Die Liebe der Danae

Da domenica 6 aprile 2025 sarà in scena a Genova – in prima rappresentazione italiana della versione originale con complessi artistici italianiDie Liebe der Danae (L’amore di Danae), mitologia gaia in tre atti di Richard Strauss su libretto di Joseph Gregor.

Dopo il successo di A Midsummer Night’s Dream, titolo inaugurale della Stagione 2023-2024, Laurence Dale cura la regia del nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice, con le scene e i costumi di Gary McCann, le coreografie di Carmine De Amicis e le luci di John Bishop. Coreografo e regista collaboratore Carmine De Amicis, costumista collaboratore Gabriella Ingram. Orchestra, Coro e Tecnici dell’Opera Carlo Felice. Maestro del Coro Claudio Marino Moretti. Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo “For Dance” ETS. Con i danzatori Daniele Bracciale, Luca Cappai, Simone Cristofori e Giuseppe Sanniu, i mimi Erika Melli e Roberto Pierantoni e il mimo acrobata Davide Riminucci.

A dare vita ai protagonisti dell’opera: Scott Hendricks (Jupiter), Timothy Oliver (Merkur), Tuomas Katajala (Pollux), Angela Meade (Danae), Valentina Farcas (Xanthe), John Matthew Myers (Midas), Albert Memeti (Erste König), Eamonn Mulhall (Zweite König), Nicolas Legoux (Dritte König), John Paul Huckle (Vierte König), Anna Graf (Semele), Agnieszka Adamczak (Europa), Hagar Sharvit (Alkmene), Valentina Stadler (Leda), Domenico Apollonio, Bernardo Pellegrini, Davide Canepa, Luca Romano, Andrea Scannerini (Vier Wächter) e Valeria Saladino (Eine Stimme).

Lo spettacolo sarà in replica mercoledì 9 aprile 2025 alle ore 20.00 (turno B), domenica 13 aprile 2025 alle ore 15.00 (turno C) e mercoledì 16 aprile 2025 alle ore 20.00 (turno L).

La Fondazione Teatro Carlo Felice ha ricevuto la seguente comunicazione di Fabio Luisi – direttore onorario dell’Opera Carlo Felice, direttore musicale della Dallas Symphony Orchestra, direttore principale della Danish National Symphony, direttore emerito dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e direttore principale della NHK Symphony Orchestra di Tokyo – a cui era stata affidata la direzione dell’opera:

«Con grande dispiacere devo rinunciare per improvvisi e gravi motivi familiari all’impegno della direzione musicale dell’opera Die Liebe der Danae in programma al mio amato Teatro Carlo Felice di Genova. Questa decisione, riguardante un prestigioso progetto di cui mi ero fatto forte testimone, e per il quale avevo trovato completo consenso e coraggioso appoggio da parte del Teatro, mi addolora, ma è purtroppo necessario. Confidando nella comprensione del Teatro e delle sue maestranze, dell’Orchestra, del Coro, dei Maestri, dei Tecnici e degli Amministrativi, rimango con gli auguri più sinceri per un sereno svolgimento di prove e recite di questa splendida opera».

Il Sovrintendente esprime al Maestro Luisi la sua vicinanza e quella di tutto il Teatro, unitamente a un particolare ringraziamento a Michael Zlabinger per aver accettato di dirigere l’intera produzione.

Die Liebe der Danae (L’amore di Danae), di Richard Strauss, è una mitologia gaia in tre atti composta nel 1940. Circa vent’anni prima, il poeta e drammaturgo Hugo von Hofmannsthal aveva proposto al compositore un canovaccio dal titolo Danae, o il matrimonio di convenienza, che però era stato accantonato in favore di altri progetti. Quando Strauss decise di realizzare l’opera, affidò la bozza di Hofmannsthal al librettista Joseph Gregor. Die Liebe der Danae venne allestita per la prima volta in forma privata nel 1944, mentre la prima rappresentazione pubblica si tenne nel 1952 a Salisburgo. La trama è tratta dalla tradizione greca, e vede protagonisti Danae, Mida e Giove in un intreccio di inganni, amore e desiderio. Anche se inizialmente Danae cerca solo di sfuggire alla condizione di povertà, si innamorerà sinceramente di Mida e nonostante l’ira di Giove riuscirà a far trionfare il proprio amore. Con una scrittura raffinata ed elegante, fatta di frasi morbide e suadenti e di timbri travolgenti, Strauss crea un racconto musicale vibrante di tensione.

Commenta Fabio Luisi: «Sono felicissimo di presentare per la prima volta in Italia l’ultima opera di Richard Strauss, L’amore di Danae, che rappresenta in un certo senso un testamento spirituale e drammaturgico del compositore bavarese. Sempre oscillando, come nei suoi capolavori Arianna a Nasso e La donna senz’ombra fra mitologia e mito, fra commedia e rappresentazione sacra, fra buffo e tragico, Strauss dipinge un poliedrico ed a tratti spietato ritratto delle passioni e delle debolezze umane, con un linguaggio musicale complesso e maturo. Ringrazio l’Opera Carlo Felice per il coraggio nel voler produrre questo progetto».

Laurence Dale: «L’anno scorso ho avuto un’esperienza meravigliosa con la regia di A Midsummer Night’s Dream di Benjamin Britten all’Opera Carlo Felice Genova. Non c’è complimento più grande che essere nuovamente invitato, e sono molto felice di tornare a Genova per lavorare insieme ai colleghi e agli amici del Teatro a un progetto per me ancora più difficile. Si tratta di Die Liebe der Danae, penultima opera di Richard Strauss. Anche questa volta abbiamo un meraviglioso direttore musicale, Fabio Luisi, esperto in questo repertorio, che conosco da molto tempo e con il quale sono molto contento di lavorare per la prima volta. Per questa produzione molto complessa sul piano vocale abbiamo inoltre gli interpreti più adatti. Die Liebe der Danae è una commedia, caso raro per Strauss se pensiamo a Salome o Elektra, è quindi una bella un’opportunità per realizzare una commedia con una musica di grande ricchezza e invenzione. La protagonista dell’opera è la principessa Danae, della quale Giove è sinceramente innamorato. Danae adora l’oro, così Giove finge di essere Mida, che può trasformare tutto in oro. Danae dovrà scegliere tra il vero amore e la ricchezza, e alla fine troverà l’amore. Non vedo l’ora di tornare a Genova!»

Per ulteriori informazioni: www.operacarlofelicegenova.it

D.F. (anche per le foto dei bozzetti di scena)

Un avvertimento ai gelosi e molto altro…

Venerdì 21 marzo, alle ore 20.00, i Solisti dell’Accademia di alto perfezionamento dell’Opera Carlo Felice porteranno in scena al Teatro della Gioventù di Genova (Via Cesarea 16) Un avvertimento ai gelosi, farsa musicale in un atto di Manuel García su libretto di Giuseppe Maria Foppa. La regia, le scene e i costumi sono affidati a Jochen Schönleber, con i costumi di Olesja Maurer. Assistenti alla regia Eleonora Calabrò e Romeo Gasparini. Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova.

Nel cast: Junxuan Ding / Sona Gogyan / Martina Saviano (Sandrina), Willingerd Giménez (Berto), Samuele Di Leo / Yiyan Gong (Il Conte di Ripaverde), Ernesto de Nittis (Don Fabio), Eleonora Marras / Giada Venturini (Ernesta), Timóteo Bene Júnior / Davide Zaccherini (Menico). Al pianoforte Carolina Benedettini / Umberto Musso / Mattia Torriglia.

