Il romanzo de lemienotizie.com

Ecco la quinta pagina del romanzo scritto per lemienotizie.com. Il finale di pagina può essere richiesto inviando una e-mail a: lemienotizie.com@libero.it

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Quinta pagina.

L’aria si era caricata di umidità. La percepiva dall’odore che assumeva la leggera brezza che entrava nel suo studio dalla finestra semiaperta: per quanto carica di polveri sottili e di un vago odore di inquinamento da olio pesante catrame e anidride carbonica, l’aria si imbizzarriva e si inarcava come se stesse facendo la doccia sotto un rivolo dispettoso, e regalava un sentore che non si sentiva solo al naso, ma anche in gola. Lui era particolarmente sensibile a questo. Non sapeva se era dovuto al suo essere cieco, forse era così, ma essendo tale dalla nascita, non aveva metri di paragone. Si alzò dalla sua scrivania e chiuse la finestra, sapendo che Lavio era lì, vicino alle sue gambe, e non lo perdeva mai di vista. Era il suo secondo cane, il primo se n’era andato sei anni prima. Non sarebbe stato capace di vivere senza il suo cane per ciechi. Era una sicurezza in un mondo buio, che per quanto sapeva non era buio solo per chi non ci vedeva. Il suo cane era il suo migliore amico, il più certo e il più fedele; chi si prendeva cura di lui senza chiedere niente, senza un perché, senza fargli sentire di essere diverso dagli altri. Sì, era stato addestrato per accompagnarlo, ma non era commiserevole, paternalistico, saccente. Lavio era eccezionalmente umano, molto più umano di tanti umani. Tuttavia, quel pomeriggio non gli sembrava soltanto l’aria carica di umidità il problema per il quale chiudere la finestra. Si avvicinò a Lavio e lo accarezzò con una certa tristezza. Lavio gli leccò una mano e poi gli mise il muso nell’altra, come faceva esclusivamente quando riteneva che Andrea si stesse mettendo a piangere. La sensazione che divenne improvvisamente e inaspettatamente imperante era di pericolo. Un pericolo lì, presente. Come se fosse entrato un ladro in casa, come se dovessero scappare. Si divincolò dal muso di Lavio e cominciò a girare per la casa come impazzito, sbattendo un paio di volte contro le pareti. Stava accadendo qualcosa. “Lavio, c’è qualcuno in casa?”. Il cane girò per le tre stanze, annusando, e gli rispose abbaiando che no, in casa erano soli. Forse si sta solo mettendo a piovere, pensò tra sé.

“Sta piovendo?”, e anche a questo il cane gli fece capire che no, non pioveva. Andrea chiuse comunque la porta di ingresso con tutte le mandate, e chiuse le finestre e le tapparelle. Che accadeva? […]

 

©Alessia Biasiolo per lemienotizie.com. Riproduzione vietata.

 

Alla Mostra del Cinema di Venezia “Saremo giovani e bellissimi”

Oggi alle ore 14, ha debuttato alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia il film “Saremo giovani e bellissimi” di Letizia Lamartire che rappresenterà l’Italia alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia.

Il film, prodotto da CSC Centro sperimentale di cinematografia Production di Roma con Rai Cinema, ha ricevuto il contributo del Fondo per l’Audiovisivo regionale ed è stato realizzato a Ferrara e Comacchio.

Alla prima del film sono presenti l’assessore alla Cultura del Comune di Ferrara Massimo Maisto, insieme all’omologa assessore Alice Carli del Comune di Comacchio, al collega Riccardo Pattuelli, alla  dirigente del Servizio Manifestazioni Culturali e Turismo del Comune di Ferrara  Maria Teresa Pinna e al dirigente cultura/turismo del Comune di Comacchio  Roberto Cantagalli.

A fare da sfondo alla pellicola la città di Ferrara, che la regista ama definire intensa, in perfetta sintonia con la storia che vuole raccontare. Il film è una passeggiata nei luoghi più suggestivi, anche fra i meno conosciuti,  dell’entro mura: dal Torrione di San Giovanni a Corso Ercole I d’Este, dall’atmosfera sospesa del piccolo borgo di San Giorgio sino al fiume e alla Darsena di San Paolo. Le riprese, realizzate a dicembre scorso, hanno colto perfettamente il particolare paesaggio del forese ferrarese con le sue vie alberate immerse nella nebbia. A completare i set del film Comacchio, dove la regista trentunenne è approdata in occasione della Sagra dell’anguilla dello scorso anno. Rimasta stregata dall’atmosfera lagunare, dai ponti e dai canali, ha inserito la magica atmosfera di Comacchio in questa sua opera girata nella sontuosa città estense.

