Il Carnevale di Acireale e di Verona gemellati

Un filo lungo mille chilometri che unisce cultura, tradizione e identità popolare. È stato sancito in Sala Arazzi il gemellaggio tra il Carnevale di Verona e il Carnevale di Acireale.

L’idea di formalizzare un protocollo d’intesa è nata quest’estate quando le due realtà della tradizione popolare hanno deciso di unire le proprie forze, affinché i due carnevali, entrambi nati quasi 500 ani fa, potessero collaborare alla costruzione dei carri, alla realizzazione di maschere e sull’organizzazione del carnevale.

Già da questa edizione del carnevale ‘fuori stagione’, tuttora in corso e in programma fino al 7 novembre, si potranno ammirare le caratteristiche opere in cartapesta, arte nella quale i siciliani sono maestri nel realizzare carri di piccole ma anche di importanti dimensioni, quasi doppie di quelli del carnevale veronese.

Alla firma del gemellaggio è seguito lo scambio di simboli della tradizione carnevalesca veronese e acese, ovvero il Papà del Gnoco e Lavica, la diavoletta che suona il violino mascotte del carnevale di Acireale.  

“Abbiamo lavorato molto perché quest’anno non rimanesse senza la festa del Carnevale – ha detto il sindaco -. Un modo anche diffondere il messaggio positivo legato alla ripartenza post Covid, e farlo con un gemellaggio amplifica il senso di partecipazione e condivisione. Ad Acireale ci unisce la ricchezza culturale e della tradizione, ciascuna città con le proprie peculiarità e sfaccettature, ma entrambe espressione della storia del territorio italiano”.

“Come Amministrazione comunale siamo ben lieti di questo gemellaggio – ha affermato l’assessore Manciagli -. Sono due carnevali storici, importanti e che insieme potranno andare lontano. Collaborare è importante, perché sarà frutto di nuove idee e proposte. È l’inizio di un grande percorso per entrambi, perché le due città dimostrano attaccamento per due manifestazioni che richiedono tanto sacrificio da parte delle persone che si adoperano affinché si possano realizzare”.

“È motivo di grande orgoglio poter fare questo gemellaggio – ha sottolineato Corradi -. Se ogni anno riusciamo a fare il carnevale è grazie al Comitato del bacanal del Gnoco ma soprattutto per il sostegno dell’Amministrazione Comunale, della Provincia, della Regione e dei tanti sponsor, e questa collaborazione con il carnevale di Acireale ci permette di crescere ulteriormente”.

“Non posso che ringraziare per l’ospitalità  e l’opportunità che ci è stata data di presentare la nostra manifestazione – ha detto Cundari -. Siamo due carnevali storici d’Italia, con una data di nascita molto vicina nel tempo e siamo una festa del popolo, di tutti coloro che vogliono riprendere a vivere dopo la pandemia. Il carnevale era momento di trasgressione, ora diventa momento di comunità, e da qui può nascere una grande sinergia”.

Roberto Bolis (anche per la fotografia)

