Tornano a Verona i quadri rubati a Castelvecchio

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Sono arrivate a Verona il 21 dicembre scorso, le 17 opere trafugate dal Museo di Castelvecchio il 19 novembre 2015 e ritrovate in Ucraina lo scorso 11 maggio. I quadri sono arrivati all’aeroporto Catullo direttamente da Kiev, accompagnati dal Sindaco Flavio Tosi e dal Ministro per i Beni e delle Attività culturali Dario Franceschini, insieme alle Forze dell’Ordine e al conservatore della pinacoteca del Museo di Castelvecchio Ettore Napione.

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“Questo è un momento di grande felicità per tutti i veronesi – ha detto Tosi – la restituzione delle opere d’arte è un avvenimento importantissimo per la nostra città, ma anche la chiusura di una vicenda che è sembrata infinita per chi ha seguito da vicino la dinamica di quanto successo, ma che rispetto ad altre vicende simili si è conclusa in tempi abbastanza rapidi. Doverosi in questo momento, per la splendida e fattiva cooperazione, sono i ringraziamenti al Governo ucraino, e quindi al Premier Poroshenko, al nostro Governo attuale e precedente, al Ministro Franceschini che si è messo a disposizione immediatamente. Un grazie a tutte le Forze dell’Ordine, per il lavoro fatto, e alla Magistratura, per aver dato condanne esemplari che rendono la misura del reato perpetrato. Accogliamo amorevolmente, come fossero dei figli, tutti i nostri quadri che ora torneranno a Castelvecchio”.

L’indomani, 22 dicembre, è iniziato il riallestimento delle 17 opere trafugate. “Con immensa gioia – ha detto Tosi – restituiamo oggi alla città le opere d’arte che ieri sera, a causa di ritardi rispetto al programma, non abbiamo potuto mostrare. Da domani mattina, per un mese, tutti potranno entrare a Castelvecchio con 1 euro e vedere i dipinti, oltre al museo stesso.

Un’occasione imperdibile non solo per guardare da vicino queste opere che da più di un anno aspettavamo di poter rivedere, ma anche per riscoprire questo bellissimo spazio espositivo. Come chiesto dal Governo ucraino al Ministro per i Beni e le Attività culturali Dario Franceschini, inseriremo nelle nostre audioguide la lingua ucraina e, ben volentieri, accoglieremo le opere che hanno chiesto di poterci prestare per ricambiare la mostra che hanno potuto allestire a Kiev, su nostra concessione, con i quadri trafugati. Rinnovo i più sentiti ringraziamenti a tutti coloro che, in maniera differente, hanno sostenuto, creduto e voluto il rientro delle tele, aiutando a vari livelli il buon esito dell’operazione”.

“Tutti i dipinti – ha spiegato Bolla – saranno esposti per un mese e poi a gruppi verranno restaurati, al fine di porre rimedio ai danni subiti: graffi, strappi e ritagli che per fortuna dovrebbero essere facilmente recuperabili. Un grazie alla Soprintendenza di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, che ci sta aiutando con l’allestimento dell’esposizione e che si è già messa a disposizione per il restauro di un gruppo di opere, agli Amici dei Musei d’Arte e all’Accademia di Belle Arti per il sostegno che non hanno mai fatto mancare. Nella drammaticità di quanto successo l’intera città ha dimostrato di sapersi unire e si è mobilitata per riavere i quadri, portando avanti anche una grande campagna di sensibilizzazione nei confronti del patrimonio culturale cittadino e del Museo di Castelvecchio”.

“Alcune delle opere … saranno in esposizione alle Gallerie degli Uffizi a Firenze all’interno della mostra “La tutela tricolore”, dedicata ai Carabinieri del Nucleo per la Protezione del Patrimonio”. Lo annuncia il Sindaco Flavio Tosi che, precisa: “le opere prestate saranno esposte a Firenze solo per le ultime settimane della mostra, in programmazione fino al 14 febbraio 2017. La richiesta è pervenuta direttamente dal Ministro Franceschini e dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico, impegnato in prima linea, insieme alle diverse Forze dell’Ordine coinvolte e alla Magistratura, nelle indagini, nel ritrovamento e nella restituzione all’Italia delle 17 opere rubate dal Museo di Castelvecchio nel novembre del 2015”.

Roberto Bolis

(anche per i credit fotografici)

La tutela del Tricolore. I custodi dell’identità culturale

È tradizione che da oltre un decennio le Gallerie degli Uffizi, in occasione delle festività natalizie, offrano una mostra ai fiorentini e ai visitatori di tutto il mondo. Questi eventi hanno finora costituito la serie che portava il felicissimo titolo “I mai visti”, poiché si proponevano opere poco note al grande pubblico, e in genere conservate nei depositi. La sede in cui si svolgeva, le Reali Poste, è stato appena consegnata al cantiere Nuovi Uffizi, per il proseguimento dei lavori nell’ala di ponente del museo.

La mostra del Natale 2016 inaugura invece l’Aula Magliabechiana, che d’ora in poi sarà riservata alle esposizioni temporanee degli Uffizi, ubicata sotto l’omonima Biblioteca.

