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Martedì 18 marzo alle ore 21.00, presso il cinema Greenwich di Roma (Via Giovanni Battista Bodoni, 59 – Roma -Testaccio-), sarà presentato Portuali, documentario di Perla Sardella che porta lo spettatore al fianco del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova (C.A.L.P.), raccontandone le lotte politiche e sindacali tra il 2019 e il 2023. Realizzato con materiali di repertorio provenienti dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS (AAMOD), il documentario intreccia memoria storica e presente per restituire il senso profondo di un’esperienza collettiva di resistenza e trasformazione.
Il film sarà introdotto da Vincenzo Vita, presidente dell’AAMOD, insieme a Mazzino Montinari (Giornate degli Autori). Seguirà un incontro-dibattito insieme alla regista Perla Sardella.
Un gruppo di lavoratori del porto di Genova, riuniti sotto la sigla autonoma C.A.L.P., si incontra in assemblea per discutere delle difficoltà nel rapportarsi con il sindacato, per denunciare il passaggio delle navi che trasportano armamenti ed esplosivi destinati ai teatri di guerra, per riflettere sulla necessità di creare reti di solidarietà e adottare un approccio intersezionale nelle proprie battaglie. Portuali segue da vicino questa realtà, portando sullo schermo il loro impegno antimilitarista, le rivendicazioni per maggiori diritti e sicurezza sul lavoro, il dialogo con altri collettivi portuali del Mediterraneo.
Attraverso un montaggio che alterna immagini d’assemblea, ritualità quotidiane e materiali d’archivio, il film restituisce un ritratto intimo e corale di un mondo in lotta, in cui il lavoro e il conflitto sociale si impongono come motori di cambiamento storico.
“Portuali è un film nato dalla volontà di esporsi all’irriducibile flagranza della lotta – racconta la regista – innescando un corpo a corpo con la realtà dove il cinema rinunciasse a strategie affrettate. Trovandomi a confronto con un gruppo interamente maschile, ne ho offerto un ritratto da una prospettiva inattesa, quella della parola, che qui è materia, ritmo, motore di un’azione volta al cambiamento”.
Dopo l’anteprima mondiale al 65° Festival dei Popoli, il film è distribuito in Italia da OpenDDB ed è prodotto da Berenice Film, con il sostegno di Rosa-Luxemburg-Stiftung Brussels Office e Stiftung Menschenwürde und Arbeitswelt, in collaborazione con AAMOD.
Perla Sardella (Jesi, 1991) vive e lavora a Genova, dove è anche insegnante di scuola superiore. Filmmaker e artista visiva, lavora con immagini fisse e in movimento, esplorando il confine tra sperimentazione e osservazione. I suoi progetti spaziano tra documentario, fotografia, audio e video-installazioni. Tra i suoi lavori: Please Rewind (2017), Prendere la parola (2019), Le grand viveur (2020), Le Ersilie (2022) e Prima Persona Plurale (2023).
La serata si inserisce nell’ambito di Solo di Martedì, rassegna che ogni settimana propone film capaci di interrogare il presente attraverso linguaggi e prospettive differenti. Il progetto, ideato da Paola Cassano, Mazzino Montinari, Antonio Pezzuto e Cristina Piccino in collaborazione con Associazione Filmmaker, nasce dal desiderio di trasformare la sala cinematografica in un luogo di incontro e dialogo tra autori e pubblico. Un’occasione per confrontarsi con opere che illuminano le contraddizioni del contemporaneo, alternando anteprime, titoli emersi nei festival e film che, nel tempo, hanno assunto lo status di classici.
Mercoledì 26 febbraio 2025 alle 18.00 riprendono i concerti di Roma Sinfonietta presso l’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1). Protagonisti di questo saranno il gospel, gli spiritual e altre forme di canto religioso nate in America ma anche celebri canzoni di protesta degli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Ad interpretarli sarà il Coro Gospel di Roma Tor Vergata, nato nel 2018 per un’iniziativa di Giorgio Adamo e Alberto Annarilli (che ne è il direttore) e diventato subito parte integrante delle attività del Laboratorio di Musica Jazz e del dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società dell’Università “Tor Vergata”. Questo Coro, diretto da Alberto Annarilli, si è esibito in occasioni ufficiali dell’Ateneo, in vari eventi culturali e in concerti organizzati da altre università, ambasciate, associazioni culturali. Dal 2024 è gemellato con il Sidney Sussex Choir del Sidney Sussex College dell’Università di Cambridge.
