“I Like Parma. Un patrimonio da vivere”

In occasione delle Giornate Fai di Primavera, sabato 15 e domenica 16 maggio 2021, l’assessorato alla Cultura del Comune di Parma organizza, in collaborazione con la Delegazione FAI di Parma e con il sostegno di MIC – Ministero della Cultura e “Parma, io ci sto!”, la quinta edizione di “I Like Parma. Un patrimonio da vivere” con un ricco programma di aperture straordinarie e gratuite di palazzi, conventi, chiese, chiostri e spazi culturali di eccezionale valore storico-artistico, un’occasione unica per visitare luoghi nascosti e generalmente poco conosciuti e guardare con occhi nuovi la città designata Capitale Italiana della Cultura per l’anno 2020 + 2021.

“Siamo soddisfatti – ha esordito l’assessore alla Cultura Michele Guerra – di poter riavviare in sicurezza, dopo il difficile periodo di emergenza sanitaria, il progetto “I Like Parma”, una collaborazione virtuosa del Comune con Fai, il Ministero e “Parma, io ci sto!” che fa di Parma una delle città più visitate della nazione e che quest’anno ha come fiore all’occhiello di questa quinta edizione la Camera di San Paolo, la cui gestione è di recente passata al Comune. Siamo ancora dentro l’anno di Capitale Italiana della Cultura e questo ci permetterà di avere, nel fine settimana di I Like Parma, ben 21 mostre aperte tra città e provincia”.

“I Like Parma è ormai un appuntamento fisso e molto atteso dai cittadini – ha detto l’assessore alle Politiche di Pianificazione, Sviluppo del territorio e Opere Pubbliche Michele Alinovi – il programma di questa edizione è particolarmente sapiente, perché articolato attraverso luoghi “in divenire”, dove le importanti operazioni di recupero e riqualificazione danno la misura dell’impegno e dello sforzo del pubblico e del privato in questo senso. Le Amministrazioni devono riuscire a avere e alimentare una prospettiva ampia sulla visione dei luoghi cittadini: ne sono esempio lampante il San Paolo e l’Ospedale Vecchio, luoghi identitari e prestigiosi, oggetto di importanti e lungimiranti percorsi di rigenerazione che ne arricchiranno l’attrattività e la fruibilità”.

“La formula che coniuga le Giornate Fai e I Like Parma – ha detto Giovanni Fracasso, presidente della Delegazione FAI Parma – è sempre stata un grande successo e, anche se questa edizione sarà contenuta dal punto di vista delle presenze e organizzata nel massimo rispetto delle norme di sicurezza, abbiamo voluto strenuamente dare un segnale di volontà di fare e di riprendere. Il progetto rappresenta infatti una cabina di regia che è importante ci sia e si rinnovi, pur nelle differenze che contraddistingueranno questa ultima edizione dalle prime, nella quale saranno comunque aperti 7 luoghi Fai e almeno 6 dall’Amministrazione Comunale: un risultato insperato che ci rende orgogliosi”.

A margine della conferenza stampa il presidente di “Parma, io ci sto!” Alessandro Chiesi ha dichiarato: “fin dalla sua nascita “Parma, io ci sto!” è impegnata in iniziative di valorizzazione delle eccellenze del nostro territorio per farne apprezzare la ricchezza culturale ed artistica. Per questo motivo per la quinta edizione consecutiva siamo a fianco di “I Like Parma”, una manifestazione originale che offre la possibilità di scoprire e apprezzare tanti luoghi del patrimonio artistico cittadino attraverso aperture straordinarie e visite guidate per l’intero weekend e in concomitanza con le “Giornate FAI di Primavera”. E non vediamo l’ora di visitare nuovamente la Camera di San Paolo che, grazie ad un grande lavoro di squadra, viene finalmente restituita alla cittadinanza e a cui la nostra associazione è particolarmente legata avendo contribuito qualche anno fa a rivitalizzarla con alcuni interventi specifici. E’ sicuramente un’icona di Parma che ci auguriamo possa essere rilanciata ancora di più nell’ambito di Parma Capitale Italiana della Cultura 2021”.

