Appuntamenti al Museo del Violino di Cremona

venerdì 7 febbraio, ore 17

Museo del Violino – sala Giuseppe Fiorini

Il Pianoforte a Cremona

tavola rotonda con Marco Benazzi, Alberto Mattarozzi, Luciano Nazzari, Roberto Scaramuzza
(ingresso libero)

Incontri

giovedì 6 marzo ore 17

Il “mistero” delle Goldberg

conversazione con Angela Hewitt

mercoledì 26 marzo ore 17

Il Pianoforte strumento di Pace

conversazione con Ramin Bahrami

venerdì 11 aprile ore 17

J. S. Bach, i figli, gli epigoni

conversazione con Alexander Lonquich

Tutti gli incontri sono a ingresso libero e moderati da Roberto Codazzi

Sabato 8 febbraio, ore 21, presso l’Auditorium Giovanni Arvedi concerto di Uri Caine Bach… and forth; musiche di J. S. Bach, Mozart, Beethoven, Verdi, Mahler, Paul Simon.

Musicista che sfugge a qualsiasi catalogazione, pianista, compositore, improvvisatore, Uri Caine non propone una scaletta definita ma spazia da Bach a Paul Simon. “Se Bach sfogliava senza alcuna remora l’enciclopedia musicale del proprio tempo – dice di lui il musicologo Giordano Montecchi – l’omaggio di Uri Caine si traduce nel riavviare quella variazione senza fine, nel proiettare la forza unificante di quell’intuizione portentosa entro un orizzonte contemporaneo che dell’eterogeneità ha fatto la propria cifra e anche la propria ossessione”.

Museo del Violino

“L’uncinetto nello spazio”: creare con l’arte tessile i mezzi del programma spaziale Artemis

Due pomeriggi per imparare a creare moduli spaziali con l’uncinetto. Gli appuntamenti, per adulti, sono in programma per giovedì 6 e giovedì 20 febbraio 2025 alle 16 alla biblioteca comunale Aldo Luppi (via Arginone 320, Porotto). I partecipanti potranno creare, utilizzando la tecnica dell’uncinetto, una rappresentazione artistica dei mezzi del programma spaziale Artemis, che ha l’obiettivo di far tornare presto l’uomo sulla Luna. 

Tra catenelle e punti alti, si potranno realizzare razzi, astronauti, navicelle, stazioni spaziali e altri elementi legati al programma Artemis. L’attività si concluderà con una mostra delle creazioni realizzate durante gli incontri laboratoriali.

Gli appuntamenti sono a partecipazione gratuita con prenotazione da effettuare telefonando al numero 0532 731957 o scrivendo a bibl.porotto@comune.fe.it

Alessandro Zangara (anche per l’immagine)

Vincent Garcia a Visioninmusica

Si avvia verso il tutto esaurito il secondo concerto della stagione Visioninmusica 2025: Vincen Garcia si prepara a conquistare il pubblico dell’Auditorium Gazzoli di Terni dove salirà sul palco venerdì 7 febbraio alle ore 21:00 accompagnato da Andoni Narvaez alla chitarra, Manu Pardo alla  tromba, David Cases al sassofono e Jairo Ubiano alla batteria. Il poliedrico musicista spagnolo, che mescola influenze jazz, soul e musica latina in una combinazione irresistibile, promette di incantare il pubblico con una performance dal vivo ricca di emozione ed energia.

Dopo il successo del primo appuntamento, inaugurato da Tullio De Piscopo, Visioninmusica, sotto la direzione artistica di Silvia Alunni, conferma ancora una volta la propria capacità di presentare artisti di livello internazionale, portando sul palco sonorità originali e ricercate.

Vincen García è riconosciuto come uno dei più importanti bassisti della scena jazz e funk contemporanea a livello internazionale. La sua crescente notorietà lo ha reso tra i musicisti più seguiti al mondo, totalizzando centinaia di migliaia di fan e milioni di visualizzazioni e interazioni sulle principali piattaforme di streaming. Vincen è apprezzato per la sua straordinaria tecnica e per un’inesauribile vena creativa, elementi che emergono con forza in ogni sua esibizione, rendendolo una figura di grande rilievo nel panorama musicale.

