Escursionismo enogastronomico in Lessinia

La Lessinia vissuta di sera, con i colori del tramonto e della luna piena, alla scoperta dei suoi sentieri ma anche delle sue specialità enogastronomiche.

È Moonlight Lessinia, la prima rassegna esperienziale di escursionismo enogastronomico, che unisce il piacere di una notte nel Parco Naturale della Lessinia con i sapori unici e autentico del territorio. In particolare, il formaggio Monte Veronese e il vino Lessini Durello.

Da maggio a fine stagione, saranno 9 gli appuntamenti di trekking leggero sui sentieri della Lessinia. Si parte già sabato prossimo, il 18 maggio, con il primo appuntamento della rassegna, pensata per promuovere il turismo enogastronomico in questa parte del territorio veronese.

Le escursioni dureranno circa tre ore, con partenza verso le 20, cena nei rifugi e nelle malghe alle 21.30 e ritorno al calar della notte. I partecipanti saranno accompagnati da guide ambientali e guide alpine esperte, che illustreranno, anche dal punto di vista storico, alcuni dei luoghi più suggestivi come le rocce della Valle delle Sfingi, la Conca dei Parpari, le trincee di guerra di Malga Pidocchio, i crinali di Passo Malera.

Le serate hanno un costo che varia dai 29 ai 35 euro, tutto incluso. I piatti proposti durante le cene sono quelli della tradizione montanara veronese ma con mancheranno gli assaggi del formaggio Monte Veronese, nelle diverse stagionature, e il vino Lessini Durello delle varie aziende locali.

Queste le date in calendario.

Sabato 18 maggio, “Una notte di luna sulla cima dell’altopiano”, in cui si raggiungerà la meta più alta, il rifugio Castalberto a 1765 metri (si parte da Malga Lessinia);

sabato 15 giugno “Al chiaror di luna nella valle delle sfingi”, percorso nel parco naturale fino all’agriturismo Gaspari”, con partenza da Camposilvano; sabato 13 luglio, “Trekking panoramico sui crinali del Passo Malera”, percorso che da Malga San Giorgio raggiungerà il rifugio di Malga Malera; sabato 10 agosto verrà riproposta la camminata da Campo Silvano all’agriturismo Gaspari;

a Ferragosto, giovedì 15, l’appuntamento è con “I lucenti boschi e i pascoli di Velo Veronese”, percorso all’ombra del Monte Purga fino alla Locanda Viaverde.

A settembre, sabato 14, si ritorna sulla cima più alta, al Rifugio Castelberto, partendo da Malga Lessinia. Ad ottobre si cambia invece scenario: l’appuntamento per sabato 12 è con “Da Conca dei Parpari al balcone su Venezia”, per un percorso che porterà alla vista mozzafiato che regala il Rifugio Lausen.

Sarà autunno inoltrato sabato 9 novembre, quando sarà riproposto il trekking panoramico sui crinali del Passo Malera. La rassegna si chiuderà a ridosso del Natale, con l’escursione notturna sui confini tra Veneto e Trentino che da Passo Fittanze porterà al rifugio Malga Lessinia.

R.B.

Confermata la collaborazione Aliberti-Teatro Carlo Felice

Confermata la collaborazione con il Maestro del Coro Francesco Aliberti, che dopo questo primo anno di esperienza molto positiva per il Teatro genovese, convalida il suo incarico per i prossimi tre anni.

Pianista, clavicembalista e direttore di coro, Francesco Aliberti è nato a Salerno nel 1983, si è diplomato in Pianoforte nel 2004 sotto la guida di A. Mannara con il massimo dei voti, lode e menzione. Diplomato in Didattica della Musica, Musica da Camera, Direzione di Coro, Canto e Composizione, ha conseguito la Laurea in Filosofia col massimo dei voti, lode e menzione.

Attivo nella ricerca filosofica e musicologica, ha pubblicato saggi su Platone, Schleiermacher, Kant, Zarlino e la scuola napoletana di pianoforte, nonché diversi fascicoli di composizioni originali. In particolare Una vita con la musica, saggio presentato in occasione dell’evento culturale Specchi di Mnemosyne al Palazzo di Provincia di Salerno col patrocinio dell’UNESCO per il quale è stato  insignito del Premio Anassilaos Giovani 2008 patrocinato dal Consiglio dei Ministri.

