ormai ineludibile. E’ il tempo in cui gli artisti si avviano ad esplorare nuovi territori del linguaggio, dove la pittura non può che raccontare se stessa, attraverso la magia del colore, la tensione delle forme, l’incanto della luce, la ricchezza della materia.

All’interno dell’allestimento trova posto anche un nuovo spazio appositamente dedicato alle donazioni, dal titolo ‘Thanks to’. Un progetto voluto dalla direzione Musei civici, per evidenziare il contributo di collezionisti e artisti che, con la loro generosità e passione per l’arte e i musei, contribuiscono ad accrescere e valorizzare il patrimonio pubblico. Inaugura lo spazio il progetto per il Ponte della Vittoria, 1925, di Albano Vitturi, donato da Cristina Fraccaroli Tantini nel 2021.

La mostra è il primo nuovo percorso espositivo realizzato con il rinnovato impianto di illuminazione. Un progetto completato lo scorso marzo, che permette di valorizzare gli spazi espositivi e le opere, rendendo più attrattivo il museo e allo stesso tempo di risparmiare sui consumi di energia.

“Un nuovo percorso – spiega l’assessore Briani –, che ci consente di esporre parte delle opere della collezione civica d’Arte Moderna, normalmente conservate nei depositi e non visibili. Un’opportunità per il pubblico, quindi, di poter ammirare capolavori mai presentati prima, inseriti in una rinnovata esposizione sulla ‘modernità’, che mette in luce la ricerca artistica realizzata fra fine ’800 e inizio ‘900 da alcuni artisti illuminati. Nel rinnovato percorso sono poste in evidenza anche le donazioni pervenute ai Musei civici da parte di cittadini veronesi, che hanno generosamente messo a disposizione della città alcuni loro splendidi capolavori”.

“In mostra il fior fiore dell’800 e primo ‘900 veronese e di altre scuole – precisa la direttrice Rossi –. La Galleria conserva numerosi capolavori di questo periodo mai visti prima e che, con questa proposta di rinnovo, vengono presentati al pubblico in un percorso espositivo completamente rivisto, il cui filo conduttore è la ‘modernità’ e, con essa, lo sguardo al futuro degli artisti visionari di quel periodo. Il tutto i una dirompente energia creativa, che sottolinea la voglia di lasciarsi il passato alle spalle e di volgere lo sguardo verso le espressioni artistiche più moderne. Un percorso molto affascinante, fra dipinti e sculture tutti correlati dal punto di vista delle dinamiche e dei temi”.

“Un inno al coraggio – sottolinea la curatrice Nuzzo –. L’esposizione, infatti, presenta artisti che hanno avuto l’ardire di guardare e ricercare il rinnovamento, divenendo generatori, con la propria opera, di una nuova tendenza artistica”.

Roberto Bolis

Giornata del Contemporaneo. Escodentro – Outinside di Andrea Facco

Dal 5 dicembre, alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti di Verona, in occasione della sedicesima edizione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, esposizione dell’opera Escodentro – Outinside dell’artista Andrea Facco. Visibile al pubblico fino al 31 agosto 2021.

Primo esperimento dell’artista di “video pittura” realizzato attraverso 40 immagini dipinte su tela (35x50cm ciascuna) l’una contenente l’immagine successiva, in una cromia narrativa fluida e avventurosa, che lascia incerti riguardo alla realtà o alla illusorietà degli eventi narrati.

Questa prospettiva sospesa tra gusto per l’arcano e sperimentalismo tecnico, apre l’opera a una molteplicità di interpretazioni e letture differenti. L’apparente progressione di tutta la scena, in breve tempo, si rivelerà uno stallo destinato a ripetersi eguale a se stesso, un’inazione perenne di natura elicoidale, in cui nulla succede e, probabilmente, nulla è reale. L’eterno ritorno dell’uguale, in una prospettiva metafisica secondo la quale ogni gesto, ogni azione e ogni immagine si ripresenterà ciclicamente, identica a se stessa, in un universo in cui la temporalità è illusione e l’eternità l’unica realtà.

L’opera video sarà proiettata in Gam in “primaparete” dove saranno esposte anche alcune delle opere protagoniste e parte integrante dell’opera-video Escodentro – Outinside.

