La Traviata al Carlo Felice di Genova

La Stagione Lirica dell’Opera Carlo Felice Genova prosegue con il primo appuntamento del 2025: La traviata, melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave da La Dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio, è in scena da ieri.

Maestro concertatore e direttore Renato Palumbo, regia Giorgio Gallione, scene e costumi Guido Fiorato, coreografie DEOS, luci Luciano Novelli. Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova. Orchestra, Coro e Tecnici dell’Opera Carlo Felice. Maestro del Coro Claudio Marino Moretti.

A dare vita ai protagonisti: Carolina López Moreno /Elena Schirru (Violetta Valery), Carlotta Vichi (Flora Bervoix), Chiara Polese (Annina), Francesco Meli / Klodjan Kaçani (Alfredo Germont), Roberto Frontali / Leon Kim (Giorgio Germont), Roberto Covatta (Gastone), Claudio Ottino (Barone Douphol), Andrea Porta (Marchese d’Obigny), Francesco Milanese (Dottor Grenvil), Loris Purpura (Domestico di Flora), Giuliano Petouchoff (Giuseppe), Filippo Balestra (Commissionario).

Lo spettacolo sarà in replica martedì 14 gennaio alle ore 20.00, mercoledì 15 alle ore 20.00, giovedì 16 alle ore 20.00, venerdì 17 alle ore 20.00, sabato 18 alle ore 15.00 e domenica 19 alle ore 15.00.

La traviata fa parte, insieme a Rigoletto e al Trovatore, della cosiddetta “trilogia popolare” di Giuseppe Verdi. Le tre opere risalgono ai primi anni Cinquanta dell’Ottocento, e rappresentano un momento di svolta nel percorso artistico del compositore. Era l’inizio del 1853, Verdi iniziava la composizione per il Teatro La Fenice di Venezia con il librettista Francesco Maria Piave per adattare il dramma teatrale tratto da La Dame aux camélias, romanzo pubblicato da Alexandre Dumas figlio e già best seller a livello europeo. Il soggetto ispirato alla vera storia della cortigiana Marie Duplessis aveva molto colpito Verdi, che tuttavia era consapevole delle possibili controversie: la trama era ambientata nella contemporaneità, e venivano trattate tematiche che facilmente si sarebbero scontrate con certe forme di moralismo. Dopo la prima rappresentazione, il 6 marzo 1853, La traviata iniziò a circolare in tutta Italia (anche se in parte censurata). L’opera ricevette non poche critiche, ma il suo fascino conquistò presto il pubblico, ad oggi è uno dei titoli d’opera più amati e rappresentati al mondo. La portata rivoluzionaria della Traviata si trova sia nelle tematiche – la storia d’amore della protagonista, Violetta, una donna di mondo dalla psicologia complessa raccontata con straordinaria umanità – sia nelle tecniche compositive. Elemento centrale è la profonda introspezione, l’anima dei protagonisti viene esplorata sia dalla drammaturgia sia dalla musica con una coesione unica, dando al pubblico la possibilità di immergersi nella realtà di un amore tragico e senza tempo.

“Con La traviata Verdi sceglie la strada della semplicità – dice Renato Palumbo. Semplice è la trama, semplice la scrittura musicale. Semplice, colloquiale, moderno e illuminato è il libretto di un ispirato Francesco Maria Piave, sicuramente marcato stretto però dall’implacabile Verdi. Dietro questa semplicità si nasconde un mondo meraviglioso fatto di solitudine, di passione e soprattutto di dolore. Il dolore affettivo ma anche il dolore fisico. Il dolore è quindi presente dalla prima all’ultima nota dell’opera. Il Direttore ha il difficile compito di narrare e creare quest’atmosfera ricercata da Verdi, pensando alla scrittura musicale ma soprattutto alla parola verdiana che in quest’opera diventa quella della quotidianità. Con la sua forza e, in questo caso, con i suoi grandi silenzi. Così sarà la mia lettura di Traviata, un omaggio al ricordo della breve e intensa vita di Marie Duplessis, cortigiana morta sola a Parigi il 3 febbraio del 1847, della quale Verdi più degli altri capì la sofferenza e che cercò di rendere immortale con un’opera perfetta”.