Lo spettacolo sarà in replica domenica 23 alle ore 16.00, mercoledì 26 alle ore 11.00 e domenica 30 marzo alle ore 16.00.

L’Accademia, fondata dal Sovrintendente Claudio Orazi nel 2020 e giunta quest’anno alla sua quinta edizione, rappresenta il punto di congiunzione tra la fine del percorso accademico dei giovani cantanti e il loro inserimento nel mondo del Teatro musicale. I solisti vengono selezionati e accompagnati in un percorso di alto perfezionamento con la direzione artistica di Francesco Meli, il coordinamento di Serena Gamberoni e la direzione musicale di Davide Cavalli. Ogni anno la Direzione del Teatro affida l’ultimo titolo della Stagione Lirica ai talenti dell’Accademia, che in questa edizione saranno protagonisti di Die Zauberflöte, in scena al Teatro Carlo Felice da venerdì 13 a domenica 22 giugno.

Le attività 2024-25 dell’Accademia sono realizzate con il sostegno di Intesa Sanpaolo.

Biglietti. Intero: 10,00 euro, ridotto: 5,00 euro

Un piccolo flauto magico

Mercoledì 26 marzo alle ore 20.00 sarà in scena al Teatro della Gioventù Un piccolo flauto magico, parodia mozartiana da camera scritta, musicata ed arrangiata da Luigi Maio, regista e musicattore. Al pianoforte, Enrico Grillotti. In collaborazione con Associazione Carlo Felice Young APS. Lo spettacolo prende le mosse da alcuni aneddoti circa la prima rappresentazione del Flauto magico di Mozart sulle esilaranti improvvisazioni dell’attore Ludwig Giesecke e sulla sua rivalità con il librettista Emanuel Schikaneder. Luigi Maio dà così vita ad un ironico falso storico che, nella finzione teatrale, vede Giesecke pronto a sabotare la prima del Flauto magico per rivalersi su Schikaneder, allestendo clandestinamente la versione riveduta e scorretta del capolavoro mozartiano il giorno prima del debutto.

Biglietti. Intero: 10,00 euro; under 18: 5,00 euro

Conferenze illustrative su Die Liebe der Danae

In preparazione all’ottavo appuntamento della Stagione Lirica 2024-25 – Die Liebe der Danae, mitologia gaia in tre atti di Richard Strauss in scena all’Opera Carlo Felice da domenica 6 a mercoledì 16 aprile 2025 – giovedì 20 marzo alle ore 18.00 al Teatro Auditorium Eugenio Montale si terrà la conferenza illustrativa Danae nell’arte: dal mito al moderno, a cura diGiacomo Montanari, realizzata in collaborazione con Associazione Carlo Felice Young APS. Martedì 25 marzo alle ore 18.00 al Teatro Auditorium Eugenio Montale sarà la volta di La Danae di Strauss: una rielaborazione del mito classico, a cura degli alunni del Liceo Classico Andrea D’Oria.

Le conferenze sono aperte al pubblico.

Per ulteriori informazioni: www.operacarlofelicegenova.it

Concerto per un sorriso

Domenica 23 febbraio alle ore 17.00 presso l’Auditorium Eugenio Montale del Teatro Carlo Felice di Genova, l’Associazione Golfini Rossi Onlus e la Residenza Universitaria Capodifaro, in collaborazione con l’Opera Carlo Felice, presenteranno il Progetto di raccolta fondi per la Comunità Mvimwa in Tanzania. Per tale occasione è previsto un concerto di straordinario valore con i Solisti dell’Accademia di Alto Perfezionamento dell’Opera Carlo Felice, diretta da Francesco Meli, e l’Ensemble di Percussioni del Liceo Musicale Sandro Pertini di Genova. Al termine dell’esecuzione musicale, un momento conviviale con assaggio di olio e vino offerto dall’Azienda Agricola Pierluigi Pace.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

D. F.

Appuntamenti al Carlo Felice di Genova

Nel mese di febbraio 2025 Donato Renzetti, Direttore emerito dell’Opera Carlo Felice, tornerà sul podio del Teatro genovese per dirigere Andrea Chénier, sesto titolo della Stagione Lirica 24-25, e i concerti Racconti sinfonici e Brahms e Šostakovič nell’ambito della Stagione Sinfonica.

Andrea Chénier, dramma storico in quattro quadri di Umberto Giordano su libretto di Luigi Illica, sarà in scena da giovedì 6 febbraio alle ore 20.00 (turno A). Con la direzione di Donato Renzetti, la regia di Pier Francesco Maestrini, le scene e i video di Nicolás Boni, i costumi di Stefania Scaraggi, la coreografia di Silvia Giordano e le luci di Daniele Naldi. Allestimento della Fondazione Teatro Comunale di Bologna e dell’Opéra Garnier de Monte-Carlo. Orchestra, Coro e Tecnici dell’Opera Carlo Felice. Maestro del Coro Claudio Marino Moretti. Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo “For Dance” ETS.

Il cast si compone di Fabio Sartori (Andrea Chénier), Amartuvshin Enkhbat / Stefano Meo (Carlo Gérard), Maria Josè Siri (Maddalena di Coigny), Cristina Melis (La mulatta Bersi), Siranush Khachatryan (La contessa di Coigny), Manuela Custer (Madelon), Nicolò Ceriani (Roucher), Matteo Peirone (Fléville), Marco Camastra (Fouquier Tinville), Luciano Roberti (Mathieu), Didier Pieri (Un incredibile), Gianluca Sorrentino (L’abate), Franco Rios Castro (Il maestro di casa), Angelo Parisi (Dumas), Andrea Porta (Schmidt).

Repliche domenica 9 febbraio alle ore 15; mercoledì 12 febbraio alle ore 20 e sabato 14 febbraio alle ore 15.

Andrea Chénier, dramma composto nel 1896 su libretto di Luigi Illica, è stato il primo grande successo di Umberto Giordano. L’azione si svolge nei pressi di Parigi al tempo della Rivoluzione francese. Gli ideali costituzionalisti del protagonista sono in contrasto con lo stile di vita corrotto della nobiltà parigina, e durante il Regime del Terrore il poeta verrà perseguitato e giustiziato per la sua appartenenza politica. Sullo sfondo dei tragici avvenimenti storici, si sviluppa una storia d’amore con Maddalena, figlia della Contessa di Coigny. Andrea e Maddalena rimarranno insieme fino all’ultimo istante.

Commenta Donato Renzetti: «Dobbiamo ringraziare Luigi Illica per l’idea dell’opera, originale e avvincente, ispirata dalla vita del poeta francese André Chénier, rivoluzionario ghigliottinato a Parigi nel 1794. Qui, come in Fedora, Giordano raggiunse le più alte vette della sua inventiva musicale e, come accadde per altri compositori che seguirono l’esempio di Giuseppe Verdi, sviluppò musicalmente la rapidità dell’azione scenica. Se dopo 120 anni lo Chénier di Giordano viene rappresentato assiduamente in tutti i teatri del mondo è proprio perché custodisce segreti che superano in qualche modo la collocazione dell’opera nel filone del Verismo, c’è qualcosa in più! Il ritmo incalzante con il quale si alternano sonorità e piani visivi rendono estrema la drammatizzazione così come la cura dettagliata dei personaggi comporta passaggi immediati, dal monologo alla romanza, dal duetto alle scene corali. Tutto questo rende evidente la fascinazione che Giordano subì dalla cura dei riferimenti storici e reali su cui Illica creò il libretto».

