Horse Green Experience – Giubileo 2025

Sarà Varese a dare il via, il prossimo 27 marzo, alla tratta lombarda dell’Equiraduno dell’Anno Santo, un pellegrinaggio equestre che, attraversando l’Italia, condurrà cavalieri e amazzoni fino a Piazza San Pietro a Roma per la metà di maggio. Questo itinerario a cavallo, promosso in collaborazione con Regione Lombardia, rappresenta un’opportunità unica per valorizzare il turismo slow e riscoprire il rapporto millenario tra uomo, cavallo e territorio.

La partenza ufficiale è fissata per la mattina del 27 marzo alle 10.30 con la benedizione alla Fontana del Mosè, sullo scenografico Sacro Monte di Varese, sito UNESCO e luogo simbolo di spiritualità e cultura. Un punto di inizio carico di significato, da cui i cavalieri scenderanno attraverso i suggestivi boschi del Parco Regionale Campo dei Fiori, una delle aree naturali più affascinanti della Lombardia, con i suoi panorami mozzafiato sui laghi prealpini.

Dopo una giornata immersi nella natura, il gruppo raggiungerà Induno Olona, comune che sorge lungo il tracciato della storica Via Francisca del Lucomagno, antico percorso di pellegrinaggio che collegava il cuore dell’Europa con Roma. Il giorno successivo la carovana ripartirà verso Sumirago, attraversando un paesaggio che alterna boschi, borghi rurali e dolci colline.

Il 29 marzo il pellegrinaggio equestre giungerà a Milano, dove alle 11.30 in Duomo si terrà la benedizione ufficiale dei cavalieri e dei loro compagni di viaggio, scortati dal gruppo Esercito Voloire di stanza alla Caserma Perrucchetti di Milano, i Carabinieri a Cavallo, la Polizia a Cavallo e le Giacche Verdi, prima di proseguire verso sud. La tratta lombarda si concluderà il 13 aprile a Varzi – Pavia, dove il gruppo si ricongiungerà con i cavalieri della tratta piemontese per proseguire il cammino verso Roma.

L’Equiraduno dell’Anno Santo è più di un viaggio spirituale: è una straordinaria occasione per scoprire, al ritmo del passo dei cavalli, angoli meno conosciuti della Lombardia. Dai sentieri del Sacro Monte alle storiche mulattiere del Parco Campo dei Fiori, fino ai tracciati rurali della provincia di Varese, il percorso offre agli appassionati di turismo e natura la possibilità di avvicinarsi a un modo di viaggiare autentico e sostenibile.

L’iniziativa vede il coinvolgimento di importanti realtà equestri, tra cui il Consorzio CavalliVarese, Confagricoltura Lombardia, Natura a Cavallo e le Giacche Verdi Lombardia, che da anni promuovono l’equiturismo come strumento di tutela ambientale e di valorizzazione del territorio. Il percorso è studiato per garantire la sicurezza e il benessere dei cavalli, permettendo ai partecipanti di godere appieno dell’esperienza in un contesto naturale straordinario.

L’Equiraduno rappresenta dunque un’opportunità non solo per i cavalieri, ma anche per il pubblico, che potrà assistere al passaggio del corteo e vivere l’atmosfera di questo evento unico.

Per ulteriori informazioni e dettagli sul percorso, è possibile consultare il sito ufficiale: giubileoacavallo.it

“HORSE GREEN EXPERIENCE – GIUBILEO 2025” EQUIRADUNO DELL’ANNO SANTO è un’iniziativa, organizzata da Final Furlong in collaborazione con Omnia Vatican Rome, Università degli Studi di Firenze – DAGRI, Simtur e Natura a Cavallo, e con il patrocinio del Dicastero per l’Evangelizzazione.

Elisabetta Castiglioni (anche per la fotografia)

“Ognuno è un colore e ognuno ha il suo valore”

Sarà dedicata al tema dell’inclusione all’interno del mondo della scuola la conferenza di Chiara Corazzari in programma lunedì 24 marzo 2025 alle 17 nella sala Agnelli della biblioteca comunale Ariostea (via Scienze 17, Ferrara). L’incontro che rientra nel ciclo “I colori della conoscenza. I Linguaggi e le Scienze”, a cura dell’Istituto Gramsci di Ferrara, sarà introdotto da Cristina Corazzari e potrà essere seguito anche in diretta video sul canale youtube Archibiblio web.

