“La Cucina del BenEssere” premia l’Istituto Alberghiero di Novafeltria

Nei giorni scorsi si è svolta a Riolo Terme (RA), nella sede dell’IPSSAR – Istituto Alberghiero Statale “Pellegrino Artusi”, la sesta edizione della gara gastronomica “La Cucina del BenEssere”, organizzata dall’azienda romagnola Natura Nuova, in collaborazione con l’Istituto riolese. La competizione, riservata alle classi terze e quarte indirizzo enogastronomico degli Istituti Alberghieri italiani, ha registrato una nutrita partecipazione. Come da regolamento, quattro gli istituti finalisti: “Pellegrino Artusi” di Forlimpopoli (FC), “S. P. Malatesta” di Rimini, “Tonino Guerra” di Novafeltria (RN), “Pietro Piazza“ di Palermo.

Tra questi, ad aggiudicarsi la gara è stato il “Tonino Guerra” di Novafeltria, grazie a “Il Dolce che non c’è”, semifreddo di patate e Seitan su pandispagna al Tofu, crumble di Tempeh e Frullá al mango.

A decretarne la vittoria, la qualificata giuria tecnica formata da: Maria Fiorenza Caboni, Professoressa Ordinaria nel settore delle Scienze e Tecnologie Alimentari dell’Università di Bologna e autrice di oltre 200 pubblicazioni anche su riviste scientifiche internazionali; lo chef Devis Sforzini, da 25 anni nel mondo della ristorazione, consulente aziendale e docente per corsi di formazione per il settore Ho.Re.Ca.; Chiara Setti, digital marketing strategist per lavoro e foodblogger per passione con “La cucina dello stivale”; Luca La Fauci, biologo nutrizionista e tecnologo alimentare, ha preso parte, in veste di esperto, a centinaia di trasmissioni televisive sui canali RAI, è autore di testi scolastici per Rizzoli Libri sulla Scienza dell’Alimentazione ed è insegnante di ruolo all’IPSSAR “P. Artusi” di Riolo Terme.

Inoltre, il “Pietro Piazza” di Palermo ha ricevuto una menzione speciale dalla giuria popolare per il “Cous cous di mais con brasato di Tempeh al Nero d’Avola”.

Il tema della gara di quest’anno è stato “Acqua, bene prezioso”; pertanto, i partecipanti, oltre a dover fare un uso corretto delle proteine vegetali, dovevano avvalersi di tecniche di cottura che riducessero il consumo di acqua, come la cottura a vapore o il sottovuoto. Alla base delle singole preparazioni doveva essere presente almeno uno tra seitan, tofu e tempeh, ingredienti 100% vegetali. Per la realizzazione di ciascun piatto, ogni Istituto ha potuto scegliere le materie prime ritenute più opportune, a eccezione di carne e pesce, ponendo attenzione anche alla valorizzazione degli scarti in un’ottica di contrasto dello spreco alimentare.

«Questo evento rappresenta un’importante occasione di crescita per gli chef del futuro, offrendo loro la possibilità di sperimentare e approfondire l’utilizzo di ingredienti vegetali come tofu, seitan e tempeh, veri protagonisti della cucina moderna e sostenibile – sottolineano da Natura Nuova –Attraverso questa gara vogliamo stimolare la creatività e indirizzare gli studenti in un percorso di innovazione e responsabilità, in cui il benessere alimentare e quello ambientale vanno di pari passo».

Oltre al riconoscimento, per il 1° classificato anche un assegno del valore di 500 euro per l’acquisto di attrezzature scolastiche. Inoltre, tutti gli istituti finalisti hanno ricevuto un attestato di partecipazione e una fornitura di prodotti Natura Nuova (tofu, seitan e tempeh a marchio Compagnia Italiana e puree di frutta a marchio Frullà) per l’anno scolastico 2025-2026. Nel corso della loro permanenza in Romagna, studenti e accompagnatori hanno avuto l’opportunità di visitare uno degli stabilimenti produttivi di Natura Nuova. È stato un momento formativo particolarmente significativo, che ha permesso ai ragazzi di scoprire e approfondire in maniera concreta i processi produttivi dei prodotti impiegati nel concorso, comprendendone così meglio la qualità, l’origine e l’attenzione dell’azienda alla sostenibilità.

Pierluigi Papi (anche per le fotografie)

Dall’Emilia-Romagna un mese di eventi dedicati alle erbe della longevità

Trent’anni di storia, tradizione e innovazione culinaria: la rassegna gastronomica “Il Piatto Verde” celebra il prestigioso traguardo della 30esima edizione. Uno degli eventi gastronomici più longevi d’Italia, quest’anno sarà dedicato volutamente alle erbe della longevità, esplorando il loro utilizzo in cucina attraverso eventi, degustazioni e incontri con chef di fama nazionale.

Dal 16 marzo al 13 aprile, un mese di eventi gastronomici tra cultura e sapori animeranno alcune dello location simbolo di Imola, l’Autodromo internazionale Enzo e Dino Ferrari, Tossignano, il Museo Geologico della Vena del Gesso Romagnola, Casola Valsenio, il Giardino delle Erbe, e soprattutto Riolo Terme, la Rocca e l’Istituto Alberghiero Statale “Pellegrino Artusi”, la cittadina che ha visto nascere questa storica manifestazione. L’evento è promosso da IF – Imola Faenza Tourism Company con la preziosa collaborazione dell’Istituto “Artusi”, per continuare a valorizzare il legame tra territorio e cucina.

Inoltre, per celebrare i tre decenni dell’evento, saranno coinvolti anche tutti i ristoranti, le trattorie e gli agriturismi del territorio (Faenza, Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Riolo Terme, Solarolo per l’area faentina, Imola, Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio, Castel Guelfo, Castel San Pietro, Dozza, Fontanelice, Medicina, Mordano, per l’area imolese), chiamati a partecipare a un concorso per la valorizzazione delle erbe officinali nella ristorazione.

