Il disco The Lumineers al Festival del Vittoriale

THE LUMINEERS_press picAnticipazione dell’edizione 2016 del Festival del Vittoriale, sono The Lumineers, che si esibiranno a Gardone Riviera il 20 luglio in una delle due date italiane della band.

Come PatMetheny e Ron Carter, anche il gruppo newyorkese ha scelto il prestigioso palcoscenico gardesano per presentare in anteprima nazionale la sua ultima fatica: a quattro anni di distanza dall’uscita dell’album che li ha resi famosi in tutto il mondo, il trio torna nel nostro Paese con il suo secondo disco Cleopatra, in uscita l’8 Aprile 2016 per Universal Music.

Il loro coinvolgente sound ha scalato le classifiche mondiali conquistando milioni di fan e il loro omonimo disco di debutto è stato nominato ai Grammy Awards come Best New Artist e Best Americana Album, rimanendo per 46 settimane alla #2 posizione della Billboard 200. Ho Hey, il singolo che ha consacrato il loro successo, è rimasto per ben 62 settimane in #3 posizione nella Billboard Hot 100, raggiungendo oltre 142 milioni di visualizzazioni su YouTube.

The Lumineers nascono nel 2005 dall’incontro tra il chitarrista e cantante Wesley Schultz e il batterista JeremiahFraites, entrambi cresciuti a Ramsey, un sobborgo a sud di New York. Dato il tenore troppo alto di vita della City, i due decidono di trasferirsi a Denver, in Colorado, dove incontrano la violoncellista NeylaPekarek e il duo diventa trio. Nel 2009 stampano un primo EP, ma il successo arriva nel 2011 quando il brano Ho Hey viene notato e utilizzato come sigla della serie tv Hart of Dixie. La band firma quindi un contratto con la DualtoneRecords e il 3 aprile 2012 pubblica il suo album di debutto, intitolato semplicemente The Lumineers.

A quattro anni di distanza dal disco che li ha consacrati, il trio torna sulla scena musicale con un secondo lavoro capace di dimostrare come Schultz e Fraites, insieme alla violoncellista e cantante NeylaPekarek, non abbiano dato la loro fortuna per scontata, né si siano seduti sugli allori. Con l’aiuto del produttore Simone Felice, l’uomo che Wesley chiama il nostro sciamano, la band si è trasferita a Clubhouse, uno studio di registrazione in cima a una collina nelle zone rurali Rhinebeck, NY, non lontano da Woodstock, per registrare il nuovo lavoro. «Abbiamo utilizzato lo stesso approccio del primo album, registrando demo in una piccola casa che abbiamo affittato vicino a Denver la prima volta» spiega Wesley.

«Wes si occupa di tutti i testi», dice Jeremiah, «e insieme facciamo tutto il resto: la musica, la melodia e la struttura. Non ci sono né regole né ruoli nel nostro processo di scrittura, lavoriamo insieme fino a che non siamo convinti  di essere arrivati a qualcosa di veramente fantastico».

«Il disco riflette ciò che ci è successo negli ultimi tre anni», aggiunge Wesley, «abbiamo cercato di creare la migliore versione possibile di ogni canzone […]. C’è voluto un sacco di lavoro per farle funzionare insieme. È stata un’esperienza molto intensa. Abbiamo combattuto molto, versato molte lacrime, ma abbiamo tirato fuori delle cose davvero incredibili, e alla fine siamo stati meglio. Lavorare a questo progetto ha trasformato anche il nostro rapporto».

Cleopatra prende il nome dalla titletrack, e si ispira a una donna della Repubblica della Georgia, una conoscente della migliore amica della moglie di Wesley che lui ha incontrato durante una visita lì. La donna guidava un taxi con una lattina di birra tra le gambe e una sigaretta in bocca. Aveva avuto una vita molto difficile e si struggeva per l’uomo che l’aveva lasciata dopo la morte del padre. «C’era un senso di sfida di lei», annuisce Wesley. «Accettava il suo destino, ma non riusciva ancora a comprenderlo».

Sono passati quattro anni dal loro album di debutto e The Lumineers sono pronti – e maturi – per rimettersi in gioco.

M. G.