Il programma di aperture straordinarie promosso dalla Delegazione FAI di Parma per le Giornate di Primavera 2021 offre al pubblico la visita a ben sette luoghi di ineccepibile bellezza, a partire dall’elegante Villa Picedi, denominata comunemente anche «Villa del Vescovo» poiché nell’Ottocento il Vescovo di Parma Francesco Magani era solito soggiornarvi durante l’estate, i cui interni sono riccamente affrescati, passando per uno dei complessi monumentali più importanti della città, l’Ospedale Vecchio con la visita alla Crociera Grande, al Palazzo dell’Agricoltore, edificio dal grande valore storico e architettonico nato nel 1940 con uno stile modernista, a Palazzo Tarasconi, splendido esempio d’architettura rinascimentale recentemente restaurato, all’Orto Botanico di Parma con il suo storico giardino per finire con l’Antica Farmacia di San Filippo Neri in cui sangue di drago, alambicchi e antichi volumi rievocano il passato della Congregazione di Carità.

Tra le novità di questa edizione, a fianco dei luoghi proposti dal FAI, il Comune di Parma propone altre sei aperture straordinarie tra cui spiccano la riapertura gratuita della splendida Camera di San Paolo, situata all’interno dell’ex Monastero, con la sua volta ad ombrello magnificamente affrescata dal Correggio ad inizio Cinquecento con una decorazione illusionistica a tralci vegetali in cui si aprono finti ovati con putti, alla cui base si trovano lunette a monocromo con soggetti mitologici di stampo classico e la visita al Convento della Chiesa della Santissima Annunziata, gioiello del Quartiere Oltretorrente, con il suo maestoso e silenzioso chiostro dedicato a Padre Lino Maupas e la ricchissima biblioteca.

Dopo il successo e l’apprezzamento ottenuto nelle ultime edizioni vengono riproposte anche la riapertura del Chiostro della Fontana del Complesso del San Paolo – il cui intervento di riqualificazione è stato co-finanziato dalla Regione Emilia-Romagna con fondi POR FESR – dove il pubblico potrà ammirare il ciclo delle 26 lunette tardo cinquecentesche – seicentesche del porticato per poi salire, attraverso lo scalone storico principale, al loggiato superiore e della Chiesa di San Giuseppe che si presenta oggi nell’aspetto barocco donatole dalla ricostruzione di fine Settecento su disegno di Antonio Brianti.

Inoltre nella Chiesa di Sant’Antonio Abate, perla del barocco, progettata nel 1712 dall’architetto Ferdinando Galli Bibiena, grazie ad un video appositamente realizzato, il pubblico sarà accompagnato alla scoperta dei lavori di restauro delle volte e degli affreschi della chiesa.

Tra le aperture di “I like Parma” si segnala anche l’Oratorio di Sant’Ilario, situato sotto i Portici dell’Ospedale Vecchio, dove il pubblico potrà ascoltare un audio-guida che racconterà la storia edificio.

Per arricchire l’offerta culturale di questa edizione il Comune ha indetto un avviso pubblico a sostegno delle guide turistiche e ambientali accreditate della Regione Emilia – Romagna che si è chiuso con l’approvazione di sedici percorsi turistici alla scoperta di luoghi insoliti della città, per un totale di trentaquattro visite guidate gratuite, condotte en plein air tra cui alcuni bike tour ed itinerari speciali dedicati a bambini e famiglie.