“L’inaugurazione del primo spazio permanente delle Gallerie degli Uffizi dedicato a questa funzione” – dichiara il Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike D. Schmidt – “suggerisce un tema importante di riflessione, di carattere fondamentale e storico-istituzionale, sul ruolo che l’arte pubblica riveste per la collettività e sulle strategie specifiche che si sono sviluppate nel sistema italiano, dalla Seconda Guerra mondiale in poi, per la sua protezione e il suo recupero. È un compito delicato, che esige competenze altissime, e che necessita della stretta collaborazione tra il Ministero ai beni e le attività culturali e del turismo e il Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri.”

Nelle circostanze in cui viviamo, e dopo i recenti terremoti, nessun argomento poteva essere più calzante di quello scelto per la mostra di quest’anno: come esprime il suo stesso titolo, La tutela tricolore. I custodi dell’identità culturale essa stimolerà nel pubblico quella riflessione auspicata dal Direttore Eike Schmidt, non solo narrando gli avvenimenti storici che hanno coinvolto e troppo spesso ferito il nostro patrimonio culturale dalla Seconda Guerra mondiale ai nostri giorni, ma anche le azioni legislative e istituzionali che hanno il compito di proteggerlo e custodirlo per le future generazioni. Tra queste la creazione – caso unico al mondo – di un corpo di polizia “specializzato”, il Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri che, in quasi mezzo secolo di attività, ha preso parte attiva nella difesa e recupero dei nostri beni culturali.

Simili iniziative accrescono la consapevolezza di quanto l’identità dell’Italia sia strettamente legata al suo patrimonio di bellezza, frutto delle numerose civiltà che nei secoli sono fiorite sul nostro territorio. “Un bene prezioso che appartiene all’intera umanità e deve essere salvaguardato e trasmesso alle prossime generazioni nella sua integrità. Un compito nobile che l’intero Paese è chiamato ad assolvere, come ben ci ricorda questa mostra” (Dario Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo).

 

L’esposizione si articola in otto sezioni che renderanno conto dei crimini contro il nostro patrimonio – da quelli di guerra a quelli terroristici, fino ai furti con scopo di lucro e agli scavi clandestini con conseguenti esportazioni illecite (attività quest’ultima legata alle organizzazioni criminali di stampo mafioso e in passato assecondata perfino da istituzioni straniere troppo spesso indifferenti alla provenienza illecita di quanto acquistavano) e dell’opera meritoria del Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri.

Accolta sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, la mostra, diretta e curata da Eike D. Schmidt con Fabrizio Paolucci, Daniela Parenti e Francesca De Luca, è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, l’Arma dei Carabinieri, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, le Gallerie degli Uffizi, Firenze Musei, la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, Open Group, e l’Associazione First Social Life. Il catalogo della mostra è edito da Sillabe.

Firenze, Uffizi – Aula Magliabechiana, fino al 14 febbraio 2017.

Barbara Izzo

 

 

 

 

AUGURI per un SANTO NATALE

La Redazione di lemienotizie.com augura un sereno, santo Natale a tutti i lettori.

Il Natale che unisce, che è la luce e la Luce

che insegna l’amore e il rispetto,

la pace e la pazienza;

che porta i popoli verso una capanna e

fa in modo che i pastori,

umili e abituati alle avversità della vita,

diventino protagonisti.

E’ una scena di serena tranquillità,

che fa dimenticare i problemi

anche solo per un giorno.

Nessuno ha il diritto di cancellare

la serenità,

la festa della luce.

Soprattutto la nostra stanchezza

non deve lasciare prevalere

l’odio in noi e negli altri.

BUON NATALE!

La Madonna della Misericordia esposta in Sala Alessi a Milano fino all’8 gennaio 2017

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Anche quest’anno il Comune di Milano rinnova il tradizionale appuntamento natalizio con la grande arte a Palazzo Marino: fino all’8 gennaio 2017, in Sala Alessi si potrà ammirare uno dei massimi capolavori del Rinascimento, la Madonna della Misericordia di Piero della Francesca, pala centrale dell’omonimo polittico conservato al Museo Civico di Sansepolcro, città natale del Maestro toscano.

Molte sono le ragioni che rendono questo appuntamento denso di significati.

Innanzitutto il valore assoluto dell’opera che è uno dei capisaldi del Rinascimento italiano oltre ad essere la prima opera documentata di Piero della Francesca. Si tratta in effetti dello scomparto centrale del polittico della Misericordia, realizzato da Piero per la Confraternita della Misericordia di Sansepolcro tra il 1445 e il 1472. Una recente e impegnativa campagna di restauro ha riportato il polittico, oggi ricostruito nel Museo Civico di Sansepolcro nel suo assetto originario, prima che venisse smembrato nel XVII secolo.

Inoltre, la Madonna della Misericordia – nella classica rappresentazione della Vergine Maria che apre il mantello per dare riparo ai fedeli secondo la tradizione medievale della “protezione del mantello” –  corona anche a livello iconografico la conclusione dell’Anno dedicato al Giubileo della Misericordia.

Allo stesso tempo l’opera è emblematica della modernità della ricerca artistica che, per lo studio della prospettiva e della Divina proporzione, fa di Piero della Francesca un “gigante” del Rinascimento italiano.

La scelta del Comune si è orientata anche per quest’anno su un grande capolavoro proveniente da una piccola città, da quell’Italia cosiddetta minore che è scrigno di tesori straordinari e mai abbastanza conosciuti. Proveniva infatti da Fermo l’Adorazione dei Pastori di Rubens, protagonista dell’esposizione delle scorse festività natalizie, mentre l’opera di quest’anno arriva da Sansepolcro, la città che ha dato i natali a Piero della Francesca e a Luca Pacioli, di cui il prossimo anno ricorreranno i 500 anni della morte.

