Premio Bookciak, Azione! e Premio Zavattini. Iscrizioni fino al 10 giugno

Lo scambio e il dialogo tra generazioni, i temi del lavoro e della solidarietà e, in particolare quello della pace quotidiana tornano con Memory Ciak, sezione speciale del Premio Bookciak, Azione! 2024, realizzata con la Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e il Premio Cesare Zavattini, in collaborazione con Spi-CGIL, LiberEtà.

Il ragazzo con la tuta blu di Peppe Lomonaco (LiberEtà, 2024) è il romanzo di riferimento per la creazione di un bookciak (corto sperimentale di max tre minuti) nell’ambito della speciale sezione dedicata alla memoria. I concorrenti (entro i 35 anni) possono quindi ispirarsi a queste pagine utilizzando gratuitamente il prezioso materiale dell’AAMOD, ed essere premiati alla Mostra del cinema di Venezia, nell’ambito di Bookciak, Azione! 2024, premio cine-letterario e tradizionale evento di pre-apertura delle Giornate degli Autori, ideato e diretto da Gabriella Gallozzi, che si svolgerà il 27 agosto 2024 al Lido di Venezia, in collaborazione col Sindacato Giornalisti Cinematografici (SNGCI). La direzione del Premio Zavattini sceglierà il vincitore della sezione Memory Ciak.

Il Premio Bookciak, Azione! si propone come prezioso laboratorio creativo per i giovani filmmaker. Tutti gli interessati, entro 35 anni, possono concorrere gratuitamente – e quindi partecipare a una vetrina importante come il Festival di Venezia e poi andare in tour tutto l’anno tra altri festival italiani e stranieri, tra cui Parigi e Lugano – attraverso la realizzazione dei bookciak: corti sperimentali e inediti, di massimo tre minuti, ispirati ai tre libri vincitori della terza edizione di Bookciak Legge, legati insieme, quest’anno, dal tema della pace quotidiana. L’iniziativa è prodotta dall’Associazione culturale Calipso e da Bookciak Magazine (www.bookciakmagazine.it). Le iscrizioni sono aperte fino al 10 giugno 2024. Per partecipare basta inviare una mail a info@bookciak.it con recapiti e dati personali. Importante è specificare il libro scelto per realizzare il bookciak. La premiazione, il 27 agosto 2024, sarà l’evento di pre-apertura delle Giornate degli Autori al Lido di Venezia, nel corso di una serata in collaborazione con SNGCI e Spi-CGIL.

Il Premio Cesare Zavattini/Unarchive è un’iniziativa promossa dalla Fondazione Aamod, cui possono concorrere, attraverso un bando pubblico di prossima pubblicazione, giovani filmmaker di età compresa tra i 18 e i 35 anni, con il progetto di un cortometraggio che preveda l’utilizzazione anche parziale del materiale filmico della Fondazione Aamod, degli archivi partner o di altri archivi. Tra i progetti pervenuti, una Giuria composta da cinque importanti personalità del cinema italiano sceglie nove finalisti, i cui autori e autrici hanno la possibilità di partecipare gratuitamente a un Workshop formativo e di sviluppo condotto da affermati professionisti. Al termine, la stessa Giuria seleziona tra i finalisti tre progetti vincitori che, oltre a utilizzare liberamente il materiale filmico dell’Aamod e degli archivi partner, ricevono servizi gratuiti di supporto per la realizzazione dei cortometraggi e la somma di 2.000 euro per ciascun progetto realizzato.

Peppe Lomonaco, scrittore-operaio ne Il ragazzo con la tuta blu racconta la vicenda tutta in soggettiva di un ragazzo del Sud, costretto ancora minorenne a trasferirsi dalla sua realtà rurale della Puglia nella periferia nebbiosa di Milano, Per cercare fortuna, insieme con la famiglia, nel Nord del tumultuoso e travolgente sviluppo industriale. Scoprirà cosi la vita di fabbrica, la sveglia alle cinque, la convivenza e la solidarietà coi compagni di squadra, gli scioperi ma anche la strage di Piazza Fontana. Vincitore del premio letterario Guido Rossa 2023, Il ragazzo con la tuta blu per le sue tematiche legate al mondo operaio si presta splendidamente al found footage col materiale d’archivio dell’AAMOD.

Elisabetta Castiglioni

Asian Film Festival. I premiati

Si è conclusa a Roma, al Cinema Farnese ArtHouse, la XXIesima edizione di Asian Film Festival che ha registrato – negli otto giorni di full immersion in sala con le migliori opere della nuova cinematografia provenienti dall’Estremo Oriente – un totale sold out e numerosi consensi nelle varie categorie in concorso e fuori concorso.

“Un’edizione, questa – dichiara il direttore artistico Antonio Termenini – che conferma l’interesse esponenziale di pubblico e stampa nei confronti di un cinema coraggioso che, sebbene proveniente da culture lontane dall’Occidente, è in grado di comunicare forti emozioni e argomentazioni universali riflesse nelle paure, abitudini e contesti che l’essere umano si trova ad affrontare. In particolar modo quest’anno siamo orgogliosi del dialogo costruttivo instaurato dai nostri giurati che ha portato a scegliere opere uniche, tutte meritevoli di una grande distribuzione nel nostro Paese. E questo è il miglior auspicio che possiamo rivolgere ai loro autori, produttori ed interpreti!.

