Morricone dirige Morricone

L’Associazione Roma Sinfonietta dedica due concerti – il 15 e 16 maggio alle 20.30 al teatro Olimpico di Roma – a Ennio Morricone, uno dei compositori più famosi non soltanto della nostra epoca ma di ogni epoca. Lo testimoniano l’ammirazione che lo circondava in vita e lo circonda tuttora in Italia e nel mondo intero e i riconoscimenti che gli sono stati tributati: due premi Oscar – il primo “alla carriera” nel 2007, il secondo per The hateful eight di Quentin Tarantino nel 2016 – e innumerevoli altri premi, dal Golden Globe ai Grammy, Bafta, David di Donatello, Nastri d’Argento, European Film Awards, Leone d’Oro, eccetera. Ma altrettanto e forse più significativa è la grande presa che la sua musica esercita su un numero enorme di ascoltatori (sono oltre settanta milioni i dischi venduti) e che non diminuisce col passare degli anni, tutt’altro.

A dirigere l’Orchestra Roma Sinfonietta in questi due concerti sarà Andrea Morricone, figlio di Ennio e anch’egli compositore e direttore d’orchestra, che già da prima della scomparsa del padre si è dedicato con assiduità ed amore alla sua musica, ma contemporaneamente ha continuato la propria attività di compositore. Ha infatti composto diverse e importanti colonne sonore, ma fra tutti i suoi lavori cinematografici spicca la composizione del Tema d’amore del film Nuovo Cinema Paradiso, premiato col Bafta Awards e interpretato da grandiartisti internazionali, qualiRené Fleming, Andrea Bocelli e Itzhak Perlman. Ha vinto anche due Golden Globe Awards con le sue colonne sonore per L’Industriale e per Raul, diritto di uccidere.

Roma, Auditorium Parco della Musica, Orchestra Roma Sinfonietta diretta da Ennio Morricone
© Musacchio & Ianniello

Per questo concerto da lui diretto – che sarà ripetuto due volte – Andrea Morricone ha scelto le musiche più note e più amate di suo padre, attenendosi fedelmente alle partiture originali, senza gli adattamenti e le trascrizioni a cui vengono spesso sottoposte. Per l’occasione le musiche di alcuni film sono state da lui riunite in suite, alcune delle quali sono dedicate ai film nati dalla collaborazione di Morricone con un singolo regista mentre altre suite accostano le musiche per film di diversi registi.

Ad aprire il concerto è la musica che Ennio Morricone ha composto per Gli intoccabili di Brian De Palma. Poi si passa ad una suite con le musiche scritte per Giuseppe Tornatore e precisamente per i film La leggenda del pianista sull’oceano, Malena e Una pura formalità: qui ha un ruolo importante Vincenzo Bolognese, violino solista. Seguono le musiche di Sostiene Pereira di Roberto Faenza. Al centro del concerto sta la suite che riunisce le musiche per tre western – famosissimi, a dir poco – di Sergio Leone, cioè Il buono, il brutto, il cattivo, C’era una volta il West e Giù la testa, con brani iconici come L’uomo dell’armonica e L’estasi dell’oro: l’armonica è ora suonata da Luigi Mattacchione, che ha più volte collaborato personalmente con Ennio Morricone, mentre la voce solista è quella di Fiammetta Tofoni, giovane soprano avviata ad una più che promettente carriera sui palcoscenici operistici.

Andrea Morricone

Si prosegue con la suite intitolata “Fogli sparsi”, che include le musiche scritte da Morricone per Il Clan dei Siciliani e Metti una sera a cena, diretti da due importanti registi quali Henri Verneuil e Giuseppe Patroni Griffi. La suite successiva è intitolata “Cinema 1” e riunisce le musiche scritte per alcuni film di grande successo: Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore, Il prato dei fratelli Taviani, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri, C’era una volta in America di Leone: si ascolteranno qui brani celeberrimi come Tema di Deborah e Poverty, con Bruno Lombardi e Antonello Maio, solisti rispettivamente al flauto e al pianoforte. Conclude il concerto la suite interamente dedicata alle musiche per Mission di Roland Joffé, una delle colonne sonore di Morricone più amate, di cui si ascolteranno momenti indimenticabili come Gabriel’s oboe (l’oboe solista sarà Antonio Verdone), The falls e On Earth as it is in Heaven.

L’Orchestra Roma Sinfonietta è stata per molti anni assidua collaboratrice di Ennio Morricone, che l’ha diretta innumerevoli volte sia in sala di registrazione sia nelle sale da concerto del mondo intero, tra cui Royal Albert Hall di Londra, Palazzo dei Congressi di Parigi, International Forum di Tokyo, Radio City Hall di New York, Festival Hall di Osaka, Olympic Gymnasium di Seoul, Auditorium del Cremlino di Mosca. Partecipano al concerto il Nuovo Coro Lirico Sinfonico Romano e il Coro Claudio Casini dell’Università di Roma Tor Vergata: il Maestro di questi due cori è Stefano Cucci, anch’egli tra i più stretti collaboratori di Ennio Morricone.

