I-Tech Innovation 2023-2024

I-Tech Innovation 2023-2024 è la terza edizione del programma di accelerazione a supporto delle giovani realtà imprenditoriali innovative.

Prosegue così la collaborazione tra CRIF  ̶  azienda globale specializzata in sistemi di informazioni creditizie e di business information, servizi di outsourcing e processing e avanzate soluzioni per il credito  ̶  e Fondazione Golinelli  ̶  holding filantropica che mette insieme: educazione, formazione, ricerca, trasferimento tecnologico, accelerazione, incubazione, open innovation e venture capital per valorizzare le giovani generazioni.

Dopo l’esperienza di successo degli scorsi anni (con oltre 450 candidature pervenute, 17 giovani imprese accelerate, più di 2000 ore di formazione erogate e oltre 3 milioni di euro di investimenti), i due partner lanciano la terza edizione del programma di accelerazione che prevede, anche per quest’anno, investimenti per oltre 1.250.000 euro rivolti a imprese innovative.

L’obiettivo dei promotori è favorire nell’immediato la creazione di una nuova imprenditorialità ad alto contenuto innovativo e tecnologico, investendo su settori strategici a livello nazionale e internazionale, e nel lungo periodo contribuire a colmare il grave ritardo dell’Italia in ambito tecnologico.

Il progetto si articola in 3 Call for Innovation nei settori principali confermati: Life Science&Digital Health, Fintech&Insurtech e Agritech&FoodTech alle quali si affiancano 3 Call for Plug In: due dedicate, come lo scorso anno, a Industry 4.0, IoT, Big Data & AI e Social Impact, e una nuova in ambito TravelTech & Smart Mobility.

Saranno selezionati un massimo di 15 team tra quelli che proporranno soluzioni altamente innovative, per le quali sia stato già effettuato un test sul mercato dimostrando un alto grado di maturità della tecnologia, e che dispongano di un solido e avanzato piano di sviluppo e protezione della proprietà intellettuale. I team selezionati parteciperanno a un programma strutturato di mentorship e di supporto allo sviluppo dei loro modelli di business della durata di 4 mesi e potranno usufruire di una serie di facilities e servizi offerti dai promotori e dai partner delle call.

Playmaker dell’operazione sarà l’incubatore-acceleratore G-Factor di Fondazione Golinelli, che vanta una solida esperienza nella relazione e negli investimenti in start-up e progetti innovativi a livello nazionale, coadiuvata da CRIF, che nel tempo ha consolidato avanzate competenze in ambito open business e open innovation a supporto dello sviluppo anche di nuovi modelli di business e nuove realtà imprenditoriali ad elevato contenuto tecnologico e innovativo. Le call di I-Tech Innovation Program 2023-2024 saranno gestite da G-Factor e CRIF dalla promozione alla selezione, fino al programma di accelerazione G-Force, che si svolgerà all’Opificio Golinelli e presso BOOM, il nuovo knowledge e innovation hub di CRIF.

Le candidature dovranno pervenire entro domenica 15 ottobre 2023 e la lista dei team selezionati sarà resa pubblica martedì 6 febbraio 2024.

L’iniziativa nasce dalla sinergia tra due realtà apparentemente diverse tra loro, ma complementari in termini di competenza, che in piena sintonia nella partnership strategica stipulata a partire dal 2019 hanno avviato un programma pluriennale di progetti congiunti per sostenere lo spazio fragile e strategico che da sempre divide il mondo della ricerca da quello dell’impresa.

A questo riguardo, a dicembre 2021 CRIF e Fondazione Golinelli hanno dato vita anche a Startup Community, una community nazionale dedicata alle start-up con l’obiettivo di creare nuove sinergie a supporto delle giovani realtà imprenditoriali, mettendo a disposizione un capitale unico di esperienze e competenze e un network di respiro internazionale con rappresentanti del mondo dell’impresa, della finanza e della ricerca.

Riconfermata la collaborazione con il Competence Center BI-REX, Emil Banca, Gruppo BCC Iccrea e Aretè. Inoltre, la terza edizione di I-Tech Innovation si apre a nuove partnership con istituzioni e aziende: la Città Metropolitana di Bologna, il Comune di Bologna, il Comune di Imola, l’Aeroporto di Bologna, e Search On per le attività di promozione del programma nel contesto italiano dell’innovazione.

«Il commitment di Fondazione Golinelli e di CRIF nel campo dell’innovazione, unitamente a tutti gli altri partner, è testimoniato dal rinnovarsi dell’impegno nel programma giunto al terzo anno consecutivo, e anche dall’ampliamento del network di soggetti tecnici e istituzionali, oltreché dall’allargamento dei settori verticali coinvolti. I-Tech Innovation, a dispetto del nome, è una risposta italiana da parte di un ecosistema coeso, diffuso a rete, trasversale, integrato nei luoghi ma aperto al dialogo, e può essere una risposta efficace alle esigenze di crescita e di sviluppo internazionale delle giovani aziende, a partire dal nostro Paese. Capitali esteri, non solo nazionali, sono sempre più attenti all’ecosistema italiano; questa è un’opportunità, che cogliamo cercando di mantenere un’identità e una riconoscibilità alla nostra innovazione di alta qualità, aiutandola a prendere il volo fin dai laboratori di ricerca» sostiene Andrea Zanotti, Presidente di Fondazione Golinelli.

«Le precedenti edizioni del programma I-Tech Innovation ci hanno dimostrato come iniziative di questo tipo possono favorire la diffusione e la crescita di imprenditorialità innovative di eccellenza. Abbiamo sperimentato come sia essenziale adottare un approccio inclusivo che permetta alle idee innovative di fluire da fonti esterne e alle sinergie di svilupparsi rapidamente. Questo approccio ci ha spinto a instaurare una partnership con la Fondazione Golinelli e G-Factor, e ci motiva a cercare nuovi partner per arricchire ulteriormente il programma. L’obiettivo è offrire agli innovatori emergenti le opportunità, i benefici e le risorse necessarie per avere successo nella creazione di modelli di business vincenti e di soluzioni che rivoluzionano il settore di ciascuno» dichiara Carlo Gherardi, Amministratore Delegato di CRIF.

