“Note in biblioteca” alla IUC

“Note in Biblioteca”, la nuova iniziativa della IUC che propone una serie di incontri nelle biblioteche di Roma, si sposta alla biblioteca comunale della Vaccheria Nardi (Via Grotta di Gregna, 37 – 06 4546 0491), dove sabato 26 novembre alle 11.30 avrà luogo il secondo dei cinque appuntamenti previsti. Il progetto è in collaborazione con Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma, Facoltà di Musicologia della “Sapienza” e Sistema Biblioteche Centri Culturali di Roma Capitale.

L’incontro – a ingresso gratuito – sarà condotto da Edoardo Di Sante, specializzando in Musicologia alla “Sapienza”, che dialogherà con cinque giovani e talentuosi musicisti, a loro volta specializzandi al Conservatorio “Santa Cecilia”, che recentemente hanno anche dato vita a un loro grupppo, il Quintetto PentElios, con cui hanno già ottenuto  significative affermazioni: sono la flautista Bianca Maria Fiorito, l’oboista Ambra Guccione, la clarinettista Alice Cortegiani, il cornista Stefano Berluti e il fagottista Paolo Lamagna.

L’incontro verterà principalmente sulla scuola musicale francese, che ha sempre mostrato una particolare sensibilità per le infinite sfumature di timbri che si possono ottenere con gli strumenti a fiato, come dimostrano in particolare le composizioni di Jaques Ibert, Maurice Ravel e Georges Bizet. Sarà interessante anche un raffronto con Samuel Barber, uno dei compositori americani del Novecento più influenzati dalla tradizione e dal gusto europei. E il discorso non potrà – facendo un salto indietro di due secoli – non cadere su Wolfgang Amadeus Mozart, cui siamo debitori di alcune delle più belle musiche di tutti i tempi per strumenti a fiato, per esempio il Divertimento n. 8 K 213, composto come “musica da tavola” ovvero accompagnamento di sottofondo dei pranzi della nobiltà e della ricca borghesia del tempo: ma il valore di questa musica va ben al di là della modesta funzione cui era destinata.

L’incontro fa parte della rassegna “Sapienza in musica” con il sostegno della Regione Lazio.

Mauro Mariani

 

 

 

 

 

“I maledetti” all’Auditorium E. Montale

La Stagione dell’Auditorium E. Montale di Genova, dopo il grande successo della precedente stagione, si apre con “I MALEDETTI”,  da martedì 22 novembre alle ore 21.00 e con replica mercoledì 23 novembre ore 10.30. Un progetto di promozione culturale che come obiettivo principale si prefigge l’avvicinamento dei giovani alla cultura musicale attraverso una variegata proposta di spettacolo e varie iniziative con cicli speciali in grado di abbinare varie tipologie di rappresentazioni a prezzi fortemente promozionali, sostenute da percorsi di preparazione alla visione modulata a seconda del target di pubblico scolastico coinvolgendo anche gli insegnanti degli Istituti di ogni ordine e grado.

I MALEDETTI è la storia di un’anima che, ghermita dalle tentazioni del mondo, cambia corpo. Il corpo del personaggio muore, ma l’anima s’installa in un nuovo corpo, un nuovo personaggio, un’altra metamorfosi del male. E’ la stirpe dei malvagi, il cui talento si trasmette come un virus da un personaggio all’altro. Jack è un perdente e fa tenerezza, ma se prende il potere, diventa Macbeth.

Questa favola scenica potrà essere letta prima di tutto come una sorta di sguardo sull’evoluzione cronologica della stirpe dei malvagi shakespeariana, da Jack Cade, appunto, in un viaggio di rabbia e ironia, attraverso malvagità e delitti per vendetta (Riccardo III), per inganno (Ulisse di Tròilo e Crèssida), desiderio sessuale (Angelo di Misura per Misura), invidia e calunnia (Jago), omicidio per ossequio al conformismo (Otello), fino ad arrivare alla battuta finale di Macbeth: “La vita non è che un’ombra che cammina, un povero attore che si pavoneggia e si agita per un’ora sulla scena del mondo, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un’idiota, piena di rumore e di furore, che non significa nulla” che mostra l’esito della disperazione di ogni stirpe di malvagi.

Un influente studioso di Shakespeare ha detto “Il tema principale dei drammi morali di Shakespeare è la trasformazione di un principe scapestrato in un re ideale”.Al contrario, il tema sotterraneo di questo I MALEDETTI è la trasformazione di un ribelle scapestrato nel tiranno più crudele e sanguinario. Il quale però, interrogandosi sul senso della vita e del proprio destino, comprende che praticare il male porta l’uomo non solo a soffrire all’ inferno, ma anche, tremendamente, in questa vita stessa.

In questo senso anche I MALEDETTI si mostra quasi come un’ operina morale medievale. Come quei cicli popolari dipinti a quadri successivi nelle navate delle chiese, che dispiegano davanti agli occhi degli spettatori gli episodi dell’anima assalita dalle tentazioni più malvagie.

Martedì 22 novembre 2015 ore 21:00

Auditorium Eugenio Montale: I MALEDETTI (gli uomini del male nel teatro shakespeariano), con Valeriano Gialli e la cantante Paola Zara; regia di Daniela Ardini e Valeriano Gialli, scelte a cura di Guido Davico Bonino.

