Estate Teatrale Veronese, svelato il primo titolo

In attesa di scoprire il programma completo dell’Estate Teatrale Veronese, è stato svelato il primo titolo del cartellone 2020. ‘Amleto’, interpretato da Sebastiano Lo Monaco, sarà a Verona in prima assoluta. L’inedita versione, prodotta da Sicilia Teatro, andrà in scena il 21, 22 e 23 luglio al Teatro Romano, un debutto nella lunga carriera dell’attore siracusano.

Un Amleto che si risveglia e scopre di essere diventato vecchio. Che il tempo è passato solo per lui e Ofelia, legati da una disperata intimità. Mentre tutti gli altri sono rimasti giovani, soli e ignari dei loro destini. Questo il personaggio di cui Lo Monaco vestirà i panni, un Amleto invecchiato con i suoi dolori, solo, in un mondo del quale non riconosce più nulla, se non una gioventù e un’innocenza perdute. Questo anche il punto di partenza dell’originale adattamento curato da Francesco Niccolini per la regia di Alessio Pizzech.

Una lotta tra le età dell’anima, affidata al corpo e alla voce di un attore adulto e carismatico come Sebastiano Lo Monaco, per spostare il centro della riflessione da un’età anagrafica ad un tempo intimo e personale. Allo stesso tempo, un cast di attori giovani affiancheranno il protagonista, creando un effetto straniante. E così Amleto si rivolgerà allo zio Re Claudio quarantenne come se si sentisse già fuori dai giochi, come se un’intera generazione di ventenni, senza orientamento, avessero travolto il suo mondo interiore.

“Mai mi sarei aspettato a questa età di interpretare Amleto – ha confessato Lo Monaco -, e contemporaneamente di esaudire un sogno che avevo da quando ero bambino, recitare al Teatro Romano. Verona e Siracusa sono unite da una congiunzione d’astri. È grazie al tenore scaligero Zenatello, che portò la lirica in Arena, che anche il teatro della mia città iniziò a ospitare l’opera. Non posso che essere felice e orgoglioso di interpretare questa inedita versione di Amleto a Verona, città alla quale sono legato. Al Teatro Nuovo, infatti, recitai per la prima volta a soli 22 anni. Amleto è un sogno che non avevo mai sognato, ma ora Verona e Shakespeare mi chiamano a viverlo. E allora che le miriadi delle stelle diano luce al nostro fausto cammino shakespeariano”.

“Quello che vogliamo realizzare – ha concluso Pizzech – è un Amleto dove la riflessione tra ciò che significa essere giovani ed il senso di sentirsi vecchi è il motore della macchina scenica. Amleto diventa una costruzione teatrale dove il conflitto tra le generazioni assume il carattere forte di una crisi del tempo moderno; un affresco impietoso di un tempo finito. Giovinezza e vecchiaia sono condizioni dell’anima non anagrafiche. Vogliamo restituire ad Amleto la sua importanza come uomo che si rivela a se stesso, che riscopre il senso della morte, che riflette anche su dimensioni contemporanee e vicine alla nostra società. E vedere nei personaggi dei tratti di ognuno di noi, vivendoli, perché il teatro non è solo forma ma anche sostanza”.

Roberto Bolis

 

Avviso sospensione attività

La Redazione aveva già comunicato ai lettori di informarsi preventivamente circa l’effettiva realizzazione di alcune manifestazione di cui abbiamo ricevuto notizia. Ecco la comunicazione ricevuta ora ora relativa ai concerti IUC e Roma Sinfonietta. Nell’occasione, sollecitiamo ancora di verificare che mostre, musei e ogni altra attività, anche di cui abbiamo dato notizia, sia accessibile al pubblico e/o venga effettivamente realizzata, date le recenti disposizioni di carattere sanitario.

In ottemperanza al DPCM del 4 marzo 2020 relativo alle misure di contrasto alla diffusione del coronavirus, l’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma comunica la sospensione dei concerti previsti fino al 3 aprile 2020 presso l’Aula Magna dell’Università “Sapienza” e al Piccolo Eliseo.

Informazioni sui rimborsi e sull’eventuale riprogrammazione dei concerti saranno tempestivamente comunicate attraverso i canali ufficiali  (www.concertiiuc.it) e social media.