In un’epoca segnata da crescenti contrasti e disuguaglianze sociali, è indispensabile affrontare il tema dell’inclusione attraverso l’esperienza diretta di chi ne vive quotidianamente la complessità. L’obiettivo di un docente è favorire un processo di crescita degli alunni nella consapevolezza che la diversità racchiude al tempo stesso criticità e ricchezza. La relazione svilupperà una serie di riflessioni finalizzate a facilitare la comprensione delle buone prassi adottate a scuola con l’intento di promuovere l’inclusione educativa “di tutti e di ciascuno”.

Chiara Corazzari è laureata in Scienze dell’educazione presso la Facoltà di Scienze della Formazione (Università di Bologna); ha poi conseguito sia la specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità all’Università di Ferrara, sia la specializzazione nel Corso biennale sui disturbi del linguaggio e dell’apprendimento tenuto dal prof. Stella (IFRA, Bologna). Da tredici anni lavora come insegnante di sostegno (Scuola dell’Infanzia). Ha lavorato per dieci anni nelle agenzie educative extrascolastiche: la Comunità appartamento per minori a rischio; l’Ufficio Politiche Sociali (adozione, affidi, abuso minorile) e il Centro Donna Giustizia (donne vittime della tratta con figli minori).

Gli incontri hanno valore legale di corso di formazione-aggiornamento ai sensi del DM prot. n. 802 del 19/6/2001, DM prot. n. 10962 dell’8/6/2005. Ai docenti iscritti verrà rilasciato attestato di frequenza e agli studenti iscritti attestato per accedere al credito formativo (info: gramsciferrara@gmail.com; kappadaniela32@gmail.com).

Alessandro Zangara

La metafisica di De Chirico

Sarà dedicato a “Le muse e le vergini inquietanti” il prossimo appuntamento, martedì 25 marzo 2025 alle 17, alla biblioteca comunale Bassani (via Grosoli 42, Ferrara) con il ciclo di incontri, a cura di Adello Vanni, su “La metafisica di De Chirico”, spiegata secondo i criteri della psicobiografia.

L’appuntamento è a partecipazione gratuita con prenotazione da effettuare chiamando il numero 0532797414 o scrivendo a info.bassani@comune.fe.it

Il prossimo incontro del ciclo è in programma per l’8 aprile 2025.

Nel 1918 Giorgio de Chirico stava lavorando ad un quadro intitolato  Le vergini inquietanti. Oggi quel quadro è conosciuto in tutto il mondo come Le muse inquietanti. Perché l’autore ha cambiato il titolo? Cosa voleva comunicarci? Con queste domande è partita la ricerca indiziaria, che progressivamente si è estesa anche ad altri quadri  eseguiti tra il 1917 e il 1918. Esiste, infatti, un continuum narrativo che lega Il Trovatore, Ettore e Andromaca a Le muse inquietanti. Questi quadri possono essere maggiormente compresi alla luce dell’innamoramento avvenuto  nel 1917 tra l’artista e Antonia Bolognesi, la sua promessa sposa. Indizio dopo indizio, la narrazione psicobiografica arriva ad una possibile conclusione: le tre figure presenti nel quadro potrebbero essere un muso inquieto, alter ego dell’artista stesso, che nella piazza del Castello Estense s’intrattiene con le due muse/vergini inquietanti, le persone più importanti della sua vita in quel momento: una è Antonia, la sua fidanzata, e l’altra figura chi sarà?

Il ciclo di lezioni è a cura del dott. Adello Vanni, medico psichiatra a Ferrara il quale da sempre ama approfondire dal punto di vista psicobiografico l’arte Metafisica, specialmente quella ferrarese, animata ed inventata da cinque artisti-soldato nel periodo della Grande Guerra: Giorgio de Chirico e Alberto Savinio, Carlo Carrà, Filippo de Pisis e Mario Pozzati. Nel triennio 1915-1918 la “provinciale” Ferrara è stata inconsapevolmente la capitale dell’arte metafisica, una esperienza di nicchia pre-surrealista molto importante nella storia dell’arte europea. Il corso didattico, che comprende quattro incontri, intende risvegliare la curiosità e l’interesse su questo argomento culturale, sia pittorico che letterario.

