Svetlana Zakharova e Vadim Repin a Nervi

Per la prima volta al Teatro ai Parchi di Nervi, nell’ambito della prestigiosa rassegna estiva “Nervi Music Ballet Festival”, si è esibita nei giorni scorsi l’étoile russa Svetlana Zakharova con il violinista siberiano Vadim Repin in una performance accattivate e superlativa, sia dal punto di vista tecnico che stilistico. La collocazione del palcoscenico nel cuore del parco, davanti a Villa Grimaldi Fassio e con il mare come fondale, ha un fascino che impreziosisce ancor più sia il Festival che il singolo spettacolo. Il silenzio, rotto solo di tanto in tanto dal transito del treno, peraltro non disturbante, testimonia l’attenzione del pubblico del tutto esaurito, rapito dal contesto complessivo di una serata di alta performance dedicata al balletto.

Repin ha aperto il “Pas de deux for Toes and Fingers” con un omaggio a Genova, suonando il Niccolò Paganini di “Variazioni sul Carnevale di Venezia” op. 10, accompagnato dall’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova, da lui diretta. Un’esibizione intensa, dal suono vibrante, lontano dal puramente tecnico e con quella passione che caratterizza l’approfondimento di un grande della musica come fu l’autore di Carro. Incantevole inizio per aprire sui passi classici della coreografia di Marius Petipa e Asami Maki dell’Adagio da “Raymonda” di Alexander Glazunov che ha permesso alla Zakharova, con Mikhail Lobukhin, di dimostrare le sue perfette capacità di ballerina classica. Un’anteprima delle sue doti che la vedranno nel corso della serata impegnata in balletti costruiti come connubio tra classico e moderno, con eccellenti doti recitative. In apertura il Sindaco della città aveva ribadito l’impegno degli ultimi anni a far riprendere il ruolo di palcoscenico del balletto a Genova, dove tradizionalmente le stagioni ad esso dedicate non mancavano. Quindi sia con la rassegna che con esibizioni come “Pas de deux”, si è ritrovato quel clima di sostegno alla danza.

Repin, compagno di vita e di scena della Zakharova, ha dimostrato la scelta virtuosistica tardo-romantica con “Introduzione” e “Rondò-Capriccioso” op. 28 di Camille Saint-Saëns, nuovamente sottolineando l’incontro della preparazione tecnica con il mondo mediterraneo soave e intenso, con un’esibizione di rilievo che non ha mai calato di tono per tutta la durata dello spettacolo, un’ora e mezza senza intervallo, bis a parte, rendendo un usignolo il suo violino. Peraltro Repin suona il “Rode” di Stradivari del 1733.

Savin e Zakharova

L’emozione del violino diventa pertanto visibile nei passi di danza, soprattutto in un sublime “The Dying Swan” da “Carnevale degli animali” che, sempre su musiche di Saint-Saëns e coreografia di Mikhail Fokine dedicata ad Anna Pavlova, ha visto una rivisitazione della ballerina che ha saputo dare movenze attuali ad un dramma che si sentiva vissuto da tutti, nel silenzio del teatro all’aperto di Villa Grimaldi Fassio. L’intensità delle movenze era commovente, con note di arpa solista, tanto quanto il talento diventa tangibile nell’assolo di “Revelation” da “Schindler’s list” su musiche di John Williams e coreografia di Motoko Hirayama. La differenziazione dei passi si era fatta chiara con il cambio di toni, dal tutù bianco di “Raymonda” a quello nero di “Progetto Händel”, coreografia di Mauro Bigonzetti su musiche di Georg Friedrich Haendel, per Zakharova e Denis Savin, e l’altalenarsi di talentuosi cambi di stile ha convinto e affascinato il pubblico. Altrettanto interessante, sempre su coreografia di Bigonzetti, “Caravaggio”, su musiche di Bruno Moretti da quelle originali di Claudio Monteverdi, per la ballerina accompagnata da Jacopo Tissi, come i colleghi solista del Teatro Bol’šoj. Il violino di Repin sempre a mantenere la scena equilibrata tra le due arti, in un reciproco accompagnamento di assoluto successo. Divertente e interessante poi il duetto tra Repin e il violinista russo Anton Barakhovsky, su musica di Igor Frolov per due violini e orchestra d’archi, così come “Zigeunerweisen” op. 20 di Pablo de Zarasate per il violino di Vadim Repin e altrettanto “Méditation” da “Thaïs” di Jules Massenet.

In conclusione “La ronde des lutins, Scherzo Fantastico” op. 25 di Antonio Bazzini con Svetlana Zakharova, Mikhail Lobukhin e Vyacheslav Lopatin questa volta in vesta moderna e attualizzata con un incipit che si riferiva alla situazione attuale, sempre con il violino di Repin e l’Orchestra. Per il bis un omaggio a Vittorio Monti con la sua “Czàrdàs”, virtuosismo violinistico trascinante e sempre molto amato dal pubblico. Una serie di eventi umani portati sul palcoscenico di Nervi, ad indicare come le vicende vissute dalle persone portino sempre qualcosa da dire, e da interpretare, per poi fraseggiare sulle corde o con i passi in un continuo con la storia che ci traghetterà ai posteri.

Alessia Biasiolo

le fotografie sono di Marcello Orselli, Teatro Carlo Felice di Genova

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