Il programma del concerto è imperniato sullo spiritual afro-americano, sul gospel tradizionale e contemporaneo e sul christian pop, un genere di canto religioso sviluppatosi negli Usa a partire dagli anni Sessanta-Settanta e che innesta la musica folk, pop e rock su una base derivata dal gospel e che ha raggiunto una grande popolarità (anche al di fuori degli Usa) nei decenni successivi. Ma si ascolteranno anche alcune celebri song legati ai movimenti civili statunitensi degli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, come We shall overcome,cantato durantele manifestazioni del movimento per i diritti civili degli afro-americani e Blowin’ in the wind di Bob Dylan. Gli arrangiamenti di alcuni di questi canti sono dello stesso direttore Alberto Amarilli
Biglietti € 12,00 intero, € 8,00 ridotti personale universitario, over 65 e titolari CartaEffe Feltrinelli, € 5,00 studenti. I biglietti si possono prenotare telefonicamente (06 3236104) e ritirare il giorno del concerto oppure acquistare direttamente prima del concerto.
Con il concerto di mercoledì 11 dicembre 2024 alle 18.00 presso l’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1) la stagione di Roma Sinfonietta saluta il suo pubblico, augurandogli buone feste e dandogli appuntamento al 2025. Protagonisti di questo ultimo concerto dell’anno sono due eccezionali musicisti italiani, il violinista Domenico Nordio e il violoncellista Francesco Dillon.
Domenico Nordio è uno dei più acclamati violinisti italiani del nostro tempo. Si è esibito nelle sale più prestigiose (Carnegie Hall di New York, Salle Pleyel di Parigi, Teatro alla Scala di Milano, Barbican Center di Londra, Suntory Hall di Tokyo) e con orchestre quali London Symphony, National de France, Orchestre de la Suisse Romande, Orchestra Borusan di Istanbul, Enescu Philharmonic di Bucarest, Simon Bolivar di Caracas, Filarmonica di San Pietroburgo, Sinfonica Nazionale della RAI. Ha vinto a sedici anni il Concorso Internazionale “Viotti” di Vercelli con il leggendario Yehudy Menuhin come Presidente della giuria. Dopo le affermazioni ai Concorsi Thibaud di Parigi, Sigall di Viña del Mar e Francescatti di Marsiglia, il Gran Premio dell’Eurovisione ottenuto nel 1988 lo ha lanciato alla carriera internazionale: Nordio è l’unico vincitore italiano nella storia del Concorso.
Francesco Dillon (nella foto), nato a Torino nel 1973, ha al suo attivo una brillante carriera internazionale caratterizzata dall’originalità e varietà del repertorio esplorato. L’intensa attività solistica lo vede esibirsi su prestigiosi palcoscenici quali il Teatro alla Scala di Milano, la Konzerthaus di Vienna, il Muziekgebouw di Amsterdam, la Philharmonie di Berlino, la Jordan Hall di Boston, il Teatro Colon di Buenos Aires, la Hakuju Hall di Tokyo. Incide per etichette di primo piano, come SONY, ECM, Kairos, Ricordi e Stradivarius.
Nel programma figurano due capolavori per violino e violoncello di grandi compositori del primo Novecento, cioè la Sonata op. 7 del 1914 di Zoltan Kodaly, che innesta la musica popolare ungherese nelle forme classiche, e la Sonata del 1922 di Maurice Ravel, dedicata “alla memoria di Claude Debussy”. Completa il programma la famosa Passacaglia (una danza in tempo lento di origine spagnola) scritta da Georg Friedrich Haendel per clavicembalo nel 1720 e trascritta da Johan Halvorsen nel 1893.
Biglietti € 12,00 intero, € 8,00 ridotti personale universitario, over 65 e titolari CartaEffe Feltrinelli, € 5,00 studenti
I biglietti si possono prenotare telefonicamente(06 3236104) e ritirare il giorno del concerto oppure acquistare direttamente prima del concerto.
