La tragedia di Oreste, la carriera delle Erinni

 

SPETTACOLI BRESCIA CENTRO TRATRALE BRESCIANO EUMENIDI NELLA FOTO SCENA   25/01/2016 REPORTER FAVRETTO

Il nuovo allestimento di “Eumenidi”, messo in scena dal CTB di Brescia in collaborazione con il 68° Festival del Teatro Classico di Vicenza, riprende la versione realizzata nel 2004 per la Biennale di Venezia sempre dal CTB (in collaborazione con la Biennale di Venezia, il Teatro di Roma e Fondazione Orestiadi di Gibellina) e testi, regia e costumi di Vincenzo Pirrotta che è anche l’interprete principale. Premio dell’Associazione Nazionale Critici nel 2005, lo spettacolo si arricchisce ora di ricerche su testi e musiche, rendendo lo spettacolo ancor più un vero incanto. La bravura di Pirrotta, per la maggior parte del tempo impegnato in un monologo a più voci, trascina lo spettatore in una riflessione su come va il mondo e come è sempre andato, se anche le terribili Erinni accettano di diventare Eumenidi per “sistemare” le cose e fare in modo che tutti, da profondamente arrabbiati, diventino sereni e felici. La storia è nota: Oreste ha ucciso la madre Clitennestra perché si era macchiata dell’omicidio di Agamennone, suo padre. Ossessionato dalla necessità di eliminare quella profonda colpa eliminando la colpevole, Oreste è consapevole di caricare su di sé il delitto dei delitti: l’uccisione della sua stessa madre. Per questo motivo, le Erinni lo perseguitano, come il rimorso si è impossessato di lui e lo perseguita, chiedendo un tributo di sangue a loro volta per cancellare la terribile colpa. Oreste si recherà nell’Aeropago per essere giudicato in presenza di Atena e, dopo discussioni e lamenti, dialoghi tesissimi, monologhi ipnotici in un ritmo frenetico che ricorda la corsa delle Erinni dietro il malcapitato, ma anche l’ossessione che non ha fine con l’omicidio, ecco che si trova la soluzione. Oreste non può essere ucciso perché protetto da Apollo, quindi bisogna accontentare il dio e, allo stesso tempo, soddisfare le dee antiche degli Inferi tramutandole in benevole Eumenidi appunto. Non è così anche ora, propone nella riflessione Pirrotta? Nel testo sono stati inseriti ricerche personali, vocalità, sfumature di dialetto siciliano e tanta fisicità degli attori. Pirrotta, in primo luogo, che impersona Oreste, l’ombra di Clitennestra e la Pitia, ma anche Giovanni Calcagno, Marcello Montalto, Salvatore Ragusa ed Enrico Vicinanza. Le musiche sono di Ramberto Ciammarughi e le scene di Pasquale De Cristofaro; mentre la musica è eseguita dal vivo da Luca Mauceri alle tastiere e strumenti elettronici, Michele Marsella alla chitarra elettrica e Govanni Parrinello alla tamorra e alle percussioni. Gli attori maschi interpretano anche ruoli femminili, come tradizione nel teatro greco classico, recuperando il dialetto della zona di Alcamo, culla della lingua italiana. Abbiamo, quindi, interessanti argot della malavita siciliana, ma anche il baccàghiu che viene reso magistralmente da Pirrotta. Allievo di Mimmo Cuticchio, Pirrotta si avvia a diventare uno dei grandi del teatro contemporaneo, portando avanti ricerche sulle tradizioni popolari e una personale sperimentazione. Particolarmente riuscita in questo spettacolo coinvolgente, emozionante, capace di scuotere lo spettatore e di farlo ridere a distanza di poche battute. Interessante la ripresa del cunto abbinato al blues arcaico che, però, non dimentica i ritmi mediterranei, di tutto il bacino di mare che avvicinava le sponde africane alle italiane e greche forse più un tempo che oggi.

(nella foto: CTB, Brescia, foto di scena di “EUMENIDI” 25/01/2016, Reporter Favretto, per gentile concessione del CTB)

Alessia Biasiolo

 

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