Si apre la stagione sciistica in Marmolada

funivia_marmolada-8-dicembreL’attesa sta per finire: per il Ponte dell’Immacolata, tradizionalmente considerato come il weekend lungo che dà il benvenuto all’inverno in montagna, sarà in funzione la funivia della Marmolada, l’impianto di risalita che partendo da Malga Ciapela sale in cima alla Regina delle Dolomiti, a quota 3.265 metri, consentendo agli sciatori di accedere alla stazione sciistica più elevata del Dolomiti Superski e alla pista più lunga delle Dolomiti, La Bellunese, una discesa che si sviluppa per 12 km tra paesaggi ricchi di fascino e suggestione.

Da giovedì 8 dicembre sarà aperto anche il collegamento con la zona di Arabba e lo ski tour del Sellaronda, spettacolare giro sciistico intorno al grande massiccio del Sella, di cui la Marmolada rappresenta un importante punto di accesso. La distanza complessiva è di circa 40 km, dei quali 26 km sono piste da sci che possono essere agevolmente affrontate da sciatori di media capacità. L’itinerario ideale per una giornata di sci e divertimento.

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La Marmolada ha molto da offrire anche a chi non scia. Usufruendo della funivia si può salire alla terrazza panoramica di Punta Rocca e alla grotta-cappella, simbolo di pace, che ospita la statua della Madonna donata e consacrata da Giovanni Paolo II, per poi scendere alla stazione di Serauta, e visitare il museo più alto d’Europa, Marmolada Grande Guerra 3000 m, che ripercorre i momenti salienti che hanno caratterizzato i combattimenti sulla Marmolada durante la Prima Guerra Mondiale mettendo al centro dell’esposizione e del racconto il sentito, la paura e il vissuto dell’uomo-soldato, senza distinzioni di nazionalità e bandiere. Per pranzare restando in quota c’è il ristorante di Serauta mentre il bar di Malga Ciapela costituisce un’ottima soluzio ne per uno spuntino veloce.

 

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In alternativa, per respirare l’aria buona di montagna e rilassarsi nell’atmosfera ovattata della neve, si possono fare delle belle passeggiate tra i boschi di Malga Ciapela e nell’antico e pittoresco paesino di Sottoguda, appena entrato nell’élite dei “Borghi più belli d’Italia”, dove il tempo sembra essersi fermato, tra stradine strette in pietra, case in legno e botteghe artigiane, e la vita scorre lenta come le acque del torrente Pettorina lungo la famosa Gola dei Serrai che unisce l’abitato di Sottoguda a Malga Ciapela. Un canyon naturale di circa 2.5 km, meraviglia unica nel suo genere nell’area delle Dolomiti e per questo divenuta riserva naturale protetta.

 

Francesca (anche per le foto)

 

Valorizzazione dell’ex Arsenale di Verona

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La Giunta comunale ha approvato il progetto di recupero e valorizzazione dell’ex Arsenale di Verona, licenziandolo per il Consiglio comunale, che dovrà approvarlo a sua volta, dichiarandone il pubblico interesse.

Il Progetto, stimato in 45 milioni di euro, verrà realizzato utilizzando un modello di partnership Pubblico-Privata, secondo lo schema della Finanza di Progetto, con una durata della concessione pari a 50 anni.

Il Concessionario dovrà provvedere a sviluppare la progettazione definitiva ed esecutiva degli interventi, che verrà verificata e condivisa con l’Amministrazione e la Soprintendenza in via preventiva. Dovrà inoltre eseguire i lavori di bonifica, di recupero e riqualificazione dell’intero complesso, utilizzando il contributo pubblico disponibile, pari a 14.450.000 euro, nel rispetto del limite del 30% di cui al Nuovo Codice dei Contratti.

L’avvio dei lavori di riqualificazione è ipotizzato nel mese di ottobre 2018; ma già ad un anno dall’avvio dei lavori, ad ottobre 2019, si prevede la consegna all’Amministrazione comunale degli edifici ad utilizzo diretto da parte del Comune, adibiti a Spazi Museali e Scuola per l’Infanzia e Nido.

L’avvio della gestione dell’intero complesso è ipotizzata a partire dal gennaio 2021.