Dal mese di ottobre del 2007 ha lavorato presso il Teatro San Carlo di Napoli in qualità di Assistente del Maestro del Coro e Altro Maestro del Coro, collaborando con direttori d’orchestra di calibro internazionale (R. Muti, Z. Mehta, J. Tate, A. Fisch, W. Marshall, B. Campanella, D. Renzetti, M. Benini) alla realizzazione delle produzioni delle stagioni liriche e sinfoniche 2008, 2009 e 2010.

Il Maestro Aliberti, dopo una lunga esperienza maturata in qualità di Assistente e Altro Maestro del Coro sotto la guida dei maestri Sebastiani, Faelli, Ozbic, Caputo, Petrozziello e Carlini, approda al Carlo Felice in qualità di Maestro del Coro all’inizio della Stagione lirico-sinfonica 2018/19.

Stare insieme nella musica è l’unica via per  approdare a un obiettivo sensato e stabile, rispettando prima di tutto il vissuto delle voci e il messaggio degli autori. Non c’è nota che non profumi di ricerca di un senso nella vita. Posso solo augurarmi che, attraverso un cammino comune, gli uni accanto agli altri, nelle soddisfazioni come nelle difficoltà, al miglioramento della qualità vocale del coro corrisponda sempre la centralità della dimensione umana, di cui il coro, sin dall’epoca dei tragici greci, costituisce una declinazione di vitale rilievo” sottolinea Aliberti.

“Con il M° Aliberti, sottolinea il Sovrintendente Maurizio Roi, abbiamo trovato un giovane Maestro di grande talento che sta lavorando con tutti gli Artisti del Coro per una costante crescita qualitativa.

Su questa strada vogliamo continuare per avere un profilo autonomo e migliorare ancora.”

 

Marina Chiappa

L’Associazione Genova Musica festeggia il primo anno di fondazione

La Fondazione Teatro Carlo Felice è lieta di collaborare con l’Associazione Genova Musica, fondata dalla pianista genovese Elisa Tomellini (Presidente) per sviluppare un progetto artistico-educativo con lo scopo di creare a Genova un’Accademia di alto perfezionamento musicale alla quale potranno avere accesso giovani musicisti di comprovato talento provenienti da tutto il mondo. Collaborano con l’Associazione il compositore e direttore d’orchestra Michele Trenti (Vice presidente), il violoncellista Luca Franzetti (Direttore artistico), il violinista Massimo Quarta  (vincitore Premio Paganini  1991) e il pianista Simone Pedroni (vincitore nel  1993 del  concorso Van Cliburn in Texas).

L’Associazione festeggia il suo primo anno di vita con concerti ad ingresso libero. Ecco il prossimo calendario:

Sabato 25 Maggio 2019 – ore 17.00 Bibl.Berio-Sala Chierici

Musiche di J.S.Bach – 6 suites per violoncello solo

Luca Franzetti, violoncello

Sabato 1 Giugno 2019 – ore 20.30 Teatro della Gioventù

Recital di pianoforte

Musiche di C.Debussy, F.Liszt, N.Rota

Simone Pedroni, pianoforte

Venerdì 7 Giugno 2019 – ore 20.30 Teatro della Gioventù

Concerto in Trio

Musiche di R.Schumann, F.Mendelssohn

Massimo Quarta, violino

Luca Franzetti, violoncello

Elisa Tomellini, pianoforte

 

tutti gli appuntamenti sono ad ingresso libero sino ad esaurimento dei posti disponibili

Al Pubblico che assisterà ai concerti verrà data la possibilità di acquistare un biglietto scontato per uno spettacolo del Teatro Carlo Felice.

 

Marina Chiappa

 

Siamo tutti Paola Cortellesi: “Ma cosa ci dice il cervello?”