In occasione dei due concerti, nel foyer del teatro Olimpico sarà allestita una mostra di partiture di Ennio Morricone, che testimoniano la sua intensa e mai interrotta attività nel campo della musica assoluta, come egli stesso la definiva, a cui era stato avviato dai suoi studi con Goffredo Petrassi al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma e che coltivò con passione, al punto di rammaricarsi che i suoi successi in campo cinematografico avessero messo in ombra una parte non secondaria della sua creatività.

Mauro Mariani (anche per le fotografie)

Debussy, Respighi e Fauré a confronto

Si annuncia un appuntamento ricco di fascino il concerto intitolato “Tre artisti della Belle Époque a confronto”, che si svolgerà mercoledì 7 maggio alle 18.00 nell’ambito della stagione di Roma Sinfonietta all’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).

In programma musiche di tre dei maggiori compositori di quell’epoca, due francesi e un italiano: sono Gabriel Fauré, Claude Debussy e Ottorino Respighi, di cui Il mezzosoprano Lucia Napoli e il pianista Antonello Maio presenteranno una scelta di mélodies e romanze composte negli anni della Belle Époque, cioè tra la fine dell’Ottocento e lo scoppio della prima guerra mondiale. Questo lungo periodo di pace diede adito ad una sostenuta crescita economica e ad una fioritura di scoperte tecnologiche e scientifiche, che portarono ad un aumento del benessere e ad un miglioramento delle condizioni generali di vita di tutta la società: fu dunque un periodo di felicità e ottimismo, sebbene incrinato da qualche crepa.

Il concerto mette dunque a confronto tre dei più grandi musicisti di questo periodo storico, che adottarono però linguaggi e stili diversi. Questo viaggio musicale nella Belle Époque parte dalle melodie dolci ed incantate di Fauré, passa attraverso il simbolismo onirico di Debussy e arriva alla prorompente forza espressiva di Respighi. Tra gli autori delle poesie da loro messe in musica figurano i più grandi poeti di quegli anni ma anche di altre epoche, come Victor Hugo, Leconte de Lisle, Pierre Louys, Gabriele D’Annunzio, Percy Bysshe Shelley. Questi brevi brani vocali sono capolavori raramente eseguiti, specialmente in Italia, e saranno una scoperta per molti ascoltatori. Tra loro si inseriscono anche alcuni brani per pianoforte, come quelli della “Suite bergamasque”, una delle composizioni più famose di Debussy. Il concerto si conclude con “Tramonto” di Respighi, che sancisce la fine della Belle Époque: fu infatti composto nel 1914, anno funesto durante il quale lo scoppio della Prima Guerra Mondiale distrusse quel mondo.

La mezzosoprano Lucia Napoli si dedica in special modo al belcanto, alla musica barocca e alla musica vocale da camera. È protagonista di un’intensa attività in molte delle sale da concerto e dei teatri più̀ importanti al mondo, da Tokyo ad Amsterdam, da Berlino a Lisbona, da Firenze a Varsavia, da Vienna a New York, con direttori quali Riccardo Muti, Ottavio Dantone, Rinaldo Alessandrini e Christopher Hogwood. Ha al suo attivo numerose incisioni discografiche.

Il pianista Antonello Maio, dopo aver conseguito numerosi riconoscimenti in concorsi nazionali e internazionali, ha iniziato una variegata attività concertistica nel segno della poliedricità, della curiosità e della ricerca. Ha suonatoto in prima esecuzione musiche di molti compositori contemporanei, tra cui Vacchi, Lombardi, Sinopoli, Panni, D’Amico, Pennisi, Petrassi e Vlad. Si è dedicato molto anche alla musica per il cinema, suonando sotto la direzione di Bacalov, Piovani, Nyman e Morricone.

Biglietti: € 12,00 intero; € 8,00 ridotto per personale universitario, over 65 e titolari CartaEffe Feltrinelli; € 5,00 studenti. I biglietti si possono prenotare telefonicamente(06 3236104) e ritirare il giorno del concerto oppure acquistare direttamente prima del concerto. Informazioni: www.romasinfonietta.it

Mauro Mariani

Quattro “Quadri musicali” basati su testi di Franz Kafka

In occasione del centenario della morte di Franz Kafka, Roma Sinfonietta presenta un concerto intitolato “Quattro quadri di Kafka”, che si svolgerà mercoledì 19 marzo 2025 alle 18.00 presso l’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).

Kafka è stato uno dei più grandi scrittori del Novecento eppure non ha ispirato i musicisti nella misura che ci si aspetterebbe. Ma ora si potranno ascoltare quattro brani – tre dei quali in prima esecuzione assoluta – basati su testi di Kafka e precisamente su Un medico di campagna tradotto Luca Crescenzi e Confessioni e diari nella traduzione di Ervinio Pocar (per gentile concessione dell’editore Mondadori Libri Spa). Questi testi sono stati selezionati e rielaborati dal musicologo Valerio Sebastiani e sono stati messi in musica da quattro dei più interessanti compositori italiani attuali ovvero Marco Betta, Giorgio Nottoli, Giovanni Costantini e Riccardo Santoboni.