Qui la locandina con il calendario del ciclo di lezioni la Metafisica di De Chirico

Info e prenotazioni allo 0532797414 o scrivendo a info.bassani@comune.fe.it

Alessandro Zangara

Il duo Gabriele Geminiani – Monaldo Braconi per Roma Sinfonietta

Il duo formato da uno dei migliori violoncellisti e uno dei migliori pianisti italiani è i protagonista del concerto di Roma Sinfonietta di mercoledì 26 marzo 2025 alle 18.00 presso l’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).

Il legame artistico tra Gabriele Geminiani e Monaldo Braconi nasce nel grembo dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma dove Geminiani è stato primo violoncello solista e Braconi pianista. Da subito l’affinità musicale ha fatto sì che il duo affrontasse con successo l’importante repertorio per violoncello e pianoforte, indirizzandosi verso progetti ambiziosi quali l’esecuzione integrale delle sonate di Ludwig van Beethoven e di Johannes Brahms. Di recente è uscito un cd per la casa discografica Promu Label dedicato a due capolavori della musica sovietica: la Sonata di Prokofiev e quella di Shostakovich.

Proprio con la Sonata di Shostakovich si concluderà il concerto, che viene aperto da uno dei capolavori di Claude Debussy e di tutta la musica del Novecento, la Sonata in re minore per violoncello e pianoforte. Composto nel 1915, quando il compositore francese era già gravemente malato, questo brano mostra la sua tendenza ad un’arte più severa, che non mirasse a sedurre l’ascoltatore con le sue sonorità preziose e incanalasse la sua ispirazione in una struttura musicale di proporzioni classiche.

Segue la Fantasia in due movimenti di Simonide Braconi, prima viola dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano nonché apprezzato compositore. La sua musica, che unisce l’autenticità del sentimento alla raffinata scrittura, è stata definita neoromantica.

In conclusione la Sonata in re minore op. 40 per violoncello e pianoforte di Dmitrij Shostakovich, che la compose nel 1934, quando aveva soltanto ventotto anni ma era già uno dei compositori russi più in vista, anche in campo internazionale. Proprio all’inizio di quell’anno la sua musica era stata violentemente attaccata dalle autorità sovietiche per il suo modernismo, che allontanava la musica dal popolo e la metteva al servizio di una élite di esteti. Di conseguenza Shostakovich rinuncia in questa Sonata alle spericolate arditezze della musica del primo Novecento, a favore di una semplificazione espressiva più chiara e discorsiva, che fosse accessibile ad un pubblico più vasto.

Biglietti:€ 12,00 intero; € 8,00 ridotti personale universitario, over 65 e titolari CartaEffe Feltrinelli; € 5,00 studenti. I biglietti si possono prenotare telefonicamente(06 3236104) e ritirare il giorno del concerto oppure acquistare direttamente prima del concerto.

Informazioni: www.romasinfonietta.it

Mauro Mariani

Die Liebe der Danae

Da domenica 6 aprile 2025 sarà in scena a Genova – in prima rappresentazione italiana della versione originale con complessi artistici italianiDie Liebe der Danae (L’amore di Danae), mitologia gaia in tre atti di Richard Strauss su libretto di Joseph Gregor.

Dopo il successo di A Midsummer Night’s Dream, titolo inaugurale della Stagione 2023-2024, Laurence Dale cura la regia del nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice, con le scene e i costumi di Gary McCann, le coreografie di Carmine De Amicis e le luci di John Bishop. Coreografo e regista collaboratore Carmine De Amicis, costumista collaboratore Gabriella Ingram. Orchestra, Coro e Tecnici dell’Opera Carlo Felice. Maestro del Coro Claudio Marino Moretti. Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo “For Dance” ETS. Con i danzatori Daniele Bracciale, Luca Cappai, Simone Cristofori e Giuseppe Sanniu, i mimi Erika Melli e Roberto Pierantoni e il mimo acrobata Davide Riminucci.

A dare vita ai protagonisti dell’opera: Scott Hendricks (Jupiter), Timothy Oliver (Merkur), Tuomas Katajala (Pollux), Angela Meade (Danae), Valentina Farcas (Xanthe), John Matthew Myers (Midas), Albert Memeti (Erste König), Eamonn Mulhall (Zweite König), Nicolas Legoux (Dritte König), John Paul Huckle (Vierte König), Anna Graf (Semele), Agnieszka Adamczak (Europa), Hagar Sharvit (Alkmene), Valentina Stadler (Leda), Domenico Apollonio, Bernardo Pellegrini, Davide Canepa, Luca Romano, Andrea Scannerini (Vier Wächter) e Valeria Saladino (Eine Stimme).