Commenta Giorgio Gallione: “È noto che Verdi pensò La traviata come un’opera contemporanea: uno spietato inno alla vita ambientato nel presente di allora, senza orpelli o simbolismi, di una moderna, audace, ardente interiorità. Con Guido Fiorato, scenografo e costumista, abbiamo pensato di ambientare l’opera in un luogo stilizzato, antirealistico, sterile, dove dominano vetro e ghiaccio, virato in un bianco e nero “ferito”, solo talvolta, dal rosso del sangue e della vita che, comunque, pulsa. Forse Violetta muore già nel preludio e l’opera è tutto un allucinato flashback visionario e spettrale. Siamo, anche nei momenti di gioia, imprigionati in una sorta di perenne moritat dove, grazie alla musica di Verdi, il dolore è trasfigurato in modo sublime”.

Renato Palumbo ha studiato Canto, Direzione d’orchestra e coro, Pianoforte e Composizione debuttando sul podio appena diciannovenne con Il trovatore. Intraprende così un’intensa carriera che lo vede interprete di un vasto repertorio nei principali teatri italiani e internazionali, quali Scala di Milano, Opéra di Parigi, Covent Garden di Londra, i Festival di Pesaro e di Martina Franca. Ha diretto inoltre a Washington, Chicago, Berlino, Tokio, Bilbao, Barcellona, Genova, Torino, Parma, Venezia, Verona, Firenze, Napoli, Bari. Il rispetto assoluto della partitura, vissuto con spirito rigoroso ma non dogmatico è alla base di un percorso di ricerca concentrato sulla dimensione drammaturgica dell’opera e sulla sua evoluzione di respiro europeo. In Italia negli ultimi mesi ha diretto Il trovatore al Teatro Comunale di Bologna, Il corsaro al Carlo Felice, Rigoletto al Teatro Petruzzelli di Bari, Turandot al Festival Pucciniano, Manon Lescaut nell’ambito del Festival Manon Manon Manon del Teatro Regio di Torino, La traviata al Teatro del Maggio Fiorentino. Prossimi impegni: La traviata al Carlo Felice e Il barbiere di Siviglia al Teatro La Fenice di Venezia e al Teatro Comunale di Bologna.

Giorgio Gallione, regista e drammaturgo, è stato il Direttore artistico del Teatro dell’Archivolto dal 1986 sino alla fusione con il Teatro Stabile di Genova, dando vita nel 2018 al Teatro Nazionale di Genova, per il quale è stato fino al 2021 il regista stabile e consulente artistico. Diplomato nel 1980 alla Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova, inizia la sua attività di regista nel 1981 con Il matrimonio di Brecht e Valentin. In campo operistico ha firmato regie per teatri quali La Scala di Milano (Vita di Tutino), Regio di Torino (La rondine, Tamerlano, Street Scene, Nella colonia penale, Un tram che si chiama desiderio), Arena di Verona (Dylan Dog e Peter Uncino di Tutino), Regio di Parma (Dinorah), Teatro dell’Opera di Roma (Il gatto con gli stivali di Tutino), Teatro Massimo di Palermo (Simon Boccanegra), Comunale di Bologna (Il prigioniero di Dallapiccola e Risorgimento di Ferrero). Con l’Opera Carlo Felice ha lavorato per Candide di Bernstein, per una versione del Barbiere di Siviglia con narratore Maurizio Crozza, e ha firmato le regie della Traviata e della Rondine.

Regio (anche per le fotografie)

Il corsaro di Giuseppe Verdi al Carlo Felice di Genova

Il penultimo titolo della Stagione Lirica 2023-2024 – Il corsaro, melodramma tragico in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave dall’omonimo poemetto di George Byron – sarà in scena all’Opera Carlo Felice Genova da venerdì 17 maggio alle ore 20.00.

La direzione è affidata a Renato Palumbo, regia di Lamberto Puggelli, scene di Marco Capuana, costumi di Vera Marzot, maestro d’armi Renzo Musumeci Greco, luci di Maurizio Montobbio. L’Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova è realizzato in coproduzione con il Teatro Regio di Parma. Orchestra, coro e tecnici dell’Opera Carlo Felice. Maestro del coro Claudio Marino Moretti.

Il corsaro sarà in replica domenica 19 maggio alle ore 15.00, venerdì 24 maggio alle ore 20.00 e domenica 26 maggio alle ore 15.00.