Il concerto propone un viaggio introspettivo nel mondo surreale di Franz Kafka. I quattro compositori indagano i suoi testi usando la recitazione e il canto, gli strumenti acustici e i suoni elettronici. La voce recitante maschile, che si articola durante tutto il concerto, è l’espressione dell’animo martoriato di Kafka, ma anche una guida che indugia tra le pieghe dei racconti, che cerca inutilmente una soluzione in un mondo privo di logica e inesorabilmente proiettato all’annientamento della volontà individuale. Ad essa si uniscono la voce femminile di un mezzosoprano, gli strumenti acustici (clarinetto, violino e violoncello) e i suoni elettronici, che sottolineano, amplificano e deformano attraverso la musica le immagini evocate dai testi. Dalla sinergia tra le parole di Kafka e la musica emerge lo spirito dello scrittore, permeato di angoscia, di frustrazioni, di senso di estraneità, nella strenua ricerca di senso in un mondo retto da leggi incomprensibili.

Il concerto si apre con Ballata notturna per violino solo di Marco Betta, per voce recitante e violino: un canto emerge come un’eco lontana. che sembra nascere dall’ombra. In 16 gennaio di Giorgio Nottoli, per voce femminile e per elettronica fissa e dal vivo, traspare l’assenza di qualsiasi speranza, come scriveva Kafka nel suo diario: “Nell’ultima settimana c’è stato come un crollo…”.

Non c’è ancora troppo silenzio per voce recitante, voce femminile, violoncello ed elettronica di Giovanni Costantini riprende ed amplia la straordinaria forza simbolica del testo di Kafka, che si interseca con la musica in un percorso onirico e surreale. La vera via per voce recitante, mezzosoprano, clarinetto, violino, violoncello ed elettronica di Riccardo Santoboni fonde suoni acustici ed elettronici, immergendo la voce recitante nel contesto surreale del mondo kafkiano.

Gli interpreti sono Adriano Fabio Testa (voce recitante), Virginia Guidi (mezzosoprano) Filippo Santacroce (clarinetto), Vincenzo Bolognese (violino) e Milena Punzi (violoncello). La regia del suono è di Federico Scalas. In collaborazione con Master in Sonic Arts – Tecnologie e arti del suono dell’Università di Roma “Tor Vergata”.

I biglietti si possono prenotare telefonicamente (06 3236104) e ritirare il giorno del concerto oppure acquistare direttamente all’auditorium a partire da un’ora prima del concerto.

Mauro Mariani

Gospel, spiritual e canzoni in concerto a Roma Tor Vergata

Mercoledì 26 febbraio 2025 alle 18.00 riprendono i concerti di Roma Sinfonietta presso l’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1). Protagonisti di questo saranno il gospel, gli spiritual e altre forme di canto religioso nate in America ma anche celebri canzoni di protesta degli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Ad interpretarli sarà il Coro Gospel di Roma Tor Vergata, nato nel 2018 per un’iniziativa di Giorgio Adamo e Alberto Annarilli (che ne è il direttore) e diventato subito parte integrante delle attività del Laboratorio di Musica Jazz e del dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società dell’Università “Tor Vergata”. Questo Coro, diretto da Alberto Annarilli, si è esibito in occasioni ufficiali dell’Ateneo, in vari eventi culturali e in concerti organizzati da altre università, ambasciate, associazioni culturali. Dal 2024 è gemellato con il Sidney Sussex Choir del Sidney Sussex College dell’Università di Cambridge.

Il programma del concerto è imperniato sullo spiritual afro-americano, sul gospel tradizionale e contemporaneo e sul christian pop, un genere di canto religioso sviluppatosi negli Usa a partire dagli anni Sessanta-Settanta e che innesta la musica folk, pop e rock su una base derivata dal gospel e che ha raggiunto una grande popolarità (anche al di fuori degli Usa) nei decenni successivi. Ma si ascolteranno anche alcune celebri song legati ai movimenti civili statunitensi degli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, come We shall overcome,cantato durantele manifestazioni del movimento per i diritti civili degli afro-americani e Blowin’ in the wind di Bob Dylan. Gli arrangiamenti di alcuni di questi canti sono dello stesso direttore Alberto Amarilli

Biglietti € 12,00 intero, € 8,00 ridotti personale universitario, over 65 e titolari CartaEffe Feltrinelli, € 5,00 studenti. I biglietti si possono prenotare telefonicamente (06 3236104) e ritirare il giorno del concerto oppure acquistare direttamente prima del concerto.

Informazioni: www.romasinfonietta.it

Mauro Mariani (anche per la fotografia)

Domenico Nordio e Francesco Dillon all’Università di Roma “Tor Vergata”

Con il concerto di mercoledì 11 dicembre 2024 alle 18.00 presso l’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1) la stagione di Roma Sinfonietta saluta il suo pubblico, augurandogli buone feste e dandogli appuntamento al 2025. Protagonisti di questo ultimo concerto dell’anno sono due eccezionali musicisti italiani, il violinista Domenico Nordio e il violoncellista Francesco Dillon.