Si è esibito in alcuni dei più prestigiosi festival globali, tra cui il Montreux Jazz Festival in Svizzera, il North Sea Jazz Festival nei Paesi Bassi e il Pori Jazz Festival in Finlandia. Il suo ultimo lavoro discografico, Ventura, ha ricevuto un’accoglienza entusiastica in capitali culturali come Madrid, Parigi, Londra, Los Angeles e New York. Questo album segna un capitolo fondamentale della sua carriera, ottenendo recensioni eccellenti e un forte consenso da parte del pubblico. Forte di oltre 14 anni di esperienza, Vincen ha sviluppato uno stile personale che fonde funk, fusion, jazz e hip-hop, caratterizzandosi per una ritmica intricata ed energica, che è ormai il suo tratto distintivo.

In aggiunta, García è un turnista molto richiesto, avendo condiviso il palco con artisti di fama mondiale come Cory Wong e Jesús Molina, ampliando così il suo raggio d’azione e consolidando la sua presenza sulla scena musicale internazionale. Ormai affermato tra i più rilevanti artisti spagnoli del momento, continua a portare la sua musica a un pubblico sempre più ampio ed entusiasta. Il suo percorso artistico è destinato a sorprendere e incantare ancora a lungo. Sito ufficiale: vincengarcia.com

Elisabetta Castiglioni (anche per la fotografia)

“EVITAmia”: nel libro di Michele Balboni “Il tango di Eva Perón”

Traccia un ritratto della “forza e spontaneità” di una delle donne simbolo dell’Argentina il libro di Michele Balboni “EVITAmia. Il tango di Eva Perón” (Ferrara, Edizioni La Carmelina, 2024) che mercoledì 5 febbraio 2025 alle 17 sarà presentato nella sala Agnelli della biblioteca comunale Ariostea (via Scienze 17 Ferrara).

Dialogherà con l’autore: il giornalista e scrittore Alessandro Pasetti, con accompagnamento alla fisarmonica del maestro Claudio Ughetti.

L’incontro è a cura del Consorzio Eventi Editoriali.

Evita, all’anagrafe Maria Eva Duarte de Perón, resta un simbolo dell’Argentina. La sua vita incrocia leggenda e realtà. Muore nel 1952, all’età di 33 anni ma lascia un segno indelebile nella storia del paese più italiano dopo l’Italia. Le sue ombre si allungano sino alla attualità dell’Argentina. Evita mi ha sempre affascinato per la sua forza e spontaneità, qui cerco di farne un ritratto originale attraverso il ballo del tango: entrambi cercano e praticano l’abbraccio, i ballerini verso il proprio partner, lei verso la sua gente. Il libro è arricchito di contributi esterni di grande rilevanza: l’Arcivescovo di Ferrara Mons. Gian Carlo Perego, l’ex Ministro e Rettore Patrizio Bianchi, Francesca Capossele, Elba de Vita, Riccardo Modestino, nonché dalla prefazione della scrittrice argentina Elsa Osorio: “Poiché l’autore invita a conoscere, per saperne di più su Evita, io invito a leggere EVITAmia”.

Alessandro Zangara

Belle storie e Storie di Carnevale a Ferrara

Proseguono, anche per tutto il mese di febbraio, i mercoledì in compagnia delle “Belle Storie” per bambini dai 4 ai 10 anni, alla biblioteca comunale Luppi, di via Arginone 320 (Porotto – Ferrara). Il primo appuntamento del mese è in programma per mercoledì 5 febbraio 2025 alle 17 con la lettrice volontaria Lia, che intratterrà i piccoli ascoltatori con una storia piena di colori e un divertenti laboratorio a tema per giocare con la creatività e la fantasia.

Gli incontri sono a partecipazione gratuita con prenotazione da effettuare telefonando al numero 0532 731957 o scrivendo a bibl.porotto@comune.fe.it

“Storie di Carnevale dal mondo alla rovescia”: a raccontarle, sempre mercoledì 5 febbraio 2025 alle 17, alla biblioteca comunale Bassani (via Grosoli 42, Barco, Ferrara), sarà l’Officina Teatrale A_ctuar, con Massimo Festi.