Indonesia, Malesia, Taiwan, Giappone, Vietnam e Cina sono le nazioni di provenienza dei film e degli interpreti vincitori. Tra le 17 opere in concorso, le principali argomentazioni erano focalizzate sulla donna, sulle sue difficoltà di integrazione  nei contesti sociali, religiosi e professionali del quotidiano, come anche particolare attenzione è stata dedicata ai riflessi delle paure dell’individuo sulle relazioni familiari e generazionali.  La giuria, presieduta da Antonio Polito e composta da Christian Carmosino Mereu ed Angelica Alemanno, ha decretato il seguente verdetto:

Film più originale:

WOMEN FROM THE ROTE ISLAND

(Jeremias Nyangoen, Indonesia, 2023)

Motivazione: Potente e inatteso nel raccontare una storia vera tanto violenta quanto comune ad ogni latitudine, quella della violenza di genere. Si esprime attraverso uno sguardo originale capace di restituirci la dimensione locale della fiducia tradita, dello spazio violato, dell’orrore svelato. Un manifesto per il movimento femminista indonesiano.

Ex aequo:

MARYAM

(Badrul Hisham Ismail, Malesia, 2023)

Motivazione: MARIAM è un originale e coraggioso ritratto del complesso di regole dettate dalla sharia, capaci di condizionare la libera scelta delle donne. Una giornata fatta di tappe irrinunciabili che conduce gli spettatori e la protagonista verso una forzata presa di coscienza e inaspettata scelta di autodeterminazione, attraverso dialoghi originali, intrepidi, violenti come armi da taglio.

Miglior Attore:

Frederick Ming Zhong Lee

per FISH MEMORIES (Hung-I Chen, Taiwan, 2023)

Motivazione: Frederick Ming Zhong Lee stupisce per la versatilità e la capacità di donare al protagonista di FISH MEMORIES un fascino insolito. Elegante ed empatico, presenta la sua chiave interpretativa nel ruolo di amico, amante, fratello, nemico. Una performance senza enfasi eppure capace di esprimersi con la più ampia gamma di emozioni sul filo dell’ambiguità tra bene e male, attività e passività, bellezza e orrore.

Miglior Attrice:

SOFIA JANE

per MARYAM (Badrul Hisham Ismail, Malesia, 2023)

Motivazione: Sofia Jane è MARYAM. Prova estenuante per un personaggio che alterna insofferenza a sopportazione, frustrazione a coraggio, sfida ad autodeterminazione. Sofia Jane non ha altra sponda che il confronto dialettico con l’altro da sé: sorridere è impossibile, rilassarsi è vietato; una interpretazione intensa capace di esprimere insieme l’ineluttabilità del presente e la sfida del futuro.

Miglior Regia:

NAOKO OGIGAMI

per RIPPLES (Giappone, 2023)

Motivazione: Con la sua sensibilità Naoko Ogigami è riuscita ad orchestrare con RIPPLES un racconto equilibrato, credibile ed efficace, Iyashi-kei eiga: “capace di guarigione emotiva”. Il film restituisce al pubblico, attraverso un personaggio ossessivo compulsivo, il fantasma delle nostre paure. Grandi temi come l’abbandono, il rancore, la malattia, la morte si trasformano con sguardo impietoso, surreale, e con tagliente ironia. La volontà di vendetta lascia il posto ad una liberatoria danza sotto la pioggia, apoteosi di un’opera dalla mirabile regia.

Miglior Film

INSIDE THE YELLOW COCOON SHEEL

(Pham Thien An, Vietnam, 2023)

Motivazione:Un film audace che pone al centro il tema della spiritualità quale rapporto tra fede ed esperienza terrena. Il piano sequenza perde i connotati puramente narrativi per farsi espressione metafisica del presente. Il fuori campo esprime in sé il delicato confine tra immanente e trascendente, accompagnando il pubblico verso un necessario ritorno alla specificità documentaria del linguaggio filmico. Eccezionale sintesi di profondità e controllo registico per un’opera prima.

Gli studenti del Master in Traduzione Audiovisiva della UnInt coordinata dal prof. Antonio Falduto, in qualità di membri della giuria per la sezione Newcomers, dedicata alle opere prime, hanno deciso di premiare il film THE CORD OF LIFE, diretto da Sixue Qiao, con la seguente motivazione: “attraverso l’uso della musica e della fotografia, la regista riesce a trasmettere al pubblico emozioni profonde. Man mano che la storia procede, la musica ”pop” di Alus lascia il posto a melodie ”folk”. Il cielo nuvoloso, che incombe sulla città e sulla tragica situazione dei personaggi, si apre con colori vivaci che si manifestano con un’immagine suggestiva alla fine della storia. La regista ci fa viaggiare nelle vaste e affascinanti lande della sua terra d’origine, la Mongolia, raccontandoci la storia di un amore che trascende la memoria, sconfigge il tempo e si nutre della forza della natura, che come un flusso inarrestabile scorre nel cordone ombelicale tra madre e figlio, quel filo di vita che nessuna mano potrà mai davvero spezzare e nessuna malattia dimenticare. Per la complessità dell’argomento, la delicatezza della narrazione, la bellezza contenuta nella semplicità del racconto, mai banale, mai scontato. Per la cura nella scelta delle melodie che catturano lo spettatore, già rapito dai paesaggi mozzafiato e dalla verità ricercata nell’interpretazione degli attori, gli stessi che lo prendono per mano verso una struggente, ma necessaria, pausa emotiva che scalda il cuore e inonda gli occhi.”

Alla cerimonia di premiazione erano presenti una rappresentante dell’Ambasciata di Indonesia e l’Ambasciatore del Vietnam in Italia. I premiati hanno portato in video il loro saluto ed espresso il personale ringraziamento al festival.