 

Marina Chiappa

 

FuturBalla alla Fondazione Ferrero di Alba

Resterà aperta fino al prossimo 27 febbraio, presso la Fondazione Ferrero di Alba, la bella mostra “Futurballa”, dedicata a Giacomo Balla, straordinario pittore che ha costituito un importante raccordo tra l’arte italiana e le avanguardie storiche.

La mostra, progetto Ferrero in occasione del settantesimo dell’azienda omonima, è curata da Ester Coen. La prima opera in mostra è datata 1894, mentre le opere più recenti sono degli anni Venti del Novecento.

Anni mitici di innovazioni, di Belle Epoque, di Art Nouveau o Liberty italiano; anni di velocità (l’automobile, il treno, i primi aerei che volavano per ben una quindicina di minuti a trenta centimetri da terra, del grammofono, poi della mitragliatrice celebrata dai futuristi, Marinetti in testa). Anni di interventismo e neutralismo seguiti alla guerra mossa alla Turchia per avere il diritto di transito per lo stretto dei Dardanelli e poi il momento glorioso che ha portato all’intervento nella prima guerra mondiale per riscattare i territori irredenti del Trentino e del Friuli. Momenti che gli artisti vivevano come parte di quella “isteria collettiva” che portò al conflitto, ma anche con angoscia, con senso di partecipazione ad un futuro alle porte che alcuni vedevano gonfio di medaglie e di trionfi, ma alcuni carico di tenebrose nubi. L’autoritratto di Balla del 1894 dimostra un uomo dagli intensi occhi azzurri che scrutano il mondo con piglio deciso, mentre si consolida in lui l’idea di trasferirsi dall’ormai ex capitale del Regno, Torino sua città natale, alla capitale Roma, nel 1895. Il Paese è unificato soltanto sulla carta, le prospettive di dare al proprio figlio un avvenire sono scarse e ancora non è certo che la sua carriera sarà di pittore. O almeno di un pittore capace di guadagnare a sufficienza per mantenersi. Qui, come si evince dal bel catalogo della mostra, a Balla “… ha fatto una bellissima impressione il Colosseo, specialmente nella sua grandiosità nell’assieme”, ma non gli dispiace nemmeno la campagna romana. Avremo nel 1902 il dipinto “La fidanzata al Pincio”, essenziale, con una forte propensione per il colore che domina la scena intorno ad una ragazza pensosa, languidamente seduta sul filo che delimita un’aiola. È intenso il pastello su carta, sempre del 1902, di Enrichetta, seducente nel volto, ma anche nel tratto di Balla che rende l’incarnato vivace come se fosse da toccare, un’immagine fotografica, una statua di marmo ed una persona viva nello stesso tempo. Dello stesso anno le figure de “La pazza” o de “Il contadino” che ondeggiano la sua opera tra un’interpretazione passionale, spessa della figura, e una riproduzione precisa, realistica. Il colore comincia a popolare le sue opere come un elemento a sé stante di propensione ad un’arte individuale, unica, opera dell’artista e autonoma allo stesso tempo. Si arriva a “Novecento”, la raffigurazione di una porta chiusa di un negozio, che ha un realismo ancora più convincente e di una crudezza che rende l’opera la più interessante del nostro. Attraverso malati, cesellatori, falegnami, le persone comuni prendono vivacità nelle tele come se fossero davvero protagonisti in un mondo che, come abbiamo scritto, sembra andare più velocemente di loro, ma che senza di loro non avrebbe il senso del vivere. In molti lavori a matita su carta, Balla ci racconta la quotidianità, il senso dell’esistenza nelle piccole cose e proprio in quel Verismo che ha completato il suo corso e si è fatto materia di studio e di profonde riflessioni. La fotografia ha un’intensa influenza sull’artista che approda allo studio della luce in modo unico, seppur apparentemente simile a molti altri artisti. È il caso di “Agave sul mare”, olio su tela di 90×143 centimetri che racchiude un senso di tranquillità e di azione uniche. Arriviamo così al 1910, quando Balla accoglie entusiasta l’invito di Marinetti e Boccioni di far parte della schiera di nuovi combattenti per l’arte. Ecco che l’energia che sembra avviluppata tra le spine dell’agave si dipana e diventa innovazione, tanto da fargli mettere in vendita, nel 1913, tutte le sue opere del primo periodo per entrare in uno nuovo.

Balla rinnega addirittura il suo passato e, firmando il manifesto futurista, apre un nuovo capitolo della propria esistenza. Le parole che si affollano nella sua mente, e forse tra i suoi pennelli, trovano senso all’estero, in Germania e a Parigi, e giungiamo al bellissimo e innovativo “Bambina che corre sul balcone”, del 1912, olio su tela. La sua pittura si divide in tanti pezzetti di colore, tessere di un puzzle che arrivano a dipingere il movimento, la novità, il pensiero che diventa arte. Le sue parole diventano compenetrazioni iridescenti, acquerelli dai colori tenui o intensi, dalle figure geometriche precise o originate da un sogno mentale che diventa espresso, in volute, caleidoscopi, giochi di rincorse tra tonalità che forse non si raggiungeranno mai. Di certo tutto quanto fa pensare, cambia stile e genere, arriva al capolavoro, almeno per me, che è “Dinamismo di una cane al guinzaglio”, sempre del 1912, quando sulla tela si incontrano le zampette svelte di un cane accanto allo svolazzo dell’abito della padrona che lo porta con sé a passeggio, ed entrambi creano un percorso che tutti vorremmo fare. Il movimento diventa sempre più arte e anche il movimento del mondo, degli esseri umani, degli eserciti sembra incontrarsi in qualche sviluppo geometrico che Balla traccia sulla tela o sulla carta. La velocità, il dinamismo avranno poi bisogno di parole, come già in altri suoi colleghi del tempo, e allora troveremo scritte, nomi, cose resi immortali. FuturBalla prosegue il suo percorso fino al 1916 quando “Gli Avvenimenti” sono espressi in china su carta in una concentrazione di episodi che, se da un lato dimostrano l’appartenenza futurista, dall’altro testimoniano di come l’artista sia stato vero testimone del proprio tempo, con lucida capacità interpretativa. Il tutto si svilupperà ulteriormente nel 1917 con ancora biglietti scritti e cartoline, in cui campeggia “Attenti alle spie” indirizzato a Marinetti. Un tripudio di colore, di sviluppo di idee coraggiose e in linea con i tempi artistici, in un contributo all’arte che meritava davvero un approfondimento, se non una riscoperta, grazie alla Fondazione Ferrero.