In programma un’animazione dedicata al periodo di carnevale, ispirata alle antiche allegorie del mondo alla rovescia, celebrato in passato durante le feste che precedono la quaresima. Un universo capriccioso e immaginario in cui tutto è capovolto, ogni regola rotta, in cui sono gli uomini ad abboccare all’amo dei pesci, i servi a comandare i padroni e il sole ad illuminare la notte. Storie, filastrocche e aneddoti saranno narrati attraverso immagini dipinte, facendo sorridere grandi e piccini ed immaginare nuovi mondi possibili.
A chiusura, ci sarà la premiazione della maschera migliore e gran ballo finale: bambini ed adulti potranno partecipare all’iniziativa con travestimenti e maschere dedicate al tema “Il mondo alla rovescia”.

L’iniziativa è pensata per bambini dai 5 ai 10 anni e famiglie. L’appuntamento è a partecipazione gratuita, con prenotazione da effettuare allo 0532797414 o scrivendo a info.bassani@comune.fe.it

Alessandro Zangara

Cineprof. La Grande Visione in Sala

Si è concluso il primo dei tre moduli della IV edizione di CINEPROF – La Grande Visione in Sala – La Scuola Incontra le professioni e la creatività del Cinema”, il percorso formativo per gli studenti promosso da ANEC – Associazione Nazionale Esercenti Cinema – Sezione Regionale del Lazio che ha coinvolto, in questa fase iniziale, ben 1.224 studenti e 113 docenti di dieci istituti scolastici primari e secondari di primo e secondo grado distribuiti tra Lazio, Abruzzo, Sardegna e Umbria. Il progetto nasce con l’obiettivo di educare i più giovani al linguaggio audiovisivo, fornendo strumenti di lettura critica delle immagini e stimolando l’interesse per le diverse professionalità del settore, dalla regia alla sceneggiatura, dal montaggio alla fotografia. Un percorso didattico sviluppato attraverso cicli di proiezioni sul grande schermo preceduti da una formazione per docenti di alto profilo che non si limita alla semplice fruizione dei film, ma che invita alla riflessione sulle potenzialità espressive del cinema e sulla sua capacità di raccontare la realtà, stimolando una diversa fruizione di un testo composto da immagini e suoni e sensibilizzando i giovani verso alcune urgenti tematiche della società contemporanea che li riguardano. “Riportare i giovani nelle sale cinematografiche – afferma Leandro Pesci, Presidente di Anec Lazio – è una sfida necessaria. Il grande schermo non è solo un luogo di intrattenimento, ma un’esperienza culturale e formativa che permette di riscoprire il valore della visione collettiva. CINEPROF vuole offrire agli studenti un’occasione per comprendere meglio il cinema e, magari, scoprire una futura vocazione professionale”.

Le proiezioni si sono svolte in otto sale cinematografiche: Multisala Andromeda di Roma, Multisala Astoria di Anzio, Politeama Cityplex di Frascati, Multisala Rio di Terracina, Movieplex L’Aquila, Multisala Moderno di Rieti, Cinema Cityplex Moderno di Sassari e Sala Pegasus di Spoleto. Gli studenti e i docenti hanno partecipato attivamente agli incontri, dimostrando interesse per i temi trattati e curiosità verso le professioni che contribuiscono alla realizzazione di un’opera cinematografica.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola, promosso da MiC e MIM, in collaborazione con SNCCI (Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani), ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici), Università degli Studi si Roma Tor Vergata, Centro Servizi Culturali della Società Umanitaria di Alghero.

In un contesto in cui la fruizione dei contenuti avviene sempre più attraverso dispositivi mobili e piattaforme digitali, questa esperienza offre spunti per affrontare in classe il linguaggio audiovisivo con maggiore consapevolezza e partecipazione critica.

Le prossime fasi del percorso continueranno a coinvolgere nuove scuole e studenti, ampliando l’approfondimento sui linguaggi del cinema e sulle sue potenzialità educative.

