Fraska

La notte magica, il riflesso della luna, una donna-angelo dagli occhi chiusi la cui bellezza fa volare sfilando su stelle microscopiche… Sono queste le immagini verbali magistralmente abbinate alla romantica melodia dell’ultimo brano di Fraska, il cantautore marchigiano già apprezzatissimo da Sergio Caputo (suo primo produttore), Fiorello, Biagio Antonacci e Gianluca Guidi. Bella, titolo del quarto singolo dell’album Come la primavera, uscito l’11 gennaio, su tutte le principali piattaforme digitali, integrata dal nuovissimo videoclip diretto da Raffaele Filippetti e che vede la partecipazione straordinaria della ballerina, attrice ed anchor woman Rossella Brescia. Non è un caso che la scelta sia ricaduta sull’attuale conduttrice radiofonica (insieme a Max Pagani, Barty Colucci e Claudio Cannizaro) di “Tutti pazzi per RDS”, che tra l’altro trasmette come jingle i due precedenti successi di Gianmarco Frascaroli (questo il nome di battesimo del cantautore) – Rock and Roll e Come la pimavera. Come lui stesso afferma, “Bella è un brano pop che ho scritto di notte dopo aver sognato una donna che sfilava tra le stelle. La melodia ed il ritornello li avevo trovati da qualche mese. Ad ottobre, quando ho conosciuto Rossella, ho pensato subito che la sua bellezza pura, mediterranea e la sua dolcezza nel danzare sarebbero state perfette per il videoclip. E’ un brano che mi fa pensare alla femminilità e alla bellezza di una donna che hanno il potere di fermare il tempo immergondoci in attimi di incanto”. Altrettando spontanea è la dichiarazione di Rossella che afferma: “E’ stato molto piacevole lavorare con un professionista come Fraska! Credo nel suo talento, motivo per cui ho accettato di lavorare a questo video clip. Mi piace sponsorizzare i giovani, il loro estro: per me la musica è arte, è quotidianità, è vita!!!! ”
La canzone ed il videoclip di Bella sono stati realizzati grazie al prezioso supporto di: Comune di Ancona Assessorato Cultura, Politiche Giovanili e Turismo, Pastificio Luciana Mosconi di Matelica (MC) – Cantine Teanum di San Severo (FG) – Oliver Uomo e cerimonia di Filottrano (AN) – Adriatica Distribuzione ottica S.r.l. di Sirolo (AN) e Hotel Monteconero Badia San Pietro di Sirolo (AN).

Elisabetta Castiglioni

Gianmarco%20Fraska%20e%20Rossella%20Brescia

Gianni Rufini nuovo direttore generale di Amnesty Italia

Gianni Rufini e’ il nuovo direttore generale di Amnesty International Italia.

Gianni Rufini e’ nato e vive a Roma, e’ sposato, ha due figli. Dal 1985 ha lavorato come esperto di diritti umani e aiuto umanitario in Africa, Medio Oriente, Asia, Balcani e America Latina. Dal 1997 al 2001 e’ stato direttore del coordinamento europeo delle Ong umanitarie ‘VOICE’, con sede a Bruxelles. Ha lavorato per numerose Ong italiane e straniere, per diverse agenzie delle Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali. Dal 1996 e’ Senior Associate della Post-war Reconstruction and Development Unit dell’Universita’ di York. E’ stato direttore di ricerca per il CeSPI e coordinatore di corsi presso l’ISPI a Milano. Insegna in numerose universita’ italiane e internazionali ed e’ autore di varie pubblicazioni. ‘Sono grato ad Amnesty International Italia per avermi offerto l’opportunita’ di dirigere l’organizzazione che, in quasi 30 anni di lavoro internazionale nel campo dei diritti, e’ stata per me un punto di riferimento fondamentale’ – ha dichiarato Gianni Rufini. ‘Il mondo nei prossimi anni subira’ trasformazioni straordinarie e radicali sotto la pressione congiunta del cambio climatico, della globalizzazione e della migrazione: trasformazioni il cui esito dipendera’ in buona parte dalla nostra capacita’ di guidarle nella direzione dei diritti, della giustizia e della pace, in contrapposizione a quanti ritengono e affermano che i diritti, soprattutto in tempi di crisi, bisognerebbe invece limitarli o cancellarli’.

Articolo di Amnesty International Italia

Degustazioni consigliate in attesa di Vinitaly. Il Rosso

Il Sommelier professionista Renato Hagman consiglia queste degustazioni di vini rossi, per sapere cosa andare a cercare, o a scoprire, al prossimo Vinitaly, programmato a Verona per il mese di aprile.