L’evento si aprirà sabato 22 marzo con un’esperienza unica: Cammina e degusta, un originale aperitivo all’interno dell’Autodromo di Imola, preceduto da una visita guidata del mitico circuito. Il 25 marzo, all’Istituto Alberghiero di Riolo Terme, lo chef stellato Enrico Mazzaroni, del ristorante Il Tiglio di Montemonaco (AP), sarà protagonista della Cena stellata che promette un viaggio gastronomico d’eccezione. Il giorno seguente, Mazzaroni condurrà anche una speciale masterclass aperta sia al pubblico sia ai ristoratori. Il 27 e 28 marzo, sempre all’Istituto Alberghiero di Riolo Terme, si svolgerà la consuetagara di cucina tra studenti degli Istituti Alberghieri italiani e stranieri. Il 28 marzo sarà una giornata all’insegna del gusto e della raffinatezza: nel pomeriggio, gli amanti del formaggio potranno partecipare a una verticale di Parmigiano Reggiano con in abbinamento i vini della Cantina Tre Monti di Imola, che ospiterà anche l’appuntamento. La sera, invece, sarà il momento della Cena di gala, nella sede dell’Istituto Alberghiero di Riolo Terme, nel corso della quale verranno premiate anche le Scuole che hanno ben figurato alla gara internazionale di cucina a loro riservata. Lunedì 31 marzo, spazio all’arte bianca con una masterclass su pizza e pane a cura di Molino Naldoni a Faenza, mentre il 2 aprile si svolgerà il corso base con laboratorio sulla fermentazione delle verdure, condotto dall’esperta docente Sara Marani nei locali dell’Istituto Alberghiero. Il 6 aprile un appuntamento per i più piccoli: “Voliamo in Tavola!”,un pomeriggio al Parco della Vena del Gesso Romagnola a Tossignano (Museo Geologico) per far conoscere bacche, fiori e altre piante utilizzate dagli uccelli per nutrirsi e costruire i nidi.

Durante tutta la rassegna, ogni domenica si potranno scoprire i segreti delle erbe della longevità con visite guidate e laboratori di tisane presso il Giardino delle Erbe di Casola Valsenio. Parallelamente, sempre la domenica, sarà possibile partecipare a “Caterina, l’acqua di lunga vita e altre ricette”, una visita narrata alla Rocca di Riolo Terme ispirata alle tradizioni erboristiche di Caterina Sforza, con la realizzazione di una delle sue ricette.

Le 31 piante della longevità protagoniste dell’edizione 2025 del Piatto Verde sono: Abrotano (Artemisia abrotanum), Acetosa (Rumex acetosa), Acetosella (Oxalis acetosella), Achillea (Achillea vulgare), Assenzio (Artemisia absinthium), Assenzio gentile (Artemisia pontica), Balsamita (Chrysanthemum balsamita), Bardana (Arctium lappa), Calendula (Calendula officinalis), Carciofo (Cinaria sp), Cardo mariano (Silybum marianum), Cicoria (Cicoria inthibus), Coclearia (Cochlearia officinalis), Crepis sp., Crescione (Nasturtium officinale), Erba stella (Plantago coronopus), Estragone (Artemisia dracunculus), Grespino spinoso (Sonchus asper), Lepidio o crescione terrestre (Lepidium sativum), Luppolo (Humulus lupulus), Marrobio (Marrubium vulgare), Ortica (Urtica dioica), Picris sp., Pratolina (Bellis perenni), Rabarbaro (Rheum raphonticum), Rafano o cren (Nasturtium armoracia), Rucola (Diplotaxis tenuifolia), Rucola coltivata (Eruca sativa), Tanaceto (Tanacetum vulgare), Tarassaco (Taraxacum officinale), Vitalba (Clematis vitalba).

Il comprensorio turistico di Imola-Faenza (www.imolafaenza.it) vanta un patrimonio gastronomico d’eccellenza, uno dei suoi maggiori punti di forza. In questa terra di confine tra Emilia e Romagna nascono prodotti unici, frutto di un territorio generoso e di antiche tradizioni agricole. Tra questi spiccano lo Scalogno di Romagna IGP, l’Olio di Brisighella DOP, il Carciofo Moretto, il Marrone di Castel del Rio IGP, l’Albicocca di Casalfiumanese e la Cipolla di Medicina, solo per citarne alcuni. A Casola Valsenio, inoltre, sorge il Giardino delle Erbe “Augusto Rinaldi Ceroni”, un luogo di grande valore botanico dove vengono coltivate a rotazione quasi 500 specie di piante officinali, utilizzate fin dal Medioevo in cucina, medicina e cosmesi. Questo ricco patrimonio non poteva che tradursi in una solida tradizione culinaria, in cui le erbe – spontanee e coltivate – sono protagoniste di piatti ricchi di storia e sapore. Tradizione e innovazione si incontrano e si esaltano nella rassegna gastronomica del Piatto Verde, evento che celebra il gusto autentico della cucina con le erbe.

Info e prenotazioni: Imola Faenza Tourism Company tel. 0546 71044

Pierluigi Papi (anche per le fotografie)

Tempo e spazio: Centomani celebra dieci anni

Il tema del tempo, con domande come “Cosa mangeremo fra vent’anni?”, e quello dello spazio, con un’attenzione focalizzata sull’identità gastronomica di un areale regionale (l’Emilia-Romagna), hanno guidato la celebrazione del decennale dell’evento “Centomani di questa terra”, che si è svolto il 28 ottobre a Polesine Zibello (PR), ospiti dell’Antica Corte Pallavicina dei Fratelli Spigaroli, e soprattutto guideranno la progettazione del futuro dell’Associazione culturale CheftoChef.