Lo spettacolo sarà in replica mercoledì 9 aprile 2025 alle ore 20.00 (turno B), domenica 13 aprile 2025 alle ore 15.00 (turno C) e mercoledì 16 aprile 2025 alle ore 20.00 (turno L).

La Fondazione Teatro Carlo Felice ha ricevuto la seguente comunicazione di Fabio Luisi – direttore onorario dell’Opera Carlo Felice, direttore musicale della Dallas Symphony Orchestra, direttore principale della Danish National Symphony, direttore emerito dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e direttore principale della NHK Symphony Orchestra di Tokyo – a cui era stata affidata la direzione dell’opera:

«Con grande dispiacere devo rinunciare per improvvisi e gravi motivi familiari all’impegno della direzione musicale dell’opera Die Liebe der Danae in programma al mio amato Teatro Carlo Felice di Genova. Questa decisione, riguardante un prestigioso progetto di cui mi ero fatto forte testimone, e per il quale avevo trovato completo consenso e coraggioso appoggio da parte del Teatro, mi addolora, ma è purtroppo necessario. Confidando nella comprensione del Teatro e delle sue maestranze, dell’Orchestra, del Coro, dei Maestri, dei Tecnici e degli Amministrativi, rimango con gli auguri più sinceri per un sereno svolgimento di prove e recite di questa splendida opera».

Il Sovrintendente esprime al Maestro Luisi la sua vicinanza e quella di tutto il Teatro, unitamente a un particolare ringraziamento a Michael Zlabinger per aver accettato di dirigere l’intera produzione.

Die Liebe der Danae (L’amore di Danae), di Richard Strauss, è una mitologia gaia in tre atti composta nel 1940. Circa vent’anni prima, il poeta e drammaturgo Hugo von Hofmannsthal aveva proposto al compositore un canovaccio dal titolo Danae, o il matrimonio di convenienza, che però era stato accantonato in favore di altri progetti. Quando Strauss decise di realizzare l’opera, affidò la bozza di Hofmannsthal al librettista Joseph Gregor. Die Liebe der Danae venne allestita per la prima volta in forma privata nel 1944, mentre la prima rappresentazione pubblica si tenne nel 1952 a Salisburgo. La trama è tratta dalla tradizione greca, e vede protagonisti Danae, Mida e Giove in un intreccio di inganni, amore e desiderio. Anche se inizialmente Danae cerca solo di sfuggire alla condizione di povertà, si innamorerà sinceramente di Mida e nonostante l’ira di Giove riuscirà a far trionfare il proprio amore. Con una scrittura raffinata ed elegante, fatta di frasi morbide e suadenti e di timbri travolgenti, Strauss crea un racconto musicale vibrante di tensione.

Commenta Fabio Luisi: «Sono felicissimo di presentare per la prima volta in Italia l’ultima opera di Richard Strauss, L’amore di Danae, che rappresenta in un certo senso un testamento spirituale e drammaturgico del compositore bavarese. Sempre oscillando, come nei suoi capolavori Arianna a Nasso e La donna senz’ombra fra mitologia e mito, fra commedia e rappresentazione sacra, fra buffo e tragico, Strauss dipinge un poliedrico ed a tratti spietato ritratto delle passioni e delle debolezze umane, con un linguaggio musicale complesso e maturo. Ringrazio l’Opera Carlo Felice per il coraggio nel voler produrre questo progetto».

Laurence Dale: «L’anno scorso ho avuto un’esperienza meravigliosa con la regia di A Midsummer Night’s Dream di Benjamin Britten all’Opera Carlo Felice Genova. Non c’è complimento più grande che essere nuovamente invitato, e sono molto felice di tornare a Genova per lavorare insieme ai colleghi e agli amici del Teatro a un progetto per me ancora più difficile. Si tratta di Die Liebe der Danae, penultima opera di Richard Strauss. Anche questa volta abbiamo un meraviglioso direttore musicale, Fabio Luisi, esperto in questo repertorio, che conosco da molto tempo e con il quale sono molto contento di lavorare per la prima volta. Per questa produzione molto complessa sul piano vocale abbiamo inoltre gli interpreti più adatti. Die Liebe der Danae è una commedia, caso raro per Strauss se pensiamo a Salome o Elektra, è quindi una bella un’opportunità per realizzare una commedia con una musica di grande ricchezza e invenzione. La protagonista dell’opera è la principessa Danae, della quale Giove è sinceramente innamorato. Danae adora l’oro, così Giove finge di essere Mida, che può trasformare tutto in oro. Danae dovrà scegliere tra il vero amore e la ricchezza, e alla fine troverà l’amore. Non vedo l’ora di tornare a Genova!»

