Orientarsi con le stelle

Dacia Manto, “Humus siderale”

Nove autori, sei italiani e tre stranieri, per trenta opere fra fotografie, video e installazioni che svelano differenti modi di riflettere sulle figurazioni magiche e poetiche attraverso cui l’uomo, lui stesso prodotto dell’universo, si rivolge e interpreta le stelle.

Il Comune di Milano accoglie e sostiene con entusiasmo dal 18 settembre al 31 ottobre 2020 alla Casa Museo Boschi Di Stefano di via Giorgio Jan 15 il progetto espositivo “Orientarsi con le stelle”, nato da un’idea di Red Lab Gallery e Alessia Locatelli e curato da Gigliola Foschi e Lucia Pezzulla.

La mostra, che vuole essere un segnale forte da parte del Comune di Milano della volontà di far ripartire la cultura in città dopo l’emergenza Covid-19, presenta i lavori di nove fotografi: Alessandra Baldoni, Marianne Bjørnmyr, Joan Fontcuberta, Dacia Manto, Paola Mattioli, Occhiomagico (Giancarlo Maiocchi), Edoardo Romagnoli, Pio Tarantini e Yorgos Yatromanolakis.

L’esposizione è anche l’occasione per presentare il primo catalogo d’autore di Red Lab Editore, arricchito da una copertina illustrata con un’opera inedita di Dacia Manto e da alcuni testi di Antonio Prete, narratore e poeta, autore della recente raccolta di poesie “Tutto è sempre ora” (Einaudi, Torino 2019).

“Orientarsi con le stelle” è il naturale proseguimento dell’omonima rubrica online di fotografia, arte e cultura ideata da Red Lab Gallery e condotta da Alessia Locatelli,direttore artistico dell’Archivio Cattaneo e della Biennale di Fotografia Femminile di Mantova, chedurante tutto il periodo di lockdownha dialogatocon fotografi e figure significative del mondo della cultura per scoprire il loro rapporto con lo spazio stellare e la natura.

Gigliola Foschi: “La mostra vuole anche offrire uno spunto di riflessione per ripensare il nostro rapporto con la natura. Una natura sempre più manipolata, tradita e di conseguenza costretta a rivoltarsi contro l’essere umano, incapace di proporre uno sviluppo rispettoso dei suoi ritmi.”

Gli autori coinvolti in mostra inducono l’uomo, con visioni differenti ma tutte intensamente poetiche, a comprendere meglio il mondo che lo circonda, il visibile e l’insondabile:

Alessandra Baldoni propone un dittico e un trittico della serie Atlas. Cartografie del silenzio (2019), immagini essenziali ed evocative che s’impongono allo sguardo per la loro forza magica e perturbante: inviti a ritrovare percorsi interiori, corrispondenze tra Uomo, Arte e Natura.

La norvegese Marianne Bjørnmyr con First Indicative Object(2020) presenta due mappamondi privi di informazioni geografiche illuminati da raggi luminosi orientati in modo diverso: immagini senza tempo, quasi metafisiche.

Il catalano Joan Fontcuberta con il video Milagros & Co.(Miracoli & Co.,2002)mette in gioco con humor la veridicità della fotografia sfidando la fiducia dello spettatore fino a provocare in lui un dubbio critico.

Dacia Manto con Humus Siderale (2020) propone una serie di opere realizzate appositamente per la mostra, dove immagina e fa rivivere il verde che si apriva di fronte alla Casa Boschi Di Stefano quando venne costruita da Piero Portaluppi tra 1929 e il 1931. In una installazione i disegni della natura si trasformano in mappe ramificate illuminate da piccole luci simili alle stelle che compongono una costellazione;

Paola Mattioli presenta la serie Eclissi (1999),incontro magico fra cosmo ed essere umanodurante un’eclissi di sole a Sant’Anna di Stazzema. Il pergolato sotto il quale l’autrice si trovavacreae proietta su una tovaglietta decine di piccole eclissi: allafotografail compito di coglierne la magia e fissare l’immagine creata dalla natura stessa, per una fotografia che ci ricorda l’imprescindibile legame Uomo-Natura;