L’allestimento, realizzato nel 2022 per il Teatro Comunale di Bologna e ripreso a gennaio 2023 all’Opéra Garnier di Montecarlo, vede la regia di Pier Francesco Maestrini: «Andrea Chénier è un titolo al quale sono molto legato poiché è stata per me l’ultima opera come assistente di mio padre che ha avuto la possibilità di dirigere i più importanti interpreti della storia di questo ruolo. Inoltre, posso dirmi fortunato di avere avuto io stesso l’opportunità di metterla in scena con i più grandi artisti del mio tempo, da Giacomini a Kunde fino ad adesso, con Fabio Sartori e Maria Josè Siri. Probabilmente, almeno per me, si tratta della sola opera in cui è quasi impossibile prescindere dal contesto, un contesto che non si limita a fare da sfondo a una storia d’amore: la rivoluzione è tanto protagonista quanto lo sono gli interpreti e ne condiziona le vite, costringendo tutti i personaggi ad adattarsi drasticamente a un cambiamento troppo repentino e radicale pur di sopravvivere».

Racconti sinfonici – Brahms e Šostakovič

Sabato 8 febbraio alle ore 20.00, nel concerto Racconti Sinfonici, Donato Renzetti sarà alla direzione dell’Orchestra dell’Opera Carlo Felice e del soprano Francesca Paola Geretto – attiva sia in ambito operistico sia in ambito concertistico in Italia e in Europa presso prestigiose Istituzioni e vincitrice del Premio Wagner 2017. Il programma musicale prevede l’esecuzione dei Sei Lieder per voce e orchestra op. 8 di Arnold Schönberg e di Shéhérazade, suite sinfonica di Nikolaj Rimskij-Korsakov.

Schönberg compose i Sei Lieder su testi di Heinrich Hart tra il 1904 e il 1905, la prima esecuzione si sarebbe tenuta solo in seguito, nel 1914, a Praga. Il compositore, non ancora approdato a soluzioni armoniche avanguardistiche come dodecafonia e serialismo, affrontava un momento fondamentale del proprio percorso artistico in cui si ravvisano nell’articolato linguaggio musicale, ancora tonale, le prime tensioni verso nuove prospettive. La suite sinfonica Shéhérazade di Rimskij-Korsakov risale al 1888 e si articola in quattro parti: Il mare e la nave di Sinbad, Il racconto del principe Kalender, Il giovane principe e la giovane principessa e Festa a Bagdad. Il mare. Il naufragio. Con una scrittura caratteristica e profondamente legata alla tradizione russa tardo-romantica, il compositore realizza una composizione ispirata ed evocativa in cui i temi musicali ricorrenti di Shéhérazade e del Sultano fanno da tramite tra i diversi episodi da Le mille e una notte.

Venerdì 14 febbraio alle ore 20.00 sarà la volta del concerto Brahms e Šostakovič, con la direzione di Donato Renzetti, l’Orchestra dell’Opera Carlo Felice e il pianista Michele Campanella – concertista attivo in Europa, Asia e Stati Uniti tra i cui riconoscimenti si ricordano la Medaglia d’oro della Liszt Society of United States of America, l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e la Laurea Honoris Causa in Discipline della Musica e dello Spettacolo, Storia e Teoria, per meriti culturali e artistici dell’Università Federico II di Napoli. In programma il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in si bemolle maggiore op. 83 di Johannes Brahms e la Sinfonia n. 1 in fa minore op. 10 di Dmitrij Šostakovič.

Brahms cominciò a lavorare al suo Secondo Concerto per pianoforte e orchestra nel 1878, per terminare la composizione nel 1881 in vista della prima esecuzione che si sarebbe tenuta il 9 novembre di quell’anno a Budapest. La lunga lavorazione si risolse in un Concerto singolarmente ampio, di notevole densità e articolazione sono sia la scrittura orchestrale sia quella pianistica. L’esperienza nella composizione per pianoforte, maturata da Brahms soprattutto nei suoi primi anni di attività, si coniuga in questo Concerto all’intensa pratica sinfonica, proprio in quegli anni il compositore era impegnato nella realizzazione delle sue quattro Sinfonie. Šostakovič compose la sua Prima Sinfonia nel 1925, come ultimo esame per il diploma in Composizione al Conservatorio di San Pietroburgo. L’anno successivo la composizione venne eseguita per la prima volta a Leningrado con la direzione di Nikolaj Malko. Nonostante si tratti del primo lavoro sinfonico di uno Šostakovič appena diciannovenne, il linguaggio musicale è già personale e definito da originali scelte timbriche e ritmiche, tra momenti dal brillante guizzo ironico e altri di maggior dolcezza e lirismo.

D. F. (anche per le fotografie)

La Traviata al Carlo Felice di Genova

La Stagione Lirica dell’Opera Carlo Felice Genova prosegue con il primo appuntamento del 2025: La traviata, melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave da La Dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio, è in scena da ieri.

Maestro concertatore e direttore Renato Palumbo, regia Giorgio Gallione, scene e costumi Guido Fiorato, coreografie DEOS, luci Luciano Novelli. Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova. Orchestra, Coro e Tecnici dell’Opera Carlo Felice. Maestro del Coro Claudio Marino Moretti.

A dare vita ai protagonisti: Carolina López Moreno /Elena Schirru (Violetta Valery), Carlotta Vichi (Flora Bervoix), Chiara Polese (Annina), Francesco Meli / Klodjan Kaçani (Alfredo Germont), Roberto Frontali / Leon Kim (Giorgio Germont), Roberto Covatta (Gastone), Claudio Ottino (Barone Douphol), Andrea Porta (Marchese d’Obigny), Francesco Milanese (Dottor Grenvil), Loris Purpura (Domestico di Flora), Giuliano Petouchoff (Giuseppe), Filippo Balestra (Commissionario).

Lo spettacolo sarà in replica martedì 14 gennaio alle ore 20.00, mercoledì 15 alle ore 20.00, giovedì 16 alle ore 20.00, venerdì 17 alle ore 20.00, sabato 18 alle ore 15.00 e domenica 19 alle ore 15.00.

La traviata fa parte, insieme a Rigoletto e al Trovatore, della cosiddetta “trilogia popolare” di Giuseppe Verdi. Le tre opere risalgono ai primi anni Cinquanta dell’Ottocento, e rappresentano un momento di svolta nel percorso artistico del compositore. Era l’inizio del 1853, Verdi iniziava la composizione per il Teatro La Fenice di Venezia con il librettista Francesco Maria Piave per adattare il dramma teatrale tratto da La Dame aux camélias, romanzo pubblicato da Alexandre Dumas figlio e già best seller a livello europeo. Il soggetto ispirato alla vera storia della cortigiana Marie Duplessis aveva molto colpito Verdi, che tuttavia era consapevole delle possibili controversie: la trama era ambientata nella contemporaneità, e venivano trattate tematiche che facilmente si sarebbero scontrate con certe forme di moralismo. Dopo la prima rappresentazione, il 6 marzo 1853, La traviata iniziò a circolare in tutta Italia (anche se in parte censurata). L’opera ricevette non poche critiche, ma il suo fascino conquistò presto il pubblico, ad oggi è uno dei titoli d’opera più amati e rappresentati al mondo. La portata rivoluzionaria della Traviata si trova sia nelle tematiche – la storia d’amore della protagonista, Violetta, una donna di mondo dalla psicologia complessa raccontata con straordinaria umanità – sia nelle tecniche compositive. Elemento centrale è la profonda introspezione, l’anima dei protagonisti viene esplorata sia dalla drammaturgia sia dalla musica con una coesione unica, dando al pubblico la possibilità di immergersi nella realtà di un amore tragico e senza tempo.