«Città metropolitana e Comune di Bologna hanno deciso in questi anni di puntare con forza sull’innovazione aperta come leva per lo sviluppo del sistema territoriale e strumento di rafforzamento dell’attrattività dell’ambito metropolitana  ̶  commenta Rosa Grimaldi, Delegata del Sindaco alla promozione economica e attrattività internazionale, Industrie culturali e creative, Impatto Tecnopolo del Comune e della Città metropolitana di Bologna. Con un approccio collaborativo che ormai caratterizza l’operato dell’area bolognese e regionale. Siamo soddisfatti di poter collaborare al programma I-Tech Innovation, ringraziamo CRIF, Fondazione Golinelli e G-Factor per l’opportunità. Per noi questa azione si inserisce nella più ampia strategia di BIS Bologna Innovation Square e della Città della Conoscenza, contribuiremo fattivamente mettendo a disposizione le nostre competenze sia sui temi verticali che di supporto ai progetti d’impresa, a sostegno della nuova imprenditoria giovanile con particolare attenzione ai temi della sostenibilità».

«Questo accordo di partnership con due attori importanti come CRIF e Fondazione Golinelli è un ulteriore passo per la costruzione dello sviluppo futuro di questo territorio – sottolineano Marco Panieri e Pierangelo Raffini, rispettivamente sindaco e assessore allo sviluppo economico del Comune di Imola -. L’innovazione stimola la crescita economica e la nascita di nuove imprese, crea possibilità di un’ulteriore espansione per quelle esistenti, permette lo sviluppo di settori emergenti e grazie all’insediamento genera nuovo lavoro, anche indiretto, per tutti i servizi che vengono richiesti. I territori che investono in innovazione e promuovono l’ecosistema dell’innovazione sono più competitivi e attraggono investimenti, talenti e imprese. Il lavoro nasce anche grazie all’introduzione di nuove idee, tecnologie e modelli di business che portano maggiore produttività, aumentano la competitività del territorio stesso e generano nuove opportunità di occupazione. La capacità di cogliere i cambiamenti sempre più rapidi e sviluppare innovazione consente ai territori di mantenersi al passo con l’evoluzione globale dei mercati e di distinguersi, creando un circolo virtuoso che genera nuovi investimenti, ulteriori risorse, nuovo lavoro».

«Operare con questi due importanti partner su un settore quale quello del “Mobility and Travel” significa mettere a valore asset che già possediamo come l’Autodromo e l’Osservanza, che sono per noi naturali contenitori per promuovere l’innovazione nella Motor Valley. Significa, in particolare, adottare tecnologie e pratiche innovative in grado di ridurre l’impatto ambientale e promuovere l’efficienza energetica, utilizzando modelli di produzione di consumo sostenibili. Questo accordo per noi è un punto di partenza non di arrivo: stiamo infatti lavorando ad altri progetti nel campo dell’innovazione e dello sviluppo economico che potranno vedere la concretizzazione nei prossimi mesi e di cui parleremo quando avremo la certezza di averli messi a terra» conclude il sindaco Panieri.

«Nel 2022 in Italia è stata superata la soglia di 2 miliardi di euro di investimenti in venture capital, record domestico che ha quantomeno rimesso momentaneamente il Paese in scia con gli ecosistemi più virtuosi a livello europeo nell’ambito dell’innovazione. Il 2023, per una serie di fattori, difficilmente confermerà questo trend di crescita degli investimenti, e non per mancanza di idee o di produttività nostrana scientifica e tecnologica di alta qualità. Per questo motivo la terza edizione di I-Tech Innovation rappresenta un’opportunità fondamentale per le giovani aziende innovative – in particolare Italiane – perché, oltre alle risorse finanziarie – il programma consentirà l’accesso a un network nutrito, consolidato, e altamente qualificato di partner industriali, scientifici, tecnologici, finanziari ed istituzionali» spiega Antonio Danieli, Vice Presidente, Direttore Generale di Fondazione Golinelli e Amministratore unico di G-Factor.

«L’imprenditorialità e l’innovazione sono fondamentali per garantire un futuro sostenibile. Grazie al programma I-Tech Innovation e alla partnership con l’incubatore-acceleratore G-Factor, agiamo come catalizzatori per nuove soluzioni e tecnologie, offrendo supporto alle start-up che acceleriamo. Questo genera una preziosa fusione di conoscenze, esperienze ed energie che alimentano l’innovazione, con l’obiettivo di ottenere risultati tangibili. Il programma I-Tech Innovation rappresenta per CRIF una sfida che ci spinge a  considerare l’innovazione da una prospettiva diversa, dove l’accelerazione diventa un primo passo per lo sviluppo di partnership strategiche all’interno dell’ecosistema CRIF» aggiunge Valeria Racemoli, Open Innovation Project Manager – InnovEcos di CRIF. 

«Siamo lieti e orgogliosi di rinnovare la nostra partnership all’interno del programma I-Tech Innovation  ̶ afferma Stefano Cattorini, Direttore Generale BI-REX  ̶ Dopo il successo della precedente edizione, in cui abbiamo fornito un importante contributo nel percorso di incubazione e accelerazione delle start-up, intendiamo proseguire sul solco già tracciato, continuando a supportare tutte le numerose giovani realtà imprenditoriali in grado di sviluppare nuove idee e concetti nell’ambito Industria 4.0. Metteremo quindi le tecnologie della nostra Linea Pilota e il know-how maturato in questi anni a loro disposizione, affinché possano beneficiare concretamente delle grandi opportunità di questo ambizioso programma».

«Innovazione e sostenibilità sono le parole chiave su cui abbiamo deciso di basare il nostro futuro. In un momento di grandi cambiamenti e trasformazioni sempre più veloci, fare rete con le realtà che hanno la nostra stessa idea di sviluppo ci permette di affrontare con più forza le tante sfide che questi tempi complicati ci metteranno davanti» commentaDaniele Ravaglia, Direttore Generale di Emil Banca.

Delos

Pupetta, Gremese Editore

Philippe Vilain, autore di bestseller e professore di letteratura francese a Napoli, dedica alla figura di Assunta Maresca, personaggio balzato alle cronache nazionali per una vicenda che è un perfetto mélange di amore, onore e vendetta passionale, un romanzo per Gremese Editore (pagg. 176, euro 16,00), nella collana “Narratori francesi contemporanei” di cui Vilain è direttore.

Pupetta Maresca cresce nella Napoli degli anni Cinquanta, in un quartiere dove la violenza era all’ordine del giorno: Materdei. Giovane, bella, ambiziosa e con il desiderio di diventare un’attrice, nel 1954 incontra Pasquale – “Pascalone ‘e Nola” per i colleghi camorristi – e se ne innamora convolando a nozze. Appena ottanta giorni dopo il matrimonio, Pasquale viene assassinato da un clan rivale e Pupetta, che nel frattempo ha saputo di essere incinta, rimane improvvisamente vedova prendendo però una drastica decisione: vendicare se stessa e il marito. Ha così inizio la carriera di “Madame Camorra” che, con lucidità e acume, Vilain indaga e descrive ricostruendone la natura e restituendone quella determinazione e sete di rivalsa che l’hanno resa celebre in tutti i rotocalchi, e che ha dato spunto anche alla realizzazione di film e serie tv.

