Il Verbier Festival dal 17 luglio al 2 agosto

Quella del 2020 è un’edizione decisamente beethoveniana, e per celebrare il 250mo anniversario del compositore e le sue opere, ma anche le influenze che ha avuto e coloro che ha ispirato, il festival offre 62 concerti Mainstage, che verranno proposti da oltre 90 artisti di caratura internazionale.

Seguita alle celebrazioni del venticinquennale nel 2018, l’edizione 2019 ha registrato un bilancio finanziario positivo, nonostante la concomitanza con un altro evento di grande richiamo, “la Fête des Vignerons”, confermando il suo ruolo di manifestazione fondamentale nello scenario culturale svizzero.

Ormai avviato a vivere il suo secondo quarto di secolo, il Verbier Festival si aprirà il 17 luglio con una serata interamente dedicata a Beethoven e un cartellone più che mai grandioso: Valery Gergiev, alla testa della Verbier Festival Orchestra (VFO), dirigerà un trio d’eccezione, il cui esordio si è potuto apprezzare durante il Festival del 2015, formato dal violinista Leonidas Kavakos, dal violoncellista Gautier Capuçon e dalla pianista Yuja Wang, nel Concerto triplo. Un antipasto per palati raffinati, prima di trascinare il pubblico nella magistrale Sinfonia N°9, che vedrà riunito sulla scena un cast di voci senza pari: Camilla Nylund, Magdalena Kozená, Evan LeRoy Johnson, René Pape e il coro vallesano Oberwalliser Vokalensemble.

Questo primo concerto sarà il preludio a un programma Beethoven che si preannuncia memorabile. Dalla Sinfonia N°2 diretta da Gábor Takács-Nagy alla N°5 diretta da Dima Slobodeniouk, passando per le sinfonie “Eroica””e “Pastorale””eseguite dalla VFO per la bacchetta del suo direttore musicale, Valery Gergiev. Tra i momenti forti del Festival figureranno numerosi concerti antologici, a cominciare dall’integrale dei 16 quartetti che saranno eseguiti nell’arco di sei concerti dal Quatuor Ébène (unica performance completa delle opere in una sola sede nel corso della loro tournée mondiale), e dall’insieme delle cinque sonate per violoncello e pianoforte proposte da Miklós Perényi e András Schiff in due concerti. I recital porranno altresì in rilievo la Sonata N°9 interpretata da un duo inedito formato da Kristóf Baráti e Sergei Babayan e i Lieder cantati da Stephan Genz, accompagnato da Kit Armstrong.
Il Festival sarà indiscutibilmente un inno alla gioia fino alla sua programmazione Unlimited: da un After Dark con il compositore e DJ Gabriel Prokofiev, che in una creazione mondiale renderà un omaggio tutto personale a Beethoven, passando per i dibattiti dello Swiss Philanthropy Forum sul tema dell’ambiente, con riferimento al compositore e al suo rapporto con la natura, che accoglierà personalità quali il filantropo e uomo d’affari Hansjörg Wyss, fino ai bambini del VF Kids, che presenteranno la loro interpretazione originale della fiaba “I tre porcellini” sulla musica della 5a Sinfonia.

Oltre che con Beethoven, il genio musicale sarà celebrato con Mozart, in una presentazione in forma semiscenica del Don Giovanni con lo svedese Peter Mattei nel ruolo del protagonista, con La Valchiria di Wagner per la bacchetta di Gianandrea Noseda, con le seconde sinfonie di Rachmaninov e Schumann dirette da Antonio Pappano, e con una serata dedicata a Brahms; la Sinfonia N°1 condotta da Pablo Heras-Casado e il Concerto per violino interpretato dal giovane prodigio Daniel Lozakovich. A coronamento di questa edizione, un’opera grandiosa: la Sinfonia N°6 di Mahler diretta da Christoph Eschenbach a capo della VFO.

Accanto a grandi nomi come Evgeny Kissin, Denis Matsuev, Mischa Maisky, Pinchas Zukerman e Mikhaïl Pletnev, faranno un atteso ritorno al Festival, dopo oltre cinque anni di assenza, alcune leggende della musica classica: Martha Argerich, Nelson Freire, Stephen Kovacevich e René Pape.

Un’occasione eccezionale per ammirarli nelle opere che li hanno contraddistinti, come il Concerto in sol maggiore di Ravel eseguito dalla Argerich e il Concerto N°2 di Brahms da Freire.

Il cartellone solistico sarà completato da una nuova generazione di artisti divenuti ormai imperdibili, giovani usciti dall’Academy o talenti emergenti sulla scena internazionale: Yoav Levanon, Seong-Jin Cho, Mao Fujita, Alexandre Kantorow, Daniel Lozakovich, Alexandra Conunova, Benjamin Bernheim e Kit Armstrong, per citarne solo alcuni.