Barbera DOC 2012 Oltrepo pavese = E’ un rosso secco, vino di grande finezza ed eleganza, dal colore rosso rubino limpido e brillante, profumo intenso, persistente e netto con particolare sentore di viola e sapore morbido con note di amarena. Ottimo da tutto pasto, si sposa splendidamente con minestre, salumi e secondi piatti a base di carni rosse. Gradi 12% – Consumo 16-18 °C

Bardolino Doc 2012 = Rosso secco – Nobile vino del Veneto, dal bel colore rosso rubino con rifessi violacei e dall’intenso profumo floreale con note di viola,. Il sapore morbido e vellutato suggerisce di sceglierlo per accompagnare tutto il pasto. Gradi 12% – Consumo 18-20 °C

Cabernet – Zinfandel 2012 = Rosso secco – Rosso di livello internazionale, nato dal vitigno francese Cabernet e da quello autoctono Zinfandel ( Puglia ) Colore rosso rubino con rifessi violacei; profumo intenso e caratteristico, con note di viola, peperone e spezie; sapore forte, morbido e vellutato. Adatto a paste e minestre, piatti di carne e formaggi. Gradi 13% -Consumo 18-20 °C

Dolcetto Piemonte DOC 2012 = Rosso secco – Vitigno autoctono del Piemonte, che deve il nome al fatto che l’uva a maturazione avvenuta è molto dolce. Colore rosso rubino vivo con rifessi intensi; profumi floreali intensi e persistenti; sapore amarognolo, fresco e con buona struttura, piacevole al palato. Perfetto con piatti di carni rosse, salumi, piatti piccanti e minestre. Gradi 12,5% – Consumo 18 °C

Merlot 2012 = Rosso secco – Un grande rosso, apprezzato per la finezza ed eleganza, il colore è rosso carico e consistente, il profumo netto e persistente con spiccati sentori di frutta matura come il ribes, il lampone e la ciliegia. Di facile beva, accompagna salumi, primi piatti di pasta, carni rosse e bianche. Gradi 12,5% – Consumo18-20 °C

 Montepulciano d’Abruzzo DOC 2012 = Rosso secco- Rosso di qualità, di un bel colore rubino con riflessi carminio; profumo di frutta matura, con note pepate sul finale; sapore di ciliegia matura e di vaniglia di torrefazione, morbido e strutturato. Si abbina ai piatti di carni rosse e selvaggina, con arrosti e formaggi, perfetto come vino da meditazione. Gradi 13% – Consumo 18-20 °C

Nero d’Avola 2012 -Terre siciliane = Secco – Di colore rosso rubino scuro e dagli intensi profumi di mora e di ribes maturo. Sapore pieno e vellutato. Stappandolo un’ora prima di servirlo si può cogliere questo sapore ( pieno e vellutato ). Ideale con paste ricche e saporite e piatti a base di carne. Gradi 13% – Consumo 18 °C

Rosso di Toscana = Rosso invecchiato – Vino rosso affinato per un anno in botti di rovere, possiede la forza, l’eleganza e la personalità dei vini di questa terra. Il sapore armonico si sposa con carni rosse, selvaggina e formaggi stagionati. Gradi 12,5% – Consumo 18-20 °C

Rosso Franciacorta = Rosso invecchiato – 12-18 mesi in botti di rovere – Colore intenso, riflessi aranciati, ottimo bouquet, sapore morbido e vellutato, profumo intenso e persistente. Ottimo con salumi, carni rosse, bolliti, stufati e formaggi saporiti locali. Gradi 13% – Consumo 18-20 °C

Renato Hagman

 

Crimini di guerra e contro l’umanità nella Repubblica Centrafricana

Amnesty International ha presentato le conclusioni preliminari di una missione di ricerca durata due settimane e ha dichiarato che nella Repubblica Centrafricana sono in corso crimini di guerra e contro l’umanita’. L’organizzazione per i diritti umani chiede il rapido dispiegamento di una robusta forza di peacekeeping, dotata di un chiaro mandato relativo alla protezione dei civili e di risorse sufficienti per poterlo eseguire in modo efficace.

‘Le nostre ricerche sul campo nella Repubblica Centrafricana delle ultime due settimane non lasciano dubbi sul fatto che tutte le parti in conflitto stanno commettendo crimini di guerra e contro l’umanita’’ – ha dichiarato Christian Mukosa, esperto di Amnesty International sul paese. ‘Questi crimini comprendono esecuzioni extragiudiziali, mutilazioni, distruzione intenzionale di edifici religiosi come le moschee e lo sfollamento forzato di un massiccio numero di persone’ – ha spiegato Mukosa.