Il Progetto

Esistono luoghi nelle città che hanno una storia di relazione tra il proprio “paesaggio” e l’uso di questo da parte dell’uomo. Spesso sono stati protetti perché presidiati da funzioni che ne hanno salvaguardato la dimensione spaziale e i vuoti che spesso li caratterizzano. L’Arsenale di Verona è uno di questi.

Il suo recupero vuole affermare l’Importanza pubblica per la città sia per  la valorizzazione delle volumetrie esistenti sia per quella degli spazi esterni dell’Arsenale, proponendo di costruire un sistema di sequenze di spazi pubblici (giardini, boulevard, corti, ecc.) che trovano al centro dell’Arsenale, identificandosi con esso, la realizzazione di un Parco dell’Arte Contemporanea.

La volontà della proposta è quella di trasformare l’Arsenale in un luogo di destinazione e non un luogo di solo attraversamento. Un luogo dove sia possibile incontrare l’arte contemporanea in dialogo con le migliori esperienze europee (la Reggia di Versailles, la Reggia di Venaria Reale, il Mamo de l’Unitè d’Habitation di Marsiglia, i Kensington Gardens della Serpentine Gallery, ecc.) .

L’azione fondativa di questa proposta si basa sulla realizzazione di una pensilina/copertura nella corte centrale, opera d’arte essa stessa, concepita  secondo una sequenza di profili che rimandano ad alcuni profili compositivi dell’Arsenale (il timpano di ingresso) e si piega, seguendo una geometria variabile e asimmetrica, come un foglio che varia nella sua natura, da completamente trasparente  a parzialmente coperta, attraverso inserti differenti come foglie di ceramica e losanghe di vetro.

Un tappeto di foglie leggero, sostenuto da elementi puntuali si distende sopra un sistema di folies, atte ad ospitare funzioni pubbliche di servizio per il parco,  e sostiene un percorso che si muove longitudinalmente e trasversalmente a quote differenti creando una promenade percettiva sull’Arsenale, sul parco, sulla città, volgendo lo sguardo finale sul fiume e la città storica.

I movimenti delle persone saranno lenti (rampe) e veloci (scale) , sincopati (passerelle) e variabili (cambi di direzione), individuali (point d’appel)  e collettivi (il prato). Il tutto si potrà collegare con i percorsi delle mura e costituire un nuovo modo di scoprire e conoscere la città.

L’Arsenale diventerà il Parco d’Arte Contemporanea di Verona, e saprà così essere un luogo di riferimento per gli eventi e la cultura, creando dei momenti di incontro di richiamo internazionale. Saprà essere un luogo per la città di Verona, un nuovo importante spazio pubblico articolato tra le funzioni e gli spazi all’aperto e in diretta connessione con la città storica.

Le funzioni

Funzioni principali: attività museali, espositive, congressuali, culturali, formative e ricreative;

Funzioni complementari: attività commerciali, esercizi pubblici e servizi direzionali.

Palazzina di Comando (Edificio 1)

Il progetto prevede: al piano terra un piccolo auditorium di circa 450 posti, due sale grandi e tre sale piccole per attività congressuali, un’area bookshop, una caffetteria con ristorante; al piano primo spazi per attività espositive ed eventi speciali (il salone d’onore con 100 posti, il salone delle colonne, un altro grande salone e due sale più piccole.

Corte Centrale (Edifici 2 e 3)

La Corte Centrale viene valorizzata come piazza-giardino parzialmente coperta che si offre come spazio speciale per eventi culturali all’aperto per l’Arte Contemporanea. La nuova architettura di vetro diventerà l’elemento qualificante della Corte Centrale per far diventare l’Arsenale una “destinazione”, un grande attrattore nella città antica. Gli edifici 2 e 3 ospiteranno spazi per piccole attività commerciali ed esercizi pubblici (caffetterie e ristoranti).

Corte Est (Edifici 20, 21, 22 e 23-24)

La Corte Est ospiterà una Scuola per l’Infanzia costituita da un Nido per 20 bambini (parte nord Edificio 20) e da una Materna per 60 bambini (Edificio 21) e spazi per attività culturali ed espositive (Edificio 20 – parte rimanente) e negli altri corpi di fabbrica (Edifici 22 e 23-24) attività ricreative e socio-culturali: l’idea è quella di realizzare “la città dei bambini e dei ragazzi”. Una parte dell’edificio 23-24 e l’edificio 22 saranno destinati a servizi di bar-ristorazione ed attività commerciali integrati.

