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In occasione del centenario della morte di Franz Kafka, Roma Sinfonietta presenta un concerto intitolato “Quattro quadri di Kafka”, che si svolgerà mercoledì 19 marzo 2025 alle 18.00 presso l’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).
Kafka è stato uno dei più grandi scrittori del Novecento eppure non ha ispirato i musicisti nella misura che ci si aspetterebbe. Ma ora si potranno ascoltare quattro brani – tre dei quali in prima esecuzione assoluta – basati su testi di Kafka e precisamente su Un medico di campagna tradotto Luca Crescenzi e Confessioni e diari nella traduzione di Ervinio Pocar (per gentile concessione dell’editore Mondadori Libri Spa). Questi testi sono stati selezionati e rielaborati dal musicologo Valerio Sebastiani e sono stati messi in musica da quattro dei più interessanti compositori italiani attuali ovvero Marco Betta, Giorgio Nottoli, Giovanni Costantini e Riccardo Santoboni.
Il concerto propone un viaggio introspettivo nel mondo surreale di Franz Kafka. I quattro compositori indagano i suoi testi usando la recitazione e il canto, gli strumenti acustici e i suoni elettronici. La voce recitante maschile, che si articola durante tutto il concerto, è l’espressione dell’animo martoriato di Kafka, ma anche una guida che indugia tra le pieghe dei racconti, che cerca inutilmente una soluzione in un mondo privo di logica e inesorabilmente proiettato all’annientamento della volontà individuale. Ad essa si uniscono la voce femminile di un mezzosoprano, gli strumenti acustici (clarinetto, violino e violoncello) e i suoni elettronici, che sottolineano, amplificano e deformano attraverso la musica le immagini evocate dai testi. Dalla sinergia tra le parole di Kafka e la musica emerge lo spirito dello scrittore, permeato di angoscia, di frustrazioni, di senso di estraneità, nella strenua ricerca di senso in un mondo retto da leggi incomprensibili.
Il concerto si apre con Ballata notturna per violino solo di Marco Betta, per voce recitante e violino: un canto emerge come un’eco lontana. che sembra nascere dall’ombra. In 16 gennaio di Giorgio Nottoli, per voce femminile e per elettronica fissa e dal vivo, traspare l’assenza di qualsiasi speranza, come scriveva Kafka nel suo diario: “Nell’ultima settimana c’è stato come un crollo…”.
Non c’è ancora troppo silenzio per voce recitante, voce femminile, violoncello ed elettronica di Giovanni Costantini riprende ed amplia la straordinaria forza simbolica del testo di Kafka, che si interseca con la musica in un percorso onirico e surreale. La vera via per voce recitante, mezzosoprano, clarinetto, violino, violoncello ed elettronica di Riccardo Santoboni fonde suoni acustici ed elettronici, immergendo la voce recitante nel contesto surreale del mondo kafkiano.
Gli interpreti sono Adriano Fabio Testa (voce recitante), Virginia Guidi (mezzosoprano) Filippo Santacroce (clarinetto), Vincenzo Bolognese (violino) e Milena Punzi (violoncello). La regia del suono è di Federico Scalas. In collaborazione con Master in Sonic Arts – Tecnologie e arti del suono dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
I biglietti si possono prenotare telefonicamente (06 3236104) e ritirare il giorno del concerto oppure acquistare direttamente all’auditorium a partire da un’ora prima del concerto.
Mercoledì 26 febbraio 2025 alle 18.00 riprendono i concerti di Roma Sinfonietta presso l’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1). Protagonisti di questo saranno il gospel, gli spiritual e altre forme di canto religioso nate in America ma anche celebri canzoni di protesta degli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Ad interpretarli sarà il Coro Gospel di Roma Tor Vergata, nato nel 2018 per un’iniziativa di Giorgio Adamo e Alberto Annarilli (che ne è il direttore) e diventato subito parte integrante delle attività del Laboratorio di Musica Jazz e del dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società dell’Università “Tor Vergata”. Questo Coro, diretto da Alberto Annarilli, si è esibito in occasioni ufficiali dell’Ateneo, in vari eventi culturali e in concerti organizzati da altre università, ambasciate, associazioni culturali. Dal 2024 è gemellato con il Sidney Sussex Choir del Sidney Sussex College dell’Università di Cambridge.
Il programma del concerto è imperniato sullo spiritual afro-americano, sul gospel tradizionale e contemporaneo e sul christian pop, un genere di canto religioso sviluppatosi negli Usa a partire dagli anni Sessanta-Settanta e che innesta la musica folk, pop e rock su una base derivata dal gospel e che ha raggiunto una grande popolarità (anche al di fuori degli Usa) nei decenni successivi. Ma si ascolteranno anche alcune celebri song legati ai movimenti civili statunitensi degli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, come We shall overcome,cantato durantele manifestazioni del movimento per i diritti civili degli afro-americani e Blowin’ in the wind di Bob Dylan. Gli arrangiamenti di alcuni di questi canti sono dello stesso direttore Alberto Amarilli
Biglietti € 12,00 intero, € 8,00 ridotti personale universitario, over 65 e titolari CartaEffe Feltrinelli, € 5,00 studenti. I biglietti si possono prenotare telefonicamente (06 3236104) e ritirare il giorno del concerto oppure acquistare direttamente prima del concerto.