Un connubio di noir, storia e sentimenti nei quali la scrittura scorrevole e analitica di Vilain riflette un contesto partenopeo e una psicologia dei ruoli sotto lo sguardo acuto di un francese innamorato di Napoli, delle sue storie e dei naturali romanzi esistenziali che scaturiscono dalle vicende di questa città dai mille colori.

Philippe Vilain è docente di letteratura francese all’Università Federico II di Napoli. La sua produzione letteraria è molto studiata in ambito universitario, come dimostra la monografia recentemente pubblicata da Francesco Paolo Alexandre Madonia Philippe Vilain, l’amour en ses discours (Mimesis). Vilain è autore di romanzi di grande successo, pubblicati in Francia da Gallimard, Grasset e ultimamente da Laffont. Tra questi, sono editi in Italia da Gremese: Falso padre (2009), Non il suo tipo (2012, adattato per il cinema da L. Belvaux e premio internazionale “Scrivere per Amore”), La moglie infedele (2013, in Francia premio Jean-Freustié), La ragazza dalla macchina rossa (2018), Un mattino d’inverno (2020) e Napoli mille colori (2021). Ha curato volumi collettivi (Bella Italia, 2022, ed Écrivains d’Italie, 2023) e scritto saggi come il Quadernetto sulla timidezza (2011, Gremese) e La Littérature sans idéal (2016, Grasset). 

E.C.

Festival della Valle d’Itria

Il Turco in Italia di Gioachino Rossini, nell’edizione critica di Margaret Bent con la direzione di Michele Spotti, per la regia di Silvia Paoli; Il paese dei campanelli di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato, con la direzione di Fabio Luisi, per la regia di Alessandro Talevi; tre prime rappresentazioni: la prima in tempi moderni de L’Orazio di Pietro Auletta, con la direzione di Federico Maria Sardelli, per la regia di Jean Renshaw, la prima italiana in tempi moderni de Gli Uccellatori di Florian Leopold Gassmann, con la direzione di Enrico Saverio Pagano, per la regia di Jean Renshaw e la prima assoluta in Italia de L’adorable Bel-Boul di Jules Massenet su libretto di Paul Poirson, con la direzione di Francisco Soriano, per la regia di Davide Garattini.

Con un cartellone di 5 titoli d’opera e di teatro musicale e 12 appuntamenti sinfonici e recital nello splendido scenario barocco di Martina Franca e sullo sfondo degli emozionanti paesaggi della Valle d’Itria, la proposta del 49° Festival muove, nel solco dell’insegnamento di Paolo Grassi, dal desiderio di mettere il pubblico d’oggi di fronte ai meccanismi sociali che finiscono per creare barriere alla conoscenza e alla consapevolezza del reale e della storia, attraverso il sorriso e l’ironia.

Dal 2023 Presidente della Fondazione Paolo Grassi, che organizza il Festival, è l’avv. Michele Punzi che afferma: «Siamo orgogliosi di poter presentare, in un anno così difficile, segnato dalla triste dipartita di Franco Punzi, un cartellone di alto profilo artistico che racchiude perfettamente lo spirito del compianto storico Presidente del Festival ma anche delle generazioni che gli sono succedute. Cercheremo di affrontare l’anno che ci separa dalle celebrazioni del cinquantenario del Festival con il sorriso, e armati di ottimismo, guardando ai recenti traguardi raggiunti – come il Premio Abbiati della Critica Musicale Italiana ricevuto da Leila Fteita per la scenografia di Le Joueur, una nostra produzione del 2022 – per raggiungere nuove vette di eccellenza».

«Il Festival quest’anno è dedicato all’esplorazione del repertorio buffo che, nelle sue diverse declinazioni, è spesso comparso nella storia dell’opera in epoche segnate da crisi profonde» spiega il direttore artistico Sebastian F. Schwarz. «Proprio come il contesto storico in cui nacque l’operetta, a sua volta in grado di rivolgere garbatamente una feroce critica al pubblico, in tutta Europa, con Offenbach in Francia, con la Scuola viennese e berlinese, e con la coppia Ronzato/Lombardo in Italia».

L’interesse per quest’ambito del teatro musicale sarà corroborato dalla programmazione in seno al Festival della Conferenza annuale dell’Accademia Europea del Teatro Musicale (EMA) di Vienna a Martina Franca, il 30 e 31 luglio. Il simposio chiama a raccolta i massimi esperti musicologi e direttori di teatri internazionali per scambiarvi idee ed esperienze, per studiare l’importanza dell’operetta nel teatro d’oggi e immaginare i modi per tenerne in vita il ricco patrimonio culturale.

Il cartellone presenta inoltre il tradizionale Concerto per lo spirito (24 luglio) nella Basilica di San Martino, con l’Ensemble barocco Modo Antiquo diretto dallo specialista Federico Maria Sardelli, con un programma dedicato a Händel, Corelli e Vivaldi.

A Palazzo Ducale, il Concerto sinfonico del 29 luglio vedrà impegnata come di consueto l’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari sotto la direzione di un astro nascente della direzione, Diego Ceretta, pluripremiato al Premio Cantelli 2020, quest’anno ospite anche al Rossini Opera Festival e al Teatro Comunale di Bologna. In programma l’Ouverture in do maggiore “im italienischen Stile”, op. 170, D. 591 di Schubert, la Sinfonia n. 4 in la maggiore “Italiana”, op. 90 (MWV N 16) di Mendelssohn e la Sinfonia n. 6 in fa maggiore, op. 68 “Pastorale” di Beethoven.

Completano il programma cittadino tre Concerti del Sorbetto (22, 29 luglio e 5 agosto), in orario pomeridiano, nella cornice barocca del Chiostro di San Domenico. Tra gli appuntamenti diffusi sul territorio, il ciclo Il canto degli Ulivi propone quattro concerti tra i secolari ulivi delle più belle masserie itriane (21 – Masseria Palesi a Martina Franca, 23 – Leonardo Trulli Resort a Locorotondo, 27 – Masseria Nicola Casavola a Martina Franca, 31 – Masseria Capece a Cisternino), affidati ai giovani cantanti dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti” che interpretano arie dal repertorio dell’opera buffa.

Dopo il successo riscosso nel 2022 con la rassegna Opera al cinema, il Festival prosegue nella felice unione tra cinema e musica con la proiezione del film The Merry Widow di Ernst Lubitsch (La vedova allegra), ispirato all’operetta di Franz Léhar, forse la più popolare di tutti i tempi, che s’inserisce nell’antologia del buffo di quest’edizione.