“Con La traviata Verdi sceglie la strada della semplicità – dice Renato Palumbo. Semplice è la trama, semplice la scrittura musicale. Semplice, colloquiale, moderno e illuminato è il libretto di un ispirato Francesco Maria Piave, sicuramente marcato stretto però dall’implacabile Verdi. Dietro questa semplicità si nasconde un mondo meraviglioso fatto di solitudine, di passione e soprattutto di dolore. Il dolore affettivo ma anche il dolore fisico. Il dolore è quindi presente dalla prima all’ultima nota dell’opera. Il Direttore ha il difficile compito di narrare e creare quest’atmosfera ricercata da Verdi, pensando alla scrittura musicale ma soprattutto alla parola verdiana che in quest’opera diventa quella della quotidianità. Con la sua forza e, in questo caso, con i suoi grandi silenzi. Così sarà la mia lettura di Traviata, un omaggio al ricordo della breve e intensa vita di Marie Duplessis, cortigiana morta sola a Parigi il 3 febbraio del 1847, della quale Verdi più degli altri capì la sofferenza e che cercò di rendere immortale con un’opera perfetta”.

Commenta Giorgio Gallione: “È noto che Verdi pensò La traviata come un’opera contemporanea: uno spietato inno alla vita ambientato nel presente di allora, senza orpelli o simbolismi, di una moderna, audace, ardente interiorità. Con Guido Fiorato, scenografo e costumista, abbiamo pensato di ambientare l’opera in un luogo stilizzato, antirealistico, sterile, dove dominano vetro e ghiaccio, virato in un bianco e nero “ferito”, solo talvolta, dal rosso del sangue e della vita che, comunque, pulsa. Forse Violetta muore già nel preludio e l’opera è tutto un allucinato flashback visionario e spettrale. Siamo, anche nei momenti di gioia, imprigionati in una sorta di perenne moritat dove, grazie alla musica di Verdi, il dolore è trasfigurato in modo sublime”.

Renato Palumbo ha studiato Canto, Direzione d’orchestra e coro, Pianoforte e Composizione debuttando sul podio appena diciannovenne con Il trovatore. Intraprende così un’intensa carriera che lo vede interprete di un vasto repertorio nei principali teatri italiani e internazionali, quali Scala di Milano, Opéra di Parigi, Covent Garden di Londra, i Festival di Pesaro e di Martina Franca. Ha diretto inoltre a Washington, Chicago, Berlino, Tokio, Bilbao, Barcellona, Genova, Torino, Parma, Venezia, Verona, Firenze, Napoli, Bari. Il rispetto assoluto della partitura, vissuto con spirito rigoroso ma non dogmatico è alla base di un percorso di ricerca concentrato sulla dimensione drammaturgica dell’opera e sulla sua evoluzione di respiro europeo. In Italia negli ultimi mesi ha diretto Il trovatore al Teatro Comunale di Bologna, Il corsaro al Carlo Felice, Rigoletto al Teatro Petruzzelli di Bari, Turandot al Festival Pucciniano, Manon Lescaut nell’ambito del Festival Manon Manon Manon del Teatro Regio di Torino, La traviata al Teatro del Maggio Fiorentino. Prossimi impegni: La traviata al Carlo Felice e Il barbiere di Siviglia al Teatro La Fenice di Venezia e al Teatro Comunale di Bologna.

Giorgio Gallione, regista e drammaturgo, è stato il Direttore artistico del Teatro dell’Archivolto dal 1986 sino alla fusione con il Teatro Stabile di Genova, dando vita nel 2018 al Teatro Nazionale di Genova, per il quale è stato fino al 2021 il regista stabile e consulente artistico. Diplomato nel 1980 alla Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova, inizia la sua attività di regista nel 1981 con Il matrimonio di Brecht e Valentin. In campo operistico ha firmato regie per teatri quali La Scala di Milano (Vita di Tutino), Regio di Torino (La rondine, Tamerlano, Street Scene, Nella colonia penale, Un tram che si chiama desiderio), Arena di Verona (Dylan Dog e Peter Uncino di Tutino), Regio di Parma (Dinorah), Teatro dell’Opera di Roma (Il gatto con gli stivali di Tutino), Teatro Massimo di Palermo (Simon Boccanegra), Comunale di Bologna (Il prigioniero di Dallapiccola e Risorgimento di Ferrero). Con l’Opera Carlo Felice ha lavorato per Candide di Bernstein, per una versione del Barbiere di Siviglia con narratore Maurizio Crozza, e ha firmato le regie della Traviata e della Rondine.

Regio (anche per le fotografie)

Lo schiaccianoci al Carlo Felice di Genova

Andrà in scena ancora stasera, alle ore 20.00, al Teatro Carlo Felice di Genova il balletto dell’Armenian National Ballet, con la direzione di Karen Durgaryan, la coreografia di Georgy Kovtun da Marius Petipa, le scene e i costumi di Vjačeslav Okunev, orchestra, Coro di voci bianche e Tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova, Maestro del coro di voci bianche Gino Tanasini con il classico “Lo schiaccianoci”.

Lo schiaccianoci è un balletto in due atti risalente ai primi anni ’90 dell’Ottocento, Čajkovskij lo compose ispirandosi al racconto Schiaccianoci e il re dei topi di E.T.A. Hoffmann, nonché alla Storia di uno schiaccianoci di Dumas, a propria volta tratta da Hoffman. A fianco del compositore lavorarono i coreografi Marius Petipa e Lev Ivanov. Čajkovskij aveva già sperimentato la composizione di balletti con Il lago dei cigni, del 1875-6 e La bella addormentata, del 1889; titoli oggi ben noti ma non del tutto compresi durante la vita del compositore.

La storia, ormai celebre, ripercorre le avventure della piccola Marie (Clara in altre varianti), che alla festa di Natale riceve in dono uno schiaccianoci a forma di soldatino. Durante la notte, la bambina sogna incredibili avventure: a fianco del soldatino, animato e trasformato in un principe, sconfiggerà il temibile Re dei topi, insieme si avvicenderanno poi in un viaggio magico e colorato nel Regno dei dolciumi. Tra gli aspetti più affascinanti del balletto si ritrovano le musiche di Čajkovskij – la cui sensibilità musicale era particolarmente affine alla dimensione fiabesca che caratterizza Lo schiaccianoci – e la grande sintonia tra musica, espressività coreografica e narrazione.

Commenta Sergey Safaryan, Direttore del balletto: «Il balletto Lo schiaccianoci è stato messo in scena all’Armenian National Opera and Ballet Theatre nel 2021, la premiere ha avuto luogo il 23 dicembre ed è stata accolta da standing ovation da parte del pubblico. Ad oggi, lo spettacolo occupa un posto speciale nel repertorio del Teatro. Sebbene non vi siano cambiamenti nella drammaturgia, il coreografo Georgy Kovtun ha interpretato le danze dei personaggi con mezzi espressivi unici, presentando soluzioni innovative e originali per ogni ruolo.