Infine per il weekend del 15 e 16 maggio tante mostre aperte accoglieranno il pubblico con un biglietto ridotto speciale per I like Parma tra queste: “Ligabue & Vitaloni. Dare voce alla natura” a Palazzo Tarasconi, “Mode nel mondo. I vestiti raccontano la vita dei popoli. Dal kimono al burqa” e “Tribes. The last breath on earth di Arturo Delle Donne” al Museo d’arte cinese ed etnografico, “Attraverso le avanguardie. Giuseppe Niccoli/visione e coraggio di una Galleria”, “I colori degli affetti. Ritratti familiari nelle collezioni Amedeo Bocchi e Renato Vernizzi della Fondazione Monteparma” e “Parma la città del PROFUMO. L’evoluzione e la modernità” all’APE Museo, “Antelami a Parma – il lavoro dell’uomo, il tempo della terra” al Battistero, “Design! Oggetti, processi, esperienze” all’Abbazia di Valserena, “Renato Brozzi e la scultura animalista italiana tra Otto e Novecento” al Museo Renato Brozzi e “Amedeo Modigliani. Opere dal Musée de Grenoble” alla Fondazione Magnani Rocca.

A tutti i piccoli visitatori di “I like Parma” sarà regalato l’inedito “Gioco dell’Oca di Parma” realizzato ad hoc per questa edizione.

Tutte le aperture e le visite saranno organizzate con prenotazione obbligatoria e nel rispetto delle norme sanitarie e di sicurezza. L’iniziativa è realizzata dal Comune di Parma con la collaborazione della Delegazione FAI Parma, con il sostegno del MIC – Ministero della Cultura e di “Parma, io ci sto!”.

Luoghi I Like Parma e Visite guidate per la città: ingresso gratuito e prenotazione obbligatoria tramite APP Parma 2020 + 21 (entro le ore 18 del giorno precedente alla visita). Info generali e supporto alle prenotazioni: 0521/218297 0521/218252 (da lunedì a venerdì 10-13 e 15-18, sabato 15 maggio 10-18).

Comune di Parma (anche per l’immagine del Chiostro della SS. Annunziata)

A settembre i Mondiali di Pesca a Verona

Dopo 23 anni, Verona torna capitale della pesca. L’appuntamento è per il prossimo settembre, con la macchina organizzativa che si è già messa in moto. Si terranno infatti dal 6 al 12 settembre i Campionati mondiali di pesca al colpo, nelle acque dolci del Mincio di Peschiera e Valeggio.

Slittata di un anno a causa della pandemia, la manifestazione è ora certo che si farà. Con la cerimonia inaugurale già programmata in piazza Bra.

Lo ha annunciato il presidente della sezione veronese della Federazione nazionale pesca sportiva attività subacquee e nuoto pinnato, Tiziano Begal, rieletto da poco, durante l’incontro in municipio con l’assessore allo Sport Filippo Rando.

“Dopo lo stop forzato a causa della pandemia, Verona è pronta a tornare protagonista indiscussa del mondo sportivo – afferma Rando -. Per noi è motivo di soddisfazione ospitare l’inaugurazione dei giochi, che faremo in modo diventi un momento di festa da condividere con tutta la città. Chi pratica la pesca è abituato a non farsi molta pubblicità e a godersi il silenzio che caratterizza questa pratica sportiva. In realtà è uno sport in crescita, soprattutto nella bassa veronese, che abbonda di corsi d’acqua adatti alla pesca. I miei complimenti a Tiziano Begal, da poco rieletto presidente, la giusta riconoscenza dell’impegno e del lavoro fatto in questi anni”.

Roberto Bolis

Giacomo Puccini. Il poeta del lago

Nato con la camicia di Euterpe, dotato di un istinto teatrale spiccatissimo, una vera e propria star internazionale fin dal suo tempo, Giacomo Puccini è il protagonista del quarto volume della collana I miti dell’Opera dedicata dal Teatro Regio di Parma all’infanzia, per condividere e tramandare di generazione in generazione il patrimonio della grande tradizione lirica. Scritto da Cristina Bersanelli e illustrato da Patrizia Barbieri, il volume Giacomo Puccini. Il poeta del lago è in vendita da oggi al Bookshop del Teatro Regio e nello e-store del teatro sul sito teatroregioparma.it. Il libro (formato 24 x 24 cm con copertina cartonata) è, come gli altri volumi, corredato da illustrazioni da colorare e, in questo caso, da una triade di indovinelli ispirati ai leggendari enigmi di Turandot.