Elisabetta Castiglioni

“I Love my Meis”: in arrivo la terza guida per rendere accessibili a tutti i luoghi simbolo di Ferrara

Oltre 60 pagine in cui immagini e pittogrammi aprono la conoscenza della storia conservata al Meis anche alle persone con difficoltà comunicative. Il progetto “I Love My”, ideato dal giovane Riccardo ‘Ricky’ Tampieri e supportato sin dalle primissime fasi dall’assessore comunale alle Politiche sociosanitarie Cristina Coletti, si amplia con “I Love My Meis”, facendo così del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara uno spazio aperto a tutti, grazie all’utilizzo della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA).

La guida in simboli che descrive il museo di via Piangipane e le tradizioni culturali della comunità ebraica ferrarese – che arriva in concomitanza con le iniziative di commemorazione del “Giorno della Memoria” – è la terza pubblicazione realizzata dall’associazione “Il Nodo”, che dal 2022 sta portando avanti un’attività, sostenuta dall’Assessorato alle Politiche Sociosanitarie, che ha già dato vita alla prima guida di Ferrara interamente in CAA e poi a un focus sulle antiche Mura estensi.

Per questa opera l’associazione si è aggiudicata un contributo di 11mila euro nell’ambito di un avviso pubblico rivolto agli enti del terzo settore, promosso su proposta dell’assessore comunale alle Politiche Sociosanitarie Cristina Coletti

L’iniziativa è stata presentata oggi, 3 febbraio 2025, in conferenza stampa nella residenza municipale di Ferrara. Assieme all’assessore Coletti sono intervenuti: Lara Venturini, presidente dell’associazione “Il Nodo”, Riccardo ‘Ricki’ Tampieri, ispiratore della collana “I Love My” e membro de “Il Nodo”, e Amedeo Spagnoletto, direttore del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah.

“È con grande soddisfazione – dice l’assessore Coletti – che possiamo presentare alla città la terza guida in Comunicazione Aumentativa Alternativa, uno strumento che permette di superare i disagi espressivi e far scoprire Ferrara in maniera diffusa. La storia di ‘Ricky’ Tampieri, fondata su talento e determinazione, insegna che valorizzare le abilità di ogni persona può far nascere cose belle e concrete, di cui tutti i cittadini possono beneficiare. Quanto sta realizzando “Il Nodo” con questa collana di guide inclusive è quasi un unicum in Italia e ciò ci riempie di orgoglio. Ringrazio di cuore ‘Ricky’, la presidente Lara Venturini e i sempre più numerosi associati a questa realtà che sta lasciando tracce importanti nel tessuto sociale territoriale. Estendo la gratitudine anche al direttore del Meis Amedeo Spagnoletto per aver nuovamente dimostrato la sua sensibilità sociale, manifestatasi in una fattiva collaborazione che ha portato alla realizzazione della guida”.

“Dopo le prime due guide in CAA dedicate alle bellezze della città di Ferrara, – ha dichiarato Lara Venturini – questa nuova pubblicazione ci permette di aprire le porte del Meis a un pubblico sempre più vasto, tramite il sistema simbolico che è di facile comprensione sia per le persone con deficit cognitivo-relazionale o in condizione post-traumatica, sia per le persone anziane o straniere. Non possiamo che ringraziare il Comune di Ferrara e in particolare l’assessore Coletti, che attraverso fondi messi a disposizione con bandi pubblici, ci ha permesso di dare voce al mondo della disabilità attraverso il sistema simbolico CAA e valorizzando le attitudini dei nostri ragazzi, che ad oggi sono 25, tutti in condizione di disabilità cognitivo-relazionale, e impegnati nel tradurre in simboli e pittogrammi i testi forniti da noi adulti. Ringraziamo anche la direzione e tutto lo staff del Meis con i quali è stato un piacere collaborare e che ci hanno fornito tutte le informazioni e le fotografie necessarie per la guida”.

“Sfogliare per la prima volta questa guida – ha detto Amedeo Spagnoletto – mi ha regalato un’emozione che non avrei immaginato. Il regalo che l’associazione il Nodo, assieme al Comune di Ferrara, ha fatto al Meis è davvero importante.La lingua ebraica è fortemente legata ai pittogrammi, come elementi che trasmettono idee, e dunque questa pubblicazione e tutto il lavoro che ha portato alla sua realizzazione, si inseriscono perfettamente nel solco della più autentica interpretazione dei valori che il Museo dell’Ebraismo italiano vuole rappresentare all’esterno. Questa iniziativa pilota è senz’altro meritevole di essere replicata in altri musei ebraici italiani, ai quali sicuramente la farò conoscere al più presto”.