Si conferma anche lo speciale concerto in occasione dell’assegnazione del Premio alla carriera della Rivista L’Opera International Magazine, assegnato quest’anno al baritono Marco Filippo Romano. La serata, intitolata Lo buffo, co na smorfia, propone un viaggio dal Settecento napoletano ai nostri giorni alla scoperta della parte del buffo, del protagonista dietro la maschera, attraverso le storie, le emozioni che prendono vita nelle arie di Vinci, Pergolesi, Mozart, Cimarosa, Rossini, Donizetti, Mascagni e Tosti.

Infine, il Concerto della Banda Musicale dell’Aeronautica Militare diretta dal Maggiore Pantaleo Leonfranco Cammarano per il centesimo anniversario della fondazione dell’Arma, il 3 agosto nel Cortile di Palazzo Ducale.

E.C.

La Valigia dell’Attore alla ventesima edizione

La Valigia dell’Attore, manifestazione annuale di approfondimento sull’arte della recitazione e intitolata alla memoria di Gian Maria Volonté, torna come ogni anno nell’Arcipelago di La Maddalena per festeggiare la sua ventesima edizione.

Quest’anno il festival si svolgerà dal 26 al 30 luglio nell’isola di La Maddalena. Gli incontri serali – che comprendono anche la cerimonia riservata al Premio Volonté all’eccellenza artistica di uno o più interpreti italiani o internazionali – avranno luogo, come da tradizione, presso la Fortezza de I Colmi, mentre gli incontri mattutini di approfondimento con gli ospiti invitati si terranno agli ex Magazzini Ilva di Cala Gavetta. Le serate e gli incontri sono curati da Fabio Ferzetti, Boris Sollazzo, Fabrizio Deriu. L’ingresso al pubblico è gratuito fino ad esaurimento posti.

La manifestazione proseguirà sull’isola di Caprera, dal 31 luglio al 6 agosto, dove si svolgerà la tredicesima edizione del ValigiaLab, laboratorio gratuito di alta formazione sulle tecniche di recitazione che quest’anno vedrà cimentarsi, con i giovani selezionati tramite bando dalle migliori scuole di recitazioni italiane ed europee, l’attrice Donatella Finocchiaro, con la collaborazione di Fabrizio Deriu e Greta Vincenza Caponnetto, sul tema “L’arte di vivere”.

Il Valigialab 2023 gode del patrocinio del Comune di La Maddalena e dell’Ente Parco Arcipelago di La Maddalena, ed è realizzata con il fondamentale sostegno del Nuovo IMAIE e della Scuola d’Arte Cinematografica “Gian Maria Volonté” di Roma.

La direzione de La valigia dell’attore è a cura di Giovanna Gravina Volonté e Fabio Canu, con Boris Sollazzo, Fabio Ferzetti, Fabrizio Deriu.

L’evento è organizzato dall’Associazione Culturale Quasar.

La sigla della manifestazione è a cura di Santo Acciaro.

Tutte le informazioni e il programma presto sul sito ufficiale www.lavaligiadellattore.com

Elisabetta Castiglioni

Divenire mosaico

Aperta fino al prossimo 23 luglio la mostra “Divenire mosaico” al Palazzo Rasponi dalle Teste di Ravenna (da martedì a domenica dalle 18 alle 21.30, ingresso libero).

La VIII edizione della Biennale di Mosaico Contemporaneo di Ravenna vive una originale anticipazione con una mostra dedicata a due tra i più interessanti artisti della loro generazione: Takako Hirai e Sergio Policicchio. Due artisti provenienti da aree del mondo molto lontane e diverse, Giappone e Argentina, che nella città di Ravenna si formano, si incontrano, e sviluppano linguaggi originali attraverso cui interpretare il mosaico contemporaneo. Due percorsi espositivi paralleli e in dialogo tra loro: quello di Policicchio che trova sostanza e confronto con le architetture di Palazzo Rasponi dalle Teste, quello di Hirai che presenta un intreccio che affonda nei temi della natura con diverse opere inedite e realizzate nell’ultimo periodo. A completare questo intervento artistico negli spazi dello storico Palazzo ravennate, sarà presentato un inedito video realizzato a quattro mani da Hirai e Policicchio; un dialogo di immagini, appunti e pensieri di venti anni di “fare mosaico”.

La mostra Divenire mosaico, oltre a offrire uno sguardo in anteprima sulla prossima Biennale di Mosaico Contemporaneo, inaugura una nuova progettualità in campo espositivo che anche per i prossimi anni porterà a Palazzo Rasponi in questo periodo mostre dedicate alle nuove generazioni di mosaicisti e mosaiciste di formazione ravennate.

Sempre nelle sale di Palazzo Rasponi dalle Teste, sarà visibile Una dedica a Ravenna, inedito progetto espositivo di Rupert Van Wyk, pittore ed illustratore con diverse pubblicazioni dedicate in particolare al mondo dell’infanzia. Van Wyk è nato in Gran Bretagna nel 1971, da famiglia sudafricana, ma da tempo è attivo e residente a Ravenna.

Takako Hirai nasce a Kumamoto in Giappone nel 1975.

Dal 1995 al 1999 frequenta la Facoltà d’Arte della Hiroshima City University, dove si laurea in pittura. Dal 1999 al 2002 è attiva nell’ambito di un progetto di ‘Artisti in Residence’ nella città di Yoshiwa, Hiroshima.

Nel 2003 inizia a studiare la tecnica musiva a Ravenna, dove dal 2005 lavora e vive stabilmente. Espone in Italia, Francia, Israele, Giappone e Taiwan.

Nel 2013 la sua opera Vene viene selezionata per la mostra GAeM-Giovani Artisti E Mosaico presso il MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna dove tuttora è presente nelle collezioni permanenti.

L’opera vince il Premio Orsoni ed entra a far parte della collezione permanente del museo.
Dopo varie collettive, nel maggio del 2017, la prima mostra personale Il Senso Segreto della Natura. Takako Hirai’ viene realizzata al MAR.

Sergio Policicchio nasce a Buenos Aires nel 1985, si diploma nel 2013 presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna dove vive e lavora. Nel 2011 è finalista al premio GAeM. Espone durante il Festival Internazionale del Mosaico (2010, 2011). Tra gli altri lavori: In tensione verso (2011, installazione), Erma (2011, installazione), La quiescenza (2012), Accademie eventuali (2012), Fuoco bianco (2013), Mundus, paesaggio sonoro (2013). Ha partecipato a numerose iniziative espositive in Europa e in America del nord e del sud, e come performer per diversi progetti di compagnie teatrali.