Un grande spunto d’ispirazione per gli astri nascenti che andranno a integrare ciascuno dei cinque poli di formazione dell’Academy (Verbier Festival Orchestra, Conducting, Junior Orchestra, Atelier Lyrique e Soloists & Chamber Music). A coronamento delle oltre 100 masterclass e prove aperte al pubblico, l’Academy presenterà, nel suo ormai imprescindibile concerto d’opera, La Bohème di Puccini sotto la direzione di Stanislav Kochanovsky.
Fuori dall’ambito classico, la cantante del Benin Angélique Kidjo torna a sua volta a Verbier per far ballare il pubblico del Festival con un nuovo programma di musica africana, mentre la danza tornerà a entusiasmare gli spettatori con il National Georgian Ballet e le sue spettacolari coreografie folkloristiche. Anche il teatro partecipa ai festeggiamenti, con Thomas Quasthoff e l’attore shakespeariano Simon Russell Beale sulle scene dell’Academy, del Mainstage e dell’Unlimited.

Una programmazione che non mancherà di sedurre gli appassionati, ma anche i neofiti della musica classica ai massimi livelli.

Roberta Barbaro

 

Esempi di assistenza: a Ferrara “Videochiamiamoci” e farmaci a domicilio

Le videochiamate, nate da una proposta dello staff di ASP, da qualche giorno sostituiscono le visite nei nuclei residenziali gestiti direttamente da ASP (Nucleo Speciale Temporaneo Dedicato alle Demenze e Nucleo AIA) per consentire di mantenere il legame tra gli ospiti e i loro familiari.

“Un’opportunità molto importante – commenta l’assessore alle Politiche sociali Cristina Coletti – l’iniziativa di videochiamata messa a punto dal Centro Servizi alla Persona-ASP Ferrara, che si aggiunge a una mobilitazione più ampia in questa situazione di emergenza. Emergono spontaneamente sia nell’ambito dei servizi di assistenza sia in quello più ampio del volontariato a livello di tutto il territorio comunale iniziative come questa che denotano una generosità e una professionalità davvero apprezzabili in un settore dove vedo mettere in atto tutte le misure possibili che coniugano il senso di responsabilità con quello della sensibilità e dell’attenzione per la persona”.

Le precauzioni imposte dal Coronavirus portano infatti a inevitabili modifiche anche per la quotidianità dei più anziani ospiti dei nuclei residenziali. Proprio per tutelarli Asp ha infatti sospeso gli ingressi e chiuso il centro diurno. “Ma se gli abbracci e le carezze sono proibite, gli sguardi negli occhi virtuali no – spiegano gli operatori – e grazie a questa forma di comunicazione a distanza è possibile fare sentire meno sole le persone che si trovano adesso in questa delicata situazione”.

Gli anziani fragili ospitati in queste strutture sono, infatti, tra i soggetti più a rischio e le videochiamate consentono loro di chiacchierare con i loro parenti e danno la possibilità ai familiari di assicurarsi che genitori, nonni, zii o fratelli siano in buone condizioni.

I familiari che hanno desiderio di videochiamare possono inviare un messaggio via WhatsApp o chiamare i numeri di seguito indicati e gli operatori si attiveranno:

  1. nucleo C2  3666167809 – 0532 799558
  2. nucleo NAIA 3666167808 – 0532 799579.

Così un familiare di un ospite del nucleo residenziale di Ferrara ha ringraziato un’operatrice dell’Asp: “Gentilissima Sara, volevo ringraziare per la premura e la disponibilità che ASP ha messo a disposizione. Trovo che sia un gesto d’amore e di umanità che mostrate a noi e alle persone care a voi affidate. Con gratitudine“.

A questo servizio si affianca la disponibilità della psicologa, Paola Milani, che opera presso il Centro diurno e nel Nucleo per Persone affette da Demenza. Tenuto conto del particolare momento che stiamo vivendo e delle chiusure degli ambulatori dedicati alle demenze, del Centro diurno e della sospensione delle visite ai nuclei, la dottoressa Milani si è resa disponibile a contattare e ad essere contattata da familiari/caregiver per un monitoraggio attivo. Pertanto i familiari/caregiver sia degli ospiti del Centro diurno che del nucleo, possono chiamare il lunedì e giovedì mattina al numero 0532 799558 (nucleo C2) per avere un confronto o un supporto psicologico.

Molto importante nella tutela degli anziani è stato poi l’impegno quotidiano del personale – fanno notare infine i responsabili di Asp – che si è attivato per garantire tutte le misure di sicurezza a tutela degli anziani prima ancora che propria, non solo con la dedizione e la presenza sul posto di lavoro, ma anche con la competenza dimostrata.

A Ferrara, per ridurre gli spostamenti di persone e contrastare la diffusione del Coronavirus, sono attivi servizi di consegna a domicilio di farmaci.

La Croce Rossa Italiana a livello nazionale e locale, tramite le sedi provinciali e comunali, ha organizzato un servizio di consegna farmaci a domicilio rivolto a: persone con oltre 65 anni, soggetti con patologie respiratorie e febbre superiore a 37,5°, persone non autosufficienti, persone in quarantena. Il numero verde da contattare è l’800 065510.