Insieme a ‘Ricky’ Tampieri, ispiratore di tutto il percorso progettuale, hanno lavorato alla guida Alice, Elia, Marcello, Marco e Oreste che si sono cimentati nella traduzione dei simboli.

“I Love My Meis” sarà disponibile gratuitamente al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (via Piangipane 81, Ferrara), oltre che al bookshop del Castello estense.

Alessandro Zangara (anche per la fotografia)

Allargamento della Riserva della Biosfera “Po Grande”. Il convegno

Anche Ferrara ospiterà martedì 4 febbraio 2025 alle 17 nella sala del Consiglio comunale in piazza Municipio 2 uno dei tre convegni organizzati dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po per presentare prioritariamente alla comunità e ai portatori di interesse dei Comuni coinvolti nella Provincia di Ferrara, il percorso di candidatura di allargamento della Riserva della Biosfera MAB UNESCO Po Grande.

L’incontro sarà l’occasione per illustrare le motivazioni che sottendono il percorso di allargamento e le opportunità che esso offre alle comunità che lo abitano. Si approfondiranno inoltre le attività finora realizzate e quelle in programma per il prossimo periodo, condividendo gli strumenti e le occasioni di partecipazione attiva in cui le comunità potranno essere protagoniste in questo processo.

L’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po in veste di Segreteria Tecnica Operativa della Riserva MAB UNESCO Po Grande, ha organizzato questi incontri pubblici a Ferrara e in altre due sedi interessate per competenza territoriale a questa importante opportunità: il 31 gennaio il convegno si svolgerà nella sala polivalente del Comune di San Cipriano Po (PV), mentre il 5 febbraio sarà la volta del Comune di Occhiobello (RO), sede dell’Auditorium di S.M.Maddalena.

Questo in dettaglio il programma del convegno in programma a Ferrara il 4 febbraio 2025:

Ore 17.00 Saluti e introduzione ai lavori
Alessandro Balboni, vicesindaco del Comune di Ferrara
Alessandro Bratti, Segretario Generale dell’Autorità distrettuale del Fiume Po
Marcella Zappaterra, Consigliera Regionale Emilia Romagna con deleghe al coordinamento dei programmi MAB e siti Unesco
Aida Morelli, Presidente del Parco Regionale Delta del Po Emilia Romagna

Seguiranno gli interventi:

– Il programma MAB UNESCO e la Riserva della Biosfera Po Grande
Ludovica Ramella, Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po

– Esperienze dalla Riserva della Biosfera
Alberto Borsari, Sindaco di Borgo Mantovano e presidente del Consorzio dell’Oltrepò Mantovano
Paola Fagioli, Legambiente Emilia Romagna

– La candidatura di allargamento
Anna Agostini, Punto 3 s.r.l S.B.

– L’impegno nel percorso dei Comuni di Ferrara, Riva del Po e Bondeno
Alessandro Balboni, Vicesindaco e Assessore del Comune di Ferrara con deleghe a Opere pubbliche Infrastrutture, Forestazione Urbana, Ferrara Città Universitaria, Ambiente, Tutela Animali, Progetti Europei, Protezione Civile
Daniela Simoni, Sindaco del Comune di Riva del Po
Simone Saletti, Sindaco del Comune di Bondeno

– Il fiume Po come area di sperimentazione per nuovi scenari economici
Patrizio Bianchi, Titolare della Cattedra UNESCO “Educazione, crescita ed Eguaglianza”, Università degli Studi di Ferrara

– La città di Ferrara, “ponte” tra riconoscimenti UNESCO
Ethel Guidi, Capo Settore Cultura e Turismo – Dirigente del Servizio Musei d’Arte e referente per Patrimonio Mondiale UNESCO “Ferrara, città del Rinascimento e il suo Delta del Po”

Sono invitati a partecipare le comunità e i portatori di interesse, come imprese, associazioni di categoria, istituti scolastici, associazioni valoriali ed enti locali e sovralocali. Nella loro qualità di soggetti attivi sul territorio, la loro presenza e collaborazione è fondamentale per avviare il percorso di allargamento della Riserva della Biosfera Po Grande in maniera condivisa e partecipata.