I volumi interni alla corte saranno demoliti e al centro dello spazio verde sorgerà un padiglione di legno e vetro.

Corte Ovest (Edifici 10, 11, 12 e 13)

La Corte Ovest sarà dedicata a spazi museali per il Museo di Scienze Naturali (Edificio 12); Gli edifici 10, 11 e 13 ospiteranno attività complementari (servizi direzionali).

Gli spazi aperti

Tutti i cortili interni alle mura dell’Arsenale saranno riqualificati come spazi verdi: un grande parco pubblico, che potrà ospitare eventi estemporanei come concerti, feste, mostre e mercatini, come ulteriore offerta di occasioni culturali ed eventi per la città.

 

Roberto Bolis

Palazzo Martinengo Delle Palle a Brescia

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 Il palazzo era di proprietà dei Conti Martinengo delle Palle. La famiglia rappresentava una delle dodici ramificazioni principali del casato Martinengo che per oltre cinque secoli fu tra i più potenti ed influenti di Brescia. Il predicato “Delle Palle” o “Dalle Palle” fu dato a questo ramo dall’ubicazione del palazzo, costruito sul campo dove si faceva il gioco della palla.

Il ramo dei Martinengo Delle Palle si estinse nel 1890; una serie di complessi passaggi ereditari destinò il palazzo al conte Caraggiani di Venezia, che nel 1940 vendette l’edificio all’ingegnere Spada. Negli anni Ottanta del Novecento, il fabbricato divenne proprietà demaniale.

Nel corso del XX secolo il Palazzo fu destinato a Corte d’Appello e Procura generale della Repubblica, fino al trasferimento delle stesse nel nuovo Palazzo di Giustizia di via Lattanzio Gambara. Attualmente, un’area dell’antico edificio è sede dell’Ordine degli Avvocati, dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Brescia.

L’impianto planimetrico originale del fabbricato risale al Cinquecento, come confermano le notizie storiche riferite da Francesco Paglia, che segnala anche l’originale presenza al pian terreno di alcuni affreschi del Moretto, oggi perduti.

È però al XVII secolo che va ascritto l’attuale impianto architettonico e stilistico dell’edificio, ed in particolare l’imponente decorazione pittorica. Al Settecento risalgono invece le porte del piano nobile e il vano dello scalone.

La facciata incompiuta è il muro rustico senza intonaco che ricorda molto Palazzo Balucanti in Via Magenta a Brescia, sede attuale del Liceo Classico Arnaldo. Le ampie finestre, incorniciate di pietra, conferiscono all’edificio un aspetto austero e solenne. Varcando il portale, di epoca successiva alla costruzione originaria, si accede al cortile d’onore, che si connota per l’ampio porticato a colonne toscane che lo abbraccia per tre lati. Dall’androne meridionale si poteva originariamente accedere a un secondo cortile senza porticato, sul quale si affacciavano alcuni fabbricati nei quali si svolgevano i servizi di palazzo. Il principale era quello adibito a scuderie, attualmente sede di un ristorante.

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Sotto l’androne settentrionale ha inizio il monumentale scalone a due rampe. Le decorazioni risalgono al XVIII secolo e sono state rinnovate nel XIX secolo. Dal grande pianerottolo al primo piano si accede per la porta a nord al salone da ballo; al centro della parete nord è collocato un imponente camino con decorazioni barocche, statue di marmo fanno da telamoni e sono sormontate da fregi in stucco risalenti al tardo Seicento. Attualmente in restauro la volta, l’ordine superiore delle finestre, il cornicione praticabile con ringhiera in ferro che corre lungo tutte le pareti e il ricco fregio stuccato. Dal pianerottolo si accede a sud verso l’imponente galleria, la cui volta è affrescata da Pietro Antonio Sorisene. Nella parte centrale dell’affresco, incorniciati da finti soffitti a cassettoni decorati, vi sono sette scomparti. Nel primo, quarto e settimo a partire dall’ingresso dello scalone i medaglioni riproducono scene mitologiche volte a glorificare casa Martinengo. Si riconoscono, circondati da putti e dei, sia lo stemma che lo scudo della casata. Ad essi si alternano scomparti con decorazioni architettoniche.