A livello locale l’Associazione di volontariato “Intornoate” a livello locale ha organizzato un servizio di consegna farmaci a domicilio rivolto a persone residenti a Ferrara in zona Barco e Doro. Il numero da comporre in caso di bisogno è il 337 1545383.

Insieme all’Afm ringraziamo tutti coloro che stanno mettendo in campo questo tipo di servizi importantissimi – afferma l’assessore comunale alle Politiche Sociali Cristina Coletti – un segno concreto e positivo che si inserisce in tutte quelle azioni che hanno come unico obiettivo sostenere i cittadini in difficoltà e quelli più fragili. A tutti gli operatori e volontari va la nostra riconoscenza perché queste attenzioni sono tasselli importanti per la positiva soluzione dell’emergenza”.

 

 

Alessandro Zangara (anche per la fotografia)

 

 

 

Deltaplano, parapendio e coronavirus

L’emergenza sanitaria che stringe l’Italia e i conseguenti provvedimenti sanitari stanno influenzando anche l’attività di volo libero in deltaplano e parapendio. In pratica due manifestazioni che avrebbero dovuto aprire la stagione sono state cancellate o sospese. Una terza confermata, ma con riserva.

Annullata la Flory Cup e sospeso il Trofeo Malanotte, rispettivamente per il volo in parapendio e quello in deltaplano. Nel primo caso la manifestazione avrebbe dovuto tenersi dal 26 al 29 marzo nello splendido scenario della Valle San Floriano, frazione di Marostica (Vicenza) e organizzata da Aero Club Blue Phoenix Parapendio.

Al momento della cancellazione già 105 piloti, compresa una nutrita schiera di ragazze, avevano confermato la loro presenza e la lista di attesa si dilungava ad altri 180 piloti circa di trentadue nazioni. Resteranno tutti a casa, disciplinatamente.

La stessa sorte è toccata ai piloti che si apprestavano il 4 e il 5 aprile a partecipare al Trofeo Malanotte presso l’Aviosuperficie Alpi Marittime in località Pianfei (Cuneo). Lo scorso anno era stata la meteo avversa a costringere gli organizzatori del grande meeting di deltaplano ad annullare l’evento. Quest’anno ci ha pensato il Covid-19, ma i piloti del Delta Club Mondovì ci riproveranno non appena la situazione volgerà al meglio.
Invece il comitato organizzativo del Trofeo Montegrappa sta seguendo con attenzione gli eventi legati al corona virus e le possibili implicazioni nell’imminenza dell’evento previsto dal 9 al 13 aprile.

Si tratta di una delle competizioni di parapendio più conosciute e amate al mondo, organizzata da Aero Club Lega Piloti in collaborazione con l’associazione Volo Libero Montegrappa. Teatro dell’evento la meravigliosa cornice della montagna che gli ha dato il nome. Il centro operativo e l’atterraggio ufficiale saranno a Romano d’Ezzelino (Vicenza). In alternativa, al termine di percorsi aerei che in caso di bel tempo possono superare i 100 km, i piloti potrebbero toccare terra anche in zona Paradiso o al Garden Relais di Bordo del Grappa (Treviso). Tre i siti di decollo previsti: Rubbio, Cima Grappa e Col Campeggia.

Già completi i ranghi delle iscrizioni con 150 piloti tra i più forti al mondo, lasciando fuori altri 280 piloti che erano in lista d’attesa. Tuttavia il clima di incertezza sta costringendo gli organizzatori a decisioni difficili. Al momento la manifestazione è confermata, ma con riserva di modificare la decisione nel corso delle prossime due o tre settimane, visto che la situazione sanitaria è in continua evoluzione.

 

Gustavo Vitali

 

Una nave di libri per Barcellona

Una  nave di libri per Barcellona compie il suo undicesimo anno di età e torna a salpare nel Mediterraneo. Dal 21 al 25 aprile il mensile “Leggere:tutti”, in collaborazione con Grimaldi Lines e con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona, ha organizzato una serie di nuove e interessanti proposte durante il tragitto e dopo lo sbarco. La partenza è prevista nella serata del 21 aprile dal porto di Civitavecchia; dopo una sosta a Porto Torres per imbarcare i passeggeri provenienti dalla Sardegna, la Cruise Roma della Grimaldi Lines farà rotta verso il porto di Barcellona dove arriverà la sera del 22 aprile per far partecipare i suoi passeggeri, nella giornata seguente, alla Festa di San Giorgio, i libri e le rose.

Il 23 aprile, giorno di San Giorgio, si festeggia infatti la Giornata Mondiale del Libro nella data simbolica in cui ricorre l’anniversario della morte degli scrittori Miguel de Cervantes e William Shakespeare. In questa giornata Barcellona si riempie di rose e libri, in una festa con poeti e scrittori che anima l’intera città: la tradizione vuole infatti che in questo giorno gli uomini regalino una rosa alle donne e siano contraccambiati con un libro.

Durante il viaggio, sia all’andata sia al ritorno, è previsto un ricco programma di intrattenimento: reading, spettacoli teatrali, proiezioni di film, dibattiti e molto altro. Il programma è in via di definizione, ma vi sono già alcune anticipazioni.

