Il celebre Verona Jazz Festival, che nei decenni nella stagione estiva ha accolto nei magnifici teatri all’aperto di Verona le grandi star del jazz mondiale, si presenta adesso, nella stagione invernale, in due sale teatrali cittadine: il Ristori, dalla splendida acustica, ormai ben conosciuta, e il Teatro Camploy.
Il secondo appuntamento della rassegna è per il 3 febbraio al Teatro Ristori, con la voce di Cécile McLorin Salvant, assieme al trio composto da Aaron Diehl piano, Paul Sikivie contrabbasso, Rodney Green batteria.
Cécile si è rivelata nel 2010 a Washington dove i giurati del Thelonious Monk Jazz Competition (nomi come Patti Austin, Dee Dee Bridgewater, Kurt Elling, Al Jarreau, Dianne Reeves), fra i massimi concorsi, le hanno assegnato il Primo Premio. “Se qualcuno possa essere considerato l’erede delle Big Three – Billie Holiday, Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald – è questa virtuosa di 23 anni” (S. Holden, New York Times, 3.2.2013). In Italia si è ascoltata solo quest’anno a Umbria Jazz, guest artist con Winton Marsalis; ritorna alla fine dell’anno a Orvieto, per Umbria Jazz Winter; e poi al Ristori, unica data italiana, nell’ambito di una tournée europea.
Nata a Miami da un medico haitiano e da una docente francese della Guadalupa, Cécile McLorin Salvant ha iniziato con la formazione musicale classica, proseguendo in Francia, dove accresce l’interesse per il jazz e il blues. Il primo cd Cécile viene infatti registrato a Parigi nel 2009 con jazzisti francesi; il secondo, WomanChild, è uscito invece nel 2013 negli Stati Uniti. Tra i musicisti di quest’ultimo album il pianista Aaron Diehl, parte della formazione che ascolteremo al Ristori.
Così lo recensisce la rivista francese Jazz Hot: “Una straordinaria rivelazione del jazz vocale contemporaneo […] La sua maturità artistica (miracolosa per la sua età) si combina con le sue intuizioni culturali e con il giovane impulso di una cantante che ha da poco passato i venti. Cécile già possiede qualcosa di eccezionale: una compiuta personalità artstica” (Y. Sportis, Jazz Hot primavera, 2013).
Terzo appuntamento al Ristori è il 2 marzo, con il piano di Brad Mehldau, in formazione ‘classica’ con Larry Grenadier al contrabbasso e Jeff Ballard alla batteria.
Mehldau ha ricevuto ben quattro nominations ai Grammy Awards. È stato il primo musicista jazz a ricevere la Carnegie Hall Composer Chair – un onore che in precedenza hanno avuto solo John Adams, Thomas Adés, Louis Andriessen, Elliott Carter, Pierre Boulez. In questa stagione, fittissima di concerti negli Stati Uniti e in Europa, tocca in Italia il Ristori e Roma, all’Auditorium Parco della Musica.
Ma è solo qui a Verona che viene in trio. Where do you start è il suo ultimo cd, uscito nel 2012 per la Nonesuch. L’album “indica che Mehldau sta entrando in una nuova formidabile fase della sua carriera” (M. Longley, BBC Music, 2012). “La conversazione musicale fra i tre è una fra le più magiche del jazz di oggi” (Downbeat, che lo ha premiato nel 2004 e nel 2007). Attraverso la formazione del trio, Mehldau rende omaggio alla tradizione del jazz e, al tempo stesso, sperimenta la sua personale visione musicale.
La sua musica è stata scelta per la colonna sonora di film come Eyes wide shut, il film di Kubrick con Tom Cruise e Nicole Kidman, e in The Million Dollar Hotel, di Wenders, fra gli altri.
Il primo concerto al Teatro Camploy è il 7 febbraio, con il veronese Mauro Ottolini e il suo ensemble Sousaphonix, presentando il concept album Bix Factor. Ottolini, premiato con il Top Jazz 2012, ha creato con il suo ensemble questo album dedicato alla musica degli anni Venti e Trenta. Record di vendite per Egea Records, e colonna sonora di un racconto fantastico che ha come protagonisti personaggi dell’epoca che rivivono in musicisti di oggi.
Il secondo concerto al Teatro Camploy è il 17 febbraio, con l’Enrico Zanisi Trio (Enrico Zanisi piano, Joe Rehmer contrabbasso, Alessandro Paternesi batteria). Premiato al Top Jazz 2012 come Miglior Nuovo Talento, ventitré anni, Zanisi ha pubblicato nel 2012 Life Variations, suo secondo cd.
“I pezzi da lui scritti – dove blues, bebop, swing e classica coesistono – sono veramente composizioni a tutto tondo. […] Mostrano un pianista in ascesa, conscio del suo passato classico, ma dedicato al suo futuro nel jazz.” (J. Ross, Downbeat).
Dopo il successo di Life Variations in uscita il 14 gennaio per la Cam Jazz l’attesissimo nuovo album che il pianista romano pubblica con la stessa formazione che vedremo al Teatro Camploy.
Terzo e ultimo appuntamento al Camploy è il 24 febbraio con il Giovanni Guidi Trio (Giovanni Guidi piano, Thomas Morgan contrabbasso, João Lobo batteria).
Info biglietti: www.teatroristori.org
Articolo di Benedetta Cristofoli