Centomani si è confermata come una grande e importante festa dei cuochi, dei produttori delle tante eccellenze DOP e IGP e dei gastronomi emiliano-romagnoli. Un evento che ha favorito la creazione e il consolidamento di relazioni e stimolato nuove idee e progetti.

Fra degustazioni, forum di approfondimento, cooking demo con gli oltre trenta chef presenti alla giornata, il mercato dei produttori e dei vignaioli con una ventina di aziende e consorzi, una delegazione delle Città della Gastronomia CheftoChef (Borgonovo Val Tidone PC, Russi RA, Roncofreddo/Valli del Rubicone FC) e una del Progetto RavennaFood/CheftoChef, la giornata baciata dal sole e da temperature primaverili, più che autunnali, ha visto la partecipazione di un nutrito pubblico di appassionati e di addetti del settore.

Il mondo accademico che ha partecipato attivamente ai forum – curati dai soci CheftoChef Massimo Suozzi e Franco Chiarini, sia dal punto di vista operativo sia per la gestione dei contenuti culturali – si è dimostrato di elevato livello di competenza e interesse, riconoscendo la necessità di un approccio approfondito e multidisciplinare. Patrizio Bianchi, dell’Università di Ferrara, ha esortato a proseguire in questa direzione, sottolineando l’importanza di integrare la formazione con le esigenze del settore. La presenza di accademici esperti in vari ambiti, come il Prof. Massimiliano Petracci (Università di Bologna) per l’agricoltura, il Prof. Franco Mosconi (Università di Parma) per i distretti produttivi e il Prof. Davide Cassi (Università di Parma) per la fisica della materia, è stata determinante per alimentare il dialogo con i cuochi. Inoltre, gli attori locali hanno testimoniato l’importanza di continuare esperienze territoriali come “I Rubiconi” e “Le Faentine”, collaborando con altre associazioni gastronomiche quali Slow Food, Il Lavoro dei Contadini e Tempi di Recupero, tutti sul palco di Centomani. Infine, ma non certo per importanza, i produttori virtuosi regionali, pilastri delle idee gastronomiche, giocheranno un ruolo cruciale nel consolidare il principio fondamentale della “trasparenza”, come ha sintetizzato Roberto Casali di Ecopesce «trasparenti come l’acqua del nostro mare».

«È giunto il momento di instaurare un nuovo rapporto con la Regione Emilia-Romagna, che deve riconoscere l’importanza della proposta del Prof. Cassi di avviare un progetto di ricerca scientifico sull’identità gastronomica della regione, pioniera nel settore dell’Agrifood e con forti legami con le avanguardie della Catalogna, fra le più prestigiose a livello internazionale», sottolineano Massimiliano Poggi e Michele Ceccarelli, rispettivamente Presidente e Segretario Generale di CheftoChef, a cui è affidato il compito di guidare lo sviluppo di questa rete di relazioni, sempre più complessa e articolata.

Pierluigi Papi (anche per la fotografia di un momento di showcooking)

Decima edizione per “Centomani di questa Terra”

Cambia il tradizionale periodo di svolgimento, dalla primavera si passa all’autunno, ma non la rilevanza dell’appuntamento, che come di consueto radunerà all’Antica Corte Pallavicina dei Fratelli Spigaroli a Polesine Zibello (Strada Palazzo due Torri, 3) in provincia di Parma, alcuni dei migliori chef e produttori delle eccellenze enogastronomiche dell’Emilia-Romagna. Lunedì 28 ottobre dalle ore 10 fino al tramonto si svolgerà dunque la decima edizione diCentomani di questa Terra”, la grande festa annuale cultural-gastronomica dell’Associazione CheftoChef emiliaromagnacuochi, che in questo 2024 si pone d’indagare attraverso il forum “cosa metteremo nel piatto fra vent’anni”, al quale parteciperanno, tra gli altri: professori universitari, chef, produttori, ristoratori, rappresentanti di istituzioni e consorzi.

Si parte alle 10 con l’apertura del mercato dei produttori, aziende e consorzi. Saranno presenti anche i gazebo di alcune delle Città della Gastronomia CheftoChef: Borgonovo Valtidone PC, Russi RA, Roncofreddo/Valli del Rubicone FC e gli chef e i produttori di RavennaFood (l’estensione ravennate di CheftoChef) con le loro proposte gastronomiche tradizionali rivisitate in chiave moderna.

Dalle 10.30 al via il Forum dal titolo “Cosa metteremo nel piatto fra vent’anni?

Spiega Massimiliano “Max” Poggi, Presidente di CheftoChef: «Cultura gastronomica, agricoltura, allevamento, cucina… sono fenomeni umani e come tali sono destinati inesorabilmente a mutare. Noi non ci alimentiamo come i nostri nonni e i nostri nipoti non si alimenteranno come noi, o meglio, non sappiamo né il come né il perché, ma di certo cambieranno modo di mangiare. Il nostro presente ci mette di fronte a urgenze di cambiamento e ormai in ogni filiera produttiva ci chiediamo, o dovremmo farlo, “ma per quanto potremo andare avanti?”. Il tutto spesso si sintetizza nella parola “sostenibilità”. Parola inflazionata, sovente usata impropriamente e depauperata del suo significato originale. Ci chiediamo, o dovremmo farlo, per quanto tempo le risorse naturali potranno sostenere i nostri ritmi produttivi. Forse potremmo iniziare a chiederci “per quanto NOI saremo in grado di sostenerci?”. Quanto le nostre filiere agroalimentari, dalle quali dipende la nostra sopravvivenza, sono in grado di affrontare i cambiamenti? Stiamo usando saggiamente le nostre risorse? Perché non sappiamo come, ma di sicuro tutto cambierà. Partendo dal presupposto che prima di trovare le giuste risposte è bene porsi le giuste domande, proviamo a pensare a cosa saremo in grado di mettere nel nostro piatto del 2044. Senza avere la presunzione di trovare ancora risposte, ma partendo dalle domande che possiamo farci nel nostro presente».