Ci saranno, in primis, graditi ritorni sulla Nave di libri: il generale dei Carabinieri Roberto Riccardi, scrittore di gialli di successo, che presenterà il saggio Detective dell’arte in cui racconta le storie di alcuni furti di opere d’arte e il lavoro d’indagine per il loro recupero; il giornalista Gaetano Savatteri, con l’anteprima del suo nuovo libro; Vittorio Russo, capitano di lungo corso della Nave, che parlerà di viaggi del tempo e della memoria attraverso il suo personale Uzbekistan; ed ancora, da Londra, arriverà Donald Sassoon, storico, scrittore e saggista britannico, professore emerito di Storia Europea Comparata alla Queen Mary University of London, presenterà in anteprima il suo ultimo libro The Anxious Triumph: a Global History of Capitalism, 1860-1914 già edito nel 2019 in lingua inglese e a breve in italiano.

Tra i nuovi partecipanti a quest’avventura si segnalano Oscar Di Montigny, manager, divulgatore ed esperto di comunicazione, che presenterà in anteprima la sua nuova opera; sul tema della gratitudine; Eugenia Romanelli con il libro Il corpo della terra. La relazione negata, curato insieme a Giusy Mantione; lo scrittore e musicista  Peppe Millanta con La rotta delle Nuvole, un libro decisamente evocativo del viaggio.

Spazio anche alla musica e al cinema con la cantautrice Grazia Di Michele, che parlerà del libro autobiografico Apollonia, e Carlotta Rondana, tra le interpreti dell’ultimo film di Ferzan Özpetek La Dea Fortuna. L’attrice presenterà il suo libro Molo 23 e commenterà alcune scene del film. Un’altra importante presenza tra i protagonisti della Nave di libri, è lo scrittore, cantautore, attore e regista David Riondino con il suo libro Sussidiario che rappresenta molto bene il carattere ecclettico dell’autore.

Non mancherà il buon cibo, non solo quello preparato dagli chef della Nave, ma anche quello “raccontato” dallo chef Renato Bernardi e dalla conduttrice televisiva Adriana Volpe, autori del libro Così mi piace, e attraverso la pièce teatrale La ricetta perfetta è quella che alla fine si scrive di Gianni Zagato, scritta in occasione dei 200 anni dalla nascita di Pellegrino Artusi, interpretata per l’occasione dall’attore Gino Manfredi.

Anche a Barcellona, oltre alla possibilità di visitare la città, sono previste alcune iniziative, come la passeggiata nella Barcellona Letteraria e incontri all’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona.

Prezzi di partecipazione per adulti e famiglie a partire da 432,00 euro a persona (sistemazione in cabina doppia in nave e in camera doppia in hotel a Barcellona; la quota di partecipazione parte da 420,00 euro per chi si imbarca a Porto Torres). Prezzi speciali  per Istituti scolastici a partire da 330 euro.

Si invitano i lettori ad informarsi circa l’effettiva realizzazione dell’evento (momentaneamente confermato) con i seguenti canali: Sito ufficiale: https://leggeretutti.eu/. Infoline: info@leggeretutti.it – +39 06 44254205.

 

Elisabetta Castiglioni

 

Il Teatro Carlo Felice di Genova resta vicino al suo pubblico anche nella distanza imposta dall’emergenza

«Il Teatro Carlo Felice resta vicino al suo pubblico anche nella distanza imposta dall’emergenza coronavirus». Così il Sovrintendente Claudio Orazi riassume lo spirito dell’iniziativa #musicalmenteinsieme, grazie alla quale la fondazione lirico-sinfonica genovese, attingendo al proprio ricco e prestigioso archivio video, porterà la grande musica operistica, sinfonica e il balletto dentro le case di tutti. Si tratta di una decisione condivisa con il Consiglio di indirizzo della Fondazione. Il Sovrintendente Orazi coglie altresì l’occasione per ringraziare tutti i lavoratori della Fondazione che in queste ore stanno osservando con grande responsabilità l’evolvere della situazione e le conseguenti decisioni da prendere.

Le trasmissioni saranno proposte a orario fisso (ore 20:00) con cadenza quotidiana, secondo un palinsesto che verrà comunicato ogni settimana via social, e saranno introdotte da un saluto del Sovrintendente e di un testimonial dello spettacolo. Si comincia stasera con Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi, andato in scena nel febbraio 2019 con la direzione di Andriy Yurkevich e la regia di Andrea De Rosa; interpreti: Ludovic Tézier (Simon Boccanegra), Francesco Meli (Gabriele Adorno), Vittoria Yeo (Amelia Grimaldi), Giorgio Giuseppini (Jacopo Fiesco).  Gli spettacoli saranno visibili sui canali facebook Teatro Carlo Felice, Streaming Teatro Carlo Felice-TCF web TV e sul sito http://www.streamingcarlofelice.com.

 

Massimo Pastorelli

Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo

In attesa della fine dell’emergenza sanitaria, diamo notizia di mostre o di eventi culturali che si possono mettere in agenda,

sui quali invitiamo a tenersi informati attraverso i canali ufficiali.