Con il concerto di mercoledì 11 dicembre 2024 alle 18.00 presso l’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1) la stagione di Roma Sinfonietta saluta il suo pubblico, augurandogli buone feste e dandogli appuntamento al 2025. Protagonisti di questo ultimo concerto dell’anno sono due eccezionali musicisti italiani, il violinista Domenico Nordio e il violoncellista Francesco Dillon.
Domenico Nordio è uno dei più acclamati violinisti italiani del nostro tempo. Si è esibito nelle sale più prestigiose (Carnegie Hall di New York, Salle Pleyel di Parigi, Teatro alla Scala di Milano, Barbican Center di Londra, Suntory Hall di Tokyo) e con orchestre quali London Symphony, National de France, Orchestre de la Suisse Romande, Orchestra Borusan di Istanbul, Enescu Philharmonic di Bucarest, Simon Bolivar di Caracas, Filarmonica di San Pietroburgo, Sinfonica Nazionale della RAI. Ha vinto a sedici anni il Concorso Internazionale “Viotti” di Vercelli con il leggendario Yehudy Menuhin come Presidente della giuria. Dopo le affermazioni ai Concorsi Thibaud di Parigi, Sigall di Viña del Mar e Francescatti di Marsiglia, il Gran Premio dell’Eurovisione ottenuto nel 1988 lo ha lanciato alla carriera internazionale: Nordio è l’unico vincitore italiano nella storia del Concorso.
Francesco Dillon (nella foto), nato a Torino nel 1973, ha al suo attivo una brillante carriera internazionale caratterizzata dall’originalità e varietà del repertorio esplorato. L’intensa attività solistica lo vede esibirsi su prestigiosi palcoscenici quali il Teatro alla Scala di Milano, la Konzerthaus di Vienna, il Muziekgebouw di Amsterdam, la Philharmonie di Berlino, la Jordan Hall di Boston, il Teatro Colon di Buenos Aires, la Hakuju Hall di Tokyo. Incide per etichette di primo piano, come SONY, ECM, Kairos, Ricordi e Stradivarius.
Nel programma figurano due capolavori per violino e violoncello di grandi compositori del primo Novecento, cioè la Sonata op. 7 del 1914 di Zoltan Kodaly, che innesta la musica popolare ungherese nelle forme classiche, e la Sonata del 1922 di Maurice Ravel, dedicata “alla memoria di Claude Debussy”. Completa il programma la famosa Passacaglia (una danza in tempo lento di origine spagnola) scritta da Georg Friedrich Haendel per clavicembalo nel 1720 e trascritta da Johan Halvorsen nel 1893.
Biglietti € 12,00 intero, € 8,00 ridotti personale universitario, over 65 e titolari CartaEffe Feltrinelli, € 5,00 studenti
I biglietti si possono prenotare telefonicamente(06 3236104) e ritirare il giorno del concerto oppure acquistare direttamente prima del concerto.
Anche quest’anno l’Associazione Roma Sinfonietta svolge la propria stagione di concerti all’Università di Roma “Tor Vergata”. Il programma predisposto dal direttore artistico Luigi Lanzillotta spazia dalla musica sinfonica all’elettronica, dalla musica da camera a quella corale e ai canti tradizionali delle regioni italiane. Sono sedici appuntamenti, che si svolgeranno sempre il mercoledì (con la sola eccezione del concerto di giovedì 10 aprile) alle 18.00 nell’Auditorium “Ennio Morricone” situato nella Macroarea di Lettere e Filosofia della seconda università statale romana, in via Columbia 1. È una delle più importanti stagioni concertistiche della capitale per il numero dei concerti, per l’interesse dei programmi e per la qualità degli interpreti, tutti italiani – questa è da sempre una particolarità di questi concerti – e scelti tra i migliori di cui il nostro paese abbonda, tanto che non c’è alcuna necessità di ricorrere a musicisti stranieri. Un altro merito speciale di questa stagione è portare la musica dal vivo nella zona di Roma est, che ne è quasi totalmente priva. Ma questi concerti attraggono gli appassionati di musica da ogni zona di Roma e una parte del pubblico viene anche da fuori Roma e in particolare dalla zona dei Castelli, che non è lontana dalla sede dei concerti.
Il concerto inaugurale del 23 ottobre vedrà impegnata l’Orchestra Roma Sinfonietta in musiche di Mozart, insieme al violinista e direttore d’orchestra Giuliano Carmignola, tra i più accreditati interpreti della musica del Settecento, da Vivaldi e Bach e Mozart, tanto che Claudio Abbado lo ha voluto come solista nella sua incisione di tutti i Concerti per violino di Mozart, che saranno al centro anche di questa sua rara e preziosa presenza a Roma. Col secondo concerto della stagione riprende l’esecuzione integrale dei Quartetti per archi di Schostakovic, affidata ad uno dei migliori gruppi da camera italiani, il Quartetto Guadagnini: in questa stagione saranno due gli appuntamenti (6 novembre e 5 marzo) con quello che è considerato il più importante ciclo di Quartetti del ventesimo secolo. Il più importante ciclo di Quartetti dell’intera storia della musica è però quello di Beethoven, che inanella diciassette sublimi capolavori: gli è dedicata una serie triennale di concerti, di cui quest’anno si potranno ascoltare due tappe (9 e 10 aprile) affidate come le altre al Quartetto della Scala, di cui Riccardo Muti ha scritto:“… quartetto di rara eccellenza tecnica e musicale… la bellezza del suono e la preziosa cantabilità… ne fanno un gruppo da ascoltare con particolare gioia ed emozione”.