Il 12 ottobre 2024 alle 19.00 al Teatro Ghione (via delle Fornaci 37, Roma) l’Orchestra Roma Sinfonietta diretta da Enrico Lombardi presenta al pubblico romano tre sinfonie del compositore svizzero-armeno Haig Vartan, uno dei protagonisti più interessanti e originali del variegato panorama della musica classica contemporanea. Ha studiato composizione a Basilea, Budapest, Parigi, Sofia e Venezia. Da più di trent’anni compone e tiene concerti nell’Europa intera e in Armenia. Nel 1995 ha ottenuto il premio UNESCO per la sua opera Prométhée XII. L’unione di razionalità occidentale e misticismo orientale dà alla sua musica una grande forza spirituale che tocca profondamente l’ascoltatore. Spesso si ispira a grandi poeti – nelle musiche in programma in questo concerto sono Shakespere e un grande poeta medioevale armeno – per arricchire la sua musica di ulteriori significati ed emozioni. L’elenco delle sue opere è disponibile su haigvartan.com/oeuvre/ e molti suoi concerti sono disponibili su youtube.com/user/HaigVartan/videos
Il direttore Enrico Lombardi è stato premiato al Concorso internazionale di direzione d’orchestra “Nino Rota” e ha avviato una brillante carriera, che l’ha già visto sul podio di importanti teatri, fesival e orchestre italiane, come il Maggio Musicale Fiorentino, il Rossini Opera Festival di Pesaro, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e l’Orchestra Sinfonica di Milano.
Il concerto si apre con la Seconda Symphonia, intitolata “Concertante”, perché prevede un violino e un violoncello solisti, che in questo caso sono Vincenzo Bolognese e Andrea Noferini. Il primo movimento sviluppa un dialogo tra gli strumenti “melodici” e gli strumenti “ritmici” e si potrebbe dire che il secondo movimento offra l’immagine di quello stesso mondo, ma ampliato, come se fosse visto con una lente d’ingrandimento. Il terzo movimento è un canto affidato a violino e violoncello solisti ed esprime Il desiderio di avvicinarsi con gli strumenti alla cantabilità della voce umana.
Segue la Quarta Symphonia, intitolata “Shakesperiana”. Haig Vartan dichiara: “Sono stati l’amore, l’ammirazione e, soprattutto, l’immenso rispetto a spingermi a sentire la musica che sta dietro i sonetti immortali di Shakespeare”. Il compositore ne ha scelti quattro, che esprimono la ricchezza e la profondità del mondo del grande drammaturgo e poeta inglese. Verranno intonati dalla mezzosoprano Rosaria Angotti e dal baritono Federico Benetti.
Conclude il concerto la SettimaSymphonia “Voghp – Lamento”, che si basa sul magnifico poema “Lamento su Edessa” di di San Nerses Shnorhali (vissuto dal 1102 al 1173) e ha avuto la prima esecuzione assoluta proprio a Roma nel 2023in occasione della solenne liturgia in San Pietro celebrata da Papa Francesco in occasione degli 850 anni dalla morte di questo santo, che fu cattolico degli Armeni (ovvero capo della Chiesa armena) e sommo teologo e poeta. La voce solista è quella della mezzosoprano Lucia Napoli.
Mauro Mariani (anche per la fotografia di Haig Vartan)
Anche quest’anno l’Associazione Roma Sinfonietta svolge la propria stagione di concerti all’Università di Roma “Tor Vergata”. Il programma predisposto dal direttore artistico Luigi Lanzillotta spazia dalla musica sinfonica all’elettronica, dalla musica da camera a quella corale e ai canti tradizionali delle regioni italiane. Sono sedici appuntamenti, che si svolgeranno sempre il mercoledì (con la sola eccezione del concerto di giovedì 10 aprile) alle 18.00 nell’Auditorium “Ennio Morricone” situato nella Macroarea di Lettere e Filosofia della seconda università statale romana, in via Columbia 1. È una delle più importanti stagioni concertistiche della capitale per il numero dei concerti, per l’interesse dei programmi e per la qualità degli interpreti, tutti italiani – questa è da sempre una particolarità di questi concerti – e scelti tra i migliori di cui il nostro paese abbonda, tanto che non c’è alcuna necessità di ricorrere a musicisti stranieri. Un altro merito speciale di questa stagione è portare la musica dal vivo nella zona di Roma est, che ne è quasi totalmente priva. Ma questi concerti attraggono gli appassionati di musica da ogni zona di Roma e una parte del pubblico viene anche da fuori Roma e in particolare dalla zona dei Castelli, che non è lontana dalla sede dei concerti.