Raccontare storie senza tempo riuscendo a incantare il pubblico è considerata una vera e propria arte, ma dietro l’immediatezza tipica del risultato artistico perfetto si nasconde un lavoro di ricerca creativa che dura anni, generalmente ignoto a chi ascolta queste storie.

“Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo”, racconta al pubblico questo processo creativo, grazie a preziose opere originali provenienti dagli Archivi Disney di questi immortali lungometraggi e di altri celebri film dei Walt Disney Animation Studios.

L’esposizione racconta i capolavori di Walt Disney, riconducendo le storie alle antiche matrici di tradizione epica: sono i miti, le leggende medievali e il folklore, le favole e le fiabe che costituiscono da secoli il patrimonio narrativo delle diverse culture del mondo. Da queste tradizioni derivano le storie più famose da cui sono stati tratti i film Disney e vengono presentate in chiave narrativa attraverso l’esposizione dei bozzetti preparatori di ricerca creativa, incentrati sull’esplorazione di personaggi, ambientazioni e trame narrative.

Il grande sforzo innovativo degli artisti di Disney fu infatti – e lo è tutt’oggi – quello di portare queste storie al cinema utilizzando diversi strumenti artistici, dal disegno a mano all’animazione digitale, per captare l’essenza delle favole antiche e rivitalizzarle, attualizzandone il valore universale.

In mostra il visitatore potrà ripercorrere l’elaborazione dell’intero processo creativo dietro le quinte di un racconto Disney e verrà incoraggiato a diventare egli stesso un narratore, percorrendo le sale della mostra non solo come spettatore passivo di contenuti, ma come attore protagonista degli stessi. Attraverso postazioni interattive e un allestimento che evoca gli scenari dei grandi capolavori dell’animazione Disney, sarà lo stesso percorso di visita a fornire i ferri del mestiere di ogni grande storyteller. Sala dopo sala ognuno potrà sperimentare gli elementi strutturali fondamentali per dare vita a qualsiasi narrazione fino a provare l’emozione di immedesimarsi nel lavoro di un artista dell’animazione attraverso le stesse tecniche dei Disney Studios.

Mudec, Museo delle Culture, via Tortona 56, Milano

Fino al 13.09.2020

Si invitano i lettori ad informarsi sull’apertura della mostra attraverso i canali ufficiali del Mudec.

 

la Redazione

 

 

 

Robot. The human project

In attesa della fine dell’emergenza sanitaria, diamo notizia di mostre, di musei o di eventi culturali che si possono mettere in agenda, sui quali invitiamo a tenersi informati attraverso i canali ufficiali. 

Dai primi congegni meccanici dell’antica Grecia alle nuove frontiere dell’Intelligenza Artificiale, l’uomo è sempre stato attratto dall’idea di creare un proprio simile artificiale. Il percorso espositivo racconta la relazione tra l’essere umano e il suo doppio, svelando al pubblico i risultati finora raggiunti, gli straordinari sviluppi tecnologici e le frontiere della robotica e della bionica contemporanea. Il progetto espositivo, realizzato in collaborazione con i principali istituti di ricerca come l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e l’IIT di Genova, intende offrire una chiave di lettura per il futuro, con un approccio immersivo dal respiro tecnico-scientifico, antropologico e artistico che svela come l’interazione tra uomo e macchina sia sempre più reale.

Dopo aver presentato gli antenati dei robot, antichi capolavori della tecnica, l’esposizione dà spazio alla robotica moderna applicata alle neuroscienze, ossia la bionica, per poi soffermarsi sui “Cobot” presenti in mostra, robot che sanno riconoscere e trasmettere emozioni, connotati da una grande utilità e accettabilità sociale.
L’impressionante avanzamento tecnologico in questi campi, le prospettive aperte e tutte le possibili implicazioni portano con sé anche interrogativi etici, sociali e culturali di primaria importanza, su cui è fondamentale una riflessione.

Il Mudec

Il progetto del Museo delle Culture ha origine negli anni 1990 quando il Comune di Milano acquista la zona ex industriale dell’Ansaldo per destinarla ad attività culturali. Le fabbriche dismesse, veri e propri monumenti di archeologia industriale, sono state trasformate in laboratori, studi e nuovi spazi creativi. In questo scenario il Comune di Milano progetta un polo multidisciplinare dedicato alle diverse testimonianze e culture del mondo, sede espositiva delle civiche Raccolte etnografiche.
Il Museo delle Culture, concepito in un contesto socio-economico molto diverso dall’attuale, ha dovuto essere ripensato alla luce di una complessità forse non immaginabile alla fine degli anni Novanta.

La vocazione interculturale che lo ha ispirato trova oggi la sua espressione in un progetto capace di rispondere alla chiamata, negli anni sempre più partecipata, del pubblico culturale in un panorama in continua trasformazione per le istituzioni museali, la loro sostenibilità e la loro identità tra ricerca scientifica, testimonianza storica, interpretazione della contemporaneità e visione sul futuro. Il visitatore del Museo delle Culture potrà visitare grandi mostre internazionali declinate attraverso i diversi linguaggi artistici, conoscere il patrimonio etno-antropologico delle collezioni del Comune di Milano composte da oltre 7000 opere d’arte, oggetti d’uso, tessuti e strumenti musicali provenienti da tutti i continenti, partecipare a una programmazione di eventi e iniziative a cura delle comunità internazionali presenti sul territorio.