L’auditorium dell’Università di Roma “Tor Vergata” è stato il primo ad essere intitolato ad Ennio Morricone, quand’era ancora in vita, proprio perché Roma Sinfonietta è stata per molti anni una stretta collaboratrice di questo grande ed amatissimo compositore, che l’ha diretta in innumerevoli concerti in tutto il mondo. A lui è dedicato il concerto del 13 novembre, quando Ada Montellanico, notissima voce del jazz italiano, lo Ialsax Saxophone Quartet e il pianista Antonello Maio eseguiranno musiche sue e di altri due noti compositori di musica da film, Piero Piccioni e Armando Trovajoli. Il 27 novembre sarà di nuovo sul palco l’Orchestra Roma Sinfonietta, diretta da Gabriele Bonolis, anch’egli fidato collaboratore di Morricone: questa volta dirige musiche di Kurt Weill (una selezione dell’Opera da tre soldi) e George Gershwin (vari brani tra cui la famosissima Rapsodia in blue). Eccellenti i due solisti: al sassofono Simone Salza e al pianoforte Giuseppe Andaloro, uno degli interpreti della sua generazione più apprezzati dal pubblico e dalla critica internazionali.
Il 4 dicembre avrà luogo l’ormai consueto e sempre interessantissimo e graditissimo concerto dedicato alle musiche delle regioni d’Italia, a cura di Giorgio Adamo, professore di etnomusicologia all’Università “Tor Vergata”: quest’anno è la volta della Calabria. L’ultimo concerto del 2024 si svolgerà l’11 dicembre e sarà affidato al violinista Domenico Nordio e al violoncellista Francesco Dillon, due concertisti di fama mondiale che hanno suonato nelle principali sale d’Europa, America ed estremo oriente: suoneranno musiche di Haendel, Ravel (uno degli ultimi capolavori del grande compositore francese) e Kodaly, dimostrando così che esiste un repertorio poco noto ma molto interessante per il duo piuttosto insolito formato da questi due strumenti.
Il 2025 si apre il 26 febbraio con un concerto intitolato “La Gospel Music, tra storia e contemporaneità: musiche tradizionali afro-americane”, che presenta un repertorio vario e articolato, dagli african-american spiritual fino ai gospel tradizionali, dai protest songs del Civil Rights Movement fino alla contemporary christian music. Il 12 marzo “Omaggio a Milva” di Petra Magoni che, accompagnata dal pianista Andrea Dindo, canterà musiche di Kurt Weill su testo di Bertolt Brecht e in particolare quelle dell’Opera da tre soldi, di cui Milva è stata indimenticabile interprete: fu Giorgio Strehler a volerla protagonista dell’edizione da lui portata in scena nel 1973 al Piccolo di Milano e poi in tournée in molti altri teatri. Da Brecht si passa a Kafka: sono due fondamentali scrittori del Novecento, che, pur essendo nati a pochi anni di distanza e scrivendo nella stessa lingua, erano diversissimi e rappresentano due concezioni totalmente divergenti della letteratura. Il concerto del 19 marzo è infatti intitolato “Quattro quadri di Kafka” e presenta in prima esecuzione composizioni elettroacustiche di Marco Betta, Giovanni Costantini, Giorgio Nottoli e Riccardo Santoboni, basate su testi tratti dalla raccolta di racconti “Un medico di campagna”.
Il concerto del 26 marzo ha come protagonista Gabriele Geminiani, che a lungo è stato primo violoncello solista dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia e su invito di Claudio Abbado ha collaborato e continua a collaborare regolarmente con l’Orchestra Mozart, la Mahler Chamber Orchestra e l’Orchestra del Lucerna Festival, sempre in qualità di primo violoncello. Il 26 marzo lui e il pianista Monaldo Braconi eseguiranno musiche di Debussy, Schostakovic e Simonide Braconi. Dopo la breve pausa pasquale si riprende il 9 e 10 aprile con i due già menzionati concerti del Quartetto d’archi del Teatro alla Scala, dedicati a Beethoven. Il 16 aprile l’Orchestra Roma Sinfonietta diretta da Gabriele Bonolis e due eccellenti cantanti quali Sabrina Cortese e Lucia Napoli propongono due “Stabat Mater”, quello di Pergolesi, che è uno dei massimi capolavori della musica del Settecento, e quello contemporaneo di Matteo D’Amico, dedicato alla memoria di Pietro Borsellino. Il 30 aprile Roma Sinfonietta sarà diretta da Vincenzo Bolognese, anche solista al violino, in uno stimolante programma intitolato “La musica demoniaca”, basato su musiche di Boccherini, Tartini e Paganini, che evocano diavoli, streghe e altri personaggi infernali.