“In quest’anno dedicato dal Santo Padre alla Misericordia – dichiara il sindaco di Milano Giuseppe Sala – Milano ospita la “Madonna della Misericordia” di Piero della Francesca, un’occasione per tutti i milanesi di godere di un meraviglioso dipinto e anche di avviare una riflessione che ci avvicina alla visita di papa Francesco a Milano del prossimo 25 marzo. La presenza a Palazzo Marino della prima opera di Piero della Francesca permetterà ai milanesi di seguire un percorso ideale sulle tracce del Maestro che, passando per le Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo e il Poldi Pezzoli, li porterà a Brera, dove è custodito un altro grande capolavoro dell’artista. Questa opportunità nasce dalla collaborazione con Sansepolcro, la patria di Piero della Francesca, che presta a Milano l’opera prima del Maestro e che ospiterà dal 7 febbraio l’opera “Ragazzo morso da un ramarro” del Caravaggio. Un altro episodio, dopo la collaborazione con Fermo dello scorso anno, per affermare l’importanza della collaborazione tra i territori italiani per valorizzare il nostro inestimabile patrimonio artistico”

“Sansepolcro e Milano – afferma il sindaco di Sansepolcro Mauro Cornioli – una lunga storia che si riannoda. La città di Sansepolcro diventa partner del comune di Milano per la promozione del patrimonio artistico e culturale della nostra città.  Oggi Milano è l’unica città italiana che parla al mondo, l’accordo con Milano va nella direzione di aprire e divulgare il nostro patrimonio artistico ad un pubblico più vasto e internazionale: mostre, scambi di opere e altre sinergie culturali sono alla base di questa operazione che darà un impulso importante al nostro turismo”

Durante il periodo dell’esposizione della Madonna della Misericordia milanesi e turisti avranno inoltre l’opportunità di ammirare, a poche centinaia di metri da Palazzo Marino, altro capolavoro di Piero della Francesca: la celeberrima Sacra Conversazione, esposta nella Pinacoteca di Brera. Si tratta delle due testimonianze fondamentali ed estreme della rivoluzionaria e modernissima ricerca artistica del Maestro, fondata sulla costruzione geometrica e prospettica dello spazio.

Il percorso ideale legato a Piero della Francesca prosegue fino al Museo Poldi Pezzoli, in via Manzoni, che conserva una delle quattro tavole dello splendido Polittico Agostiniano realizzato dall’artista a Sansepolcro tra il 1454 ed il 1469: quella che raffigura San Nicola da Tolentino.

Nel segno della prospettiva si sviluppa ulteriormente il percorso che dal Rinascimento giunge fino al Secolo dei Lumi, e cioè alla ricerca sullo spazio e sulla sua rappresentazione attraverso la veduta che è protagonista della mostra Bellotto e Canaletto. Lo stupore e la luce, dal 25 novembre 2016 al 5 marzo 2017 alle Gallerie d’Italia di Intesa San Paolo, nella stessa Piazza Scala.

La presenza della Pala della Misericordia a Milano avvia un’importante collaborazione fra le due città, che si sviluppa proprio a partire da un patrimonio artistico condiviso, all’insegna di Piero della Francesca.

Un collegamento, quello tra le due città, non solo ideale, poiché dopo il rientro della Madonna della Misericordia a Sansepolcro, la collaborazione proseguirà con la ‘visita’ a Sansepolcro di un illustre artista milanese, Caravaggio: il celeberrimo “Ragazzo morso da un ramarro”, infatti, grazie alla disponibilità della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, sarà dal 7 febbraio esposto nella cittadina toscana in occasione della mostra “Nel segno di Roberto Longhi”.

Lo scambio tra Milano e Sansepolcro avvierà anche una speciale collaborazione tra le due città che in vista del 19 giugno 2017, cinquecentesimo anniversario della morte di Luca Pacioli, si consoliderà in una mostra in terra toscana che sarà incentrata sul legame tra Luca e Leonardo: grazie alla collaborazione tra le due città, tale mostra potrà contare su alcuni pezzi originali ed esclusivi come, ad esempio, la Testa di Leda di Leonardo da Vinci (proveniente dalle collezioni civiche del Castello Sforzesco) e un dipinto di Giampietrino con a tergo la raffigurazione di un poliedro platonico disegnato da Leonardo per il “De divina proportione” (concesso dal Museo Poldi Pezzoli).

Curata da Andrea Di Lorenzo, la mostra di Piero a Palazzo Marino è promossa dal Comune di Milano, con il coordinamento di Palazzo Reale, in collaborazione con la Città di Sansepolcro, grazie al supporto di Intesa Sanpaolo e della propria sede museale milanese le Gallerie d’Italia e con il sostegno di Rinascente e l’organizzazione di Civita; sarà corredata da un catalogo scientifico a carattere divulgativo e da un allestimento che valorizzerà il significato profondo ed emblematico della Madonna della Misericordia.

Milano, Palazzo Marino, Sala Alessi, Piazza della Scala 2, fino all’8 gennaio 2017. Ingresso libero tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 20.00 (ultimo ingresso alle ore 19.30); Giovedì dalle ore  9.30 alle ore 22.30 (ultimo ingresso alle ore 22.00). Chiusure anticipate 24 e 31 dicembre chiusura ore 18.00 (ultimo ingresso alle ore 17.30). Festività 25 dicembre, 1 e 6 gennaio aperti dalle ore 9.30 alle ore 20.00 (ultimo ingresso alle ore 19.30).