Il cast si compone di Francesco Meli (Corrado), Irina Lungu (Medora), Mario Cassi (Seid), Olga Maslova (Gulnara), Saverio Fiore (Selimo), Adriano Gramigni (Giovanni), Emilio Cesar Leonelli (Un eunuco), Matteo Michi (Uno schiavo).

Il corsaro è un melodramma tragico in tre atti che Verdi compose a Parigi tra il 1847 e il 1848, la prima rappresentazione si tenne al Teatro Grande di Trieste il 25 ottobre 1848. Il soggetto, l’omonimo poemetto di George Byron, aveva attirato l’attenzione del compositore diversi anni prima, tant’è vero che ne aveva già affidata la riduzione in libretto d’opera a Francesco Maria Piave. La storia ripercorre le avventure di un corsaro, Corrado, che stanco della prigionia su un’isola dell’Egeo decide di fuggire per attaccare il pascià turco Seid, abbandonando l’amata Medora. L’attacco è sventato dai turchi, e Corrado e i suoi corsari vengono condannati a morte. Durante la notte, Gulnara, prediletta del pascià e innamorata di Corrado, uccide Seid e libera il suo amato. Di ritorno sull’isola, Corrado incontra Medora ormai morente: sconvolta per la condanna a morte di lui aveva infatti deciso di togliersi la vita. Di fronte a questa tragedia, Corrado si getta in mare. La drammaturgia dell’opera si snoda tra avventure, battaglie e amori sconvolgenti. La musica di Verdi esalta tanto la dimensione dello scontro quanto quella amorosa, con arie di grande lirismo e intensità drammatica («Tutto parea sorridere», «Il fiero corsaro è mio prigione!», «Oh mio Corrado appressati»). Non mancano i riferimenti alla tradizione italiana della prima metà dell’Ottocento, ma con Il corsaro Verdi introduce nuovi spunti, quelle personalissime intuizioni che di lì a poco avrebbero definito il suo stile e cambiato la storia del melodramma.

Commenta Renato Palumbo: «In una storia ricca di arie, cabalette, duetti, concertati, e declamati stentorei, il mio compito sarà quello di sottolineare lo stato d’animo dei personaggi, di evidenziarne il carattere e le motivazioni, ricreando nella concertazione in orchestra le atmosfere dolenti di Medora e Corrado, gli accenti virili e aggressivi di Seid, il canto incalzante e seduttivo di Gulnara, che Verdi coniuga con il suo solito ed ineffabile talento. Il privilegio di eseguire gran parte del repertorio verdiano mi ha fatto capire quanta complessità e profondità di pensiero si nasconda dietro la semplicità del suo linguaggio. Un linguaggio inclusivo che doveva arrivare a tutti ben aldilà delle differenze sociali e culturali. Verdi diventa quel maestro di vita che attraverso la sua musica ci parla, ci educa e ci eleva umanamente. Alla sua conoscenza ci si deve accostare con rispetto e soprattutto con umiltà. Così facendo si comprende che la musica è solo il punto di partenza per arrivare al messaggio che la sua idea drammaturgica rappresenta in tutti i suoi capolavori modernamente immortali.»

La regia di Lamberto Puggelli, realizzata nel 2004 – con le scene di Marco Capuana, i costumi di Vera Marzot e le luci di Maurizio Montobbio – coglie gli aspetti più romantici e travolgenti dell’opera, con una messa in scena di forte impatto visivo, nella quale troneggiano le vele delle navi dei corsari e dei turchi, che si tramutano tanto nella gabbia che rinchiude Corrado, fatto prigioniero, quanto nell’affascinante e misterioso harem del pascià Seid. Avvincenti sono le scene di battaglia, coordinate dal maestro d’armi Renzo Musumeci Greco.