Siamo tutti Paola Cortellesi, quindi “Ma cosa ci dice il cervello?”. Cortellesi interpreta magistralmente la nuova pellicola diretta dal compagno Riccardo Milani, un ottimo film, divertente, parodistico e che può fare riflettere. Chi? Gli Italiani, ormai “fusi” dalle mode, dall’appiattimento della cultura e, soprattutto, del buon senso, in assoluta mancanza di senso civico. Mi sembra che con film come questo siamo sulla strada di chi protesta e, udite udite, reagisce. Infatti a cosa serve lamentarsi e basta? Bisogna smetterla e reagire, REAGIRE. Proprio come Giovanna (Paola Cortellesi), un’apatica divorziata, mamma di Martina (Chiara Luzzi), con un lavoro piattissimo, non all’altezza della sua fama da liceale. Come dice il proverbio, quando si è bravi a scuola non si fa strada nella vita. Giovanna è una modestissima impiegata del Ministero, veste come una collegiale attempata, guarda spenta nel vuoto, inerme alle sollecitazioni esterne. Il “burino” che lascia l’auto in mezzo alla strada per scambiare quattro chiacchiere con l’amico, insensibile alle code che provoca. La solita/il solito che parcheggia al posto dei portatori di handicap. La vita che scorre via con i furbetti da ogni parte, sempre con il fiato corto perché c’è sempre qualche altra mamma migliore, specie se “social” e connessa. Giovanna è disconnessa, invece, da se stessa e da tutto il resto, con profondi sensi di colpa nei confronti di una figlia che trascura, mentre sua madre (Carla Signoris) ha preso a frequentare gente, veste in modo improponibile e non ha alcuna considerazione per lei. Insomma, la storia di quasi tutte le donne italiane intorno alla quarantina. Tranne che per un piccolo particolare. Quando entra nell’enorme palazzo sede del suo lavoro, Giovanna diventa un agente al servizio della Sicurezza Nazionale, pronta a saltare da un aereo a un’imbarcazione, di atterrare nel deserto marocchino o a Mosca senza battere ciglio e in procinto di sgominare un traffico internazionale. L’aspetto di Giovanna cambia completamente, l’occhio spento diventa un cervello elettronico inafferrabile e, invece di essere lei a dovere stare dietro al mondo con la lingua penzoloni, è il mondo che le sta nell’orecchio con il quale è in contatto con D’Alessandro, il comandante dell’organizzazione (Remo Girone). Fino alla rimpatriata con gli amiconi del liceo che le fanno rompere gli indugi e cercare di sistemare le cose, almeno per un poco, perché se tutti ci si mettessimo, qualcosa andrebbe più per il verso giusto. L’amica Francesca, pediatra all’ospedale (Lucia Mascino), non verrebbe mai più malmenata dalla mamma di una paziente (Paola Minaccioni); l’amico professore Roberto (Stefano Fresi) verrebbe rispettato dagli studenti; Marco (Vinicio Marchioni), allenatore di squadre giovanili, non verrebbe insultato dai tanti ct nei quali si trasformano i genitori che guardano le partite dei propri figli (tra i quali Ricky Memphis); Tamara, hostess di volo (Claudia Pandolfi) riuscirebbe ad avere la meglio sull’insopportabile manager (Alessandro Roja) in viaggio ogni venerdì. Un film ben impostato, spassoso, con tanti fatti di cronaca vera che, sul grande schermo, prendono davvero le fattezze di un’emergenza nazionale. Dove sta andando l’Italia degli Italiani capaci di dettare moda nel mondo? Interessante notare che Cortellesi afferma di non avere una pagina Facebook o Instagram, di non messaggiare in continuazione. Quindi, messaggio subliminale, bisogna ricominciare dai rapporti interpersonali veri, dalla vita reale ed usare tutto il resto solo per quello che è: un buon mezzo, non la sostituzione della realtà.

Assolutamente da vedere.

 

Alessia Biasiolo

 

 

Le onde marine di Susanna Montagna al concerto di Antonija Pacek

L’acqua rappresenta genuinità e purezza, ingredienti necessari per esprimere le emozioni: esattamente come l’atmosfera suscitata dalle melodie della compositrice e pianista Antonija Pacek, la pittrice di onde Susanna Montagna esprime nelle sue opere un subconscio che si rispecchia perfettamente nel movimento sussultorio del mare.

Le proiezioni delle sue opere, accostate ai nuovi brani dell’album IL MARE dell’artista musicale neoclassica, già definita in Germania “Einauda” per il suo stile minimalista e introspettivo, saranno, insieme alle poesie ispirate a tali composizioni, scritte e sussurrate fuori campo negli intermezzi musicali dall’attrice Daniela Cavallini, il perfetto connubio artistico “al femminile” che avrà luogo nel concerto-evento in programma venerdì 10 maggio alle ore 19,30 al Teatro Dal Verme di Milano. Nel corso della serata saranno proiettati alcuni dei suoi lavori in movie-motion sul fondale (effetti di Claudio Ammendola), mentre la pianista interpreterà composizioni tratti dal suo recente disco ed altri selezionati dai precedenti lavori “Soul colours” e “Life Stories”. Questa la set list in programma: Strong, The Sea,  Before the Storm, Forgive, Aloft, Floating, We Were Meant to Meet, Ecstasy, Expecting Nina, Late Fall, Waiting, Female Divinity, Viva Life, Magic Forest, Back to Faith e Worth Living For.