Per ulteriori informazioni: www.operacarlofelicegenova.it

D.F. (anche per le foto dei bozzetti di scena)

Portuali

Martedì 18 marzo alle ore 21.00, presso il cinema Greenwich di Roma (Via Giovanni Battista Bodoni, 59 – Roma -Testaccio-), sarà presentato Portuali, documentario di Perla Sardella che porta lo spettatore al fianco del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova (C.A.L.P.), raccontandone le lotte politiche e sindacali tra il 2019 e il 2023. Realizzato con materiali di repertorio provenienti dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS (AAMOD), il documentario intreccia memoria storica e presente per restituire il senso profondo di un’esperienza collettiva di resistenza e trasformazione.

Il film sarà introdotto da Vincenzo Vita, presidente dell’AAMOD, insieme a Mazzino Montinari (Giornate degli Autori). Seguirà un incontro-dibattito insieme alla regista Perla Sardella.

Un gruppo di lavoratori del porto di Genova, riuniti sotto la sigla autonoma C.A.L.P., si incontra in assemblea per discutere delle difficoltà nel rapportarsi con il sindacato, per denunciare il passaggio delle navi che trasportano armamenti ed esplosivi destinati ai teatri di guerra, per riflettere sulla necessità di creare reti di solidarietà e adottare un approccio intersezionale nelle proprie battaglie. Portuali segue da vicino questa realtà, portando sullo schermo il loro impegno antimilitarista, le rivendicazioni per maggiori diritti e sicurezza sul lavoro, il dialogo con altri collettivi portuali del Mediterraneo.

Attraverso un montaggio che alterna immagini d’assemblea, ritualità quotidiane e materiali d’archivio, il film restituisce un ritratto intimo e corale di un mondo in lotta, in cui il lavoro e il conflitto sociale si impongono come motori di cambiamento storico.

Portuali è un film nato dalla volontà di esporsi all’irriducibile flagranza della lotta – racconta la regista – innescando un corpo a corpo con la realtà dove il cinema rinunciasse a strategie affrettate. Trovandomi a confronto con un gruppo interamente maschile, ne ho offerto un ritratto da una prospettiva inattesa, quella della parola, che qui è materia, ritmo, motore di un’azione volta al cambiamento”.

Dopo l’anteprima mondiale al 65° Festival dei Popoli, il film è distribuito in Italia da OpenDDB ed è prodotto da Berenice Film, con il sostegno di Rosa-Luxemburg-Stiftung Brussels Office e Stiftung Menschenwürde und Arbeitswelt, in collaborazione con AAMOD.

Perla Sardella (Jesi, 1991) vive e lavora a Genova, dove è anche insegnante di scuola superiore. Filmmaker e artista visiva, lavora con immagini fisse e in movimento, esplorando il confine tra sperimentazione e osservazione. I suoi progetti spaziano tra documentario, fotografia, audio e video-installazioni. Tra i suoi lavori: Please Rewind (2017), Prendere la parola (2019), Le grand viveur (2020), Le Ersilie (2022) e Prima Persona Plurale (2023).

La serata si inserisce nell’ambito di Solo di Martedì, rassegna che ogni settimana propone film capaci di interrogare il presente attraverso linguaggi e prospettive differenti. Il progetto, ideato da Paola Cassano, Mazzino Montinari, Antonio Pezzuto e Cristina Piccino in collaborazione con Associazione Filmmaker, nasce dal desiderio di trasformare la sala cinematografica in un luogo di incontro e dialogo tra autori e pubblico. Un’occasione per confrontarsi con opere che illuminano le contraddizioni del contemporaneo, alternando anteprime, titoli emersi nei festival e film che, nel tempo, hanno assunto lo status di classici.