“Travellers” ad Acireale

Si potrebbe affermare che la mostra di “Gionata Xerra. Travellers. Esperienze, racconti, immagini, sguardi” che la Galleria del Credito Siciliano di Acireale propone dal 29 luglio all’11 ottobre 2014, sia una esposizione dedicata certo ai viaggiatori, alle loro Esperienze, racconti, immagini, sguardi, ma anche, a in un certo modo, dedicata al fascino misterioso della valigia. Almeno così la descrive in catalogo Fulvio Scaparro che, subito dopo, richiamando Alberto Savinio, ricorda che “chiarire un mistero è indelicato verso il mistero”. E’ una mostra in due installazioni e dodici fotografie di grande formato, che rappresentano busti di uomini, donne e bambini nudi che fuoriescono da valigie, moderni simboli del viaggio e delle migrazioni. Ed ecco il viaggio come metafora per raccontare “le contraddizioni del mondo”. Perché attraverso i ritratti di questi dodici testimoni (come gli Apostoli e le dodici Tribù della Diaspora….), il progetto racconta, senza entrare in uno specifico didascalico, viaggi compiuti in prima persona o “ereditati” dalle narrazioni della famiglia, del popolo, dell’etnia, in alcuni casi ancora dolorosamente presenti. Dodici, tra donne, uomini, bambini: non profughi appena sbarcati, ma persone inserite nella nostra società, approdate ad una condizione di benessere e di stabilità, rivivono il loro remoto viaggio uscendo da altrettante valigie aperte. Come busti viventi, senza indumenti addosso che consentano di identificarli nella loro attualità, ricordano e, a volte, piangono lacrime essenziali. Un pianto espiatorio, nel ruolo di testimoni di un “viaggiare obbligato” che continua reiteratamente a manifestarsi. Oltre alle dodici immagini (Lightbox) 100×100 cm, il progetto comprende due importanti installazioni. La prima installazione è composta da una lunga fila di valigie (circa 40 mt) attaccate tra loro e appese a una parete. Alcune valigie (12, come i testimoni delle foto) avranno sul fronte uno spioncino (quello delle porte d’ingresso) attraverso il quale sarà possibile guardare all’interno delle stesse. Deformata dalla visione fish-eye, tipica dello spioncino, ogni valigia svelerà una storia, visibile su un monitor inserito all’interno, che trasmetterà un video, immagini, testi o semplicemente illuminerà degli oggetti. La seconda installazione propone una sorta di “Scatola Magica” ove lo spettatore assume il ruolo di attore di un viaggio. Una sola valigia appesa a una parete. Guardandoci dentro, si vede l’interno di un corridoio con due valigie appoggiate a terra. Il percorso della mostra porta i visitatori a entrare in quest’ambiente, dove un grande specchio che in realtà è un “vetro spia”, attraverso il quale abbiamo guardato precedentemente, riflette la loro immagine di viaggiatori. Costretti così a un’intima riflessione sul proprio viaggio, ereditato realizzato o possibile. Cosa si ‘impara’ visitando la mostra di Gionata Xerra? Se lo chiede in un saggio del catalogo Remo Bodei. “Che viaggiatori non sono solo i turisti frettolosi che si spostano in cerca di spiagge bianche e di palme o di emozioni dell’esotico, ma anche innumerevoli persone, esistenze individuali vulnerabili, costrette a prendere la valigia e a rischiare per sopravvivere o per trovare una vita migliore. Con intelligenza e forza espressiva, Xerra sembra parlare di altri, ma in realtà – costringendoci a esercizi di immedesimazione – parla di noi, di come avremmo potuto essere e, più in generale, della nostra comune umanità. Del resto, anche se non nello spazio geografico, tutti noi siamo emigranti nel tempo. Ad ogni momento veniamo espulsi dal passato come patria irrecuperabile e sospinti verso un avvenire ignoto, da cui non possiamo tornare indietro. Su questo terreno condiviso, Gionata Xerra ci aiuta a meglio comprendere la cesura più netta e dolorosa dei migranti rispetto al loro paese e alla loro storia personale”. “Gionata Xerra è una figura di artista mediatore, che mette in contatto media ed elementi diversi, costruendo reti di relazioni e di opportunità e infine ottenendo qualcosa di nuovo, con l’uso di una specifica forma d’arte. A differenza di molte installazioni caratterizzate dall’espansione delle immagini fuori dai limiti della scatola televisiva su multischermi, Gionata introduce l’idea di un piccolo contenitore di immagine e storie deformate dalla visione fisheye come quelle dell’elaboratore HAL 9000 di 2001: Odissea nello spazio. L’interattività basata sulla reciprocità tra opera e osservatore, sperimentata in Kaleidoscope, ritorna in Travellers, dove l’autore introduce nuovi parametri percettivi.

Galleria Credito Siciliano, Piazza Duomo, 12 – Acireale Dal29 luglio all’11 ottobre 2014, da mercoledì a domenica 18.00 – 21.30, ingresso libero.

Articolo di S. E.