Gli ultimi due concerti si svolgono a maggio. Quello del 7 è intitolato “La belle èpoque tra Francia e Italia” e presenta liriche da camera e pezzi pianistici di Fauré, Debussy e Respighi eseguiti dal mezzosoprano Lucia Napoli e dal pianista Antonello Maio. Il 14 una versione ridotta di “La Traviata” di Verdi, cantata da Rosanna Angotti, Lorenzo Martelli e Marco Severin e diretta da Gabriele Bonolis sul podio di Roma Sinfonietta. I vari brani musicali sono collegati da testi scritti e letti da Anna Rollando.
Dunque una stagione piena di proposte stimolanti e variegate, in cui si alternano concerti di stampo classico vari appuntamenti ed altri generi musicali, sempre musica di grande valore con interpreti di altissimo livello, che ogni appassionato apprezzerà.
Il nuovo quintetto di Gabriele Coen presenta un originalissimo omaggio a Bernstein, mercoledì 24 aprile alle 18.00, per la stagione di Roma Sinfonietta all’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).
Leonard Bernstein è stato uno dei più grandi musicisti del Novecento, compositore, pianista, direttore d’orchestra e didatta. Gabriel Coen e il suo quintetto, proporranno negli arrangiamenti di Andrea Avena le sue canzoni più note da West Side Story (1957), tra cui Maria, Tonight e Somewhere, e la sua musica di ispirazione ebraica, come Ilana the Dreamer (1950), Yigdal e Chichester Psalms. Il rispetto e l’ammirazione di Gabriele Coen per la musica di Bernstein si coniuga con il linguaggio dell’improvvisazione e del jazz, in un incontro inedito che vuole far riscoprire la bellezza di queste immortali composizioni.
A proposito del cd del Gabriele Coen Quintet uscito nel 2020 per la prestigiosa etichetta Parco della Musica Records col titolo “Leonard Bernstein Tribute”, Gianni Morelenbaum Gualberto ha scritto: “West Side Story è il Fidelio americano, è Shakespeare riletto attraverso Tocqueville, è l’America alla spasmodica ricerca del sublime, è incrocio vertiginoso tra dramma e balletto, tra opera e teatro musicale, tra Broadway e le periferie di New York”. E Stefano Zenni: “Questo progetto di Gabriele Coen, che va oltre la rilettura di West Side Story, mostra più di un tocco di originalità per la scelta dei musicisti, di estrazione così diversa, la strumentazione, tra classica e jazz e un attento equilibrio dell’improvvisazione nelle intelaiature compositive, che reggono la grande impalcatura della musica di Bernstein.”
Gabriele Coen, sassofonista, clarinettista, compositore e didatta, si dedica da trenta anni all’incontro tra jazz e musica etnica, in particolare mediterranea ed est-europea. Ha realizzato insieme a Mario Rivera diverse colonne sonore per il cinema tra cui “Notturno Bus” (2007), “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio” (2010) e “Tornare” (2020) di Cristina Comencini. Già fondatore dei KlezRoym – nota formazione italiana dedita alla riattualizzazione del patrimonio musicale ebraico – nel 2001 ha dato vita al gruppo “Gabriele Coen Atlante Sonoro” con cui fonde il linguaggio jazzistico con la musica etnica Nel 2013 ha fondato un nuovo quintetto a suo nome, con cui ha inciso quattro cd, di cui due per la Tzadik Records, la prestigiosa etichetta newyorchese di John Zorn,che ha detto di lui: “Gabriele Coen è compositore e interprete di uno dei più entusiasmanti esempi di nuova musica ebraica, capace di combinare una profonda conoscenza e un sincero rispetto per la tradizione, con un eccezionale intuito comunicativo e sensibilità immaginifica. All’avanguardia, eppure fermamente radicato nella tradizione, i suoi progetti esprimono passione, integrità e un’impeccabile arte interpretativa.”
Gli altri componenti di questo quintetto d’eccezione sono: al pianoforte Gianluca Massetti, giovane talentuoso interprete multistilistico in grado di passare dal jazz alla classica e al pop; al violoncello la giovane ma già affermata Livia De Romanis; alla batteria Zeno De Rossi, uno dei musicisti più versatili del panorama musicale italiano, frequentatore assiduo della scena musicale newyorchese, collaboratore di personaggi del calibro di Vinicio Capossela, Enrico Rava, Franco D’andrea, Francesco Bearzatti, Mauro Ottolini, Guano Padano; al contrabbasso Danilo Gallo, uno dei musicisti italiani più richiesti nei contesti più disparati, presente in molte formazioni di grande impatto al fianco di Giovanni Falzone, Francesco Bearzatti, Enrico Rava, Mauro Ottolini, Guano Padano.
Biglietti: € 12,00 intero; € 8,00 ridotti personale universitario e over 65; € 5,00 studenti
I biglietti si possono acquistare presso Roma Sinfonietta(telefono06 3236104– email:romasinfonietta@libero.it) o presso l’Auditorium E. Morricone dell’Università di Roma “Tor Vergata” a partire da un’ora e mezzo prima di ogni concerto.