“Siamo grati ad Amaci che anche in questo anno difficile ha voluto mantenere un momento importante interamente dedicato al contemporaneo con l’ulteriore focus sulle collezioni dei musei, un tema sul quale come polo museale stiamo lavorando intensamente” dichiara Francesca Rossi direttore dei Musei Civici di Verona.

AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani da sedici anni coinvolge musei, fondazioni, istituzioni pubbliche e private, gallerie, studi e spazi d’artista per raccontare la vitalità dell’arte contemporanea nel nostro Paese.
Quest’anno presenta un’edizione nuova già a partire dalla data, il 5 dicembre anziché ad ottobre, come da tradizione, per proseguire con il formato, che sarà ibrido con proposte online e offline, fino all’immagine guida, che quest’anno si è scelto di non affidare a un singolo artista, ma che sarà invece un mosaico digitale composto dalle opere di 20 artisti italiani proposti da altrettanti musei AMACI. Un modo, quest’ultimo, per raccontare la rete dei musei associati e riflettere sul senso di community, concetto da sempre al centro della manifestazione. Un’importante occasione per valorizzare gli artisti della collezione civica.

Ecco i 20 artisti e le rispettive istituzioni, che animeranno la Giornata del contemporaneo 2020: Paola Angelini (Ca’ Pesaro), Meris Angioletti (GAMeC), Barbara and Ale (PAC), Cristian Chironi (Museion), Comunità Artistica Nuovo Forno del Pane (MAMbo), Patrizio Di Massimo (Castello di Rivoli), Andrea Facco (GAM Verona), Giovanni Gaggia (Musma), Barbara Gamper (Kunst Merano), Silvia Giambrone (Museo del Novecento), Andrea Mastrovito (Palazzo Fabroni), Marzia Migliora (MA*GA), Nunzio (ICG), Nicola Pecoraro (MACRO), Luca Pozzi (FMAV), Alessandro Sambini (Mart), Marinella Senatore (Centro Pecci), Francesco Simeti (MAN), Justin Randolph Thompson (Madre), Emilio Vavarella (MAXXI).

Roberto Bolis

Feeling home. Sentirsi a casa

Francesco Cito, Palazzo dello Spagnuolo, Napoli 1997, stampa Fine Art baritata su carta Ilford multigrade, 30×40

 

Nove autori raccontano attraverso 90 fotografieil “sentire casa” come idea e sensazione, spazio intimo e personale, custode di ricordi, sogni ed emozioni,dove il tempo non pesa maiin quanto “specchio”del tempo interiore di ognuno di noi.

La Galleria d’Arte Moderna di Catania (GAM) presenta fino al 30 ottobre la mostra fotografica itinerante “Feeling Home. Sentirsi a Casa“, ideata da GT Art Photo Agency Milanoacura di Giusy Tigano e organizzata in collaborazione con l’Associazione F2 Progetti per la Fotografia di Catania.

L’esposizione, realizzata grazie alla preziosa sponsorship di Canon Italia e di Sirti S.p.A., patrocinata dal Comune di Catania e dall’Assessorato alla Cultura, dopo Milano, Voghera (PV), Corigliano Calabro (CS) e Bibbiena (AR), approda in Sicilia con alcuni contributi inediti grazie ai nuovi portfoli di Isabella Balena e di Pierfranco Fornasieri, che si aggiungono ai fotografi presenti nelle passate edizioni: Franco Carlisi, Francesco Cito, Luca Cortese, Gianni MaffiCarlo Riggi, PioTarantini Daniele Vita.

Gianni Maffi, via Melchiorre Gioia, Milano 2014

Giusy Tigano (curatrice): “Il progetto FEELING HOME costituisce una testimonianza fotografica allargata e ricca su un tema particolarmente vivo, universale, estremamente attuale e di grande respiro come quello del “sentirsi a casa”:offrendo differenti visioni, si propone come una preziosa opportunità di riflessione, di crescita e di ricerca di identitàper ognuno di noi“.