Occhiomagico (Giancarlo Maiocchi) con il ciclo L’Ora Sospesa (2006-2009) presenta un lavoro dove il paesaggio diventa il soggetto principale, la natura riacquista un’intensità quasi arcaica, religiosa e mitica, mentre i luoghi perdono le loro connotazioni geografiche e temporali e diventano spazi di silenzio e meditazione;

Edoardo Romagnoli in La luna nel paesaggio (2006-2020) sembra trascinare magicamente sulla terra l’astro lunare, quasi fosse un dardo luminoso che squarcia la superficie terrestre e ondeggia sopra i campi immersi nell’oscurità;

Pio Tarantini con Cosgomonie (2010-2015)riflette sul senso del nostro esistere tra le cose con teatrini fiabeschi creati per immergere lo spettatore in spazi e tempi sospesi e surreali;

Il giovane autore greco Yorgos Yatromanolakis con la recente serie The Splitting of the Chrysalis and the Slow Unfolding of the Wings(2014-2018) indaga, a partire dal ciclo della vita di una farfalla, i misteri e le metamorfosi della natura creando un intimo legame tra fotografia e poesia, tra emozioni e paesaggio.

La mostra “Orientarsi con le stelle” – organizzata al terzo piano di Casa Museo Boschi di Stefano, in uno spazio che il Municipio 3 gestisce in accordo con la direzione del museo – integra una delle più belle collezioni d’arte moderna di Milano con le opere di nove fotografi  contemporanei.

Red Lab Gallery è un laboratorio di sperimentazione, pensato per promuovere la cultura delle immagini ma aperto a contaminazioni e narrazioni di diverso tipo.

Casa Museo Boschi Di Stefano, Via Giorgio Jan 15, Milano

18 settembre – 31 ottobre 2020. Ingresso libero. Orari di apertura: da martedì a domenica 10.00-18.00.

 

De Angelis (anche per le fotografie)

 

Tocatì, ufficializzata la candidatura a Patrimonio immateriale UNESCO

È ufficiale, il dossier per la candidatura del Tocatì a patrimonio immateriale Unesco è stato inviato a Parigi. E l’iscrizione potrebbe arrivare entro il 2021.
“Verona, già patrimonio mondiale UNESCO per l’unicità delle sue mura magistrali, candida ora anche la sua tradizione immateriale – ha detto il sindaco -, un patrimonio tramandato nei secoli che deve essere custodito. Ma anche valorizzato e fatto conoscere al mondo intero. Il prezioso lavoro fatto negli anni dall’Associazione giochi antichi, con questa candidatura, centra l’obiettivo. Il Tocatì, manifestazione che ha ridato centralità al gioco in strada, e che ha portato a Verona tradizioni da tutti i continenti, è pronto a diventare patrimonio e bene dell’umanità intera. E noi non possiamo che esserne orgogliosi e metterci a disposizione affinché questa manifestazione continui a crescere. Ogni anno il centro storico di Verona si riempie di gente e di giocatori, un festival diventato popolare ma che in questo modo ribadisce la sua valenza culturale”.

“Assistiamo ad un interscambio di valori materiali e immateriali – ha aggiuto Toffali, assessore per i rapporti con l’UNESCO -, determinato da una eccezionale miscela di opere che l’uomo nel corso di secoli ha ideato. A noi amministratori, così come ai cittadini, la responsabilità di conservare e tutelare da una parte, tramandare e promuovere dall’altra, questo eccezionale patrimonio. Verona è e sarà bene dell’Umanità. Questo però è solo l’inizio, dopo il riconoscimento del “bollino Unesco” servirà costituire un sistema che sappia alimentare questa nostra tradizione, che non deve essere lasciata in balia dell’iniziativa o dell’impegno del singolo, sia esso privato o pubblico”.