Scipione Sangiovanniè uno dei pianisti della sua generazione ad aver ottenuto il maggior numero di riconoscimenti in ambito internazionale ed è regolarmente invitato a tenere concerti in Italia e all’estero, dalla Carnegie Hall di New York alla Sala Verdi dii Milano, dal Mozarteum di Salisburgo alla Salle Cortot di Parigi e ancora a Berlino, Londra, Barcellona, Atene, Oslo, La Havana, Città del Messico e altre capitali della musica. Sarà a Roma mercoledì 1 marzo 2023 alle 18.00 per la stagione di concerti di Roma Sinfonietta all’Auditorium E. Morricone dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).Sarà uno dei concerti più originali e attesi della stagione.
Confermando le sue scelte sempre personali e anticonformiste, Sangiovanni presenta un programma in cui i vari brani sono raggruppati sotto il titolo di suite, un termine usato nel Settecento per indicare una successione di vari brani uniti dalla tonalità e altre somiglianze. La prima suite da lui creata raggruppa quattro compositori, iniziando con una Toccata di Girolamo Frescobaldi, figura dominante della musica a Roma nel Seicento, proseguendo col nuevo tango di Primavera Porteña di Astor Piazzolla e con Autumn Leaves di Joseph Kozma, che è diventato uno standard del jazz, per finire con una Passacaglia di Georg Friedrich Haendel, il grande contemporaneo di Bach. La seconda suite accosta due brani famosissimi quali In a sentimental mood di Ellington e la Ciaccona per violino di Bach nella splendida e virtuosistica trascrizione per pianoforte di Busoni.
Nelle altre suites Scipione Sangiovanni ha accostato Domenico Scarlatti a Duke Ellington, Baldassarre Galuppi a Steve Wonder e ancora Bach a George Gershwin e Herbie Hancock. In tutto eseguirà cinque suites, da luiideate raggruppando brani antichi e moderni sulla base della medesima tonalità o di una bilanciata alternanza di affinità e contrasti.
Andrea Morricone dirige il prossimo concerto della stagione di Roma Sinfonietta, che avrà luogo mercoledì 9 novembre 2022 alle 18.00 nell’Auditorium “E. Morricone” dell’Università di Roma Tor Vergata (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1)
Andrea Morricone, figlio di Ennio, ha composto più di 30 colonne sonore per il cinema, oltre a musica per teatro, televisione, radio ed elettronica, e ha vinto numerosi premi nazionali ed internazionali. È anche direttore d’orchestra ed è salito sul podio di molte orchestra in Europa, America ed Asia.
Si dedica con passione a far conoscere sempre meglio l’eredità musicale di suo padre ed ha voluto dedicare questo concerto a “Morricone sconosciuto e i suoi contemporanei”. Perché Morricone “sconosciuto”, se è un compositore famoso in tutto il mondo? Eppure una considerevole parte della sua musica è stata messa un po’ in ombra da quella più famosa e più spesso eseguita: pensiamo a molte sue bellissime colonne sonore per film che sono stati ingiustamente dimenticati e anche alla sua musica “assoluta”, cioè destinata non al cinema ma alla sala da concerto, a cui Morricone teneva moltissimo. Andrea dirigerà proprio alcune di queste musiche di suo padre meno note ma non meno belle, accostandole a quelle di musicisti che per diversi motivi gli sono stati vicini.
Il concerto si apre e si chiude nel nome del suo protagonista Ennio Morricone, di cui si ascolteranno alcune musiche per il cinema, bellissime ma di raro ascolto: Mosca, Addio per il film di Mauro Bolognini del 1987, L’uomo proiettile per il film di Silvano Agosti del 1995, Il Prato per il film di Paolo e Vittorio Taviani del 1979, Per le antiche scale per il film di Mauro Bolognini del 1975., Romanza, Quartiere per il film di Silvano Agosti del 1987. Sono invece musiche “assolute” Il sogno di un uomo ridicolo per violino e viola ed Esercizi per 10 archi solisti: quest’ultimo brano è stato definito da Morricone stesso “musica sperimentale” ed è una elaborazione di “Amami, Alfredo”, una delle melodie più famose e amate della Traviata di Verdi.
Alternati alla musica di Ennio Morricone, si ascolteranno musiche di altri quattro compositori. La prima è Introduzione e allegro per violino e pianoforte del suo maestro Goffredo Petrassi, uno dei più grandi musicisti italiani del Novecento, per cui Morricone ebbe rispetto ed ammirazione, anche se i loro rapporti non furono sempre facili. Quindi due brani di Franesco Pennisi, compositore raffinato ed elegante, amico e coetaneo di Morricone: sono Hafterthoughts – In un foglio per pianoforte e Voce per violoncello solo.
Andrea Morricone dirigerà anche la prima assoluta della propria composizione più recente, Nello sguardo. È un brano della durata di circa 5 minuti, di cui Andrea Morricone dice: “È composto nel linguaggio di musica assoluta, che mio padre prediligeva ed è evidentemente ispirato a tecniche di sue partiture. Apparentemente caotico, il caos cerca di affiorare ad una sua compostezza e portare alla trasmissione di un messaggio di irrequieta dinamica e coinvolgente espressività”.