Lo schiaccianoci armeno si caratterizza per il suo dinamismo, soprattutto grazie all’apporto del cast artistico, che proprio come il popolo armeno si distingue per il suo carisma e le vivaci emozioni che porta in scena. Grazie all’uso di colori vibranti, animazioni 3D, scenografie accessibili e tecnologie moderne, è stata creata una produzione frizzante, particolarmente comprensibile e accattivante per un pubblico giovane. Le transizioni di scena nello spettacolo sono fluide e logiche, la teatralità e le profonde espressioni psicologiche si intrecciano senza soluzione di continuità».

Per ulteriori informazioni: www.operacarlofelicegenova.it (anche per le fotografie)

Zêna

Da lunedì 28 ottobre torna in scena al Teatro Auditorium Eugenio Montale la commedia musicale in un atto Zêna, di Fabrizio Lamberti – maestro concertatore, direttore e pianista – su libretto di Mauro Graiani, che ne cura regia, scene, costumi e luci. A dare vita ai protagonisti della commedia saranno: Rosario D’Aniello (Bacci), Danilo Ramon Giannini (Carbunin/Dieguito/Juan/Edmondo de Amicis), Andrea D’Andreagiovanni (Schiappacasse/Pedro Vasena/Padre Miguel/Banchiere/Poliziotto), Elisa Dal Corso/Laura Repetto (6, 8, 11, 15) (Natalina/Maria), Fabrizio Lamberti (Sagrestano). Con la partecipazione straordinaria in video di Corrado Tedeschi nella parte di Bacci anziano e con la Zêna Òrchèstra.

L’opera è la versione in atto unico della commedia musicale Zêna (If I Think Home), ispirata alla canzone popolare Ma se ghe penso. La trama segue la storia di un ragazzino della Genova di fine ‘800 che parte per cercare fortuna in Argentina armato solo di buone speranze e di una piantina di basilico, grazie alla quale riuscirà ad affermarsi. Nonostante ciò, una volta in là con gli anni, il protagonista cederà alla nostalgia di casa e tornerà a Genova. L’organico di questo atto unico prevede cinque attori cantanti – quattro dei quali si alternano in doppio, triplo ruolo – un quartetto di musicisti e un elemento video a ritrarre il protagonista ormai anziano, voce e volto narrante dell’intera vicenda. La narrazione è incentrata sulle difficoltà di coloro che, ieri come oggi, fuggono da una vita di stenti per risollevare le sorti della propria esistenza, ma devono fare i conti con il richiamo delle proprie radici. Zêna è indirizzata in particolare ad un pubblico di studenti, con l’obiettivo di sensibilizzarli al tema dell’immigrazione.

Date

Ottobre 2024Lunedì 28 (ore 9.30 e ore 11.30); martedì 29 (ore 9.30 e ore 11.30); mercoledì 30 (ore 9.30 e ore 11.30); giovedì 31 (ore 9.30 e ore 11.30).

Novembre 2024Lunedì 4 (ore 9.30 e ore 11.30); martedì 5 (ore 9.30 e ore 11.30); mercoledì 6 (ore 9.30 e ore 11.30); giovedì 7 (ore 9.30 e ore 11.30); venerdì 8 (ore 9.30 e ore 11.30); lunedì 11 (ore 9.30 e ore 11.30); martedì 12 (ore 9.30 e ore 11.30); mercoledì 13 (ore 9.30 e ore 11.30); giovedì 14 (ore 9.30 e ore 11.30); venerdì 15 (ore 9.30 e ore 11.30); lunedì 18 (ore 9.30 e ore 11.30); martedì 19 (ore 9.30 e ore 11.30).

Biglietti

Intero 10,00 euro

Ridotto 5,00 euro

Per ulteriori informazioni: www.operacarlofelicegenova.it

Sovrintendenza Fondazione Teatro Carlo Felice (anche per le fotografie di scena)

Il Barbiere di Siviglia

La Stagione Lirica 2023-2024 dell’Opera Carlo Felice Genova si chiude con uno dei più celebri titoli di Gioachino Rossini: Il barbiere di Siviglia – dramma comico in due atti su libretto di Cesare Sterbini dalla commedia di Pierre Beaumarchais – con la direzione di Giancarlo Andretta, regia e impianto scenico di Damiano Michieletto, regia ripresa da Andrea Bernard, costumi di Carla Teti, luci di Luciano Novelli. Allestimento della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Orchestra, coro e tecnici dell’Opera Carlo Felice. Maestro del coro Claudio Marino Moretti. Maestro ai recitativi Sirio Restani.

A dare vita ai personaggi rossiniani saranno gli allievi dell’Accademia di alto perfezionamento e inserimento professionale per cantanti lirici dell’Opera Carlo Felice, nell’ambito di un progetto finalizzato sia alla formazione dei giovani talenti della lirica – sotto la direzione artistica di Francesco Meli, il coordinamento di Serena Gamberoni e la direzione musicale di Davide Cavalli – sia al loro effettivo debutto. Nel cast figurano Carlo Sgura e Gabriele Barria (15/18/20) (Figaro), Greta Carlino e Giulia Alletto (15/18/20) (Rosina), Paolo Nevi e Manuel Caputo (15/18/20) (Il Conte d’Almaviva), Gianpiero Delle Grazie e Willingerd Gimenez (15/18/20) (Don Bartolo), Davide Sabatino e Antonino Arcilesi (15/18/20) (Don Basilio), Gabriella Ingenito e Martina Saviano (15/18/20)(Berta), Ernesto de Nittis (Fiorello), Angelo Parisi e Franco Rios Castro (15/18/20) (Un ufficiale).

Il barbiere di Siviglia ha debuttato ieri sera e sarà in replica oggi sabato 15 giugno alle ore 15.00 (turno F), domenica 16 giugno alle ore 15.00 (turno C), martedì 18 giugno alle ore 20.00 (fuori abbonamento.), mercoledì 19 giugno alle ore 20.00 (turno B)e giovedì 20 giugno alle ore 20.00 (turno L).

Il barbiere di Siviglia è un dramma comico in due atti che Gioachino Rossini compose tra la fine del 1815 e il 1816 per il Teatro Argentina di Roma. Il compositore scelse come soggetto l’omonima commedia di Pierre Beaumarchais del 1775, ma si trattava di una scelta piuttosto ardita, essendo ben nota la versione del Barbiere di Giovanni Paisiello. Proprio in segno di rispetto nei confronti del compositore della Scuola napoletana, la prima rappresentazione del Barbiere rossiniano si tenne, il 20 febbraio 1816, con il titolo Almaviva, o sia L’inutile precauzione. L’opera ebbe sin da subito un successo grandioso, e rimane ad oggi il lavoro rossiniano più amato e rappresentato. Nel Barbiere di Siviglia si trovano quasi tutti gli espedienti narrativi che caratterizzano l’opera buffa: tra complici e detrattori, i due innamorati Conte d’Almaviva e Rosina dovranno inventare stratagemmi, travestimenti ed inganni per potere infine coronare il loro sogno d’amore. Come spesso accadeva in quegli anni, Rossini, sopraffatto dai molti impegni, compose l’opera in brevissimo tempo e riutilizzando materiali eterogenei composti in precedenza. Uno degli aspetti più affascinanti del genio di Rossini sta proprio nella capacità di rielaborazione, che rendeva perfettamente coerenti e coesi tra loro brani dalle origini anche molto distanti. Così avviene per il Barbiere, fulgido esempio di varietà espressiva dove il compositore raccolse con incredibile vitalità e con la consueta ironia stili vocali, orchestrali e corali dei più disparati in una creazione dall’impatto unico.