La delegazione di Amnesty International, composta da tre persone, ha potuto documentare violazioni e abusi commessi a partire dal 5 dicembre, quando la violenza ha fatto esordio nella capitale Bangui con un attacco all’alba delle milizie anti-balaka. In alcune zone della capitale, le milizie anti-balaka sono andate di porta in porta fino a uccidere circa 60 musulmani. Le forze del governo di fatto, conosciute come ex-Seleka, hanno eseguito rappresaglie di dimensioni ancora maggiori contro i cristiani, uccidendo circa 1000 uomini in due giorni – tra cui un piccolo numero di donne e bambini – e razziando sistematicamente le abitazioni civili. Nei giorni successivi, le violazioni dei diritti umani sono proseguite con un’intensita’ sconvolgente.

Nonostante la presenza di militari francesi e africani dovrebbe garantire la protezione dei civili, questi sono uccisi selvaggiamente ogni giorno. Le vittime dall’8 dicembre sono state almeno 90, alcune uccise a colpi d’arma da fuoco, altre da facinorosi armate di machete e altre ancora a colpi di pietra.

La completa assenza di giustizia e di meccanismi che chiamino gli autori a rispondere di questi crimini ha dato luogo a una crescente spirale di uccisioni per rappresaglia e ha acuito l’odio e la diffidenza tra le comunita’. In totale, 614.000 persone hanno dovuto lasciare le loro abitazioni. Da Bangui sono fuggiti 189.000 abitanti, un quarto della popolazione della capitale.

‘La continua violenza, la massiccia distruzione dei beni e lo sfollamento forzato della popolazione di Bangui stanno alimentando profondi sentimenti di rabbia, ostilita’ e diffidenza’ – ha sottolineato Mukosa. ‘Non vi sara’ alcuna prospettiva della fine del ciclo di violenza fino a quando le milizie non saranno disarmate e le migliaia di civili a rischio non saranno concretamente
ed efficacemente protette. I quartieri residenziali devono essere resi sicuri per primi, in modo che gli abitanti possano fare rientro nelle loro case e riprendere la vita normale’.

Ogni processo di disarmo dev’essere accompagnato da efficaci misure di protezione fisica, soprattutto nei centri nevralgici della capitale, i quartieri PK5, Miskine e Combattant. Amnesty International ha ricevuto notizie di attacchi di rappresaglia contro persone che erano state disarmate.

Uno degli aspetti piu’ preoccupanti dell’attuale situazione e’ la sovrapposizione tra gruppi armati organizzati e gruppi di facinorosi civili. In molti casi, e’ stato difficile identificare i responsabili delle uccisioni sebbene sia evidente che molti civili, a livello locale, incitino a compiere rappresaglie e, in alcuni casi, vi prendano direttamente parte.

Tanto la comunita’ cristiana quanto quella musulmana hanno maturato un profondo sentimento di rabbia e disperazione. Molte persone hanno mostrato ai ricercatori di Amnesty International foto e video di massacri ripresi coi loro telefoni cellulari.

Amnesty International ritiene necessario l’invio urgente di altre truppe internazionali per garantire la sicurezza a Bangui e in altre zone della Repubblica Centrafricana.

L’Unione africana ha promesso l’invio di un massimo di 6000 uomini che andranno a far parte della nuova forza di peacekeeping a partire dal 19 dicembre.
Questo dispiegamento e’ particolarmente urgente ma i dettagli non sono stati ancora resi noti.

Amnesty International chiede inoltre alle Nazioni Unite di accelerare i tempi per istituire una commissione d’inchiesta sui crimini di guerra, i crimini contro l’umanita’ e le altre gravi violazioni dei diritti umani in corso nella Repubblica Centrafricana.

‘E’ importante stabilire le responsabilita’ dei crimini commessi da ogni parte in conflitto e assicurare la fine di decenni di quell’impunita’ che ha dominato il paese’ – ha commentato Mukosa.

Amnesty International ha ricevuto informazioni attendibili secondo le quali capi delle milizie implicate nella violenza sono direttamente coinvolti negli attacchi e dovrebbero essere portati di fronte alla giustizia.

‘La comunita’ internazionale ha un importante ruolo da giocare nella Repubblica Centrafricana: deve garantire che le forze di peacekeeping siano dispiegate in tutta fretta e dotate delle risorse necessarie per impedire un bagno di sangue persino peggiore’ – ha concluso Mukosa.

Amnesty International pubblichera’ un piu’ esaustivo rapporto all’inizio del 2014, mentre Human Rights Watch pubblica oggi un separato rapporto sull’escalation della violenza settaria e delle atrocita’ nella provincia di Ouham, nel nord della Repubblica Centrafricana.