Andrea Morricone lascerà il podio al giovane Alessandro Marini, violinista e direttore d’orchestra, per la prima esecuzione assoluta di Rapsodia Novecento per archi di Marco Sinopoli (figlio del grande e indimenticabile direttore d’orchestra Giuseppe Sinopoli). “È un piccolo tributo – scrive il giovane autore – al grande compositore e alle meravigliose musiche del film “La leggenda del pianista sull’oceano”. Le mie elaborazioni nascono da un amore di lunga data per queste musiche e da una grande ammirazione per il grande Maestro Ennio Morricone, al quale dedico questo lavoro con profonda riconoscenza”.
Oltre all’Orchestra Roma Sinfonietta diretta da Andrea Morricone, suonano sei eccellenti solisti, ben noti al pubblico romano e non solo: il violinista Vincenzo Bolognese “spalla” dell’Opera di Roma, il violista Antonio Bossone, il flautista Bruno Paolo Lombardi, il sassofonista Gianni Oddi, il pianista Antonello Maio e il violoncellista Marco Simonacci.
Dunque un concerto assolutamente da non perdere, con sette brani composti da Ennio Morricone e cinque da musicisti a lui legati da rapporti di parentela, stima, ammirazione e amicizia.
Biglietti: € 12,00 intero; € 8,00 ridotti per personale universitario e over 65; € 5,00 per studenti
La stagione concertistica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” realizzata dall’Associazione Roma Sinfonietta è una delle più importanti della capitale per numero e qualità degli eventi. Si svolgerà dal 12 ottobre 2022 al 24 maggio 2023 con ben venti concerti e sarà particolarmente ricca di proposte interessanti ed aperta ad una grande varietà di generi musicali, spaziando dal ricchissimo mondo della classica – che resta il pilastro della stagione – al teatro musicale contemporaneo, al jazz, alla musica per il cinema e alla musica popolare: questo ampio ventaglio di proposte è una sua caratteristica, che la differenzia nettamente dalle altre stagioni romane di musica da camera. D’altronde questi concerti si svolgono all’interno di una grande università e quindi si rivolgono ad un pubblico aperto a nuove esperienze ed avido di conoscenza. Oltre agli studenti, ai professori e agli altri dipendenti dell’Università (che hanno condizioni di particolare favore per l’acquisto degli abbonamenti), è ampia anche la partecipazione dei “normali” appassionati di musica.
Inaugurazione in grande stile mercoledì 12 ottobre (tutti i concerti si svolgono il mercoledì alle ore 18.00 nell’Auditorium E. Morricone della Macroarea di Lettere e Filosofia, in via Columbia 1) con l’Orchestra Roma Sinfonietta, nota in tutto il mondo per le sue numerosissime tournée internazionali, spesso con Ennio Morricone come direttore. Il primo brano in programma è il Concerto n. 4per pianoforte e orchestra di Beethoven, un capolavoro assoluto della musica per pianoforte: il solista è Giuseppe Albanese, che è tra i più richiesti pianisti della sua generazione, è regolarmente presente con recital e concerti nelle più prestigiose sale internazionali e incide per Deutsche Grammophon, la più autorevole casa discografica nel campo della musica classica. Conclude il concerto la Sinfonia da camera op. 110A di Šhostakovič (una trascrizione di Rudolf Barshai del Quartetto n. 8 del compositore russo). Dirige Gabriele Bonolis.
Giuseppe Albanese (foto di Francesco Bondi)
La settimana dopo si ha subito una dimostrazione della varietà di questi concerti, mai banali e scontati: il Luca Velotti Trio presenterà con il titolo “Woody Allen Movie Music” alcune delle musiche che Allen – grande appassionato di jazz e buon clarinettista – ha scelto come colonne sonore dei propri film. Il 9 novembre terzo concerto e terza proposta originale e stimolante: sotto il titolo “Morricone sconosciuto e i suoi contemporanei” sono riunite musiche dello stesso Morricone, del suo maestro Goffredo Petrassi, del suo coetaneo Francesco Pennisi, del suo giovane ammiratore Marco Sinopoli (che a Morricone si è ispirato per le sue Variazioni su La leggenda del pianista sull’oceano) e di suo figlio Andrea Morricone, che sarà anche il direttore di questo concerto. Suona Roma Sinfonietta, che non è solo l’orchestra “di casa” ma anche l’orchestra prediletta da Ennio Morricone. Anche il successivo concerto (16 novembre) è dedicato ad un grande artista italiano, Pier Paolo Pasolini: si ascolteranno le prime esecuzioni assolute di musiche scritte da quattro compositori italiani contemporanei, Giovanni Costantini, Maurizio Gabrieli, Giorgio Nottoli e Riccardo Santoboni, che si sono ispirati ai testi del poeta, scrittore e regista friulano.
