Da Gorni Kramer all’ultimo brano di Lucio Dalla, in un Concerto di Natale che racconta il meglio della canzone d’autore italiana. Sabato 21 dicembre a partire dalle 21.15, sarà in scena, sul palco del Teatro Camploy, la Big Band Ritmo-Sinfonica Città di Verona che, in collaborazione con il Comune, offre a tutti i veronesi una serata di grande musica e spettacolo.
Quest’anno il tradizionale Concerto di Natale si intitolerà “Un sabato italiano”, in omaggio al celebre pezzo di Sergio Caputo. Il programma propone grandi brani della musica leggera degli ultimi 50 anni, nel segno delle canzoni che hanno accompagnato la vita di ciascuno di noi. A eseguirli la Big Band con i suoi 40 elementi, affiancata dalla voce di Stephanie Ocèan Ghizzoni, ospite d’onore della serata. Sul palco del Camploy troveranno forma arrangiamenti originali anche con ritmica jazz che, assieme alle sonorità dei fiati e alla voce di Ghizzoni, daranno vita a uno spettacolo che si preannuncia unico.
L’ingresso al concerto è gratuito. Sarà possibile ritirare gli inviti, fino ad esaurimento, all’Ufficio Relazioni con il Pubblico di via Adigetto, a partire dalle 9 di mercoledì 18 dicembre.
L’evento è stato presentato a palazzo Barbieri, dall’assessore alla Cultura Francesca Briani, dal presidente della Big Band Paolo Girardi e dal direttore Marco Pasetto. Presente la cantante Stephanie Ghizzoni.
“Il Concerto di Natale – ha detto l’assessore Briani – è uno straordinario evento che da 22 anni la Big Band organizza per i veronesi. Una bella occasione per stare insieme, per scambiarsi gli auguri e per assistere a uno spettacolo di altissimo livello. Il successo di questo concerto è dimostrato dalla grande attesa che ogni anno riesce a generare: gli ingressi vanno esauriti in pochissimo tempo, il che dimostra quale sia l’attenzione del pubblico e la qualità di questa serata”.
“Al Camploy – ha detto Pasetto – proporremo 50 anni di canzone d’autore italiana, in un programma che ha selezionato i più grandi interpreti e i migliori autori della nostra musica leggera. Un repertorio vario, ma accomunato dall’unicità di ogni pezzo”.
Roberto Bolis