 

 Ombretta Roverselli

 

Stagione sinfonica al Carlo felice dal Concerto di Capodanno

Ecco il calendario della stagione sinfonica al Teatro Carlo Felice di Genova, a partire dal concerto di Capodanno del primo gennaio.

domenica 1 gennaio 2017 ore 16.00

Concerto di Capodanno

Alpesh Chauhan

Direttore

Leonard Bernstein

Ouverture da Candide

Danze sinfoniche da West Side Story

Antonín Dvořák

Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 ( B. 178) “Dal nuovo mondo

 

venerdì 27 gennaio 2017 ore 20.30

Giornata della memoria

Jonathan Webb

Direttore

Ilya Gringolts

Violino

Mieczysław Weinberg

Concerto per violino e orchestra in sol minore op. 67

Sergej Prokof’ev

Ouverture su temi ebraici op.34b

 

venerdì 3 febbraio 2017 ore 20.30

Ramin Bahrami

Direttore e solista

Johann Sebastian Bach

Aria” dalla Suite N.3 BWV 1068

Concerto in La maggiore per pianoforte e orchestra BWV 1055

Contrappunto n.1, n.4 e n.5 da “L’arte della Fuga” BWV 1080

Concerto in fa minore per pianoforte e orchestra BWV 1056

Contrappunto n.9 da “L’arte della Fuga” BWV 1080

Concerto in re minore per pianoforte e orchestra BWV 1052

 

venerdì 24 febbraio 2017 ore 20.30

Alan Buribayev

Direttore 

Modest Musorgskij

Una notte sul Monte Calvo    

Michail Glinka

Danze da Una vita per lo Zar  

Milij Balakirev

Sinfonia n.1 in Do maggiore

 

sabato 11 marzo 2017 ore 20.30

Fabio Luisi

Direttore

Gustav Mahler

Sinfonia n.9 in Re maggiore

 

venerdì 24 marzo 2017 ore 20.30

Daniel Smith

Direttore

Davide Cabassi

Pianoforte

Matteo Cogoni

Tromba

Dmitrij Šostakovič

Concerto n.1 in do minore per pianoforte, tromba e orchestra d’archi op.35

Dmitrij Šostakovič

Concerto n.2 in Fa maggiore per pianoforte e orchestra op.102

Pëtr Il’ič Čajkovskij

Sinfonia n.1 in sol minore op. 13 “Sogni d’inverno

 

domenica 9 aprile 2017 ore 15.30

Concerto di Pasqua

Andrea Battistoni

Direttore

Giuseppe Verdi Messa da Requiem

 

venerdì 28 aprile 2017 ore 20.30

Enrico Pieranunzi

Direttore e solista 

Johann Sebastian Bach

Concerto in fa minore per pianoforte e orchestra BWV 1056

Domenico Scarlatti/Charles Avison

Concerto in Sol maggiore per pianoforte e orchestra d’archi

 

Baldassarre Galuppi

Concerto n.5 in do minore per pianoforte e orchestra d’archi

Domenico Scarlatti/Charles Avison

Concerto in Sol minore per pianoforte e orchestra d’archi

 

venerdì 26 maggio 2017 ore 20.30

Alexander Vedernikov

Direttore

Midori

Violino

 

Ludwig van Beethoven

Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op. 61 

Dmitrij Šostakovič

Sinfonia n. 10 in mi minore op. 93

 

giovedì 1 giugno 2017 ore 20.30

Concerto per la festa della Repubblica

John Axelrod

Direttore

Sergej Krylov

Violino

Hector Berlioz Le Carnaval romain Ouverture op 9

Niccolò Paganini Concerto n. 4 per violino e orchestra in re minore MS 60 

Felix Mendelssohn-Bartholdy

Sinfonia n. 4  in La maggiore op. 90 “Italiana

 

 

Conoscenza del bene in mostra a Verona

inaugurazione-mostra-a-veronaÈ aperta in Gran Guardia la mostra ‘Conoscenza del bene’ di Zurab Tsereteli, a cura di Elena Tsereteli e Liubov Evdokimova. L’esposizione resterà aperta fino al 15 gennaio e porta in mostra circa 50 opere del famoso artista russo, pittore, scultore e incisore di fama internazionale, nonché presidente dell’Accademia Russa di Belle Arti.

“È un onore ospitare la mostra di un artista così importante nella nostra città – ha detto il sindaco Tosi – ed è un piacere personale incontrarle l’autore della imponente e meravigliosa statua che si trova nella Moscova e che ho avuto il piacere di ammirare durante i miei viaggi in Russia. I visitatori di questa esposizione avranno la possibilità di vedere quanto sia eclettica, poliedrica e profonda l’arte di questo maestro, che ben rappresenta la cultura russa.” La mostra si articola in due sezioni dedicate ai principi fondamentali della cultura mondiale artistica e della storia: la prima, in sala polifunzionale, è dedicata alla vita terrestre, con opere di pittura; la seconda sezione, allestita lungo il perimetro del loggiato, è invece dedicata al ciclo evangelico di scultura, rappresentante gli avvenimenti più importanti per il mondo cristiano della vita di Gesù Cristo e le composizioni di ritratto degli Apostoli. La mostra sarà aperta tutti i giorni, dalle 9.30 alle 19.30, con ingresso libero.