Da vedere.

 

Alessia Biasiolo

 

A Elena Bucci il premio Eleonora Duse

immagine-elenaIl Centro Teatrale Bresciano è lieto di comunicare che il Premio Eleonora Duse 2016 è stato assegnato ad Elena Bucci.

Il prestigioso Premio, ideato nel 1986, è l’unico in Italia riservato all’attrice di teatro che si è distinta particolarmente nel corso della stagione di prosa in uno o più spettacoli in Italia o all’estero.

Il nome di Elena Buccisi aggiunge alle attrici premiate nelle precedenti edizioni, tra cui Mariangela Melato, Franca Valeri, Ilaria Occhini, Maddalena Crippa, Alida Valli, Anna Proclemer, Milena Vukotic, Rossella Falk, Elisabetta Pozzi, Laura Marinoni, Anna Bonaiuto, Maria Paiato, Federica Fracassi, Galatea Ranzi, Ermanna Montanari, Sonia Bergamasco ed Emma Dante.

Tale riconoscimento è motivo di particolare orgoglio per il Centro Teatrale Bresciano, che si onora di collaborare ininterrottamente con Elena Bucci dal 2005.

Nel corso di questo decennio sono stati numerosi gli spettacoli prodotti dal CTB che Elena Bucci ha ideato e interpretato, con la collaborazione artistica de Le belle bandiere.

Spettacoli che hanno sposato il rigore dell’indagine culturale con la più profonda passione per l’arte teatrale, vissuta senza risparmio di energie e con la più grande generosità umana ed artistica: qualità che da sempre contraddistinguono Elena Bucci.

Ricordiamo le produzioni CTB di cui Elena Bucci ha curato la regia e l’interpretazione: Macbeth (stagione 2006/2007), HeddaGabler (stagione 2007/2008), Juana de La Cruz o le insidie della fede (stagione 2008/2009), L’amante (stagione 2009/2010), La locandiera (stagione 2009/2010, ripresa in tournée internazionale nella Stagione 2015/2016), Antigone (stagione 2011/2012) Mythos (stagione 2012/2013), progetto giovani), Tartufo (stagione 2013/2014, progetto giovani), Svenimenti. Un vaudeville (stagione 2014/2015), La canzone di Giasone e Medea (stagione 2015/2016) e da ultimo Le relazioni pericolose, al debutto nazionale martedì 19 aprile 2017 al Teatro Santa Chiara Mina Mezzadri di Brescia.

Elena Bucci è una delle artiste più sensibili e complete della scena teatrale italiana. Inizia la sua carriera artistica nel Teatro di Leo, la Compagnia di Leo De Berardinis, partecipando alla realizzazione di spettacoli rimasti nella memoria e nella storia del Teatro italiano contemporaneo (Amleto, Il ritorno di Scaramouche, King Lear n.1, Lear Opera).

Nel 1993 fonda con Marco Sgrosso la compagnia Le belle bandiere con la quale produce, dirige e interpreta svariati spettacoli e progetti teatrali.

Tra le numerose collaborazioni si annoverano quella con Mario Martone in Edipo a Colono, Claudio Morganti in Riccardo III e Le Regine, Valter Malosti in Il Giardino dei ciliegi, Ivano Marescotti in Il migliore dei mondi possibili e Il silenzio anatomico, Vetrano e Randisi in Le smanie per la villeggiatura.

Si dedica anche alla scrittura di progetti teatrali che interpreta e di cui cura la regia. Ricordiamo gli spettacoli Non sentire il male – dedicato a Eleonora Duse, Autobiografie di ignoti – Barnum, La Paura ovvero essere pronti è tutto, Bambini – azione di teatro, pittura e luce, In canto e in veglia (premio I teatri del Sacro 2013), Bimba – inseguendo Laura Betti, Colloqui con la Cattiva Dea.

Insieme a Marco Sgrosso fonda un laboratorio teatrale permanente con sede nella città natale di lei, Russi. Qui creano rassegne e progetti per la comunicazione tra le arti (La Città del Sonno, Sonhos-Smemorantes, Smemorantide), la diffusione del teatro il recupero di spazi abbandonati attraverso azioni teatrali, contribuendo alla riapertura del Teatro Comunale, di chiese, palazzi e di luoghi di lavoro dismessi.