Barbara Mirabella, Assessore alla Cultura del Comune di Catania: “E’ con grande soddisfazione che ospitiamo questa mostra, voluta fortemente dall’Assessorato alla Cultura perché, non solo rappresenta un segnale forte da parte dell’amministrazione comunale della volontà di continuare il percorso di ripartenza dell’arte e della cultura in città dopo l’emergenza Covid-19, ma permetterà a tutti i visitatori di riflettere su una delle sensazioni più intime dell’uomo, quella di “sentirsi a casa”, dove siamo tutti completamente noi stessi”.

Il percorso espositivo, nel quale ciascun autore declina il senso di “casa” in funzione della propria sensibilità, del proprio linguaggio e della propria poetica, alterna le fotografie a estratti bibliografici e introduzioni personali degli autori, in aggiunta a specifiche letture critiche redatte da diverse figure professionali del mondo della fotografia: Ilaria Baiocchi, Gigliola Foschi, Roberto Mutti, Barbara Silbe, Pio Tarantini e Giusy Tigano.

Un contributo letterario che offre ai visitatori interessanti chiavi di lettura attraverso citazioni d’autore e riflessioni importanti che affiancano e integrano il percorso visivo, conducendo il fruitore lungo un percorso di stimoli e di apporti diversificati e preziosi.

La mostra è accompagnata dal libro fotografico “FEELING HOME. Sentirsi a casa” (Edizioni EBS Print, 2019) che raccoglie115 fotografie a colori e in bianco e nero degli autori presenti in mostra, i testi curatoriali di Giusy Tigano che illustrano la poetica dell’intero progetto e i diversi contributi critici che accompagnano le fotografie.

Il libro FEELING HOME può essere acquistato in tutte le più importanti librerie ed è ordinabile anche online:https://www.gtartphotoagency.com/books/books-news-2019/

Questa nuova tappa del fortunato progetto espositivo include due interessanti appuntamenti collaterali:

-La mostra delle fotografie selezionate in occasione del contest fotografico “LOCKDOWN. Sospesi in casa” organizzato nei mesi di marzo-giugno 2020 in coincidenza con la situazione di confinamento dovuta alle misure sanitarie governative legate all’emergenza Covid-19.

L’idea di F2 Progetti per la fotografia e di GT Art Photo Agency è stata quella di promuovere un contest finalizzato all’esposizione che non si costituisse come meccanismo di competizione tra i partecipanti, ma piuttosto come strumento di analisi, di consapevolezza e di testimonianza atto a stimolare e promuovere la creazione di memoria, la costruzione di valore e la condivisione collettiva.Questo “capitolo” fotografico si propone come mostra complementare del progetto, andando ad integrarlo arricchendone il messaggio connuovi apporti autoriali interessanti e di forte adesione al mondo reale più contemporaneo.

-La realizzazione del “Feeling Home Social Video”: in occasione dell’inaugurazione, in un’area dedicata della Galleria d’Arte Moderna, verranno allestite delle riprese video ove i visitatori saranno invitati ad esprimere liberamente le proprie idee sul concetto del “sentirsi a casa”, partecipando così al progetto in maniera diretta e personale.

La performance, ideata da Alessandro Vicario, ha riscosso un notevolesuccesso di pubblico in occasione delle edizioni precedenti della mostra e la accompagna in tutte le sue edizioni, andando così a comporre un documento multimediale e culturale di particolare valore sociale e antropologico, che dopo ogni esposizione si arricchisce di ulteriori testimonianze.

Entrambe le iniziative si ispirano al principio di inclusività e di interazione con il pubblico che ha da sempre animato il progetto nel suo percorso, tappa dopo tappa. La visione di “Feeling Home” si allarga così a nuove visioni espandendo il senso di “casa”, di identità e di appartenenza.

Tutte le informazioni relative alla mostra e agli eventi collegatisono disponibili sul sito www.eventofeelinghome.it

Sirti è un hub di innovazione nel campo dello sviluppo delle infrastrutture di rete. Fondata nel 1921, opera nei settori delle Telecomunicazioni, Energia, Trasporti e Digital Solutions con circa 4.100 dipendenti. Sirti è player di successo anche a livello internazionale in Europa e in Medio Oriente.