Roberto Bolis

Baby Tofana Land

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C’è una grande novità per le famiglie in vacanza a Cortina d’Ampezzo: la ski area Tofana-Freccia nel Cielo diventa #familyfriendly e dal periodo natalizio sarà in funzione a Ra Valles (2475 m) il nuovo asilo neve Baby Tofana Land! Il servizio si rivolge ai bambini dai 3 ai 10 anni che vengono accolti da due operatrici dell’infanzia in uno spazio dedicato e protetto all’interno di Capanna Ra Valles mentre i genitori possono sciare liberamente e godersi piacevoli momenti di relax. Ai piccoli ospiti sono proposti diversi momenti di svago, divertimento e rilassamento oltre ad attività ludico ricreative utili a favorire l’integrazione nel gruppo, la creatività e la socializzazione. Divertimento assicurato tra giochi di società, costruzioni, libri, colori, strumenti musicali e tanto altro ancora. Baby Tofana Land dispone anche di un’area esterna attrezzata per giocare sulla neve. Non si somministrano pasti, ma le famiglie possono mangiare insieme a Capanna Ra Valles, con un menù ricco di prelibatezze a misura di bambino, dai primi e secondi piatti alla pizza più alta delle Dolomiti, ampia selezione di hamburger e dolci.

L’asilo sulla neve Baby Tofana Land è situato dentro Capanna Ra Valles, al secondo tronco della funivia Tofana – Freccia nel Cielo a 2475 m. possiede un parcheggio gratuito in via Stadio 12, vicino alla partenza dell’impianto di risalita.

Il servizio viene offerto durante il periodo invernale, in concomitanza con l’apertura degli impianti sciistici, fino a Pasqua, da lunedì a domenica, festività incluse, con il seguente orario d’apertura: dalle ore 09,00 alle 16,00.

Il costo è di €. 12,00/ora.

 

ATCommunication

 

 

Le avventure dell’ingegnoso ed errante cavaliere don Chisciotte della Mancha a teatro

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In occasione dei 400 anni dalla morte di Miguel de Cervantes e dopo il grande successo ottenuto la scorsa stagione, il CTB ripropone al teatro Sociale di Brescia il fortunato percorso di spettacolo dedicato a Don Chisciotte, figura emblematica della letteratura di ogni tempo, un eroe alla ricerca della sua identità che cavalca i secoli e giunge fino ai giorni nostri saldamente in sella al suo fido destriero Ronzinante.

I piccoli spettatori seguiranno da lunedì 12 a venerdì 16 prossimi, in quattro repliche (ore 9.00/10.30/12.00/14.30) e sabato 17 in due repliche (9.30/11.00); sabato 17 dicembre anche per le famiglie in prima replica alle ore 15.00 e in seconda replica alle ore 16.45; da lunedì 19 a mercoledì 21 dicembre ancora in quattro repliche (alle ore 9.00/10.30/12.00/14.30), Don Chisciotte e il suo fedele scudiero Sancho Panza nelle più errabonde e tragicomiche avventure, all’inseguimento dell’amore per Dulcinea e della speranza in un mondo più giusto e più nobile.

Ogni piccolo spettatore verrà nominato governatore di un’isola tutta sua dove coltivare la propria fantasia e far crescere l’immaginazione.

Don Chisciotte non è un super eroe, ma un eroe tragicomico, forse un perdente, ma con molto da insegnare ai suoi spettatori. Un eroe fedele ai propri sogni, ideali e progetti, che combatte con ogni sorta di avversità, mettendosi al servizio dei più deboli. Attraverso di lui i bambini impareranno come l´immaginazione, può superare talvolta la realtà.

In teatro, luogo per eccellenza dell’immaginazione, i bambini della scuola primaria di primo e secondo grado, accompagnati dal simpatico servo Sancho Panza e da altri personaggi minori, potranno intraprendere un viaggio fisico all’interno degli spazi del Sociale e, contemporaneamente, conoscere i personaggi che ricoprono spesso a loro volta, nel racconto, il ruolo di attori.

Biglietto di ingresso a euro 3,00 con prenotazione obbligatoria al tel. 030 2928616.

Silvia Vittoriano (anche per la foto)