Si occupa anche di formazione presso scuole e accademie e cura progetti speciali di trasmissione dell’arte teatrale.

 

S.V.

 

Carte e tele 1993/2015. Una mostra di Salvatore Garau

Sessanta carte, metà delle quali  mai esposte, quasi dimenticate, raccolte in due album di trenta lavori ognuno, realizzati a vent’anni di distanza l’uno dall’altro, e in mezzo otto grandi tele che sintetizzano il passaggio dell’artista dal bianco e nero al colore.

“Carte e tele, 1993/2015” è il titolo della nuova mostra dell’artista sardo Salvatore Garau, classe 1953,  ospitata al Museo Nazionale  della Repubblica a Brasilia fino al 4 dicembre 2016 e realizzata in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia di Brasilia, il Governo di Brasilia e l’Istituto Italiano di Cultura di San Paolo.

Il primo album di carte (serie “Sculture sul limitare”, cm 24×33, 1993) è composto  di trenta piccoli lavori con una scultura disegnata a ridosso del margine della superficie della carta, sul limite estremo dopo il quale l’avventura continua anche se non possiamo vederla, dove la scultura fa appena in tempo ad affacciarsi, e chi l’ha costruita si è già dileguato ma ne sentiamo il lavoro. “Sculture” immobili disegnate minuziosamente con grafite a contrasto col paesaggio, in continuo mutamento, sul quale sono posate.

Il secondo album di carte (serie “Rosso Wagner”, cm 40×30, 2013) è composto da altri trenta lavori dove il rosso porpora e l’argento si materializzano non  più utilizzando il “minerale” della grafite ma il “lucido” dell’alluminio. Carte nate col sostegno, dapprima segreto e poi imperioso, della musica di Wagner che ha aiutato a creare un mondo passionale di contrasti caldi e freddi, di odi e amori, di drammi e gelosie; contrasti violenti,  una fusione dolce  che nel cinema la chiameremmo dissolvenza: morbido ingresso di altro e morbida scomparsa di ciò che già c’era. I colori non asciugano, ma si fondono insieme nell’atto della pittura, archetipo di un matrimonio che non crea traumi.

Le “Sculture” disegnate con grafite e acrilico tagliano la superficie anche al centro della grande tela, dettando la prospettiva e quindi lo spazio, nel quale l’artista è immerso lavorando dall’interno.

Delle otto tele presenti a Brasilia, realizzate tra il 2003 e il 2015 e che raccontano in maniera quasi viscerale il passaggio dal bianco e nero al colore, in una sola di esse, anche se di sfuggita, una traccia tangibile della presenza fisica di un uomo: “Mantello rosso che abbandona la scultura” (2007). Il mantello è trascinato via da una mano che non c’è, nell’atto in cui sta appena scoprendo la scultura.

Questa tela è la metafora del lavoro di Salvatore Garau: l’uomo è importante nel momento in cui  lascia una traccia del suo passaggio: un susseguirsi di piccole e grandi azioni vissute con passione. E l’Arte, come tutto il resto,  è solo un semplice atto d’amore

 