I premi erano disegnati dall’artista Fabio Truffa.

Sono state infine estratti i premi in palio agli abbonati della rassegna, gentilmente offerti dall’Ente del Turismo Thailandese.

Appuntamento al prossimo anno.

Elisabetta Castiglioni

Milano Sunday Photo

Sabato 4 e domenica 5 maggio prende il via l’ottava edizione di Milano Sunday Photo, il mercatino della fotografia milanese per eccellenza, che si svolge nella splendida cornice seicentesca di Cascina Cuccagna sotto la direzione artistica di Giuseppe Ferraina.

Come da tradizione, Milano Sunday Photo si distingue per un approccio trasversale e avvolgente al mondo della fotografia, che aiuta a creare un’atmosfera accogliente e inclusiva ponendo vis à vis pubblico ed espositori, ovvero tutte le anime della fotografia: accanto agli autori professionisti ed emergenti, ci sono venditori specializzati di prodotti fotografici e attrezzatura di alta qualità, oltre a stand dedicati alla fotografia vintage e all’editoria di settore, grazie anche all’agreement fra Milano Sunday Photo e Rodolfo Namias Editore, Main Media Partner della manifestazione con le testate Fotografia.it e Tutti Fotografi.

Da annotare sul proprio taccuino anche la Fotografia di ritratto ambulante di Rosario Patanè che girerà tra la gente utilizzando una tecnica analogica dell’Ottocento a sviluppo istantaneo; il Set fotografico dello Studio Avogadro in cui saranno eseguiti ritratti fine-art gratuiti; il laboratorio fotografico Speed Photo Bovisa specializzato in vendita di materiale fotografico e sviluppo e stampa analogica.

25 gli autori presenti: Federica Antico, Francesco Zavattaro Ardizzi, Alessandro Arnaboldi, Angelo Avogadro, Elena Barsotelli (Photosystem), Karen Berestovoy, Nicola Bertoglio, Paolo Bonfiglio, Mario Cucchi, Tullia Diena, Matteo De Cillis, Dalila De Luca, Pietro Di Girolamo, Sonia Franguelli, Alessandro Greco, Tiziano Masciadri, Enus Mazzoni, Rocco Scattino, Emiliano Sciandra, Michela Taeggi, Eleonora Tarantino, Francesca Meana, Gianni Nava, Toby Vignati, Nicola Bertoglio.

Inoltre, saranno presenti l’Associazione Culturale Ponti x l’Arte, la libreria specializzata Shelfie Cafè con libri rari di fotografia, la scuola di fotografia di Milano Orti Fotografici di Stefano Potestà, il collettivo Immagini in Movimento di Michela Taeggi, oltre alla possibilità di scoprire con Luca Cisternino una particolare tecnica giapponese di rilegatura per custodire le proprie opere fotografiche.

Ad arricchire ulteriormente la manifestazione anche la mostra personale “Bored” di Angelo Ferrillo sul mondo della moda: venti opere raccontano l’attesa per rendere indimenticabili quei fatidici “otto minuti” che rappresentano la durata media di una sfilata; quelli in cui, durante una qualsiasi fashion-week a Milano, Parigi, New York, Tokyo oppure Londra,  Maisons, Fashion Designer, Creative Director e tutti i satelliti di questo intricato mondo impegnano fino all’ultimo granello della loro energia… Per l’esattezza 480 secondi durante i quali ognuno si gioca il proprio futuro ed ha nelle mani il futuro di qualcun altro.

Infine, il direttore artistico della manifestazione Giuseppe Ferraina visionerà i lavori e i progetti fotografici di autori emergenti per le 4 rubriche a sua cura (Quartiere, Plaquette, Fanzine, Stories) che saranno pubblicate su Tutti Fotografi e  Fotografia.it.

Milano Sunday Photo è resa possibile grazie anche al sostegno di FcF Forniture Cine Foto di Milano.

De Angelis

“Versi d’Autore” a Ferrara

La mostra, curata da Mirna Bonazza, responsabile U.O. Biblioteche del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara, presenta una preziosa documentazione costituita da componimenti poetici di varia natura quali: sonetti, ballate, cantari, oratori, poemetti, poemi cavallereschi, etc. Un fil rouge che, attraverso la memoria di versi d’autore, narra le storie, le imprese, le leggende, le emozioni, il pensiero, quali testimoni di un trascorso letterario. Corredati da didascalie esplicative, i manoscritti presentati sono in relazione sequenziale, tematica, contestuale, cronologica fra loro.

Sono esposti in mostra esemplari di grande pregio, fra codici miniati, autografi, partiture musicali, che coprono un arco cronologico che va dal XIII al XX secolo. Dall’importante testimone manoscritto di Ars nova contenente due ballate di Francesco Landini, ai codici miniati del Quattrocento quali La Spagna, poema cavalleresco in ottave commissionato da Borso d’Este, l’Haeroticon di Tito Vespasiano Strozzi, il Canzoniere di Francesco Petrarca. Dal poemetto De domina Stella, in cui Galeotto Marzio esalta le virtù morali ed estetiche di Stella de’ Tolomei dell’Assassino (o dell’Asisino), agli esemplari autografi quali La Giuditta di Vincenzo Monti, Il Misogallo di Vittorio Alfieri, Pomposia di Giovanni Pascoli, Parisina tragedia lirica di Gabriele D’annunzio, La primavera tratta da Canzoni a bocca chiusa di Corrado Govoni. Le opere summenzionate rappresentano solo una parte di quanto presente in mostra.