Commenta Giancarlo Andretta: «Riaprire la partitura del Barbiere di Siviglia e tornare a studiare Rossini con assoluta cura e sempre nuovo amore è un momento di vera “salute”, come tornare dal dottore per un’efficace cura di pulizia direttoriale. Ora sta accadendo per questa produzione dell’Opera Carlo Felice Genova in cui due ottimi cast di giovani cantanti dell’Accademia dell’Opera preparano il loro debutto nel Barbiere di Siviglia. Insieme  ai giovani artisti ci siamo posti l’obiettivo di evitare qualunque routine, abitudini e consuetudini che non arrivano da Rossini e che certamente non lo avrebbero reso felice. Sappiamo che bisogna prepararsi come se fosse per la première del  20 febbraio 1816. Siamo ora nel vivo delle prove, e siamo fiduciosi di far sorridere il Maestro Rossini che da Lassù ci controlla, per creare e donare ore di pura gioia musicale e teatrale.»

La regia e l’impianto scenico di Damiano Michieletto, realizzati nel 2005 per il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, raccontano l’opera incentrandosi sul ritmo teatrale con un linguaggio lineare e diretto: «È una produzione incentrata sugli stilemi della commedia dell’arte, della quale riprendo le maschere, che diventano i personaggi (immaginando ad esempio Don Bartolo come Pantalone, Figaro come Arlecchino, Rosina come Colombina). Nei costumi non c’è niente che si riferisca esplicitamente alle maschere, il riferimento è piuttosto nell’impostazione del gioco teatrale, nel registro. Il tono è volutamente naïf, mi sono concentrato sulle dinamiche teatrali con un linguaggio semplice. Lo spettacolo va alla radice e punta alla comicità, non vuole veicolare messaggi ma trasmettere il ritmo drammatico e dargli forza con un gioco di interpretazione non scontato e con una messa in scena molto semplice. Andrea Bernard, che cura la ripresa per la seconda volta, ha la mia piena fiducia».

«Una Stagione lirica intensa quella dell’Opera Carlo Felice Genova, con scelte capaci di osare unite a grandi classici – dice il Presidente ad interim della Regione Liguria Alessandro Piana –, come dimostrano compiutamente l’apertura e la chiusura.  L’inaugurazione del 13 ottobre scorso con A Midsummer Night’s Dream di Benjamin Britten ha saputo stupire, mentre la chiusura di questi giorni attira il pubblico con un titolo notissimo di Rossini e con i talenti dell’Accademia di alto perfezionamento e inserimento professionale per cantanti lirici dell’Opera Carlo Felice. Non ci poteva essere elemento migliore per dare l’idea di uno sguardo proteso al futuro, ai prossimi eventi che verranno così come ai nomi di domani. Una scelta premiante e dall’alto valore simbolico, molto importante per Genova e per tutta la Liguria».

Per ulteriori informazioni: www.operacarlofelicegenova.it

Biglietterie: Teatro Carlo Felice, Galleria Cardinale Siri, 6 16121 GENOVA
Telefono +39 010 5381.433-399 e-mail: biglietteria@carlofelice.it

Dal lunedì al sabato, dalle ore 9.30 alle ore 19.00.
Spettacoli serali: apertura un’ora prima dell’inizio, chiusura 15 minuti dopo l’inizio.
Spettacoli pomeridiani o serali di domenica: apertura due ore prima dell’inizio, chiusura 15 minuti dopo l’inizio.

Per i gruppi è attivo l’indirizzo gruppi@vivaticket.com a cui rivolgersi per le prenotazioni e l’acquisto di biglietti della nostra Stagione.

D.F. (anche per le fotografie di scena di Marcello Orselli)

Il corsaro di Giuseppe Verdi al Carlo Felice di Genova

Il penultimo titolo della Stagione Lirica 2023-2024 – Il corsaro, melodramma tragico in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave dall’omonimo poemetto di George Byron – sarà in scena all’Opera Carlo Felice Genova da venerdì 17 maggio alle ore 20.00.

La direzione è affidata a Renato Palumbo, regia di Lamberto Puggelli, scene di Marco Capuana, costumi di Vera Marzot, maestro d’armi Renzo Musumeci Greco, luci di Maurizio Montobbio. L’Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova è realizzato in coproduzione con il Teatro Regio di Parma. Orchestra, coro e tecnici dell’Opera Carlo Felice. Maestro del coro Claudio Marino Moretti.

Il corsaro sarà in replica domenica 19 maggio alle ore 15.00, venerdì 24 maggio alle ore 20.00 e domenica 26 maggio alle ore 15.00.

Il cast si compone di Francesco Meli (Corrado), Irina Lungu (Medora), Mario Cassi (Seid), Olga Maslova (Gulnara), Saverio Fiore (Selimo), Adriano Gramigni (Giovanni), Emilio Cesar Leonelli (Un eunuco), Matteo Michi (Uno schiavo).

Il corsaro è un melodramma tragico in tre atti che Verdi compose a Parigi tra il 1847 e il 1848, la prima rappresentazione si tenne al Teatro Grande di Trieste il 25 ottobre 1848. Il soggetto, l’omonimo poemetto di George Byron, aveva attirato l’attenzione del compositore diversi anni prima, tant’è vero che ne aveva già affidata la riduzione in libretto d’opera a Francesco Maria Piave. La storia ripercorre le avventure di un corsaro, Corrado, che stanco della prigionia su un’isola dell’Egeo decide di fuggire per attaccare il pascià turco Seid, abbandonando l’amata Medora. L’attacco è sventato dai turchi, e Corrado e i suoi corsari vengono condannati a morte. Durante la notte, Gulnara, prediletta del pascià e innamorata di Corrado, uccide Seid e libera il suo amato. Di ritorno sull’isola, Corrado incontra Medora ormai morente: sconvolta per la condanna a morte di lui aveva infatti deciso di togliersi la vita. Di fronte a questa tragedia, Corrado si getta in mare. La drammaturgia dell’opera si snoda tra avventure, battaglie e amori sconvolgenti. La musica di Verdi esalta tanto la dimensione dello scontro quanto quella amorosa, con arie di grande lirismo e intensità drammatica («Tutto parea sorridere», «Il fiero corsaro è mio prigione!», «Oh mio Corrado appressati»). Non mancano i riferimenti alla tradizione italiana della prima metà dell’Ottocento, ma con Il corsaro Verdi introduce nuovi spunti, quelle personalissime intuizioni che di lì a poco avrebbero definito il suo stile e cambiato la storia del melodramma.