Lungo tutto il perimetro della linea d’imposta della volta a botte si apre un finto matroneo con balaustre dal quale di affacciano amorini e figure allegoriche di donne (la Fama, la Pace) e dei (Apollo, le muse). Sulla galleria affacciano nove sale, tutte decorate nella volta ad eccezione di tre, da Faustinelli e da Sorisene.

 

 

Premio “Arte e Diritti Umani 2016” a Bussoletti

Va a Luca Bussoletti (in arte Bussoletti), il cantautore romano da anni sostenitore di Amnesty International Italia, il premio “Arte e diritti umani 2016” dell’organizzazione per i diritti umani. Bussoletti è uno dei cantautori più attivi negli “anni zero”. Attualmente è in radio con la canzone “Correre” in cui duetta col premio Tenco Mauro Ermanno Giovanardi. Nel 2017 uscirà il suo nuovo album di inediti che è stato prodotto da Luca Mattioni. In passato le sue canzoni hanno fatto diverse incursioni nel cinema, come i brani “Tutti giù per aria” a “Suicidio Italia”, “Anatomia di un amore” e “L’altra faccia della medaglia”. In più occasioni, l’arte di Bussoletti si è occupata di diritti umani e ha incrociato le campagne di Amnesty International. Nel 2010 Bussoletti le ha dedicato il singolo “A solo un metro”, realizzato insieme a Dario Fo: un duro atto di denuncia sull’uso delle mine anti-persona.  L’anno successivo, in occasione del 50esimo anniversario della nascita dell’organizzazione per i diritti umani, Bussoletti ha donato ad Amnesty International il ricavato delle vendite dell’album “Il cantacronache”. Nel 2015, Bussoletti ha dedicato ad Amnesty International un nuovo singolo, “Povero drago”, sul tema della discriminazione. ll premio “Arte e diritti umani” istituito nel 2008, viene assegnato ogni anno da Amnesty International Italia a un testimonial dell’associazione che, attraverso la sua arte, ha contribuito a sensibilizzare e a mobilitare l’opinione pubblica sulle campagne in favore dei diritti umani. Negli anni scorsi, il premio è stato conferito ad Alessandro Gassmann, Modena City Ramblers, Giobbe Covatta, Paolo Fresu, Ivano Fossati, Antonio Pappano, Canzoniere Grecanico Salentino e Veronica Pivetti.
Amnesty International Italia

Marcia del Giocattolo e corsa di Santa Lucia a Verona

Gli assessori allo Sport Alberto Bozza, all’Istruzione Alberto Benetti e ai Servizi sociali Anna Leso hanno presentato, in sala Arazzi, la 39^ edizione della “Marcia del Giocattolo” e la 6^ Corsa di Santa Lucia, che si terranno giovedì 8 dicembre. Le iniziative sono organizzate dall’associazione Straverona in collaborazione con il Comune. Presenti Gianni Gobbi, presidente Straverona ASD, Paola Gaiardelli, consigliera di amministrazione del Gruppo Agsm, Christian Montolli, responsabile Marketing Globo giocattoli, Chiara Tommasini presidente del Csv Verona, Marco Cingottini, direttore del centro commerciale La Grande Mela, Remigio Marchesini, direttore del pastificio Avesani.

“Sarà un’edizione importante ricca di novità – ha detto Bozza – un appuntamento che coinvolgerà tutti i cittadini, dai più grandi ai più piccoli, coniugando sport, divertimento e solidarietà”.

“I bambini potranno gareggiare singolarmente o assieme ai genitori – ha aggiunto Benetti – per i loro coetanei di Amatrice. Grazie inoltre alla partecipazione di Fondazione Aida potranno assistere ad un momento ludico di spettacolo”.