La mostra, a ingresso libero, è visitabile, sino al 30 aprile 2024, negli orari di apertura della Biblioteca Comunale Ariostea: dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 19, sabato dalle 9 alle 13.

Alessandro Zangara

Sfilata di veicoli storici militari con persone in uniformi risalenti alla Seconda Guerra Mondiale quella intitolata “La Colonna della Libertà”, svoltasi nel centro storico di Ferrara ieri e stamattina e inserita nelle iniziative culturali organizzate per le celebrazioni del 25 aprile.

A sfilare lungo le stesse strade che li videro protagonisti durante la Campagna d’Italia sarà una formazione composta da una base di 110 automezzi militari e 311 figuranti in divise risalenti alla seconda guerra mondiale.
Il 25 aprile del 1945, infatti, furono i cornamusieri del 1.o e dell’8.o Battaglione scozzese degli Argyll and Sutherland Highlanders (Princess Louise’s), inquadrati nella 8 Indian Infantry Division, che si esibirono in Piazza Duomo a Ferrara.
I referenti dei musei raccontano che durante l’attraversamento del fiume Po, il Pipe-Major R. H. Brown, rimase colpito dall’imponenza del grande fiume e decise di comporre un brano dal nome emblematico: “The 8th Argylls Crossing the River Po”. Questa marcia è stata poi inserita nel libro delle partiture ufficiali del reggimento, che ha il proprio quartier generale nel Castello reale di Stirling in Scozia.

All’incontro di presentazione con i giornalisti, che si è tenuto lunedì 22 aprile 2024 nella sala dell’Arengo della residenza municipale di Ferrara, sono intervenuti l’assessore al Turismo del Comune di Ferrara, il vicepresidente del Museo Gotica Toscana-History Military Vehicle Italy Filippo Spadi e il socio coordinatore Francesco Faccini del museo della Seconda Guerra mondiale del fiume Po di Felonica.

La “Colonna della Libertà” è organizzata da due importanti Musei inerenti la Seconda Guerra Mondiale che una volta all’anno portano fuori dalle loro mura il suo contenuto per avvicinarlo alla popolazione. Si tratta di un evento itinerante nato nel 2008 e che ogni anno cambia tragitto percorrendo centinaia di chilometri. Ha ricevuto già due volte l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e nel 2014 gli equipaggi sono stati ricevuti dal Santo Padre proprio per i valori fondanti dell’evento che sono Pace e Democrazia. La “Colonna” è composta da oltre 120 veicoli storici militari originali dell’epoca e dei relativi equipaggi di cui una aliquota in uniforme storica a corredo del veicolo. E’ un evento aperto a tutti e gli equipaggi sono principalmente famiglie; come in ogni museo, si rappresentano gli attori protagonisti della Liberazione principalmente britannici e americani ma anche minoranze come brasiliani, indiani, civili, partigiani e italiani.
La Colonna della Libertà è quindi un evento che, attraverso varie discipline come il motorismo storico, l’uniformologia, la ricerca storica e d’archivio, mantiene viva la Memoria degli eventi della Liberazione d’Italia rivolgendosi ad un pubblico segnatamente giovanile; forse è proprio questo il successo dell’evento dalla sua creazione, ovvero il messaggio storico e apolitico che piace alla gente comune e non piace a coloro che vogliono strumentalizzare simili iniziative a vantaggio della politica. La Colonna della Libertà insegna che la guerra è sempre sbagliata, foriera di morte e distruzione e seminatrice di odio che permea negli animi per decenni.
Quest’anno i veicoli storici militari della Colonna della Libertà, tutti risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, percorreranno ancora una volta le vie e i centri abitati che li videro protagonisti durante la Campagna d’Italia, da Cortona sino a Ferrara, passando per Scarperia. Per molti di questi territori sarà l’80° Anniversario, una ricorrenza importante in quanto rappresenta un appuntamento limite per coloro che vissero in prima persona i momenti della guerra.

Alessandro Zangara (anche per la fotografia)

Il Gabriele Coen Quintet in “Omaggio a Bernstein”

Il nuovo quintetto di Gabriele Coen presenta un originalissimo omaggio a Bernstein, mercoledì 24 aprile alle 18.00, per la stagione di Roma Sinfonietta all’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).

Leonard Bernstein è stato uno dei più grandi musicisti del Novecento, compositore, pianista, direttore d’orchestra e didatta. Gabriel Coen e il suo quintetto, proporranno negli arrangiamenti di Andrea Avena le sue canzoni più note da West Side Story (1957), tra cui Maria, Tonight e Somewhere, e la sua musica di ispirazione ebraica, come Ilana the Dreamer (1950), Yigdal e Chichester Psalms. Il rispetto e l’ammirazione di Gabriele Coen per la musica di Bernstein si coniuga con il linguaggio dell’improvvisazione e del jazz, in un incontro inedito che vuole far riscoprire la bellezza di queste immortali composizioni.

A proposito del cd del Gabriele Coen Quintet uscito nel 2020 per la prestigiosa etichetta Parco della Musica Records col titolo “Leonard Bernstein Tribute”, Gianni Morelenbaum Gualberto ha scritto: “West Side Story è il Fidelio americano, è Shakespeare riletto attraverso Tocqueville, è l’America alla spasmodica ricerca del sublime, è incrocio vertiginoso tra dramma e balletto, tra opera e teatro musicale, tra Broadway e le periferie di New York”. E Stefano Zenni: “Questo progetto di Gabriele Coen, che va oltre la rilettura di West Side Story, mostra più di un tocco di originalità per la scelta dei musicisti, di estrazione così diversa, la strumentazione, tra classica e jazz e un attento equilibrio dell’improvvisazione nelle intelaiature compositive, che reggono la grande impalcatura della musica di Bernstein.”