 

Allo stesso modo, l’Associazione Roma Sinfonietta informa che i propri concerti presso l’Università di Roma “Tor Vergata” sono sospesi fino al 3 aprile 2020, nel rispetto del decreto-legge del 4 marzo 2020 e delle direttive dell’Università di Roma “Tor Vergata”,

Le nuove date saranno pubblicate non appena definite.

 

Mauro Mariani

 

 

 

Il 6 marzo anche Ferrara ‘si illumina di meno’ e punta lo sguardo su alberi e piante

Riflettori puntati su piante e alberi per l’edizione 2020 di ‘M’illumino di meno’, la Giornata del Risparmio energetico a cui, come di consueto, il Comune di Ferrara ha voluto aderire con una serie di iniziative. Venerdì 6 marzo si rinnova infatti l’appuntamento annuale con la campagna nazionale promossa fin dal 2005 dalla trasmissione radiofonica di Radio2 ‘Caterpillar’, che quest’anno richiama l’attenzione sull’importanza del verde, con l’invito a tutti a piantare alberi e piante, strumenti naturali per ridurre la principale causa dell’aumento dei gas serra e quindi dell’innalzamento delle temperature.

Le iniziative ferraresi sono state illustrate dall’assessore comunale all’Ambiente Alessandro Balboni e da Elisabetta Martinelli e Michele Pancaldi del Centro Idea del Comune di Ferrara.

Come per le passate edizioni, il Comune di Ferrara, con il coordinamento del proprio Centro Idea, testimonierà il proprio supporto all’iniziativa con lo spegnimento, nella serata del 6 marzo 2020, dell’illuminazione artistica dell’acquedotto monumentale di piazza XXIV Maggio (ad eccezione delle luci funzionali all’ingresso della struttura), dell’illuminazione artistica di corso Martiri della Libertà e piazza Trento Trieste, che comprende l’illuminazione della facciata e della fiancata del Duomo, della Torre della Vittoria e della Torre dell’Orologio, e dell’illuminazione artistica delle Mura storiche della città (ad eccezione di via Bacchelli).

“Oltre a questo ormai tradizionale spegnimento – ha annunciato l’assessore Balboni – quest’anno abbiamo voluto anche noi rivolgere l’attenzione al verde cittadino. Il Centro Idea ha infatti realizzato un report con i numeri delle piante che in questi anni ha distribuito gratuitamente a cittadini, scuole e associazioni, in occasione dell’annuale Giornata degli alberi, contando un totale di quasi 16mila piante consegnate dal 2006 al 2019 (v. tabella a fondo pagina). Una sorta di ‘bosco diffuso’ nella città, del quale ci piacerebbe creare un album fotografico, lanciando una campagna di raccolta di immagini delle piante, da qui al prossimo novembre. Il tutto nell’ottica sia di una sensibilizzazione sulle questioni ambientali sia di una maggiore partecipazione dei cittadini su questi temi”.

“Visto che i ferraresi – ha confermato Elisabetta Martinelli – in questi anni hanno sempre risposto benissimo all’invito a piantare alberi, ci è sembrata una buona idea valorizzare con questa campagna l’impegno che si sono assunti prendendosi cura delle piante che abbiamo affidato loro, e che annualmente ci vengono fornite gratuitamente dal vivaio regionale. Da qui al prossimo novembre attendiamo quindi di ricevere le foto delle piante, magari nella versione primaverile, per creare un album virtuale”. “La campagna ‘Scopriamo il Bosco diffuso di Ferrara’ – ha aggiunto Michele Pancaldi – vuole essere anche uno strumento di rendicontazione condivisa rispetto al verde cittadino, nella consapevolezza che il valore di un albero, in termini di termoregolazione, biodiversità, oltre che di estetica, è di gran lunga superiore rispetto al suo costo effettivo. Con la raccolta delle immagini ci piacerebbe anche scoprire come queste piante sono entrate nella quotidianità delle famiglie”.

 

Alessandro Zangara (anche per l’immagine)

Musica a Teatro con Caravaggio Piano Quartet

Terzo appuntamento di Musica a Teatro, la serie di cinque concerti – quattro matinée e un concerto serale – nati dalla collaborazione tra la IUC, Istituzione Universitaria dei Concerti, e il Teatro Eliseo, che spaziano dal classicismo mozartiano al jazz più sofisticato.