MAR (anche per l’immagine di Rupert Van Wyk)

I Mosaici Contemporanei del MAR

Il 12 maggio scorso ha riaperto al pubblico la Collezione di Mosaici Contemporanei del MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna, uno dei più importanti patrimoni artistici della città dopo i lavori propedeutici al riallestimento. Ravenna si presenta sempre di più al pubblico come Città del mosaico confermando la propria vocazione artistica incentrata sulla produzione contemporanea ma sempre idealmente collegata all’antica tradizione di epoca bizantina, in un costante dialogo.

Unica al mondo, la collezione allestita in tutti gli spazi espositivi del piano terra del museo, compreso il quadriportico, ripercorre lo sviluppo che la tecnica del mosaico ha avuto a partire dalle esperienze maturate a Ravenna, a livello nazionale e internazionale, dal secondo decennio del Novecento ad oggi e comprende più di 90 opere. I lavori di riallestimento sono stati realizzati grazie al prezioso sostegno della Regione Emilia-Romagna, del Programma POR FESR Emilia-Romagna 2014/2020 – Asse 6 – Azioni 2.3.1. “Città Attrattive e Partecipate” e al Rotary Club di Ravenna.

Il percorso espositivo è articolato in tre sezioni: Mosaici Moderni Mostra 1959, Mosaico & Design e Declinazioni Contemporanee.

Il progetto di riallestimento è stato realizzato dallo Studio MACRO Macchine Narrative di Lucca insieme alla direzione del MAR e al comitato scientifico composto da: Cristina Ambrosini, Daniele Astrologo, Maria Rita Bentini, Roberto Cantagalli, Maria Cristina Carile, Fabio De Chirico, Emanuela Fiori, Giovanni Scapini, Luisa Tori, ed è pensato con la volontà di offrire al visitatore un’esperienza unica accompagnato da video multimediali a supporto della visita.

Il percorso si apre con le opere realizzate in occasione della Mostra dei Mosaici Moderni inaugurata nel 1959, momento cardine del rinnovamento dell’arte musiva. Questa sezione rappresenta il nucleo centrale della collezione e su cui si è andata sviluppando l’intera raccolta. Il progetto nasce in seno al Gruppo Mosaicisti dell’Accademia di Ravenna e di seguito viene organizzato e promosso da Giuseppe Bovini che intense porre la tecnica musiva al servizio dell’arte contemporanea, e finanziato dal Rotary Club, dalla Camera di Commercio di Ravenna, dall’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo e dall’Ente Provinciale del Turismo.

Ad alcuni dei principali protagonisti della scena artistica fu chiesto di eseguire i bozzetti preparatori di opere destinate ad essere realizzate in mosaico.

Per la quasi totalità delle opere di questo piano di rilancio del mosaico sono presenti in collezione il cartone preparatorio e l’opera musiva, permettendo un affascinante confronto tra due forme di una stessa idea artistica. Il progetto prevedeva la collaborazione fra i mosaicisti ravennati e venti rinomati artisti, individuati dal comitato artistico, ai quali fu richiesto l’invio di un disegno preparatorio, il cosiddetto “cartone”, finalizzato alla realizzazione di un’opera in mosaico.

Gli artisti furono scelti dal comitato artistico che vedeva coinvolti gli storici dell’arte Giulio Carlo Argan e Palma Bucarelli: Afro, Birolli, Cagli, Campigli, Capogrossi, Cassinari, Chagall, Corpora, Deluigi, Gentilini, Guttuso, Mathieu, Mirko, Moreni, Paulucci, Reggiani, Saetti, Sandqvist, Santomaso e Vedova che, a partire dal 1951, vennero contattati da Bovini stesso. Anche Henri Matisse aderì con entusiasmo all’iniziativa ma non riuscì a perfezionare il progetto perché scomparve nel 1954.

L’intento del progetto del 1959 non era creare una mostra di quadri a mosaico ma dimostrare l’attualità del mosaico sollecitando una stretta collaborazione fra artisti in grado di riproporre l’antica distinzione fra i pictores imaginarii, coloro che progettavano il disegno, e i pictores musivarii che avevano invece il compito di eseguirne la realizzazione a mosaico.

La mostra del 1959, oltre all’applicazione del mosaico in favore dell’espressività artistica moderna, fu di importanza capitale per l’evoluzione dell’idea stessa di mosaico perché innescò fenomeni e approcci volti all’emancipazione dalla “traduzione” in opera musiva di disegni preparatori considerando il mosaico come opera autonoma, sottoposta soltanto al proprio potenziale espressivo intrinseco. I mosaici di questa sezione sono di proprietà della Provincia di Ravenna, della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna e del Rotary Club Ravenna, che nel 2007 le hanno concesse in comodato al MAR.

La seconda sezione dell’allestimento propone il tema del Mosaico & Design: le opere esposte al MAR sono state progettate dallo Studio Alchimia di Milano (1976-1992), fondato dai fratelli Adriana e Alessandro Guerriero, attorno al quale gravita un gruppo di progettisti, architetti e artisti che hanno fatto la storia del design italiano. 

L’attuale allestimento ripropone l’esperienza artistica dello Studio Alchimia che poneva l’accento sul ritorno a un artigianato colto e nobile come si può ammirare nelle opere il Ritratto di Mendini, la Testa di Guerriero e il Mobile aulico. La realizzazione del progetto fu affidata all’Associazione Mosaicisti di Ravenna, ma all’impresa collaborarono anche la Cooperativa Mosaicisti di Ravenna e lo Studio Signorini.

Il percorso espositivo prosegue con l’ultima sezione Declinazioni Contemporanee che documenta come dagli anni Settanta si sviluppa una nuova fase di ricerca in cui alcuni mosaicisti si emancipano definitivamente dal ruolo di esecutori. Il cuore pulsante di questa ricerca è proprio Ravenna.

Sulle radici culturali dei fasti e degli splendori della Capitale dell’Impero bizantino si definisce sempre più l’esigenza di voler tracciare una nuova strada per sperimentare nuove connessioni. Gli artisti iniziano a creare opere musive senza schemi prefissati, superando il confronto con il passato e con la consapevolezza di agire nel solco di una straordinaria eredità culturale.

Il mosaico non è più realizzato solo con tessere ma si compone anche attraverso tecniche pittoriche e scultoree, con il frequente utilizzo di materiali originali ed eterogenei. In quest’ottica si inseriscono le collaborazioni con artisti internazionali come Valerio Adami, Michelangelo Antonioni, Balthus, Giosetta Fioroni, Piero Gilardi, Luigi Ontani, Mimmo Paladino e le sperimentazioni dei mosaicisti ravennati. Le interpretazioni musive esposte al MAR sono frutto di sedimentazioni culturali diverse, il mosaico si affranca dalla sua caratterizzazione più tradizionale per interpretare pienamente la contemporaneità e racconta un’evoluzione non solo stilistica ma anche concettuale che non può prescindere dalla trasformazione del ruolo del mosaicista-artista.