Gabriele Coen, sassofonista, clarinettista, compositore e didatta, si dedica da trenta anni all’incontro tra jazz e musica etnica, in particolare mediterranea ed est-europea. Ha realizzato insieme a Mario Rivera diverse colonne sonore per il cinema tra cui “Notturno Bus” (2007), “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio” (2010) e “Tornare” (2020) di Cristina Comencini. Già fondatore dei KlezRoym – nota formazione italiana dedita alla riattualizzazione del patrimonio musicale ebraico – nel 2001 ha dato vita al gruppo “Gabriele Coen Atlante Sonoro” con cui fonde il linguaggio jazzistico con la musica etnica Nel 2013 ha fondato un nuovo quintetto a suo nome, con cui ha inciso quattro cd, di cui due per la Tzadik Records, la prestigiosa etichetta newyorchese di John Zorn,che ha detto di lui: “Gabriele Coen è compositore e interprete di uno dei più entusiasmanti esempi di nuova musica ebraica, capace di combinare una profonda conoscenza e un sincero rispetto per la tradizione, con un eccezionale intuito comunicativo e sensibilità immaginifica. All’avanguardia, eppure fermamente radicato nella tradizione, i suoi progetti esprimono passione, integrità e un’impeccabile arte interpretativa.”

Gli altri componenti di questo quintetto d’eccezione sono: al pianoforte Gianluca Massetti, giovane talentuoso interprete multistilistico in grado di passare dal jazz alla classica e al pop; al violoncello la giovane ma già affermata Livia De Romanis; alla batteria Zeno De Rossi, uno dei musicisti più versatili del panorama  musicale italiano, frequentatore assiduo della scena musicale newyorchese, collaboratore di personaggi del calibro di Vinicio Capossela, Enrico Rava, Franco D’andrea, Francesco Bearzatti, Mauro Ottolini, Guano Padano; al contrabbasso Danilo Gallo, uno dei musicisti italiani più richiesti nei contesti più disparati, presente in molte formazioni di grande impatto al fianco di Giovanni Falzone, Francesco Bearzatti, Enrico Rava, Mauro Ottolini, Guano Padano.

Biglietti: € 12,00 intero; € 8,00 ridotti personale universitario e over 65; € 5,00 studenti

I biglietti si possono acquistare presso Roma Sinfonietta(telefono06 3236104– email:romasinfonietta@libero.it) o presso l’Auditorium E. Morricone dell’Università di Roma “Tor Vergata” a partire da un’ora e mezzo prima di ogni concerto.

Mauro Mariani (anche per le fotografie)

Sara Montani. Caleidoscopio

Caleidoscopio, la nuova mostra dell’artista milanese Sara Montani in programma dal 24 aprile al 6 maggio 2024 al Centro espositivo Torre delle Arti del Comune di Bellagio sul lago di Como, realizzata con il patrocinio del Museo della Permanente di Milano, si presenta come una vera e propria retrospettiva, da scoprire come se si stesse guardando attraverso un caleidoscopio, dove ogni angolo offre una nuova prospettiva e una visione unica.

Caratterizzata da una ricerca che da sempre unisce materiali e linguaggi differenti, l’arte di Sara Montani è come un viaggio tra passato e presente, attenta esplorazione della memoria collettiva attraverso il linguaggio di oggetti del passato che diventano magicamente simboli di una ricerca personale di significato e appartenenza.

Partendo da questo assunto, all’interno della suggestiva Torre delle Arti costruita nel XIII secolo come avamposto di avvistamento, Sara Montani ha pensato a un allestimento site specific che si adattasse a uno spazio espositivo che si sviluppa in verticale e non in orizzontale, come accade canonicamente, presentando una serie di opere appartenenti a diversi periodi, dai differenti linguaggi espressivi e dalle varie dimensioni.

Nella parte alta della torre, una per piano, sono collocate due imponenti installazioni, Textum (una grande camicia ospedaliera trasparente con motivi floreali cristallizzata in resina) e In ragione di un filo sottile. Itinerari (due stampe di grandi dimensioni affiancate, il fronte e il retro di una tavola di legno, a suggerire la forma di un albero, con alla base cinque stampe strette e lunghe di diverse misure).

Negli ambienti ai primi due piani, invece, opere dalle misure più piccole: acquerelli, chine, incisioni, monotipi e monoprint, libri d’artista, selezionati per affascinare e coinvolgere un pubblico internazionale.

La mostra di Bellagio ripropone come la caleidoscopica creatività di Sara Montani trovi fondamento nella riorganizzazione di oggetti archeologici e antropologici, portavoci di memorie perdute, che si trasformano in opere d’arte variegate: dall’incisione alla stampa, dalla scultura alle installazioni.

Una ricerca poetica che nel tempo si è concentrata in particolare sugli indumenti, custodi tangibili di esistenza, intimità e valori umani, rendendoli di volta in volta protagonisti della sua arte attraverso nuove forme espressive che ne esaltano il valore simbolico e narrativo: opere uniche che dialogano con il presente pur rimanendo profondamente radicate nella memoria storica e culturale.

Caleidoscopio è dunque un racconto a specchi e frammenti di vetro colorati che vuole ribadire il bisogno di Sara Montani di andare oltre alla rielaborazione estetica, volendo instaurare un dialogo profondo con lo spettatore, per lasciare un’impronta e stimolare una riflessione sulla continuità dell’esperienza umana e sul ruolo dell’arte come ponte tra le epoche.