Il concerto inaugurale del 23 ottobre vedrà impegnata l’Orchestra Roma Sinfonietta in musiche di Mozart, insieme al violinista e direttore d’orchestra Giuliano Carmignola, tra i più accreditati interpreti della musica del Settecento, da Vivaldi e Bach e Mozart, tanto che Claudio Abbado lo ha voluto come solista nella sua incisione di tutti i Concerti per violino di Mozart, che saranno al centro anche di questa sua rara e preziosa presenza a Roma. Col secondo concerto della stagione riprende l’esecuzione integrale dei Quartetti per archi di Schostakovic, affidata ad uno dei migliori gruppi da camera italiani, il Quartetto Guadagnini: in questa stagione saranno due gli appuntamenti (6 novembre e 5 marzo) con quello che è considerato il più importante ciclo di Quartetti del ventesimo secolo. Il più importante ciclo di Quartetti dell’intera storia della musica è però quello di Beethoven, che inanella diciassette sublimi capolavori: gli è dedicata una serie triennale di concerti, di cui quest’anno si potranno ascoltare due tappe (9 e 10 aprile) affidate come le altre al Quartetto della Scala, di cui Riccardo Muti ha scritto:“… quartetto di rara eccellenza tecnica e musicale… la bellezza del suono e la preziosa cantabilità… ne fanno un gruppo da ascoltare con particolare gioia ed emozione”.
L’auditorium dell’Università di Roma “Tor Vergata” è stato il primo ad essere intitolato ad Ennio Morricone, quand’era ancora in vita, proprio perché Roma Sinfonietta è stata per molti anni una stretta collaboratrice di questo grande ed amatissimo compositore, che l’ha diretta in innumerevoli concerti in tutto il mondo. A lui è dedicato il concerto del 13 novembre, quando Ada Montellanico, notissima voce del jazz italiano, lo Ialsax Saxophone Quartet e il pianista Antonello Maio eseguiranno musiche sue e di altri due noti compositori di musica da film, Piero Piccioni e Armando Trovajoli. Il 27 novembre sarà di nuovo sul palco l’Orchestra Roma Sinfonietta, diretta da Gabriele Bonolis, anch’egli fidato collaboratore di Morricone: questa volta dirige musiche di Kurt Weill (una selezione dell’Opera da tre soldi) e George Gershwin (vari brani tra cui la famosissima Rapsodia in blue). Eccellenti i due solisti: al sassofono Simone Salza e al pianoforte Giuseppe Andaloro, uno degli interpreti della sua generazione più apprezzati dal pubblico e dalla critica internazionali.
Il 4 dicembre avrà luogo l’ormai consueto e sempre interessantissimo e graditissimo concerto dedicato alle musiche delle regioni d’Italia, a cura di Giorgio Adamo, professore di etnomusicologia all’Università “Tor Vergata”: quest’anno è la volta della Calabria. L’ultimo concerto del 2024 si svolgerà l’11 dicembre e sarà affidato al violinista Domenico Nordio e al violoncellista Francesco Dillon, due concertisti di fama mondiale che hanno suonato nelle principali sale d’Europa, America ed estremo oriente: suoneranno musiche di Haendel, Ravel (uno degli ultimi capolavori del grande compositore francese) e Kodaly, dimostrando così che esiste un repertorio poco noto ma molto interessante per il duo piuttosto insolito formato da questi due strumenti.
Il 2025 si apre il 26 febbraio con un concerto intitolato “La Gospel Music, tra storia e contemporaneità: musiche tradizionali afro-americane”, che presenta un repertorio vario e articolato, dagli african-american spiritual fino ai gospel tradizionali, dai protest songs del Civil Rights Movement fino alla contemporary christian music. Il 12 marzo “Omaggio a Milva” di Petra Magoni che, accompagnata dal pianista Andrea Dindo, canterà musiche di Kurt Weill su testo di Bertolt Brecht e in particolare quelle dell’Opera da tre soldi, di cui Milva è stata indimenticabile interprete: fu Giorgio Strehler a volerla protagonista dell’edizione da lui portata in scena nel 1973 al Piccolo di Milano e poi in tournée in molti altri teatri. Da Brecht si passa a Kafka: sono due fondamentali scrittori del Novecento, che, pur essendo nati a pochi anni di distanza e scrivendo nella stessa lingua, erano diversissimi e rappresentano due concezioni totalmente divergenti della letteratura. Il concerto del 19 marzo è infatti intitolato “Quattro quadri di Kafka” e presenta in prima esecuzione composizioni elettroacustiche di Marco Betta, Giovanni Costantini, Giorgio Nottoli e Riccardo Santoboni, basate su testi tratti dalla raccolta di racconti “Un medico di campagna”.
