“Noir” il concerto-spettacolo di Antonio Ballista e Lorna Windsor alla IUC

Antonio Ballista

Sabato 25 gennaio 2020 alle 17.30 è in arrivo all’Aula Magna della Sapienza, nell’ambito della stagione della IUC, un nuovo folle, originale, ironico concerto-spettacolo di Antonio Ballista: “Noir… LaPauraSiFaSentire”. Il titolo è un invito a sperimentare il lato oscuro della musica, che evoca leggende misteriose, avvenimenti paurosi, orride streghe, tremende tempeste e mostruosi zombi.

Foto di scena Noir, duo voce-pianoforte

Le parole con cui i protagonisti stessi presentano questo spettacolo non lesinano sulla suspense: “Il TERRORE in musica? Antonia Ballista, Lorna Windsor e Gianluca Massiotta ve lo racconteranno al ritmo accelerato del vostro battito cardiaco, se avrete il coraggio di assistervi.” In realtà le vostre coronarie non corrono alcun rischio, perché i brividi della paura saranno temperati dal sorriso dell’ironia. Il fatto che ci sarà anche un cameo di Paolo Poli (naturalmente si tratta di una registrazione) e che sullo schermo scorreranno immagini terrificanti come gli zombie di Michael Jackson ma anche tenere e divertenti come l’omino di Charlie Chaplin, fa capire che ci si deve aspettare di tutto, terrore ma anche divertimento. Non sarà sollecitato solamente l’udito ma anche l’immaginario visivo, di cui si occuperanno le proiezioni di Gianluca Massiotta. Ci sarà anche il soprano Lorna Windsor, per quei brani di Verdi, Mahler, Berg e Adams che richiedono l’intervento della voce. E verranno letti alcuni brevi testi di Shirley Jackson ed Erik Satie.

Il giovane ottantenne Antonio Ballista, pianista di rara cultura e di grande rigore, ha preparato una scaletta in cui si alternano con calcolato disordine Frédéric Chopin, Modest Musorgskij, Jan Sibelius, Claude Debussy e un’altra dozzina di compositori. E quale finale più adatto di Thriller di Michael Jackson? Né poteva mancare l’innocua “Marcia funebre di una marionetta” di Charles Gounod, che ha assunto un tono sinistro soltanto perché Alfred Hitchcock l’ha usata come sigla dei suoi gialli televisivi.

Prima del concerto si potrà visitare la mostra “Antonio Ballista. Atmosfere sospese. Opere grafiche 1976-2020” allestita negli spazi del MLAC Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, adiacente all’Aula Magna: la mostra resterà aperta fino a sabato 1 febbraio, tutti i giorni dalle 15 alle 19 tranne la domenica, ad ingresso libero.

 

 

Mauro Mariani (anche per le fotografie)

Festeggiando Erik Satie con Antonio Ballista

Antonio Ballista

Centocinquanta anni fa, nel 1866, nasceva Erik Satie, musicista ironico, stravagante, esoterico, sconcertante, insomma geniale. Adorato sempre da alcuni e ignorato a lungo da molti, è stato una figura chiave della musica del primo Novecento o un isolato comprimario? Satie è stato di volta in volta osannato come un genio che volava al di sopra delle mode e degli “ismi” o denigrato come bizzarra e eccentrica macchietta.

Un’occasione per conoscere – o per approfondire – questo personaggio sfuggente ed enigmatico è il concerto alla IUC di martedì 16 febbraio alle 20.30 nell’Aula Magna della Sapienza, con Antonio Ballista (pianista e direttore), Lorna Windsor (soprano) e I Cameristi del Maggio Musicale Fiorentino, ovvero il gruppo dei solisti dell’orchestra fiorentina, una delle più antiche e prestigiose tra le italiane.

L’irriverente e paradossale Satie, piuttosto che farsi contaminare dal conformismo e dall’accademismo preferì guadagnarsi da vivere suonando il pianoforte nei locali notturni. I suoi pezzi, spesso di brevità fulminante, sembravano quasi degli scherzi o delle battute di spirito, ma in realtà precorrevano la modernità, inventando l’aleatorietà e anticipando le poetiche del surrealismo, del dadaismo e dell’arte povera.

La prima parte del programma ideato da Antonio Ballista è interamente dedicata al festeggiato, cioè Satie. Data la brevità fulminante della stragrande maggioranza della sua musica, i pezzi in programma sono troppi per poter essere elencati tutti. Si possono citare una selezione di Gymnopedies e di Sports et divertissements, brani un po’ surrealisti, e ancora i graffianti e satirici Españaña e La Diva de l’Empire.

Protagonisti della seconda parte sono Claude Debussy, che era coetaneo di Satie, e i più giovani Igor Stravinsky, Francis Poulenc, Darius Milhaud e Jacques Ibert.

Nemico-amico di Satie, Debussy esercita anch’egli la sua graffiante ironia contro l’accademismo in , Docteur Gradus ad Parnassum, ma in modo meno feroce di Satie, che in questo era inarrivabile. I compositori più giovani erano ammiratori incondizionati di Satie. Stravinsky gli dedicò un piccolo Valzer. Sono soprattutto i compositori francesi nati intorno al 1900 ad aver orbitato intorno a Satie, fornendo così la prova inconfutabile del grande influsso che l’enorme ascendente che egli ebbe sulle generazioni successive. Poulenc si ricordava della sua ironia ancora molti anni dopo, nel 1950 e 1960, quando scrisse L’invitation au Château e La Courte Paille. Milhaud, ispirandosi come Satie al circo, dedicò un tango a un gruppo di artisti del circo, gli italiani Fratellini, famosissimi all’epoca Conclude il concerto il Divertimento di Ibert, un brano allegro e ironico, che mantiene quel che il titolo promette. Lo spirito scanzonato e irriverente – degno quindi di Satie – dimostrato in questo brano del 1930 non impedì però a Ibert di ricoprire per oltre vent’anni un’importante carica ufficiale  come quella di direttore dell’Accademia di Francia a Villa Medici. Satie avrebbe disapprovato e gli avrebbe riservato qualcuna delle sue battute al vetriolo.

Tra Satie e Antonio Ballista esiste un’affinità elettiva. Il pianista milanese riesce infatti a spiazzare e sorprendere ogni volta gli ascoltatori con i suoi programmi pieni di trovate bizzarre e divertenti.

Anche questa volta ha con sé, come preziosa compagna di viaggio, l’eclettico soprano inglese Lorna Windsor, il cui raggio d’azione va dalle Cantate di Bach alla musica contemporanea, passando per l’operetta, il teatro e il cinema.

I Cameristi del Maggio Musicale Fiorentino annoverano tra le proprie fila musicisti giunti all’apice della maturità strumentale grazie all’esperienza maturata negli anni all’interno del prestigioso teatro fiorentino, sotto la guida di Zubin Mehta, direttore principale del Teatro, e dei più grandi direttori del nostro tempo. Sono regolarmente ospiti di Festival di rilievo internazionale e si esibiscono in sale prestigiose, avendo così il privilegio di portare nel mondo il nome del Maggio fiorentino.

 

Mauro Mariani