Brani romantici, minimalisti, emozionali, adatti all’ascolto di un pubblico emozionale, in un itinerario sonoro che concettualmente, tocca l’eterno conflitto tra il dolore e la felicità, percorrendo i grandi interrogativi della vita, del sogno e dell’introspezione interiore, ora accompagnati da parole in poesia ed immagini fluttuanti di una pittura naturalistica ma allo stesso tempo onirica.

La montagna arriva al mare, come la pittura alla musica: in questo caso l’espressione non potrebbe essere più indicata!

Venerdì 10 maggio 2019 – ore 19,30
Teatro Dal Verme

Via San Giovanni sul Muro 2,  20121 Milano

Elisabetta Castiglioni (anche per la fotografia)

Via alle selezioni per il corso di formazione “Il Mestiere delle Arti”

Fino a venerdì 14 giugno 2019 alle 14 è possibile presentare la domanda di candidatura per partecipare alla 4.a edizione del percorso formativo Il Mestiere delle Arti per giovani artisti e imprenditori creativi in Emilia-Romagna.

Il corso è aperto a tutti i soggetti di età compresa tra i 18 e i 35 anni, che sono nati, risiedono o sono domiciliati anche per ragioni di lavoro o di studio nella Regione Emilia-Romagna (requisiti di età, residenza e domicilio si intendono posseduti alla data di scadenza del bando), che si esprimono nelle seguenti discipline:
Arti Visive (Pittura, Scultura, Installazioni, Fotografia, Video Arte, Illustrazione/Fumetto, Grafica artistica);
Arti Applicate (Design, Architettura, Grafica di comunicazione, Moda);
Artigianato artistico;
Progetti culturali nell’ambito delle Industrie Culturali e Creative (ICC).

Il Mestiere delle Arti, giunto nel 2019 alla quarta edizione, è un percorso sperimentale di formazione rivolto ai giovani creativi dell’Emilia-Romagna che, promosso e realizzato dall’Associazione Giovani Artisti dell’Emilia-Romagna (GA/ER) e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, offre una realistica prospettiva di collocazione professionale e lavorativa nell’attuale sistema dell’arte e della cultura, nonché delle Imprese Culturali e Creative (ICC).
L’edizione 2019/2020 de Il Mestiere delle Arti si svolgerà, come per le precedenti edizioni, sull’intero territorio dell’Emilia-Romagna, a riprova della forza costruttiva della propria mission e della spendibilità di un’esperienza formativa che, in questi anni, ha visto crescere e affermarsi in diversi campi lavorativi i giovani creativi che vi hanno partecipato.

Cosa offre il mestiere delle arti
Ciclo d’incontri
con professionisti in ambito artistico, culturale e imprenditoriale, per acquisire le competenze necessarie dal punto di vista normativo e operativo.
Weekend motivazionale, con l’obiettivo di condurre i partecipanti a prendere consapevolezza delle competenze trasversali necessarie per farsi strada nel mercato del lavoro artistico e culturale e nel mondo dell’impresa culturale.
Tirocini formativi: uno della durata di circa tre mesi all’interno di un contesto lavorativo ad hoc, e uno presso un’impresa culturale e creativa per acquisire “sul campo” le competenze normative, gestionali, commerciali insite nella pratica di impresa.
Bilancio di competenze, ovvero un percorso costituito da incontri di gruppo, colloqui individuali e lavoro individuale, che ha come finalità l’aumento di consapevolezza di chi ne fruisce riguardo le proprie caratteristiche, risorse e potenzialità in vista della costruzione di un progetto di vita lavorativa.
Workshop: uno nell’ambito delle arti visive e applicate, finalizzato ad un percorso di ricerca e produzione di progetti e opere sul tema della rigenerazione urbana e della riqualificazione del territorio, e uno incentrato sull’ideazione e l’elaborazione compiuta di un progetto imprenditoriale nell’ambito delle Imprese Culturali e Creative (ICC). I due workshop saranno condotti da creativi e esperti di chiara fama nazionale. Per fare un esempio, la scorsa edizione de Il Mestiere delle Arti si è conclusa con un workshop condotto dall’artista internazionale Andreco, che nell’aprile 2018 grazie alla sua esperienza nell’ambito della rigenerazione urbana ha “riattivato” temporaneamente, insieme ai giovani partecipanti il corso, gli spazi inutilizzati dell’ex Teatro Verdi di Ferrara, progettando, a partire da una ricerca storica e da uno studio urbanistico del contesto territoriale, installazioni e performance ispirate dal luogo e improntate alla relazione tra ambiente costruito e ambiente naturale.

