Tornate al Museo le opere trafugate da Castelvecchio

Ieri, venerdì 22 settembre, alla sala Boggian del Museo di Castelvecchio di Verona, il sindaco avvocato Federico Sboarina, ha salutato ufficialmente il ritorno al Museo, dopo il restauro, delle opere trafugate il 19 novembre 2015 e recuperate il 21 dicembre 2016.

Sia oggi, sabato 23 settembre, che domani, domenica 24, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, i visitatori potranno incontrare vicino a ciascuno dei dipinti – al mattino dalle 10.30 alle 13.00, al pomeriggio dalle 14.30 alle 18.00 – i restauratori, gli studenti dell’Accademia, il curatore delle collezioni e il personale della Direzione del museo e della Soprintendenza, per ricevere spiegazioni sullo stato di salute delle opere e sugli interventi di restauro eseguiti. Pisanello, Bellini, Mantegna, Caroto Tintoretto, Rubens insieme a tutti gli altri capolavori sono in bella mostra dopo le amorevoli “cure” ricevute. Per il pubblico sarà un’occasione inconsueta e interessante di approfondimento culturale e di condivisione delle attività di conservazione e di tutela del Patrimonio svolte dalle Istituzioni del territorio.

Nelle due giornate, i cittadini di Verona e della provincia potranno accedere al Museo al costo agevolato di un euro a persona, mentre per gli altri visitatori è previsto un ingresso ridotto a 4,50 euro (per celebrare le Giornate Europee del Patrimonio).

Nelle sale museali tornano al loro posto tredici dei diciassette dipinti, mentre le quattro tavole eseguite da un artista dell’ambito di Jacopo Tintoretto, Trasporto dell’arca dell’alleanza, Banchetto di Baltassar, Sansone, Giudizio di Salomone, sono in prestito fino al 4 novembre alla mostra voluta dall’Arma dei Carabinieri Fidelis, allestita a Palermo, Caserma dei Carabinieri Bonsignore – Dalla Chiesa, per raccontare l’impegno del Nucleo Tutela Beni Culturali nel recupero di opere trafugate del patrimonio italiano.

Ecco i nomi dei restauratori intervenuti sulle opere.

Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza. Laboratorio di restauro (Chiara Scardellato, Guglielmo Stangherlin, Elisabetta Fedeli)

Jacopo Bellini, San Girolamo nel deserto, 1450-1460, tempera su tavola, cm 95×65, inv. 876-1B0306 (Guglielmo Stangherlin)

Andrea Mantegna, Sacra famiglia e una santa, fine del XV secolo, tempera su tela, cm 76×55,5, inv. 855-1B0087 (Chiara Scardellato, Guglielmo Stangherlin)

Giovanni Francesco Caroto, Ritratto di ragazzo con disegno infantile, 1520 circa, olio su tavola, cm 37×29, inv. 5519-1B0130 (Guglielmo Stangherlin)

Giovanni Francesco Caroto, Ritratto di giovane monaco, 1520 circa, olio su tela, cm 43×33, inv. 1407-1B0142 (Guglielmo Stangherlin, Chiara Scardellato)

Peter Paul Rubens, Dama delle licnidi, 1602, olio su tela, cm 76×60, inv. 1779-1B0166 (Chiara Scardellato, Elisabetta Fedeli)

Accademia di Belle Arti di Verona. Corso di restauro dei dipinti su supporto tessile, quarto anno

Corso della prof.ssa Laura Rivali con gli allievi Martina Barozzi, Alice Chiodelli, Giulia Dall’Igna, Alessia Datteri, Giada Margotto e Fabio Speltoni.          

Giovanni Benini, Ritratto di Girolamo Pompei, 1790, olio su tela, cm 85×63, inv. 45783-1B4017

Egidio Arlango

Bottega di Domenico Tintoretto, Ritratto di ammiraglio veneziano, 1590 circa, olio su tela, cm 110×89, inv. 1602-1B0710

Francesca Mariotto

Cerchia di Jacopo Tintoretto, Ritratto maschile, ottavo decennio del XVI secolo, olio su tela, cm 54×44, inv. 44381-1B4013

Stefania Stevanato

Domenico Tintoretto, Ritratto di Marco Pasqualigo, 1583 circa, olio su tela, cm 48×40, inv. 6707-1B0158

Pierpaolo Cristani s.n.c. (Francesca Amati, Adriana Benetti, Ivan Cristani)

Hans de Jode, Porto di mare, 1657, olio su tela, cm 70×99, inv. 6273-1B0680

Attilia Todeschini

Hans de Jode, Paesaggio con cascata, 1657, olio su tela, cm 70×99, inv. 6275-1B0685