Elisabetta Castiglioni

Luciana Pretta

Maja Arte Contemporanea presenta, fino al prossimo 29 marzo, la personale dell’artista brasiliana Luciana Pretta, alla sua prima collaborazione con la galleria. L’esposizione è la seconda di un ciclo di tre mostre Quando filo, colore, parola s’intrecciano a cura di Giovanna Dalla Chiesa, che mette a confronto il lavoro di tre artiste: Alice Schivardi, Luciana Pretta e Luisa Lanarca.
Come osserva Giovanna Dalla Chiesa: “Luciana Pretta è nata pittrice. La pittura è il linguaggio silenzioso in cui la sua sensibilità ha preso naturalmente forma, curvando maternamente intorno agli ostacoli, trovando rifugio nella ricchezza delle emozioni e del sogno. La sua pittura non presenta alcuna distinzione tra linea e colore, tra il disegno (raziocinio) e il colore (sentimento). Il Brasile da cui proviene – benché le sue origini siano italiane – con l’enorme estensione, i suoi colori, l’ignoranza di passioni e conflitti come quelli che nutrono la tragedia greca, l’assenza di ogni regola prospettica, è il regno delle relazioni spontanee, di una cultura che non privilegia la rappresentazione, ma il canto, la musica e la danza; di rituali e di comportamenti che nascono in continuità e in simbiosi con il corpo della natura (e dell’essere umano) e che ne onorano aspetti e sostanza. L’Europa ha messo più di un secolo per liberarsi dalla scissione che ha afflitto così a lungo la sua cultura e per abbattere un ego cartesiano pronto a erigere barriere a ogni occasione.

Negli ultimi anni, il lavoro di Luciana Pretta è passato dai piccoli e medi formati abituali su tela, da un ingegnoso riuso di carta, cartone e oggetti minuti, alle grandi dimensioni che esaltano la qualità di una pittura paesaggio – paesaggio che è sempre protagonista nelle sue opere -, che si fa corpo, fiume, montagna per accogliere il visitatore nelle sinuosità della sua tettonica, pronta a farlo sentire a suo agio, come ci si sente sotto la volta del cielo, la chioma di un albero, la cavità di una roccia.
La memoria dei panorami anfrattuosi del suo paese è sempre più presente, oggi, in una forma di trasformazione attiva, che ama servirsi di materiali organici e naturali, come pigmenti derivati da minerali e piante, oli essenziali e cotone grezzo. Una scelta che non ha a che fare solo con l’estetica, ma con l’etica del rispetto della sostenibilità ecologica, della responsabilità ambientale, dell’attenzione che si deve a tutta la creazione di cui l’uomo è solo un’infima parte.”
In mostra una selezione di lavori recenti: tre monumentali dipinti verticali (h. 5 m) si susseguono lungo un’intera parete, dispiegandosi come arazzi sospesi. Disposti l’uno accanto all’altro, evocano l’idea di un trittico fluido, in cui il colore e la materia scorrono in continuità, come un’unica grande tessitura pittorica. A fare da contrappunto, un gruppo di dipinti di piccolo formato e una installazione che include alcune sue opere scultoree.

M.A.C. (anche per l’immagine del quadro di Luciana Pretta “O sol manhã de flor e sal”, 2025, acrilico e pigmenti naturali, 40 x 30 cm)

Quattro “Quadri musicali” basati su testi di Franz Kafka

In occasione del centenario della morte di Franz Kafka, Roma Sinfonietta presenta un concerto intitolato “Quattro quadri di Kafka”, che si svolgerà mercoledì 19 marzo 2025 alle 18.00 presso l’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).

Kafka è stato uno dei più grandi scrittori del Novecento eppure non ha ispirato i musicisti nella misura che ci si aspetterebbe. Ma ora si potranno ascoltare quattro brani – tre dei quali in prima esecuzione assoluta – basati su testi di Kafka e precisamente su Un medico di campagna tradotto Luca Crescenzi e Confessioni e diari nella traduzione di Ervinio Pocar (per gentile concessione dell’editore Mondadori Libri Spa). Questi testi sono stati selezionati e rielaborati dal musicologo Valerio Sebastiani e sono stati messi in musica da quattro dei più interessanti compositori italiani attuali ovvero Marco Betta, Giorgio Nottoli, Giovanni Costantini e Riccardo Santoboni.