Articolo di Amnesty International Italia

Carlo Saraceni a Palazzo Venezia

Rimarrà aperta fino al 2 marzo prossimo, la prima esposizione monografica antologica dedicata al grande pittore veneziano Carlo Saraceni (Venezia, 1579 ca. – 1620).

La mostra, frutto di anni di lavoro, è stata ideata da Rossella Vodret ed è curata da Maria Giulia Aurigemma con un comitato scientifico internazionale, costituito da studiosi dei principali musei e istituzioni mondiali, presieduto da Maurizio Calvesi. Il coordinamento generale è di Emanuela Settimi con il supporto organizzativo di Civita e Munus.

E’ la prima mostra monografica antologica sul veneziano Carlo Saraceni, attivo a Roma dal 1598 al 1619, quando torna a Venezia dove morirà nel giugno 1620.

La vasta produzione artistica del pittore, dalle grandi pale ai piccoli raffinati rami, si lega ai nomi dei principali committenti religiosi ed aristocratici del suo tempo, nonché ad importanti episodi artistici, ad esempio la decorazione ad affresco della Sala Regia al Quirinale, offrendo uno spaccato della cultura figurativa primosecentesca romana. La mostra intende mettere a fuoco sia l’evoluzione stilistica del pittore, il caravaggismo declinato in modo personale, i profondi paesaggi,  sia il vivace contesto in cui operò e di cui fu protagonista di fama e successo internazionale, indagando alcuni notevoli aspetti della sua cultura artistica.

Con alcuni quadri mai esposti prima e con i numerosi restauri compiuti negli ultimi anni e in gran parte finalizzati alla mostra si mette in luce la straordinaria qualità dello stile di colui che a Roma veniva chiamato tout court il Veneziano.

Orari: 9.00 – 19.00. Chiuso il lunedì. Biglietto Intero: 10,00 €

Articolo di Barbara Izzo e Arianna Diana

“La brocca rotta” a Brescia

Il Teatro Sociale di Brescia ha ospitato il Teatro Stabile di Bolzano e la sua produzione “La brocca rotta” di Heinrich von Kleist, testo tradotto da Cesare Lievi.

Diretto da Marco Bernardi, il lavoro teatrale ha visto in scena un cast davvero eccezionale (lo stesso del successo de “Il malato immaginario”) e capace di rendere la commedia divertente e accattivante allo stesso tempo, molto applaudita dal pubblico.

Troviamo quindi in scena, accanto all’eccezionale Paolo Bonacelli nel ruolo del giudice Adamo, l’ottima Patrizia Milani nei panni di Marta Rull, Carlo Simoni nel ruolo di Walter, Roberto Tesconi (Lume), Irene Villa la giovane Eva, figlia di Marta; Riccardo Zini (Veit Tümpel), Riccardo Sinibaldi il promesso sposo Ruprecht, Giovanna Rossi nei panni della zia Brigida, Maurizio Ranieri (un servitore); Valentina Morini e Karoline Comarella, le due domestiche del giudice. Belle le scene di Gisbert Jaekel e ottimi i costumi di Roberto Banci.

Considerata la più bella commedia del teatro tedesco, l’opera nacque nel 1806 per una scommessa letteraria tra il giovane drammaturgo tedesco Heinrich von Kleist e gli amici Christoph Wieland e Johann Zschokke. La sfida consisteva nel comporre un testo ispirato ad un’incisione di Jean Jacques Le Vean, “La cruche cassée”, ricavata da un dipinto perduto di Debucourt. Ne uscì un lavoro definito da Georg Luckas di struttura magnifica e dallo sviluppo ascendente  unitario, l’opera più perfetta di Kleist. La prima messinscena venne firmata da Goethe nel 1810, nel testo di corte di Weimar, ed ottenne un ottimo successo. La commedia vuole individuare l’arretratezza istituzionale del Paese prussiano, soprattutto in ambito giudiziario, mentre la classe borghese vorrebbe, tra ‘700 e ‘800, innovare il territorio. Lo scontro avviene proprio sul terreno delle ipocrisie, dell’abuso di potere, della sommaria amministrazione che mina le basi sociali della crescita. Il saper tracciare l’argomento in modo ironico e divertente non può che sottolineare ancor più il contesto e portare a riflettere sulla necessità di cambiarlo.
Tutto ruota, pertanto, intorno alla figura di un giudice, Adamo, e dei simboli del suo potere, la toga e la parrucca, mentre lui si rivela un misero uomo capace di pensare soltanto ai suoi conigli, ai suoi salami, al tribunale che “sembra una stalla” e a salvare il suo posto di lavoro anche quando non è difendibile la sua poco ortodossa condotta. Tanto che, ad un certo punto, per la testimonianza di Brigida, questo giudice, colpevole di essersi introdotto furtivamente in casa di una casta ragazza promessa sposa, viene identificato come Belzebù, visto che si aggirava per quei paraggi un essere dal piede caprino (il giudice ha una scarpa ortopedica), la coda e le corna.