Alessandra Zambaldo e Isabella Bellinazzo

Jacopo Tintoretto, Madonna allattante, 1555 circa, olio su tela, cm 89×76, inv. 1285-1B1623

Museo di Castelvecchio, interventi di manutenzione

Antonio Pisano detto Pisanello, Madonna col bambino, detta Madonna della quaglia, 1420 circa, tempera su tavola, cm 54×32, inv. 164-1B0090

Ambito di Jacopo Tintoretto, quattro tavole di cassone o altra mobilia:

Trasporto dell’arca dell’alleanza, metà del XVI secolo, olio su tavola, cm 28×80, inv. 263-1B0227

Banchetto di Baltassar, metà del XVI secolo, olio su tavola, cm 26,5×79, inv. 264-1B0229

Sansone, metà del XVI secolo, olio su tavola, cm 26,5×79, inv. 265-1B0228

Giudizio di Salomone, metà del XVI secolo, olio su tavola, cm 26,5×79,5, inv. 266-1B0230

Le quattro tavole sono in prestito fino al 4 novembre alla mostra Fidelis, Palermo, Caserma dei Carabinieri Bonsignore – Dalla Chiesa

Si ringrazia la dottoressa Maristella Vecchiato, funzionario storico dell’arte della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza.

Roberto Bolis

 

 

Fassa Sky Expo: tre giorni in volo sulle Dolomiti

La quarta edizione della Fassa Sky Expo, evento legato al volo libero, si aprirà a Campitello di Fassa (Trento) il 29 settembre per chiudersi il 1 ottobre.

Tre giorni nello splendido scenario delle Dolomiti dove gli appassionati di volo in parapendio e deltaplano presso gli stand della fiera, troveranno gli ultimi prodotti dei migliori marchi disponibili sul mercato. Potranno anche testare ali, imbragature e quant’altro in prima persona, decollando dal rifugio Des Alpes sul Col Rodella (2360 metri) che sovrasta la zona dell’esposizione ed al quale di accede per funivia al ritmo di 120 passeggeri per corsa. Anche l’atterraggio è nei pressi della fiera, un punto di forza, insieme all’accessibilità del decollo, che gli organizzatori dell’associazione Icarus Flying Team Val di Fassa hanno saputo sfruttare al meglio.

Il successo incoraggiante delle scorse edizioni fa ben sperare. Allora il numero dei visitatori fu tale da mettere a seria prova la ricettività della zona ed al collasso il pur grande parcheggio tra fiera e funivia, tanto che si è deciso di potenziarlo. I presupposti ci sono tutti anche per l’edizione 2017. Piloti di deltaplano e parapendio saranno i primi interessati alle novità di un mercato che non conosce sosta nel proporne, sempre più innovative, sempre più tecnologiche. Poi molti curiosi, magari in vista di avvicinarsi al volo libero, un’avventura affascinante che porta i piloti a vagabondare per il cielo senza aiuto di motori. La tre giorni a Campitello propone un ricco programma anche con momenti di relax, feste ed eventi che renderanno l’appuntamento un’esperienza indimenticabile per praticanti e no. Tra le novità di quest’anno i primi potranno partecipare sabato 30 settembre alla gara di hike and fly, cioè di volo ed escursionismo, alla quale gli organizzatori hanno appioppato il nome di “Cor e Sgòla” che in lingua locale rende perfettamente l’idea. Lo start avverrà alle ore 10 dalla zona dell’atterraggio chiamata Streda de Pent de Sera, a Campitello.

 

Gustavo Vitali (anche per credit fotografici)

A San Mauro Pascoli si festeggia il bovino romagnolo

 

Negli allevamenti di Villa Torlonia di San Mauro Pascoli (FC) nell’800 è “rinata” la razza bovina romagnola, una razza adatta all’agricoltura del tempo e oggi una delle grandi carni di qualità. Per celebrare la ricorrenza, il Comune di San Mauro Pascoli, CheftoChef emiliaromagnacuochi, la Regione Emilia-Romagna e il Consorzio Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale, organizzano la seconda edizione della “Festamercato del bovino romagnolo”. Una Festamercato che vede l’alleanza fra produttori, chef e gourmet per rilanciare sulle migliori tavole della regione, e oltre, un prodotto territoriale di grande qualità. Appuntamento a Villa Torlonia sabato 23 settembre dalle ore 15 alle 22.

Ricco e articolato il programma della giornata che propone la mostra mercato con produttori, cantine e artigiani.