Protagonista del concerto al Piccolo Eliseo di domenica 8 marzo alle 11.30 è il Caravaggio Piano Quartet, vincitore nel 2019 del Premio Franco Abbiati dell’Associazione della critica musicale italiana nella categoria “miglior giovane gruppo da camera”. Costituitosi nel dicembre 2017, è composto da giovani talenti, tre italiani formatisi al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma (Federico Piccotti al violino, Matteo Mizera alla viola, Daniel Mizera al violoncello) e un catalano (Bernat Català Rams al pianoforte), ciascuno con doti di eccellenza derivate da percorsi formativi superiori presso Royal Academy of Music, Guildhall School of Music and Drama, Universität Mozarteum e Haute École de Musique di Ginevra. Hanno già suonato presso alcune delle più prestigiose istituzioni musicali italiane (Accademia Filarmonica Romana, Società del Quartetto di Milano, Festival delle Nazioni) e spagnole (Festival d’Altafulla, Festival “Musiquem Lleida”).

Apre il concerto una delle poche composizioni cameristiche di Gustav Mahler, il Quartettsatz in la minore, opera giovanile nata sotto l’influenza di Brahms, in cui però già si avverte il clima espressivo dei capolavori della maturità di Mahler.

Mahler ne scrisse soltanto il primo movimento, ma centodieci anni dopo, nel 1988, il russo Alfred Schnittke decise di completarlo con la sensibilità di un uomo che ha vissuto tutte le contraddizioni del Novecento europeo.

Chiude il concerto il Quartetto n. 1 in sol minore op. 25 di Johannes Brahms, brano di ampie proporzioni, che passa dal clima di dolce e affettuosa malinconia del primo movimento all’indiavolato carattere zingaresco del Rondò finale.

Prossimi appuntamenti il 5 aprile e il 18 maggio.

Domenica 8 marzo ore 11.30, Piccolo Eliseo, Via Nazionale 183 – 00184 Roma, Tel. 06 83510216.

Si invitano i lettori ad informarsi preventivamente circa eventuali cambiamenti di programma, data l’attuale situazione sanitaria.

 

Mauro Mariani (anche per la fotografia)

 

Flashback. Opera Viva. Maïmouna Guerresi

Flashback decide di inaugurare questa nuova narrazione di Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto edizione 2020 (progetto ideato da Alessandro Bulgini e curato da Christian Caliandro) con Rubber Tire, First Lesson (2014), dell’’importante artista italo-senegalese, Maïmouna Guerresi e lo fa come gesto consapevole in questo momento di emergenza, nella convinzione che dare vita a un evento culturale come questo in uno spazio pubblico della città, alla libera fruizione di tutti, sia un piccolo ma necessario gesto di resistenza, una celebrazione del senso di comunità, un delicato atto poetico in grado di accompagnare le persone nella loro quotidianità.
E’ così che da giovedì 12 marzo alle 18,30 fino alla fine dell’anno, giorno dopo giorno, artisti di tutto il mondo si alterneranno e accompagneranno le persone nella loro vita di tutti i giorni, donando a tutti, senza discriminazioni perché il fondamento della cultura, grazie alla quale alimentiamo la nostra umanità, non è l’attività pratica ma la libertà dello spirito e i Ludens (titolo dell’edizione 2020) sono tutti gli individui pienamente liberi e coscienti di poter agire sul mondo ricreandolo, giorno dopo giorno, in qualsiasi condizione, attraverso la creatività.
La fotografia di Maïmouna Guerresi Rubber Tire, First Lesson fa parte della serie M-eating (iniziata dall’autrice nel 2012), che presenta uomini, donne e bambini africani fotografati prima singolarmente e poi riuniti in una situazione conviviale; sul tavolo compare sempre, al posto del cibo, un oggetto che richiama la guerra, il conflitto, e che in questo contesto vede svanire il suo significato originario e ne acquisisce uno del tutto nuovo, più intimo e quotidiano. In questo caso, il pneumatico verniciato di bianco è uno scarto – un concetto ricorrente in Opera Viva Barriera di Milano, un tema che attraversa sotterraneamente tutte le edizioni e che ne costituisce una sorta di nucleo fondante – che diviene uno strano oggetto di studio per la lezione in corso. Sullo sfondo si legge Bi-smi ‘llah (Nel nome di Dio), parte iniziale dell’invocazione con la quale si inizia ogni attività quotidiana.
L’opera di Maïmouna Guerresi gioca su questa tensione tra l’aggregazione e l’isolamento che caratterizzano le figure dell’insegnante e delle alunne, tra convivialità e distrazione: insieme e separati, questi personaggi danno vita al gioco della realtà.
Maïmouna Guerresi artista Italo-Senegalese, nata in Italia. Al suo attivo ha numerose partecipazioni sia in importanti Musei stranieri come lo Stedelijk Museum Schiedam, lo Smithsonian African Art Museum di Washington, il KIASMA Museum of Contemporary Art of Helsinki, il MACAAL Museum di Marrakech, IMA Institute Du Monde Arabe e il Cultural Institute of Islam ICI di Parigi, il National Museum of Sharjah o il National Museum of Bamako; che in Festival e Biennali, come la Biennale di Venezia, Documenta, Les Rencontres de Bamako, la Dak’Art Biennial, Manifesta, 13th Cairo Biennale e l’International Festival of Photography del Bangladesh, Kyotographie, Kyoto, Giappone. I suoi lavori fanno inoltre parte di grandi collezioni pubbliche come quelle dello Smithsonian African Art Museum di Washington, del LACMA Museum di Los Angeles e del M.I.A Minneapolis Institute of Art.