Il concerto del 26 marzo ha come protagonista Gabriele Geminiani, che a lungo è stato primo violoncello solista dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia e su invito di Claudio Abbado ha collaborato e continua a collaborare regolarmente con l’Orchestra Mozart, la Mahler Chamber Orchestra e l’Orchestra del Lucerna Festival, sempre in qualità di primo violoncello. Il 26 marzo lui e il pianista Monaldo Braconi eseguiranno musiche di Debussy, Schostakovic e Simonide Braconi. Dopo la breve pausa pasquale si riprende il 9 e 10 aprile con i due già menzionati concerti del Quartetto d’archi del Teatro alla Scala, dedicati a Beethoven. Il 16 aprile l’Orchestra Roma Sinfonietta diretta da Gabriele Bonolis e due eccellenti cantanti quali Sabrina Cortese e Lucia Napoli propongono due “Stabat Mater”, quello di Pergolesi, che è uno dei massimi capolavori della musica del Settecento, e quello contemporaneo di Matteo D’Amico, dedicato alla memoria di Pietro Borsellino. Il 30 aprile Roma Sinfonietta sarà diretta da Vincenzo Bolognese, anche solista al violino, in uno stimolante programma intitolato “La musica demoniaca”, basato su musiche di Boccherini, Tartini e Paganini, che evocano diavoli, streghe e altri personaggi infernali.
Gli ultimi due concerti si svolgono a maggio. Quello del 7 è intitolato “La belle èpoque tra Francia e Italia” e presenta liriche da camera e pezzi pianistici di Fauré, Debussy e Respighi eseguiti dal mezzosoprano Lucia Napoli e dal pianista Antonello Maio. Il 14 una versione ridotta di “La Traviata” di Verdi, cantata da Rosanna Angotti, Lorenzo Martelli e Marco Severin e diretta da Gabriele Bonolis sul podio di Roma Sinfonietta. I vari brani musicali sono collegati da testi scritti e letti da Anna Rollando.
Dunque una stagione piena di proposte stimolanti e variegate, in cui si alternano concerti di stampo classico vari appuntamenti ed altri generi musicali, sempre musica di grande valore con interpreti di altissimo livello, che ogni appassionato apprezzerà.
La terrazza di Colle Oppio con vista sul Colosseo sarà la splendida cornice del concerto di Roma Sinfonietta Orchestra, il 20 settembre alle 21 con ingresso libero e gratuito senza prenotazione.
Il concerto è in occasione dei World Skate Games Italy 2024, uno straordinario evento sportivo che quest’anno si svolge a Roma e altre località italiane e che assegnerà 156 titoli di Campione del Mondo in 12 discipline, con una partecipazione stimata di oltre 12.000 persone tra atleti, allenatori e delegazioni di 100 paesi e una presenza prevista di decine di migliaia di appassionati provenienti da tutto il mondo.
I protagonisti del concerto sono due giovani e brillanti talenti musicali, il ventisettenne direttore d’orchestra italo-russo Sieva Borzak e la diciottenne violinista italo-giapponese Yuki Serino, entrambi nati e cresciuti a Roma. Borzak si è perfezionato nella direzione d’orchestra con Francesco Lanzillotta e Riccardo Muti e sta percorrendo una brillante carriera in Italia e all’estero, dirigendo grandi e impegnativi capolavori come la Messa da Requiem di Verdi al festival di Ravenna e la Nona Sinfonia di Beethoven al Teatro Petruzzelli di Bari. La Serino è nata da padre e madre entrambi violinisti e con loro ha iniziato ad appena tre anni lo studio dello strumento, che attualmente prosegue con un illustre maestro qual è Pierre Amoyal. Ha già suonato in sedi importanti come Bolzano Festival, Gustav Mahler Music Weeks, Mozarteum di Salisburgo, Staller Center Recital Hall di New York. Quest’anno ha vinto il prestigioso premio per violinisti Città di Cremona.
Erano giovanissimi anche Wolfgang Amadeus Mozart e Felix Mendelssohn, quando scrissero i due brani con cui si apre il concerto. Mozart aveva sedici anni nel 1772, quando compose il Divertimento K 136, in pratica una piccola e deliziosa sinfonia per orchestra d’archi, mentre Mendelssohn ne aveva tredici nel 1822, quando compose il suo primo Concerto per violino e orchestra: entrambi rivelano una maturità e una maestria incredibili a quell’età, unite a doni naturali miracolosi. Inoltre si ascolterà una delle opere più famose di Luigi Boccherini, la Sinfonia op. 12 n. 4, nota come “La casa del diavolo” per le sue atmosfere demoniache e per la citazione della “danza delle furie” di Gluck. Infine Introduzione e Tarantella dello spagnolo Pablo De Sarasate, uno dei più grandi violinisti negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento: compose questo brano per se stesso e questo lascia immaginare quale altissimo grado di virtuosismo richieda, che unito al ritmo veloce e scatenato della tarantella ha un effetto contagioso sull’ascoltatore.