I miti dell’Opera sono libri concepiti e scritti per l’infanzia con protagonisti “straordinari”, capaci di divertire e affascinare i più piccoli, grazie alla capacità affabulatoria delle loro autrici e della potenza narrativa di storie bellissime, realmente vissute da personaggi indimenticabili. Dopo Giuseppe Verdi. Il Cigno di Busseto, Maria Callas. La Divina e Gaetano Donizetti. Un musicista coi baffi la collana si arricchisce di un quarto titolo.

Dario De Micheli, responsabile editoriale della collana: “Capaci di conquistare anche nonni e genitori, che possono assaporare le nostre storie assieme ai bambini, aggiungendo magari ricordi personali e anche accompagnando la lettura con ascolti musicali, I miti dell’Opera sono stati pensati con Cristina Bersaneli anche per dare luogo a progetti di approfondimento culturale destinati all’utenza scolastica; com’è il caso del volume Giuseppe Verdi. Il Cigno di Busseto che è stato posto al centro di un percorso di conoscenza del compositore e della sua musica destinato alle scuole elementari, dove viene letto, accompagnato da un video illustrativo recitato dall’attrice Sabina Borelli e da un video didattico progettato con l’autrice”.

A questo volume seguiranno il quelli dedicati a Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini, Wolfgang Amadeus Mozart e, di nuovo, ai grandi interpreti come Arturo Toscanini, Carlo Bergonzi, Luciano Pavarotti, Renata Tebaldi, a compimento di un progetto editoriale volto alla conoscenza dei grandi miti dell’opera e alla trasmissione della conoscenza della storia del teatro d’opera alle giovani generazioni.

Tenuto musicalmente a battesimo dal padre nella natia Lucca, dopo i primi passi nel mondo della musica e gli anni di studio al Conservatorio di Milano sotto la guida di Antonio Bazzini e Amilcare Ponchielli, Giacomo Puccini raggiunge i primi successi con l’opera Le Villi, la cui prima rappresentazione nel 1884 gli presenta l’occasione d’incontrare l’editore Giulio Ricordi, con cui stabilisce un rapporto fruttuoso, lungo una vita. La legittimazione della storia d’amore, discussa e tumultuosa, con Elvira Bonturi si intreccia agli anni del consolidamento della sua fama, grazie al successo di Manon Lescaut e poi de La Bohème, i cui lauti guadagni gli permettono tra l’altro di acquistare la sua villa di Torre del Lago, località ribattezzata dopo di lui “Torre del Lago Puccini” e oggi sede della sua casa museo. Ed è questa l’epoca della nascita di un altro sodalizio d’importanza capitale ai fini dello sviluppo della sua carriera: quello con i librettisti Luigi Illica e Giuseppe Giacosa. Saranno loro a firmare i libretti di Tosca e Madama Butterfly con cui la parabola pucciniana raggiunge l’apice: Puccini diventa il compositore più celebre e ricco del suo tempo e le sue opere reclamate e rappresentate a New York a Buenos Aires, a Budapest e a Londra, a Milano e a Parigi. L’epopea pucciniana tuttavia è ricca di contrasti e d’ombre che, nella narrazione della Bersanelli, a misura di bambino, conferiscono al personaggio storico la giusta profondità e veridicità, perché – come ama commentare l’autrice – “i bambini hanno bisogno di sapere che anche nelle vite più straordinarie ci sono dei fallimenti o comunque delle difficoltà e che ogni medaglia ha suo il rovescio”.  E così sono narrate anche le sue passioni per le auto, le case, nonché per i sigari toscani; passione quest’ultima che gli costò la salute e infine anche la vita, a un soffio dal portare a compimento il suo capolavoro forse più grande: Turandot.

Paolo Maier (anche per la fotografia)

Un nuovo Museo per la Valle Camonica romana

Dall’11 giugno, la Valle Camonica romana – una delle realtà archeologiche più sorprendenti dell’intero arco alpino – avrà un nuovo museo di riferimento, in una più grande e adeguata sede.