Artista impegnata nell’indagine della realtà sociale, la produzione artistica di Sara Montani abbraccia più linguaggi, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia all’incisione, alle installazioni e ai libri d’artista, impiegando materiali e tecniche varie.

La sua ricerca affonda le radici nella memoria, individuale e collettiva e nella trasmissione della conoscenza, di generazione in generazione. Predilige progetti tematici, trasferendo il vissuto personale all’interno dell’opera d’arte.

Formatasi all’Accademia di Belle Arti di Brera con Tito B. Varisco e Guido Ballo, Sara Montani espone dal 1970 ed è stata invitata a prestigiose manifestazioni conseguendo premi e segnalazioni. Le sue opere figurano in collezioni e raccolte di enti pubblici e privati in Italia, Francia, Belgio, Inghilterra, Romania, Svizzera, Egitto, Germania, Cina, Giappone, Stati Uniti, Polonia, Repubblica Dominicana.

Già membro della Commissione Artistica del Museo della Permanente di Milano, dal 2022 Sara Montani fa parte del Consiglio direttivo del Museo della Permanente di Milano e continua a contribuire attivamente al panorama artistico milanese ed italiano. Sara Montani vive e lavora a Milano.

Centro Espositivo Torre delle Arti, Salita Plinio 25, Bellagio (CO) dal 24 aprile al 6 maggio 2024. Ingresso libero

Orari di apertura al pubblico 10.30-13.00 / 15.30-18.30. Venerdì e sabato apertura anche serale dalle 21 alle 22.30. Tutti i giorni alle ore 11.00 visita guidata gratuita con l’artista. Per prenotazioni: 339-1052214

De Angelis (anche per le fotografie)

Regione Lombardia regala 16.000 abbonamenti a bambini e famiglie

Regione Lombardia presenta il progetto speciale dedicato a bambini e ragazzi per avvicinarli al mondo dei musei. Il progetto, sostenuto da Fondazione Cariplo, è organizzato in collaborazione con Abbonamento Musei e con la rete degli Oratori delle Diocesi Lombarde. Il progetto ideato da Regione Lombardia, attraverso l’Associazione Abbonamento Musei e con il coinvolgimento attivo degli oratori – centri di aggregazione tra i più frequentati da bambini e ragazzi –  intende costruire un nuovo ponte tra le famiglie lombarde con figli in età scolare (scuola primaria e scuola secondaria di primo grado) e i 218 musei inclusi nel circuito AM Lombardia.

Si tratta di un’occasione unica, per grandi e piccoli, di sperimentare un nuovo modo di vivere la cultura e scoprire insieme l’inestimabile ricchezza del patrimonio artistico regionale. 

Un, due, tre… Musei! regalerà ai bambini e alle bambine che frequentano gli oratori coinvolti nell’iniziativa 8.000 Abbonamento Musei Junior, della durata di 365 giorni, e 8.000 membership speciali, della durata di due mesi, a un accompagnatore adulto. Al termine della scadenza, l’accompagnatore potrà rinnovare la card a una tariffa agevolata. Inoltre, ogni famiglia aderente al progetto avrà l’opportunità di godere di uno sconto sull’acquisto di ulteriori abbonamenti.

Parallelamente, il progetto, che si svilupperà da aprile a fine dicembre 2024, chiamerà a raccolta anche tutti i musei inclusi nel sistema AM Lombardia per allestire un palinsesto di attività e visite guidate gratuite riservate ai bambini e alle famiglie che hanno richiesto l’abbonamento. Laboratori, eventi e workshop costruiti ad hoc, promossi su tutto il territorio.

«Un interessante progetto che nasce per proporre ai più piccoli un’occasione di scoperta e di conoscenza del ricco patrimonio culturale della Lombardia, proponendo con gratuità la tessera di Abbonamento Musei e la visita di 218 luoghi di cultura regionali: uno strumento privilegiato per conoscere istituzioni, mostre e attività educative e di valorizzazione del nostro patrimonio e della nostra identità. Iniziative di questo tipo permettono di fare avvicinare i bambini ad esperienze utili e necessarie per formare e sviluppare in modo sano e creativo la personalità e il benessere individuale.» dichiara Francesca Caruso, assessore alla cultura di Regione Lombardia.

«La cultura, intesa come capacità di apprendimento e di crescita, riveste un ruolo insostituibile nei processi di sviluppo del capitale umano e risponde al bisogno di partecipazione alla collettività. Per questo motivo investire in cultura significa investire in conoscenza, ed è fondamentale offrire gli strumenti più idonei affinché tutti abbiano la possibilità di accedervi. Per combattere la povertà culturale occorre creare nuovi alfabeti che siano di facile comprensione e coinvolgimento, dialoghi e occasioni di incontro in luoghi familiari come gli oratori, da sempre vocati alla comunità. La Fondazione Cariplo crede molto in questo progetto che nella sua semplicità ha la grande forza delle sinergie fra arte, cultura, coesione sociale e territorio, e che per questo ha la capacità di parlare ad ognuno, dai bimbi più piccoli fino alle famiglie, facilitando l’accesso alla fruizione di un patrimonio di bellezza che appartiene a tutti.» afferma Patrizia Asproni, consigliera di amministrazione referente settore arte e cultura di Fondazione Cariplo.

Veri e propri avamposti di socialità e inclusione, gli oratori sono diffusi in maniera capillare su tutto il territorio regionale: sono luoghi a cui le famiglie affidano volentieri i più piccoli e un punto di riferimento per molti ragazzi e ragazze; soprattutto nei piccoli comuni, costituiscono spesso l’unico centro di ritrovo e aggregazione.