Screenshot
Questa la locandina completa:
TERRAZZA COLLE OPPIO 20 SETTEMBRE 2024 ORE 21
IL TALENTO E LA BELLEZZA
Direttore SIEVA BORZAK
Violino YUKI SERINO
ORCHESTRA ROMA SINFONIETTA
WOLFGANG AMADEUS MOZART(1756-1791)
Divertimento in re maggiore per archi K.136
FELIX MENDELSSOHN BARTHOLDY(1809-1847)
Concerto in re minore per violino e orchestra d’archi
LUIGI BOCCHERINI (1743-1805)
Sinfonia n. 4 in re minore, op. 12 n. 4 “La casa del diavolo”
PABLO DE SARASATE (1844-1908)
Introduzione e Tarantella
Mauro Mariani (anche per le fotografie di Yuki Serino)
Sabato 14 settembre, in occasione dell’ultima serata dell’Aperossa, presso la sede dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS (Via Ostiense 196, Roma) sarà inaugurata la Biblioteca dell’AAMOD, iniziativa nata da un’idea di Paola Scarnati, fondatrice dell’Archivio, che ha pensato di intestare questo significativo luogo della mente alla regista e montatrice sovietica Ėsfir’ Šub. Dopo la presentazione dello spazio, in programma alle ore 20:30, verrà proiettato sul piazzale antistante la Centrale Montemartini (dinanzi all’AAMOD) il film La caduta della dinastia dei Romanov. Ad introdurre l’evento saranno Letizia Cortini e Paola Scarnati. Interverrà la scrittrice Igiaba Scego. A presentare il film sarà invece il professor Dario Cecchi, docente alla “Sapienza Università di Roma”.
Una biblioteca, quella dell’Archivio, che nasce in una condizione speciale. Si forma per volere dei registi ed operatori di cinema che volevano e dovevano documentarsi prima di realizzare i loro film. Si arricchisce di donazioni dal mondo del cinema, sul cinema e la fotografia, ma anche sulla storia sociale, contemporanea, sulla storia delle piccole e grandi comunità del mondo, sulle storie di persone “invisibili”, per questo ancor più speciali, come tesori nascosti. Libri che forse solo qui si possono trovare. Almeno una buona parte, quella dei volumi degli anni Sessanta e Settanta del Novecento. Come i film documentari prodotti allora, promossi dal Pci e dalla Unitelefilm, si tratta di libri che erano serviti per la produzione cinematografica, che proprio oggi raccontano storie perdute, ritrovate, immaginate, inimmaginabili, di lotte, di pace, di riscatto, di amore. Gli autori sono storici, ma anche gente “comune”, che vive o viveva nelle periferie del mondo, che documentava, prima ancora che con la cinepresa o con la macchina fotografica, con la penna, con la ricerca, con la memoria, anche orale, poi trascritta. Oppure i libri di tanti registi e registe, sì anche loro, poche ma eccezionali per la portata dei loro messaggi, della loro profondità e curiosità onnivora.
Tra queste Ėsfir’ Šub, tra le più importanti registe di cinema documentario della storia, che ha frequentato biblioteche e archivi, che ha fatto la rivoluzione, non solo quella politica, ma anche quella del linguaggio filmico. Che ha raccontato, oltre la propaganda, gli invisibili, gli speciali, le persone.
L’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS è onorato e commosso nel dedicare la sua biblioteca a questa pioniera geniale del cinema.
L’Aperossa è promossa dalla Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS con il sostegno del Ministero della Cultura (Direzione Cinema e Audiovisivo), ed in collaborazione con Euroma 2 Cultural Experience.
Il progetto è vincitore dell’Avviso Pubblico biennale “Estate Romana 2023-2024” di Roma Capitale.
A complemento della mostra Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria, che si terrà alla Galleria Borghese, Villa Medici presenta due opere di Louise Bourgeois: l’installazione No Exit e l’arazzo Sainte Sébastienne nel Salone di lettura, eccezionalmente aperto al pubblico.
Figura artistica fondamentale del XX secolo che sfugge a qualsiasi classificazione ed etichetta, Louise Bourgeois (1911, Parigi – 2010, New York) ha influenzato innumerevoli artisti con la sua opera segnata principalmente dai temi della memoria, dell’infanzia e della metamorfosi. Dal 21 giugno al 15 settembre a Roma, la Galleria Borghese le consacra una mostra dal titolo Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria, che a Villa Medici avrà il suo prolungamento con l’installazione No Exit, presentata per l’occasione nei saloni storici fino al 5 settembre.