Il concerto propone un viaggio introspettivo nel mondo surreale di Franz Kafka. I quattro compositori indagano i suoi testi usando la recitazione e il canto, gli strumenti acustici e i suoni elettronici. La voce recitante maschile, che si articola durante tutto il concerto, è l’espressione dell’animo martoriato di Kafka, ma anche una guida che indugia tra le pieghe dei racconti, che cerca inutilmente una soluzione in un mondo privo di logica e inesorabilmente proiettato all’annientamento della volontà individuale. Ad essa si uniscono la voce femminile di un mezzosoprano, gli strumenti acustici (clarinetto, violino e violoncello) e i suoni elettronici, che sottolineano, amplificano e deformano attraverso la musica le immagini evocate dai testi. Dalla sinergia tra le parole di Kafka e la musica emerge lo spirito dello scrittore, permeato di angoscia, di frustrazioni, di senso di estraneità, nella strenua ricerca di senso in un mondo retto da leggi incomprensibili.

Il concerto si apre con Ballata notturna per violino solo di Marco Betta, per voce recitante e violino: un canto emerge come un’eco lontana. che sembra nascere dall’ombra. In 16 gennaio di Giorgio Nottoli, per voce femminile e per elettronica fissa e dal vivo, traspare l’assenza di qualsiasi speranza, come scriveva Kafka nel suo diario: “Nell’ultima settimana c’è stato come un crollo…”.

Non c’è ancora troppo silenzio per voce recitante, voce femminile, violoncello ed elettronica di Giovanni Costantini riprende ed amplia la straordinaria forza simbolica del testo di Kafka, che si interseca con la musica in un percorso onirico e surreale. La vera via per voce recitante, mezzosoprano, clarinetto, violino, violoncello ed elettronica di Riccardo Santoboni fonde suoni acustici ed elettronici, immergendo la voce recitante nel contesto surreale del mondo kafkiano.

Gli interpreti sono Adriano Fabio Testa (voce recitante), Virginia Guidi (mezzosoprano) Filippo Santacroce (clarinetto), Vincenzo Bolognese (violino) e Milena Punzi (violoncello). La regia del suono è di Federico Scalas. In collaborazione con Master in Sonic Arts – Tecnologie e arti del suono dell’Università di Roma “Tor Vergata”.

I biglietti si possono prenotare telefonicamente (06 3236104) e ritirare il giorno del concerto oppure acquistare direttamente all’auditorium a partire da un’ora prima del concerto.

Mauro Mariani

“Etty Hillesum. Vivere e respirare con l’anima” nel libro di Beatrice Iacopini

Sarà dedicato al libro di Beatrice Iacopini “Etty Hillesum. Vivere e respirare con l’anima. La scommessa di una spiritualità laica” (Gabrielli Editori, 2025) il prossimo appuntamento, lunedì 17 marzo 2025 alle 17, con il ciclo di “Incontri sulla Spiritualità applicata” nella sala Agnelli della biblioteca comunale Ariostea (via Scienze 17, Ferrara).

Introdurrà e dialogherà con l’autrice: Marcello Girone Daloli.

L’incontro potrà essere seguito anche in diretta video sul canale youtube Archibiblio web.

Oggi sono sempre di più coloro che non riescono a comprendere il linguaggio della religione – con i suoi miti, riti, simboli che appaiono così distanti e perfino inaccettabili alla cultura in cui cresciamo e viviamo – e per questo se ne allontanano, pur mantenendo una forte esigenza di spiritualità. La storia interiore di Etty Hillesum (Middelburg, 15 gennaio 1914 – Auschwitz, 30 novembre 1943) può essere letta come guida verso una spiritualità non religiosa, trans-religiosa o laica che dir si voglia, che si costruisce a partire dall’essere umano e dalla sua esperienza, fuori da recinti confessionali, ma non per questo meno autentica e significativa.

Laureata in Filosofia, Beatrice Iacopini ha poi conseguito il magistero in Scienze Religiose. Insegna religione in un liceo e collabora con la scuola teologica diocesana. Dopo il saggio scritto con Sabina Moser Uno sguardo nuovo. Il problema del male in Etty Hillesum e Simone Weil (San Paolo Edizioni, 2009), ha curato la scelta antologica Etty Hillesum, Il gelsomino e la pozzanghera (Le Lettere, 2018). Si interessa di post/trans-teismo e con questo orizzonte teologico si interseca il suo ultimo lavoro di cui si parlerà lunedì 17 marzo nella Sala Agnelli della Biblioteca Comunale Ariostea.