“FEELING HOME. Sentirsi a Casa”

Galleria d’Arte Moderna (GAM) | Via Castello Ursino 32, Catania fino al 30 ottobre 2020. Ingresso libero con orario continuato 9.00-19.00 dal lunedì al sabato

 

De Angelis (anche per le fotografie)

 

“La mano che crea” al GAM di Verona

l’assessore Briani con il bozzetto in bronzo della statua di Dante al GAM

Il bozzetto in bronzo della celebre statua di Dante Alighieri di piazza dei Signori. E, ancora, ritratti, sculture, dipinti, ricordi. È molto più di una mostra quella che i Civici Musei di Verona propongono fino alla fine di gennaio 2021 alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, al Palazzo della Ragione. Dopo il lockdown, infatti, con la nuova esposizione, i suggestivi spazi museali della GAM tornano accessibili al pubblico. Oggi, domenica 28 giugno, l’ingresso alla mostra costa 1 euro.

“La mano che crea. La galleria pubblica di Ugo Zannoni (1836-1919) scultore, collezionista e mecenate”, tema conduttore dell’allestimento espositivo, è un viaggio nella storia secolare del collezionismo veronese, che ha contribuito a fare della città una delle mete d’Italia più ammirate e ricche di monumenti e musei

Punto di avvio ed epicentro della mostra – curata dal direttore dei Musei Civici Francesca Rossi affiancata da un Comitato scientifico composto da Maddalena Basso, Camilla Bertoni, Elena Casotto, Tiziana Franco, Sergio Marinelli, Patrizia Nuzzo e Pietro Trincanato – il vissuto, le opere e l’amore per la città scaligera di uno dei maggiori scultori dell’Ottocento veronese, Ugo Zannoni.

Artista che visse una lunga carriera all’insegna di relazioni artistiche tra Verona, Milano e Venezia, animata dall’impegno civile a favore della cultura e dei musei cittadini, tra il 1905 e il 1918, Zannoni donò ai Musei Civici veronesi la sua collezione di circa 200 opere d’arte, contribuendo così a gettare le basi per la costituzione di una Galleria d’Arte Moderna a Verona.

Ad illustrare l’esposizione, l’assessore alla Cultura Francesca Briani e il direttore dei Musei Civici Francesca Rossi. Presenti il curatore responsabile della Collezione d’Arte Moderna e contemporanea Patrizia Nuzzo, il presidente dell’Accademia di Belle Arti di Verona Marco Giaracuni e Padre Livio Guerra del Centro Culturale “San Gaspare”.

“Un omaggio che la città rivolge ad un artista che possiamo annoverare tra i fondatori della Galleria d’Arte Moderna – sottolinea l’assessore Briani –. Fu grazie al suo impulso, al suo profondo impegno civile e culturale, testimoniato dalla generosa donazione di una cospicua collezione di opere d’arte, che agli inizi del Novecento il Museo Civico poté rivolgere la sua attenzione all’arte allora contemporanea. La mostra, infatti, ha il merito di offrire il primo studio approfondito sulle vicende della collezione Zannoni. Una esposizione realizzata in stretta connessione con la comunità cittadina e che i Musei Civici-Galleria d’Arte Moderna Achille Forti hanno scelto di offrire al pubblico in questo particolare momento storico. Arena, Casa di Giulietta, Teatro Romano, Galleria d’Arte Moderna. Tutto a Verona si riapre per ritornare ad offrire a cittadini e turisti, l’ampia e straordinaria offerta culturale che rende unica nel mondo la nostra città. Un impegno importante, sostenuto dal Comune in un momento economico di grossa difficoltà, che ha portato a tagli al bilancio per oltre 50 milioni di euro e, inevitabilmente, ad una forte riduzione della capacità di spesa dell’area Cultura e Turismo. Un ostacolo che non ferma il nostro entusiasmo e il desiderio di ritornare ad offrire alla città tanti ed interessanti appuntamenti”.

“La mostra ha il merito di offrire il primo studio approfondito sulle vicende della collezione Zannoni – spiega il direttore Rossi –. Grazie a una sistematica campagna di ricognizione, le circa 200 opere donate, sono state oggetto di ricerche, interventi conservativi, documentazione fotografica e schedatura. Nella raccolta sono presenti opere di artisti che Zannoni ha frequentato e altri animatori di ricerche scultoree e pittoriche significative del secondo Ottocento”.

