Per la Morte la vita è meravigliosa!

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Al Teatro Sociale di Brescia è andata in scena “Lady Mortaccia, la vita è meravigliosa!”, impersonata da Veronica Pivetti per il Teatro De Gli Incamminati, in collaborazione con Pigra Srl, su testo e regia di Giovanna Gra, con Oreste Valente ed Elisa Benedetta Marinoni.

Spettacolo musicale, su musiche di Maurizio Abeni, con notevoli spunti per lo spettatore: cantando la vita di umani che la Morte aspetta al varco, ci troviamo davanti a punti di vista lontani e distorti, perché la Morte non ha le nostre stesse considerazioni e, quindi, non dà lo stesso valore a ciò che per noi è fondamentale. Se si trascorre la vita ad accumulare denaro, alla Morte non interessa, perché a lei i soldi non arrivano. Se una persona pensa alla salute, cercando di vivere il più a lungo possibile, arriva la Morte e organizza un camion che porti al più presto il malcapitato nei suoi inferi. I due aiutanti di Lady Mortaccia sono armati di falce, come da tradizione, ma vestiti da Pizzi Calzelunghe e da povero malcapitato finito con le dita nella presa di corrente, a fare sorridere grazie ai costumi di Valter Azzini che veste anche Mortaccia da alta e dinoccolata signora, un può disincantata anche del suo ruolo. Infatti, dopo divertenti canzoncine che deridono gli umani, la Morte si lagna del fatto che tanta gente che doveva arrivare a lei non arriva affatto per eccesso di organizzazione umana, ma alcune persone che non erano nel brogliaccio dei morti quotidiani, eccole là! Compaiono nell’Oltretomba non chiamate e non volute e non si sa più dove metterle. Come fare? Ecco un cadavere in esubero, un simpaticissimo fantoccio con occhiali scuri. Nel camposanto non c’è il posto stabilito. La Mortaccia, tanto dannata dagli umani, deve risolvere il dilemma e si dispera di non essere più la Morte di una volta, di non essere più rispettata neanche lei. Cosa sta capitando in questo mondo?

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È l’aldilà in difetto, oppure il mondo umano che sta travalicando e travisando il senso della vita? Le dimensioni della vita e della morte sono tante, molte più di quante ne conosciamo e di quante vorremmo approfondire, per noia o per paura di scontrarci con quella parte di noi con la quale non vogliamo fare i conti. La morte, appunto. Alla fine, Pivetti-Mortaccia ci porta proprio a ragionare, sorridendo, sul senso della vita umana, sul punto di non ritorno della vita umana che è la Morte. Quella che vediamo tutti i giorni al telegiornale e alla quale siamo assuefatti, ma che non vogliamo affrontare mai. O almeno non dal punto di vista filosofico, ragionando sul senso del vivere profondo. Ne esce un lavoro teatrale divertente, simpatico, che scivola via ma con una personalità, senza diventare stucchevole. Si lascia vedere senza colpi di scena, perché comunque l’argomento non è leggero, ma reso con leggerezza. Anche con un cornettino regalato agli astanti prima dello spettacolo, con tanto di piumino per togliere il malocchio. Si parla di Morte, ma dal teatro si esce tutti interi!

Alessia Biasiolo

 

Arte e diritti umani a Veronica Pivetti

Va a Veronica Pivetti, testimonial della campagna “Mai più spose bambine”, presidente della giuria del premio “Cinema e i diritti umani” alla 72ma Mostra internazionale del Cinema di Venezia e regista e co-autrice del film “Né Giulietta né Romeo”, il premio “Arte e diritti umani 2015” di Amnesty International Italia.
ll premio, istituito nel 2008, viene assegnato ogni anno da Amnesty International Italia a un testimonial dell’associazione che, attraverso la sua arte, ha contribuito a sensibilizzare e a mobilitare l’opinione pubblica sulle campagne in favore dei diritti umani. Negli anni scorsi, il premio è stato conferito ad Alessandro Gassmann, Modena City Ramblers, Giobbe Covatta, Paolo Fresu, Ivano Fossati, Antonio Pappano e Canzoniere Grecanico Salentino.
Veronica Pivetti ha ricevuto il premio “Arte e diritti umani 2015” questa mattina al cinema Barberini di Roma, in occasione dell’anteprima stampa del film “Né Giulietta né Romeo”.
“Siamo convinti che ‘Né Giulietta né Romeo’, con la sua delicatezza e ironia, potrà ridare spazio e dignità a temi che si cerca di nascondere sotto il tappeto, come il bullismo omofobo e più in generale i diritti delle persone omosessuali. Ci auguriamo che non solo il pubblico delle sale cinematografiche ma anche il mondo della scuola accolgano questo film con favore e interesse, avviando una profonda riflessione sul tema dei diritti nel nostro paese” – ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.
Per contrastare bullismo, omofobia e transfobia nelle scuole, Amnesty International Italia ha, già dallo scorso anno, lanciato due progetti paralleli.
Il primo s’intitola “Scuole attive contro l’omofobia e la transfobia” e si rivolge alle scuole secondarie di secondo grado. Vuole essere un luogo in cui studenti e professori di istituti diversi si incontrano per scambiarsi idee, proposte e azioni per migliorare il proprio ambiente scolastico e renderlo rispettoso dei diritti umani e libero da ogni forma di discriminazione e violenza. 
Il progetto europeo “Stop Bullying!” unisce quattro sezioni nazionali di Amnesty International (Italia, Irlanda, Polonia e Portogallo) per combattere il bullismo e la discriminazione in 17 scuole europee, attraverso un’azione che favorisca la piena integrazione dei diritti umani in tutti i settori della vita scolastica. A Palermo, nell’ambito di tale progetto, si è recentemente svolto un campo giovani che ha visto la partecipazione di rappresentanti di tutte le scuole coinvolte per trovare assieme soluzioni possibili per contrastare il fenomeno e studiare modalità di attivazione replicabili nei diversi contesti di provenienza.

 

Amnesty International Italia