La pellicola rappresenta un manifesto alla musica, in cui le immagini e i brani musicali si abbracciano così come i personaggi  – la madre Barbora Bobulova, il figlio Alessandro Piavani – che si muovono all’interno di rapporti familiari e sentimentali ritmati dalle note: dalla musica italiana anni Novanta al  rock underground in salsa emiliana.

“Ferrara e il cinema – sottolinea Maisto – condividono una storia molto lunga, costellata dai nomi di grandi registi, sceneggiatori ed attori e da location cittadine che si sono fissate nell’immaginario del pubblico grazie a pellicole importanti. Noi stiamo lavorando però perché il cinema sia un’esperienza contemporanea, abbiamo costruito, per questo, servizi di accoglienza e ospitalità e messo a disposizione professionalità trasversali affinché sempre più produzioni ci scelgano come sfondo delle loro opere”. E aggiunge “per noi è stato un onore lavorare con CSC e Rai, ma soprattutto un onore lavorare con una giovane regista al suo esordio, i giovani professionisti sono il futuro e di quel futuro noi vogliamo fare parte. La pellicola ben si inserisce nei progetti di valorizzazione turistica del territorio che si espande, senza soluzione di continuità, dalla città d’arte a Comacchio, dove i Comuni esprimono un patrimonio paesaggistico che si presta a mille e più esperienze, alle quali, solo assieme possiamo dare maggiore valore”.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore Carli. “È innegabile – sostiene – come il fascino della laguna eserciti una grande attrazione  per coloro che fanno dell’arte una professione. Le architetture del delta, con l’acqua, l’archeologia e la natura, costituiscono il nostro valore dalla forte valenza identitaria che con piacere condividiamo e diffondiamo con il linguaggio della contemporaneità. In questi giorni Pupi Avati sta girando la sua ultima fatica sia nelle valli che nel centro di Comacchio: è un piacere constatare come la bellezza dei nostri paesaggi conquisti sempre. Per la giovane regista Lamartire un bel viatico, firmato delta”.

A seguito della proiezione del film è prevista una iniziativa collaterale a Lido di Venezia, organizzata dai Comuni di Ferrara e di Comacchio per promuovere le eccellenze enogastronomiche del  territorio  e realizzata in collaborazione con l’Associazione Strada dei vini e dei Sapori.

 

Alessandro Zangara

 

 

A Verona le riprese di “Mentre ero via”

Verona torna ad essere un set cinematografico. Prenderanno il via lunedì 3 settembre le riprese per la fiction televisiva “Mentre ero via”, prodotta da Endemol Shine Italy per RAI 1 e diretta dal regista Michele Soavi. Tra i protagonisti Vittoria Puccini e Giuseppe Zeno. Molte vie e piazze, ma anche ristoranti e monumenti del centro storico, saranno le ambientazioni delle scene principali del film. Per 10 giorni, fino al 13 settembre, anche la viabilità subirà alcune modifiche per consentire le riprese.

 