Domenico Nordio è uno dei più acclamati violinisti italiani del nostro tempo. Si è esibito nelle sale più prestigiose (Carnegie Hall di New York, Salle Pleyel di Parigi, Teatro alla Scala di Milano, Barbican Center di Londra, Suntory Hall di Tokyo) e con orchestre quali London Symphony, National de France, Orchestre de la Suisse Romande, Orchestra Borusan di Istanbul, Enescu Philharmonic di Bucarest, Simon Bolivar di Caracas, Filarmonica di San Pietroburgo, Sinfonica Nazionale della RAI. Ha vinto a sedici anni il Concorso Internazionale “Viotti” di Vercelli con il leggendario Yehudy Menuhin come Presidente della giuria. Dopo le affermazioni ai Concorsi Thibaud di Parigi, Sigall di Viña del Mar e Francescatti di Marsiglia, il Gran Premio dell’Eurovisione ottenuto nel 1988 lo ha lanciato alla carriera internazionale: Nordio è l’unico vincitore italiano nella storia del Concorso.

Francesco Dillon (nella foto), nato a Torino nel 1973, ha al suo attivo una brillante carriera internazionale caratterizzata dall’originalità e varietà del repertorio esplorato. L’intensa attività solistica lo vede esibirsi su prestigiosi palcoscenici quali il Teatro alla Scala di Milano, la Konzerthaus di Vienna, il Muziekgebouw di Amsterdam, la Philharmonie di Berlino, la Jordan Hall di Boston, il Teatro Colon di Buenos Aires, la Hakuju Hall di Tokyo. Incide per etichette di primo piano, come SONY, ECM, Kairos, Ricordi e Stradivarius.

Nel programma figurano due capolavori per violino e violoncello di grandi compositori del primo Novecento, cioè la Sonata op. 7 del 1914 di Zoltan Kodaly, che innesta la musica popolare ungherese nelle forme classiche, e la Sonata del 1922 di Maurice Ravel, dedicata “alla memoria di Claude Debussy”. Completa il programma la famosa Passacaglia (una danza in tempo lento di origine spagnola)
scritta da Georg Friedrich Haendel per clavicembalo nel 1720 e trascritta da Johan Halvorsen nel 1893.

Biglietti € 12,00 intero, € 8,00 ridotti personale universitario, over 65 e titolari CartaEffe Feltrinelli, € 5,00 studenti

I biglietti si possono prenotare telefonicamente(06 3236104) e ritirare il giorno del concerto oppure acquistare direttamente prima del concerto.

Informazioni: www.romasinfonietta.it

Mauro Mariani (anche per la fotografia)

Tre Sinfonie di Haig Vartan domani al Teatro Ghione

Il 12 ottobre 2024 alle 19.00 al Teatro Ghione (via delle Fornaci 37, Roma) l’Orchestra Roma Sinfonietta diretta da Enrico Lombardi presenta al pubblico romano tre sinfonie del compositore svizzero-armeno Haig Vartan, uno dei protagonisti più interessanti e originali del variegato panorama della musica classica contemporanea. Ha studiato composizione a Basilea, Budapest, Parigi, Sofia e Venezia. Da più di trent’anni compone e tiene concerti nell’Europa intera e in Armenia. Nel 1995 ha ottenuto il premio UNESCO per la sua opera Prométhée XII. L’unione di razionalità occidentale e misticismo orientale dà alla sua musica una grande forza spirituale che tocca profondamente l’ascoltatore. Spesso si ispira a grandi poeti – nelle musiche in programma in questo concerto sono Shakespere e un grande poeta medioevale armeno – per arricchire la sua musica di ulteriori significati ed emozioni. L’elenco delle sue opere è disponibile su haigvartan.com/oeuvre/ e molti suoi concerti sono disponibili su youtube.com/user/HaigVartan/videos

Il direttore Enrico Lombardi è stato premiato al Concorso internazionale di direzione d’orchestra “Nino Rota” e ha avviato una brillante carriera, che l’ha già visto sul podio di importanti teatri, fesival e orchestre italiane, come il Maggio Musicale Fiorentino, il Rossini Opera Festival di Pesaro, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e l’Orchestra Sinfonica di Milano. 

Il concerto si apre con la Seconda Symphonia, intitolata “Concertante”, perché prevede un violino e un violoncello solisti, che in questo caso sono Vincenzo Bolognese e Andrea Noferini. Il primo movimento sviluppa un dialogo tra gli strumenti “melodici” e gli strumenti “ritmici” e si potrebbe dire che il secondo movimento offra l’immagine di quello stesso mondo, ma ampliato, come se fosse visto con una lente d’ingrandimento. Il terzo movimento è un canto affidato a violino e violoncello solisti ed esprime Il desiderio di avvicinarsi con gli strumenti alla cantabilità della voce umana.

Segue la Quarta Symphonia, intitolata “Shakesperiana”. Haig Vartan dichiara: “Sono stati l’amore, l’ammirazione e, soprattutto, l’immenso rispetto a spingermi a sentire la musica che sta dietro i sonetti immortali di Shakespeare”. Il compositore ne ha scelti quattro, che esprimono la ricchezza e la profondità del mondo del grande drammaturgo e poeta inglese. Verranno intonati dalla mezzosoprano Rosaria Angotti e dal baritono Federico Benetti.