Dopo questi omaggi a grandi artisti del recente passato, la stagione presenterà un musicista giovanissimo, aprendo così una finestra sul prossimo futuro. È il diciannovenne violoncellista romano Ettore Pagano, che sta facendo incetta di premi in importanti concorsi internazionali: recentissima la sua trionfale affermazione al concorso intitolato al grande compositore russo-armeno Aram Khachaturian. Davanti al pubblico della sua città eseguirà musiche per violoncello solo di Bach, Hindemith e Kodaly, un programma che metterà alla prova non solo il suo virtuosismo ma anche la sua maturità d’interprete (30 novembre). Il 7 dicembre l’Ensemble Roma Sinfonietta eseguirà musiche di Casella, Carpi e Ravel, ingiustamente trascurate per il solo motivo che richiedono gruppi strumentali rari e inusuali. Il 2022 si chiude festosamente il 14 dicembre, quando Fabio Maestri dirigerà l’Orchestra Roma Sinfonietta nelle travolgenti e irresistibili DanzeUngheresi di Brahms e in alcuni intramontabili valzer di Strauss (Rose del sud, Vino, donne e canto, Valzer dell’Imperatore e altri), che con i loro colori accesi e seducenti e le loro melodie sentimentali alternano la gioia di vivere alla dolce malinconia.
Si riprende il 15 febbraio 2023 con un concerto per il ventesimo anniversario della Facoltà di Lettere e Filosofia, che non poteva aver miglior protagonista del Coro dell’Università stessa – intitolato a Claudio Casini, già docente di storia della musica presso l’Università “Tor Vergata” – e che sarà diretto da Stefano Cucci: il programma è una sintesi di storia della musica, iniziando dal Cinquecento di Orlando di Lasso, passando per il romanticismo di Schubert e i cori patriottici di Verdi e concludendosi con Morricone, a cui l’auditorium è intitolato. Il concerto seguente è interamente dedicato a Mozart, di cui il violinista Marco Fiorentini darà insieme all’Orchestra Roma Sinfonietta un appetitoso assaggio dell’integrale per violino e orchestra. L’1 marzo si ritorna a spaziare attraverso i secoli col pianista Scipione Sangiovanni, che parte dal barocco di Frescobaldi, Bach e D. Scarlatti e arriva al nuevo tango di Piazzolla ed al jazz di Ellington. Anche I solisti Aquilani, storico complesso noto in tutto il mondo e specializzato nella musica del periodo barocco, questa volta si divertono a spaziare dal Settecento di Mozart all’Ottocento di Grieg e al primo Novecento di Holst (15 marzo).
Una data da segnarsi è il 22 marzo, perché si avrà un imperdibile appuntamento con un’opera contemporanea e precisamente con Sogno (ma forse no), scritta da Matteo D’Amico, uno dei più interessanti e stimati compositori italiani di oggi, che insieme al librettista Sandro Cappelletto ha ricavato il soggetto di questo suo atto unico dall’omonima commedia di Luigi Pirandello. Sul podio Fabio Maestri, un direttore che si è conquistato una solida reputazione nel campo della musica contemporanea, e non solo.
La primavera riserva anche due imperdibili incontri con la musica del Settecento, eseguita da alcuni dei migliori interpreti della musica barocca in campo internazionale: il 29 marzo Bach e Vivaldi saranno eseguiti dal soprano Lucia Napoli e dal violinista Marco Serino, affiancati dall’Ensemble Roma Sinfonietta, mentre il 26 aprile Francesco Cera, clavicembalista di solida fama internazionale, suonerà autori tedeschi (Bach e Haendel), francesi (Couperin) e Italiani (Frescobaldi e D. Scarlatti). Tra questi due appuntamenti col barocco, il pianista Davide Cabassi, regolarmente ospite delle maggiori orchestre e società di concerto europee ed americane, esegue il 5 aprile alcuni capisaldi del pianismo ottocentesco (Schumann e Musorgsky) ma fa anche un’escursione nella contemporaneità, qui rappresentata da Mauro Montalbetti, uno dei più interessanti compositori italiani di oggi, che collabora con la compagnia di danza berlinese Sasha Waltz e ha scritto per Teatro alla Scala, Teatro la Fenice, RAI Nuova Musica, Biennale Musica di Venezia, North/South Consonance di New York… e qui ci fermiamo.
La primavera sarà anche la stagione di alcuni concerti “stravaganti”. Il 19 aprile quattro eccellenti contrabbassisti, che si sono dati il nome scherzoso di “The Bass Bang”, intitolano il loro concerto “Le basse stagioni”, ovvero “libera confusione musicale su temi… moderatamente scottanti e non”: da ascoltare, anche per scoprire cosa si nasconde dietro questo titolo.
Seguono due incontri con la musica tradizionale italiana. Il 3 maggio Ambrogio Sparagna con la sua Orchestra Popolare Italiana ci rivolge un inequivocabile invito: “E ora al ballo”. Sette giorni dopo, per la serie “Musiche dalle Regioni d’Italia” è di scena il Molise, con i riti del Maggio, le zampogne e la carregna per San’Antonio, a cura di Giorgio Adamo, Giuseppe Giordano e Vincenzo Lombardi, etnomusicologi dell’Università romana.