“Complimenti a quanti collaborano per la realizzazione di questa bella iniziativa – ha concluso Leso – e al Csv grazie al quale verranno ridistribuiti i giocattoli raccolti durante la mattinata e saranno destinati i fondi derivanti dalle iscrizioni all’associazione di genitori di Amatrice “L’Alba dei piccoli passi” per aiutare bambini e ragazzi dei paesi terremotati a superare il trauma vissuto”. Chi correrà o camminerà alla partenza riceverà il mattoncino Legnoland di Globo giocattoli che dovrà portare con sé per tutto il percorso e consegnarlo all’arrivo. “Un mattoncino per Amatrice” permetterà al termine della giornata di costruire simbolicamente un edificio con tutti i legnetti consegnati all’arrivo. Due i percorsi previsti: quello piano da 5 km che si snoderà nel centro della città e quello di 12 km collinare. Le iscrizioni sono aperte online sul sito http://www.straverona.it/iscrizioni. Per chi vorrà partecipare in modo originale potrà farlo vestendosi da giocattolo o da personaggio dei cartoni animati prendendo così parte alla 2° Toys Run che metterà in palio tre premi: al miglior costume maschile, al miglior costume femminile e ai due migliori gruppi. Le modalità di partecipazione sono due: 1,50 euro o un giocattolo nuovo per i soli servizi, 5 euro (fino a 3.000 iscritti) per aderire anche al programma di solidarietà e ricevere così il mattoncino Legnoland, oltre ad alcuni prodotti offerti dai partners della manifestazione.

Durante la mattinata si terrà anche la 6^ edizione della Corsa di Santa Lucia, per i bimbi delle scuole dell’infanzia e della primaria (i nati dal 2006 al 2013) che potranno partecipare al percorso intorno all’Arena e, insieme a papà e mamma, alla staffetta Genitori&Figli. Il costo di partecipazione per i bambini è di 3 euro a cui si aggiungono 2 euro per la partecipazione dei genitori. Santa Lucia, alla fine del percorso, regalerà ai bimbi un giocattolo e un pandoro Bauli. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito http://www.straverona.it, sulla pagina Facebook Straverona o telefonando al numero 3404735425

Roberto Bolis

Capodanno allo Zelig Cabaret di Milano

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Ridere a Capodanno si può, anzi si deve!!! E a Milano c’è un indirizzo per chi vuol vivere la notte più importante dell’anno all’insegna del vero cabaret, capace di farti dimenticare in un solo istante i pensieri pesanti… lo Zelig Cabaret in Viale Monza 140.

Zelig Cabaret si basa su un’accurata scelta degli artisti e dei testi che propongono, qualcosa che si ripete ogni giorno dell’anno, dal 1 gennaio al 31 dicembre.

Ecco perché i migliori comici degli ultimi ventinove anni sono tutti passati di qui, una tappa fondamentale per tutti loro.

E allora, come da tradizione, anche questa volta lo Zelig Cabaret di Milano si prepara per offrire una notte di fine anno memorabile per tutti gli amanti del teatro e del cabaret, una serata fra amici semplice, divertente, panacea per il cuore e per la mente, nel suo genere assolutamente unica, da consigliare a tutte le persone cui vogliamo bene.  Per ridere e sorridere ancora una volta insieme.

Una serata speciale condotta da Paolo Franceschini e Mattia Casarin che tra un comico e l’altro non mancheranno di allietare il pubblico con i lori migliori pezzi comici personaggi raccontando ciò che lo circonda in modo irriverente e scanzonato.

Paolo Franceschini e Mattia Casarin sono i Gorilla! E di loro raccontano che sono soliti sostenere che su un palco la coppia perfetta sia composta da un uomo e una donna, quindi da ormai 10 anni vivono sospettando che l’altro sia una femmina con tratti molto maschili: nonostante questo vivono vite sentimentali separate.

Con due microfoni in mano hanno calcato diversi palchi sia in Italia che all’estero, a volte anche col pubblico davanti. Ancora prima di iniziare una conduzione, solitamente si scusano per quello che diranno. Sono entrambi militesenti, auto muniti, massima igiene, senza glutine, astenersi perditempo.

Il fatto che solo Paolo si sia visto a Zelig Off, Central Station, Tu si que vales, Eccezionale Veramente e Colorado, non fa di Mattia una persona migliore anche perché la colpa per alcune battute che non fanno assolutamente ridere è da imputare ad entrambi: uno le dice, l’altro le pensa.

Da non perdere quindi l’esilarante spettacolo di cabaret che riscalderà l’atmosfera in attesa della mezzanotte e poi… spumante e panettone per tutti! Fino all’alba per fare colazione tutti insieme.

Sul palco si alterneranno Enzo Paci, Mary Sarnataro, Elia Morra, Nando Timoteo, Paolo Casiraghi.