La collezione documenta come gli ultimi decenni hanno portato i mosaicisti a progettare e a realizzare sempre più frequentemente opere di propria concezione per confrontarsi direttamente con le tematiche, gli strumenti, i materiali e le sfide dei nostri tempi, liberi di seguire gli stili e proporre le soluzioni più personali e diverse, dal figurativo all’Astrattismo, dalla Pop art all’Arte Povera fino al citazionismo insito nel Postmoderno.

Ravenna accoglie tutto questo, vive di queste esperienze volte a valorizzare e promuovere la città dal punto di vista culturale e turistico, tramite manifestazioni come la Biennale di mosaico contemporaneo e il concorso GAeM Giovani Artisti e Mosaico da cui, negli anni, sono emersi artisti aperti alle più diverse soluzioni linguistiche, a contaminazioni e intrecci inattesi e che custodiscono, in ogni caso, la memoria dell’antico.

Grazie a questi eventi e alle donazioni la collezione si arricchisce ogni anno di numerose opere che rendono questa raccolta aperta alle più recenti novità, senza confini e dal carattere internazionale completando l’esperienza conoscitiva del mosaico ravennate, con una straordinaria panoramica sulle espressioni del contemporaneo dagli anni ‘50 fino ai nostri giorni.

L’allestimento è correlato anche da apparati video che documentano come la città, nel tempo, viene impreziosita da moltissime opere pubbliche che ne decorano il tessuto urbano: dai giardini alle rotonde, alle fontane, ai parchi. L’esempio più importante di arte pubblica a Ravenna è senza dubbio il Parco della Pace, inaugurato nel 1988, dove la tecnica musiva è impiegata in tutte le sue forme e declinazioni. L’idea di creare un luogo di celebrazione della pace fra i popoli venne proposta nel 1982 dall’Associazione Internazionale Mosaicisti Contemporanei (AIMC) dal mosaicista belga Claude Rahir.

Il riallestimento è anche occasione per una lettura complessiva della storia del mosaico ravennate del Novecento, per questo è stato costruito un percorso che guarda alle radici classiche del mosaico contemporaneo e ad un dialogo tra l’antico e il moderno di grande interesse. I visitatori del MAR potranno accedere gratuitamente al museo TAMO MOSAICO, all’interno dell’antica chiesa di San Nicolò a Ravenna, dedicato all’arte del mosaico, che ospita, oltre a pregevoli testimonianze di mosaici antichi e tardoantichi la sezione Mosaici tra Inferno e Paradiso, 21 opere musive a tema dantesco realizzate da grandi artisti del ‘900 italiano, collezione quest’ultima che si pone certamente in continuità con il patrimonio esposto nella nuova sezione musiva del MAR.

Un’importante novità riguarda anche il pubblico under 26 che tutti i mercoledì potrà visitare il MAR gratuitamente, un’iniziativa importante volta ad avvicinare le giovani generazioni al museo.

Mosaici Contemporanei

Ingresso: intero € 6; ridotto € 5

Orari: da martedì a sabato 9.00-18.00; domenica e festivi 14.00 – 18.00

MAR (anche per le fotografie)

Filosofi lungo l’Oglio: Cosa significa Osare?

Continuano, con un ritmo serrato, gli appuntamenti con il Festival Filosofi lungo l’Oglio, in programma fino al 25 luglio, sotto la direzione scientifica della filosofa Francesca Nodari. La manifestazione sta registrando, ad ogni evento, il tutto esaurito confermando quella ‘fame’ di cultura che anima i suoi frequentatori e insieme l’intuizione vincente di un format che ne costituisce la peculiarità: la scommessa su un pensiero ‘nomade’ e insieme capace di far scoprire località connotate da un importante patrimonio artistico-culturale. La parola chiave affidata quest’anno a eminenti figure del pensiero contemporaneo è: osare. Questa settimana saranno tre gli appuntamenti nel Bresciano, in programma rispettivamente a Orzivecchi con Francesco Miano (lunedì 10 luglio), a Roncadelle con Alessandro Carrera (martedì 11 luglio) e a Villachiara con Umberto Galimberti (venerdì 14 luglio). Il primo incontro sarà una riflessione che Miano articolerà muovendo dall’attenzione al significato della vita quotidiana, (il coraggio della quotidianità), e al valore del tempo (il tema kierkegaardiano dell’istante autentico, il valore del tempo vissuto, la compresenza di tempi diversi nello stesso orizzonte temporale) per rivolgere lo sguardo al concetto di Osare l’eterno nel tempo, che vuol significare vivere l’ordinario in modo straordinario, il feriale in modo festivo,  ripensare il senso stesso della fedeltà e dell’amore. A seguire, nell’intervento Oltre le gerarchie, Carrera si chiederà se è possibile riflettere sull’arte, la cultura e le questioni sociali senza immediatamente stabilire gerarchie mentali che tendono a escludere chi o che cosa non soddisfa i criteri che dividono la cima dalla base. Come lui stesso afferma: «È possibile pensare in modo analogico invece che gerarchico? Bisogna imparare a capire, come dicevano gli antichi pensatori ermetici, che “ciò che è in alto è come in basso”. Non si tratta di azzerare le differenze, bensì di puntare l’attenzione sul “come“. Quando si capisce in che senso un oscuro folksinger può essere “come” un poeta laureato (non “meglio” o “peggio”, che non avrebbe senso, ma proprio “come”), ecco che un nuovo orizzonte ci si spalanca davanti. Per riprendere Wittgenstein, basta saper guardare, e quello che campi diversissimi hanno in comune apparirà». Infine Umberto Galimberti, storico frequentatore e ospite della manifestazione, incentrerà il suo attesissimo intervento sull’importanza del non osare oltrepassare il proprio limite. Gli incontri sono ad ingresso libero fino ad esaurimento posti e senza obbligo di prenotazione.

Elisabetta Castiglioni

“L’Oiseau de feu” diretto da Fabio Luisi al Nervi Music Ballet Festival

Stasera domenica 9 luglio 2023, alle ore 21.15, presso i Parchi di Nervi, Villa Grimaldi Fassio, il Nervi Music Ballet Festival ospita una tappa della tournée estiva dell’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala diretta da Fabio Luisi, direttore onorario dell’Opera Carlo Felice Genova. La tournée, resa possibile grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo, vede l’Orchestra dell’Accademia e il direttore Fabio Luisi impegnati in un programma particolarmente affine al cartellone sinfonico del Festival di Nervi. Con la Suite per orchestra dall’Uccello di fuoco n. 3 (1945) di Igor’ Stravinskij e la Sinfonia n. 5 in mi minore di Pëtr Il’ič Čajkovskij, il concerto sviluppa il tema dell’unione tra musica e danza.