L’architettura

Nato da un’operazione di recupero di archeologia industriale nell’area dell’ex fabbrica Ansaldo, in zona Tortona, il MUDEC è luogo d’incontro fra le culture e le comunità. All’interno dell’edificio si sviluppano diversi spazi che offrono al visitatore e alla città una molteplicità di proposte culturali e di servizi, distribuiti su 17.000mq. L’area espositiva del Museo, al primo piano, si sviluppa intorno ad una grande piazza centrale coperta e ospita la sezione del percorso museale con le opere della collezione permanente e le sale dedicate alle grandi mostre temporanee.

Completa lo spazio l’auditorium, un teatro da trecento posti dedicato alle performance e alle arti visive.Il piano terra destinato all’accoglienza, è dotato di bistrot, design store, biglietteria, guardaroba, sala Forum delle Culture, sala conferenze-spazio polifunzionale, spazio per la didattica, laboratorio di restauro e depositi allestiti per essere visitati da piccoli gruppi accompagnati. Il MUDEC Lab infine è uno spazio interamente dedicato ai bambini, che propone visite guidate e divertenti laboratori tematici legati al percorso museale e alle mostre in corso.

Ogni ultimo sabato del mese i Volontari Touring Club Italiano accolgono i partecipanti a “I segreti della conservazione”, le visite tematiche programmate con la preziosa collaborazione degli addetti del Comune di Milano, Unità Organizzazione e sicurezza sedi, alla scoperta dei tesori dei Depositi del Mudec.
Robot. The human project . Fino al 26 luglio 2020

Mudec – Museo delle Culture, via Tortona 56, Milano

 

Si invitano i lettori ad informarsi sulla riapertura della mostra attraverso i canali ufficiali del Mudec.

 

la Redazione

 

 

Giornata Internazionale della Donna

Anche se non in manifestazioni esterne, la Giornata dell’8 marzo deve essere celebrata e, perché no, festeggiata.

La chiamiamo Festa della Donna, pensiamo si tratti di comperare mimosa e cioccolatini, ma in realtà è una Giornata ONU per riflettere sulla condizione femminile in tutto il mondo, anche ricordando la manifestazione prettamente femminile sotto il Palazzo d’Inverno dello zar, che ha fatto sì che la Giornata venisse decretata internazionalmente da celebrare in un unico giorno in tutto il mondo, quel 23 febbraio russo che corrispondeva all’8 marzo nel mondo dal calendario gregoriano.

Quindi festeggiamo, tutti, senza permettere a niente e a nessuno di farcelo dimenticare. Anche se stiamo chiusi tra le mura domestiche e sorridiamo dietro ad una mascherina.

la Redazione

Rapporto di Amnesty International sull’Arabia Saudita

Un nuovo rapporto pubblicato da Amnesty International mostra come, nonostante tutta la loro retorica sulle riforme, le autorità dell’Arabia Saudita stiano usando il Tribunale speciale come un’arma per ridurre sistematicamente al silenzio il dissenso.
In occasione della pubblicazione del rapporto, Amnesty International ha lanciato una campagna per chiedere il rilascio immediato e incondizionato di tutti i difensori dei diritti umani in carcere solo per aver esercitato il loro diritto alla libertà d’espressione.
Il rapporto documenta l’enorme impatto dei processi di fronte al Tribunale speciale nei confronti di difensori dei diritti umani, scrittori, economisti, giornalisti, figure religiose, riformisti e attivisti politici, compresi quelli appartenenti alla minoranza sciita, che hanno subito dure condanne, anche alla pena di morte, per vaghe accuse basate sulle leggi antiterrorismo e contro i reati informatici.
Il rapporto è basato su un ampio esame di atti processuali, di dichiarazioni del governo e di norme nazionali così come su interviste ad attivisti, avvocati e persone legate ai casi approfonditi nel testo.
Amnesty International ha scritto alle autorità saudite il 12 dicembre 2019 e ha ricevuto un’unica replica dalla Commissione governativa sui diritti umani nella quale si forniscono sommarie informazioni su norme e procedure vigenti ma non si risponde direttamente sui casi presentati nel rapporto.
“Il governo saudita sfrutta il Tribunale speciale per dare una falsa idea di legalità sull’uso distorto delle norme antiterrorismo per ridurre al silenzio chi lo critica. Ogni fase dei procedimenti di fronte al Tribunale speciale è segnata da violazioni dei diritti umani, quali il negato accesso alla difesa, la detenzione senza contatti col mondo esterno e le condanne emesse solo sulla base di ‘confessioni’ estorte con la tortura”, ha dichiarato Heba Morayef, direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.
“Le nostre ricerche sbugiardano la nuova immagine riformista che l’Arabia Saudita sta cercando di promuovere: il governo usa un organo giudiziario come il Tribunale speciale per sopprimere spietatamente coloro che hanno il coraggio di esprimere opposizione, difendere i diritti umani o chiedere riforme autentiche”, ha aggiunto Morayef.
La retorica governativa sulle riforme, aumentata dopo la nomina del principe della corona Mohammed bin Salman, è profondamente in contrasto con la situazione reale dei diritti umani nel paese. Proprio mentre introducevano provvedimenti in favore dei diritti delle donne, le autorità avviavano un duro giro di vite nei confronti delle attiviste più note che per anni avevano lottato per quelle riforme e di altri cittadini che spingevano per un cambiamento.
Il Tribunale speciale è stato istituito nell’ottobre 2008 per processare imputati di reati di terrorismo. Dal 2011 è stato sistematicamente usato per giudicare persone incriminate in modo del tutto vago di reati di terrorismo che spesso non sono altro che pacifiche azioni politiche.