S.E.

 

Le canzoni del Premio Amnesty International Italia

Amnesty International Italia e Voci per la Libertà annunciano le dieci canzoni candidate quest’anno al Premio Amnesty International Italia, sezione Big. Un riconoscimento che va a brani sui diritti umani pubblicati da nomi affermati della musica italiana nell’anno precedente.

Sono in lizza in questa edizione (elencati in ordine alfabetico per artista): Brunori Sas con “Al di là dell’amore”, Niccolò Fabi con “Io sono l’altro”, Levante con “Andrà tutto bene”, Fiorella Mannoia con “Il peso del coraggio”, Motta con “Dov’è l’Italia”, Willie Peyote con “Mostro”, Daniele Silvestri con “Qualcosa cambia”, Tre allegri ragazzi morti feat. Pierpaolo Capovilla con “Lavorare per il male”, Margherita Vicario con “Mandela”, The Zen Circus con “L’amore è una dittatura”.

Il vincitore sarà premiato durante la prossima edizione di “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty”, in programma dal 17 al 19 luglio a Rosolina Mare (Rovigo).

Il premio, nato nel 2003, viene assegnato da una giuria composta da giornalisti, conduttori radiofonici e televisivi, intellettuali, addetti ai lavori, referenti di Amnesty International e di Voci per la Libertà.

Ne fanno parte: Claudio Agostoni (Radio Popolare), Giò Alajmo (Spettakolo.it), Diego Alligatore (Smemoranda), Daniela Amenta (Radio Capital), Giuseppe Antonelli (linguista), Eugenio Arcidiacono (Famiglia Cristiana), Massimo Arcangeli (linguista), Valeria Benatti (Rtl 102.5), Marta Cagnola (Radio24), Angela Calvini (Avvenire), Marco Cavalieri (Radio Elettrica), Francesca Cheyenne (Rtl 102.5), Angiola Codacci Pisanelli (l’Espresso), Massimiliano Colletti (Radio Città del Capo), Valerio Corzani (Rai Radio 3), Silvia D’Onghia (Il Fatto Quotidiano), Enrico de Angelis (storico della canzone), Danilo De Blasio (Festival dei diritti umani), Katia Del Savio (Indiana Music Mag), Enrico Deregibus (operatore culturale), Maria Antonia Fama (Radio Articolo 1), Federico Guglielmi (AudioReview), Ambrosia Jole Silvia Imbornone (Rockerilla), Andrea Laffranchi (Corriere Della Sera), Michele Lionello (Voci per la Libertà), Luigi Manconi (sociologo), Stefano Miliani (Globalist), Giommaria Monti (Rai3), Riccardo Noury (Amnesty International Italia), Simona Orlando (il Venerdì di Repubblica), Elisa Orlandotti (FunnyVegan), Angelo Pangrazio (Tgr Veneto), Fausto Pellegrini (Rai News 24), Timisoara Pinto (Rai Radio 1), Gianluca Polverari (Radio Città Aperta), Gianni Rufini (Amnesty International Italia), Valeria Rusconi (la Repubblica), Emanuele Russo (Amnesty International Italia), Giordano Sangiorgi (Mei), Renzo Stefanel (Classic Rock Italia), Marcella Sullo (Gr Rai), Monica Triglia (allonsanfan.it), Giorgio Testi (regista), Giulia Caterina Trucano (Grazia), John Vignola (Rai Radio 1), Savino Zaba (Rai Radio 1).