Il 17 maggio l’Ensemble Roma Sinfonietta suonerà L’Histoire du soldat di Stravinskij, fantastico e irresistibile capolavoro del Novecento, più un Duo e un Trio di Raffaele Bellafronte: un’occasione per conoscere meglio questo compositore contemporaneo italiano, che è più facile ascoltare a Vienna, Mosca, New York e Tokyo che non a Roma. Gran finale il 24 maggio con un concerto dal titolo letteralmente stuzzicante: “Note di gusto: musimenù all’Italiana”. È un vero e proprio ricettario regionale, che mette in luce le diverse tradizioni culinarie territoriali, andando con la musica e il canto alla scoperta dell’immensa ricchezza della cucina italiana. La soprano e performer Laura Catrani intonerà 20 ricette messe in musica dalla compositrice Roberta Vacca. Per fare qualche esempio: Piemonte – Bagna càuda, Lazio – la Grattachècca de la sora Maria, Campania – na’ Tazzulell’e’ Cafè, Sicilia – Cannòla ca ricòtta… un menù ricco, vario e appetibilissimo, esattamente come l’intera stagione concertistica dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
Per la stagione di Roma Sinfonietta mercoledì 27 ottobre alle 18.00 nell’Auditorium “E. Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1) suona il Quint’ètto, formato da musicisti dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Questo quintetto d’archi (Rosario Genovese e Ruggiero Sfregola ai violini, Giovanni Leonetti alla viola, Francesco Di Donna al violoncello e Andrea Pighi al contrabasso) trova le sue origini nello studio del repertorio classico, unito alle esperienze personali individuali dei cinque musicisti che, pur essendo di formazione classica, hanno avuto singolarmente vaste esperienze in altri generi musicali, apportando ognuno al gruppo il proprio “ètto” di cultura. Hanno sperimentato e fatto proprio un repertorio che va dai rock sfrenati di Elvis Presley alle rielaborazioni di musiche di W.A. Mozart, passando per la musica popolare brasiliana, swing, blues, tango argentini e altri tra i brani musicali più famosi e belli scritti nel ‘900. Oggi il Quint’etto suona regolarmente per le più prestigiose associazioni concertistiche in Italia e all’estero, ottenendo un grande successo ad ogni sua performance.
Il programma dei concerti del Quint’etto è sempre “a sorpresa” , cioè viene deciso sul momento, scegliendo tra brani di ogni tipo e genere: classico rivisitato, rock , jazz, pop, melodico, tango, dance, in base alla reazione del pubblico che diventa parte attiva nel concerto, a volte in maniera determinante. La fusione dei generi è anche la fusione tra musicisti e ascoltatori, ricordando che un musicista è prima di tutto ascoltatore e il suo pubblico è musicista nel suo cuore.
Mercoledì 19 febbraio 2020 alle 18.00 nell’Auditorium “E. Morricone” (Università di Roma “Tor Vergata”, Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1) per la stagione di Roma Sinfonietta presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” suona l’Armonie Quartet, formato da Luca Vignali – uno dei migliori oboisti italiani e primo oboe solista dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, con esperienze con altri grandi orchestre come i Berliner Philharmoniker – e dalla violinista Anna Chulkina, dalla violista Gaia Orsoni e dalla violoncellista Kyung Mi Lee.
Il programma è molto vario, spaziando dall’inizio del Seicento alla fine del Novecento e presentando sia musiche scritte originariamente per questa formazione sia trascrizioni. Al centro del concerto sta il brano più famoso per questi quattro strumenti, il Quartetto in fa maggiore K 370, scritto da Wolfgang Amadeus Mozart nel 1781: questo capolavoro fu scritto evidentemente per un grande oboista, data la difficoltà della parte. Sono originali anche il Quartetto in si bemolle maggiore di Johann Christian Bach, ultimogenito dei venti figli del grande Johann Sebastian e all’epoca molto più noto e apprezzato del padre; fu anche tra gli insegnanti di Mozart e si racconta che l’allievo era talmente giovane che il maestro lo prendeva sulle sue ginocchia. Originale per questo gruppo strumentale è anche il Quartetto op. 61 di Malcolm Arnold, uno dei più apprezzati compositori inglesi contemporanei: è stato definito “una composizione melodiosa, spiritosa e geniale”.
In programma anche due trii. Il Trio in si bemolle maggiore di Franz Schubert – una delle tante composizioni lasciate incompiute da questo autore – è un piccolo capolavoro giovanile. L’Instrumentalsatz in fa maggiore BWV 1040 di Johann Sebastian Bach è un breve pezzo strumentale, che il compositore stesso dimostrò di apprezzare molto, riutilizzandolo in diversi suoi lavori vocali, sia sacri che profani.
Il resto del programma consiste in stuzzicanti trascrizioni strumentali di alcuni notissimi brani di musica vocale, ovvero “Il lamento della Ninfa” di Claudio Monteverdi, l’aria “Lascia che io Pianga” dal “Rinaldo” di Georg Friedrich Haendel e, come gran finale, la famosissima e amatissima romanza “Vissi d’arte” dalla “Tosca” di Giacomo Puccini.