I lavori per il nuovo museo sono ormai completati a Cividate Camuno, l’antica Civitas Camunnorum, per iniziativa del Comune e della Direzione Regionale Musei Lombardia, con la collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Bergamo e Brescia e il contributo di Regione Lombardia e della Comunità Montana di Valle Camonica.

“Il nuovo museo, fortemente voluto da Stefano L’Occaso che mi ha preceduto, si estende su spazi quadruplicati rispetto alla vecchia sede – anticipa Emanuela Daffra, Direttore regionale Musei Lombardia del Ministero della Cultura – e potrà accogliere in modo finalmente adeguato i reperti già esposti a partire dal 1981 in un primo Museo Archeologico, oggi troppo angusto, oltre che dare spazio ad un patrimonio in continua crescita, confermando la ricchezza vitale della ricerca archeologica e il dinamismo dei musei che la raccontano.”

La nuova sede del museo sorge nel centro storico di Cividate Camuno, nell’immobile già sede dell’Incubatore d’Imprese, di fronte alla Chiesa Parrocchiale, nel cuore della Civitas romana e dell’abitato medioevale.

“La missione del Museo – evidenzia Serena Solano, funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Bergamo e Brescia, direttore dei Parchi della Valle Camonica romana e curatore scientifico del progetto del nuovo museo – è quella di raccontare l’incontro fra Camuni e Romani, illustrando i cambiamenti e le novità insieme agli aspetti di sovrapposizione e continuità. La Valle Camonica infatti esemplifica in maniera straordinaria la romanizzazione di un territorio alpino, attraverso siti ed evidenze archeologiche, anche di carattere monumentale, che consentono di declinare il processo nei suoi molteplici aspetti, dalla trasformazione del territorio, allo sfruttamento delle risorse, ai culti, agli insediamenti, agli aspetti della vita quotidiana, agli spazi pubblici, alla sfera funeraria. Il nuovo museo, con rimandi anche ai luoghi vicini, contestualizza i ritrovamenti della Valle Camonica nel quadro più ampio dell’arco alpino, ponendosi così come un museo della romanizzazione delle Alpi.”

Nelle otto sezioni del nuovo Museo, realizzato su progetto architettonico e di allestimento dello Studio di Architettura Volta di Brescia, sono proposti i materiali di età romana trovati a Cividate Camuno e nel territorio: una ricca collezione epigrafica, importanti elementi architettonici e scultorei e ricchi corredi funerari dalle necropoli, con pendenti e amuleti anche in oro e argento, non solo preziosi ma anche carichi di valenze simboliche.

Dalla modestia quotidiana all’enfasi monumentale il museo raccoglie oggetti d’eccezione: la porta carbonizzata in legno risalente al II-I secolo a.C., ritrovata a Pescarzo di Capo di Ponte, una delle meglio conservate per il periodo di tutto l’arco alpino, la statua della dea Minerva dal santuario di Breno, in marmo greco, e un pregevole ritratto maschile in nudità eroica dall’area del foro di Cividate Camuno in marmo locale di Vezza d’Oglio.

A rimarcare il legame tra museo e storia del luogo una piccola area archeologica, di recente valorizzata cortile interno dell’edificio, offre uno sguardo sulla città antica.

Il Museo è perciò cuore, punto di partenza e di arrivo del percorso della Valle Camonica romana che a Cividate Camuno, antica Civitas Camunnorum, ha come altre tappe l’area del foro e il Parco Archeologico del teatro e dell’anfiteatro e non lontano, attraverso un piacevole percorso ciclo-pedonale lungo fiume, il Parco Archeologico del Santuario di Minerva in località Spinera di Breno.

La visita al Museo e alle aree e ai Parchi della Valle Camonica romana, nel cuore della Valle dei Segni, caratterizzata dalla millenaria tradizione dell’incidere sulle rocce, è un viaggio alla scoperta di uno degli itinerari archeologici più affascinanti di tutto l’arco alpino.