Commenta Renato Palumbo: «In una storia ricca di arie, cabalette, duetti, concertati, e declamati stentorei, il mio compito sarà quello di sottolineare lo stato d’animo dei personaggi, di evidenziarne il carattere e le motivazioni, ricreando nella concertazione in orchestra le atmosfere dolenti di Medora e Corrado, gli accenti virili e aggressivi di Seid, il canto incalzante e seduttivo di Gulnara, che Verdi coniuga con il suo solito ed ineffabile talento. Il privilegio di eseguire gran parte del repertorio verdiano mi ha fatto capire quanta complessità e profondità di pensiero si nasconda dietro la semplicità del suo linguaggio. Un linguaggio inclusivo che doveva arrivare a tutti ben aldilà delle differenze sociali e culturali. Verdi diventa quel maestro di vita che attraverso la sua musica ci parla, ci educa e ci eleva umanamente. Alla sua conoscenza ci si deve accostare con rispetto e soprattutto con umiltà. Così facendo si comprende che la musica è solo il punto di partenza per arrivare al messaggio che la sua idea drammaturgica rappresenta in tutti i suoi capolavori modernamente immortali.»

La regia di Lamberto Puggelli, realizzata nel 2004 – con le scene di Marco Capuana, i costumi di Vera Marzot e le luci di Maurizio Montobbio – coglie gli aspetti più romantici e travolgenti dell’opera, con una messa in scena di forte impatto visivo, nella quale troneggiano le vele delle navi dei corsari e dei turchi, che si tramutano tanto nella gabbia che rinchiude Corrado, fatto prigioniero, quanto nell’affascinante e misterioso harem del pascià Seid. Avvincenti sono le scene di battaglia, coordinate dal maestro d’armi Renzo Musumeci Greco.

Jessica Nicolini, coordinatrice delle politiche culturali di Regione Liguria, commenta: «Amore, tradimento, vendetta: una trama avvincente che racconta dei tormenti e delle passioni ambientati tra i pirati. Tratto dal poema di Lord Byron, la nuova opera Il corsaro che andrà in scena al Teatro Carlo Felice, la penultima della stagione lirica, sarà sicuramente apprezzata dal pubblico, sia perché è una delle meno rappresentate da Verdi e questa è dunque un’occasione per conoscerla, sia per le arie e i cori di grande intensità emotiva. Ancora una volta dunque il Teatro Carlo Felice ci vuole stupire con un’opera che sebbene non sia tra le più popolari di Verdi è molto affascinante e siamo certi che il pubblico, anche quello più giovane, saprà apprezzare questo capolavoro musicale che ci farà immergere nei drammi dei pirati di Byron. Un’opera molto significativa che si arricchisce inoltre di un allestimento particolarissimo realizzato dal Carlo Felice in collaborazione con il Teatro Regio di Parma. Proprio la collaborazione tra Teatri rappresenta un’opportunità straordinaria per arricchire il panorama artistico di un Paese, ampliando l’accesso alla cultura ad un pubblico sempre più vasto, oltre a favorire lo scambio di competenze tra artisti, tecnici, organizzatori promuovendo lo sviluppo professionale nel settore teatrale.»

Renato Palumbo affianca sin da giovane gli studi di canto, direzione d’orchestra e coro, pianoforte e composizione principale all’esplorazione del teatro d’opera. Debutta sul podio, appena diciannovenne, con Il trovatore. Intraprende così un’intensa carriera che lo vede interprete di un vasto repertorio nei principali teatri italiani e internazionali, quali la Scala di Milano, l’Opéra di Parigi, il Covent Garden di Londra, i festival di Pesaro e di Martina Franca. Da Washington, Chicago, Berlino, Tokio, Bilbao e Barcellona a Genova, Torino, Parma, Venezia, Verona, Firenze, Napoli, Bari. Il rispetto assoluto della partitura, vissuto con spirito rigoroso ma non dogmatico è alla base di un percorso di ricerca concentrato sulla dimensione drammaturgica dell’opera e sulla sua evoluzione di respiro europeo, da Rossini a Marschner, da Donizetti e Bellini a Verdi, Meyerbeer, Puccini e Giordano. Con il medesimo spirito si dedica intensamente alla musica sinfonica, dal classicismo viennese a Mahler e Hindemith, passando per il grande repertorio romantico e tardoromantico tedesco. È Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti artistici. La sua discografia comprendente Robert le Diable e Les Huguenots di Meyerbeer, Hans Heiling di Marschner, Germania di Franchetti, La Cenerentola e Bianca e Falliero di Rossini, Simon Boccanegra di Verdi e Lucrezia Borgia di Donizzetti realizzata al Teatro La Scala.

Lamberto Puggelli, dopo aver debuttato giovanissimo come regista al Festival di Spoleto, si afferma nel panorama del teatro italiano e internazionale. Il suo stile, coniugando rigore filologico e audacia sperimentale, raggiunge con chiarezza narrativa esiti di grande intensità drammatica e poetica. Nel teatro di prosa inizia a lavorare al Piccolo Teatro di Milano come attore negli anni Sessanta e come collaboratore di Giorgio Strehler negli anni Settanta. Come regista ha realizzato al Piccolo Teatro molti spettacoli. Sin dagli esordi della sua carriera si dedica al teatro lirico, debuttando nel 1965 alla Fenice di Venezia con Oedipus Rex di Stravinskij e Il campanello di Donizetti. Allestisce opere del grande repertorio italiano, francese, tedesco, del Sei-Settecento e dell’Ottocento, nonché delle creazioni del Novecento nei maggiori teatri italiani (Torino, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Palermo, Trieste) e internazionali (Londra, Amburgo, Chicago, Mosca, Barcellona, Zurigo, Rio de Janeiro, Tokyo). Al Teatro alla Scala ha messo in scena Attila, La condanna di Lucullo, Il vino stregato, Andrea Chénier, La forza del destino, Il matrimonio segreto, Adriana Lecouvreur, Fedora. Nei primi anni 2002, Puggelli ha approfondito la sua ricerca sul primo Verdi. Unico regista ad aver vinto il premio dell’Associazione degli Scrittori Italiani di Teatro, Lamberto Puggelli si è spento nel 2013.

Per informazioni: www.operacarlofelicegenova.it

Biglietterie: Teatro Carlo Felice, Galleria Cardinale Siri, 6 16121 GENOVA
Dal lunedì al sabato, dalle ore 9.30 alle ore 19.00.
Spettacoli serali: apertura un’ora prima dell’inizio, chiusura 15 minuti dopo l’inizio.
Spettacoli pomeridiani o serali di domenica: apertura due ore prima dell’inizio, chiusura 15 minuti dopo l’inizio.

Teatro della Gioventù, Via Cesarea, 16 16121 GENOVA. Apertura al pubblico ogni martedì e giovedì dalle ore 11.00 alle ore 15.00. È possibile effettuare gli acquisti di tutti gli spettacoli attualmente in vendita.

Delfina Figus (anche per le fotografie dei bozzetti di scena)

Madama Butterfly

Venerdì 19 gennaio, alle ore 20.00, si terrà la prima rappresentazione di Madama Butterfly, il quarto titolo della Stagione Lirica 2023-2024 dell’Opera Carlo Felice Genova. La direzione è affidata a Fabio Luisi, direttore onorario del Teatro, per la regia e le scene di Alvis Hermanis e con i costumi di Kristìne Jurjàne, le coreografie di Alla Sigalova, le luci di Gleb Filshtinsky e i video di Ineta Sipunova. Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice. Orchestra, Coro e Tecnici dell’Opera Carlo Felice, Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo “For Dance” ETS.