La legge antiterrorismo, che presenta una formulazione del tutto generica e ampia di “terrorismo” e “reato di terrorismo”, contiene norme che criminalizzano la pacifica espressione delle idee.
Il rapporto di Amnesty International descrive l’attività del Tribunale speciale tra il 2011 e il 2019 attraverso l’analisi dei casi di 95 persone, per lo più uomini, processate, condannate o rinviate a giudizio.
Dei casi esaminati, 52 stanno scontando condanne da cinque a 30 anni e altri 11 sono tuttora sotto processo, sempre per l’esercizio pacifico della libertà di espressione o di associazione.
Tra i casi analizzati da Amnesty International, molti riguardano appartenenti alla minoranza sciita e comprendono anche imputati processati per “reati” che avrebbero commesso quando erano minorenni e che sono attualmente a rischio di esecuzione a seguito di processi gravemente irregolari.
Dal 2016 sono stati messi a morte almeno 28 esponenti della minoranza sciita, nella maggior parte dei casi condannati dal Tribunale speciale unicamente sulla base di “confessioni estorte con la tortura”.
Processi gravemente irregolari
Amnesty International ha esaminato accuratamente gli atti giudiziari di otto processi del Tribunale speciale che hanno riguardato 68 imputati della minoranza sciita, incriminati per lo più di aver preso parte a proteste antigovernative, e altre 27 persone processate per l’espressione pacifica delle loro idee e per il loro attivismo in favore dei diritti umani.
Rispetto a ognuno dei 95 imputati, l’organizzazione ha concluso che i processi sono stati gravemente irregolari. Le condanne, in molti casi alla pena capitale, sono state inflitte sulla base di accuse vaghe legate alla criminalizzazione dell’opposizione politica o per fatti di violenza.
Le accuse più comuni nei processi analizzati da Amnesty sono: “disobbedienza alla famiglia reale”, “messa in discussione dell’integrità dei funzionari dello stato e del sistema giudiziario”, “incitamento alla disobbedienza attraverso l’invito a manifestare” e “costituzione di un’organizzazione priva di autorizzazione”. Si tratta di atti protetti dai diritti alla libertà di espressione, di manifestazione e di associazione.
Ogni singolo imputato nei processi esaminati da Amnesty International non ha avuto accesso a un avvocato dal momento dell’arresto e per tutti gli interrogatori. Gli appelli contro le sentenze del Tribunale speciale si svolgono a porte chiuse in assenza degli imputati e degli avvocati.
Uno degli aspetti più sconvolgenti è l’affidamento privo di dubbi sulle “confessioni” estorte con la tortura. Almeno 20 sciiti processati dal Tribunale speciale sono stati condannati a morte sulla base di tali “confessioni” e 17 condanne sono state già eseguite.
Ridurre al silenzio i dissidenti pacifici
Praticamente tutte le voci indipendenti dell’Arabia Saudita (difensori dei diritti umani, scrittori, esponenti religiosi e altri ancora) stanno scontando lunghe condanne inflitte a partire dal 2011 dal Tribunale speciale o da altre corti oppure sono sotto processo per accuse relative alle loro attività pacifiche.
Il Tribunale speciale ha condannato tutti i fondatori dei gruppi indipendenti per i diritti umani, sciolti nel 2013. Tra questi, gli 11 fondatori dell’Associazione saudita per i diritti civili e politici e altri difensori dei diritti umani quali Mohammad al-Otaibi, fondatore dell’Unione per i diritti umani, condannato a 14 anni per aver cercato di costituire un organismo indipendente per i diritti umani. Al-Otaibi è stato successivamente raggiunto da nuove accuse per aver comunicato con organizzazioni internazionali e aver cercato asilo politico all’estero.
Sotto processo di fronte al Tribunale speciale è anche Salman al-Awda, un religioso riformista arrestato nel settembre 2017 che rischia la pena di morte solo per aver esercitato in modo pacifico i suoi diritti alla libertà di espressione e di associazione.
Complessivamente, Amnesty International ha analizzato i processi e le condanne di 27 esponenti religiosi e considera 22 di loro prigionieri di coscienza di cui chiede l’immediato e incondizionato rilascio.
Stroncare il dissenso nella Provincia orientale
Dal 2011 oltre 100 sciiti sono stati processati dal Tribunale speciale per aver criticato pacificamente il governo nel corso di interventi pubblici o tramite i social media e per aver preso parte a proteste antigovernative. Erano accusati, in modo generico e vago, di aver organizzato o sostenuto proteste, aver preso parte ad azioni violente o aver spiato in favore dell’Iran.
Il 2 gennaio 2016 le autorità saudite hanno annunciato l’esecuzione di un noto religioso sciita, Nimr al-Nimr, noto per le sue critiche al governo. La sua esecuzione ha scatenato nuove proteste nella Provincia orientale. Nel luglio 2017 Youssuf al-Muhsikhass è stato messo a morte insieme a tre sciiti dopo un processo gravemente irregolare e nell’aprile 2019 c’è stata l’esecuzione di massa di 37 persone, per lo più sciite.
Il Tribunale sociale ha anche condannato a morte diversi imputati per reati commessi da minorenni a seguito di “confessioni” estorte con la tortura o sotto costrizione. Alcune condanne a morte sono state eseguite.
Tre minorenni al momento del reato (Ali al-Nimr, Abdullah al-Zaher e Dawood al-Marhoon), arrestati nel 2012 quando avevano 17, 16 e 17 anni per aver partecipato a proteste antigovernative e processati dal Tribunale speciale, rischiano l’esecuzione da un momento all’altro.
Occorrono riforme urgenti
Amnesty International sollecita l’immediato e incondizionato rilascio di tutti i prigionieri di coscienza e l’introduzione di riforme fondamentali alle procedure del Tribunale speciale in modo che possa condurre processi equi e tutelare gli imputati dalla detenzione arbitraria e dalla tortura.
L’organizzazione per i diritti umani chiede anche l’avvio di indagini indipendenti sulle denunce di maltrattamenti e torture in carcere e che sia fornita piena riparazione alle vittime della tortura e di altre violazioni dei diritti umani commesse da funzionari dello stato o da altri su loro comando.
“Se il re e il principe della Corona vogliono essere seri quando parlano di riforme, devono anzitutto rilasciare immediatamente e incondizionatamente tutti i prigionieri di coscienza, assicurare che le loro condanne siano annullate e dichiarare una moratoria ufficiale su tutte le esecuzioni con la prospettiva di abolire la pena di morte”, ha concluso Morayef.
Nel marzo e nel settembre 2019 il Consiglio delle Nazioni Unite sui diritti umani ha adottato dichiarazioni congiunte senza precedenti sull’Arabia Saudita individuando una serie di criteri su cui basare riforme sui diritti umani. Poiché nessuno di questi è stato rispettato, è necessario che gli stati membri del Consiglio continuino a seguire da vicino la situazione istituendo un meccanismo di monitoraggio e reportistica sulla situazione dei diritti umani.
Il rapporto “Muzzling critical voices: Politiced trials before Saudi Arabia’s Specialized Criminal Court” è online all’indirizzo:
https://www.amnesty.org/en/documents/mde23/1663/2020/en