L’incontro è gratuito e per motivi organizzativi l’iscrizione è consigliata (link: https://bit.ly/ConvegniPubblici). Per maggiori informazioni scrivere a rbmab.pogrande@adbpo.it

Alessandro Zangara

La Traviata al Carlo Felice di Genova

La Stagione Lirica dell’Opera Carlo Felice Genova prosegue con il primo appuntamento del 2025: La traviata, melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave da La Dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio, è in scena da ieri.

Maestro concertatore e direttore Renato Palumbo, regia Giorgio Gallione, scene e costumi Guido Fiorato, coreografie DEOS, luci Luciano Novelli. Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova. Orchestra, Coro e Tecnici dell’Opera Carlo Felice. Maestro del Coro Claudio Marino Moretti.

A dare vita ai protagonisti: Carolina López Moreno /Elena Schirru (Violetta Valery), Carlotta Vichi (Flora Bervoix), Chiara Polese (Annina), Francesco Meli / Klodjan Kaçani (Alfredo Germont), Roberto Frontali / Leon Kim (Giorgio Germont), Roberto Covatta (Gastone), Claudio Ottino (Barone Douphol), Andrea Porta (Marchese d’Obigny), Francesco Milanese (Dottor Grenvil), Loris Purpura (Domestico di Flora), Giuliano Petouchoff (Giuseppe), Filippo Balestra (Commissionario).

Lo spettacolo sarà in replica martedì 14 gennaio alle ore 20.00, mercoledì 15 alle ore 20.00, giovedì 16 alle ore 20.00, venerdì 17 alle ore 20.00, sabato 18 alle ore 15.00 e domenica 19 alle ore 15.00.

La traviata fa parte, insieme a Rigoletto e al Trovatore, della cosiddetta “trilogia popolare” di Giuseppe Verdi. Le tre opere risalgono ai primi anni Cinquanta dell’Ottocento, e rappresentano un momento di svolta nel percorso artistico del compositore. Era l’inizio del 1853, Verdi iniziava la composizione per il Teatro La Fenice di Venezia con il librettista Francesco Maria Piave per adattare il dramma teatrale tratto da La Dame aux camélias, romanzo pubblicato da Alexandre Dumas figlio e già best seller a livello europeo. Il soggetto ispirato alla vera storia della cortigiana Marie Duplessis aveva molto colpito Verdi, che tuttavia era consapevole delle possibili controversie: la trama era ambientata nella contemporaneità, e venivano trattate tematiche che facilmente si sarebbero scontrate con certe forme di moralismo. Dopo la prima rappresentazione, il 6 marzo 1853, La traviata iniziò a circolare in tutta Italia (anche se in parte censurata). L’opera ricevette non poche critiche, ma il suo fascino conquistò presto il pubblico, ad oggi è uno dei titoli d’opera più amati e rappresentati al mondo. La portata rivoluzionaria della Traviata si trova sia nelle tematiche – la storia d’amore della protagonista, Violetta, una donna di mondo dalla psicologia complessa raccontata con straordinaria umanità – sia nelle tecniche compositive. Elemento centrale è la profonda introspezione, l’anima dei protagonisti viene esplorata sia dalla drammaturgia sia dalla musica con una coesione unica, dando al pubblico la possibilità di immergersi nella realtà di un amore tragico e senza tempo.