S.E.

“Favolacce”

In occasione dei David di Donatello 2021 e delle numerose candidature ottenute dall’opera seconda dei fratelli D’Innocenzo, Artdigiland pubblica Conversazioni su Favolacce, a cura di Ludovico Cantisani, un volume che ripercorre e indaga la creazione del film-rivelazione del 2020 attraverso una serie di conversazioni e un esteso saggio del curatore. Uscito il 10 maggio, il libro è disponibile presso i rivenditori on line (per il momento ebook), sul sito dell’editore: www.artdigiland.com (cartaceo, in offerta speciale fino al 31 maggio) e ordinabile in libreria presso l’editore.

A discutere con Cantisani (e Alain Parroni nel caso dei registi) la propria esperienza del film sono: Fabio e Damiano D’Innocenzo, l’autore della fotografia Paolo Carnera, la montatrice Esmeralda Calabria, le scenografe Emita Frigato e Paola Peraro, il costumista Massimo Cantini Parrini, i produttori Agostino e Giuseppe Saccà (Pepito Produzioni), i direttori di casting Davide Zurolo e Gabriella Giannattasio, il colorist Andrea “Red” Baracca, e gli attori Barbara Chichiarelli, Ileana D’Ambra, Federico Majorana, Max Malatesta, Lino Musella, Max Tortora. Nella loro ricchezza e varietà, queste conversazioni, insieme all’analisi critica del curatore, rivelano e mettono a fuoco le intuizioni narrative e registiche e quella serie di originalità che hanno fatto di questo film un caso nel panorama cinematografico italiano.

Questo straordinario percorso conoscitivo del linguaggio cinematografico è illustrato da alcune immagini di scena e, soprattutto, da materiali iconografici d’eccezione: le foto di set e i disegni preparatori delle inquadrature dei fratelli D’Innocenzo. Queste foto delineano un percorso ulteriore per scoprire la lavorazione di Favolacce ma soprattutto costituiscono un corpus d’autore che, attraverso un altro linguaggio, offre una chiave di lettura aggiuntiva dell’opera dei D’Innocenzo.

Elisabetta Castiglioni

Aperte le visite guidate al Regio di Parma

Il Teatro Regio di Parma riapre alle visite guidate. Il pubblico potrà così ritornare a scoprire le meraviglie di questo luogo che porta in sé 200 anni di storia, arte, musica.

I visitatori potranno scoprire la sala del Teatro ancora sgombra dalle poltrone, smontate per far posto all’Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini in occasione del recente debutto di Pelléas et Mélisande (trasmesso da Rai Cultura su Rai5 e ancora disponibile alla libera visione su Raiplay), e con l’imponente astrolampo illuminato e calato al centro della platea, che offre i suoi scintillii e i suoi dorati putti musicanti allo stupore di ogni sguardo ravvicinato.

Le visite guidate, della durata di circa 30 minuti, sono aperte dal martedì alla domenica nei consueti orari 9.30 – 12.30 / 14.30 – 17.30, vengono effettuate a intervalli di ogni ora e sono riservate a un numero massimo di 10 visitatori per ogni turno. Come da ordinanza del nuovo decreto, sabato e domenica il servizio è assicurato su prenotazione, via mail o telefono, ai seguenti recapiti: tel. 0521 203995 visitareilregio@teatroregioparma.it

Il bookshop, che offre i preziosi, esclusivi manufatti appositamente ideati e realizzati per portare con sé la memoria di questo luogo unico, segue gli stessi orari di apertura delle visite guidate.

Paolo Maier (anche per le fotografie di Luca Fregoso -sopra- e di Stefano Zoni-sotto)

Gli spettacoli teatrali a Brescia

Il Centro Teatrale Bresciano è pronto a ricominciare dal vivo con il pubblico in sala. Dopo mesi di contenuti forzatamente digitali, il CTB è lieto di presentare oggi la nuova programmazione della Stagione di prosa 2020-2021 Gli infiniti mondi che, compatibilmente con gli sviluppi dell’emergenza sanitaria e in accordo con le disposizioni di legge, si svolgerà nei mesi di maggio e giugno al Teatro Sociale di Brescia.