Conclude il concerto la SettimaSymphonia “Voghp – Lamento”, che si basa sul magnifico poema “Lamento su Edessa” di di San Nerses Shnorhali (vissuto dal 1102 al 1173) e ha avuto la prima esecuzione assoluta proprio a Roma nel 2023in occasione della solenne liturgia in San Pietro celebrata da Papa Francesco in occasione degli 850 anni dalla morte di questo santo, che fu cattolico degli Armeni (ovvero capo della Chiesa armena) e sommo teologo e poeta. La voce solista è quella della mezzosoprano Lucia Napoli.

Mauro Mariani (anche per la fotografia di Haig Vartan)

Sedici concerti di Roma Sinfonietta nella stagione 2024-2025

Anche quest’anno l’Associazione Roma Sinfonietta svolge la propria stagione di concerti all’Università di Roma “Tor Vergata”. Il programma predisposto dal direttore artistico Luigi Lanzillotta spazia dalla musica sinfonica all’elettronica, dalla musica da camera a quella corale e ai canti tradizionali delle regioni italiane. Sono sedici appuntamenti, che si svolgeranno sempre il mercoledì (con la sola eccezione del concerto di giovedì 10 aprile) alle 18.00 nell’Auditorium “Ennio Morricone” situato nella Macroarea di Lettere e Filosofia della seconda università statale romana, in via Columbia 1. È una delle più importanti stagioni concertistiche della capitale per il numero dei concerti, per l’interesse dei programmi e per la qualità degli interpreti, tutti italiani – questa è da sempre una particolarità di questi concerti – e scelti tra i migliori di cui il nostro paese abbonda, tanto che non c’è alcuna necessità di ricorrere a musicisti stranieri. Un altro merito speciale di questa stagione è portare la musica dal vivo nella zona di Roma est, che ne è quasi totalmente priva. Ma questi concerti attraggono gli appassionati di musica da ogni zona di Roma e una parte del pubblico viene anche da fuori Roma e in particolare dalla zona dei Castelli, che non è lontana dalla sede dei concerti.

Il concerto inaugurale del 23 ottobre vedrà impegnata l’Orchestra Roma Sinfonietta in musiche di Mozart, insieme al violinista e direttore d’orchestra Giuliano Carmignola, tra i più accreditati interpreti della musica del Settecento, da Vivaldi e Bach e Mozart, tanto che Claudio Abbado lo ha voluto come solista nella sua incisione di tutti i Concerti per violino di Mozart, che saranno al centro anche di questa sua rara e preziosa presenza a Roma. Col secondo concerto della stagione riprende l’esecuzione integrale dei Quartetti per archi di Schostakovic, affidata ad uno dei migliori gruppi da camera italiani, il Quartetto Guadagnini: in questa stagione saranno due gli appuntamenti (6 novembre e 5 marzo) con quello che è considerato il più importante ciclo di Quartetti del ventesimo secolo. Il più importante ciclo di Quartetti dell’intera storia della musica è però quello di Beethoven, che inanella diciassette sublimi capolavori: gli è dedicata una serie triennale di concerti, di cui quest’anno si potranno ascoltare due tappe (9 e 10 aprile) affidate come le altre al Quartetto della Scala, di cui Riccardo Muti ha scritto: “… quartetto di rara eccellenza tecnica e musicale… la bellezza del suono e la preziosa cantabilità… ne fanno un gruppo da ascoltare con particolare gioia ed emozione”.

L’auditorium dell’Università di Roma “Tor Vergata” è stato il primo ad essere intitolato ad Ennio Morricone, quand’era ancora in vita, proprio perché Roma Sinfonietta è stata per molti anni una stretta collaboratrice di questo grande ed amatissimo compositore, che l’ha diretta in innumerevoli concerti in tutto il mondo. A lui è dedicato il concerto del 13 novembre, quando Ada Montellanico, notissima voce del jazz italiano, lo Ialsax Saxophone Quartet e il pianista Antonello Maio eseguiranno musiche sue e di altri due noti compositori di musica da film, Piero Piccioni e Armando Trovajoli. Il 27 novembre sarà di nuovo sul palco l’Orchestra Roma Sinfonietta, diretta da Gabriele Bonolis, anch’egli fidato collaboratore di Morricone: questa volta dirige musiche di Kurt Weill (una selezione dell’Opera da tre soldi) e George Gershwin (vari brani tra cui la famosissima Rapsodia in blue). Eccellenti i due solisti: al sassofono Simone Salza e al pianoforte Giuseppe Andaloro, uno degli interpreti della sua generazione più apprezzati dal pubblico e dalla critica internazionali.

Il 4 dicembre avrà luogo l’ormai consueto e sempre interessantissimo e graditissimo concerto dedicato alle musiche delle regioni d’Italia, a cura di Giorgio Adamo, professore di etnomusicologia all’Università “Tor Vergata”: quest’anno è la volta della Calabria. L’ultimo concerto del 2024 si svolgerà l’11 dicembre e sarà affidato al violinista Domenico Nordio e al violoncellista Francesco Dillon, due concertisti di fama mondiale che hanno suonato nelle principali sale d’Europa, America ed estremo oriente: suoneranno musiche di Haendel, Ravel (uno degli ultimi capolavori del grande compositore francese) e Kodaly, dimostrando così che esiste un repertorio poco noto ma molto interessante per il duo piuttosto insolito formato da questi due strumenti.