Iniziando da Enzo Paci (Zelig – Colorado – Comedy Central) che da sempre incuriosito dalle fragilità umane, affronta nei suoi monologhi temi in cui mette a nudo vizi e virtù dell’uomo moderno, smascherandosi lui stesso in prima persona e raccontando ad esempio l’incapacità di gestire la propria solitudine o la difficoltà nel fare delle scelte sentimentali o lavorative, costantemente condizionato dalla paura di fallire. Durante la serata non mancheranno alcuni suoi personaggi bizzarri come Mattia Passadore.

La serata prosegue e la risata mette i tacchi con  Mary Sarnataro irriverente, cinica, pungente porterà il meglio dei suoi monologhi e pezzi comici che raccontano il mondo visto dagli occhi di una donna molto particolare, prendendo di mira gli stereotipi rosa e travolgendo qualunque canone “di genere”.

Diretta, disinibita, autoironica, Mary con il suo umorismo strizza l’occhio alle “bad girls” della scuola Amy Shumer, portando in scena temi, ritmo e linguaggio disarmanti, con  l’unico obiettivo di far ridere: “Femminismo e femminilità proprio non fanno parte del mio obiettivo – spiega Mary – Mi fa piacere se la gente ride, credo nella ‘terapia della comicità’”.

Arriviamo agli interventi comici di Nando Timoteo. Quando ci si trova davanti a Nando Timoteo, non si è pubblico… ma parte integrante dello spettacolo.  Gli argomenti trattati dallo show sono i più disparati, dalla vita di coppia all’incompatibilità dei due sessi… dai viaggi di piacere all’attualità, dai test del militare alla direzione d’orchestra, cose che sembrano non centrare nulla l’una con l’altra ma che con estrema maestria l’attore cuce e ricama in un quadro più ampio.

L’improvvisazione rende ogni suo spettacolo unico ed ogni volta è come la prima.

Uno spettacolo di grande intensità ritmica e comica, un susseguirsi di situazioni che non lasciano respiro allo spettatore.

Imperdibile la comicità di Paolo Casiraghi, che proporrà l’esilarante Suor Nausicaa, la suora bergamasca che vive in un convento e scende dal monte Bergamone con i mezzi più improbabili, comprese moto da cross e Ape…carri. Poi, sarà la volta del seducente Manuel Garcia Chuparosa de la pierna, cantante spagnolo demenziale e imbroglione, dalla parlata incomprensibile ma dall’innegabile fascino e carisma che, con il suo carattere da primadonna riesce a suscitare molto imbarazzo… e non mancheranno nuove gag e monologhi inediti. Divertimento assicurato quindi con questa carrellata di personaggi che terminerà con l’ultimo esilarante personaggio nato dalla strabiliante fantasia di Paolo Casiraghi: Joker,  l’acerrimo nemico di Batman,  il genio del male che si sforza d’essere sempre più dementemente malvagio! Tra una battuta e l’altra, Joker racconterà le sue insolite avventure, tra cui il perché delle tante cicatrici sul volto. Tutto è partito da un incidente domestico, ma… non solo!

E dopo monologhi, personaggi al veglione di Zelig Cabaret arrivano le surreali e imprevedibili canzoni di ELIANTO, l’inventacanzoni.

Elianto è un artista di strada, un maligno improvvisatore di rime dedicate ai passati ed autore di canzoni satiriche e non. In occasione della festa di capodanno verrà condensata la sua personalità, il suo mondo folle e la sua musica, il tutto condito dalle improvvisazioni che vedranno ancora una volta il pubblico come unico vero protagonista.

In scena anche un pizzico di Burlesque con Marlene Clouseau e Dreamy Princess, che renderanno la serata prorompete, intrigante e giocosa tra glitter, strass e paillettes! Ironia, vivacità e divertimento non mancheranno negli acts delle due performer Cinzia Campostrini ed Elisa Finazzi. Dalla diva elegante, sensuale e affascinante Marlene Dietrich a combina guai di ispirazione francese… fino alla principessa dolce ed ironica …e ingenuamente maliziosa…

Per informazioni e prenotazioni: 02 2551774.

 

Claudia Zambianchi

Auto elettriche alimentate con il lavoro minorile? Una ricerca di A.I.

