“Santo di Dio”: il malegrida la verità, svelail nome di Gesù. Secondo un’altra spiegazione, al tempo di Gesù, gli ebrei pensavano che il demonio fosse la causa della malattia, della morte e del peccatoe venivano, perciò, praticati esorcismi. Nello scontro fra il terapeuta e la forza del male, era molto importante conoscere il nome. Per questo motivo, anche nell’episodio riportato in questo brano del Vangelo di Marco, lo spirito maligno attacca Gesù chiamandolo per nome, tentando di possederloe dominarlo.“Spirito impuro”:l’espressione ricorre dodici volte in Marco, insieme al nome “demonio”.All’evangelista Marco interessa far sapere che l’autorità di Gesù si rivela, fin dall’inizio della sua vita pubblica, nonsolo nell’insegnamento, ma anche nei suoi interventi, storicamente testimoniati, contro lo spirito del male. In seguito Gesù verrà accusato dai suoi avversari proprio a causa della sua attivitàdi esorcista (cfr. Marco 3,22).Impariamo anche noi cristiani a non farci vincere dal potere del male che vuole alienarci, distaccarci dal Signore, facendoci credere che è bene ciò che è male, oppure convincendoci circa la non gravità del male.Sono tentazioni che si superano solo con il contatto quotidiano con la Parola e con i sacramenti.
25. E Gesù gli ordinò severamente: “Taci! Esci da lui!”. Gesù comanda al male di lasciare l’uomo, rivela la sua potenza. Gesù è il vero liberatore che guarisce le profonde ferite dell’umanità.Caratteristica di Marco è “il segreto messianico”, cioè il divieto di manifestare l’identità di Gesù prima cheegli compia la sua missione.Per la prima volta Gesù ordina di tacere e lo fa aun demonio, che vorrebbe manipolare il potere del suo nome divino. Gesù non vuole essere riconosciuto troppo velocemente Figlio di Dio, perché si aderisca a Lui per convinzione, non per entusiasmo, non per i suoi prodigi. Solo quando sarà appeso alla croce il centurione proclamerà: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!” (Marco 15,39).Anche noi dobbiamo seguire Cristo non perché siamo trasportati dall’entusiasmo di un momento, ma perché consapevoli di essere partecipi della sua figliolanza divina e della sua missione, che porta alla croce, alla morte, alla risurrezione.
26. E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. L’ordine perentorio imposto da Gesù costringe il demonio ad andarsene.La riuscita dell’esorcismo rivela l’identità di Cristo e conferma la sua potenza (basileia)reale, il suo potere sovrano su ogni realtà.“Straziandolo e gridando forte”:Marco accentua la lotta tra il potere del male e il potere di Dio.La vittoria riportata da Gesù conferma la buona notizia e rendecredibilela sua parola.L’uomo viene liberato: questo è ciò che sta a cuore a Cristo, la nostra liberazione dal male e dal dominio dello spirito cattivo. Egli ci restituisce lacapacità di vivere con coscienza e libertà. Se seguiamo Cristo dobbiamo assumere la sua mentalità, allontanarci dallo spirito impuro e saper andare anche controcorrente, contro quanto propina la società permissiva,consumistica ed alienante.
27. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: “Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!”. I presenti rimangono stupiti di tutto ciò che sta accadendo, sia per l’insegnamento sia per gli interventi di Gesù. Marco ci invita a vedere in Lui il Profeta, atteso da Israele, in quanto i segni della sua azione sono quelli attribuiti dai profeti al Messia. In tutta l’attività di Gesù si estende la sua lotta contro il male e il demonio. Questo e altri episodi di esorcismo ci dannouna manifestazione tangibile.
28. La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.Marco sottolinea che è talmente grande l’esperienza vissuta dai presenti che la fama di Gesù,come predicatore, come profeta ecome taumaturgo,si diffonde oltre i confini della città di Cafarnao e abbraccia tutta la regionedella Galilea.Anche noi cristiani dovremmo essere persone capaci di suscitare stupore per l’azione di Dio:“Non sonopiù io che vivo, ma Cristo vive in me”; per l’amore fraterno: “Guardate comesi amano”;per la coerenza di vita: “Ecco un uomo in cui non c’è falsità”.Il Cristo risorto è la nostra forza, il nostro Liberatore. Egli ci rende invincibili, se solo aderiamo a Lui con tutto il cuore.Consapevoli di essere da Lui abitati, possiamo sconfiggere il male e liberare a nostra volta gli altri.Dobbiamo essere testimonicoraggiosidiDio, vivo e presente con noi fino alla fine dei tempi. Non dobbiamo aver paura, dunque, dello spirito impuro, perché con la forza di Dio non ci lasceremo vincere dal male, ma vinceremo con il Bene il male.
Suor Emanuela Biasiolo