Roberto Bolis

 

La storia della disco music a Forte! Il Festival di Civitavecchia

Un appuntamento davvero fresh&cool per l’estate! Sarà infatti il libro “La storia della disco music” (Hoepli) di Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano ad aprire il FORTE! Festival di Civitavecchia nell’ambito della rassegna estiva UN DISCO, PER L’ESTATE!, Venerdì 7 agosto, alle ore 19;30, gli autori presenteranno il volume che racchiude ogni aspetto della storia e del contesto socio-culturale legato a questo famoso genere musicale: un libro già giunto alla sua prima ristampa dopo pochissimi mesi dalla pubblicazione e che percorre un lungo itinerario artistico, spaziando dalle originarie discothèques di Parigi alle radici afro, R&B, soul e funk, fino alle contaminazioni con l’elettronica, il rock e il jazz, con accenni anche alla prima Italo Disco, in cinquecento pagine ricche di racconti, aneddoti e citazioni.

In tale ambito, Angeli Bufalini e Savastano incontreranno  il pubblico nell’usuale stile di FORTE! Festival – una chiacchierata informale punteggiata dagli interventi del DJ set in tema di TheFuzzyBeat e Centrale Soundsystem, conclusa dal concerto del Soul Station Quartet. L’evento, a ingresso libero, si svolgerà all’aperto – in via Monte Grappa, in collaborazione con Re-Cycle, Cantuccio, Black Hole e Comune di Civitavecchia.

Il libro gode della prefazione di Gloria Gaynor e l’introduzione di Amii Stewart, due regine dell’epoca d’oro, e le postfazioni di Mario Biondi e Ivan Cattaneo. Un saggio che rappresenta una vera e propria guida per orientarsi tra correnti, superstar, icone e “meteore” della Disco Music, senza dimenticare il ruolo dei DJ, dei personaggi più oscuri e il contributo fondamentale all’evoluzione della musica moderna. Dancefloor e realtà sociale, politica e culturale dell’epoca, e tante canzoni diventate leggendarie negli annali della musica pop: da Hot Stuff di Donna Summer a I Will Survive di Gloria Gaynor, da Good Times degli Chic a Knock On Wood di Amii Stewart, fino allo storico duetto di Donna Summer e Barbra Streisand, No More Tears (Enough Is Enough).

 

Elisabetta Castiglioni (anche per la fotografia)

Paolo Roversi. Studio Luce

Il Comune di Ravenna, l’Assessorato alla Cultura e il MAR – Museo d’Arte della Città di Ravenna, presentano la mostra personale Paolo Roversi – Studio Luce, dedicata al grande fotografo ravennate. Realizzata con il prezioso contributo di Christian Dior Couture, Dauphin e Pirelli, main sponsor, la mostra si tiene dal 10 ottobre 2020 al 10 gennaio 2021.

L’allestimento si sviluppa sui tre piani espositivi del MAR e comprende molte immagini diverse tra loro, in una serie di accostamenti e sovrapposizioni sorprendenti. Ad aprire il percorso, le prime fotografie di moda e i ritratti di amici e artisti come Robert Frank e Peter Lindbergh che si alternano a still life di sgabelli raccolti in strada e immagini che ritraggono la Deardorff, macchina fotografica con cui Roversi scatta da sempre. L’autore mette in mostra i suoi lavori più recenti: una selezione del calendario Pirelli 2020 e una serie di scatti di moda inediti, esposti qui per la prima volta, frutto del lavoro decennale per brand come DIOR e COMME des GARÇONS e magazine come Vogue Italia, in una sequenza che arriva agli editoriali più recenti. Aperta al pubblico dal 10 ottobre 2020 al 10 gennaio 2021, l’esposizione coincide con la pubblicazione di un omonimo volume da collezione, catalogo della mostra.

Paolo Roversi – Studio Luce costituisce un’occasione unica per conoscere a fondo le immagini e l’immaginario dell’artista. In omaggio al settecentesimo anniversario della morte di Dante, sarà presente un’ampia selezione di scatti provenienti direttamente dall’archivio di Roversi che celebrano e reinventano la figura della musa, la Beatrice cantata dal Poeta nella Divina Commedia, qui interpretata in chiave contemporanea da donne leggendarie come Natalia Vodianova, Kate Moss, Naomi Campbell e Rihanna.