Alessandro Zangara

Un avvertimento ai gelosi e molto altro…

Venerdì 21 marzo, alle ore 20.00, i Solisti dell’Accademia di alto perfezionamento dell’Opera Carlo Felice porteranno in scena al Teatro della Gioventù di Genova (Via Cesarea 16) Un avvertimento ai gelosi, farsa musicale in un atto di Manuel García su libretto di Giuseppe Maria Foppa. La regia, le scene e i costumi sono affidati a Jochen Schönleber, con i costumi di Olesja Maurer. Assistenti alla regia Eleonora Calabrò e Romeo Gasparini. Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova.

Nel cast: Junxuan Ding / Sona Gogyan / Martina Saviano (Sandrina), Willingerd Giménez (Berto), Samuele Di Leo / Yiyan Gong (Il Conte di Ripaverde), Ernesto de Nittis (Don Fabio), Eleonora Marras / Giada Venturini (Ernesta), Timóteo Bene Júnior / Davide Zaccherini (Menico). Al pianoforte Carolina Benedettini / Umberto Musso / Mattia Torriglia.

Lo spettacolo sarà in replica domenica 23 alle ore 16.00, mercoledì 26 alle ore 11.00 e domenica 30 marzo alle ore 16.00.

L’Accademia, fondata dal Sovrintendente Claudio Orazi nel 2020 e giunta quest’anno alla sua quinta edizione, rappresenta il punto di congiunzione tra la fine del percorso accademico dei giovani cantanti e il loro inserimento nel mondo del Teatro musicale. I solisti vengono selezionati e accompagnati in un percorso di alto perfezionamento con la direzione artistica di Francesco Meli, il coordinamento di Serena Gamberoni e la direzione musicale di Davide Cavalli. Ogni anno la Direzione del Teatro affida l’ultimo titolo della Stagione Lirica ai talenti dell’Accademia, che in questa edizione saranno protagonisti di Die Zauberflöte, in scena al Teatro Carlo Felice da venerdì 13 a domenica 22 giugno.

Le attività 2024-25 dell’Accademia sono realizzate con il sostegno di Intesa Sanpaolo.

Biglietti. Intero: 10,00 euro, ridotto: 5,00 euro

Un piccolo flauto magico

Mercoledì 26 marzo alle ore 20.00 sarà in scena al Teatro della Gioventù Un piccolo flauto magico, parodia mozartiana da camera scritta, musicata ed arrangiata da Luigi Maio, regista e musicattore. Al pianoforte, Enrico Grillotti. In collaborazione con Associazione Carlo Felice Young APS. Lo spettacolo prende le mosse da alcuni aneddoti circa la prima rappresentazione del Flauto magico di Mozart sulle esilaranti improvvisazioni dell’attore Ludwig Giesecke e sulla sua rivalità con il librettista Emanuel Schikaneder. Luigi Maio dà così vita ad un ironico falso storico che, nella finzione teatrale, vede Giesecke pronto a sabotare la prima del Flauto magico per rivalersi su Schikaneder, allestendo clandestinamente la versione riveduta e scorretta del capolavoro mozartiano il giorno prima del debutto.

Biglietti. Intero: 10,00 euro; under 18: 5,00 euro

Conferenze illustrative su Die Liebe der Danae

In preparazione all’ottavo appuntamento della Stagione Lirica 2024-25 – Die Liebe der Danae, mitologia gaia in tre atti di Richard Strauss in scena all’Opera Carlo Felice da domenica 6 a mercoledì 16 aprile 2025 – giovedì 20 marzo alle ore 18.00 al Teatro Auditorium Eugenio Montale si terrà la conferenza illustrativa Danae nell’arte: dal mito al moderno, a cura diGiacomo Montanari, realizzata in collaborazione con Associazione Carlo Felice Young APS. Martedì 25 marzo alle ore 18.00 al Teatro Auditorium Eugenio Montale sarà la volta di La Danae di Strauss: una rielaborazione del mito classico, a cura degli alunni del Liceo Classico Andrea D’Oria.

Le conferenze sono aperte al pubblico.

Per ulteriori informazioni: www.operacarlofelicegenova.it