Il 2025 si apre il 26 febbraio con un concerto intitolato “La Gospel Music, tra storia e contemporaneità: musiche tradizionali afro-americane”, che presenta un repertorio vario e articolato, dagli african-american spiritual fino ai gospel tradizionali, dai protest songs del Civil Rights Movement fino alla contemporary christian music. Il 12 marzo “Omaggio a Milva” di Petra Magoni che, accompagnata dal pianista Andrea Dindo, canterà musiche di Kurt Weill su testo di Bertolt Brecht e in particolare quelle dell’Opera da tre soldi, di cui Milva è stata indimenticabile interprete: fu Giorgio Strehler a volerla protagonista dell’edizione da lui portata in scena nel 1973 al Piccolo di Milano e poi in tournée in molti altri teatri. Da Brecht si passa a Kafka: sono due fondamentali scrittori del Novecento, che, pur essendo nati a pochi anni di distanza e scrivendo nella stessa lingua, erano diversissimi e rappresentano due concezioni totalmente divergenti della letteratura. Il concerto del 19 marzo è infatti intitolato “Quattro quadri di Kafka” e presenta in prima esecuzione composizioni elettroacustiche di Marco Betta, Giovanni Costantini, Giorgio Nottoli e Riccardo Santoboni, basate su testi tratti dalla raccolta di racconti “Un medico di campagna”.

Il concerto del 26 marzo ha come protagonista Gabriele Geminiani, che a lungo è stato primo violoncello solista dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia e su invito di Claudio Abbado ha collaborato e continua a collaborare regolarmente con l’Orchestra Mozart, la Mahler Chamber Orchestra e l’Orchestra del Lucerna Festival, sempre in qualità di primo violoncello. Il 26 marzo lui e il pianista Monaldo Braconi eseguiranno musiche di Debussy, Schostakovic e Simonide Braconi. Dopo la breve pausa pasquale si riprende il 9 e 10 aprile con i due già menzionati concerti del Quartetto d’archi del Teatro alla Scala, dedicati a Beethoven. Il 16 aprile l’Orchestra Roma Sinfonietta diretta da Gabriele Bonolis e due eccellenti cantanti quali Sabrina Cortese e Lucia Napoli propongono due “Stabat Mater”, quello di Pergolesi, che è uno dei massimi capolavori della musica del Settecento, e quello contemporaneo di Matteo D’Amico, dedicato alla memoria di Pietro Borsellino. Il 30 aprile Roma Sinfonietta sarà diretta da Vincenzo Bolognese, anche solista al violino, in uno stimolante programma intitolato “La musica demoniaca”, basato su musiche di Boccherini, Tartini e Paganini, che evocano diavoli, streghe e altri personaggi infernali.

Gli ultimi due concerti si svolgono a maggio. Quello del 7 è intitolato “La belle èpoque tra Francia e Italia” e presenta liriche da camera e pezzi pianistici di Fauré, Debussy e Respighi eseguiti dal mezzosoprano Lucia Napoli e dal pianista Antonello Maio. Il 14 una versione ridotta di “La Traviata” di Verdi, cantata da Rosanna Angotti, Lorenzo Martelli e Marco Severin e diretta da Gabriele Bonolis sul podio di Roma Sinfonietta. I vari brani musicali sono collegati da testi scritti e letti da Anna Rollando.

Dunque una stagione piena di proposte stimolanti e variegate, in cui si alternano concerti di stampo classico vari appuntamenti ed altri generi musicali, sempre musica di grande valore con interpreti di altissimo livello, che ogni appassionato apprezzerà.

Mauro Mariani (anche per la fotografia)

Il Gabriele Coen Quintet in “Omaggio a Bernstein”

Il nuovo quintetto di Gabriele Coen presenta un originalissimo omaggio a Bernstein, mercoledì 24 aprile alle 18.00, per la stagione di Roma Sinfonietta all’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).

Leonard Bernstein è stato uno dei più grandi musicisti del Novecento, compositore, pianista, direttore d’orchestra e didatta. Gabriel Coen e il suo quintetto, proporranno negli arrangiamenti di Andrea Avena le sue canzoni più note da West Side Story (1957), tra cui Maria, Tonight e Somewhere, e la sua musica di ispirazione ebraica, come Ilana the Dreamer (1950), Yigdal e Chichester Psalms. Il rispetto e l’ammirazione di Gabriele Coen per la musica di Bernstein si coniuga con il linguaggio dell’improvvisazione e del jazz, in un incontro inedito che vuole far riscoprire la bellezza di queste immortali composizioni.