De Angelis

Centinaia di sparizioni in Egitto. Un rapporto di Amnesty International

In Egitto, l’Agenzia per la sicurezza nazionale (Nsa) si rende responsabile di rapimenti, torture e sparizioni forzate nel tentativo di incutere paura agli oppositori e spazzare via il dissenso pacifico: è quanto ha denunciato oggi Amnesty International in un drammatico nuovo rapporto, che mette in luce una scia senza precedenti di sparizioni forzate dai primi mesi del 2015. Il rapporto, intitolato “Egitto: ‘Tu ufficialmente non esisti’. Sparizioni forzate e torture in nome del contrasto al terrorismo”, rivela una vera e propria tendenza che vede centinaia di studenti, attivisti politici e manifestanti, compresi 14enni, sparire nelle mani dello stato senza lasciare traccia. Secondo le organizzazioni non governative locali, la media delle sparizioni forzate è di tre-quattro al giorno. Di solito, agenti dell’Nsa pesantemente armati fanno irruzione nelle abitazioni private, portano via le persone e le trattengono anche per mesi, spesso ammanettate e bendate per l’intero periodo. “Questo rapporto rivela le scioccanti e spietate tattiche cui le autorità egiziane ricorrono nel tentativo di terrorizzare e ridurre al silenzio manifestanti e dissidenti” – ha dichiarato Philip Luther, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. “Le sparizioni forzate sono diventate uno dei principali strumenti dello stato di polizia in Egitto. Chiunque osi prendere la parola è a rischio. Il contrasto al terrorismo è usato come giustificazione per rapire, interrogare e torturare coloro che intendono sfidare le autorità” – ha aggiunto Luther. “Le autorità egiziane si ostinano a negare l’esistenza del fenomeno delle sparizioni forzate, ma i casi descritti nel nostro rapporto forniscono ampie prove del contrario. Denunciamo non solo le brutalità cui vanno incontro gli scomparsi ma anche la collusione esistente tra le forze di sicurezza e le autorità giudiziarie, il cui ruolo è quello di mentire per coprire l’operato della sicurezza o non indagare sulle denunce di tortura, e che in questo modo si rendono complici di gravi violazioni dei diritti umani” – ha sottolineato Luther. Sparizioni forzate e tortura Il rapporto descrive in dettaglio i casi di 17 persone sottoposte a sparizione forzata, detenute illegalmente per periodi varianti da diversi giorni a sette mesi, tagliate fuori dal mondo esterno e private di contatti con avvocati e familiari e di qualsiasi supervisione giudiziaria. Il rapporto comprende inoltre drammatiche testimonianze delle torture praticate durante sessioni d’interrogatorio che possono durare fino a sette ore, allo scopo di estorcere “confessioni” che verranno poi usate come prova durante gli interrogatori ufficiali davanti al giudice e che condurranno alla condanna. In alcuni casi, sono stati torturati anche dei minorenni. Uno dei casi più agghiaccianti è quello di Mazen Mohamed Abdallah: sottoposto a sparizione forzata nel settembre 2015, quando aveva 14 anni, è stato ripetutamente violentato con un bastone di legno per estorcergli una falsa “confessione”. Aser Mohamed, a sua volta 14enne al momento dell’arresto, è stato vittima di sparizione forzata nel gennaio 2016 per 34 giorni, negli uffici dell’Nsa di Città 6 ottobre (nella Grande Cairo). Durante quel periodo è stato picchiato, colpito con scariche elettriche su tutto il corpo e sospeso per gli arti. Alla fine è stato portato di fronte a un procuratore che lo ha minacciato di ulteriori scariche elettriche quando ha provato a ritrattare la “confessione”. I due 14enni sono tra i cinque minorenni vittime di sparizione forzata per fino a 50 giorni descritti nel rapporto di Amnesty International. Alcuni di loro, anche dopo che ne era stato disposto il rilascio, sono stati sottoposti nuovamente a sparizione forzata prima di venire raggiunti da nuove accuse. In altri casi, sono stati arrestati i familiari di persone da cui si voleva ottenere una “confessione”. Nel luglio 2015 Atef Farag è stato arrestato insieme al figlio 22enne Yehia. I loro familiari sostengono che Atef è stato arrestato per aver preso parte a un sit-in mentre suo figlio, che è disabile, è stato preso per costringere il padre a “confessare” una serie di gravi reati. Dopo una sparizione forzata durata 159 giorni, padre e figlio sono stati rinviati a processo per appartenenza al gruppo fuorilegge della Fratellanza musulmana. L’evidente aumento delle sparizioni forzate risale al marzo 2015, ossia alla nomina a ministro dell’Interno di Magdy Abd el-Ghaffar, che in precedenza aveva fatto parte del Servizio per le indagini sulla sicurezza dello stato (Ssi), la famigerata polizia segreta dei tempi di Mubarak, responsabile di gravi violazioni dei diritti umani: è stata smantellata dopo la rivolta del 2011 ma solo per essere rinominata Nsa. Nel 2015 Islam Khalil, 26 anni, è stato sottoposto a sparizione forzata per 122 giorni. Tenuto bendato e ammanettato per l’intero periodo, è stato picchiato brutalmente e sottoposto a scariche elettriche anche sui genitali. Una volta, negli uffici dell’Nsa della città di Tanta (a nord del Cairo), è stato tenuto sospeso per i polsi e le caviglie per ore e ore fino a quando ha perso conoscenza. Una volta, un agente che lo stava interrogando gli ha detto: “Pensi di avere qualche valore? Ti possiamo uccidere, arrotolarti in una coperta e buttarti in una discarica e nessuno chiederà di te”. In un’altra occasione, un secondo agente lo ha sollecitato a dire le ultime preghiere mentre gli stava somministrando scariche elettriche. Dopo 60 giorni Islam Khalil è stato trasferito in quello che ha chiamato “l’inferno”, ossia gli uffici dell’Nsa a Lazoughly, dove sono proseguite le torture. A Lazoughly, a giudizio unanime il peggior centro di detenzione dell’Nsa, si stima si trovino centinaia di detenuti. Questa sede dell’Nsa si trova dentro il ministero dell’Interno, ironicamente a poca distanza da piazza Tahrir, dove cinque anni fa migliaia di persone avevano manifestato contro la tortura e le brutalità delle forze di sicurezza di Mubarak. La sparizione forzata dello studente italiano Giulio Regeni, trovato morto al Cairo nel febbraio 2016 con segni di tortura, ha attratto l’attenzione dei mezzi d’informazione di ogni parte del mondo. Le autorità egiziane si ostinano a negare qualsiasi coinvolgimento nella sparizione e nell’uccisione di Giulio Regeni, ma il rapporto di Amnesty International rivela le similitudini tra i segni di tortura sul suo corpo e quelli sugli egiziani morti in custodia dello stato. Ciò lascia supporre che la sua morte sia stata solo la punta dell’iceberg e che possa far parte di una più ampia serie di sparizioni forzate ad opera dell’Nsa e di altri servizi d’intelligence in tutto il paese. Le sparizioni forzate non solo aumentano il rischio di tortura e collocano i detenuti al di fuori della protezione della legge, ma hanno anche un impatto devastante sulle famiglie degli scomparsi, che sono lasciate sole a interrogarsi sul destino dei loro cari. “Tutto quello che voglio sapere è se mio figlio è vivo o morto” – dichiarava mesi fa Abd el-Moez Mohamed, padre di Karim, uno studente d’Ingegneria di 22 anni scomparso per quattro mesi dopo essere stato rapito nella sua abitazione del Cairo da agenti dell’Nsa pesantemente armati, nell’agosto 2015. Alcuni familiari hanno denunciato la scomparsa dei loro cari al ministero dell’Interno e alla procura ma nella maggior parte dei casi non sono scattate le indagini. Nelle rare occasioni in cui ciò è accaduto, le indagini sono state chiuse dopo l’ammissione che lo scomparso era nelle mani dell’Nsa anche se questi ha continuato a vedersi negati i contatti con parenti e avvocati. “Il presidente Abdel Fattah al-Sisi deve ordinare a tutte le agenzie per la sicurezza dello stato di porre fine alle sparizioni forzate e alla tortura e dire chiaramente che chiunque ordinerà o commetterà queste violazioni dei diritti umani, o se ne renderà complice, sarà portato di fronte alla giustizia” – ha affermato Luther. “Tutte le persone detenute in tali condizioni devono avere accesso a familiari e avvocati e coloro che sono trattenuti solo per aver esercitato in modo pacifico i loro diritti alla libertà di espressione e alla libertà di riunione devono essere rilasciati immediatamente e senza condizioni” – ha aggiunto Luther. Il rapporto chiede inoltre al presidente al-Sisi di istituire con urgenza una commissione indipendente d’inchiesta che indaghi su tutte le denunce di sparizione forzata e di tortura commesse dall’Nsa o da altre agenzie per la sicurezza dello stato e che abbia il potere di chiamare a deporre tutte le agenzie governative, comprese quelle militari, senza subire interferenze. Collusione e inganno Il rapporto di Amnesty International contiene forti accuse nei confronti della procura egiziana, colpevole di accettare prove dubbie ottenute dall’Nsa – che falsifica regolarmente le date d’arresto per nascondere il periodo in cui i detenuti sono sottoposti a sparizione forzata -, di emettere incriminazioni basate su “confessioni” estorte sotto coercizione e di non disporre indagini sulle denunce di tortura, evitando ad esempio di ordinare esami medici e di includerne i risultati negli atti ufficiali. Nei rari casi in cui la procura autorizza esami medici indipendenti, gli avvocati dei detenuti non possono prendere visione dei risultati. “Siamo molto critici nei confronti della procura egiziana, che si rende complice di violazioni dei diritti umani e tradisce in modo crudele il dovere, assegnatole dalla legge, di proteggere le persone dalle sparizioni forzate, dagli arresti arbitrari e dalla tortura. Se l’istituto della procura non verrà riformato per garantire la sua indipendenza dal potere esecutivo, ciò sarà fatto di proposito” – ha chiarito Luther. L’Egitto è considerato da molti paesi occidentali un partner chiave nella lotta al terrorismo a livello regionale e questa è la giustificazione usata per rifornirlo di armi e altro materiale nonostante le prove che tali forniture vengono usate per commettere gravi violazioni dei diritti umani. Molti paesi continuano a tenere strette relazioni diplomatiche, commerciali e di altra natura con l’Egitto senza dare priorità ai diritti umani. “Tutti gli stati, particolarmente quelli dell’Unione europea e gli Usa, devono usare la loro influenza per spingere l’Egitto a porre fine a queste terribili violazioni dei diritti umani, perpetrate col falso pretesto della sicurezza e del contrasto al terrorismo” – ha sottolineato Luther. “Invece di proseguire ciecamente a fornire equipaggiamento di sicurezza e di polizia all’Egitto, questi paesi dovranno annullare tutti i trasferimenti di armi e altro materiale che vengono usati per compiere gravi violazioni dei diritti umani fino a quando non saranno poste in essere garanzie efficaci contro il loro uso improprio, non saranno condotte indagini esaurienti e indipendenti sulle violazioni dei diritti umani e i responsabili di queste ultime non saranno portati di fronte alla giustizia” – ha concluso Luther.