Negli anni si sono aggiudicati il riconoscimento: Daniele Silvestri, Ivano Fossati, Modena City Ramblers, Paola Turci, Samuele Bersani, Subsonica, Vinicio Capossela, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Fiorella Mannoia & Frankie Hi-Nrg Mc, Enzo Avitabile & Francesco Guccini, Max e Francesco Gazzè, Mannarino, Edoardo Bennato, Nada Malanima, Brunori Sas e Roy Paci.

Per quanto concerne la sezione del premio riservata agli artisti emergenti, è disponibile sul sito www.vociperlaliberta.it il bando di concorso per questa nuova edizione. Possono partecipare cantautori e band che abbiano realizzato un brano che tratti di diritti umani, in qualsiasi lingua o dialetto e di qualsiasi genere musicale. La scadenza del bando è fissata per lunedì 4 maggio. Semifinali e finali si svolgeranno in luglio durante il festival a Rosolina Mare.

Gli artisti che si iscriveranno entro il 16 marzo avranno la possibilità di partecipare anche al Premio MEI Musplan: infatti tra tutti gli iscritti che entro quella data avranno caricato il proprio brano in una apposita playlist sulla piattaforma musplan.com una commissione ad hoc selezionerà il primo semifinalista del concorso di Voci per la Libertà.

I semifinalisti saranno 8 in totale: oltre al vincitore del Premio MEI Musplan, gli altri 7 saranno selezionati tra tutti gli iscritti dall’organizzazione di Voci per la Libertà.

È intanto disponibile il cd-book “20×22”, un’opera che vuole celebrare la 22a edizione di “Voci per la Libertà”, quella del 2019. All’interno dell’opera compaiono i brani dei venti artisti che si sono esibiti in quella occasione o hanno partecipato ad uno degli altri eventi dell’anno legati al festival. Nel booklet a fianco di ciascun brano compare un’illustrazione di un artista contemporaneo che ha rappresentato la canzone con una sua opera. Il cd “20×22” non è solo un prodotto fisico, ma anche un progetto multimediale.

 

Monferr’Autore

 

Pilar. “Luna in Ariete”

Approda sul palcoscenico dell’Auditorium Gazzoli di Terni, nel corso di una fortunatissima tournée in tutta Italia e in Canada, una delle più belle voci femminili del panorama musicale italiano. Venerdì 6 marzo alle ore 21:00 Visioninmusica è lieta di ospitare Ilaria Patassini, in arte Pilar, con un concerto che vedrà in repertorio brani tratti dal suo quarto e recente album di inediti, “Luna in Ariete” e altre canzoni dei suoi lavori precedenti . Ad accompagnarla un quartetto formato da Federico Ferrandina alle chitarre; Alessandro Presti a tromba e flicorno, Andrea Colella al contrabbasso e Alessandro Marzi alla batteria.

A distanza di quattro anni dalla pubblicazione dell’ultimo disco – “L’Amore è dove vivo” (2015) – Pilar si rimette in gioco e fa uscire allo scoperto la sua natura di cantautrice, con canzoni che mettono al centro una vocalità più asciutta e un suono narrante, crepuscolare e nudo. Il suo percorso artistico si intreccia da sempre con il jazz, la canzone d’autore e la poesia ed è rivestito di arrangiamenti acustici del tutto singolari: in questo ambito, protagonisti del progetto discografico sono tre strumenti a fiato (corno, flicorno e trombone) ed echi di musica antica. I testi composti per questo nuovo lavoro sono pervasi da molteplici tematiche a lei molto vicine: si raccontano la dualità, la sospensione e le doppie identità come condizioni naturali di chi crea (“A metà”), l’acqua cheta dell’attesa (“Dorme la luce di ottobre”), la vocazione del ritorno e la maturità come acquisizione di giovinezza (“Eccomi” e “Luna in Ariete”), l’amore (“Nessun tempo si perde”), la maternità (“Il suono che fa l’Universo”), l’Italia e l’attualità (“La parte giusta del mondo” e “Alla Riscossa”). La genitorialità, in particolare, è stata motivo di particolare ispirazione perché la gravidanza di Pilar è arrivata in corso d’opera, durante la registrazione dell’album, ed è stata una sorta di fil rouge di un percorso visivo e concettuale, caratterizzato da una poesia intima e tagliente, danzante e assertiva.