No Exit evoca la casa d’infanzia nella quale Louise Bourgeois, da bambina, era solita rifugiarsi nel sottoscala per spiare il padre. La scala immaginata dall’artista non conduce da nessuna parte, perde il suo aspetto funzionale per assumere una dimensione quasi spirituale che invita alla riflessione e all’introspezione. Due sfere di legno sono disposte ai lati dei gradini, a suggerire una forma fallica, mentre due cuori di gomma celati sotto la scala rivendicano il posto dell’amore nelle relazioni umane.
L’installazione No Exit (1989) entra in risonanza con un’altra opera dell’artista franco-americana esposta nelle sale storiche di Villa Medici, pervasa dalle riflessioni sul corpo e la memoria: l’arazzo raffigurante Sainte Sébastienne (1997), di proprietà delle collezioni del Mobilier national e custodita a Villa Medici dal 2022. Questo arazzo tessuto dalla Manufacture des Gobelins si basa su una calcografia realizzata da Louise Bourgeois nel 1992. L’artista mette in scena una versione femminile di San Sebastiano martire, tratteggiata con una generale sintesi espressiva: un corpo femminile dalle curve generose è trafitto da frecce nere scagliate da ogni parte. Louise Bourgeois si appropria dell’iconografia tradizionale del martire cristiano per evocare la sua personale sofferenza. « Sainte Sébastienneè un autoritratto » affermava.
Le due opere di Louise Bourgeois sono presentate nel Salone di lettura. Questo salone, riallestito nel 2022 da Kim Jones e Silvia Venturini Fendi, sarà eccezionalmente accessibile al pubblico.
A proposito della mostra Louise Bourgeois.L’inconscio della memoria alla Galleria Borghese:
Realizzata dalla Galleria Borghese in collaborazione con The Easton Foundation, la mostra è la prima retrospettiva dell’artista a Roma. A cura di Cloé Perrone, Geraldine Leardi e Philip Larratt-Smith, presenta una ventina di opere e invita ad esplorare il contributo fondamentale dato da Louise Bourgeois alla scultura del XX secolo, in rapporto con le collezioni storiche e il patrimonio architettonico della Galleria Borghese.
La mostra è accompagnata da un catalogo e da una guida edita da Marsilio Arte.
Louise Bourgeois. L’inconscio della memoriaalla Galleria Borghese: dal 21 giugno al 15 settembre 2024
No Exit e Sainte Sébastienne a Villa Medici: dal 21 giugno al 5 settembre 2024.
Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
Aperta dal lunedì alla domenica, chiusa il martedì
Dalle 10.00 alle 18.30
Biglietti della mostra: 10 euro intero, 8 euro ridotto
Elisabetta Castiglioni (anche per la fotografia di Agostino Osio)
Dodicesima edizione per il festival di cultura indiana Summer Mela, manifestazione promossa da FAD – Fondazione Alain Daniélou e prodotta da Kama Productions volta a divulgare le più raffinate tradizioni indiane declinandole anche in chiavi di ricerca contemporanea. Quest’anno l’appuntamento, che si articolerà tra Roma e Zagarolo in una serie di concerti, workshop, spettacoli di danza e proiezioni cinematografiche, avrà luogo fino al 30 giugno.
MELA in sanscrito indica l’incontro, la celebrazione collettiva di una particolare festività; il Kumbh Mela è forse la più nota di queste manifestazioni, e raccoglie milioni di pellegrini nei luoghi sacri alla tradizione indù. Il SummerMela nasce quindi come momento di festa, un invito a partecipare e conoscere la cultura dell’India, nelle sue migliori espressioni artistiche, sia della tradizione che della contemporaneità.
A chiudere il programma, il 30 giugno, alle ore 19:00, sarà lo Spettacolo di Danza Odissi e Bharatanatyam che vede protagonista Sooraj Subramaniam nella splendida cornice della Sala degli Affreschi di Palazzo Rospigliosi, a Zagarolo. In tale ambito saranno presenti il sindaco di Zagarolo, Emanuela Panzironi, il Presidente dell’Istituzione Palazzo Rospigliosi Cekeste Peronti, Riccardo Biadene e Marianna Biadene dell’Associazione Gamaka. A corollario degli eventi dal vivo, nella stessa cornice di Zagarolo, La Fondazione FAD in collaborazione con l’Associazione Gamaka organizza un Workshop di Danza Indiana in stile Odissi con il maestro Sooraj Subramaniam, danzatore/coreografo di fama internazionale, in programma il 29 e 30 giugno (solo su prenotazione).