In Lombardia gli oratori attivi sono oltre 2.300, il 40% di quelli italiani, e ciascuno di essi è frequentato in media da 180 bambini e ragazzi; la fascia d’età più rappresentata è quella dei bambini tra i 6 e i 12 anni, pari al 54% dei frequentanti totali. Gli oratori ricoprono un’importante funzione educativa nei confronti del mondo giovanile, un luogo sicuro e accogliente, in cui sperimentare un tipo di socialità destrutturata. Negli oratori l’accento infatti è posto sull’“essere”, a differenza di altri contesti, come quelli scolastici, in cui si sottolinea il “fare”, e quindi l’apprendimento di abilità specifiche. Le attività promosse dagli oratori ruotano soprattutto intorno allo sport, al gioco e alle attività ricreative. Grazie a Un, due, tre… Musei! l’offerta sarà potenziata anche sul fronte culturale e artistico, offrendo un’occasione preziosa a bambini e bambine di ogni fascia sociale, anche le più fragili, di entrare in contatto con i musei del territorio e di fruire di servizi culturali insieme alla famiglia e agli amici. La fruizione di esperienze artistiche e creative gioca, sin dall’infanzia, un ruolo determinante per un pieno sviluppo della personalità e del benessere individuale. Un, due, tre…Musei! si propone di allargare la partecipazione culturale in maniera orizzontale, abbattendo quelle barriere sociali ed economiche che spesso impediscono alle famiglie di accedere alle istituzioni museali o di approfondire la conoscenza del patrimonio culturale del territorio. 

«La dimensione culturale è indispensabile nel cammino di crescita dei ragazzi e degli adolescenti. Con questa consapevolezza gli oratori della Lombardia collaborano volentieri con tutte le Istituzioni culturali ed educative che promuovono questa visione. Nello specifico, la collaborazione con l’Associazione Abbonamento Musei incoraggerà le famiglie ad avvicinarsi ai musei del nostro territorio, non solo come frequentatori occasionali, ma a trovare nei musei una vera e propria casa della cultura e della storia» conclude Don Stefano Guidi, coordinatore ODL, Oratori Diocesi Lombarde.

«Presentare oggi questo progetto speciale dedicato a bambine e bambini, ragazzi e ragazze è un traguardo che conferma il ruolo della nostra carta come prezioso strumento di partecipazione. I numeri delle carte vendute in Lombardia lo scorso anno hanno registrato un ulteriore incremento. Gli abbonati sono stati oltre 38.000 con 244.457 visite nei 249 musei convenzionati, a testimonianza di una partecipazione sempre crescente. Il dato dei musei lombardi si inserisce nel contesto più ampio che vede attivi oltre 190.000 abbonati nelle tre regioni di Associazione Abbonamento Musei, Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta. La collaborazione con la rete degli oratori è di grande rilevanza per la comunità lombarda: sono luoghi di partecipazione, un ambito privilegiato dove i giovani sono chiamati a esprimersi liberamente, sono spronati al confronto intergenerazionale e interculturale» commenta Alberto Garlandini, presidente di Abbonamento Musei.

«É con una certa emozione che diamo avvio a questo progetto che rappresenta un tassello significativo nel grande mosaico di azioni messe in atto dalle istituzioni volte a contrastare la povertà educativa minorile, proponendo un’esperienza museale accogliente e inclusiva. Con Un, due, tre… Musei! sono i bambini ad essere protagonisti di un cambiamento culturale, cittadini dell’oggi e non del domani: saranno loro a prendere per mano i genitori e a portarli al museo» conclude Simona Ricci, direttrice di Abbonamento Musei.

Delos

Mozart, Schubert e Grieg con il duo Marini – D’Augello

Un duo formato da due giovani emergenti, Alessandro Marini al violino e Silvia D’Augello al pianoforte, sarà protagonista domani, mercoledì 17 aprile alle 18.00, del concerto di Roma Sinfonietta all’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).

Il programma è lo stesso del loro CD dedicato a Mozart, Schubert e Grieg, pubblicato recentemente con ottimo successo. Il primo brano è la Sonata per violino e pianoforte op 137 n. 1 di Franz Schubert, che la compose nel 1816, quando aveva appena diciannove anni ma aveva già creato alcuni capolavori. Come tutta la musica di Schubert non fu immediatamente compresa dai suoi contemporanei e fu pubblicata solo nel 1836, nove anni dopo la precoce morte del compositore. È nella festosa e luminosa tonalità di re maggiore e rivela l’influsso di Mozart sul giovanissimo Schubert. Proprio di Mozart è il brano successivo, la Sonata in si bemolle maggiore K 454, composta nel 1784 in vista di un concerto a cui cui avrebbe assistito anche l’imperatore Giuseppe II: Wolfgang Amadeus dovette comporla con tale rapidità che non ebbe nemmeno il tempo di scrivere in partitura la parte del pianoforte e il giorno del concerto la improvvisò sulla base di pochi appunti, completandola solo in seguito. Eppure va annoverata tra i suoi maggiori capolavori e aprì la strada a quegli ampliamenti formali ed espressivi che più tardi Beethoven avrebbe ripreso. Ne è un momento culminante l’Andante centrale, quando una raffinatissima melodia crea un sublime momento di meditazione. Conclude il concerto la Sonata n. 3 op. 45 di Edward Grieg, un capolavoro della seconda metà dell’Ottocento. Il compositore norvegese fa riferimento alla musica popolare del suo paese come fonte inesauribile di ispirazione e da questo deriva la straordinaria freschezza dell’invenzione melodica di questa Sonata.