Alle ore 15.30 prenderà vita il convegno dal titolo “Distribuire Cultura, una produzione di qualità per consumi identitari”. Presenta Luciana Garbuglia, Sindaco di San Mauro Pascoli; coordina Enrico Vignoli, Segretario CheftoChef. Intervengono: Stefano Mengoli, Presidente Consorzio di Tutela del Vitellone Bianco Appennino Centrale, Guido Zama, Direttore Confagricoltura Emilia-Romagna, Massimiliano Poggi, Chef Ristoratore, Davide Cassi, Professore Università di Parma. Le conclusioni saranno affidate a Simona Caselli, Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna. Saranno inoltre presenti le Aziende Cem  di Cesena e Selecta di Occhiobello.

Dalle ore 16 alle 22 “Cibo di Strada Gourmet” grazie alla presenza di: Fabrizio Mantovani, Chef “FM” – Faenza, Marco Cavallucci, Chef Consultant/”Casa Spadoni” – Faenza, Massimiliano Poggi, Chef “Massimiliano Poggi Cucina” – Bologna, Matteo Salbaroli, Chef “Osteria L’Acciuga” – Ravenna.

Alle ore 18 per il progetto “iSensi” ci sarà una degustazione guidata e un’analisi sensoriale con abbinamento cibo a base di bovino romagnolo e vino. Conducono l’appuntamento lo chef Massimiliano Poggi e il Professor Davide Cassi dell’Università di Parma. Posti limitati, euro 15.

Pierluigi Papi (anche per credit fotografici)

 

 

Frutti dimenticati e Marroni a Casola Valsenio

Nel doppio finesettimana cad animare l’evento ci saranno: vari punti ristoro con specialità autunnali e a base di marroni e frutti dimenticati, mercato dei Presidi Slow Food e dei frutti dimenticati, degustazioni di frutti e vini, mostre, laboratori, esposizione di animali dimenticati, dimostrazioni di cucina, spettacoli di strada per grandi e piccini.

Piante spontanee o coltivate negli orti e nei frutteti di casa per il consumo domestico fin dal tardo Medioevo, i frutti dimenticati sono perlopiù caratteristici della stagione autunnale e rappresentavano una preziosa scorta di cibo da conservare con cura per l’inverno. Salvati dall’estinzione e recuperati per la gioia di chi li ha conosciuti e per chi li vede per la prima volta, ecco tanti bei frutti profumati, dai colori caldi e dai nomi spesso originali: giuggiole, pere spadone, corniole, nespole, mele cotogne, corbezzoli, azzeruole, sorbe, pere volpine, uva spina, senza dimenticare noci, nocciole, melagrane e ovviamente i Marroni.

La ripresa d’interesse verso i frutti di un tempo è rivolta anche al recupero di antichi metodi di conservazione, lavorazione e consumo alimentare. Per questo, nel corso della festa si svolge un concorso di marmellate e uno di dolci al Marrone, mentre i ristoranti della zona propongono per tutto l’autunno la “Cucina ai frutti dimenticati”. Si tratta di piatti che utilizzano i prodotti tradizionali del territorio, sia secondo la consuetudine sia in modo moderno, proponendo una cucina gradevole, naturale e dal forte potere evocativo. Fra le ricette a base di questi frutti ricordiamo: la salsa di rovo e di gelso, le composte di corniole e di cotogne, la torta di mele selvatiche e i dessert con protagoniste le pere volpine, le castagne, l’alkermes, il vino e il formaggio. Un gruppo di frutti dimenticati serve per preparare un antico piatto tipico, il “migliaccio”, che richiede mele cotogne, pere volpine, mele gialle, cioccolato, pane, raffermo grattugiato, canditi, riso e, secondo l’antica ricetta, sangue di maiale in aggiunta.

A Casola Valsenio, infine, i frutti dimenticati si sposano perfettamente con le piante aromatiche del locale Giardino delle Erbe e danno vita a piatti straordinari come le insalate di sedano, ribes bianco e rosso in agrodolce, o di finocchio selvatico con tarassaco, cerfoglio e salsa di melagrana, ottime se condite con l’olio extravergine Brisighello. Nei menù dei ristoranti del paese compaiono i risotti di pere volpine, l’arrosto di arista con castagne e lamponi o il rotolo di vitello alla melagrana, la crostata di marmellata di sorbe, le prugnole ripiene di noci e zabaione, il sorbetto alle corniole.

Informazioni per il pubblico: tel. 0546 73033.

Pierluigi Papi (anche per credit fotografici)