Per definire un areale gastronomico, progetto ed esperienze romagnole” è il titolo della prima sessione del Forum che vedràFranco Chiarini, storico co-fondatore di Cheftochefparlarne con il prof. Franco Mosconi e il prof. Davide Cassi, dell’Università di Parma. Interverranno: Renato Brancaleoni Fossa dell’Abbondanza, Sergio Diotti narratore, autore e ristoratore, Luciana Garbuglia Amministratrice Pubblica, Mauro Giardini Villa Venti, Carlo Catani CheftoChef e Tempi di Recupero, Lea Gardi ed Ettore Pezzi Il Lavoro dei Contadini, progetto ‘Le Faentine’.

Alle ore 12 seconda sessione dedicata al Progetto LILIACEAE dell’Emilia-Romagna. Conduce: Giorgio Melandri, scrittore di vino e gastronomia. Relatori: Massimiliano Mussoni Cheftochef, “La Sangiovesa” di Santarcangelo, coordinatore dei cuochi e Giuseppe Pasquali Cheftochef, Presidente Consorzio Cipolla di Medicina, coordinatore dei produttori. Interverranno: Andrea Gentilini Scalogno di Romagna, Pinuccia Morini Cipolla Borettana, Tommaso Pavani Aglio di Voghiera e Nerofermento.

Ore 13.30, terza e ultima sessione del forum “Cosa metteremo nel piatto fra vent’anni?”. Conduce: Massimo Suozzi, Cheftochef. Relatori: prof. Patrizio Bianchi Università di Ferrara, prof. Massimiliano Petracci Università di Bologna, prof. Davide Cassi Università di Parma.

Interverranno: Roberto Casali Ecopesce di Cesenatico, Giuseppe Prioli Presidente Consorzio Mitilicoltori dell’Emilia-Romagna/Cozza Romagnola, Dino Negrini Negrini Salumi, Ettore Bartoletti Officine Gastronomiche Spadoni, Sabrina Dallagiovanna Molino Dallagiovanna.

Durante il forum, saranno protagonisti anche gli studenti di alcune scuole alberghiere dell’Emilia-Romagna, che affiancheranno i soci chef di riferimento territoriale durante gli show cooking nell’area adiacente al palco. Gli studenti di sala e di cucina delle scuole di Castel San Pietro Terme, I.I.S. Bartolomeo Scappi, di Cervia, Tonino Guerra, e di Ferrara, Istituto Vergani Navarra, avranno l’opportunità di offrire in degustazione al pubblico i piatti realizzati insieme agli chef, mettendo in pratica le loro conoscenze e con l’obbiettivo di valorizzare le eccellenze locali e i prodotti a marchio regolamentato e garantito unici dell’Emilia-Romagna.

Dalle ore 11 sarà attiva anche l’isola della cooking demo all’interno della splendida Corte.

Gli chef presenti all’evento: Franco Cimini – Osteria del Mirasole, San Giovanni in Persiceto, Mario Ferrara – Ristorante Scaccomatto agli Orti, Bologna, Massimiliano Poggi – Ristorante Massimiliano Poggi, Trebbo, Giorgio Clementi – Osteria dei Frati, Roncofreddo, Davide Grumbianin – Ristorante Benso, Forlì, Omar Casali – Ristorante Maré, Cesenatico, Michele Bacilieri – Cucina Bacilieri, Ferrara, Adriana Biondi e Alessio Malaguti – Trattoria La Rosa 1908, Sant’Agostino, Adalberto Migliari – La Chiocciola, Quartiere, Emilio Barbieri – Strada Facendo, Modena, Giovanni Cuocci – La Lanterna di Diogene, Solara di Bomporto, Francesco Vincenzi – Franceschetta58, Modena, Claudio Cesena – Locanda San Fiorenzo, Fiorenzuola d’Arda, Isa Mazzocchi – La Palta, Borgonovo Val Tidone, Daniele Repetti – Nido del Picchio, Carpaneto Piacentino, Massimo Spigaroli – Antica Corte Pallavicina, Polesine Zibello, Salvatore Morello -Ristorante Inkiostro, Parma, Alessandro Giraldi – Il Fenicottero Rosa Gourmet, Faenza, Gaetano Latino – Ristorante Salsedine 367, Lido di Savio, Matteo Salbaroli – Cucina del Condominio, Ravenna, Mattia Borroni – Ristorante Alexander, Ravenna, Umberto Cavina – Darsena del Sale, Cervia, Andrea Incerti Vezzani – Ca’ Matilde, Quattro Castella, Andrea Medici – Osteria in Scandiano, Scandiano, Ciro Sieno – Enigma Restaurant, Reggio Emilia, Massimiliano Mussoni – La Sangiovesa, Santarcangelo di Romagna, Giuseppe Gasperoni – Casa Gasperoni, Montebello di Torriana, Riccardo Agostini – Il Piastrino, Pennabilli, Silver Succi – Quartopiano, Rimini, Igles Corelli – Chef Consultant.

I produttori presenti all’evento: Lodi Corazza, Ponte Ronca, Ecopesce, Cesenatico, Villa Venti Vini, Roncofreddo, Quinoa Lab Adalberto Migliari, Marrara, Negrini Salumi SRL, Renazzo, Consorzio Aglio Voghiera, Voghiera, Cantina della Volta SPA, Bomporto, Cantina Paltrinieri, Sorbara, Consorzio Produttori Antiche Acetaie Modena, Modena, Molino Dalla Giovanna, Gragnano Trebbiense, Vigna Cunial, Traversetolo, Nero Fermento, Ravenna, Officine Gastronomiche Spadoni, Coccolia, Il lavoro dei Contadini, Faenza, Consorzio del Parmigiano-Reggiano, Reggio Emilia, Valmarecchia Bio Natura, Ponte Messa.