Alla vigilia del Motor Show di Parigi, dove verranno presentati alcuni nuovi modelli, Amnesty International ha sollecitato i principali produttori di auto elettriche a informare i consumatori sulle verifiche che stanno facendo per assicurare che la catena di rifornimento non si basi sul lavoro minorile e a rendere note le loro conclusioni.

General Motors (GM), Renault-Nissan e Tesla non hanno comunicato quali misure abbiano adottato per as sicurare che il cobalto estratto nella Repubblica Democratica del Congo da bambini anche di soli sette anni non sia usato nelle batterie che alimentano le loro auto elettriche.

“Le auto elettriche potrebbero non essere così pulite come si pensa. I consumatori devono avere la certezza che le loro auto verdi non siano collegate alla miseria del lavoro minorile. I frequentatori del Motor Show di Parigi comprerebbero un’auto se sapessero che è costata l’infanzia di qualcuno?” – ha dichiarato Mark Dummett, ricercatore di Amnesty International su imprese e diritti umani.

“Dalle ricerche di Amnesty International emerge un sostanziale rischio che il cobalto estratto dai bambini finisca nelle batterie delle auto elettriche. Siccome questi veicoli vengono presentati come una scelta etica per automobilisti consapevoli dal punto di vista ecologico e sociale, le aziende che li producono devono chiarire e dimostrare che agiscono con diligenza nel procurarsi i materiali con cui li fabbricano” – ha proseguito Dummett.

Il cobalto è un componente fondamentale delle batterie al litio che alimentano le auto elettriche. Più della metà delle riserve mondiali di cobalto si trova nella Repubblica Democratica del Congo, dove si calcola il 20 per cento sia estratto a mano.

In un rapporto diffuso nel gennaio 2016, intitolato “Ecco ciò per cui moriamo”, Amnesty International aveva denunciato che bambini anche di soli sette anni lavorano in condizioni terribili nelle miniere artigianali di cobalto del sud del paese, senza la minima protezione, anche 12 ore al giorno per uno o due dollari, rischiando fortemente di perdere la vita in incidenti mortali (80 casi tra settembre 2014 e dicembre 2015) e di contrarre malattie a lungo termine ai polmoni.

Il rapporto citava i dati dell’Unicef secondo i quali nel 2014 circa 40.000 bambini lavoravano nelle miniere della Repubblica Democratica del Congo, la maggior parte dei quali estraendo cobalto.

Le ricerche di Amnesty International rese pubbliche alla vigilia del Motor Show di Parigi hanno identificato cinque aziende automobilistiche a rischio. Da fonti giornalistiche e/o comunicati stampa aziendali, è emerso che il produttore sud-coreano LG Chem fornisce batterie alla General Motors per la Chevrolet Volt, alla Renault-Nissan per i modelli Twizy e Zoe e alla Tesla per la nuova versione del modello Roadster.

Un’altra compagnia sud-coreana, la Samsung SDI, rifornisce la BMW per i modelli i3 EV e i8 HPEV) e la Fiat-Chrysler per la 500 EV. Le due fabbriche automobilistiche lo hanno confermato in forma scritta ad Amnesty International.

Nel suo rapporto del 2016, Amnesty International aveva messo in luce il rischio che altre aziende automobilistiche (tra cui Daimler, Volkswagen e la cinese BYD) stessero usando cobalto proveniente dalle miniere della Repubblica Democratica del Congo, dove non solo i bambini ma anche gli adulti lavorano in condizioni prive di sicurezza.

Il cobalto estratto nella Repubblica Democratica del Congo è acquistato da una compagnia cinese (la Huayou Cobalt) che fornisce componenti per batterie a produttori in Cina e Corea del Sud, tra cui LG Chem e Samsung SDI che a loro volta riforniscono molte delle più importanti aziende automobilistiche del mondo.

Replicando al rapporto di Amnesty International, Daimler aveva dichiarato che non si rifornisce direttamen e nella Repubblica Democratica del Congo né da fornitori di quel paese. Volkswagen aveva negato di avere rapporti con la Huayou Cobalt. Entrambe avevano aggiunto, senza però fornire prove, che si stavano impegnandosi maggiormente per scoprire violazioni dei diritti umani lungo la catena di rifornimento del cobalto. Purtroppo, nessuna delle due aziende ha rivelato l’identità dei suoi fornitori né se abbia valutato l’adeguatezza delle modalità estrattive. La BYD non ha risposto affatto.