Modalità di partecipazione
Il testo integrale del Bando e la domanda per la partecipazione alla IV edizione del corso Il Mestiere delle Arti sono scaricabile dai siti www.gaer.eu; www.comune.fe.it
La partecipazione a Il Mestiere delle Arti è vincolata al giudizio insindacabile di una Commissione di esperti nominata ad hoc. Il corso inizierà entro un mese dalla comunicazione dei selezionati e si articolerà negli anni 2019 e 2020.
La partecipazione al corso per i candidati selezionati è gratuita.

Agli artisti partecipanti saranno assicurati un attestato finale di partecipazione al corso, oltre alla valutazione delle competenze acquisite al termine del tirocinio formativo.

Per info: Ufficio Giovani Artisti, viale Alfonso d’Este 17, Ferrara, tel. 0532 744643, cell. 329 7080277, e-mail artisti@comune.fe.it

 

Alessandro Zangara

Festival della Scienza Medica 2019

Torna da oggi al 12 maggio il Festival della Scienza Medica, dedicato quest’anno alla “Intelligenza della Salute”.

Il festival, giunto alla quinta edizione, è promosso da Genus Bononiae. Musei nella Città e Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, in collaborazione con l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.

La manifestazione vede protagonisti come ogni anno scienziati di fama internazionale, tra cui Premi Nobel, massimi esperti in diversi campi della ricerca e dell’innovazione, con l’ambizioso obiettivo di avvicinare e rendere accessibile al grande pubblico la cultura medico-scientifica e le sue sfide. Sono oltre 130 i relatori e più di 80 gli eventi che compongono il ricchissimo programma, tra lezioni magistrali, convegni, incontri, spettacoli serali, assieme ai consueti appuntamenti dedicati alle scuole.

Saranno tre i Premi Nobel ospiti della manifestazione: John Gurdon, Premio Nobel per la Medicina 2012, Aaron Ciechanover, premiato con il Nobel per la Chimica nel 2004, e il Professor Tomas Lindahl, Nobel 2015 per la Chimica, che sarà a Bologna il prossimo 14 giugno per la consueta lezione conclusiva del Festival.

Tutti gli eventi del Festival della Scienza Medica sono gratuiti e a ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Il programma completo su www.bolognamedicina.it

G.B.

 

Note in Biblioteca con Federico Fiore

 Il chitarrista Federico Fiore, una giovane promessa di grande talento, suona venerdì 10 maggio alle 20.00 nella Biblioteca “Ennio Flaiano” (via Monte Ruggero 39, tel. 06 45460431) per “Note in Biblioteca”, la serie di incontri musicali ad ingresso gratuito realizzati dalla IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti in collaborazione con Biblioteche di Roma.

Nato a Roma nel 1990, Federico Fiore comincia lo studio della musica nel 2002. Già nel 2003 incide il suo primo disco per l’associazione “Alberto Sordi” ed inizia ad esibirsi in vari concerti. Un momento fondamentale per la sua formazione musicale è l’incontro col grande chitarrista Eliot Fisk, con cui studia prima presso il Mozarteum di Salisburgo e ora presso l’Accademia Chigiana di Siena. Nel 2012 Fiore veste l’abito francescano e nel 2013 emette la sua prima professione semplice nella famiglia religiosa dell’ordine dei frati minori.

In quest’incontro musicale Fiore esegue l’Aria detta “la Frescobalda” di Girolamo Frescobaldi, la Suite n. 2 in re minore BWV 1008 di Johann Sebastian Bach e le Sonate K 14, K 15, K 213, K 492 di Domenico Scarlatti: sono composizioni scritte originariamente per clavicembalo (Frescobaldi e Scarlatti) e violoncello (Bach), ma si adattano benissimo alla chitarra. In particolare il brano di Frescobaldi, che fu organista in San Pietro dal 1608 al 1643, divenne famoso proprio grazie alla trascrizione  per chitarra di Andrés Segovia, che riscosse moltissimo successo: Segovia stesso la eseguì per la prima volta in Italia nel suo concerto alla IUC del 30 novembre 1960. La Suite di Bach fa parte di sei lavori per violoncello solo composti intorno al 1720, mentre non è possibile datare con precisione le Sonate per clavicembalo di Scarlatti, coetaneo di Bach, che ne compose ben cinquecentocinquantacinque nell’arco della sua vita.