Jessica Nicolini, coordinatrice delle politiche culturali di Regione Liguria, commenta: «Amore, tradimento, vendetta: una trama avvincente che racconta dei tormenti e delle passioni ambientati tra i pirati. Tratto dal poema di Lord Byron, la nuova opera Il corsaro che andrà in scena al Teatro Carlo Felice, la penultima della stagione lirica, sarà sicuramente apprezzata dal pubblico, sia perché è una delle meno rappresentate da Verdi e questa è dunque un’occasione per conoscerla, sia per le arie e i cori di grande intensità emotiva. Ancora una volta dunque il Teatro Carlo Felice ci vuole stupire con un’opera che sebbene non sia tra le più popolari di Verdi è molto affascinante e siamo certi che il pubblico, anche quello più giovane, saprà apprezzare questo capolavoro musicale che ci farà immergere nei drammi dei pirati di Byron. Un’opera molto significativa che si arricchisce inoltre di un allestimento particolarissimo realizzato dal Carlo Felice in collaborazione con il Teatro Regio di Parma. Proprio la collaborazione tra Teatri rappresenta un’opportunità straordinaria per arricchire il panorama artistico di un Paese, ampliando l’accesso alla cultura ad un pubblico sempre più vasto, oltre a favorire lo scambio di competenze tra artisti, tecnici, organizzatori promuovendo lo sviluppo professionale nel settore teatrale.»

Renato Palumbo affianca sin da giovane gli studi di canto, direzione d’orchestra e coro, pianoforte e composizione principale all’esplorazione del teatro d’opera. Debutta sul podio, appena diciannovenne, con Il trovatore. Intraprende così un’intensa carriera che lo vede interprete di un vasto repertorio nei principali teatri italiani e internazionali, quali la Scala di Milano, l’Opéra di Parigi, il Covent Garden di Londra, i festival di Pesaro e di Martina Franca. Da Washington, Chicago, Berlino, Tokio, Bilbao e Barcellona a Genova, Torino, Parma, Venezia, Verona, Firenze, Napoli, Bari. Il rispetto assoluto della partitura, vissuto con spirito rigoroso ma non dogmatico è alla base di un percorso di ricerca concentrato sulla dimensione drammaturgica dell’opera e sulla sua evoluzione di respiro europeo, da Rossini a Marschner, da Donizetti e Bellini a Verdi, Meyerbeer, Puccini e Giordano. Con il medesimo spirito si dedica intensamente alla musica sinfonica, dal classicismo viennese a Mahler e Hindemith, passando per il grande repertorio romantico e tardoromantico tedesco. È Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti artistici. La sua discografia comprendente Robert le Diable e Les Huguenots di Meyerbeer, Hans Heiling di Marschner, Germania di Franchetti, La Cenerentola e Bianca e Falliero di Rossini, Simon Boccanegra di Verdi e Lucrezia Borgia di Donizzetti realizzata al Teatro La Scala.

Lamberto Puggelli, dopo aver debuttato giovanissimo come regista al Festival di Spoleto, si afferma nel panorama del teatro italiano e internazionale. Il suo stile, coniugando rigore filologico e audacia sperimentale, raggiunge con chiarezza narrativa esiti di grande intensità drammatica e poetica. Nel teatro di prosa inizia a lavorare al Piccolo Teatro di Milano come attore negli anni Sessanta e come collaboratore di Giorgio Strehler negli anni Settanta. Come regista ha realizzato al Piccolo Teatro molti spettacoli. Sin dagli esordi della sua carriera si dedica al teatro lirico, debuttando nel 1965 alla Fenice di Venezia con Oedipus Rex di Stravinskij e Il campanello di Donizetti. Allestisce opere del grande repertorio italiano, francese, tedesco, del Sei-Settecento e dell’Ottocento, nonché delle creazioni del Novecento nei maggiori teatri italiani (Torino, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Palermo, Trieste) e internazionali (Londra, Amburgo, Chicago, Mosca, Barcellona, Zurigo, Rio de Janeiro, Tokyo). Al Teatro alla Scala ha messo in scena Attila, La condanna di Lucullo, Il vino stregato, Andrea Chénier, La forza del destino, Il matrimonio segreto, Adriana Lecouvreur, Fedora. Nei primi anni 2002, Puggelli ha approfondito la sua ricerca sul primo Verdi. Unico regista ad aver vinto il premio dell’Associazione degli Scrittori Italiani di Teatro, Lamberto Puggelli si è spento nel 2013.

Per informazioni: www.operacarlofelicegenova.it

Biglietterie: Teatro Carlo Felice, Galleria Cardinale Siri, 6 16121 GENOVA
Dal lunedì al sabato, dalle ore 9.30 alle ore 19.00.
Spettacoli serali: apertura un’ora prima dell’inizio, chiusura 15 minuti dopo l’inizio.
Spettacoli pomeridiani o serali di domenica: apertura due ore prima dell’inizio, chiusura 15 minuti dopo l’inizio.