Il rapporto “Egitto: ‘Tu ufficialmente non esisti’. Sparizioni forzate e torture in nome del contrasto al terrorismo” è disponibile presso l’Ufficio Stampa di Amnesty International Italia e online all’indirizzo: http://www.amnesty.it/Rapporto-Egitto-centinaia-persone-scomparse-torturate

Amnesty International Italia

WINE2WINE 2016: focus sul mercato tedesco

Guarda con attenzione alla Germania e alle sue potenzialità di mercato la prossima edizione di wine2wine, in calendario alla fiera di Verona il 6 e il 7 dicembre prossimi. Il Forum sul business del vino, ideato e organizzato da Veronafiere-Vinitaly, in collaborazione con Unione Italiana Vini, Federvini e Ice – Agenzia, analizza anche le potenzialità dello storytelling e le dinamiche di esportazione nei Paesi soggetti a monopolio come la Svezia.

Tra i top speaker dell’edizione 2016 hanno già confermato la loro presenza Hermann Pilz, Jonas Rojerman e Felicity Carter. Ad aprire la sessione plenaria, che detta il focus dell’intera edizione, Hermann Pilz, direttore di Weinwirtschaft – una tra le più affidabili e riconosciute riviste tedesche per gli operatori di settore –, chiamato a fare il punto sul secondo mercato per l’export delle cantine italiane. Nel 2015, la Germania ha importato infatti 5,5 milioni di ettolitri per un controvalore superiore a 960 mila euro (Fonte UIV-ISMEA).

Una delle novità 2016, di cui si sta perfezionando il programma, il Fake Tender dedicato al mercato svedese dove vige il monopolio di Stato. Jonas Rojerman, capo del controllo qualità di Systembolaget, azienda pubblica che detiene in Svezia il monopolio della vendita di bevande con gradazione alcolica superiore a 3,5%, sarà a disposizione dei produttori italiani per aiutarli a comprendere le procedure di selezione per la vendita dei vini in loco.