 

Amnesty International Italia

Amnesty International apprezza l’annuncio della riforma del reato di violenza sessuale in Spagna

Il 3 marzo scorso il governo spagnolo ha annunciato una serie di misure per contrastare la violenza sessuale, tra cui la modifica della definizione giuridica di stupro.
“Apprezziamo l’annuncio del governo spagnolo, che rappresenta una vittoria delle sopravvissute allo stupro e delle innumerevoli donne che, con le loro proteste e azioni, hanno richiamato l’attenzione sulla necessità di riforme legislative, politiche e di prassi”, ha dichiarato Monica Costa Riba, campaigner di Amnesty International.
La riforma del reato di violenza sessuale dovrebbe prevedere che il consenso s’intenderà negato a meno che la persona coinvolta “non abbia manifestato liberamente, attraverso atti esterni conclusivi e inequivocabili, in relazione alle circostanze, la propria volontà esplicita di partecipare all’atto”.
L’annuncio del governo spagnolo è arrivato dopo una serie di gravi casi di stupro di gruppo che il sistema giudiziario aveva affrontato in modo del tutto inadeguato. Tra questi, quello de “La Manada” (Il branco), che indignò tutta la Spagna, oggetto nel 2018 di una sentenza di un tribunale di primo grado che condannò cinque stupratori per il reato più lieve di abuso sessuale.
Questa modifica farà della Spagna il decimo stato su 31 analizzati da Amnesty International in Europa a dire chiaramente che il sesso senza consenso è stupro, in linea con le norme e con gli standard del diritto internazionale. È giunto il momento che altri stati europei seguano l’esempio”, ha“ sottolineato Costa Riba.
“Tra questi stati c’è anche l’Italia. A breve avvieremo una campagna per chiedere al parlamento di riformare la definizione giuridica di stupro, basando tale modifica sul criterio dell’assenza del consenso”, ha dichiarato Tina Marinari, campaigner di Amnesty International Italia.

Amnesty International Italia