Roberto Bolis

Rapporto di A.I. sulla Polonia

In un nuovo rapporto intitolato “Il potere della piazza: proteggere il diritto di protesta pacifica”, Amnesty International ha dichiarato che nonostante le leggi repressive, la mano dura delle forze di polizia, le misure di sorveglianza, le intimidazioni e i procedimenti giudiziari, in Polonia tante persone continuano a scendere in piazza con coraggio per manifestare in favore dei loro diritti e contro le minacce allo stato di diritto.
“Il rifiuto dei manifestanti di rimanere in silenzio è una prova di resistenza. Le autorità polacche li minacciano di arresti e condanne, gli agenti di polizia a volte li picchiano e li maltrattano. Molte persone sono poste sotto sorveglianza e le proteste pacifiche sono criminalizzate in modo crescente”, ha dichiarato Gauri van Gulik, direttrice per l’Europa di Amnesty International.
“Continuando a riempire le piazze, le persone sfidano le politiche di demonizzazione e leggi sempre più repressive che intendono ridurle al silenzio”, ha aggiunto van Gulik.
Dal 2016 decine di migliaia di persone sono scese in strada per protestare contro leggi repressive nei confronti dei diritti delle donne e pericolose per l’indipendenza del potere giudiziario. Si sono trovate di fronte un’esibizione di forza e misure restrittive contro il loro diritto di essere visti e ascoltati. In centinaia sono finiti in carcere per poi affrontare lenti procedimenti giudiziari.
Nell’aprile 2017 è entrato in vigore un emendamento alla Legge sulle manifestazioni che di fatto vieta di sfilare nel centro di Varsavia quando nei pressi siano in corso raduni in favore del governo. L’emendamento è stato applicato col pugno di ferro. Tra aprile 2017 e marzo 2018 il governatore della provincia di Mazovia ha vietato 36 manifestazioni in programma a Varsavia. Nel 2017 il tribunale di Varsavia Centro ha ricevuto 632 atti relativi a contro-manifestanti che avevano violato la legge, mentre l’anno prima non ne aveva ricevuto alcuno.
Le autorità spesso garantiscono un trattamento preferenziale alle manifestazioni in favore del governo e a quelle nazionaliste. Questa priorità è confermata dal modo in si comportano le forze di polizia, che tollerano regolarmente le violenze e le intimidazioni dei gruppi di estrema destra e nazionalisti ai danni dei contro-manifestanti. Al contrario, le manifestazioni pacifiche contro il governo sono affrontate con la mano dura e con incriminazioni.
Amnesty International ha documentato casi di uso eccessivo della forza da parte della polizia, su cui poco è stato fatto per accertare le responsabilità.
Una donna di 60 anni che aveva partecipato alla “Protesta in nero” contro il pressoché totale divieto d’aborto, è intervenuta per fermare un poliziotto che stava picchiando un uomo a terra ed è stata a sua volta colpita alla testa da un altro agente.

“Sono svenuta e quando ho ripreso conoscenza, mi sono ritrovata in una pozza d’acqua. Qualcuno era seduto sopra di me e sentivo la gente urlare ‘Lasciatela andare!’. Poi sono svenuta di nuovo”, ha raccontato ad Amnesty International.
Nonostante avesse presentato denuncia per lievi lesioni al cranio, il caso è stato archiviato per mancanza di prove.
Oltre ad aver inasprito le leggi sull’esercizio della libertà di manifestare, il governo ha esteso i poteri di sorveglianza. Un emendamento alla Legge sulla polizia approvato nel 2016 ha ampliato detti poteri in assenza di adeguate salvaguardie, fino a estenderli a casi estranei a indagini penali. Vi sono prove che i poteri di sorveglianza siano stati usati nei confronti di persone coinvolte nell’organizzazione e nella partecipazione a manifestazioni pacifiche.
I tribunali finora hanno ampiamente tutelato il diritto alla libertà di manifestazione pacifica e di espressione, ma la situazione potrebbe cambiare presto a seguito delle riforme apportate nel 2017 al sistema giudiziario che ne hanno gravemente compromesso l’indipendenza sottoponendolo al controllo e all’influenza della politica.
Tra coloro che potrebbero subire le conseguenze c’è uno studente di 19 anni arrestato dopo aver chiesto a un agente di polizia nome, grado e ragioni per cui stava eseguendo identificazioni durante una protesta in corso a Varsavia nel marzo 2018. Il ragazzo è stato accusato di aggressione a un funzionario di polizia e teme un procedimento iniquo. “Non so come andrà a finire: questi sono gli ultimi giorni dell’indipendenza del potere giudiziario”, ha dichiarato ad Amnesty International.
I giudici sono fortemente sotto pressione. Chi ha protestato contro la sottomissione al potere politico ha già subito rappresaglie come ad esempio procedimenti disciplinari.
Il giudice Dominik Czeszkiewicz, sottoposto a un procedimento del genere per aver difeso il diritto di manifestazione pacifica, ha detto ad Amnesty International: “È veramente difficile lavorare in queste condizioni. Non posso battermi contro l’intero sistema. So che mi colpiranno. Non so chi, dove e quando”.
“Manifestare pacificamente è un diritto che in Polonia è minacciato gravemente. Il potere della piazza è uno strumento fondamentale di controllo del potere dello stato. Il governo polacco deve proteggere il diritto di tutti coloro che vogliono manifestare per difendere i loro diritti”, ha commentato van Gulik.
“Le autorità polacche devono cessare di criminalizzare le proteste, annullare le limitazioni sproporzionate alla libertà di manifestazione e di espressione e garantire l’indipendenza del potere giudiziario in modo da assicurare la protezione di tutti i diritti umani”, ha concluso van Gulik.
Il rapporto “Il potere della piazza: proteggere il diritto di protesta pacifica” è disponibile online all’indirizzo: https://www.amnesty.org/en/documents/EUR37/8525/2018/en/

Amnesty International Italia