CheftoChef emiliaromagnacuochi, è l’associazione che riunisce i più rinomati cuochi e patron, i migliori produttori e fornitori di prodotti agroalimentari e i gourmets di riferimento dell’Emilia-Romagna. Presidente è Massimiliano “Max” Poggi, vice Presidenti Massimo Bottura e Isa Mazzocchi. Presidenti Onorari sono Igles Corelli e Massimo Spigaroli.

L’evento è aperto al pubblico con accesso gratuito.

Per informazioni: info@cheftochef.eu.

In contemporanea con Centomani, è in programma la giornata conclusiva di “Salumi da Re”, il Raduno Nazionale di Allevatori, Norcini e Salumieri, organizzato e sponsorizzato da Gambero Rosso e Antica Corte Pallavicina.

Pierluigi Papi (anche per la fotografia)

Il cibo è chi lo fa

La Strada dei Vini e dei Sapori della Provincia di Ferrara, con il patrocinio del Comune di Ferrara, ha presentato  la XX edizione della manifestazione “Il Cibo è chi lo fa”, che si terrà nel centro storico di Ferrara dall’11 al 13 ottobre 2024.

Questa tre giorni enogastronomica, in Piazza Trento e Trieste, vedrà la partecipazione di oltre 40 espositori locali, regionali e nazionali.

La manifestazione rappresenta un’importante occasione per scoprire e degustare le eccellenze enogastronomiche italiane, direttamente dalla voce dei produttori.

Durante l’evento, i visitatori potranno partecipare a numerose attività, tra cui visite guidate, degustazioni, seminari e laboratori.

Sarà un momento di crescita e confronto con le realtà tipicamente italiane di produzione, un’opportunità per conoscere le tradizioni e le culture legate al cibo e al vino del nostro territorio.

L’apertura ufficiale avrà luogo domani, venerdì 11 ottobre, alle ore 10 con la presenza delle autorità locali e dei rappresentanti della Strada dei Vini e dei Sapori della Provincia di Ferrara. La manifestazione sarà aperta al pubblico dalle ore 10 alle ore 20 per tutta la durata dell’evento.

Le novità di questa edizione:

– Numerosi nuovi espositori e prodotti provenienti da tutta Italia : casonzei, giardiniere, salumi di Malga bergamasca, Prosecco di Valdobbiadene, nocciole e prodotti con nocciole, le chiocciole, l’amaro del Delta antico, funghi porcini e di bosco freschi e tanto altro da scoprire.

– Degustazioni a cura della Scuola Alberghiera O. Vergani che porterà in Piazza i suoi ragazzi e docenti che sforneranno nelle giornate di sabato e domenica dalle 11 alle 18 prodotti locali e del territorio.

Confermati anche quest’anno altri produttori da sempre affezionatissimi a Ferrara.

Troveremo quindi: i taralli pugliesi declinati in tutte le loro varietà , olio extra vergine bio pugliese e olio extra vergine umbro, parmigiano Reggiano di Montagna delle Vacche Rosse,il pampepato nostrano e tutte le derivazioni dolci con il cioccolato ferrarese, dolci al taglio con crema, frutta, glasse e caramelli, la porchetta di Ariccia, dolci a base di nocciole e mandorle per chi ama la frutta secca alla più classica sbrisolona, liquori e distillati, la focaccia genovese doppia sfoglia senza lievito in varie declinazioni tra cui la classica all’olio e sale , quella con cipolla o patate e stracchino o olive, miele di montagna di collina e di pianura, il vino e la grappa di visciole, formaggi di capra, succhi e confetture bio, mostarde….. e veramente tanto tanto altro.

“Cibo è chi lo fa’ è un’occasione straordinaria per riflettere su come i nostri acquisti quotidiani possano diventare scelte di valore per l’ambiente e per la nostra salute.”

La scelta di consumare prodotti a chilometro zero non è solo una questione di gusto o di salute, ma è un vero atto di responsabilità. In conclusione, il nostro compito, come consumatori, è quello di fare scelte più consapevoli, sostenendo un modello alimentare che rispetta l’ambiente e le persone. Vi invito a visitare gli stand, a conoscere i produttori e ad assaporare con consapevolezza i frutti del nostro territorio. Ringrazio la Strada dei vini e dei Sapori della Provincia di Ferrara per la competenza e professionalità e per mantenere vivo questo mercato, appuntamento di qualità enogastronomica prezioso per la nostra città “.

“La Strada dei Vini e dei Sapori di Ferrara e “Il cibo è chi lo fa” rappresentano un binomio indissolubile che quest’anno viene rilanciato con una veste nuova, ancora più attuale e coinvolgente. L’evento imperdibile che celebra l’autenticità e la passione dei produttori agroalimentari provenienti ancor di più quest’anno sarà improntata sui principi della qualità, del rispetto della filiera corta, dell’ambiente, del benessere e dell’innovazione.

E quest’anno una novità: assaporeremo insieme le delizie dello “street food ferrarese”, preparate con maestria dall’Istituto Alberghiero Vergani di Ferrara, condividendo l’esperienza unica della nostra tradizione culinaria. Il nostro personale sarà lieto di accogliervi e guidarvi lungo questo viaggio gastronomico indimenticabile. Vi aspettiamo numerosi! ” sottolinea Massimiliano Urbinati, Presidente della Strada dei Vini e dei Sapori della Provincia di Ferrara.

La manifestazione si conferma un appuntamento molto sentito nella cittadina estense, l’occasione di incontrare aziende artigianali ma soprattutto un momento di crescita e di confronto con le realtà tipicamente italiane di produzione.