L’album, registrato in presa diretta in tre sessioni dal vivo tra dicembre 2017 e marzo 2018, vede co-firmare la produzione artistica dal chitarrista e arrangiatore Federico Ferrandina. Il programma del concerto prevede tutti i brani tratti da “Luna in ariete”, incorniciati dai pezzi più significativi dei lavori precedenti.

Ilaria Pilar Patassini, cantante, interprete, autrice, performer.

Ha all’attivo quattro album a suo nome e svariati featuring discografici. Dal 2014 collabora con il compositore e chitarrista Michael Occhipinti e al progetto italo-canadese Sicilian Jazz Project partecipando al disco “Muorica” che la vede ospite insieme al clarinettista Don Byron. Ha svolto e svolge attività concertistica in Canada; dal 2015 è docente d’Interpretazione presso Officina Pasolini a Roma. Affiliata carbonara delle isole e del mare, vive tra Roma, Alghero e i gate degli aeroporti.

Venerdì 6 marzo 2020 – ore 21.00. Auditorium Gazzoli, via del Teatro Romano, 13 – Terni

Si invitano i lettori ad informarsi preventivamente sulle eventuali variazioni del programma, data l’attuale situazione sanitaria.

 

Elisabetta Castiglioni (anche per la fotografia di Paolo Soriani)

Al Pescara Calcio per l’impegno contro la discriminazione il premio “Sport e Diritti umani” 2020

Il Pescara Calcio è il vincitore della seconda edizione del premio “Sport e diritti umani”, promosso da Amnesty International Italia e Sport4Society.
La giuria, presieduta da Riccardo Cucchi (voce storica del programma radiofonico “Tutto il calcio minuto per minuto”), ha deciso a maggioranza di premiare il Pescara Calcio con questa motivazione:
“Per il coraggio di esprimere, con le parole e con i fatti, un messaggio profondo contro ogni discriminazione, contro il razzismo e contro la violenza, non solo nel mondo del calcio, valorizzando i principi dello sport che si fondano sulla lealtà e sul rispetto dell’avversario. Un messaggio che ricorre anche all’ironia e al sorriso in un ambito, quello del web, spesso strumentalizzato dai seminatori di odio”.
La giuria ha voluto menzionare anche altre candidature che hanno ottenuto voti, quali il calciatore Giorgio Chiellini e le squadre FC Internazionale e AS Roma.
“Siamo contenti per la qualità e la quantità delle candidature ricevute attraverso segnalazioni sul sito del premio e desideriamo manifestare il più grande apprezzamento anche nei confronti delle tante realtà del mondo non professionistico che quotidianamente s’impegnano contro la discriminazione”, ha dichiarato Umberto Musumeci, presidente di Sport4Society.
“L’azione svolta dal Pescara Calcio contro la discriminazione è stata di stimolo a ulteriori iniziative, basti pensare ai provvedimenti adottati dalla squadra del Cagliari nei confronti di alcuni tifosi: un’ulteriore conferma di quanto lo sport può fare in favore dei diritti umani e per il contrasto all’odio”, ha affermato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International.
La cerimonia di consegna del premio “Sport e diritti umani” 2020 avrà luogo a Pescara, in data e con modalità da definire con la società vincitrice e che saranno presto rese note a mezzo stampa.
Il premio “Sport e diritti umani” viene assegnato da una giuria specializzata a un/una atleta, società od organizzazione sportiva che per una sua scelta di vita, per un atto o un gesto simbolico o concreto di grande significato, un’idea creativa sportivamente e socialmente utile o qualsiasi altra iniziativa in favore dei diritti umani, abbia espresso una visione che merita il riconoscimento e la segnalazione all’opinione pubblica.
La prima edizione del premio, nel 2019, ha visto vincitore Pietro Aradori, capitano della nazionale di basket e giocatore della Fortitudo Bologna.
La giuria presieduta da Riccardo Cucchi è composta anche da Vittorio Di Trapani (Segretario generale UsigRai), Angelo Mangiante (Sky Sport), Jacopo Tognon (docente di Diritto dello sport all’università di Padova), Luca Corsolini (vicepresidente di Sport4society) e Riccardo Noury (portavoce di Amnesty International Italia).