In esposizione opere di Domenico Induno, Mosè Bianchi, Filippo Carcano, Leonardo Bazzaro, Julius Lange, Luigi Nono, e il più moderno pittore divisionista Angelo Morbelli. Tra i veronesi, Angelo Dall’Oca Bianca, Francesco Danieli e il cugino dello scultore, Giuseppe Zannoni. Tra i soggetti rappresentati spiccano generi figurativi del paesaggio e del ritratto.

Di Zannoni la celebre statua di Dante Alighieri, che, nel centro della Piazza dei Signori, a Verona, rivolge lo sguardo ai palazzi Scaligeri dove il Poeta, durante l’esilio da Firenze, fu accolto da Cangrande della Scala. Lo scultore eseguì l’opera non ancora trentenne, aggiudicandosi la vittoria di un importante concorso promosso per la ricorrenza del VI centenario della nascita del Poeta.

L’esposizione è stata volutamente concepita per essere proposta al pubblico in concomitanza dell’ufficiale apertura dell’anno dedicato alle celebrazioni dei 700 anni della morte di Dante, prevista il prossimo settembre 2020. In mostra, infatti, è esposto il bozzetto in bronzo del famoso monumento dantesco, a rappresentare questo episodio cruciale del percorso artistico dello scultore.     Attraverso un’originale mostra-laboratorio, gli studenti sono entrati nel cuore della vita del museo, hanno collaborato con lo staff della Galleria nelle attività di cura delle collezioni e fatto esperienza diretta di ciò che avviene dietro le quinte, prima e durante il periodo di apertura della mostra al pubblico.     Secondo questo concetto di Museo partecipativo sono stati organizzati, con la collaborazione dell’Università di Verona, Dipartimento Culture e Civiltà, e dell’Accademia di Belle Arti di Verona, laboratori di alta formazione per la produzione artistica e la professione museale e alle metodologie di gestione del patrimonio culturale (catalogazione, restauro, mediazione culturale).

Il Dipartimento Culture e Civiltà dell’Ateneo veronese ha dedicato allo studio di cento opere provenienti dalla collezione Zannoni, un corso specialistico sulla catalogazione di beni culturali secondo gli standard ministeriali. L’Accademia di Belle Arti si è impegnata nella progettazione di un’utilissima linea del tempo “Linea del tempo” figurata, incentrata sui donatori dei Musei Civici tra Ottocento e primo Novecento, e a realizzare un cantiere di restauro in Galleria dedicato a gessi di Zannoni.

Durante il periodo della mostra si darà spazio inoltre ad una esplorazione sul tema del collezionismo e del mecenatismo contemporaneo grazie a testimonianze dirette di collezionisti veronesi. Tutto questo è stato condiviso con un comitato scientifico composto da studiosi e con giovani volontari del Servizio Civile Nazionale che hanno seguito ogni fase del progetto: dalla ricognizione delle opere d’arte nei depositi museali, alla ricerca documentaria in biblioteche e archivi.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito della Galleria d’Arte Moderna – http://www.gam.comune.verona.it.

 

Roberto Bolis (anche per la fotografia)

 

 

Helmut Newton. Works

 

Helmut Newton, Rushmore, Italian Vogue, 1982 © Helmut Newton Estate

La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino apre la stagione espositiva del 2020 inaugurando la grande retrospettiva Helmut Newton. Works, promossa da Fondazione Torino Musei e prodotta da Civita Mostre e Musei con la collaborazione della Helmut Newton Foundation di Berlino.

Il progetto espositivo è a cura di Matthias Harder, direttore della fondazione tedesca, che ha selezionato 68 fotografie con lo scopo di presentare una panoramica, la più ampia possibile, della lunga carriera del grande fotografo che sin dagli inizi non ha mai smesso di stupire e far scalpore per i suoi concetti visivi veramente unici. Il risultato è un insieme di opere non solo particolarmente personali e di successo, ma che hanno raggiunto un pubblico di milioni di persone anche grazie alle riviste e ai libri in cui sono apparse, e alle mostre delle sue foto.

Nel percorso di mostra si spazia dagli anni Settanta con le numerose copertine per Vogue, sino all’opera più tarda con il bellissimo ritratto di Leni Riefenstahl del 2000, offrendo la possibilità ai visitatori di comprendere fino in fondo il suo lavoro come mai prima d’ora.