L’Italia è conosciuta in tutto il mondo per le proprie eccellenze enogastronomiche, pennellate di sapori che rendono il quadro nazionale una tavolozza molto variopinta.

Alessandro Zangara (anche per l’immagine)

“Cappellacci in Centro”

È il tema dell’iniziativa in programma per quattro fine settimana dal venerdì al pranzo della domenica dall’11 ottobre al 3 novembre 2024 (11-13 ottobre, 18-20 ottobre, 25-27 ottobre e 1-3 novembre 2024) organizzata dalla Contrada di Santa Maria in Vado nella sede di via Cammello 13/15 a Ferrara.

L’Osteria dell’Unicorno, dopo un anno di pausa dedicato alla ristrutturazione della propria sede, torna con la proposta che ha riscosso grande successo negli ultimi anni: “Cappellacci in Centro”.

Con questa iniziativa della Contrada di Santa Maria in Vado, vogliamo celebrare il piatto tipico ferrarese che potrà essere gustato, insieme a tante altre pietanze, con i condimenti più classici e qualche proposta accattivante della nostra cucina. Il tutto nella splendida cornice di Casa di Stella dè Tolomei, più bella che mai dopo il lungo lavoro di rinnovo e ristrutturazione della sede della Contrada, nel centro storico di Ferrara.
Completamente gestita dai volontari della contrada, col patrocinio del Comune di Ferrara e della Fondazione Palio città di Ferrara, Cappellacci in Centro sarà a disposizione della cittadinanza per quattro fine settimana nelle seguenti date: 11-12-13, 18-19-20, 25-26-27-31 ottobre e 1-2-3 novembre 2024. Oltre alle ormai classiche serate del venerdì e sabato sera, in questa edizione si aggiunge il pranzo della domenica, per dare ad ancora più persone la possibilità di partecipare a questa iniziativa, cui sempre più persone si sono affezionate negli anni.

La Contrada ringrazia per il sostegno tutti gli sponsor che hanno voluto contribuire alla realizzazione di questo evento: Ottica Bonora, Ascom Ferrara e AVIS Comunale Ferrara.

Alessandro Zangara

La Romagna dei ristoranti: storie di menù

“La Romagna dei ristoranti: storie di menù” è il titolo della nuova pubblicazione a firma di Maurizio Campiverdi e Franco Chiarini, per Edizioni Moderna – Ravenna.

Un’opera di 150 pagine che racconta la storia della gastronomia romagnola attraverso oltre 200 menù della ristorazione, dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri. Questo progetto unico nel suo genere è stato possibile grazie alla collaborazione tra “Menù Associati”, Associazione Internazionale Menù Storici, e “CheftoChef emiliaromagnacuochi”, Associazione nata per favorire l’evoluzione della gastronomia regionale e la sua affermazione a livello nazionale ed internazionale, le cui collezioni di menù storici rappresentano una risorsa inestimabile.

Il volume è il risultato del lavoro di due esperti: Maurizio Campiverdi, grande gourmet, massimo collezionista di menù e Presidente di “Menù Associati” fin dalla fondazione, e Franco Chiarini, fondatore di CheftoChef di cui è stato segretario generale negli anni della nascita dell’Associazione, così come per “Menù Associati”.

Una carrellata delle diverse tipologie di ristorazione, dalle prime pensioncine della Riviera ai Grand Hotel, dalle trattorie di campagna alla grande ristorazione delle colline romagnole, fino alla cucina delle città nelle sue diverse espressioni sia di tradizione sia di evoluzione rispetto alle correnti culturali internazionali.

L’opera rende anche omaggio a quel cenacolo AIS di sommelier che nel secondo dopoguerra hanno fondato la grande ristorazione romagnola. Alcuni di loro sono stati intervistati qualche anno fa da Igles Corelli, per sottolineare i loro rapporti con “il maestro” Gualtiero Marchesi e “il filosofo del vino” Luigi Veronelli, che avevano intensi rapporti in particolare con Silverio Cineri, Gianfranco Bolognesi e Paolo Teverini. Queste interviste sono presentate da Alberto Capatti, Presidente della “Fondazione Marchesi”, con un contributo sulla sua visione della Romagna gastronomica.

Il volume è aperto da una prefazione provocatoria del Professor Massimo Montanari, che fornirà lo spunto per un dibattito più consapevole sulla gastronomia regionale del futuro, da ripensare in termini di progetto, se ci saranno progettisti disponibili, a partire dalla Regione Emilia-Romagna.

Il volume è strutturato in capitoli suddivisi per aree geografiche della Romagna, alcuni dei quali dedicati alla struttura del menù e al suo rapporto con le ricette dei singoli piatti. Attenzione anche ai vini, la cui storia più riconoscibile nasce con le prime etichette del secondo dopoguerra.

Prezzo di copertina 32 Euro.

Questo primo volume inaugura una collana che proseguirà con un nuovo inedito dedicato all’Emilia.

Pierluigi Papi (anche per l’immagine della copertina)

Agli, Cipolle e Scalogno dell’Emilia Romagna raccontati in 60 schede

Liliaceae – Agli, Cipolle e Scalogno dell’Emilia Romagna è il titolo della nuova pubblicazione di CheftoChef emiliaromagnacuochi, curata dal gastronomo Franco Chiarini ed edita da Maggioli Editore in occasione dell’istituzione del Presidio SlowFood della cipolla dell’acqua di Santarcangelo di Romagna. È la terza uscita della collana “Le carte del cibo dei produttori virtuosi”.

Si tratta di un cofanetto contenente 60 schede informative che abbinano la parte estetica a quella scientifico-gustativa-gastronomica delle liliaceae dell’Emilia-Romagna, per comprendere e sempre più apprezzare questa importante nicchia di prodotti agricoli, aiutati dalle immagini d’autore del decano della fotografia ravennate Enzo Pezzi. Oltre a Chiarini, hanno contribuito alla redazione dei testi Giorgio Melandri, le associazioni Menù Associati e Il Lavoro dei Contadini, mentre Marisa Fontana si è occupata della parte botanica.