Teatro della Gioventù, Via Cesarea, 16 16121 GENOVA. Apertura al pubblico ogni martedì e giovedì dalle ore 11.00 alle ore 15.00. È possibile effettuare gli acquisti di tutti gli spettacoli attualmente in vendita.

Delfina Figus (anche per le fotografie dei bozzetti di scena)

“Il trovatore” inaugura la Stagione d’Opera e Balletto del Teatro Carlo Felice

Per la Genova musicale Il trovatore di Giuseppe Verdi è un simbolo di rinascita e rinnovamento: con questo titolo, infatti, il 18 ottobre 1991 il nuovo Teatro Carlo Felice apriva per la prima volta le porte al pubblico. Ventotto anni dopo è di nuovo il secondo capitolo della “trilogia popolare” verdiana ad inaugurare una Stagione d’Opera e Balletto del Teatro Carlo Felice che guarda al futuro, quella 2019/20, la prima con Claudio Orazi come nuovo Sovrintendente della fondazione lirico-sinfonica genovese.

foto di scena di Associazione Sintesi

La prima, attesissima, è prevista per venerdì 22 novembre alle ore 20. Sul podio, a dirigere Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice nel melodramma romantico per eccellenza, Andrea Battistoni, giovane e carismatico direttore che proprio a Genova, negli ultimi anni, ha consolidato la sua fama. L’allestimento è una nuova produzione del Teatro Carlo Felice (di cui Iren è main sponsor) e porta la firma della regista Marina Bianchi, formatasi alla miglior scuola teatrale italiana sia di prosa che d’opera (diploma in regia alla Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano, Aiuto Regista stabile alla Scala dal 1980 al 1992, collaboratrice di registi come Luca Ronconi, Sofia Coppola e Liliana Cavani). Le Scene e i Costumi sono di Sofia Tasmagambetova e Pavel Dragunov, autori di un progetto scenico che, sottolinea Marina Bianchi, «possiede un’immagine forte, una relazione totale con la drammaturgia dell’opera». Le Luci sono di Luciano Novelli, Direttore Allestimenti Scenici del Teatro Carlo Felice, con una lunga esperienza come Light Designer. Fondamentale, in un’opera come Trovatore, in cui si combatte molto, il contributo del Maestro d’Armi Corrado Tomaselli. Così come quello di Francesco Aliberti, Maestro del Coro del Teatro Carlo Felice, alle prese con una partitura in cui i cori sono protagonisti quanto le singole voci.

Di prim’ordine il cast, formato da voci verdiane tra le migliori oggi in attività: Massimo Cavalletti e Sergio Bologna (Conte di Luna), Vittoria Yeo e Rebeka Lokar (Leonora), Violeta Urmana e Maria Ermolaeva (Azucena), Marco Berti e Diego Cavazzin (Manrico), Mariano Buccino (Ferrando), Marta Calcaterra (Ines) e Didier Pieri (Ruiz).

Lo spettacolo è in memoria del Maestro Peter Maag, nel centenario della nascita, ed è dedicato a Rolando Panerai, da tutto il Teatro Carlo Felice, con affetto e riconoscenza.

– Venerdì 22 novembre, Teatro Carlo Felice, piazza coperta, ore 18

Intervento canoro del Coro di Voci Bianche del Teatro Carlo Felice, diretto da Gino Tanasini, in occasione dell’accensione delle luminarie che dà inizio al periodo natalizio in occasione della prima de Il trovatore. Saranno presenti le autorità cittadine. In collaborazione con CIV Sestiere Carlo Felice.        

– In occasione de Il trovatore, visite guidate agli appartamenti verdiani di Villa del Principe a prezzo ridotto per i possessori di biglietto e/o abbonamento. Date delle visite: venerdì 22 novembre, ore 15; sabato 23 novembre, ore 11; domenica 24 novembre, ore 11; domenica 1 dicembre, ore 15:30.

Il trovatore è la prima delle quattro opere della Stagione 2019/20 del Teatro Carlo Felice oggetto di approfondimento da parte del corso AUSER, docente Elisabetta Valerio. I corsisti titolari di AUSER-CARD, come ulteriore percorso di avvicinamento all’opera, vengono invitati alle conferenze stampa dei titoli in abbonamento.

– Con Il trovatore riprende la collaborazione con Monica Frisone, artista che realizza gioielli ispirati ai singoli titoli della Stagione.