Come nelle scorse edizioni, wine2wine riserva alcune sessioni al tema della comunicazione e della reputazione nel mondo del web. In particolare Felicity Carter – redattore capo della Meininger Wine Business International, rivista di taglio internazionale in lingua inglese sul business del vino – focalizza l’attenzione sullo storytelling, l’importanza di raccontarsi on line e gli effetti che questa attività può regalare alle aziende che ne sanno fare buon uso.

Wine2wine è nato con l’obiettivo di essere un evento formativo rivolto ai protagonisti del mondo del vino. La partecipazione è a pagamento.

 

 

Veronafiere

 

“La Grappa: tradizione di ieri, sfida di oggi, tesoro di domani” in convegno a Brescia per A.D.I.D.

Il convegno organizzato a Brescia da A.D.I.D. (Associazione Degustatori Italiani Grappa e Distillati) per festeggiare i 15 anni di fondazione, avrà per tema il distillato italiano per eccellenza, la grappa.

La Grappa: tradizione di ieri, sfida di oggi, tesoro di domani sarà il titolo del convegno che si terrà il prossimo 25 novembre, dalle 9 alle 12/12.30 a Brescia, presso il prestigioso Palazzo Martinengo Delle Palle, in Via San Martino della Battaglia 18.

Patrocinato dal Comune di Brescia, dalla Camera di Commercio di Brescia, da Fondazione ASM di Brescia, il convegno vede tra i relatori nomi illustri della distillazione.

Verrà aperto dai saluti istituzionali del Presidente nazionale di A.D.I.D e dell’Amministrazione comunale; quindi la parola passerà all’Assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia Mauro Parolini. Scopo del convegno è fare il punto sul comparto che ha sempre visto la provincia di Brescia al primo posto nel panorama nazionale dove, ancora oggi, rappresenta la capacità di distillare buona parte della vinaccia che arriva in provincia di Brescia da gran parte del territorio nazionale. Il primo intervento di settore sarà affidato al Governatore di A.D.I.D. Brescia, nonché uno degli otto soci fondatori, Renato Hagman che terrà l’intervento dal titolo del convegno stesso. Sarà poi la volta di Fioravante Buttignol, enologo, tecnico degustatore e socio A.D.I.D. che tratterà dell’antica arte del riuso/riciclo che è la grappa stessa. Interverrà Carlo Andreoli, delle Distilleria Peroni Maddalena di Gussago (Brescia) con La produzione di grappa bresciana, italiana e biologica. Prima della pausa caffè, il taglio del nastro della mostra dell’artista Ivo Compagnoni: “La Grappa diventa arte” che resterà aperta una settimana.

Riprenderanno i lavori con il ragionier Luigi Barile, della rinomata Distilleria Artigiana Grappa di Silvano d’Orba, con il suo discorso intorno a L’arte dell’invecchiamento della grappa; Elisa Belvedere Mazzetti, delle Distillerie Mazzetti d’Altavilla di Altavilla Monferrato racconterà 170 anni di Grappa. Un viaggio nel distillato italiano tra passato e futuro. Pierluigi Bosso, della Distilleria Bosso di Cunico, tratterà l’interessante argomento riguardante La I.G. Grappa e l’origine della materia prima per concludere con Grappa andata e ritorno. Distillazione della vinaccia e della frutta nazionale a Km0 a cura di Claudio Tomasi, direttore commerciale della Distilleria Psenner di Termeno. Moderatrice dell’incontro la giornalista Alessia Biasiolo.

Durante il convegno, un momento verrà dedicato ai Soci Fondatori Renato Hagman, Marino Damonti, Marco Pietra, Pietro Scolari, Giovanni Bacchiega, Italico Sana, Renato Paini, Antenore Toscani che appunto 15 anni fa diedero vita al sodalizio.

Partner tecnici della manifestazione sono l’Agenzia Formativa “don Angelo Tedoldi” di Lumezzane, la Pasticceria Camera di Brescia, Gandola di Ponte San Marco e Agust, torrefazione di caffè che festeggia i 70 anni. Media partener è lemienotizie.com che aggiornerà sui vari aspetti del convegno e le attività collaterali del fine settimana dedicato ai festeggiamenti A.D.I.D.

bb.

 

Novembre all’insegna anche dei distillati

E’ quasi tutto pronto a Brescia per i festeggiamenti dei 15 anni di A.D.I.D., Associazione Degustatori Italiani Grappa e Distillati, che ha visto i natali nella città Leonessa d’Italia, dove ha la sede nazionale.

Le celebrazioni dell’importante anniversario inizieranno il prossimo 25 novembre con un convegno sul distillato italiano, la grappa, nell’ambito del quale verrà inaugurata la mostra “La Grappa diventa arte” dell’artista Ivo Compagnoni. L’indomani verrà inaugurato il Museo del Distillato, “omaggio” di A.D.I.D. alla città di Brescia e segno tangibile dell’Associazione che si prefigge il “bere bene” nell’ambito dell’affascinante mondo dei distillati.

Sarà poi la volta della premiazione della decima edizione del premio di Poesia organizzato dall’Associazione “Versi Distillati” che avrà luogo presso il neonato Museo.

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Il CDA di A.D.I.D.