È martedì 4 maggio la data in cui le porte del teatro di prosa della città torneranno ad aprirsi. In scena la produzione CTB The children, testo di Lucy Kirkwood già presentato – con grandissimo successo – in forma di lettura scenica nella scorsa edizione della rassegna di drammaturgia contemporanea Teatro Aperto e che trova oggi, grazie alla bravura di Elisabetta Pozzi, Giovanni Crippa e Francesca Ciocchetti, diretti da Andrea Chiodi, un avvincente compimento. Il titolo sostituisce lo spettacolo Pigmalione, progetto immaginato da artisti e CTB prima della pandemia. La decisione di sostituire lo spettacolo si richiama alla necessità degli artisti coinvolti di lavorare su una tematica strettamente connessa alla situazione attuale. È stato quindi deciso di selezionare a un testo che, allo stesso modo di Pigmalione, mantenesse un carattere di commedia, ma che parallelamente sapesse parlare al pubblico con leggerezza di temi urgenti connessi alla situazione che il mondo intero, da oltre un anno, sta vivendo. Con la sua trama incentrata sulle imprevedibili conseguenze di un incidente in una centrale nucleare, il pluripremiato The children è sembrato il modo più efficace di dare forma a questa significativa esigenza artistica. Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Sociale dal 4 al 16 maggio 2021.

Il Centro Teatrale Bresciano sceglie di proseguire la nuova programmazione con la proposta dell’iconico spettacolo La vedova Socrate di Franca Valeri, con Lella Costa, regia di Stefania Bonfadelli, che sarà in scena al Teatro Sociale dal 18 al 23 maggio 2021. La produzione CTB avrebbe dovuto inaugurare la Stagione 2020-2021; sfortunatamente, la chiusura delle sale teatrali ha impedito il realizzarsi della tappa bresciana dello spettacolo che aveva felicemente debuttato nella Stagione estiva del Piccolo Teatro di Milano. Il CTB lo ripropone ora con lo stesso entusiasmo di vedere sulla scena una fuoriclasse come Lella Costa interpretare l’irriverente testo dell’indimenticata Franca Valeri.

Chiude la proposta del CTB, la produzione Ritter, Dene, Voss di Thomas Bernhard, regia di Elena Sbardella, con Ludovica Modugno, Franca Penone, Gianluca Ferrato che andrà in scena al Teatro Sociale dall’8 al 13 giugno. Lo spettacolo, originariamente calendarizzato tra aprile e maggio al Teatro Mina Mezzadri, verrà allestito come ultimo titolo prima degli eventi estivi del Centro Teatrale Bresciano.

Si informa, infine, che per ragioni organizzative sono annullate le recite degli spettacoli Mnemosine, La fine del mondo e Dove sono le donne, inizialmente programmate a maggio 2021.

L’orario d’inizio degli spettacoli, nei giorni feriali, è previsto per le ore 19:30, così da consentire il rientro degli spettatori entro le ore 22. La domenica, invece, l’orario d’inizio degli spettacoli è confermato per le ore 15:30.

I dettagli sulle modalità di conversione di spettacolo (nel caso di Pigmalione) e di data (nel caso di Ritter, Dene, Voss) riguardanti i titoli già in possesso degli spettatori e le indicazioni per l’acquisto dei biglietti per gli spettacoli in calendario sono rimandate a successiva comunicazione.

Per informazioni è possibile contattare la biglietteria del Centro Teatrale Bresciano dal lunedì al venerdì (escluso i festivi) dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.00, ai seguenti recapiti:

T. 030 2808600; biglietteria@centroteatralebresciano.it

Nel rispetto della normativa in vigore, il punto vendita del CTB di Piazza della Loggia e il botteghino del Teatro Sociale sono chiusi fino a nuova comunicazione.

V.V.