BMW e Fiat-Chrysler più sensibili al tema dei diritti umani, ma ancora lontane dagli standard internazionali

Rispetto alle nuove ricerche condotte da Amnesty International, General Motors e Tesla non hanno fornito prove su come riescano a identificare e a intervenire su violazioni dei diritti umani nella catena di rifornimento del cobalto, soprattutto in relazione al lavoro minorile. Renault-Nissan si è impegnata a farlo “il più presto possibile” senza fornire ulteriori dettagli.

Al contrario, BMW e Fiat-Chrysler hanno inviato risposte dettagliate, anche se non hanno fornito prove sufficienti sul rispetto, da parte loro, degli standard internazionali in materia di forniture di minerali.

BMW ha dichiarato che analizza la catena di rifornimento del cobalto dal 2013 e che sta lavorando insieme ai fornitori per identificare l’origine dell’estrazione. Non ha tuttavia fatto nomi. Ha aggiunto che Huayou Cobalt non è un suo fornitore e che ha ricevuto assicurazioni dal suo fornitore effettivo, Samsung SDI, che Huayou Cobalt non fa parte della catena di rifornimento. BMW non ha fornito dettagli su eventuali verifiche indipendenti sulle dichiarazioni della Samsung SDI.

Fiat-Chrysler, che a sua volta acquista batterie dalla Samsung SDI, ha dichiarato che Huayou Cobalt non fa parte dei suoi fornitori e pare anche in questo caso di essersi fidata delle dichiarazioni della Samsung SDI. Ha poi ammesso di non aver attivato un programma per identificare gli estrattori e i raffinatori del cobalto. Ciò ha portato Amnesty International a concludere che Fiat-Chrysler non è in grado di valutare se il cobalto estratto dai bambini della Repubblica Democratica del Congo entri o meno nella sua catena di rifornimento.

Secondo le linee guida emanate dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, le aziende che utilizzano cobalto estratto in zone a rischio devono identificare coloro che lo estraggono e coloro che lo raffinano e rendere pubbliche le loro valutazioni se chi lo estrae segua con diligenza le procedure per identificare ed evitare rischi di violazione dei diritti umani.

Nessuna delle aziende produttrici di auto elettriche potrebbe oggi dimostrare che sta rispettando queste linee guida.

Amnesty International pertanto continua a chiedere a tutte le aziende multinazionali che usano batterie al litio di dimostrare che stanno applicando quelle linee guida e di essere trasparenti sui risultati delle loro indagini. È fondamentale che queste aziende rendano pubbliche sufficienti informazioni sulle violazioni dei diritti umani da esse eventualmente riscontrate.

L’azione volontaria non basta. Amnesty International chiede ai governi di approvare leggi che richiedano alle aziende di verificare, e rendere pubbliche le informazioni relative, l’origine delle fonti di minerali e l’identità di chi le rifornisce.

Oggi il mercato globale del cobalto è privo di regole. Il cobalto non rientra nell’elenco statunitense dei “materiali provenienti da zone di conflitto”, di cui invece fanno parte l’oro, il coltan, lo stagno e il tungsteno estratti nella Repubblica Democratica del Congo.

In Francia, l’Assemblea nazionale ha approvato una legge che, una volta ottenuto il voto favorevole del Senato a ottobre, obbligherebbe le grandi aziende come la Renault a prevenire violazioni dei diritti umani lungo la catena di rifornimento e stabilirebbe sanzioni per non aver vigilato.

“Si tratta di un grande esempio di come lo stato possa pretendere che le aziende prendano sul serio le questioni relative ai diritti umani e si assumano le loro responsabilità” – ha commentato Dummett.

“Senza una legislazione che renda obbligatoria la due diligence sui diritti umani, le grandi aziende continueranno a evitare l’argomento e a trarre beneficio dal lavoro minorile e da altre violazioni” – ha concluso Dummett.

 

Il rapporto “Ecco ciò per cui moriamo” del gennaio 2016 è online all’indirizzo:

http://www.amnesty.it/amnesty-international-e-afrewatch-lavoro-minorile-e-sfruttamento-per-il-cobalto-degli-smartphone-e-delle-batterie-delle-automobili

 

Amnesty International Italia