Lo staff di CheftoChef emiliaromagnacuochi ha da tempo coordinato questi sette gioielli con l’obiettivo di accentuare il passaggio da complementi a protagonisti nel piatto: Cipolla dell’acqua di Santarcangelo, Scalogno di Romagna, Cipolla di Medicina, Aglio di Voghiera, Cipolla Borettana, Aglio Piacentino e NeroFermento. Nel cofanetto, infatti, sono presenti anche le “ricette d’autore” di nove cuochi soci di CheftoChef, con piatti che esaltano la dolcezza e l’intensità dei sapori delle Lilieaceae con abbinamenti inediti. Gli chef sono: Massimiliano Mussoni de La Sangiovesa a Santarcangelo di Romagna (RN), anche coordinatore degli chef sul progetto di valorizzazione delle liliaceae, Davide Grumbianin, di Benso a Forlì (FC), Adalberto – Athos Migliari de La Chiocciola a Portomaggiore, Massimiliano Poggi dell’omonimo ristorante a Trebbo di Reno (BO), Dario Picchiotti dell’Antica Trattoria di Sacerno a Calderara di Reno (BO), Andrea Medici dell’Osteria di Scandiano (RE), Isa Mazzocchi de La Palta a Borgonovo Val Tidone (PC), Omar Casali del Marè a Cesenatico (FC).

Completano la pubblicazione i testi del Dottor Marco Brancaleoni sulla dimensione salutistica in chiave moderna di questi prodotti e quelli del Professor Davide Cassi con importanti orientamenti scientifici per meglio comprendere percorsi gastronomicamente innovativi.

Giuseppe Pasquali, Presidente del Consorzio della Cipolla di Medicina e coordinatore dei produttori di liliaceae, per questo progetto condiviso dalla Regione Emilia-Romagna sostiene: «questa azione permanente di gruppo favorisce la valorizzazione di prodotti spesso non sufficientemente considerati per la loro qualità. Il rapporto con i grandi chef è una strada obbligata, tenendo conto della tradizione della celebre ristorazione francese e, da noi, grazie anche al consolidato utilizzo delle nostre liliaceae da parte di Massimo Bottura dell’Osteria Francescana di Modena».

Massimiliano Poggi, Presidente di CheftoChef: «La promozione e l’utilizzo dei grandi, anche se umili, prodotti dell’Emilia-Romagna è la giusta strada per riaffermare un’identità gastronomica regionale e, perché no, anche pienamente compatibile con le diverse sostenibilità richieste dalla modernità».

La pubblicazione è in vendita al prezzo di 18 Euro. Info: francochiarini@cheftochef.eu.

Pierluigi Papi (anche per le fotografie che ritraggono la cartina delle Liliaceae dell’Emilia Romagna; Isa Mazzocchi de’ La Palta con l’aglio bianco piacentino; una ricetta di Isa Mazzocchi)

Amaro d’amare, al “Piatto Verde” le erbe amare nella gastronomia tra tradizione e innovazione

Sono ben 29 le edizioni della rassegna gastronomica “Il Piatto Verde”, fra le più longeve d’Italia, che quest’anno sarà dedicata all’“Amaro d’amare: erbe, radici e fiori amari nella gastronomia fra tradizione e innovazione”. Dal 20 marzo al 30 aprile, più di venti appuntamenti fra Casola Valsenio (RA) Faenza (RA), Imola (BO) e soprattutto Riolo Terme (RA), dove l’evento ha avuto origine grazie all’intraprendenza dell’allora società di area, da diversi anni territorialmente allargata e divenuta IF – Imola Faenza Tourism Company, con la preziosa collaborazione dell’Istituto Alberghiero “Artusi”, la cui sede è proprio nella cittadina termale.

Fra i tanti eventi da non perdere: la cena “stellata” di Alessandro Gilmozzi del Ristorante El Molin di Cavalese (TN), stella Michelin e stella Verde per la gastronomia sostenibile e presidente dell’Associazione Ambasciatori del Gusto, proprio in apertura di rassegna il 20 marzo all’IPSSAR Artusi; Gilmozzi che il giorno successivo parteciperà a Faenza al convegno sul tema delle erbe amare in cucina, con la partecipazione di importanti relatori, tra i quali Massimo Montanari, professore emerito dell’Università di Bologna e fondatore del Master “Storia e cultura dell’alimentazione”, Beppe Sangiorgi, giornalista e profondo conoscitore di gastronomia e tradizioni locali, Sauro Biffi, direttore del Giardino delle Erbe “Rinaldi Ceroni” di Casola Valsenio. E ancora: le visite narrate alla Rocca di Riolo Terme per scoprire i segreti delle ricette con le erbe officinali di Caterina Sforza; le visite guidate, i laboratori e le iniziative del Giardino delle Erbe di Casola Valsenio; la masterclass a 4 mani a Faenza di Gilmozzi e Alessandro Giraldi del Ristorante Il Fenicottero Rosa e quelle a Imola e a Riolo di Gianpaolo Raschi del Ristorante Guido 1946 di Rimini, 1 stella Michelin; il Concorso internazionale riservato a dodici Istituti Alberghieri italiani e stranieri che si “sfideranno” con pietanze che avranno come protagoniste le erbe amare: tarassaco, carciofo, balsamita, pratolina, radicchiella, aspraggine, cicerbita, estragone, assenzio, abrotano, bardana, cicoria, coclearia, calendula, rucola, rafano o cren, lepidio o crescione terrestre, marrobio, crescione acquatico, rabarbaro, ortica, cardo mariano, erba stella, tanaceto, achillea, acetosa, acetosella, vitalba, luppolo.