Paolo Roversi nasce a Ravenna nel 1947. Nel 1973 si trasferisce a Parigi, città dove ancora oggi vive e lavora nel suo atelier in Rue Paul Fort – lo “Studio Luce” che dà titolo alla mostra. Dell’infanzia ravennate porta con sé quasi tutto e, nonostante gran parte del suo lavoro si svolga oggi lontano dalla sua città, riconduce la sua ricerca di una bellezza pura, quasi spirituale, allo sfavillio dei mosaici di Sant’Apollinare, San Vitale e Galla Placidia, all’atmosfera rarefatta di un luogo pervaso da una bellezza serena, tersa, silenziosa e avvolto dalla nebbia. Non mancheranno quindi in mostra numerosi rimandi a Ravenna, la città che più di ogni altra ha plasmato il suo immaginario.

A parte rare eccezioni, Roversi lavora in studio, per lui spazio dalla duplice connotazione: da una parte infatti è un luogo fisico, un teatro essenziale e scarno dove mettere in scena i propri sogni e desideri; dall’altra è un luogo della mente, una sorta di contesto rituale che apre le porte ad una dimensione alternativa, la cui chiave è, da sempre, la luce. La mostra, a cura di Chiara Bardelli Nonino con le scenografie di Jean–Hugues de Chatillon, è pensata come un ritorno alle origini, tanto letterale quanto metaforico, ed è la prima esplorazione così approfondita di un universo visivo particolarmente ricco e complesso.

Che lavori a un servizio di moda, prepari un ritratto o componga una natura morta, Roversi tenta comunque di dar forma al mistero, di scoprirlo e di portarlo alla luce. Le sue foto hanno diverse anime ma appaiono prima di tutto come lampi di una bellezza illogica e perturbante, riflessi di un altrove fotografico sulla cui soglia, quasi sempre, ci fermiamo ma che questa mostra ci consente invece, per una volta, di visitare.

MAR, Ravenna – Via di Roma, 13. http://www.mar.ra.it

 

Andrea Fornasier

Il “Festival Internazionale del Balletto e della Musica – Nervi 2020” si chiude nel nome di Goethe

Il Festival Internazionale del Balletto e della Musica – Nervi 2020 si chiude stasera, domenica 2 agosto, alle ore 21:15, con una serata suggestiva e di grande raffinatezza. Nella cornice romantica del Teatro ai Parchi di Nervi va in scena il dramma romantico per eccellenza: il Werther di Goethe, nella sua prima versione musicale, quella del compositore e violinista torinese Gaetano Pugnani (1731-1798). L’originalità di questo primo Werther in musica è nell’essere un “melologo”, ossia una forma di teatro musicale in cui il testo, recitato da un attore, è inserito in un contesto musicale molto vario e articolato: la musica collega tra loro i monologhi del protagonista, li commenta, li drammatizza, contribuendo in modo determinante al coinvolgimento dello spettatore nell’ascolto della tragica storia del giovane protagonista, suicida perché prigioniero di un amore impossibile per Charlotte, già promessa ad Albert.

Un capolavoro da riscoprire, che a Nervi viene eseguito, in prima assoluta, in una nuova produzione Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova, Festival Internazionale del Balletto e della Musica/Nervi 2020, in collaborazione con il Teatro Nazionale di Genova.

Sul podio, a dirigere l’Orchestra del Teatro Carlo Felice, uno dei migliori talenti direttoriali emersi negli ultimi anni, Alvise Casellati, protagonista proprio nel teatro genovese, nel gennaio scorso, prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria, di un travolgente e applauditissimo Barbiere di Siviglia. La voce recitante è quella di Graziano Piazza, attore di teatro e televisione, già interprete, alcuni anni fa, di una delle rare incisioni discografiche del Werther di Pugnani.

 

Massimo Pastorelli