Il nuovo quintetto di Gabriele Coen presenta un originalissimo omaggio a Bernstein, mercoledì 24 aprile alle 18.00, per la stagione di Roma Sinfonietta all’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).
Leonard Bernstein è stato uno dei più grandi musicisti del Novecento, compositore, pianista, direttore d’orchestra e didatta. Gabriel Coen e il suo quintetto, proporranno negli arrangiamenti di Andrea Avena le sue canzoni più note da West Side Story (1957), tra cui Maria, Tonight e Somewhere, e la sua musica di ispirazione ebraica, come Ilana the Dreamer (1950), Yigdal e Chichester Psalms. Il rispetto e l’ammirazione di Gabriele Coen per la musica di Bernstein si coniuga con il linguaggio dell’improvvisazione e del jazz, in un incontro inedito che vuole far riscoprire la bellezza di queste immortali composizioni.
A proposito del cd del Gabriele Coen Quintet uscito nel 2020 per la prestigiosa etichetta Parco della Musica Records col titolo “Leonard Bernstein Tribute”, Gianni Morelenbaum Gualberto ha scritto: “West Side Story è il Fidelio americano, è Shakespeare riletto attraverso Tocqueville, è l’America alla spasmodica ricerca del sublime, è incrocio vertiginoso tra dramma e balletto, tra opera e teatro musicale, tra Broadway e le periferie di New York”. E Stefano Zenni: “Questo progetto di Gabriele Coen, che va oltre la rilettura di West Side Story, mostra più di un tocco di originalità per la scelta dei musicisti, di estrazione così diversa, la strumentazione, tra classica e jazz e un attento equilibrio dell’improvvisazione nelle intelaiature compositive, che reggono la grande impalcatura della musica di Bernstein.”
Gabriele Coen, sassofonista, clarinettista, compositore e didatta, si dedica da trenta anni all’incontro tra jazz e musica etnica, in particolare mediterranea ed est-europea. Ha realizzato insieme a Mario Rivera diverse colonne sonore per il cinema tra cui “Notturno Bus” (2007), “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio” (2010) e “Tornare” (2020) di Cristina Comencini. Già fondatore dei KlezRoym – nota formazione italiana dedita alla riattualizzazione del patrimonio musicale ebraico – nel 2001 ha dato vita al gruppo “Gabriele Coen Atlante Sonoro” con cui fonde il linguaggio jazzistico con la musica etnica Nel 2013 ha fondato un nuovo quintetto a suo nome, con cui ha inciso quattro cd, di cui due per la Tzadik Records, la prestigiosa etichetta newyorchese di John Zorn,che ha detto di lui: “Gabriele Coen è compositore e interprete di uno dei più entusiasmanti esempi di nuova musica ebraica, capace di combinare una profonda conoscenza e un sincero rispetto per la tradizione, con un eccezionale intuito comunicativo e sensibilità immaginifica. All’avanguardia, eppure fermamente radicato nella tradizione, i suoi progetti esprimono passione, integrità e un’impeccabile arte interpretativa.”
Gli altri componenti di questo quintetto d’eccezione sono: al pianoforte Gianluca Massetti, giovane talentuoso interprete multistilistico in grado di passare dal jazz alla classica e al pop; al violoncello la giovane ma già affermata Livia De Romanis; alla batteria Zeno De Rossi, uno dei musicisti più versatili del panorama musicale italiano, frequentatore assiduo della scena musicale newyorchese, collaboratore di personaggi del calibro di Vinicio Capossela, Enrico Rava, Franco D’andrea, Francesco Bearzatti, Mauro Ottolini, Guano Padano; al contrabbasso Danilo Gallo, uno dei musicisti italiani più richiesti nei contesti più disparati, presente in molte formazioni di grande impatto al fianco di Giovanni Falzone, Francesco Bearzatti, Enrico Rava, Mauro Ottolini, Guano Padano.
Biglietti: € 12,00 intero; € 8,00 ridotti personale universitario e over 65; € 5,00 studenti
I biglietti si possono acquistare presso Roma Sinfonietta(telefono06 3236104– email:romasinfonietta@libero.it) o presso l’Auditorium E. Morricone dell’Università di Roma “Tor Vergata” a partire da un’ora e mezzo prima di ogni concerto.