Madama Butterfly sarà in replica sabato 20 gennaio alle ore 15.00, domenica 21 gennaio alle ore 15.00, venerdì 26 gennaio alle ore 20.00, sabato 27 gennaio alle ore 20.00 e domenica 28 gennaio alle ore 15.00.

A dare vita ai protagonisti dell’opera: Lianna Haroutounian / Jennifer Rowley (Cio-Cio-San), Manuela Custer / Caterina Piva (Suzuki), Alena Sautier (Kate Pinkerton), Fabio Sartori / Matteo Lippi (F. B. Pinkerton), Vladimir Stoyanov / Alessandro Luongo (Sharpless), Manuel Pierattelli (Goro), Paolo Orecchia (Il Principe Yamadori), Luciano Leoni (Lo Zio Bonzo), Claudio Ottino (Il Commissario imperiale), Franco Rios Castro (L’ufficiale del registro), Luca Romano (Yakusidé), Maria Letizia Poltini / Daniela Aloisi (La madre di Cio-Cio-San), Mariasole Mainini / Lucia Scilipoti (La zia), Eleonora Ronconi / Adelaide Minnone (La cugina).

Madama Butterfly è la sesta opera di Giacomo Puccini. Il compositore si ispirò all’omonima tragedia del drammaturgo David Belasco, alla quale aveva assistito a Londra nel giugno del 1900. Il soggetto era particolarmente interessante, ma il processo compositivo durò diversi anni, ciò si deve anche alla approfondita ricerca attorno alla cultura giapponese che il compositore svolse per dipingere con accuratezza personaggi, luoghi e tradizioni insieme ai librettisti Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. La prima rappresentazione si tenne al Teatro alla Scala nel febbraio del 1904, e fu un insuccesso. Oggi è difficile capire quali siano state le ragioni, soprattutto considerando che sin dalla prima ripresa avvenuta qualche mese dopo a Brescia, Madama Butterfly venne immediatamente consacrata come uno dei più grandi capolavori pucciniani.

Dell’opera viene in questa occasione rappresentata la cosiddetta “quinta versione”, ovvero l’ultima, che raccoglie tutte le modifiche introdotte dal compositore dopo le prime rappresentazioni (tra le quali la suddivisione in tre atti, l’introduzione dell’aria «Addio fiorito asil» e significative varianti nella caratterizzazione di alcuni personaggi). Fabio Luisi, che torna all’Opera Carlo Felice dopo i successi della Stagione 2022-2023 con Die Fledermaus di Johann Strauss II e con i concerti sinfonici Ciclo Bruckner, Mitteleuropa e Novecenti, commenta così gli elementi di maggior rilievo nell’interpretazione dell’opera: «Mentre nella versione primitiva, soprattutto nel primo atto, c’è un’attenzione al milieu sociale, ipocrita e crudele, attorno a Butterfly, nella versione “tradizionale” questo angolo viene smussato, senza però abbandonarlo. Pinkerton rimane un personaggio spregevole, e l’unica umanità che Butterfly incontra nella sua storia è quella vera di Suzuki e quella, anch’essa tutto sommato un po’ ipocrita, di Sharpless. Diciamo che la tragicità di Butterfly la avvertiamo nella sua solitudine e nel suo inappagato e sincero amore per un uomo che non la merita. Puccini non rende sempre la vita facile ai suoi esecutori: il segreto sta nel non trasformare dolcezze in sdolcinamenti e sentimento in sentimentalismi. Il suo linguaggio musicale è sempre sincero, e va ripulito da retaggi kitsch. Una particolare attenzione va data alla scelta dei tempi ed al fraseggio, che devono rimanere al servizio di ritmi teatrali.»

La regia di Alvis Hermanis si ispira al Kabuki, genere teatrale tradizionale giapponese, incentrato sulla retorica del gesto come espressione del testo. Gestualità e movimento sul palcoscenico diventano così elementi centrali, e rivelano nel profondo la complessa psicologia di ciascun personaggio. Proprio per questo motivo, ampio spazio è dato alla danza come amplificatore della dimensione gestuale. La ricerca attorno al Kabuki è inoltre sostenuta da una particolare attenzione all’uso di riferimenti storici rigorosi, che emergono chiaramente anche grazie all’uso delle luci e dei video proiettati. Nel saggio Alvis Hermanis e Madama Butterfly: il gesto della fragilità, pubblicato dal Teatro alla Scala, Olivier Lexa evidenzia alcuni degli elementi scenici creati dal regista: «Come una farfalla, Cio-Cio-San è fragile, vulnerabile. L’universo che la circonda lo è altrettanto. La carta di riso dei pannelli scorrevoli rappresentativi della casa tradizionale giapponese rinforza questa impressione di fragilità e di delicatezza, così come le sete dei kimoni e i loro effetti di movimenti così speciali, che prolungano il ritmo e la coreografia ispirati dal Kabuki. Il minimalismo giapponese è presente dappertutto, testimoniato dal lavoro svolto sulla luce e sull’uso di colori particolarmente teneri e sottili. Questi evocano l’acquerello e sono presenti nelle riproduzioni di grande formato dei ritratti ispirati alle stampe giapponesi tradizionali, così come nei più piccoli dettagli dei costumi».

Fabio Luisi è direttore musicale della Dallas Symphony Orchestra, direttore principale della Danish National Symphony, direttore emerito dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, direttore principale della NHK Symphony Orchestra di Tokyo e direttore onorario dell’Opera Carlo Felice Genova. Dirige le orchestre più prestigiose del mondo. Nella stagione 22/23 il Maestro Luisi dirigerà una nuova produzione di Vespri Siciliani al Teatro alla Scala, continuerà la registrazione dell’integrale di Carl Nielsen con la Danish National Symphony Orchestra per la Deutsche Grammophon e presenterà nel 2024 il ciclo completo Der Ring des Nibelungen di Wagner in forma di concerto, con la Dallas Symphony Orchestra. È stato premiato con la Medaglia d’Oro e l’Anello d’Oro dedicati a Bruckner. Luisi ha ricevuto un Grammy Award per la sua direzione delle ultime due opere dell’Anello del Nibelungo e il DVD dello stesso ciclo, registrato dal vivo al Metropolitan e pubblicato dalla Deutsche Grammophon, è stato nominato come migliore registrazione operistica nel 2012. La sua vasta discografia comprende un vastissimo repertorio. Fabio Luisi è stato insignito il Grifo d’oro per il suo contributo alla notorietà della città di Genova.

Alvis Hermanis ha studiato recitazione al Conservatorio Nazionale della Lettonia. Dal 1997 è direttore artistico del New Riga Theatre, la cui programmazione è dedicata al repertorio classico, in particolare ad opere di scrittori tedeschi e russi, e al repertorio contemporaneo. Le sue produzioni sono state viste in oltre 40 paesi, e hanno partecipato a numerosi importanti festival, con molti riconoscimenti. Nel 2012 la rivista culturale svizzera Du, che riunisce esperti del mondo del teatro provenienti da venti paesi, lo ha nominato una delle dieci personalità più influenti del teatro europeo contemporaneo. Dal 2012, si dedica anche al teatro musicale.

Biglietti

I settore: 100,00 euro

II settore: 80,00 euro

III settore: 60,00 euro

IV settore: 50,00 euro

V settore: 35,00 euro

Under 30*: 25,00 euro

Under 18*: 15,00 euro *tutti i settori

Per ulteriori informazioni: www.operacarlofelicegenova.it

R. (anche per le fotografie)