Amnesty International Italia

Viaggio oltre le tenebre. Tutankhamon RealExperience a Milano

Il primo maggio del 1821, nell’Egyptian Hall a Londra, Giovanni Belzoni, dopo anni di esplorazioni in Egitto, inaugurava un’esposizione ibrida, basata sui reperti ritrovati durante le sue campagne di scavo ma anche su ricostruzioni dei monumenti da lui scoperti, con riproduzioni dei rilievi dipinti della tomba di Seti I nella Valle dei Re. Il successo fu straordinario: la mostra fu la prima di una lunghissima serie di rassegne che hanno diffuso la conoscenza dell’Antico Egitto in tutto il mondo. Viaggio oltre le tenebre. Tutankhamon RealExperience®, in programma a Palazzo Reale dal 5 marzo al 14 giugno 2020, riprende lo spirito della mostra di Belzoni adattandolo alle esigenze del mondo contemporaneo, sempre più immerso nella cosiddetta realtà virtuale, integrando importanti reperti provenienti da varie collezioni pubbliche e private con un percorso multimediale e immersivo.

Promossa da Comune di Milano|Cultura, Palazzo Reale, Civita Mostre e Musei e Laboratoriorosso, la mostra Viaggio oltre le tenebre. Tutankhamon RealExperience® e un’esperienza coinvolgente e, in parte, immersiva, per raccontare il viaggio “oltre le tenebre” del più famoso dei faraoni e illustrare la concezione dell’aldilà degli antichi egizi, con una selezione di preziosi oggetti originali tra i quali la statua del dio Amon, con i tratti somatici del giovane Tutankhamon. Accanto a reperti significativi sono allestite grandi proiezioni accompagnate da musiche originali e da un coinvolgente percorso narrativo fondato su un solido impianto egittologico che si avvale della consulenza di un prestigioso Comitato Scientifico, presieduto da Miroslav Barta e composto da Zahi Hawass, Christian E. Loeben, Liam McNamara e Gabriele Pieke.

Viaggio oltre le tenebre. Tutankhamon RealExperience® affronta il tema del mistero della morte e della vita oltremondana restituendogli la complessità e la pluralità che caratterizzarono la civiltà egizia. Il visitatore si troverà di fronte ad una concezione innovativa di una civiltà di cui si ritiene a torto di conoscere molti aspetti e avrà modo di scoprire quanto il pensiero occidentale le sia debitrice, grazie all’utilizzo di due diversi linguaggi espositivi che raccontano il viaggio oltre le tenebre del faraone e dei suoi sudditi. Dopo un suggestivo video introduttivo, la sezione archeologica, con opere selezionate da Francesco Tiradritti e allestita su progetto di FC Confalonieri descrive le credenze oltremondane degli egizi attraverso gli oggetti ritenuti necessari per la sopravvivenza ultraterrena, concepita come un proseguimento di quella quotidiana. I monumenti e gli oggetti antichi possono essere ammirati per il loro significato storico e artistico, ma anche come testimonianze delle aspettative e dei timori, non troppo dissimili dai nostri, che persone vissute migliaia di anni fa provavano davanti al mistero dell’ignoto.

I reperti che sono esposti provengono soprattutto dalle Collezioni civiche milanesi e dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Per la prima volta e riunito il cosiddetto “Corredo Busca”, che comprende la mummia e il sarcofago, conservati nelle Collezioni civiche, e un interessantissimo papiro lungo 7 metri, databile alla XIX-XX dinastia, recuperato poco prima del 1850 dal marchese Carlo Busca nel corso dei suoi scavi e conservato nell’Archivio dell’Ospedale Maggiore di Milano. In mostra sono esposti anche diversi reperti provenienti da collezioni private.

Tra i reperti esposti, e particolarmente importante la splendida statua del dio Amon, con le sembianze del giovane Tutankhamon, concessa in prestito dalla Fondazione Fritz Beherens e dal Museo August Kestner di Hannover. Mirabili sono inoltre le due teste di figurine funerarie attribuibili alla controversa figura del sovrano Akhenaton (1350 -1333 A.C.), padre di Tutankhamon e a cui si deve una riforma religiosa da molti considerata la prima forma di credo monoteista della storia. Sara visibile inoltre, un raro frammento di rilievo proveniente dalla mastaba di Seshemnefer (VI) Heba (VI Dinastia, regno di Djedkara Isesi; 2388 – 2356 a.C.), a Saqqara. La brillantezza dei colori conservatisi ancora oggi restituisce appieno la magnificenza e il fascino dell’arte austera e delicata del periodo.