Secondo Amnesty, i marchi che usano olio di palma beneficiano di lavoro minorile

I principali marchi mondiali di cibo e prodotti domestici stanno vendendo alimenti, cosmetici e altri beni di uso quotidiano contenenti olio di palma ottenuto attraverso gravi violazioni dei diritti umani in Indonesia, dove bambini anche di soli otto anni lavorano in condizioni pericolose. Lo ha denunciato Amnesty International, in un rapporto intitolato “Il grande scandalo dell’olio di palma: violazioni dei diritti umani dietro i marchi più noti”. Il rapporto è il risultato di un’indagine sulle piantagioni dell’Indonesia appartenenti al più grande coltivatore mondiale di palme da olio, il gigante dell’agro-business Wilmar, che ha sede a Singapore, fornitore di nove aziende mondiali: AFAMSA, ADM, Colgate-Palmolive, Elevance, Kellogg’s, Nestlé, Procter & Gamble, Reckitt Benckiser e Unilever. “Le aziende stanno chiudendo un occhio di fronte allo sfruttamento dei lavoratori nella loro catena di fornitura. Nonostante assicurino i consumatori del contrario, continuano a trarre benefici da terribili violazioni dei diritti umani. Le nostre conclusioni dovrebbero scioccare tutti quei consumatori che pensano di fare una scelta etica acquistando prodotti in cui si dichiara l’uso di olio di palma sostenibile” – ha dichiarato Meghna Abraham di Amnesty International, che ha condotto l’indagine. “Grandi marchi come Colgate, Nestlé e Unilever garantiscono ai loro consumatori che stanno usando olio di palma sostenibile ma le nostre ricerche dicono il contrario. Non c’è nulla di sostenibile in un olio di palma che è prodotto col lavoro minorile e forzato. Le violazioni riscontrate nelle piantagioni della Wilmar non sono casi isolati ma il risultato prevedibile e sistematico del modo in cui questo produttore opera” – ha aggiunto Abraham. “C’è qualcosa che non va se nove marchi, che nel 2015 hanno complessivamente fatturato utili per 325 miliardi di dollari, non sono in grado di fare qualcosa contro l’atroce sfruttamento dei lavoratori dell’olio di palma che guadagnano una miseria” – ha commentato Abraham. Amnesty International avvierà una campagna per chiedere alle aziende di far sapere ai consumatori se l’olio di palma contenuto in noti prodotti come il gelato Magnum, il dentifricio Colgate, i cosmetici Dove, la zuppa Knorr, la barretta di cioccolato KitKat, lo shampoo Pantene, il detersivo Ariel e gli spaghetti Pot Noodle proviene o meno dalle piantagioni indonesiane della Wilmar.

Sistematiche violazioni nella catena di fornitura Amnesty International ha intervistato 120 lavoratori delle piantagioni di palma di proprietà di due sussidiarie della Wilmar e per conto di tre fornitori di quest’ultima nelle regioni indonesiane di Kalimantan e Sumatra. Questi sono i principali risultati: – donne costrette a lavorare per molte ore dietro la minaccia che altrimenti la loro paga verrà ridotta, con un compenso inferiore alla paga minima (in alcuni casi, solo 2,50 dollari al giorno) e prive di assicurazione sanitaria e di trattamento pensionistico; – bambini anche di soli otto anni impiegati in attività pericolose, fisicamente logoranti e talvolta costretti ad abbandonare la scuola per aiutare i genitori nelle piantagioni; – lavoratori gravemente intossicati da paraquat, un agente chimico altamente tossico ancora usato nelle piantagioni nonostante sia stato messo al bando nell’Unione europea e anche dalla stessa Wilmar; – lavoratori privi di strumenti protettivi della loro salute, nonostante i rischi di danni respiratori a causa dell’elevato livello di inquinamento causato dagli incendi delle foreste tra agosto e ottobre 2015; – lavoratori costretti a lavorare a lungo, a costo di grave sofferenza fisica, per raggiungere obiettivi di produzione ridicolmente elevati, a volte usando attrezzature a mano per tagliare frutti da alberi alti 20 metri; – lavoratori multati per non aver raccolto in tempo i frutti dal terreno o per aver raccolti frutti acerbi. La Wilmar ha ammesso l’esistenza di problemi relativi al lavoro nelle sue attività. Ciò nonostante, l’olio di palma proveniente da tre delle cinque piantagioni indonesiane su cui Amnesty International ha indagato è stato certificato come “sostenibile” dal Tavolo sull’olio di palma sostenibile, un organismo istituito nel 2004 dopo uno scandalo ambientale. “Il nostro rapporto mostra chiaramente che le aziende usano quell’organismo come uno scudo per evitare controlli. Sulla carta hanno ottime politiche, ma nessuna ha potuto dimostrare di aver identificato rischi di violazioni nella catena di fornitura della Wilmar” – ha dichiarato Seema Joshi, direttrice del programma Imprese e diritti umani di Amnesty International.