Il programma si apre con la Suite per orchestra dall’Uccello di fuoco n. 3, del 1945. Il balletto L’Oiseau de feu venne commissionato a Stravinskij dall’impresario Sergej Djaghilev nel dicembre del 1909, e andò in scena all’Opéra di Parigi il 25 giugno 1910. Il soggetto era tratto da una fiaba russa in cui il protagonista Ivan Zarevich riesce a spezzare l’incantesimo del mago Kašej (che incarna il male) grazie all’Uccello di fuoco, una creatura mitologica che rappresenta la forza del bene. La musica di Stravinskij colpì sin da subito pubblico e critica, il balletto fu il suo primo grande successo a livello europeo. Nell’alternarsi delle danze, spicca centrale l’elemento ritmico, che caratterizza ciascun tema. Si tratta dunque di una musica profondamente connessa con la danza, e grazie alla quale il genio di Stravinskij ebbe una grandissima influenza sia sul panorama musicale sia su quello coreutico. La Suite orchestrale dall’Uccello di fuoco n. 3 è la terza di tre versioni sinfoniche del balletto che Stravinskij compose rispettivamente nel 1911, nel 1919 e nel 1945. Con alcune variazioni nel numero di danze e nell’organico orchestrale, le Suite esaltano l’autonomia del linguaggio musicale di Stravinskij, pur riuscendo a raccontare con la sola musica il movimento del corpo e l’arte della danza. La Suite del ’45 tornò poi in scena con grandissimo successo nella coreografia del New York City Ballet.

A seguire, la Sinfonia n. 5 in mi minore di Čajkovskij, composta tra la primavera e l’estate del 1888. Dopo un periodo difficile, il compositore tornò a confrontarsi con l’impegnativo genere della sinfonia a undici anni di distanza dall’ultima sinfonia composta. Nella Sinfonia n. 5 emergano qualità espressive notevoli e superiori alle sinfonie precedenti, è dunque chiaro che gli anni intercorsi tra le prime quattro sinfonie e la Quinta servirono all’ulteriore maturazione dello stile e della scrittura, che giunse a vette prima inesplorate. Nella struttura, Čajkovskij procede sul solco della tradizione classico-romantica articolando la Sinfonia in quattro movimenti, ciascuno dall’impressionante carica espressiva. Di ispirazione romantica, con particolare riferimento a Berlioz e a Liszt, la scelta di utilizzare un ‘Leitmotiv’ o ‘idea fissa’, un tema che torna variando di movimento in movimento. Questo tema protagonista trasmette il senso di un destino che incombe, e che sembra presagire nel pessimismo generale una speranza nella fede.

Fabio Luisi è direttore musicale della Dallas Symphony Orchestra, direttore principale della Danish National Symphony, direttore emerito dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, direttore principale della NHK Symphony Orchestra di Tokyo e direttore onorario dell’Opera Carlo Felice Genova. Dirige le orchestre più prestigiose del mondo. Nella stagione 22/23 il Maestro Luisi dirigerà una nuova produzione di Vespri Siciliani al Teatro alla Scala, continuerà la registrazione dell’integrale di Carl Nielsen con la Danish National Symphony Orchestra per la Deutsche Grammophon e presenterà nel 2024 il ciclo completo Der Ring des Nibelungen di Wagner in forma di concerto, con la Dallas Symphony Orchestra. È stato premiato con la Medaglia d’Oro e l’Anello d’Oro dedicati a Bruckner. Luisi ha ricevuto un Grammy Award per la sua direzione delle ultime due opere dell’Anello del Nibelungo e il DVD dello stesso ciclo, registrato dal vivo al Metropolitan e pubblicato dalla Deutsche Grammophon, è stato nominato come migliore registrazione operistica nel 2012. La sua vasta discografia comprende un vastissimo repertorio. Fabio Luisi è stato insignito il Grifo d’oro per il suo contributo alla notorietà della città di Genova.

Orchestra dell’accademia Teatro alla Scala. Fra i fiori all’occhiello del Dipartimento Musica dell’Accademia Teatro alla Scala figura il percorso di perfezionamento per professori d’orchestra. Il progetto si distingue nel panorama formativo poiché assicura una preparazione completa sul repertorio sinfonico, operistico e di balletto. Il programma prevede esercitazioni orchestrali e di ensemble, oltre a lezioni individuali di strumento, musica da camera e prove a sezioni tenute dalle Prime Parti dell’Orchestra del Teatro alla Scala. A ciò si affianca un’intensa attività artistica, in Italia e all’estero, sotto la guida di alcuni fra i più autorevoli e rinomati direttori d’orchestra del mondo. L’orchestra ha l’opportunità di esibirsi in primis al Teatro alla Scala, che non solo la ospita annualmente per un’opera inserita nel cartellone, ma la chiama anche per alcune produzioni del Corpo di Ballo e per numerosi concerti, nonché per gli spettacoli pensati per i bambini in età scolare con l’obiettivo di avvicinarli al teatro musicale. Numerosi i teatri, le società concertistiche e i festival di rilievo internazionale ove si è esibita l’Orchestra dell’Accademia e diversi i paesi toccati, fra cui, oltre all’Italia, Stati Uniti, Russia, Austria, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Svizzera, Emirati Arabi Uniti, Oman. Per comprendere lo spessore della proposta didattica si citano i direttori che si sono posti alla testa dell’Orchestra: Roberto Abbado, Marc Albrecht, Giovanni Antonini, John Axelrod, Roland Böer, Paolo Carignani, David Coleman, Ottavio Dantone, Óliver Diaz, Placido Domingo, Gustavo Dudamel, Christoph Eschenbach, Diego Fasolis, Vladimir Ivanovič Fedoseev, Iván Fischer, Ádám Fischer, Lawrence Foster, Marco Guidarini, Theodor Guschlbauer, Michael Halász, Manfred Honeck, Fabio Luisi, Susanna Mälkki, Michele Mariotti, Zubin Mehta, Pietro Mianiti, Gianandrea Noseda, Daniel Oren, Evelino Pidò, Sesto Quatrini, Stefano Ranzani, Donato Renzetti, Daniele Rustioni, Mikhail Tatarnikov, Yuri Temirkanov, Lorenzo Viotti, Massimo Zanetti, senza dimenticare solisti del calibro di David Fray, Herbie Hancock, Olga Kern, Lang Lang, Andrea Lucchesini, Francesco Manara, Fabrizio Meloni, Miriam Prandi, Alessandro Taverna, Simon Trpčeski, Alexei Volodin, Giovanni Andrea Zanon.