“Con La traviata Verdi sceglie la strada della semplicità – dice Renato Palumbo. Semplice è la trama, semplice la scrittura musicale. Semplice, colloquiale, moderno e illuminato è il libretto di un ispirato Francesco Maria Piave, sicuramente marcato stretto però dall’implacabile Verdi. Dietro questa semplicità si nasconde un mondo meraviglioso fatto di solitudine, di passione e soprattutto di dolore. Il dolore affettivo ma anche il dolore fisico. Il dolore è quindi presente dalla prima all’ultima nota dell’opera. Il Direttore ha il difficile compito di narrare e creare quest’atmosfera ricercata da Verdi, pensando alla scrittura musicale ma soprattutto alla parola verdiana che in quest’opera diventa quella della quotidianità. Con la sua forza e, in questo caso, con i suoi grandi silenzi. Così sarà la mia lettura di Traviata, un omaggio al ricordo della breve e intensa vita di Marie Duplessis, cortigiana morta sola a Parigi il 3 febbraio del 1847, della quale Verdi più degli altri capì la sofferenza e che cercò di rendere immortale con un’opera perfetta”.

Commenta Giorgio Gallione: “È noto che Verdi pensò La traviata come un’opera contemporanea: uno spietato inno alla vita ambientato nel presente di allora, senza orpelli o simbolismi, di una moderna, audace, ardente interiorità. Con Guido Fiorato, scenografo e costumista, abbiamo pensato di ambientare l’opera in un luogo stilizzato, antirealistico, sterile, dove dominano vetro e ghiaccio, virato in un bianco e nero “ferito”, solo talvolta, dal rosso del sangue e della vita che, comunque, pulsa. Forse Violetta muore già nel preludio e l’opera è tutto un allucinato flashback visionario e spettrale. Siamo, anche nei momenti di gioia, imprigionati in una sorta di perenne moritat dove, grazie alla musica di Verdi, il dolore è trasfigurato in modo sublime”.

Renato Palumbo ha studiato Canto, Direzione d’orchestra e coro, Pianoforte e Composizione debuttando sul podio appena diciannovenne con Il trovatore. Intraprende così un’intensa carriera che lo vede interprete di un vasto repertorio nei principali teatri italiani e internazionali, quali Scala di Milano, Opéra di Parigi, Covent Garden di Londra, i Festival di Pesaro e di Martina Franca. Ha diretto inoltre a Washington, Chicago, Berlino, Tokio, Bilbao, Barcellona, Genova, Torino, Parma, Venezia, Verona, Firenze, Napoli, Bari. Il rispetto assoluto della partitura, vissuto con spirito rigoroso ma non dogmatico è alla base di un percorso di ricerca concentrato sulla dimensione drammaturgica dell’opera e sulla sua evoluzione di respiro europeo. In Italia negli ultimi mesi ha diretto Il trovatore al Teatro Comunale di Bologna, Il corsaro al Carlo Felice, Rigoletto al Teatro Petruzzelli di Bari, Turandot al Festival Pucciniano, Manon Lescaut nell’ambito del Festival Manon Manon Manon del Teatro Regio di Torino, La traviata al Teatro del Maggio Fiorentino. Prossimi impegni: La traviata al Carlo Felice e Il barbiere di Siviglia al Teatro La Fenice di Venezia e al Teatro Comunale di Bologna.

Giorgio Gallione, regista e drammaturgo, è stato il Direttore artistico del Teatro dell’Archivolto dal 1986 sino alla fusione con il Teatro Stabile di Genova, dando vita nel 2018 al Teatro Nazionale di Genova, per il quale è stato fino al 2021 il regista stabile e consulente artistico. Diplomato nel 1980 alla Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova, inizia la sua attività di regista nel 1981 con Il matrimonio di Brecht e Valentin. In campo operistico ha firmato regie per teatri quali La Scala di Milano (Vita di Tutino), Regio di Torino (La rondine, Tamerlano, Street Scene, Nella colonia penale, Un tram che si chiama desiderio), Arena di Verona (Dylan Dog e Peter Uncino di Tutino), Regio di Parma (Dinorah), Teatro dell’Opera di Roma (Il gatto con gli stivali di Tutino), Teatro Massimo di Palermo (Simon Boccanegra), Comunale di Bologna (Il prigioniero di Dallapiccola e Risorgimento di Ferrero). Con l’Opera Carlo Felice ha lavorato per Candide di Bernstein, per una versione del Barbiere di Siviglia con narratore Maurizio Crozza, e ha firmato le regie della Traviata e della Rondine.