Anche in questa commedia gli equivoci si sommano, le parole acquistano un significato pregnante, pur nel doppio intento dei protagonisti e nei fraintendimenti che si vogliono appioppare alla giustizia.

La superstizione, tuttavia, non avrà il sopravvento. Infatti, anche se si segnano tutti al nome del diavolo e all’ipotesi che si aggiri per quel povero villaggio, sia zia Brigida che il segretario Lume hanno capito tutto e Adamo, dalla condotta libertina, viene smascherato: da giudice diventa imputato. I giovani che rischiavano di perdere la reputazione, Eva soprattutto, e la felicità del matrimonio, tornano insieme, mentre Marta si preoccupa soltanto di avere risarcita la brocca rotta, perché era sopravvissuta a mille calamità e guerre, ma non all’ingordigia del giudice e ai suoi vizi, stavolta respinti. Quindi, se la brocca era testimone del tempo e unica vera ricchezza delle due donne, i cocci doveva ripagarli qualcuno, anche se alla fine l’onore della figlia era immacolato. Aveva ragione Lume di dire che il caso del giorno era “molto rumore per nulla”, perché proprio Marta dimostrerà che la sua vera richiesta non era salvaguardare il matrimonio nelle regole della figlia Eva, ma avere la certezza dei suoi beni materiali. Tanto come il giudice non si era preoccupato di mostrare all’ispettore gli archivi in ordine, ma di mettere in salvo i suoi averi contadini, salame, vino, formaggio e conigli.

Una commedia che è piaciuta molto al pubblico in sala e che è stata salutata da calorosi, meritati, applausi.

Alessia Biasiolo

004842-labroccarotta

Considerazioni sul mercato del vino

  • ·E’ appena iniziato il nuovo anno, sì ma per il mondo del vino non coincide con quello solare, poiché particolarmente negli anni dispari è a giugno che si fa il resoconto e che quindi si tirano le somme di quanto è successo negli ultimi 12 mesi e si fanno delle proiezioni su quanto succederà nei prossimi dodici.
  • · Ho fatto notare “gli anni dispari” perché è in questi anni che si svolgono le tre più importanti fiere vinicole che contano nel mondo. Parliamo della dinamica Prowein tedesca a Düsseldorf, della grande regina di casa nostra, annuale, il Vinitaly di Verona e della manifestazione francese, l’unica a livello biennale, la Vinexpo di Bordeaux.
  • ·Questi sono i tre appuntamenti in cui il grande vino non può mancare e che permettono ai produttori ed agli operatori commerciali di “assaggiare” il mercato.
  • ·Per questo la fiera bordolese Vinexpo che si svolge a metà giugno ogni due anni, è attesa con grande interesse, per confermare o meno il trend registrato dalle fiere di Düsseldorf e Verona qualche mese prima.
  • ·Fatta questa verifica, si può fare un bilancio dei dati raccolti in terra francese, che serviranno ad avere una base di discussione e di confronto per quanto concerne la produzione italiana, al brainstorming di VinoVip Cortina, l’evento che, sempre negli anni dispari, riunisce all’inizio dell’autunno, il meglio del nostro settore politici, produttori, uomini di marketing e della comunicazione, per uno scambio di opinioni e di esperienze.
  • ·Negli ultimi anni, la geografia vitivinicola mondiale, si è molto ingrandita, dalla caposcuola California e i Paesi dell’emisfero australe, Cile, Argentina, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica, Cina, Brasile, per citare i più attivi.
  • ·Questi ultimi rasentano i 4,5 milioni di ettari contro i 3,5 milioni di ettari dell’emisfero boreale, Europa in testa, quindi avendo la leadership agricola, sono loro a irrompere da veri protagonisti sulla scena mondiale.
  • ·Allargando la propria area produttiva, tali Paesi hanno naturalmente creato nuove aree e nuove abitudini di consumo; alcuni, come gli Stati Uniti, aumentando le proprie quote di import, a tutto beneficio nostro, altri invece coprendo l’allargato fabbisogno con l’ampliamento della propria produzione.
  • ·Oggi movimentano quasi il 28% del vino del mondo.
  • ·E l’Estremo Oriente non ci sta a fare da spettatore, ma vuole essere un protagonista.

Renato Hagman