A proposito del cd del Gabriele Coen Quintet uscito nel 2020 per la prestigiosa etichetta Parco della Musica Records col titolo “Leonard Bernstein Tribute”, Gianni Morelenbaum Gualberto ha scritto: “West Side Story è il Fidelio americano, è Shakespeare riletto attraverso Tocqueville, è l’America alla spasmodica ricerca del sublime, è incrocio vertiginoso tra dramma e balletto, tra opera e teatro musicale, tra Broadway e le periferie di New York”. E Stefano Zenni: “Questo progetto di Gabriele Coen, che va oltre la rilettura di West Side Story, mostra più di un tocco di originalità per la scelta dei musicisti, di estrazione così diversa, la strumentazione, tra classica e jazz e un attento equilibrio dell’improvvisazione nelle intelaiature compositive, che reggono la grande impalcatura della musica di Bernstein.”

Gabriele Coen, sassofonista, clarinettista, compositore e didatta, si dedica da trenta anni all’incontro tra jazz e musica etnica, in particolare mediterranea ed est-europea. Ha realizzato insieme a Mario Rivera diverse colonne sonore per il cinema tra cui “Notturno Bus” (2007), “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio” (2010) e “Tornare” (2020) di Cristina Comencini. Già fondatore dei KlezRoym – nota formazione italiana dedita alla riattualizzazione del patrimonio musicale ebraico – nel 2001 ha dato vita al gruppo “Gabriele Coen Atlante Sonoro” con cui fonde il linguaggio jazzistico con la musica etnica Nel 2013 ha fondato un nuovo quintetto a suo nome, con cui ha inciso quattro cd, di cui due per la Tzadik Records, la prestigiosa etichetta newyorchese di John Zorn,che ha detto di lui: “Gabriele Coen è compositore e interprete di uno dei più entusiasmanti esempi di nuova musica ebraica, capace di combinare una profonda conoscenza e un sincero rispetto per la tradizione, con un eccezionale intuito comunicativo e sensibilità immaginifica. All’avanguardia, eppure fermamente radicato nella tradizione, i suoi progetti esprimono passione, integrità e un’impeccabile arte interpretativa.”

Gli altri componenti di questo quintetto d’eccezione sono: al pianoforte Gianluca Massetti, giovane talentuoso interprete multistilistico in grado di passare dal jazz alla classica e al pop; al violoncello la giovane ma già affermata Livia De Romanis; alla batteria Zeno De Rossi, uno dei musicisti più versatili del panorama  musicale italiano, frequentatore assiduo della scena musicale newyorchese, collaboratore di personaggi del calibro di Vinicio Capossela, Enrico Rava, Franco D’andrea, Francesco Bearzatti, Mauro Ottolini, Guano Padano; al contrabbasso Danilo Gallo, uno dei musicisti italiani più richiesti nei contesti più disparati, presente in molte formazioni di grande impatto al fianco di Giovanni Falzone, Francesco Bearzatti, Enrico Rava, Mauro Ottolini, Guano Padano.

Biglietti: € 12,00 intero; € 8,00 ridotti personale universitario e over 65; € 5,00 studenti

I biglietti si possono acquistare presso Roma Sinfonietta(telefono06 3236104– email:romasinfonietta@libero.it) o presso l’Auditorium E. Morricone dell’Università di Roma “Tor Vergata” a partire da un’ora e mezzo prima di ogni concerto.

Mauro Mariani (anche per le fotografie)

Mozart, Schubert e Grieg con il duo Marini – D’Augello

Un duo formato da due giovani emergenti, Alessandro Marini al violino e Silvia D’Augello al pianoforte, sarà protagonista domani, mercoledì 17 aprile alle 18.00, del concerto di Roma Sinfonietta all’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).

Il programma è lo stesso del loro CD dedicato a Mozart, Schubert e Grieg, pubblicato recentemente con ottimo successo. Il primo brano è la Sonata per violino e pianoforte op 137 n. 1 di Franz Schubert, che la compose nel 1816, quando aveva appena diciannove anni ma aveva già creato alcuni capolavori. Come tutta la musica di Schubert non fu immediatamente compresa dai suoi contemporanei e fu pubblicata solo nel 1836, nove anni dopo la precoce morte del compositore. È nella festosa e luminosa tonalità di re maggiore e rivela l’influsso di Mozart sul giovanissimo Schubert. Proprio di Mozart è il brano successivo, la Sonata in si bemolle maggiore K 454, composta nel 1784 in vista di un concerto a cui cui avrebbe assistito anche l’imperatore Giuseppe II: Wolfgang Amadeus dovette comporla con tale rapidità che non ebbe nemmeno il tempo di scrivere in partitura la parte del pianoforte e il giorno del concerto la improvvisò sulla base di pochi appunti, completandola solo in seguito. Eppure va annoverata tra i suoi maggiori capolavori e aprì la strada a quegli ampliamenti formali ed espressivi che più tardi Beethoven avrebbe ripreso. Ne è un momento culminante l’Andante centrale, quando una raffinatissima melodia crea un sublime momento di meditazione. Conclude il concerto la Sonata n. 3 op. 45 di Edward Grieg, un capolavoro della seconda metà dell’Ottocento. Il compositore norvegese fa riferimento alla musica popolare del suo paese come fonte inesauribile di ispirazione e da questo deriva la straordinaria freschezza dell’invenzione melodica di questa Sonata.