Il comprensorio turistico di Imola-Faenza (www.imolafaenza.it) ha nelle eccellenze gastronomiche uno dei suoi punti di maggior valore. In questo spicchio di territorio, “a cavallo” fra Emilia e Romagna, ci sono tanti prodotti che “arrivano” dalla terra unici, come lo Scalogno di Romagna IGP, l’Olio di Brisighella DOP, il Carciofo Moretto, il Marrone di Castel del Rio IGP, l’Albicocca di Casalfiumanese, la Cipolla di Medicina, solo per citarne alcuni. Inoltre, a Casola Valsenio c’è l’importante Giardino delle Erbe “Augusto Rinaldi Ceroni” nel quale vengono coltivate a rotazione quasi 500 specie di piante officinali utilizzate in cucina, nella medicina e nella cosmesi fin dal basso Medioevo. In questo contesto, non poteva non radicarsi anche una forte tradizione legata alla cucina di qualità con le erbe, spontanee e coltivate. Tradizione e innovazione che trovano sintesi proprio nella rassegna gastronomica del Piatto Verde.

Il Piatto Verde gode del Patrocinio della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Ravenna, del Comune di Riolo Terme e del Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola e si avvale della sponsorizzazione di importanti aziende del settore: Bragard, Cast Alimenti, Consorzio di Tutela del Parmigiano Reggiano, Surgital, Natura Nuova, Molino Naldoni, Cantina Tre Monti, Polo Ristorazione, Villa Abbondanzi Resort, Villani Salumi e Oleificio Zucchi.

Pierluigi Papi (anche per le fotografie)

Adesione al Sistema di Qualità “Acquacoltura Sostenibile”

È stata annunciata nei giorni scorsi a Rimini l’adesione in forma collettiva delle imprese associate al Consorzio Mitilicoltori dell’Emilia-Romagna al disciplinare Sistema di Qualità Nazionale Zootecnia “Acquacoltura Sostenibile”. Uno strumento per evidenziare l’importanza della sostenibilità della mitilicolturaemiliano-romagnola, creando valore aggiunto alla produzione delle aziende che lo adottano.

Diversi gli obiettivi che il Consorzio si è posto con il progetto di adesione al disciplinare “ACQUACOLTURA SOSTENIBILE”, riconosciuto dal MASAF nell’ambito del Sistema di Qualità Nazionale. In primis, la ricerca di uno standard uniconazionale per l’acquacoltura sostenibile, ma anche la volontà di accrescere il posizionamento dei propri prodotti ittici. La certificazione poi rappresenta un passo importante a sostegno dell’aggregazione della filiera, una risposta allacrescente domanda di sostenibilità nazionale ed internazionale per un prodotto tracciabile e riconoscibile.

“Nel mercato dell’ittico sono presenti tanti elementi confusivi agli occhi del consumatore, la difficoltà di riconoscere il prodotto importato o fuori stagione è una di queste. Da sempre riteniamo che il primo passo sia identificare e qualificare l’offerta mentre il secondo è la costituzione di una Organizzazione di Produttori, per le sue potenzialità in termini di commercializzazione, comunicazione e di accesso ai finanziamenti. L’adesione ad una certificazione chiara e sicura è invece il coronamento di un percorso condiviso che vede proprio il Consorzio nel ruolo di capofila”, ha dichiarato Giuseppe Prioli, presidente del Consorzio MitilicoltoriEmilia-Romagna.

Il presupposto su cui si basa l’idea imprenditoriale del Consorzio è uno: la certificazione “Acquacoltura Sostenibile” dovrebbe rappresentare la condizione per commercializzare i prodotti da acquacoltura, una premessa da cui partire per intavolare un rapporto di fiducia con il mercato basato sulla garanzia di qualità e sicurezza del prodotto. “Ad oggi la certificazione si ferma alla produzione. Per

tutelare il consumatore e l’intero comparto, tuttavia, c’è la necessità di allungare la certificazione anche al trasporto e alla vendita”, ha concluso Prioli.

“Tutto ciò che riguarda i temi della sostenibilità e della tracciabilità è un valore prioritario in questo momento”, ha confermato il responsabile per l’ittico di CoopItaliaMarcoFiori,che però ammonisce: “Bisogna fare attenzione affinché i costi legati all’adozione dello standard non impattino eccessivamente sul prezzo del prodotto finale. In questo senso, l’idea della certificazione di gruppo è interessante anche in un’ottica di economia di scala e, mi unisco a Prioli nel dire che, ancorauna volta l’aggregazione tra produttori è determinante nel mantenerel’equilibriotraidiversiattoridella filieraeiconsumatori”.

L’etichetta di Acquacoltura Sostenibile, quindi, dovrebbe essere il punto da cui partire per proporre il proprio prodotto, un’ulteriore garanzia di qualità in grado di differenziare l’ittico locale, poiché sul banco se ne percepirà l’assenza fuori stagione, quando l’offerta sarà costituita solo da prodotto di importazione.

L’evento si è concluso con la degustazione di tre piatti a cura di Omar Casali diCheftoChefemiliaromagnacuochi,l’associazione che promuove l’enogastronomia regionale e la sua affermazione a livello nazionale ed internazionale. Un menù nato dall’idea di tradurre in abbinamenti e sapori i temi della sostenibilità e della stagionalità. Un modo per affermare attraverso i piatti che “la messa in campo di diverse competenze ha un unico intento finale, che sottende la necessità di aggregarsi per far crescere e migliorare l’intera filiera”, come dichiarato da chef Casali.

La giornata è stata organizzata dal Consorzio Mitilicoltori Emilia-Romagna in collaborazione con CheftoChef emiliaromagnacuochi, e realizzata con fondi MASAF del Programma nazionale triennale della pesca e dell’acquacoltura 2022-2024, annualità 2023.

Pierluigi Papi (anche per le fotografie)