Previsto il pagamento di un biglietto.

Per informazioni: www.operacarlofelicegenova.it e www.nervimusicballetfestival.it

D. F. (anche per le fotografie)

Pinchas Zukerman a Taormina

Stasera, nell’ambito di Taormina Arte, si esibirà alle ore 21.30 alla Villa Comunale, Parco Trevelyan, di Taormina, il violinista e direttore d’orchestra di fama internazionale Pinchas Zukerman, accompagnato da Amanda Forsyth al violoncello e da Shai Wosner al pianoforte. Il programma prevede: Robert Schumann – Phantasiestucke for Piano Trio, op. 88; Camille Saint-Saëns – PIano Trio in F Major, Op. 18; Ludwig Van Beethoven – Piano Trio in D Major, op. 70 “Ghost”

Amanda Forsyth è considerata una delle violoncelliste più dinamiche del Nord America, e il pianista Shai Wosner è noto per le sue interpretazioni virtuose concernenti un’ampia gamma di repertori.

Lo Zukerman Trio è nato dagli Zukerman Chamber Players con un lancio ufficiale nel 2013. Da allora, l’ensemble si è esibito a livello mondiale in Giappone, Cina, Australia, Spagna, Italia, Francia, Ungheria, Canada, Sudafrica, Istanbul, Russia e Germania. Il Trio ha partecipato ai principali festival nordamericani, tra cui Ravinia, Tanglewood, Aspen, Bravo! Vail e Banff e nei festival europei di Edimburgo, Verbier e Schleswig Holstein. Nel 2020, il pianista Shai Wosner si è unito a Zukerman e alla violoncellista Amanda Forsyth, e i tre continuano a trovare gioia e ispirazione nell’esecuzione della letteratura classica in trio e in duo.

Un secondo concerto vede Zukerman nelle vesti di violinista e direttore d’orchestra della Taormina Arte Festival Orchestra, in scena al Teatro Antico mercoledì 12 luglio, sempre alle ore 21:30. Il repertorio comprende il Concerto per violino e orchestra n5 in La maggiore K 219 “Turkish” di Mozart, la Sinfonia n. 4, “Italiana” di Mendelssohn e l’ouverture dalla “Norma” di Bellini.

Elisabetta Castiglioni

Mario De Biasi – Naturalis Historia

Come un’ideale appendice alle Vite parallele di Plutarco, la mostra fotografica “Mario De Biasi – Naturalis Historia”, in programma al Broletto di Como fino al 23 luglio 2023 (Da lunedì a domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00; è previsto unbiglietto d’ingresso) e curata da Eugenio Bitetti e Massimiliano Mondelli, rintraccia il legame di carattere, inclinazione e disposizione verso il mondo che avvicina Plinio il Vecchio e Mario De Biasi, e lo fa attraverso l’opera di quest’ultimo, vissuto a duemila anni di distanza dal primo.

Mario De Biasi, Fiore di tiarè, Polinesia, 1982, stampa vintage ai sali di argento

Organizzata da Accademia Pliniana con il contributo di Fondazione Cariplo e Fondazione Alessandro Volta, in collaborazione con l’Archivio De Biasi e Galleria 70 di Milano, patrocinata dal Comune di Como e dal Comitato per le Celebrazioni del Bimillenario Pliniano, la mostra “Mario De Biasi – Naturalis Historia” presenta 74 fotografie in bianco e nero, tutte in edizione vintage e realizzate tra gli anni ’50 e i primi anni ’80.

Mario De Biasi, Foglia di loto, Castellazzo di Bollate, anni ’60, stampa vintage ai sali di argento

L’esposizione, fra gli eventi più rilevanti delle Celebrazioni pliniane del 2023-2024 e che si svolge in occasione dei 100 anni dalla nascita del grande fotografo bellunese, denota l’impareggiabile capacità di interpretare il reale e l’infallibile istinto per la composizione che per più di trent’anni hanno fatto di De Biasi uno dei massimi protagonisti della fotografia europea. La descrizione del mondo per mezzo di geometrie minute e ritmiche proporzioni vale, per forza di afflato, quella tentata con la parola scritta, duemila anni fa, da Plinio il Vecchio. Queste sorprendenti e al tempo stesso naturalissime correspondances saranno il tema centrale della mostra.

Mario De Biasi, Slitta con renne, Siberia, 1964, stampa vintage ai sali di argento

Scrittore l’uno, fotoreporter l’altro, i due uomini hanno nutrito lo stesso amore per la conoscenza, la stessa oceanica curiosità per gli aspetti sensibili del mondo, la stessa commovente aspirazione a comprendere e narrare, attraverso le bellezze rispettive della parola e dell’immagine, il più possibile l’inesausta complessità e meraviglia della natura.

Mario De Biasi, Anatre Porto di Helsinki,1969, stampa vintage ai sali di argento

Quasi sovrapponibile al monumentale indice della Naturalis Historia è lo smisurato repertorio svolto da De Biasi nel corso del lavoro di trent’anni a capo dei servizi fotografici di Epoca (1953-1983): popolazioni, paesi, istituzioni politiche, scienza, medicina e tecnologia, persino astronomia, nei laboratori della NASA prima della missione Apollo 11, e poi al ritorno degli astronauti. E, ovviamente, natura, intesa come campo d’indagine privilegiato per la comprensione e la conoscenza del mondo. Su tale aspetto, in cui l’impegno professionale si fonde con la personale passione, si focalizza la mostra “Mario De Biasi – Naturalis Historia”: foto di strutture naturali, fossero esse piante, minerali o animali, raccolte per sé o per lavoro nel corso dei mille viaggi attorno al mondo da fotoreporter. Geometrie riposte nelle nervature di una foglia come nella successione delle onde dell’oceano o nei fiumi di lava durante l’eruzione dell’Etna, a duemila anni da quella del Vesuvio di Plinio.

Il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Bimillenario della nascita di Plinio il Vecchio, al quale partecipano alcune fra le maggiori autorità culturali italiane, è stato istituito con decreto ministeriale n. 87 del 20 febbraio 2023 dal Ministero della Cultura della Repubblica italiana con il compito di programmare, promuovere e curare lo svolgimento delle singole manifestazioni.

Le Celebrazioni pliniane 2023-2024, che prevedono un ricchissimo programma di iniziative (programma completo al sito http://www.plinio23.it), sono appoggiate dalle più rilevanti associazioni culturali della Città e del territorio, fra cui il Teatro Sociale di Como con AsLiCo e la Società Palchettisti, Villa Carlotta, Parolario, il Museo della Seta, l’Associazione Villa del Grumello.

De Angelis (anche per le fotografie)