Il violinista Alessandro Marini, romano, si è esibito in alcune fra le sale più importanti del mondo, come la Berlin Philarmonie, Shanghai Concert Hall, Parco della Musica di Roma e Bunka Kaikan di Tokyo. Collabora inoltre con prestigiosi orchestre, tra cui I Solisti Aquilani, l’Orchestra da Camera di Mantova e Roma Sinfonietta. La pianista Silvia D’Augello ha vinto vari concorsi pianistici nazionali e internazionali ed ha suonato per importanti festival e istituzioni concertistiche in Italia ed Europa.

Biglietti: € 12,00 intero; € 8,00 ridotti personale universitario e over 65; € 5,00 studenti. I biglietti si possono acquistare presso Roma Sinfonietta (telefono 063236104 – email: romasinfonietta@libero.it) o presso l’Auditorium E. Morricone dell’Università di Roma “Tor Vergata” a partire da un’ora e mezzo prima di ogni concerto.

Mauro Mariani (anche per la fotografia)

Giuseppe Albanese riapre i concerti di Roma Sinfonietta

Il pianista Giuseppe Albanese eseguirà “Al chiaro di Luna” e “Appassionata”, due tra i capolavori più noti amati di Beethoven, e poi il Novecento storico di Schoenberg e Busoni, oggi, mercoledì 21 febbraio, alle 18.00 nel primo concerto per il 2024 della stagione di Roma Sinfonietta all’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1.

Giuseppe Albanese è uno dei pianisti della generazione dei quarantenni più apprezzati in campo nazionale e internazionale. Ha pubblicato vari cd con Deutsche Grammophon, ha inciso la musica per pianoforte e orchestra di Liszt per Universal e ha partecipato all’integrale della musica di Bartók per Decca. Ha suonato per le più importanti istituzioni musicali italiane e ha anche un’intensa attività internazionale (il giorno dopo il concerto di Roma eseguirà un programma quasi identico a Copenaghen), che l’ha portato nelle più prestigiose sale da concerto di New York, Berlino, Parigi, Londra, Varsavia, San Pietroburgo, Città del Messico, Buenos Aires e ancora in Corea, Thailandia, Austria, Portogallo, Spagna, Svizzera, ecc. Ai suoi esordi ha vinto premi in prestigiosi concorsi come il Vendôme di Parigi e il Busoni di Bolzano e ora viene a sua volta invitato come membro della giuria di concorsi internazionali. È anche laureato in Filosofia col massimo dei voti e la lode con una tesi sull’Estetica di Liszt.

Albanese dedicherà la prima parte di questo suo concerto a due dei massimi capolavori della musica pianistica di ogni tempo, ovvero due famosissime Sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven note con titoli inventati in epoca romantica, che forse Beethoven stesso non avrebbe approvato ma che tuttavia ben esprimono la loro temperie espressiva. Così la Sonata n. 14 in do diesis minore op. 27 n. 2,definita dal compositore stesso “Quasi una fantasia”, è oggi nota col titolo “Al chiaro di luna”, che deriva dal motivo iniziale, placidamente ondeggiante come le acque di un lago alla luce della luna. La Sonata n. 23 in fa minore op. 57 – che Beethoven stesso considerava la migliore delle sue Sonate – è stata definita “Appassionata”, inventando un inesistente collegamento tra questa musica e il tormentato amore di Beethoven per la misteriosa “immortale amata”.

Nella seconda parte sono in programma i Sechs kleine Klavierstucke op. 19 (Sei piccoli pezzi per pianoforte) scritti da Arnold Schoenberg nel periodo della sua totale libertà da ogni teoria, sistema o metodo, che si trattasse della tonalità tradizionale o della dodecafonia da lui stesso ideata alcuni anni dopo. I primi cinque di questi sei pezzi furono composti in un solo giorno, il 19 febbraio 1911, mentre il sesto fu aggiunto il 17 giugno (si ritiene che sia un omaggio a Mahler, scomparso poco prima). Durano in media un minuto l’uno: qui è eliminato tutto ciò che è superfluo e viene raggiunta la più assoluta concentrazione.

Si passa quindi a Ferruccio Busoni, uno dei più grandi virtuosi del pianoforte e uno dei più rappresentativi compositori degli anni a cavallo del 1900, la cui musica è una sintesi delle tradizioni italiana e tedesca. Ma i suoi interessi erano vastissimi: nel1915 s’interessò alla musica dei nativi americani e compose i quattro brani del Diario indiano, in cui rielaborò canti degli Cheyenne, dei Pueblo e di altri popoli indoamericani. Il concerto si conclude con due delle Elegie op. 7 del 1908, un’opera centrale nella produzione di Busoni, che disse: “Ho assunto finalmente il mio volto assolutamente personale soltanto con le Elegie”. Albanese eseguirà la n. 2, intitolata “All’Italia, in modo napolitano“ e la virtuosistica n. 4, che riprende un episodio delle musiche si scena da lui composte per Turandot, la “fiaba teatrale cinese” di Carlo Gozzi.

Biglietti: € 12,00 intero; € 8,00 ridotti personale universitario e over 65; € 5,00 studenti

Mauro Mariani (anche per la fotografia di Giuseppe Albanese di Francesco Bondi)