Dubbi sulle dichiarazioni di “sostenibilità” Esaminando la documentazione sulle esportazioni e altre informazioni pubblicate dalla Wilmar, le ricerche di Amnesty International hanno rintracciato olio di palma in nove marchi globali di cibo e prodotti domestici. Sette di questi hanno confermato di utilizzare olio di palma fornito dalla Wilmar ma solo due (Kellogg’s e Reckitt Benckiser) hanno accettato di fornire dettagli sui prodotti coinvolti. Otto su nove di questi marchi fanno parte del Tavolo sull’olio di palma sostenibile e sui loro siti o sulle tabelle nutrizionali dichiarano di usare “olio di palma sostenibile”. Le nove aziende non hanno smentito l’esistenza di violazioni ma non hanno fornito alcun esempio di azioni intraprese su come vengono trattati i lavoratori nelle attività della Wilmar. “I consumatori vorrebbero sapere quali prodotti sono legati alle violazioni dei diritti umani ma le aziende mantengono una grande segretezza” – ha commentato Joshi. “Le aziende devono essere più trasparenti su cosa contengono i loro prodotti. Devono dichiarare da dove vengono le materie prime contenute nei prodotti che si trovano sugli scaffali dei supermercati. Se non lo faranno, beneficeranno e in qualche modo contribuiranno alle violazioni dei lavoratori. Attualmente, stanno mostrando una completa mancanza di rispetto nei confronti di quei consumatori che, quando si recano alla cassa, pensano di aver fatto una scelta etica” – ha aggiunto Joshi. Il lavoro minorile Il rapporto di Amnesty International denuncia che bambini da otto a 14 anni svolgono lavori pericolosi nelle piantagioni possedute e dirette dalle sussidiarie e dai fornitori della Wilmar. Lavorano senza equipaggiamento di sicurezza in piantagioni dove vengono usati pesticidi tossici e trasportano sacchi di frutti che possono pesare da 12 a 25 chili. Alcuni di loro abbandonano la scuola per dare una mano ai genitori nelle piantagioni, altri lavorano il pomeriggio dopo la scuola o nei fine settimana e nei giorni festivi. Un bambino di 14 anni che raccoglie e trasporta frutti di palma in una piantagione della Wilmar ha raccontato di aver lasciato la scuola a 12 anni perché suo padre si era ammalato e non era più in grado di raggiungere gli obiettivi di produzione. Con lui lavorano, al termine dell’orario scolastico, i suoi fratelli di 10 e 12 anni. “Aiuto mio padre ogni giorno, da due anni. Ho studiato fino alla sesta classe poi mi sono messo a lavorare con mio padre, perché lui non ce la faceva più, si era ammalato. Mi dispiace aver abbandonato la scuola. Avrei voluto continuare per diventare più bravo. Avrei voluto fare l’insegnante”. Il lavoro, che richiede un enorme sforzo fisico, può causare danni alla salute dei bambini. Uno di loro, che oggi ha 10 anni, ha a sua volta abbandonato la scuola quando ne aveva otto per lavorare in una piantagione della Wilmar. Si sveglia alle sei del mattino e lavora sei ore al giorno, esclusa la domenica: “Non vado più a scuola. Trasporto i sacchi coi frutti ma riesco a riempirli solo a metà. Sono pesanti. Lo faccio anche se piove ma è più difficile. Mi bruciano le mani e mi duole il corpo”.

Le lavoratrici Il rapporto di Amnesty International denuncia la discriminazione nei confronti delle donne, assunte giorno per giorno senza garanzie d’impiego permanente e benefici sociali come l’assicurazione sulla salute e la pensione. Amnesty International ha anche documentato casi di lavoro forzato e di capisquadra che sfruttano le donne minacciandole di non pagarle o di ridurle la paga. Una donna ha raccontato come sia stata costretta a lavorare di più attraverso minacce implicite ed esplicite: “Se non raggiungo gli obiettivi, mi impongono di lavorare di più ma senza paga. Io e la mia amica abbiamo detto al caposquadra che eravamo stanche e volevamo andare via ma lui ci ha detto ‘se non avete voglia di lavorare, andate a casa e non tornate più’. Come si fa a lavorare con questi obiettivi impossibili? Mi bruciano i piedi, mi bruciano le mani e mi fa male la schiena”. L’Indonesia ha una legislazione sul lavoro molto solida, in base alla quale la maggior parte di questi trattamenti costituirebbero reati penali, ma viene applicata malamente. Amnesty International chiede al governo indonesiano di migliorare la sua applicazione e indagare sulle violazioni denunciate nel rapporto.

Ulteriori informazioni Le ricerche di Amnesty International hanno rintracciato olio di palma lavorato da raffinerie e frantoi proveniente dalle piantagioni esaminate, in sette delle nove aziende: AFAMSA, ADM, Colgate-Palmolive, Elevance, Nestlé, Reckitt Benckiser e Kellogg’s attraverso una sua joint-venture. Le altre due, Procter & Gamble e Unilever, hanno confermato ad Amnesty International che usano olio di palma proveniente dalle piantagioni della Wilmar in Indonesia ma non hanno specificato esattamente da quale raffineria si riforniscono. Poiché Amnesty International ha rintracciato olio di palma dalle piantagioni oggetto della sua ricerca in 11 delle 15 raffinerie della Wilmar, è assai possibile che queste due aziende si riforniscano da almeno una di queste raffinerie. Amnesty International ha chiesto alle aziende di chiarire se l’olio di palma dichiarato nel contenuto di una lista di prodotti provenga da attività della Wilmar in Indonesia. Due di loro, Kellogg’s e Reckitt Benckiser, hanno confermato. Colgate e Nestlé hanno ammesso di ricevere olio di palma dalle raffinerie indonesiane della Wilmar. Il rapporto di Amnesty International collega queste raffinerie alle piantagioni che ha indagato. Colgate e Nestlé hanno però dichiarato che nessuno dei prodotti elencati nel rapporto di Amnesty International contiene olio di palma proveniente dalle piantagioni della Wilmar, tuttavia non hanno reso noto quali altri prodotti invece lo contengono. Due altre aziende, Unilever e Procter & Gamble, non hanno corretto l’elenco dei prodotti fornito da Amnesty International. Le rimanenti tre, infine, hanno risposto in modo vago o non hanno risposto affatto. Il rapporto “Il grande scandalo dell’olio di palma: violazioni dei diritti umani dietro i marchi più noti” è disponibile presso l’Ufficio Stampa di Amnesty International Italia e all’indirizzo: http://www.amnesty.it/marchi-usano-olio-palma-beneficiano-del-lavoro-minorile-forzato.