La seconda parte del programma presentato da Fiore ci porta dal periodo barocco al mondo ispano-americano, con il Valzer n. 3 e Un sueño en la floresta del paraguyano Augustín Barrios, uno dei grandi maestri della chitarra del Novecento, e con il famosissimo Sevilla di Isaac Albéniz: anche questo brano non è stato scritto per la chitarra, bensì per il pianoforte, ma è diventato celebre nella trascrizione per chitarra e oggi è uno dei più importanti pezzi del repertorio dei chitarristi.

Guida all’ascolto a cura di Marco Surace, laureando del corso magistrale in Musicologia della Sapienza.

 

Mauro Mariani (anche per la foto)

 

“Apologia” di Campbell al Teatro Sociale di Brescia

Foto di scena di Luca del Pia

Co-produzione CTB e Teatro Stabile di Catania, per la regia di Andrea Chiodi, su testo di Alexi Kaye Campbell, tradotto da Monica Capuani, sarà in scena fino al prossimo 12 maggio, al Teatro Sociale di Brescia, “Apologia”, con Elisabetta Pozzi, Giovanni Franzosi, Christian La Rosa, Emiliano Masala, Francesca Porrini e Martina Sammarco. Una commedia divertente, capace di mettere in luce le ottima capacità recitative del cast, e soprattutto di una madre (Elisabetta Pozzi) che si trova a fare i conti con se stessa: donna, madre, amica, moglie, amante, scrittrice. Tutti ruoli, ma soprattutto l’ultimo, che la rendono degli altri, più che di se stessa. Come nella vita reale, di cui il lavoro teatrale è eccellente spaccato, l’esistenza cade addosso in un momento non ben identificato della propria vita, senza preavvisi e senza possibilità di scampo. Peggio di un killer su commissione. Addosso a Kristine, il giorno del suo compleanno, cadono i suoi due figli: Peter (Christian La Rosa), stabilmente impiegato in banca, fidanzato con Trudi (Francesca Porrini) che vuole sposare, e che presenta ora a sua madre; e Simon (Emiliano Masala), dalle millantate doti letterarie che, in sette anni, non hanno prodotto il libro su cui sta lavorando, fidanzato con un’attrice di soap opera (ma che in realtà si prostituisce o che, comunque, lo tradisce). Il giorno del compleanno Kristine aspetta i figli a casa e vuole cucinare, ma il forno non vuole saperne di funzionare, archetipo di quanto poco sia interessata alla vita pratica la protagonista. Che vanta un buon successo editoriale, che è stata un’appassionata contestatrice negli anni della protesta, che è esperta di Storia dell’Arte, andata a vivere per anni a Firenze con i figli fino a quando il padre non glieli ha portati via; che è da sempre e sempre sarà amica di Hugh (Giovanni Franzoni), il contraltare e la spalla che perfeziona lo humor inglese della commedia con la sua omosessualità garante di fedeltà romantica all’amicizia, ma anche ai valori che Kristine incarna e che lui da sempre condivide.

Foto di scena di Luca del Pia

Clima da Anton Checov, ben incorniciato nella scenografia ricca e curata di Matteo Patrucco (luci di Cesare Agoni, costumi di Ilaria Ariemme e musiche di Daniele d’Angelo). Lo humor, che spesso è solo la pura verità della cultura che si scontra con la sua assoluta mancanza nei giovani d’oggi, si scatena sulla ragazza americana, così semplice e pertanto aggredibile, che ha dalla sua parte la fede e gli incontri di preghiera, ciò che Kristine ha sempre contestato e che, forse, poco capisce. Si rende conto proprio grazie a questo, che suo figlio Peter ha tradito il suo insegnamento, le sue convinzioni, senza ammettere che qualcuno possa avere convinzioni diverse dalle sue, ma nel contempo dimostrando di trovarsi disorientata in una società che non ha più nulla di reale in cui credere (tanto che Trudi si chiederà, ad un certo punto, se la sua fede in Dio in realtà non sia solo abitudinarietà vuota di senso). Kristine ha il difetto che dice sempre quello che pensa, senza mezzi termini, talmente schietta che non può che generare fastidio nei suoi confronti. Simon contesta alla madre, come il fratello, di non avere lottato per tenere i figli con sé, di essere stata se stessa, inseguendo le sue passioni, i suoi studi, il suo successo. È la verità dilaniante della donna che, spesso, non sa, non può e/o non vuole conciliare vita privata e professionale, amori e doveri, figli e interessi. Non è una madre tipo, ma nessuna lo è, agli occhi esterni. Che fare, allora? I dialoghi chiariscono un po’ le posizioni, ma la commedia lascia tanti interrogativi sui quali riflettere.