Quattro sezioni che rendono visibile come in questo lungo arco di tempo, Newton abbia realizzato alcuni degli scatti più potenti e innovativi del suo tempo. Numerosi ritratti a personaggi famosi del Novecento, tra i quali Andy Warhol (1974), Gianni Agnelli (1997), Paloma Picasso (1983), Catherine Deneuve (1976), Anita Ekberg (1988), Claudia Schiffer (1992) e Gianfranco Ferré (1996). Delle importanti campagne fotografiche di moda, invece, sono esposti alcuni servizi realizzati per Mario Valentino e per Thierry Mugler nel 1998, oltre a una serie di importanti fotografie, ormai iconiche, per le più importanti riviste di moda internazionali.

Il chiaro senso estetico di Newton pervade tutti gli ambiti della sua opera, oltre alla moda, anche nella ritrattistica e nella fotografia di nudi. Al centro di tutto le donne, ma l’interazione tra uomini e donne è un altro motivo frequente della sua opera.

Helmut Newton morì improvvisamente il 23 gennaio 2004 a Los Angeles, prima di poter assistere alla completa realizzazione della Fondazione a lui dedicata.

Helmut Newton Works è il titolo del grande volume edito da Taschen che comprende anche le foto esposte in mostra e ne rappresenta idealmente il catalogo.

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino – via Magenta,31 www.gamtorino.it

Dal 30 gennaio al 3 maggio 2020. Da martedì a domenica dalle h. 10.00 alle h. 18.00. Chiuso lunedì. La biglietteria chiude un’ora prima (biglietto intero 10 €, ridotto 8 €gruppi di minimo 15 persone, ridotto under 25 6 €: ridotto giovani e studenti da 6 fino a 25 anni compiuti con documento e tesserino universitario. Gratuito per minori di 6 anni. Disabili e accompagnatore

 

Ombretta Roverselli (anche per la fotografia)

 

Grande successo con proroga fino a gennaio 2020 per la mostra di Fiorese alla GAM

Grande successo con proroga fino a gennaio 2020 per l’esposizione “Mauro Fiorese. Treasure Rooms (2014-2016)”.

Oltre 24 mila visitatori in circa 100 giorni di apertura che, dal 5 aprile di quest’anno, primo giorno della mostra, hanno fatto visita all’esposizione in programma alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti – GAM, di Verona.

Un’alta affluenza che ha spinto gli organizzatori a prorogare l’esposizione, che resterà aperta al pubblico fino al 26 gennaio 2020.

“Cittadini turisti ed appassionati – spiega l’assessore alla Cultura Francesca Briani –, avranno la possibilità di poter ammirare, per ulteriori 4 mesi, la chiusura era infatti prevista per il 22 settembre, lo splendido ultimo lavoro dell’artista veronese Mauro Fiorese. Un’esposizione che dall’apertura ha già registrato oltre 24 mila visitatori, confermando non solo l’alta qualità artistica degli scatti di Fiorese, prematuramente scomparso nel 2016, ma anche il positivo percorso intrapreso da questa Amministrazione nel complessivo rilancio della qualità espositiva del sistema museale veronese”.

Attraverso ventisei scatti, prodotti da Fiorese dal 2014 al 2016, i depositi dei maggiori musei italiani, in tutto tredici, si mostrano per la prima volta al pubblico in tutta la loro bellezza. Una finestra aperta sulle più preziose collezioni d’arte, sapientemente custodite negli archivi del Museo di Castelvecchio a Verona, della Galleria degli Uffizi, della Galleria Borghese, del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, di Capodimonte, del Museo Correr e del MART di Rovereto. Le immagini fotografichein grande formato sono state messe a disposizione dalla Galleria Boxart di Verona, curatrice del progetto artistico.

La mostra, oltre a presentare per la prima volta la serie completa Treasure Rooms di Mauro Fiorese, invita il visitatore a riflettere sulle funzioni chiave dei depositi, in un omaggio alla straordinaria storia dell’arte italiana e al grande lavoro svolto dietro le quinte dei musei d’eccellenza.

 

Roberto Bolis