Novembre gustoso sotto i colli di Brisighella

La cittadina di Brisighella, splendido borgo medioevale sulle colline in provincia di Ravenna, si trova nel cuore della verde vallata del Lamone e del Parco Regionale della Vena dei Gessi Romagnola ed è “dominata” da 3 colli di gesso. Su ognuno di essi si trovano: l’imponente Rocca Veneziana, la Torre dell’Orologio e il Santuario della Madonna del Monticino. Ma Brisighella non è nota solo per le sue bellezze architettoniche e naturali. È conosciuta e apprezzata da tutti i buongustai d’Italia per le prelibatezze gastronomiche che la caratterizzano. Ad alcune di esse, nel corso di un intensissimo mese di novembre, sono dedicati eventi ad hoc che compongono una gustosa rassegna, di cui è stata realizzata con successo la prima giornata.

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Ma ecco le prossime, di cui la prima domani. La Sagra della pera volpina e del formaggio stagionato domani 13 novembre, Sagra del tartufo il 20 e Sagra dell’Ulivo e dell’Olio il 27 novembre. Durante le sagre, il sabato sera e la domenica a pranzo lo stand gastronomico e i ristoranti del paese proporranno menù a tema con il prodotto cui è dedicata la sagra. Inoltre, tutte e quattro le domeniche le vie del centro storico saranno percorse da un trenino turistico che farà il giro dei tre colli per ammirare splendidi panorami.

Domenica 13 Novembre – SAGRA DELLA PERA VOLPINA E DEL FORMAGGIO STAGIONATO

La seconda sagra è un originale mercato dei frutti autunnali e dei prodotti tipici della collina, dove la regina e il re della giornata saranno la pera volpina, che si abbina perfettamente con il formaggio stagionato.

Le pere volpine, piccole, tonde e dure erano un prodotto tipico della valle del Lamone. La sagra ha contribuito nel corso degli anni alla riscoperta delle proprietà di questo frutto dimenticato, offrendo la possibilità di riassaporarlo. In piazza Carducci si potrà ammirare come vengono utilizzati questi frutti. Le pere vengono consumate bollite, cotte in acqua o vino, oppure al forno. La ricetta tipica della Romagna vuole che le pere volpine vengano cotte in un buon vino rosso, meglio se Sangiovese, aromatizzato con chiodi di garofano e cannella. La cottura in forno ammorbidisce il frutto e il vino si trasforma in un delizioso sciroppo nel quale inzuppare la polpa dolce e fibrosa. Abbinando il tutto con il formaggio stagionato di Brisighella, un pecorino invecchiato in grotte di gesso con procedimento di antica tradizione locale.

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Domenica 20 Novembre – SAGRA DEL TARTUFO

La terza domenica è dedicata a Sua Maestà il tartufo, uno dei prodotti più ricercati della collina faentina. I tartufai della zona sono abili nel ricercare questo prezioso prodotto del sottosuolo. Durante la sagra, le tipiche bancarelle poste nella piazza di fronte alla suggestiva “Via degli Asini” esporranno la varietà del “bianco autunnale”, che emana un profumo particolarmente intenso, e del tartufo nero. La manifestazione sarà allietata da complessi di musica folk e attrazioni varie.

Domenica 27 Novembre – SAGRA DELL’ULIVO E DELL’OLIO (57^ edizione)

Nell’ultima domenica del mese di novembre si celebra il preziosissimo olio extra vergine d’oliva “Brisighello” DOP, il prodotto enogastronomico principale della Terra di Brisighella. L’Olio extravergine di Oliva di Brisighella è stato il primo ad aver ottenuto, era il 1996, il riconoscimento DOP (Denominazione di Origine Protetta). Un riconoscimento che ha premiato la passione, la cultura, la qualità con la quale è sempre stato ottenuto il prezioso prodotto, poiché la coltivazione dell’ulivo in terra brisighellese risale a tempi antichissimi: già in epoca romana l’ulivo e i suoi prodotti erano conosciuti e apprezzati.

Ad anticipare la sagra, il Consorzio della DOP BRISIGHELLA assieme al Comune di Brisighella organizzano un importante convegno nazionale per ricordare la ricorrenza del 20° anno di DOP; appuntamento sabato 26 novembre. Al convegno, aperto al pubblico, parteciperanno in veste di relatori esperti del settore, produttori, giornalisti e chef che faranno il punto sullo stato dell’arte dell’olio di Brisighella e sulle proprietà salutistiche dell’Olio extravergine d’oliva.

Quella di Brisighella è una delle realtà olivicole più interessanti del Nord Italia. Il 90% del prodotto della zona viene conferito per la trasformazione al frantoio sociale della C.A.B. Qui le olive, raccolte con brucatura a mano, vengono lavorate tramite perforamento a freddo da macine e macchinari di ultima generazione in regola con il disciplinare dell’UE.

La domenica, durante la festa accompagnati dalla musica folk della Banda del Passatore di Brisgihella, si premieranno i primi trenta agricoltori che aderirono al progetto Brisighella DOP e in Piazza Marconi la Coop. Agricola Brisighellese allestirà un piccolo frantoio dove si potrà ammirare il processo di molitura e degustare l’olio nuovo. A completare l’evento anche un mercato dei prodotti tipici autunnali dell’Appennino tosco-romagnolo.

Per informazioni: Pro Loco Brisighella tel. 0546 81166

Pierluigi Papi (che ha fornito anche le immagini)