Regio (anche per le fotografie)

“I colori dell’Urbe” di Asmone a Marino

Il Museo Civico Umberto Mastroianni di Marino -RM- (Largo Jacopa de’ Settesoli) presenta dal 18 gennaio al 2 febbraio 2025 la mostra dell’artista Domenico Asmone dal titolo I colori dell’Urbe, curata da Gianni Garrera, organizzata da Colonna Arte Contemporanea con il patrocinio del Museo della Permanente di Milano.

Da sempre eclettico nello stile e nel linguaggio, nato a Bologna nel 1963 ma trasferitosi sin da bambino a Pistoia dove tutt’oggi vive e lavora, da diversi anni Domenico Asmone si dedica alla rappresentazione cromatica dei luoghi e delle città italiane attraverso una pittura intensa, istintuale e riflessiva allo stesso tempo, dove il colore diventa il linguaggio principale per interpretare e trasformare la realtà.

La nuova mostra, dedicata alla “città eterna” spinge lo sguardo ad andare oltre l’apparenza del paesaggio urbano, a cogliere l’anima della città attraverso la sua interpretazione cromatica, medium con il quale l’artista si relaziona con il mondo esterno.

Convinto che la pittura sia uno specchio che riflette ogni volta il mondo, Asmone esplora il caleidoscopio dei riflessi urbani, compiendo un’astrazione che, pur mantenendo un legame con la realtà, trascende l’ordinario: ogni opera è una sintesi di colori, di forme e di segni che vivono di vita propria, conferendo al dipinto una realtà che va oltre il semplice visibile, rendendo ogni quadro un’esperienza unica e irripetibile.

Nella mostra I colori dell’Urbe, Roma viene osservata e reinterpretata attraverso gli occhi dell’artista, che fonde visioni perdute nel tempo e attuali prospettive virtuali, con un uso di gradienti cromatici che accentuano l’emotività del suo sguardo. I colori eterni e inconfutabili della storia romana sono esplorati in una visione ossimorica, nei toni di gradazioni spontanee che traducono un’intensa lettura emozionale.

Il paesaggio notturno su Trinità dei Monti si esprime attraverso il contrasto irrazionale tra il profondo Blu di Prussia del cielo e il giallo di cadmio, arricchito da tocchi di arancio e ocra che illuminano il paesaggio monumentale, spingendo oltre la luce e il sentimento convenzionali. La vista panoramica notturna sulla Basilica di San Pietro è caratterizzata da sfumature di verde cinabro, accompagnate da rossi carminio e rosa antico, su uno sfondo di violetto cobalto che dissolvono i contorni, facendo prevalere il sogno notturno. Il Colosseo, rappresentato in verde e rosa, esplode in un contrasto vibrante di luci e ombre, evocando la storia e il sudore di un passato immersivo, mentre sullo sfondo della Roma moderna si staglia una macchia indistinta, simbolo della spersonalizzazione del presente.

Il lavoro di Domenico Asmone non prescinde mai dalla realtà: ogni paesaggio, ogni monumento, ogni scorcio cittadino è sempre filtrato attraverso il suo sguardo, che ne esprime l’essenza cromatica e l’emotività più profonda. Le sue vedute non sono mai semplici riproduzioni, ma interpretazioni che vivono attraverso una sovrabbondanza estetica e una continua tensione tra la bellezza e l’autonomia del colore.

La pittura di Asmone invita l’osservatore ad addentrarsi nei dettagli della sua pittura, nei fitti diagrammi di colore che danno vita alla visione. I suoi dipinti sono caratterizzati da una struttura cromatica precisa, dove i segni, i punti e le macchie di colore si intersecano senza mai dissolversi completamente, creando una tessitura che sfida la rappresentazione tradizionale. I colori, pur nella loro intensità, non si mescolano mai totalmente, ma restano distinti, dando vita a una superficie ricca e vibrante.

Per lui i colori non sono una mera imitazione della realtà, ma verità indipendenti, espressioni della propria purezza, e il suo lavoro non è solo una rappresentazione del mondo, ma una riflessione profonda su come il colore può trasfigurare la realtà e rivelarne l’essenza nascosta.

Apertura sabato e domenica: 10-12.30; 16.30-19.

De Angelis (anche per le fotografie)