– Per la promozione del titolo si ringraziano i CIV di via XX Settembre, via Galata, Quadrilatero, via Colombo, Erbe.

– In occasione della prima de Il trovatore gli addobbi floreali sono curati e offerti da Silvana Gianotti, arredatrice floreale.

 

Massimo Pastorelli (anche per la fotografia)

 

 

 

 

 

 

 

Premio giornalistico Elena Formica “Leggere la musica”

Circa otto mesi fa, il 7 dicembre scorso, è scomparsa prematuramente Elena Formica, giornalista e musicista, grande conoscitrice di Giuseppe Verdi, che ha fatto di opera e musica il lavoro e la passione della sua vita. Per ricordarla, l’Associazione Verdissime.com in collaborazione con la Gazzetta di Parma, l’Unione Parmense degli Industriali, il Rotary Club Parma, la Fondazione Teatro Regio di Parma, Classic Voicee con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna bandisce la I edizione del Premio giornalistico Elena Formica “Leggere la musica”.

Suddiviso in due fasi, è rivolto a coloro che risiedono in Emilia Romagna e hanno un’età compresa tra i 18 e i 30 anni. Consiste nella scrittura di una recensione in lingua italiana di non oltre 2000 battute (spazi inclusi) di due spettacoli d’opera in programma al Teatro Regio di Parma e al Teatro alla Scala di Milano.

Nella prima fase, i candidati ammessi dovranno assistere alla prova generale de La forza del destino di Giuseppe Verdi al Teatro Regio di Parma martedì 7 ottobre 2014 per poi scrivere il resoconto entro le ore 12.00 del giorno dopo. La Giuria selezionerà per la fase successiva coloro che hanno realizzato i tre articoli migliori e che dovranno assistere alla prova generale di Fidelio di Ludwig van Beethoven al Teatro alla Scala di Milano giovedì 4 dicembre 2014; l’articolo di recensione dovrà essere consegnato il giorno dopo lo spettacolo entro le ore 16.00. La giuria stabilirà quindi tra essi il Primo, Secondo e Terzo premio. La partecipazione al concorso è gratuita.

Le candidature devono essere presentate compilando il modulo di partecipazione disponibile sul sito www.verdissime.com e inviandolo entro e non oltre il 30 agosto 2014 via mail a verdissime@semprelibera.com e via posta con lettera raccomandata a: Premio giornalistico Elena Formica “Leggere la musica” Gazzetta di Parma Via Mantova, 68 – 43122 Parma. Le candidature dovranno riportare chiaramente i dati anagrafici, indirizzo di residenza e numero di telefono di riferimento. Al modulo di partecipazione dovrà essere allegato un breve curriculum vitae, evidenziando eventuali esperienze realizzate dal candidato in ambito giornalistico, e alcuni elaborati sul tema opera e musica eventualmente già pubblicati.

Tra le domande pervenute, la giuria ammeterà, in base alla documentazione presentata, non oltre 10candidati. La Giuria sarà composta da Gian Paolo Minardi che valuterà le competenze storico-musicologiche e da Andrea Estero che si focalizzerà sulle riflessioni e i giudizi dati agli interpreti e alla mise en scène; inoltre ne faranno parte Claudio Rinaldi (Capo Redattore di Gazzetta di Parma) Alessandro Cafiero (Marito di Elena Formica) Carlo Fontana (Amministratore esecutivo della Fondazione Teatro Regio di Parma) Luca Molinari (Consigliere dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna) Sabino Lenoci (Direttore de L’opera) Francesco Monaco (Capo Servizio Spettacoli di Gazzetta di Parma) Mara Pedrabissi (Giornalista di Gazzetta di Parma) Ilaria Notari (Verdissime.com Azucena, Il trovatore) Mauro Balestrazzi (scrittore e giornalista di Classic Voice).

La premiazione si terrà al Teatro Regio di Parma martedì 9 dicembre 2014 alle ore 11.00. Le tre recensioni saranno pubblicate su Classic Voice e su Gazzetta di Parma. I premi, 1.500 euro (primo premio), 1.000 euro (secondo premio), 500 euro (terzo premio) sono offerti da: Alessandro Cafiero, Rotary Club Parma, Unione Parmense degli Industriali, Gazzetta di Parma, Verdissime.com.

Paolo Maier