Amnesty International Italia

“Occhio per occhio”. Il nuovo romanzo di Massimo Galluppi

Bellissimo romanzo e appassionante trama. È raro trovare nel panorama italiano un libro dalla storia narrata così ben congegnata, con intrighi internazionali che soddisfano il giallista, l’amante di spy story, il lettore curioso, e il lettore che non si accontenta facilmente. L’imbastitura rimanda ad argomenti di storia spessi, come la guerra nell’ex Jugoslavia che evoca i massacri e gli odi etnici. Allo stesso tempo, abbiamo aspetti personali, la passione per il proprio lavoro qualsiasi esso sia: il medico, il politico di carriera, l’addetto agli organismi internazionali all’Aia, il giornalista, l’amante di fotoreportage, il poliziotto. Una nuova avventura per Marcobi, capo della Squadra Mobile di Napoli, con la bella città partenopea che fa da sfondo con tutti i propri vizi e le sue molte virtù. Ma il romanzo di Galluppi è anche romanzo di ambienti diversi, da Madrid alla Serbia, alla Croazia, all’Adriatico, a Parigi, l’Aia, con incursioni di New York e di jazz. Insomma, una trama ricca, carica di ambientazioni ben descritte, con personaggi a tutto tondo senza sbavature, ben congegnati e delineati. Lo stile è asciutto, con descrizioni precise e dettagliate mantenute nell’essenziale, in modo da lasciare spazio all’immaginazione del lettore che pure è rapita dalla lettura attenta e incapace di smettere fino all’ultima riga. Una trama gialla e vagamente di spionaggio che pure non apre ai classici colpi di scena all’americana: la suspance è intrinseca nel testo, ma molto all’italiana, con la prevalenza di un lessico accurato e colto che dimostra di avere attentamente valutato ogni passaggio del testo. Le scene romantiche sono accennate, senza dettagli puramente di pinza come tipico nei famosi romanzieri d’oltreoceano. Non manca un accenno all’immigrazione, grazie al bel personaggio del clochard testimone di un delitto, professore di liceo magrebino che si inanella alla perfezione nella trama. Una trama ricca di indagini che non sono mai scontate: non appena si pensa di essere arrivati alle risposte si deve cominciare daccapo, forse come proprio succede nel mondo reale. Niente deve essere lasciato al caso, ma l’intuizione e l’apporto personale del poliziotto prevalgono sulla macchinosità delle indagini delegate alla sola prova di laboratorio. Ancora si indaga con il vecchio sistema di ascoltare i testimoni, perché niente è mai come sembra e giungere alle risposte affrettate può portare sulla strada sbagliata gli inquirenti. Così succede a Marcobi, infatti, e non per pessime indagini, quanto perché le varie piste di indagine si rivelano false oppure molto, ma molto più complesse di quanto apparivano. L’assassinio di un giornalista non è proprio quello di una persona qualunque, soprattutto se l’assassinato è Giorgio Cobau, esperto della guerra nell’ex Jugoslavia. E se il fatto segue la ricerca di un’intervista ad un personaggio famoso dal passato torbido. Anche il mestiere di giornalista si affranca, grazie al bel romanzo di Galluppi. Le persone, anche quando la storia necessita di esprimere giudizi, non sono mai rese a sole due dimensioni; anche quando è necessario maledire le abitudini giornalistiche di avere le fonti protette, ad esempio, non si getta fango su nessuno, neanche quando sono gli assassini stessi. L’equilibrio che si nota nelle pagine e dalle pagine è quello di uno scrittore saggio, capace di basare il proprio costrutto sulle parole e sulla cura del proprio scritto, non sulla notizia strillata o sulle gonfiate sensazionalità del momento. Eppure, nel romanzo si scrivono articoli funzionali alle indagini, ma senza che gli articoli rivelino meschinità o falsità. Tutti i personaggi sono caratterizzati dal proprio modo di essere, cupi, brillanti, sbarazzini, intriganti, ma mai si perde il rispetto per ciò che sono o che rappresentano o che hanno rappresentato. Di nuovo abbiamo la classica trama del passato che ritorna, ma ritorna come nuovo presente, come storia che continua, non come nostalgica narrazione di riempimento di una vita vuota. Si ha l’impressione, leggendo il bel romanzo di Galluppi, di avere tra le mani una vera storia raccontata da un ottimo cronista, senza gli indugi di mille trasmissioni che scompongono e ricompongono le vite altrui come se fossero dei puzzle per allontanare la noia. Un libro da leggere d’un fiato, magari andando ad approfondire la storia che gli sta dietro, tanto per saperne un po’ di più di tutto ciò che fa da sfondo, aspettando allo stesso tempo la prossima avventura di Marcobi. Che conosce perfettamente il francese e Rimbaud, ascolta chi ama dissertate su “Guerra e pace” piuttosto che “Anna Karenina”, suona il sassofono e frequenta concerti jazz, beve birra o superalcolici ma anche acqua, va al cinema e telefona, senza per forza utilizzare tutto il tempo congegni elettronici sofisticatissimi. Persone che sono tali, non schiave di usi ultramoderni che cancellano l’essenza, perché la vita reale è ancora fatta di gente che dorme nei giardini pubblici, vede i fantasmi del passato, odia e ama cercando di portare avanti la propria esistenza, possibilmente senza trovarsi a fare i conti con il Deuteronomio 19,21. Bella la citazione di Shakespeare, da “Amleto”, nell’epilogo, che forse riassume tutto il libro: “Se è ora, non sarà dopo./ Se non sarà dopo, sarà ora./ Se non è ora, tuttavia sarà”. Da non perdere.

 Massimo Galluppi: “Occhio per occhio”, Marsilio, Venezia, 2016, pagg. 414; euro 18,50.

 Alessia Biasiolo