Dopo l’esposizione dei reperti antichi, illustrati in un agile catalogo edito da Laboratoriorosso e curato da Francesco Tiradritti, la mostra diventa interamente multimediale, articolata in due diversi ambienti: nel primo, grazie alle straordinarie immagini giunte fino a noi, il visitatore puo ripercorrere i tratti distintivi della civilta che si e affermata per millenni sulle rive del Nilo, partendo da Tebe per poi addentrarsi nella Valle dei Re. E quindi guidato da Howard Carter alla scoperta della tomba di Tutankhamon e del suo straordinario corredo funerario. In un secondo ambiente immersivo sarà lo stesso Tutankhamon a guidare il visitatore nel viaggio attraverso la notte, per conquistare l’immortalità.

L’esperienza multisensoriale e costruita con immagini e animazioni che provengono anche da tombe e oggetti di altre epoche della storia egizia. Il percorso assume di conseguenza un valore assoluto nell’universo dell’Egitto faraonico, rappresentando il viaggio di tutti i predecessori e i successori di Tutankhamon. Il perpetuo attraversamento delle regioni oscure era sentito come un obbligo per il sovrano che sacrificava la propria resurrezione per salire sulla barca solare in modo da consentire all’alba di ripetersi perpetuo giorno dopo giorno. Le dodici ore della notte erano irte di pericoli che potevano essere superati soltanto con l’incarnazione del dio sole Ra con il sovrano dei morti Osiride.

Allo stesso tema sviluppato nella parte multimediale della mostra e dedicato uno straordinario volume illustrato, edito da Taschen a cura di Sandro Vannini con la collaborazione di Mohamed Megahed.

Per iniziativa del Comune di Milano|Cultura, Viaggio oltre le tenebre. Tutankhamon RealExperience® e collegata alla importante mostra allestita nel Civico Museo Archeologico di Milano dall’ 11 marzo al 20 dicembre 2020, dal titolo Sotto il cielo di Nut. Egitto divino, che intende illustrare il significato delle immagini divine e la relazione tra l’uomo e il divino, nella vita quotidiana e nell’Aldilà dell’antica civiltà nilotica.

Viaggio oltre le tenebre. Tutankhamon RealExperience®, Milano, Palazzo Reale, dal 5 marzo al 14 giugno 2020

Ombretta Roverselli

 

Alla Biblioteca Civica di Verona “Pinocchio”

Fino al 28 marzo, la Biblioteca Civica di Verona propone un’esposizione e un ricco programma di eventi dedicati a Pinocchio e alla fortuna editoriale dell’opera di Carlo Collodi.

Gli spazi della Protomoteca e della Sezione Veronensia ospitano una mostra dedicata alla Collezione Fusari che presenta una raccolta di 150 edizioni storiche, a cui si affiancano le edizioni contemporanee patrimonio della Biblioteca Civica. Le opere sono state valorizzate all’interno di un percorso espositivo in Biblioteca Ragazzi e sono a disposizione per la lettura e la consultazione. In più è stato curato l’allestimento dei burattini di Nino Pozzo dedicati alla storia di Pinocchio, lungo la vetrina di via Cappello.

La mostra è accompagnata a una serie di iniziative, con protagonista Pinocchio, dedicate alle scuole e alle famiglie.

Tutti i sabato di marzo, alle 11.30, si potrà assistere alla lettura ad alta voce di Pinocchio di Carlo Collodi.

Il 10 marzo alle 17.30, si terrà l’incontro per insegnanti, educatori, genitori e curiosi “Scrivere a mano nell’era digitale”.

Sabato 14 e sabato 21 marzo, alle 16, è in programma “Abecedario”, il laboratorio di scrittura a mano, per le famiglie. Prenotazione obbligatoria.

Mercoledì 18 marzo alle 17, si terrà “Pinocchio” spettacolo di burattini a cura di Teatro Mondo Piccino.

Lunedì 23 marzo, alle 17.30, è in programma per insegnanti, genitori ed educatori “Un’idea di infanzia. Libri, bambini e altra letteratura”, con Nadia Terranova e Margherita Forestan.

Data l’attuale emergenza sanitaria, si invitano gli utenti ad informarsi circa il regolare svolgimento delle attività contattando il numero 045.8079707 o la mail bibliotecacivica.ragazzi@comune.verona.it

 

Roberto Bolis