Da non perdere.

 

Alessia Biasiolo

 

 

 

 

 

Marco Morandotti. Je suis ici

Je suis ici si presenta come “anteprima” della prima edizione del Pavia Foto Festival, curato da Roberto Mutti e prodotta da photoSHOWall.

Tutte le mostre di Pavia Foto Festival propongono almeno dodici immagini delle quali una sola in una versione inedita, di grande dimensione e scomposta proprio grazie ai moduli-cornice del sistema photoSHOWall che rompono l’univocità dell’immagine originaria.

Le immagini di Morandotti sono storie di sguardi incrociati e conosciuti in luoghi dell’Africa attraversati in giornate come tante altre, perché ogni giornata è uguale alle altre, se nulla cambia mai. Sono i volti delle persone che vivono tra la Costa d’Avorio e il Ghana, o che cercano di sopravvivere raccogliendosi intorno ai dispensari, lasciandosi curare da persone appassionate che lottano. Un reportage che racconta sguardi di dolore e di speranza.

“In Costa d’Avorio, nella regione del Sud-Comoe, tra il mare e le paludi, sulle rive di un grande lago solcato da piroghe scavate da tronchi d’albero, trovi il piccolo centro di Ayamè.  Sulla cima di una delle colline ai bordi del paese, una donna appassionata e coraggiosa da più di dieci anni ospita, cura e protegge una cinquantina di bambini, alcuni appena nati, per lo più orfani o comunque soli. Nei loro occhi vedrai il dolore e la speranza e, a volte, un sorriso che li illumina come il sole alla fine della stagione delle piogge. Se poi lasci il paese e ti inoltri lungo la strada che porta a nord, non lontano dal confine col Ghana, troverai, come stazioni di una via crucis, nove dispensari, in altrettanti villaggi, alcuni così piccoli da non essere segnati sulle mappe.

Queste immagini raccontano quegli sguardi e quei luoghi, in una giornata qualunque, perché ogni giornata è uguale alle altre, se nulla cambia mai. Ogni istante è adesso, se il futuro si perde nella foschia dell’alba. Quei muri azzurri, cotti dal sole, sono testimoni quotidiani di storie insieme individuali e collettive. Quegli sguardi silenziosi ti interrogano anche senza voce. Tu cercali, quegli sguardi, e forse, incrociandoli, ti troverai”. (Marco Morandotti)

Il progetto, avviato nel 2014 e ancora in corso, si inserisce nelle azioni di cooperazione internazionale svolte dalla ONG “Agenzia n°1 di Pavia per Ayamè”, attiva sul campo in Costa d’Avorio dal 1991.

Pavia Foto Festival, concepita come un festival diffuso sul territorio dalle grandi potenzialità, in parte già realizzate (ad esempio con Voghera Fotografia e con Milano Photofestival 2019 al cui interno è ospitato), propone un calendario di 15 differenti mostre in 14 spazi pubblici e privati, dei quali dodici a Pavia, uno a Milano (Oasi WWF di via Tommaso da Cazzaniga) e uno a Voghera (NaturaSì di via Lomellina 62).

I progetti fotografici che partecipano alla prima edizione di Foto Festival Pavia sono di: Enrico BedoloAnna BussolottoLuca CorteseEnrico DoriaRoberto FigazzoloAlessandra FuccilloGianni MaffiMarcella MilaniMarco MorandottiSara MunariMilo Angelo RamellaBruna RotunnoZeng Yi e Ma Weiguo.

 

Comune di Pavia

Palazzo del Broletto – Spazio SID

Piazza Vittoria 14, Pavia

Orari di apertura al pubblico

Sabato e domenica 10.00-12.30, 16.00-19.00

 

de Angelis (anche per la fotografia)