Il violinista Alessandro Marini, romano, si è esibito in alcune fra le sale più importanti del mondo, come la Berlin Philarmonie, Shanghai Concert Hall, Parco della Musica di Roma e Bunka Kaikan di Tokyo. Collabora inoltre con prestigiosi orchestre, tra cui I Solisti Aquilani, l’Orchestra da Camera di Mantova e Roma Sinfonietta. La pianista Silvia D’Augello ha vinto vari concorsi pianistici nazionali e internazionali ed ha suonato per importanti festival e istituzioni concertistiche in Italia ed Europa.

Biglietti: € 12,00 intero; € 8,00 ridotti personale universitario e over 65; € 5,00 studenti. I biglietti si possono acquistare presso Roma Sinfonietta (telefono 063236104 – email: romasinfonietta@libero.it) o presso l’Auditorium E. Morricone dell’Università di Roma “Tor Vergata” a partire da un’ora e mezzo prima di ogni concerto.

Mauro Mariani (anche per la fotografia)

Visse d’arte

In occasione del centenario dalla scomparsa di Giacomo Puccini, Corrado Veneziano presenta il suo ultimo lavoro dedicato espressamente al musicista lucchese. Il ciclo di opere ad olio, dal titolo Visse d’arte farà parte di un percorso espositivo in programma al Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma dal 19 aprile al 23 giugno, sotto la curatela di Francesca Barbi Marinetti, Cinzia Guido e Sonia Martone.

Un omaggio personale molto sentito dal poliedrico artista – già autore di opere pittoriche iconiche nonché di pregevoli saggi su teatro e linguistica – che della drammaturgia pucciniana, attraverso la pittura, mira ad esaltare del compositore la forte tensione figurativa, in un dialogo con le note del pentagramma, evocando luoghi e personaggi dei suoi capolavori assoluti, tra cui Tosca, Turandot, Manon, Suor Angelica, La Fanciulla del West, Madama Butterfly.

“Dotato di una straordinaria cultura tecnica – afferma Veneziano – Puccini ha anche trasformato, talvolta cancellato e riscritto, passaggi delle opere dei librettisti con cui ha collaborato. E in tutto ciò è riuscito a restituire – nella complessa dialettica che da sempre lega la musica alle parole – un significato omogeneo e una comunicazione visiva di rara potenza.  Le sue opere si affermano come capolavori melodici squisitamente musicali, ma diventano anche simboli evocativi su cui si fonda una parte preziosa dell’immaginario contemporaneo.”

Dei venticinque dipinti in mostra realizzati da Veneziano, dodici di essi richiamano l’intero repertorio operistico pucciniano: con le linee orizzontali parallele tra loro che ricordano spartiti e righe musicali. Tali partiture aeree e pittoriche appaiono separate tra loro da diversi intervalli visivi: corde, fili, rami, scale, onde del mare (e altro ancora) che diventano elementi leggeri ed eterei, quasi desemantizzati e allo stesso tempo orgogliosamente portatori della suggestione primaria di Puccini. Alle opere ispirate ai classici della lirica, se ne aggiungono altre tre: L’Antilisca, un animale immaginario, un pericoloso ma seducente “uccello femminile” che spesso Puccini evocava al fine di spaventare scherzosamente i suoi amici, nella tenuta di Torre del Lago; l’Incipit del Vecchio Testamento, un libro che Puccini “non si stancava mai di leggere e di consigliare” ai suoi conoscenti; una citazione visiva di Paolo e Francesca, ispirata alla Divina Commedia del suo amatissimo Dante Alighieri: un episodio le cui parole Puccini cercò di inserire nel libretto della Fanciulla del West, affinché fosse cantato dalla protagonista.

Nel corso delle prossime settimane, sempre all’interno della prestigiosa cornice museale, saranno inoltre ospitati una serie di concerti ed eventi a tema, aperti al pubblico, ulteriore occasione per ricordare questo significativo anniversario pucciniano e farlo in questo luogo congeniale, che celebra la musica e la evoca attraverso i mezzi che ne permettono l’espressione. Il Museo, infatti, è nato grazie al lascito della importante collezione di strumenti musicali del tenore Gennaro Evangelista Gorga (1865-1957), che dedicò la quasi totalità del suo patrimonio e della vita al collezionismo, rinunciando ad una carriera lirica fulgida e promettente, legata in modo indissolubile a Puccini: Gorga fu non a caso il Rodolfo della prima de La Bohème, opera con cui concluse la sua carriera. Si è scelto, in tal ambito, di porre le opere di Veneziano in diretto dialogo con gli strumenti musicali esposti nel Museo, quasi a indicare un doppio filo narrativo lungo il quale si inserisce lo stesso Evan Gorga.

La mostra Visse d’arte gode del riconoscimento del Comitato azionale per le celebrazioni pucciniane, “Puccini100”.

Museo Nazionale degli Strumenti Musicali, Piazzale Santa Croce in Gerusalemme 9/a – Roma. Infoline: +39 06 7014796

Orari: dal martedì alla domenica ore 9:30-19:30 (ultimo ingresso ore 18:30). Giorno di chiusura: lunedì

Ingresso:

€ 6 (intero)

€ 2 (dai 18 ai 25 anni) solo per studenti UE

Gratuito fino a 18 anni e ogni prima domenica del mese

Biglietti in prevendita sul sito www.gebart.it o chiamando il centralino 06 32810

Sito ufficiale: https://museostrumentimusicali.beniculturali.it/

Elisabetta Castiglioni